Espandi Indice

265

 

SEDUTA DI MERCOLEDÌ 27 MARZO 2024

 

(POMERIDIANA)

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

INDICE

 

Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea

 

PRESIDENTE (Petitti)

 

OGGETTO 8028

Interpellanza circa l'opportunità di aumentare la percentuale del contributo di ATERSIR sulla tariffa del servizio idrico integrato, a copertura degli oneri per l'estensione della rete acquedottistica alle case sparse esistenti sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

(Svolgimento)

PRESIDENTE (Petitti)

MASTACCHI (RCPER)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

MASTACCHI (RCPER)

 

OGGETTO 8226

Comunicazione della Giunta, ai sensi dell'art. 76 del Regolamento dell'Assemblea, in merito alle iniziative intraprese e alle attività a supporto dei territori colpiti dall'alluvione del maggio 2023.

(Discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

PRIOLO, vicepresidente della Giunta

MASTACCHI (RCPER)

PICCININI (M5S)

POMPIGNOLI (Lega)

EVANGELISTI (FdI)

RONTINI (PD)

ZAMBONI (EV)

MARCHETTI Daniele (Lega)

RONTINI (PD)

CALIANDRO (PD)

PICCININI (M5S)

BONACCINI, Presidente della Giunta

 

OGGETTO 8047

Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Commissario Straordinario affinché con i fondi residui vengano sostenute economicamente le famiglie che non possono né anticipare, né usufruire del credito d'imposta per l'acquisto dei beni mobili che hanno perso a causa degli eventi alluvionali. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

(Continuazione discussione)

PRESIDENTE (Petitti)

POMPIGNOLI (Lega)

RONTINI (PD)

MASTACCHI (RCPER)

PELLONI (RCPER)

PRESIDENTE (Petitti)

 

Allegato

Partecipanti alla seduta

Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno

 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI

 

La seduta ha inizio alle ore 14,47

 

PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno. Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 265 del 27 marzo 2024.

Sono computati come presenti ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno…  Colleghi, un po’ di silenzio, per favore. Il presidente della Giunta Bonaccini e la consigliera Montalti, assenti per motivi istituzionali.

Le consigliere Mori e Montalti hanno altresì informato che si collegano da remoto a norma dell’articolo 102-bis del Regolamento e hanno giustificato la propria assenza il consigliere Bergamini e gli assessori Colla e Lori.

 

OGGETTO 8028

Interpellanza circa l’opportunità di aumentare la percentuale del contributo di ATERSIR sulla tariffa del servizio idrico integrato, a copertura degli oneri per l’estensione della rete acquedottistica alle case sparse esistenti sul territorio regionale. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze e più precisamente dall’interpellanza 8028, interpellanza circa l’opportunità di aumentare la percentuale del contributo di ATERSIR sulla tariffa del servizio idrico integrato, a copertura degli oneri per l’estensione della rete acquedottistica alle case sparse esistenti sul territorio regionale.

L’interpellanza è a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente.

Parliamo ancora una volta dell’estensione della rete idrica alle case sparse, più nello specifico quelle della zona del ravennate e quindi Ville Unite, San Pietro in Vincoli e Gambellara, argomento del quale abbiamo già parlato in un’altra occasione e che ha portato già un primo risultato con l’intervento di ATERSIR.

A valle di questo intervento, appunto, ATERSIR ha realizzato il preventivo, il progetto e il preventivo per la realizzazione dell’estensione, che ha portato una sorpresa molto importante dal punto di vista dei numeri: un preventivo di circa 580.000 euro più IVA per portare l’acquedotto, credo, a poco più di una decina di famiglie.

Questo chiaramente comporta che, per rimanere nell’ambito del 50 per cento, ogni famiglia dovrebbe sostenere una spesa cadauna, diciamo, di circa 40.000 euro, spesa che è assolutamente insostenibile per un bene primario come quello dell’acqua. Quindi, le famiglie sarebbero chiaramente obbligate, in questo caso, se non hanno disponibilità finanziaria propria, ad accedere a mutui, prestiti e finanziamenti, chiaramente in una dimensione sproporzionata.

Sono state fatte anche delle riunioni dell’Assemblea dei cittadini sul posto per parlare di questo ed è stata anche presa una delibera dal Consiglio … Non ricordo bene come si chiama, comunque i consigli locali del Comune di Ravenna. Il Consiglio ha già preso una delibera con la quale chiedono che intervenga anche il Comune con un contributo proprio o che ATERSIR modifichi la sua delibera per consentirgli di intervenire con una percentuale più alta.

L’interpello che facciamo alla Giunta è quello di sapere se non ritenga opportuno attivarsi affinché venga aumentata la percentuale del contributo ATERSIR sulla tariffa del servizio idrico integrato, a copertura degli oneri per l’estensione della rete acquedottistica delle case sparse esistenti sul territorio regionale, o quantomeno venga stimato un valore massimo di spesa per abitazione.

Qui c’è il tema della richiesta di una quota massima di 5.000 euro a famiglia, per consentire a tutti, anche a quelli che hanno una possibilità finanziaria meno importante rispetto alla media, di poter avere l’acqua, "svincolando quindi il costo totale dell’opera, non ripartito quindi al 50 per cento del totale, per ridurre in maniera considerevole gli oneri a carico dei cittadini coinvolti, che attendono ormai da decenni di non dover più acquistare casse di acqua potabile al supermercato per riempire le bottiglie alla fontana del paese".

Chiaramente c’è anche il problema del prelievo dell’acqua di falda, che si sta sempre più abbassando, e ci sono già anche tante famiglie che non solo per l’acqua potabile, ma anche per l’acqua di uso comune cominciano ad avere difficoltà; quindi, il problema sta diventando veramente importante.

La mia richiesta è quella di sapere se c’è questa possibilità di intervenire tramite ATERSIR o tramite il Comune di Ravenna, affinché si possa riportare in un ambito di 5.000 euro a famiglia questo intervento. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Risponde la vicepresidente Priolo. Prego.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente, grazie, consigliere. Partirò con la parte finale della risposta, per poi provare a ripercorrere quello che abbiamo provato a fare non da oggi, perché il tema è noto.

Lei sarà però anche consapevole che, in un’ottica di sussidiarietà orizzontale, bisogna anche tenere in considerazione un concetto di equità, perché questo significherebbe in alcuni casi far gravare sugli altri utenti del servizio l’onere dell’allaccio delle case che sono state acquistate dagli interessati a costi più bassi, perché queste non erano opere di urbanizzazione che in quel momento sono state realizzate.

Si tratta di un cittadino che ab initio ha dovuto quindi sopportare un costo minore dell’acquisto anche in funzione di questo aspetto. Detto questo, è opportuno ripercorrere tutto quello che fino a oggi abbiamo fatto, e che da questo punto di vista può dare anche una risposta a quello che lei chiede.

La fornitura di acqua in case sparse non allacciate alla rete acquedottistica, ad oggi non ancora approvvigionate da piccoli pozzi e da serbatoi è un tema su cui la Regione non soltanto pone attenzione, ma con ATERSIR ha provato a lavorare.

La Regione, proprio con il contributo di ATERSIR ha infatti avviato negli ultimi anni un percorso virtuoso che mira ad effettuare una ricognizione presso i Comuni per mappare le situazioni di case sparse non allacciate alla rete acquedottistica.

Già nel 2015 ATERSIR, con una propria circolare prevedeva, come lei ha sottolineato, il 50 per cento del costo degli estendimenti acquedottistici a carico dei soggetti richiedenti, e la restante parte a carico della tariffa del servizio idrico integrato, quindi della collettività.

Successivamente, l’azione è stata ulteriormente ottimizzata e rafforzata, anche alla luce delle ricorrenti crisi idriche dovute ai cambiamenti climatici in atto, e attraverso l’approvazione con la deliberazione del Consiglio di ambito n. 108 del 7 novembre 2022, quindi abbastanza recente, da parte di ATERSIR si è approvato il regolamento per gli estendimenti di rete acquedottistica a favore delle case sparse esistenti, che disciplina le modalità di inserimento e finanziamento degli interventi di estensione acquedottistica nei programmi operativi degli interventi dei gestori del servizio idrico integrato operante in Emilia-Romagna.

Tutto ciò premesso, in merito alla richiesta specifica dell’interpellante di ridurre in maniera considerevole gli oneri a carico dei soggetti richiedenti, prevedendo un valore massimo di spesa per abitazione, svincolato però del costo totale dell’opera e non ripartito quindi al 50 per cento del totale, era stato oggetto di ipotesi nella fase iniziale di redazione del regolamento.

Tuttavia, dagli studi di fattibilità realizzati nel 2023 da parte dei gestori del servizio idrico è emerso che alcuni fattori propri del terreno, che poi è la geografia, la topografia, la morfologia, determinano una varietà nei preventivi, un range che può andare da 25.000 euro o, come lei ha detto, quasi a 600.000 euro, tale da non permettere di stabilire un importo fisso predefinito di contribuzioni per gli estendimenti che non venga considerato iniquo per alcuni utenti.

Si segnala inoltre che al fine di favorire la realizzazione di nuove reti di distribuzione al servizio degli utenti, il regolamento ha previsto che i soggetti terzi possano contribuire almeno al 50 per cento dell’importo necessario per la realizzazione dell’estensione. Ciò fa sì che non solo i richiedenti, ma anche altri soggetti, quali ad esempio enti – lei mi ha chiesto del Comune – oppure addirittura sponsor, possano coprire quota parte dei costi non imputabili alla tariffa del servizio idrico integrato.

Inoltre, per favorire ulteriormente i territori, qualora l’intervento o una sua parte comportino un aumento della resilienza del sistema acquedottistico, quindi in un caso in cui, dal punto di vista infrastrutturale aumentino le possibilità di resistere nel territorio, i costi connessi a tale aspetto sono completamente sostenuti dalla tariffa del servizio idrico integrato, valorizzando così l’apporto proattivo della cittadinanza.

Le azioni intraprese dalla Regione sono risultate rispondenti alle finalità sopraindicate e coerenti con le attuali priorità del servizio idrico integrato, prevedendo per il 2023 l’inserimento a piano di interventi per circa 7 milioni di euro per tutto il territorio regionale. La graduatoria dello scorso anno ha individuato ottanta interventi, per un totale di 6,2 milioni di euro, a cui destinare il finanziamento del 50 per cento della tariffa del servizio idrico integrato (determinazione di ATERSIR n. 121 del 24 maggio 2023).

Tale attenzione nei riguardi degli utenti è proseguita anche nel corso dei primi mesi del 2024, con la possibilità per le amministrazioni comunali di presentare ulteriori istanze relative alle estensioni per la rete acquedottistica a case sparse, definendo così un’azione equa e imparziale di trattamento da parte di ATERSIR nei confronti dei soggetti richiedenti.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Priolo.

Consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Sì, grazie. Grazie, vicepresidente.

Io mi riallaccio un attimo alla parola che ha usato in apertura, che è il termine equità. Allora, io credo che sia assolutamente corretta l’affermazione in linea di principio, però è chiaro che, quando questa parola si declina con dei numeri come quelli che sono usciti in questa occasione, la parola equità sia un po’, fra virgolette, fuori luogo, nel senso che sappiamo bene che in passato sono state fatte tantissime infrastrutture a spese pubbliche e i cittadini ne stanno usufruendo. Sappiamo che molti hanno pagato oneri di urbanizzazione, nei quali rientravano anche questi tipi di investimenti.

In questo caso, dove già da anni questi cittadini soffrono la mancanza di questo importantissimo servizio, è un servizio primario quello dell’acqua chiaramente, pensare di renderlo equo facendogli pagare 40.000 euro credo sia una richiesta sproporzionata. Quindi, io ritengo, al netto di tutte le regole che sono correttamente applicate e che non possono prevedere chiaramente di coprire tutti i casi più specifici, che sia necessario l’intervento del Comune di Ravenna. Sono cittadini di quel Comune, magari anche sollecitato dalla Regione stessa, con un intervento, come ha detto lei, di soggetti terzi. Può essere il Comune chiaramente, che possa far sì di riportare questo 50 per cento in una quota pro capite che sia sostenibile e che non sia così alta.

Poi c’è anche il paradosso che in questi casi o aderiscono tutti altrimenti non è possibile fare l’intervento. Basta quindi che una famiglia non sia in grado di sostenere l’investimento perché anche le altre 9, 10 o quelle che sono, per differenza, non possano aderire, oppure debbano farsi carico della quota aggiuntiva, perché il costo totale rimane sempre molto alto, e, come si sa per esperienza, è difficilissimo che tutti aderiscano.

Il paradosso ulteriore nel caso in cui questo avvenga è di avere magari 10 famiglie con l’acqua e 2 senza, o 9 con l’acqua 2 senza, creando ulteriori disparità e ulteriore paradosso.

Sarebbe quindi veramente importante un intervento, un tavolo di confronto dove anche la Regione, se non dal punto di vista normativo, possa concretamente con del denaro farsi carico di sostenere un intervento di questo tipo, per far sì che il Comune intervenga e ci metta una quota di bilancio propria (credo che il Comune di Ravenna non abbia problemi a farlo) per far sì che questo problema annoso e complicato venga risolto. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

 

OGGETTO 8226

Comunicazione della Giunta, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, in merito alle iniziative intraprese e alle attività a supporto dei territori colpiti dall’alluvione del maggio 2023

(Discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo adesso con l’oggetto 8226: Comunicazione della Giunta, ai sensi dell’art. 76 del Regolamento dell’Assemblea, in merito alle iniziative intraprese e alle attività a supporto dei territori colpiti dall’alluvione del maggio 2023.

Partiamo con la comunicazione della Giunta e più precisamente con la comunicazione della vicepresidente Priolo.

Prego, vicepresidente. Ha venti minuti.

 

PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Okay, venti minuti, grazie.

Buon pomeriggio di nuovo a tutti.

Abbiamo ritenuto opportuno come Giunta, a seguito anche del percorso territoriale che abbiamo intrapreso in questo ultimo mese, rendicontare anche a voi quanto, dal punto di vista del confronto non soltanto con gli Enti territoriali, ma anche con tutte le associazioni di categoria rappresentative del Patto per il lavoro e per il clima, abbiamo condotto, fino ad avere la presenza del commissario Figliuolo la settimana scorsa insieme a noi all’interno del fatto.

Il lavoro che abbiamo voluto condurre e che aveva già visto un incontro preventivo mio, del presidente e del sottosegretario a Roma, era finalizzato in modo particolare e importante a condividere, insieme alla struttura commissariale e al commissario, alcune modifiche che noi riteniamo importanti e fondamentali, non soltanto la norma primaria per rendere ancora più proattive e utili le ordinanze, ma soprattutto di iniziare già ad intervenire all’interno dell’ordinanza n. 11 e dell’ordinanza n. 14, per fare in modo che la ricostruzione privata possa proseguire rapidamente, così come la ricostruzione pubblica sta procedendo a seguito anche dell’emanazione delle ordinanze del Commissario.

Nell’incontro che abbiamo avuto al patto venerdì scorso, un incontro molto positivo, come si era dimostrato anche quello precedente a Roma, abbiamo esposto al Commissario quelle che secondo noi sono delle modifiche alle ordinanze da apportare, soprattutto relativamente ad alcuni aspetti che afferiscono alla semplificazione degli atti amministrativi e la possibilità, da questo punto di vista, di ampliare la platea dei cittadini, o delle imprese, che possono avere diritto a presentare l’istanza. Di semplificare le procedure dal punto di vista della pratica edilizia da fare affinché i cittadini possano adempiere e soprattutto i periti possano adempiere più velocemente alla presentazione delle pratiche. Inoltre, alcuni aspetti relativi non soltanto alla semplificazione amministrativa ma anche alla rimodulazione delle ordinanze in seno alla possibilità di prevedere un’anticipazione - vi sto riportando quelli che sono gli aspetti un po’ più significativi – la possibilità di rimodulare l’erogazione dei contributi ai cittadini qualora avessero bisogno dell’anticipazione delle risorse necessarie.

Nell’incontro di venerdì non soltanto il commissario Figliuolo ma anche il colonnello La Torre, che in questo momento è responsabile dei due procedimenti, ci hanno illustrato quelli che secondo loro sono emendamenti accoglibili all’interno delle ordinanze. Per cui siamo in attesa di ricevere, perché il Commissario si era impegnato a trasmetterci questa settimana le due ordinanze rivisitate. Speriamo che ci arrivino entro venerdì, come il Commissario stesso ha detto.

Nell’illustrazione che ha fatto il colonnello La Torre, che adesso brevemente in alcuni aspetti vi riporterò, sul tema dello stato legittimo rispetto al quale dopo una discussione sufficientemente approfondita il colonnello La Torre ha dichiarato, ma anche il Commissario, che verrà apportata la modifica all’ordinanza.

Voi sapete, oggi è previsto un tetto di spesa di 30.000 euro per quanto riguarda gli edifici privati e verrà tolto questo tetto.

Abbiamo specificato che il tema dell’edilizia libera non significa togliere la legittimità dell’atto ma conformare l’ordinanza a quello che il DPR 380 prevede dal punto di vista della differenza tra manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria. C’è stato accoglimento di questa proposta e per noi questo è molto importante.

Anche relativamente all’ampliamento della platea dei beneficiari, la proposta di ampliamento è inserita allo studio dell’ordinanza 14, ci hanno riferito. Così come quello relativo ai promissari acquirenti o agli eredi entrerà in ordinanze, e per noi è importante. È ritenuta condivisibile anche quella di attività subentranti che contribuiscono alla continuità aziendale, perché noi abbiamo bisogno di non depauperare il territorio; quindi, anche su questo c’è una positività nell’accoglimento.

C’è poi l’aspetto relativo alla presentazione della pratica per i condomini, una proposta di ampliamento recepita, che è allo studio con la modifica dell’ordinanza n. 14, che quindi non prevede più l’unanimità, ma la maggioranza, come prevede anche il codice civile. C’è la possibilità, da questo punto di vista, anche di definire regole sulla delocalizzazione. Come voi sapete, stamattina c’è stato un incontro con tutti i gruppi tecnici di lavoro per i piani speciali; stiamo ragionando in maniera approfondita sulla delocalizzazione, che in questo momento è un aspetto non banale, soprattutto non solo nelle aree allagate, che sarebbero anche facilmente perimetrabili, ma nelle aree che hanno avuto il censimento delle 81.000 frane che noi abbiamo individuato in questo momento, quindi ne potremo parlare.

Peraltro, il 24 aprile sapete che abbiamo già messo in calendario la Commissione con il presidente Caliandro, all’interno della quale potremo sviscerare questo argomento relativo ai piani speciali preliminari. In quella sede potremo rappresentare in maniera un po’ più ampia questi aspetti.

Altre modifiche che abbiamo chiesto e che vengono recepite, da questo punto di vista, sono quelle relative alla semplificazione, a cominciare dalla presentazione della domanda. Noi abbiamo un tema tale che in alcuni casi sarebbe opportuno consentire la presentazione di più domande relativamente a un medesimo soggetto quando l’importo del danno è talmente elevato e significativo che la documentazione da produrre è moltissima; quindi, un’unica presentazione di un’unica domanda fa anche fatica ad essere letta nelle componenti, nella diversità.

L’altro aspetto, per noi molto significativo, è quello legato al tema, che anche qua ha ritrovato un accoglimento, della copertura delle spese nell’ambito delle attività agricole. Sono già state inserite o verranno inserite nelle modifiche di ordinanza i cambi di specie, di varietà di coltivazione, di tipologie di coltivazioni, così come verranno inseriti i beni depositati presso terzi che in questo momento non sono previsti in ordinanza ma in una FAQ verranno inseriti in ordinanza.

Insomma, tanti aspetti siamo riusciti a condividere, e che hanno visto nella risposta del Commissario, l’accoglimento delle proposte che noi all’interno del Patto per il lavoro abbiamo studiato e proposto.

Siamo in attesa, come vi dicevo, che ci arrivino questi testi emendati, così come siamo in attesa che ci arrivi l’ordinanza del Terzo settore, come il commissario Figliuolo ha detto al patto venerdì; così come siamo in attesa che esca l’ordinanza sul credito d’imposta. Il commissario venerdì ha detto che, a suo avviso, dovrebbe uscire non prima della fine di aprile. Questo è quello che ci ha detto in occasione dell’incontro di venerdì.

Per noi questo… Per noi, per voi, per i cittadini, per le imprese potrebbe essere un po’ un problema, perché avere ad oggi soltanto un provvedimento a cui fare riferimento, in base all’entità dell’importo, potrebbe non essere sufficiente rispetto alla capienza dei fondi che c’è in questo momento. Ciò detto, le attività sono andate avanti e soprattutto, parallelamente alla ricostruzione pubblica, privata, scusate, sta proseguendo quella pubblica.

Vi do alcuni numeri da questo punto di vista, perché noi riteniamo che sia importante dire all’aula anche qual è la situazione in questo momento. I cantieri sui fiumi: 218 cantieri per 234 milioni di euro, tutte concluse le somme urgenze. In questo momento sono operativi gli interventi, in avvio, in progettazione e in esecuzione gli interventi sulle ordinanze urgenti, dove abbiamo 63 interventi per ulteriori 94 milioni di euro.

Interventi sulla rete secondaria dei consorzi di bonifica: 298 interventi per 267 milioni di euro, di cui 120 interventi per 96 milioni, relativi alle somme urgenze, a cui si aggiungono 148 interventi per 119 milioni sugli interventi urgenti in corso in questo momento. La parte più significativa, ovviamente, dal punto di vista dei numeri, è quella relativa alle strade, che oggi trovano risposta nelle ordinanze per 3.369 interventi, per 793 milioni di euro. Di questi 1.444 interventi relativi a 84 milioni sulle somme urgenze dell’ordinanza n. 6 e gli altri 1.792 interventi per 699 milioni nell’ordinanza n. 13 sugli interventi urgenti.

Questo è un quadro di opere che sta andando avanti in questo momento. Anche questa mattina, con la struttura commissariale, abbiamo condiviso di fare un ulteriore incontro domani pomeriggio perché non abbiamo ancora contezza in modo definitivo di quella che sarà la modalità di attuazione invece degli 1,2 miliardi relativi al PNRR. Voi sapete che è stata data questa disponibilità. È stata condivisa dalla struttura commissariale con la Commissione europea e il Governo, a dicembre dello scorso anno, la possibilità di utilizzare 1,2 miliardi della misura M.2 C.4, quindi misura precedentemente attribuita al MASE, per la ricostruzione dei nostri territori.

È del tutto evidente (ho esposto questa mia preoccupazione anche al Commissario, venerdì, al Patto per il lavoro, ma lo stiamo facendo costantemente) che per riuscire a investire 1,2 miliardi dobbiamo individuare, soprattutto tra questi interventi che vi ho citato, quelli relativi ai 1.792 interventi per quasi 700 milioni di euro, interventi sulla viabilità che possano confluire nel PNRR.

Abbiamo già chiesto a tutti i Comuni interessati dall’ordinanza 13 di segnalarci gli interventi per i quali hanno già affidato i lavori. In quel caso, i lavori dovranno necessariamente andare avanti per la loro strada, con il finanziamento del commissario. Viceversa, quelli che ad oggi non hanno avuto ancora la possibilità di avere un affidamento, perché sono in progettazione, sarà opportuno individuarli come interventi da inserire all’interno del PNRR.

Qual è la particolarità di questi interventi? Che è necessario che sia garantita la risorsa aggiuntiva, come è stato detto dal Governo e anche dalla presidente Meloni quando è venuta a sottoscrivere i fondi strutturali, che questi 1,2 miliardi siano risorse aggiuntive, per deprogrammare le risorse del commissario di cui vi ho parlato e metterle in dotazione alla ricostruzione, che afferisce ai piani speciali.

I piani speciali in alcuni casi saranno coincidenti con alcuni interventi urgenti, quelli sulle strade in particolar modo e su quello che stiamo chiedendo, che è la sistemazione dei versanti. È ovvio che, se si troverà una risposta nel PNRR, sarà già una risposta, in alcuni casi, alla ricostruzione pubblica che noi dobbiamo mettere in campo, ma ci sono tanti altri interventi che dovranno essere pianificati e programmati all’interno dei piani speciali, che devono avere una loro consistenza economica molto significativa.

Dare spazio ai fiumi, arretrare argini, abbassare golene, creare nuove arginature, utili alla tracimazione controllata, quindi fare in modo che da questo punto di vista ci siano interventi anche innovativi, fino ad oggi non pianificati richiederà una parte significativa di risorse, ed è evidente che se noi potessimo riutilizzare quelle deprogrammate dalle ordinanze urgenti del commissario, avremmo una dotazione molto significativa.

Questo è un aspetto che per noi è estremamente importante e dobbiamo assolutamente fare in modo che il decreto del MEF, per come ci è stato rappresentato, esca il prima possibile.

L’altro aspetto che con i piani speciali stiamo affrontando è quello di tutte le infrastrutture, soprattutto di come le infrastrutture di mobilità, quindi viarie e ferroviarie, incontrino i corsi d’acqua e le reti ambientali, quindi fiumi e canali.

È evidente che l’evento ci riconsegna la necessità di intervenire anche su queste infrastrutture, di migliorare l’officiosità idraulica di queste infrastrutture.

Anche tutto questo sta comportando un lavoro, che stiamo facendo all’interno dei Gruppi, con i gestori delle strade. Oggi erano presenti Ferrovie dello Stato, era presente ANAS, era presente RFI, ed era presente anche Autostrade.

Il lavoro lo stiamo conducendo insieme, perché è evidente che intervenire su un ponte, quando tu devi tenere in considerazione i tempi di ritorno di questo evento, significa alzare i ponti ma in alcuni casi i ponti, se siamo in centro storico, non si possono alzare, o se non si possono alzare perché parliamo di ponti ferroviari e quindi ponti che hanno una complessità perché intervengono su tutta la rete, bisogna lavorare sul miglioramento a valle o a monte dell’ufficiosità idraulica.

Tutti questi aspetti, che sto provando in maniera molto rapida a sintetizzarvi, sono aspetti che dovranno trovare una copertura economica nei Piani speciali e ad oggi noi sappiamo che il Commissario ha soltanto la dotazione relativa al 2025, 800 milioni di euro che gli derivano dalla legge 100, ovvero dalla legge di conversione del decreto 61 del decreto 88.

Questi 800 milioni è evidente che, lo vedete dal numero stesso di consistenza delle strade, i 700 milioni di cui vi parlavo prima sono risorse che da questo punto di vista sono soltanto per la sistemazione delle strade.

Se noi, come stiamo facendo, stiamo chiedendo di sistemare anche i versanti in frana, il quantitativo economico cresce in maniera esponenziale, ma è necessario sistemare i versanti in frana per garantire non soltanto un approccio temporaneo, quindi la possibilità di intervenire su queste infrastrutture in modo definitivo e non durante le allerte eventualmente chiudere ponti perché noi abbiamo la possibilità di una frana incombente.

Ecco, la complessità che questo evento ci restituisce è questa, così come tutte le regole che noi dobbiamo scrivere, che l’Autorità di bacino scriverà all’interno di un decreto specifico relativo soprattutto anche gli aspetti di carattere urbanistico.

Il Presidente sicuramente in chiusura di intervento dirà qual è l’indicazione che noi stiamo mettendo avanti, è un’indicazione che comunque è complessa ma che riceverà una risposta robusta dal Piano speciale, dai decreti dell’Autorità di bacino e quindi anche dagli atti che noi come Regione dovremo adottare.

Quindi, ricostruzione pubblica, ricostruzione privata. Prima vi ho sintetizzato quelli che sono gli aspetti relativi alle ordinanze, perché sono quelli sui quali si può operare velocemente. Appena la struttura commissariale ci inoltrerà l’ordinanza noi non dubitiamo di essere rapidi e veloci nel restituire l’intesa all’ordinanza, perché abbiamo bisogno assolutamente di sveltire queste pratiche.

Ci sono alcuni aspetti che risiedono ancora, per quanto ci riguarda, nell’indisponibilità della norma primaria.

Oramai sembriamo un disco rotto, ma il tema dei beni mobili è un tema importante, perché potrebbe succedere il paradosso che alcuni cittadini potranno magari anche a breve ricevere dalla validità della propria pratica l’assenso al contributo, ma il contributo, se la pratica è di 25.000 euro e 15.000 euro è per i beni immobili, sarà soltanto la concessione di un contributo di 10.000 euro.

Abbiamo quindi assolutamente bisogno che sia introdotto questo emendamento. L’incontro con il Commissario ha avuto anche lo scopo di far sì che da parte del Commissario vengano assunti questi emendamenti nel primo veicolo normativo possibile.

In questo momento è in conversione il DL 19, che è quello relativo al PNRR, dove però non c’è la nostra misura degli 1,2 miliardi – io speravo che ci fosse, ma non c’è. Probabilmente potremmo approvare, all’interno di questo veicolo che è in sede di conversione, ad inserire questi emendamenti. Quello sui beni immobili è importante; è importante quello relativo al finanziamento delle società in house dello Stato. Tutto l’ammontare di ricostruzione pubblica di cui vi ho parlato si poggerà in modo importante su SOGESIT, che è questa in house dello Stato a cui già molti Comuni si stanno affidando per la ricostruzione delle strade. Sicuramente il primo affidamento dell’ordinanza n. 13 era per quasi 300 milioni di euro, se adesso andiamo in PNRR aumenterà. Noi abbiamo chiesto al Commissario, che ha condiviso, di individuare come soggetti attuatori non soltanto SOGESIT, ma anche ANAS e Ferrovie dello Stato per quanto riguarda le infrastrutture, perché fare il PNRR in un anno, 1,2 miliardi, voi sapete che la misura a livello nazionale sta incontrando diverse difficoltà. È difficile fare il PNRR con le regole che prevede, dal punto di vista non soltanto della certificazione del minore impatto ambientale, ma anche della rendicontazione su REGIS, che è uno dei motivi per cui il meccanismo a livello nazionale è un po’ incagliato in questo momento.

Tutto questo comporta la necessità di avere soggetti attuatori, pochi, strutturati e in grado di spendere queste risorse. Una parte degli interventi li possiamo fare noi. Alcuni Comuni, capoluogo soprattutto, si sono resi disponibili a fare anche i 1,2 miliardi. Voi sapete che c’è l’altro tema relativo alle risorse di personale. Parlo con consiglieri che sono anche all’interno delle loro amministrazioni comunali. Se non riusciamo a far assumere a questi Comuni del personale, noi siamo in difficoltà, non soltanto nella ricostruzione pubblica, ma anche in quella privata. Negli sportelli che adesso il Commissario ha aperto ci sono i RUP dei nostri Comuni. Quindi è necessario che da questo punto di vista le strutture siano assolutamente irrobustite. Vi sto facendo questo accenno perché strutture in house dello Stato hanno una copertura finanziaria che in questo momento è soltanto sul 2023, quindi è necessario che sia portata anche negli altri anni. Il personale ha la copertura finanziaria, ma il provvedimento non vede: con 216 possibilità di assunzione, siamo a 40 assunzioni, quindi molto inferiori rispetto al fabbisogno e alla possibilità, perché la copertura peraltro era triennale.

Un anno è già andato via. Anche questa è una modifica alla norma primaria che noi chiediamo in questo momento, e da questo punto di vista, ovviamente, la possibilità di avere la garanzia della prosecuzione della struttura commissariale, perché la diversità rispetto anche ad altre individuazioni di nomine… Il Commissario ha messo su una struttura che è la struttura del Commissario, è una parte della struttura del Commissario, in quanto anche responsabile del corpo del COVI.

Quindi, tutti questi aspetti per noi sono importanti. È necessario dare già oggi una vista su come proseguire, perché i piani speciali nasceranno il 30 giugno e quindi dal 1° luglio bisogna far decollare tutto questo percorso e bisogna fare in modo che i 600 milioni che ha il Commissario in disponibilità economica sull’ordinanza n. 11 e sull’ordinanza n. 14 e il credito d’imposta per 700 milioni diventino operativi.

Tutti questi aspetti sono quelli che abbiamo evidenziato negli incontri con i territori, in incontri col Patto per il lavoro e per il clima e i due incontri con il commissario. Tutti i soggetti aderenti al Patto per il lavoro e per il clima hanno condiviso quello che noi stiamo chiedendo. L’hanno condiviso quindi le associazioni di categoria, le associazioni datoriali da questo punto di vista e le rappresentanze sociali, ma anche tutti gli enti locali. È necessario imprimere un’accelerata, perché abbiamo bisogno che i nostri cittadini e le nostre imprese non si scoraggino e possano, da questo punto di vista, avere il giusto ristoro, che peraltro in più occasioni era stato evidenziato e sottolineato.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, vicepresidente Priolo.

Apriamo il dibattito generale. Chi si iscrive a parlare?

Consigliere Mastacchi, prego.

 

MASTACCHI: Grazie, presidente, e grazie, vicepresidente, per l’illustrazione. Allora, inizio con una piccola nota sul metodo di lavoro, per il quale volevo muovere una piccola critica. Avrei preferito, almeno personalmente, poi non so i colleghi consiglieri… Avrei preferito essere un pochino più coinvolto, essere un pochino più parte attiva nel momento in cui tutto questo percorso che è stato fatto, che il confronto col territorio avesse coinvolto un pochino di più anche noi consiglieri. Infatti, qualcuno di noi ha partecipato agli eventi sul territorio.

La mia convinzione, visto che era stata annunciata, era di poter partecipare all’incontro con il commissario e quindi poter intervenire lì e dare il nostro contributo, ma siamo stati un pochino, fra virgolette, tagliati fuori. Fa niente.

Commento invece positivo sul risultato di questo lavoro, che è stato un lavoro importante e ha portato dei risultati, dei quali sono particolarmente soddisfatto. Vi chiederete perché lo dico, perché è strano che dalla minoranza uno si dichiari soddisfatto di un risultato. Mi dichiaro soddisfatto perché, rileggendo i vari passaggi e le slide, ho ritrovato - in modo un po’ differenziato - recepite, seppure in prima battuta non fossero state accolte, gran parte, se non tutte le proposte che noi, come rete civica, avevamo presentato,

Le ho elencate, citando anche i numeri degli atti, per fare una cronistoria puntuale.  Come avevo chiesto con interrogazione scritta 7349 di indennizzare anche i danni indiretti alle aziende agricole, dovuti alla mancanza della possibilità di accedere ai terreni coltivati per l’assenza della rete viaria, vedo che ora, con la modifica all’articolo 20-bis, relativo all’ambito di applicazione, si chiede di consentire l’accesso ai contributi anche a tutti quegli immobili non direttamente inondati o in siti di frana, ma danneggiati, nell’ambito degli stessi eventi, anche dalle avverse condizioni atmosferiche. Questa era una cosa che avevamo chiesto ed è stata recepita.

 Rispetto alla modifica dell’articolo 20-octies, invece, relativo alla Rete ferroviaria italiana come soggetto attuatore, mi permetto di aggiungere che sarebbe invece opportuno inserire anche i danni della rete telefonica, visto che nel Quartiere 4 di Forlì, come riportato nella mia interpellanza 8192, i telefoni fissi hanno smesso di funzionare con l’esondazione e in questi mesi di sospensione della linea continuano, nonostante tutto, ad arrivare le bollette da pagare per i residenti.

Questo è un passaggio che è rimasto escluso e che sarebbe opportuno nei prossimi giorni o mesi prevedere.

In merito poi ai danni alle produzioni agricole, vedo che con la modifica dell’articolo 20-sexies, relativo alla ricostruzione privata, di fatto si concretizza l’impegno che la Giunta si è assunta approvando all’unanimità la mia risoluzione 7624, e risponde anche indirettamente ma positivamente alla mia question time 8122, cioè che anche chi non ha ottenuto concessioni o avuto indennizzi parziali, ad esempio per i problemi tecnici che in più occasioni ha sottolineato in quest’aula, proprio perché ad esempio l’azienda che rappresenta all’interno dei layer certificati della Regione Emilia-Romagna, possa essere risarcito lo stesso.

Su questo abbiamo discusso molto, erano uscite delle risposte che non sono poi state alla fine coerenti al 100 per cento, con questo passaggio probabilmente anche questa situazione si risolve.

Anche la richiesta di allargare il cratere del decreto 12 settembre, del MASAF, mi vede favorevole, in quanto anche questo avevo segnalato con una question time, la 7434, che per disguidi tecnici alcune aree in un primo momento erano rimaste escluse dall’elenco dell’allegato 1 della legge 31 luglio 23, n. 100. Quindi, anche questo è sistemato.

Per quanto attiene poi la semplificazione amministrativa, noto con piacere che viene affrontato il problema delle spese tecniche, che è uno dei grandissimi problemi che le persone devono affrontare. È una nota dolente nella presentazione delle documentazioni visto che si tratta di spese particolarmente importanti e, come rilevato con la mia risoluzione 8047, molte famiglie non possono né anticipare, né usufruire del credito d’imposta per l’acquisto dei beni immobili che hanno perso a causa degli eventi alluvionali.

Pertanto, qualunque agevolazione per superarlo e ridurre è sicuramente positiva.

Qui faccio una piccola parentesi rispetto alla risoluzione che molto probabilmente, se saremo veloci, discuteremo oggi o probabilmente all’inizio della prossima sessione, che riguarda appunto i beni immobili che sappiamo, ce lo diciamo ogni volta che ne parliamo, è il vero grande problema. Perché è il vero grande danno che abbiamo ed è l’unico danno che ad oggi ancora non trova copertura.

Io, con la mia risoluzione, ho chiesto che venissero utilizzati i fondi residui delle donazioni, perché credo che i cittadini che hanno donato abbiano donato con la volontà di aiutare le persone, direttamente le persone più in difficoltà.

Quindi, la comunicazione, l’impegno che è stato preso dalla Regione di utilizzare quei fondi per fare interventi di protezione in paratie, eccetera… Preciso, non sono contrario a fare interventi sulle paratie, che sono assolutamente indispensabili e importanti, ritengo però che sia incoerente fare investimenti strutturali con i fondi delle donazioni.

Io credo che i fondi delle donazioni dovrebbero essere utilizzati invece, e questo lo ribadirò dopo quando discuteremo la mia risoluzione, dovrebbero essere utilizzati per aiutare le persone e gli investimenti dovrebbero essere fatti con fondi strutturali degli Enti pubblici, o della Regione o dello Stato.

È una discriminante credo molto importante. Io mi sono immedesimato nelle persone che sono andate in banca a fare un bonifico, o a fare una donazione e non credo che in quel momento pensassero alle paratie. Credo che pensassero alle persone che avevano le camere da letto, le cucine e le cantine allagate, i garage, eccetera, e volevano intervenire su questo.

Il credito d’imposta che è previsto sappiamo bene che è uno strumento importante, è già stato, è già stato utilizzato per il terremoto, e ha dato dei grandi risultati, ma sappiamo bene che ha delle limitazioni. In particolare, le limitazioni ce le avranno quelle famiglie che hanno dei redditi bassi: da una parte perché non saranno in grado di anticipare le spese, perché quando si va ad acquistare in un supermercato, o in un mobilificio un mobile o qualcosa di utile per la casa, bisogna pagarlo. Quindi, chi ha redditi bassi, chi ha un reddito che è sufficiente solo alla famiglia sarà in difficoltà. Deve avere poi anche la capienza fiscale per recuperarli. Questo è un passaggio che io sottolineo in modo molto forte e che rifarò quando ci torniamo sopra.

Per quanto attiene poi alla semplificazione amministrativa, noto con piacere che viene affrontato il tema delle spese tecniche… Questo lo avevo già detto, chiedo scusa.

Concludo dicendo che se tutte le richieste mi vedono favorevole, lo stesso non posso dire sulla tempistica. Purtroppo, a quasi un anno dall’evento e a ridosso delle elezioni, dopo decine di sollecitazioni, che sono state fatte un po’ da tutti, dai cittadini, da tutte le parti sociali, eccetera, siamo quasi a fine marzo e siamo in grado di presentare un documento che poi dovrà anche avere un suo iter di digestione a livello commissariale, quindi avrà ulteriori tempi di applicazione. Questa è una nota negativa.

Credo che lavorando diversamente, forse avremmo avuto la possibilità di essere più celeri e di essere quella Regione sempre all’avanguardia che ci vantiamo di essere in ogni occasione.

Grazie. 

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.

Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Ringrazio la vicepresidente Priolo per questa informativa. Io vorrei concentrarmi non tanto su quello che è stato detto, ma su ciò che manca e che va oltre la contingenza, quindi, se vogliamo, ciò che è stato omesso rispetto ad una visione e ad una prospettiva che questa Regione deve avere, rispetto ad un evento, che come tutti sappiamo è stato epocale e che deve rappresentare un punto zero da cui ripartire e rivedere le politiche che fino ad oggi sono state adottate, dimostrando che qualcosa, questo evento tremendo ci ha insegnato, deve averci insegnato.

Stamattina a questo proposito ho presentato un question time, ma è un tema che io sollevo tutte le volte che noi parliamo di alluvione. Ribadisco, come ho sempre detto, che non possiamo permetterci di dire che dobbiamo ricostruire tutto come prima, ce lo siamo detti, e immagino conveniamo tutti quanti. Questa intenzione deve essere tradotta in fatti concreti.

Allora, come dicevo anche questa mattina, io ho apprezzato anche le parole del presidente Bonaccini quando avete fatto i tavoli post alluvione a Bologna, ma anche nelle zone della Romagna, in cui ha dichiarato che noi non possiamo più continuare a cementificare nelle aree che sono state allagate. Io lo condivido. È un principio assolutamente, appunto, condivisibile, però io credo ci sia anche la necessità di andare a dettagliare questo auspicio, anche perché i territori, alla luce di queste dichiarazioni, vogliono comprendere e vogliono capire come si esplicheranno concretamente, perché ci sono dei progetti che stanno andando avanti, che sono stati presentati e che sono, diciamo così, pendenti; progetti edificatori importanti, imponenti e impattanti sui nostri territori e sulle comunità che sono state colpite dall’alluvione.

Allora, dando per scontato che tutti sappiamo che cementificare significa ampliare e amplificare gli effetti di un’alluvione o di eventi atmosferici così devastanti, io credo sia utile che ci diamo un attimo due direttive per capire dove vogliamo andare a parare, qual è la visione di questa Regione, quali sono le aree su cui vogliamo intervenire. Stiamo parlando di aree nuove? Stiamo parlando dei progetti presentati e non ancora convenzionati? Stiamo parlando di progetti che hanno concluso l’iter. Di che cosa stiamo parlando?

Io stamattina avrei voluto capirlo, non ci sono riuscita, devo dire la verità. Si è parlato del piano speciale, non ho capito in che tempi. Mi immagino che sia una cosa non breve e in questo senso io ho sempre auspicato prima e a maggior ragione oggi, che abbiamo questa scure di questi progetti che sono lì appesi e che aspettano un voto del Consiglio comunale e il convenzionamento, io mi aspetterei una modifica della legge n. 24, una legge che per me è una legge infausta, che non ha dato i risultati sperati, ce lo dice ISPRA, in un territorio, in una regione che è già martoriata dal cemento. Lo sappiamo molto bene.

Allora io mi aspettavo che si provasse a modificare quella legge in tempi brevi. Mi pare di capire che la prospettiva non sia esattamente questa, però ricordo che ci sono anche stati… Una lettera, in particolare, firmata da vari Sindaci della Romagna, in cui si chiedeva di dare loro una copertura normativa giuridica per poter andare avanti o, meglio, tornare indietro rispetto a queste nuove cementificazioni.

Come dicevo questa mattina, la risposta che ho ricevuto non è non è stata dal mio punto di vista soddisfacente, colgo questa occasione per riproporre il tema. Visto che la palla poi è stata rimbalzata a questo momento di discussione in aula, vorrei capire, anche perché me lo chiedono direttamente, anche voi parlate con i Sindaci e con le associazioni dei territori e tutti quanti sono lì a chiedersi cosa succederà rispetto a questi progetti e dove vogliamo intervenire, su quali aree, perché c’è differenza a dire "non costruiamo del nuovo, fermiamo quello che è in sospeso" o "interveniamo su quello che è già stato approvato", e io mi aspetterei che lo si facesse in tempi assolutamente rapidi, anche perché manca poco al compimento di un anno da quei terribili eventi del maggio scorso e ad oggi io non rilievo fatti concreti che mi consentano di dire che la lezione che questa alluvione avrebbe dovuto insegnarci lo abbia fatto sul serio.

Vorrei capire effettivamente quali siano le intenzioni della Giunta, su quali aree vogliamo intervenire, cosa vogliate fare concretamente, al di là di dire che tutto è rimandato al piano speciale vorrei capire se come Regione vogliamo mettere in campo qualche strumento, qualche iniziativa o rimandiamo la palla al commissario. Questa cosa non mi è chiara, perché, al di là delle dichiarazioni, penso che abbiate un’idea di massima e vorrei che la si esplicitasse, anche perché, come dicevo, quei territori, sindaci e amministratori locali compresi, stanno aspettando delle risposte. Le dobbiamo a chi, purtroppo, ha subìto questa alluvione e non vorrebbe ritrovarsi nelle condizioni di un anno fa.

Dobbiamo rendere, come dicevo anche oggi, esigibile ed esercitabile il principio di precauzione, evitando di fare gli errori che sono già stati fatti. Lo sapete, per me la legge urbanistica è una legge colabrodo, perché è piena di deroghe. Tra l’altro, lo ricordavo, è stata data una proroga dei PUG proprio nelle aree alluvionate, che è paradossale. Le aree colpite dall’alluvione noi abbiamo detto: ragazzi sapete cosa c’è? Potete continuare a costruire fino a maggio.

Allora torno a dire, io ho apprezzato le parole del presidente e ora aspetto i fatti. Li aspetto io, come li aspettano anche i cittadini e gli amministratori locali che si sono espressi in maniera molto chiara.

Io da questo confronto vorrei riuscire oggi avendo chiaro che cosa la Regione vuole fare puntualmente e concretamente, anche per mettere nelle condizioni con gli amministratori locali che hanno detto di voler andare in una direzione diversa, di poterlo fare veramente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.

Altri in dibattito generale? Chi si iscrive a parlare?

Consigliere Pompignoli.

 

POMPIGNOLI: Rompo il ghiaccio, presidente, grazie.

Grazie della parola, grazie assessore Priolo dell’informativa che ha dato.

Certamente positivo il confronto che avete maturato in questi mesi con la struttura commissariale. Credo che sia positiva l’interlocuzione tra le due parti, le richieste ovviamente che dalla Regione provengono alla struttura e anche la struttura che acconsente a poter intervenire emendando e modificando le ordinanze che spero vivamente possano essere emanate in brevissimo tempo.

Mi corre però l’obbligo, non per polemizzare, ovviamente, rispetto a questi temi - adesso se ne va anche il presidente Bonaccini - mi corre l’obbligo informare l’Assemblea anche di questo. Perché secondo me si sta facendo un’errata comunicazione, questo dal punto di vista dell’Assemblea legislativa e più che altro, mi correggo, della Giunta.

Anche perché mi sembra di notare, soprattutto nei numerosi comunicati che escono da parte della Giunta, ma anche da parte del partito di maggioranza, da parte dei consiglieri, che c’è questa enorme insofferenza rispetto al fatto che il Governo oggi non ha indennizzato alcuno, che il Governo è in ritardo, che il Governo sta sbagliando ogni tipo di indicazione rispetto a quelli che sono gli indennizzi che devono essere dati, insomma, che il Governo sta facendo male, e quello che viene fatto male viene anche fatto in ritardo. Mentre, viene esaltata l’opera della Regione Emilia-Romagna, con comunicati roboanti di stanziamenti di risorse di 100 milioni di euro che la Regione Emilia-Romagna ha fatto per gli alluvionati, di 54 milioni di euro che la Regione Emilia-Romagna ha concesso agli alluvionati quali indennizzi, non raccontando effettivamente l’esatta realtà della questione, vale a dire che non sono risorse della Regione Emilia-Romagna, ovviamente. Si nasconde un po’ il tema, anche quando vengono fatti i confronti. Io ero presente a Forlì. Vi ringrazio di essere venuti. La Giunta è venuta nella quasi totalità a spiegare e a illustrare quelle che erano le motivazioni che erano state fatte fino a questo momento. Però, c’è sempre questo tono polemico nei confronti del Governo.

Ebbene, viene esaltato lo stanziamento di risorse della Regione Emilia-Romagna, che ovviamente non ci sono, viene esaltato un modello del terremoto, che sappiamo al 2024 a che punto è, viene esaltata una programmazione sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi da parte della Regione Emilia-Romagna, e sappiamo quello che è successo a maggio 2023. Oggi l’assessore Priolo mi dice che devono essere trovati metodi innovativi per la protezione degli argini dei fiumi.

Io capisco tutto. È ovvio che voi dovete difendere a spada tratta il vostro operato. Ma raccontiamolo in maniera corretta. Raccontiamo che non è stata fatta manutenzione in questi anni, raccontiamo che le risorse non sono proprie della Regione Emilia-Romagna, ma sono giri di conti, raccontiamo che il modello del terremoto a dodici anni dall’evento non è un modello perfetto. Se volete, ho i documenti e gli articoli del 2013, a un anno dal terremoto, che esattamente dicevano le stesse cose che oggi voi dite sull’alluvione e sul Governo. Le stesse identiche cose.

È evidente che da questo punto di vista dobbiamo cercare di capire come prendere in mano la situazione, e lo dovete capire anche voi, perché la programmazione è tutto, rispetto a quello che è necessario oggi per la gente. Oggi, ad una pioggia intensa la gente ha paura che succeda ancora quello che è successo a maggio del 2016, perché si vedono ancora i detriti e gli alberi nei fiumi, non c’è ancora una pulizia corretta, non c’è ancora una programmazione di quello che sarà l’iter che dovrà essere messo in campo dalla Regione Emilia-Romagna rispetto a questi eventi.

Certamente è anche scontenta del fatto che ad oggi sono arrivati pochi soldi, e lo dico anch’io dal punto di vista dell’opposizione, maggioranza al Governo. Oggi è necessario arrivare a indennizzare il più rapidamente possibile chi ha subito un danno, certo, sono d’accordo. Raccontiamo però le due parti, quello che sta facendo la Regione, da un lato, e quello che sta facendo il Governo, dall’altro.

Siamo a 11 mesi dall’evento, e a 11 mesi dall’evento è naturale, dopo quello che è capitato, che sia difficile riuscire a ottenere un ristoro immediato al 100 per cento di tutto a 11 mesi dall’evento, e questo lo sappiamo noi e lo sapete anche voi.

Lo sapete perché già nel post terremoto lo avevate detto, non è possibile oggi indennizzare tutti rapidamente: questo è quello che è stato dichiarato negli anni 2013, 2014, 2015, fino ad arrivare al 2024.

No, io non esagero, presidente, però l’esagerazione nella vostra comunicazione è palese, cioè non è questo il modo di confrontarsi con una struttura commissariale che sta facendo e si sta mettendo a disposizione su tutto, perché le cose devono essere raccontate in maniera veritiera e le storture non sono belle, quando poi vedo dei comunicati da parte dell'assessore al bilancio "alluvione: dalla Regione contributi per quasi 100 milioni di euro a più di 20.000 famiglie alluvionate". Certo, li avete erogati voi, ma erano soldi vostri, erano soldi propri della Regione Emilia-Romagna? Questa è una stortura nella comunicazione.

Da questo punto di vista oggi, come dicevo, nell’intervento non voglio polemizzare, perché voglio andare oltre questa vicenda, e ringrazio l’assessore Priolo perché nell’interlocuzione avuta con la struttura commissariale e anche il presidente ovviamente ci sono state fatte richieste che anche noi stessi abbiamo fatto alla struttura commissariale sui beni mobili, sulla velocità e rapidità negli indennizzi. Su questi temi certamente ci trovate d’accordo.

Superiamo il passato, a questo punto, cerchiamo di lavorare in maniera corretta entrambi, e cerchiamo di affrontare la tematica più che altro sulla sicurezza, che è competenza certamente della Regione Emilia-Romagna. Questa è la base di partenza, cioè, far sentire oggi il cittadino tranquillo, nei limiti ovviamente del possibile, questo lo sappiamo, però farlo sentire tranquillo – oggi non lo è – prima ancora degli indennizzi.

Già molta gente ha ripristinato, ha comprato, ha ristrutturato, è intervenuta nella deliberazione dall’acqua all’interno degli immobili, ha comprato beni immobili. La paura che questo possa ancora accadere è sotto gli occhi di tutti.

Oggi quindi programmiamo la sicurezza dei cittadini e cerchiamo ovviamente, per quanto di nostra competenza al Governo, e per quanto di vostra competenza, di indennizzare tutti, nei limiti ovviamente di un tempo naturale per ottenere i ristori al cento per cento. Io sono convinto nella maniera più assoluta che arriveranno, ovviamente. Ci vorrà certamente del tempo, ma questo è l’obiettivo che si è prefissato il Commissario straordinario, che si è prefissato il Governo e credo che questo obiettivo non debba essere disatteso.

Noi staremo certamente a controllare e a verificare che questo avvenga. Noi facciamo il nostro, ma voi dovete fare il vostro. Fatelo in modo corretto e adeguato anche con la comunicazione.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Altri consiglieri in dibattito generale? Chi si iscrive? Dopo ci saranno le conclusioni della Giunta, però adesso siamo in dibattito generale.

Consigliera Evangelisti, prego.

 

EVANGELISTI: Mi dispiace intervenire senza la presenza del presidente, perché mi risponde molte volte con comunicati. Poi è impegnato. Anzi, volevamo dargli anche il bentornato, anche con favore. Apprezziamo lo sforzo. Era all’estero, il presidente, ed è arrivato oggi direttamente in aula, quindi lo salutavamo volentieri. Più che altro, avrei voluto iniziare il mio intervento rivolgendomi direttamente al presidente Bonaccini e pregandolo di sciogliere gli indugi, di dirci che cosa vorrà fare della guida dell’Emilia-Romagna il prima possibile, perché riteniamo che solo da quel momento potremo parlare serenamente di temi importanti, compreso il tema dell’alluvione.

Perché lo dico? Perché abbiamo assistito e partecipato, anche con impegno e interesse, a questi appuntamenti che sono stati organizzati sul territorio, appuntamenti in cui sono stati ascoltati i comitati, le parti sociali e le parti politiche e in cui abbiamo ascoltato alcune volte, per non dire sempre, interventi anche molto accalorati del presidente, a cui rinnovo l’invito, visto che è tornato in aula, di sciogliere l’indugio su quella che sarà la guida della Regione Emilia-Romagna per parlare più serenamente di temi importanti come quello dell’alluvione.

Perché lo dico, presidente? Lo ripeto, visto che è rientrato. Perché abbiamo seguito l’iter che è stato organizzato, lo abbiamo seguito con impegno e anche con piacere sui territori, però rispetto a questi incontri come Gruppi politici ci siamo resi conto di aver potuto partecipare in maniera marginale o, quantomeno, a fronte di inviti, come lei ci ha rivolto in Città metropolitana, e se qualcuno ritiene che non sia così si alzi in piedi e lo dica, con toni che sembravano più da campagna elettorale, piuttosto che da confronto. Però, oggi che siamo a casa nostra, siamo in aula, lei è presente, ci possiamo confrontare forse con più tranquillità anche sull’alluvione.

Noi abbiamo ascoltato, peraltro la restituzione che ci è stata fornita di quegli incontri abbiamo potuto verificarla soltanto dopo, perché è arrivata rispetto agli incontri stessi con diversi giorni di ritardo; quindi, in questo gioco delle parti in cui ognuno racconta la propria versione dell’alluvione, ma in realtà la versione dovrebbe essere la stessa, anche da parte di Fratelli d’Italia vogliamo fare una serie di puntualizzazioni anche sui numeri e sugli interventi.

A noi risulta che sugli interventi straordinari di sostegno ai territori colpiti dall’alluvione con il decreto n. 61 siano stati stanziati 1,8 miliardi per la tenuta del sistema produttivo e dei livelli occupazionali. Lo dico perché non è che proprio ci tornino i numeri riferiti nei vari appuntamenti.

Con il decreto n. 88 sono stati stanziati 2,5 miliardi per la ricostruzione pubblica, oltre 120 milioni per i primi contributi alla ricostruzione privata e 100 per le imprese, 149 milioni stanziati con un successivo provvedimento.

Gli Enti locali hanno ricevuto dalla struttura commissariale una somma pari a 1,445 miliardi tra interventi per somme urgenze, messa in sicurezza idraulica e infrastrutturazione, e a queste risorse se ne sono aggiunte altre non inferiori al miliardo, già nella disponibilità del commissario, per noi sono 1,3 se i numeri sono rimasti quelli di qualche giorno fa.

Sono stati poi erogati 100 milioni alle famiglie per il sostegno immediato e il contributo di auto sistemazione, 60.000 giornate di Cassa integrazione, 200 milioni per i lavoratori autonomi, 600 milioni nella disponibilità del commissario.

Ai 4,5 miliardi di euro stanziati con i decreti nn. 61 e 88 si aggiungeranno 700 milioni per quel credito d’imposta di cui lei parla spesso, presidente, previsti dalla manovra.

Lei dice "sono sempre quelli", noi diciamo che si aggiungeranno, poi lei nella fase di replica giustamente dirà, come ho detto prima, la sua versione, questa è la nostra, che non è però una versione raccolta dagli articoli di stampa, è una versione raccolta da dati che a noi danno come ufficiali.

Voglio approfittare di questa occasione per annunciare che 1,2 miliardi del PNRR sono risorse aggiunte e non risorse ricomprese in quella somma. Alla fine di tutto, a noi risulta che i fondi stanziati dal Governo siano 6,5 miliardi di euro.

Su alcuni argomenti che sono stati trattati spesso, intanto oggi da fonte diretta abbiamo preso atto, da una domanda, da un’interrogazione che è stata rivolta, che la situazione post sisma non è esattamente quella che viene raccontata nei salotti televisivi: lo avete detto voi, non l’abbiamo detto noi.

Non vi è motivo alcuno, ad oggi, anche a fronte di queste cifre, per ritenere che il risarcimento non sarà al 100 per cento. Vogliamo ricordare che già nella seconda ordinanza era prevista la possibilità di allegare una perizia di stima per quanto riguarda i beni immobili. C’è un ordine del giorno dell’onorevole Buonguerrieri, della fine del mese di dicembre, che impegna il Governo in questo senso, per assicurare il risarcimento dei beni mobili e le modalità di risarcimento.

Voglio ricordare che il Commissario… Ci avete ricordato molti correttivi a quelle ordinanze, peraltro articolate e complicate, sicuramente non semplici, ma sicuramente perché la gestione dell’alluvione non era semplice da gestire. Sta lavorando da circa un mese per mettere a punto, anche sulla base di quelle richieste, un’ordinanza chiamata “ordinanza varianti” che potesse raccogliere tutte le osservazioni provenienti dai territori.

Ad oggi ci risulta che la struttura commissariale, o meglio, il Commissario, abbia anche emendamenti da proporre iure proprio. Non risulta un documento ufficiale della Regione Emilia-Romagna, cioè scritti nero su bianco quelli che sono i correttivi richiesti.

Per quanto riguarda la questione dei tecnici, ci piacerebbe sapere. Ieri abbiamo ascoltato in Commissione l’assessore Calvano, che ci ha detto che alcune assunzioni sono state effettuate: l’assessore ha detto ad opera della Regione. Quindi, visto che è un tema che affrontate spesso, rispetto a quelle graduatorie che dovevano essere di scorrimento, rispetto a quelle graduatorie volevamo sapere se nella seconda formalità indicata dalla struttura commissariale, la Regione sia riuscita o meno ad assumere tecnici, e nel caso quanti. Questo è un dato che serve a noi…

 

(interruzione)

 

EVANGELISTI: Invece credo che sia una domanda che vi è già stata posta e alla quale non è ancora pervenuta risposta.

È pervenuta risposta da tempo sul credito d’imposta. In realtà, è una richiesta formulata da tempo e rispetto a questa richiesta l’iter non è così semplice, ma voi lo sapete come è semplice raccontarlo. La procedura è articolata, che prevedeva la redazione di un documento tecnico da parte dell’Agenzia delle entrate, una convenzione con ABI e una con Cassa depositi e prestiti e poi una discendente tra ABI e gli istituti bancari. Questi documenti sono in via di finalizzazione.

Io capisco il nervosismo, presidente, però rispetto ad alcuni temi che sono stati presentati, noi li abbiamo ascoltati a Ravenna e poi in Città metropolitana, non avevamo il documento che voi mostravate. Solo successivamente siamo riusciti ad avere le informazioni per ribattere nel merito o, comunque, per apportare il nostro contributo, che forse è un’espressione più corretta. Quindi, lo facciamo oggi.

Prendiamo atto con favore della convocazione sui piani speciali del 24 aprile. Personalmente a noi non risultava, ma non abbiamo, ovviamente, nulla da oppugnare. Lo apprendiamo e verificheremo di che cosa si tratta.

Ci risultano meno chiare alcune informazioni, oggi ne abbiamo avuto conferma, sulle aree alluvionate su cui non sarà possibile ricostruire. Perché lo diciamo? Perché abbiamo ascoltato la risposta che è stata fornita questa mattina in aula alla consigliera Piccinini, la stessa lo ha riferito poco fa, ma nel suo intervento ha già toccato diversi temi. Ci sembra di poter dire con certezza che oggi non c’è nessun intervento legislativo; quindi, non c’è una norma che lo preveda. Da parte nostra diciamo anche per fortuna, perché forse su questo tema, che fa parte del tema della ricostruzione, sarebbe utile confrontarci, e questo vi chiediamo di poter fare.

Abbiamo creduto oggi di fornire, come sempre, il nostro contributo, che è un contributo collaborativo, è un contributo fattivo, che abbiamo dimostrato anche in quest’aula. A noi è dispiaciuto che lei, presidente, non l’abbia mai ricordato, perché quel mercoledì in cui lei e la vicepresidente Priolo eravate a Roma a incontrare la struttura commissariale, nello stesso pomeriggio noi qua, in aula, abbiamo approvato una risoluzione congiunta con cui chiedevamo alla Giunta della Regione Emilia-Romagna di coinvolgere gli ordini professionali e i sindacati delle categorie produttive per addivenire ad una ricerca più semplice di tecnici da incaricare e anche per intervenire su una sorta di parcelle calmierate.

Perché lo diciamo? Perché è una piccola dimostrazione della nostra buona volontà e, come ha ricordato il consigliere Mastacchi prima, del fatto che da questi banchi non c’è sicuramente un comportamento solo oppositivo, cerchiamo di dare il nostro contributo, non sempre è stato raccolto, a volte sì, come in quell’occasione, ci piacerebbe che ogni tanto ci venisse riconosciuto.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Ho voluto aspettare ad intervenire, perché ero curiosa di ascoltare anche gli interventi di in quest’aula siede dalla parte della minoranza. Ha fatto bene a concedere qualche minuto in più alla consigliera Evangelisti, spero che utilizzerà lo stesso trattamento anche con noi consiglieri.

La prima osservazione, dopo aver ascoltato i primi tre interventi dei colleghi Mastacchi, Pompignoli ed Evangelisti, che mi viene da fare è questa: se a dieci mesi dall’alluvione, dai fatti che hanno travolto la Regione Emilia-Romagna e in particolare i territori della Romagna, l’opposizione in quest’aula, a seguito di una comunicazione della vicepresidente Priolo, che fa il punto a 360 gradi di quello che è successo, interviene per parlare del terremoto del 2012 e per lamentarsi dell’approccio con cui la Giunta comunica rispetto a questa vicenda,  e segue l’intervento del collega Pompignoli, evidentemente è perché non si possono raccontare le due parti.

Lui ci sollecitava a raccontare quello che sta facendo la Regione e a raccontare anche quello che sta facendo il Governo, ma il fatto è che questa seconda parte manca.

Altrimenti non si spiegherebbe come mai all’unanimità dei componenti del Patto per il lavoro e per il clima che, come sappiamo, tiene insieme associazioni economiche, sindacali, istituzioni, istituti bancari, l'associazionismo, il terzo settore e la scuola, delle istituzioni locali, Comuni capoluogo e Province che fanno parte dello stesso patto, e dei comitati degli alluvionati che hanno partecipato venerdì scorso all’incontro, al confronto con la struttura commissariale, con il generale Figliuolo, siano state avanzate delle proposte molto chiare, molto asettiche, prive di ogni valutazione polemica e politica, di modifica stringente di quelle ordinanze, che sono necessarie se vogliamo che, prima o poi, ai cittadini e alle cittadine colpiti arrivino delle risorse che qualcuno ha promesso.

Sempre il collega Pompignoli – cito testualmente – diceva “la Giunta manifesta insofferenza nei confronti del Governo, la Giunta è insofferente nei confronti del Governo”. Questo intervento mi ha sollecitata. Vi andrò a leggere, testualmente o quasi, una lettera che sono disponibile a farvi avere, a distribuirvi, ma che immagino abbiate avuto, perché è stata data alla stampa ed è stata riportata, sia da quella cartacea che da quello on line. È una lettera che i Comitati degli alluvionati del mio territorio, di Faenza, hanno inviato nei giorni scorsi, il 16 marzo 2024. Lo faccio perché potremmo capire meglio chi è che manifesta insofferenza, se è la Giunta, che si fa carico di portarsi dietro un’istanza del territorio; o se è qualcun altro.

Qui dice: “I comitati dei cittadini alluvionati hanno partecipato a vari incontri con la struttura commissariale, dimostratasi sempre disponibile a rispondere alle tante domande poste dai cittadini delle varie città colpite da questo disastro. Ogni volta la struttura ha introdotto l’incontro chiedendo ai cittadini di presentare le domande di ristoro sulla piattaforma SFINGE, dichiarando che le risorse economiche erano nella disponibilità della struttura e che era pronta ad erogare i ristori.

Il disastro dell’alluvione era sotto gli occhi di tutti e la stessa struttura nelle persone che la rappresentavano aveva avuto modo di verificare ed accertare la situazione delle città e dei quartieri colpiti, entrando anche nelle case alluvionate. Come mai allora le richieste di ristoro non arrivavano? Questa è la domanda che noi Comitati ci siamo sentiti porre sempre ‘perché non presentate la domanda di ristoro?’ La nostra risposta è stata sempre la stessa, ed è tuttora, oggi, la stessa: anche superando le difficoltà di compilazione della domanda, i soggetti preposti alla fase istruttoria della domanda stanno vessando i cittadini chiedendo loro di produrre una mole di documentazione che a turno si presenta di difficile reperimento, non indicata in ordinanza, di non chiara individuazione.

A titolo esemplificativo, in questi mesi ci siamo sentiti chiedere – dicono i Comitati dei cittadini – di attivare procedure proprie di un cantiere edile anche nella casa in cui si abita, dove devono essere effettuati in tempi diversi interventi propri dell’edilizia libera; di verificare l’iscrizione dell’impresa esecutrice dei lavori nella cosiddetta white list, poi considerata non necessaria se non negli specifici casi già previsti dalla legge; di stipulare contratti per iscritto con le imprese esecutrici dei lavori, non ritenendosi sufficiente la fattura e il pagamento della stessa; di comprovare i pagamenti attraverso un documento contabile specifico emesso dalla banca – quale sarebbe? chiedono sempre loro –; di caricare su chiavetta USB i file delle fatture pagate in formato .XML, con osservazioni, complessità e problemi ad oggi non chiariti; di periziare i beni mobili non oggetto di ristoro, senza capire come periziarli. Con il prezzo di acquisto? Con il valore dei beni simili? Considerato poi che è stato chiarito da poco che il contributo di immediato sostegno poteva essere utilizzato per acquistare quei beni mobili non oggetto di ristoro sulla base dell’ordinanza, parallelamente al mancato invio delle domande di ristoro, abbiamo tardato a rendicontare il CIS, aspettando ulteriori necessari chiarimenti. Il tutto senza considerare la richiesta di produrre idonea documentazione attestante la situazione precedente e successiva all’evento, come se di fronte ai cinque o sei metri d’acqua i cittadini fossero stati tanto scaltri, preveggenti e malfidati da mettersi a fotografare la casa che velocemente stavano abbandonando con paura e con angoscia, perché si stava riempiendo d’acqua. Spesso le richieste ci sono arrivate da Invitalia, soggetto che gestisce la seconda fase dell’istruttoria sulle domande di ristoro, frequentemente contraddetta dalla struttura commissariale, che cercava di mediare nelle richieste. Nessuna modifica è stata apportata alle ordinanze 11 e 14 in termini di semplificazione o risposta alle problematiche sollevate. Al massimo abbiamo ottenuto delle FAQ o risposte a voce. Più volte abbiamo chiesto e mai abbiamo ottenuto che il rigetto delle domande e dei conseguenti ristori, salvo casi di illegittimità, venisse formalmente escluso da tutti gli articoli delle ordinanze, nelle quali, viceversa, permane tuttora come minaccia ricorrente”.

Sto leggendo testualmente: “Ovviamente, il rischio del rigetto delle pratiche senza possibilità di recupero contribuisce ad alimentare i timori di chi è responsabile della compilazione e della sottoscrizione delle perizie asseverate. Ringraziamo certamente per le risposte ottenute dalla struttura commissariale, così come la ringraziamo per la disponibilità dimostrata ad incontrarci sul territorio, ma non possiamo non evidenziare che, a dieci mesi dal disastro, non un euro è arrivato nelle tasche dei cittadini e anche a breve non ne arriverà, visto che la stessa struttura ha dichiarato che praticamente nessuna pratica è ancora arrivata a compimento in modo positivo. Intuimmo fin dall’inizio che per noi non sarebbe stato facile ottenere indennizzi: una Regione di sinistra e un Governo di destra dovevano mettersi d’accordo. Ma poi ci fu la dichiarazione del Capo di Governo: saranno rimborsati del 100 per cento. Capimmo ben presto che sarebbe stato il 100 per cento, sì, ma dei danni riconosciuti da loro e non di quelli subiti da noi”.

Evito di leggervi la parte che riguarda il ministro Musumeci.

Conclude: “Beh, noi alluvionati invece siamo un ricco bancomat per il Governo, di cui a breve arriveranno le nostre tasse con le denunce dei redditi che presto dovremo presentare. A fronte di una catastrofe epocale che ha colpito un territorio che ha sempre contribuito in modo significativo alla crescita anche economica del Paese, si sta verificando quel paradosso che uno di noi, cittadino alluvionato, ha così efficacemente sintetizzato. Di questo passo sarà la ricostruzione privata post catastrofe meno cara nella storia repubblicana, avvenuta con zero euro da parte del Governo.

Chiedo a voi se l’insofferenza nei confronti del Governo è di questa Giunta, che pure è di colore politico diverso, o è - ahimè - di quei cittadini che sono stati tremendamente colpiti dall’alluvione, che è entrata nelle loro case, nelle loro vite, nelle loro famiglie, nelle loro imprese, nelle loro aziende, e che aspettano da quel giorno risposte.

Torno velocemente con qualche considerazione finale rivolta al consigliere Mastacchi. Avremo modo, quando discuteremo la sua risoluzione, mi chiedo, consigliere Mastacchi: pensa davvero che sia serio cercare di prendere alcune risorse (parliamo di qualche milione di euro probabilmente) dalle donazioni ricevute sul Fondo regionale di protezione civile, per provare a dare risposta al risarcimento che dovrebbe dare il Governo a richiesto e che cubano decine di centinaia di milioni di euro? Perché di questo stiamo parlando.

Se da quel fondo andremo a prendere 10 milioni, pensiamo con 10 milioni di poter rispondere a centinaia di migliaia di euro di danni, che riguardano i beni mobili alluvionati?

Chiudo dicendo che ha fatto bene la consigliera Evangelisti a ricordare anche lo sforzo unitario che qui in aula alcune settimane fa abbiamo fatto, c’era una sua risoluzione, ho cercato di approcciare il tema dell’alluvione sempre con approccio chiaro, molto duro, lasciando fuori la polemica. Vogliamo i rimborsi e vogliamo che la Regione, a cui compete la sicurezza del territorio, continui ad operare perché le nostre comunità siano più sicure di prima. Non basta una delle due sole cose.

Quella era una risoluzione che lei aveva presentato, che abbiamo emendato assieme, molto asciutta, che contiene delle richieste ancora valide, poi attendiamo la modifica dell'ordinanza annunciata dal commissario subito dopo Pasqua.

Spero che la stessa disponibilità che noi abbiamo messo in campo nell’emendare e nel votare insieme quel testo la troveremo durante la discussione di oggi o nei prossimi giorni di fronte a una cosa molto semplice: mettere in una risoluzione i contenuti delle richieste degli alluvionati, mettere in una risoluzione in maniera asciutta le richieste contenute in quelle slide, approvate unanimemente dal Patto per il lavoro e per il clima e dalle Istituzioni locali, perché penso che ancora una volta sia necessario provare a lavorare tutti insieme per chiedere che il rispetto degli impegni presi trovi concreta attuazione e lo faccia in tempi brevi, come meritano le persone colpite.

A margine, e ho finito, auspico che non appena ci sarà la bozza di piano speciali, così come ci sarà la bozza del decreto sul PNRR – ricordo che sono risorse che vanno spese entro il 2026 – ci sia la stessa disponibilità che questa Giunta ha messo in campo, invitandoci sui territori, coinvolgendoci forse in una maniera non completamente come tutti noi avremmo voluto, ma comunque abbiamo potuto partecipare, avremmo potuto intervenire, che quella stessa disponibilità sia messa in campo anche dalla struttura, che torni in Commissione, nella III Commissione presieduta dal collega Caliandro, in cui si possa proseguire l’approfondimento, il dibattito e lo studio per consegnare ai nostri territori maggior sicurezza di quella a cui li abbiamo abituati fin qui.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Zamboni, prego.

 

ZAMBONI: Grazie, presidente.

Su tutta la parte che riguarda i mancati ristori, le mancate risorse messe in campo dal Governo, ricordiamo che siamo partiti da una frase assolutamente infelice, che già faceva presumere il peggio. Ossia, quando alla prima delegazione di rappresentanti della Regione Emilia-Romagna che incontrarono il ministro Musumeci, fu data risposta che il Governo non era un bancomat.

In effetti, continua questa pratica. Ci sono dei danni, stimati in 9 miliardi, ma non ci sono le risorse per coprire questi danni. Resta sempre aperta la questione dei beni mobili, non si sa perché non sono passibili anche questi di rimborsi; e per fortuna che ci sono state le donazioni dei cittadini, che hanno permesso, ad esempio, di dare i ristori per chi aveva avuto le auto danneggiate. Ripeto: quanto detto già dalla vicepresidente Priolo e quanto detto anche dalla collega Rontini hanno fatto un quadro esauriente di tutte queste mancanze.

A me interessa adesso, invece, tornare su un altro aspetto della ricostruzione che Europa Verde aveva già sostenuto nel convegno che organizzammo in questa sede, il 30 giugno dell’anno scorso, quindi a poche settimane dagli eventi alluvionali, convegno nel quale ponemmo per la prima volta la questione di come andava fatta la ricostruzione, una ricostruzione che doveva essere associata alla sicurezza idrogeologica, perché quello che ci ha mostrato l’alluvione è sotto gli occhi di tutti. Il nostro che era già un territorio per sua natura soggetto al dissesto idrogeologico con l’alluvione ha avuto un’ulteriore botta, che richiede, quindi, di impostare in modo accurato la ricostruzione.

Su questo ero intervenuta con una interrogazione in aula, una interrogazione a risposta urgente, che è stata discussa in quest’aula il 26 febbraio, in cui ricordavo anche gli esiti dello studio fatto dalla commissione che la stessa Regione ha messo in campo, la commissione di esperti, che aveva invitato a tenere conto di quanto era successo. In data 12 giugno 2023 un ampio gruppo di professionisti e professioniste dell’urbanistica, dell’architettura, dell’ingegneria e dell’università aveva scritto al presidente della Regione e ai consiglieri dell’Assemblea legislativa per ricordare i fattori che hanno contribuito alla gravità degli eventi. Il rapporto presentato dalla commissione conferma che gli eventi del maggio 2023 sono di portata eccezionale e che, a causa dei nuovi scenari introdotti dai cambiamenti climatici, i tempi previsti di ritorno del fenomeno alluvionale sono molto minori rispetto a quelli fino ad ora considerati. Inoltre, nelle indicazioni sulle azioni di adattamento del territorio e il miglioramento delle infrastrutture, il rapporto sottolinea l’importanza di aggiornare la pianificazione territoriale e di non ricostruire o tornare a costruire come si faceva prima.

Questo è un documento che una commissione insediata dalla Regione ha consegnato alla Giunta.

Nell’intervento che avevo fatto con l’interrogazione urgente presentata a fine febbraio, a nome di Europa Verde chiedevo se, nell’attesa della predisposizione del Piano territoriale regionale, come previsto dalla legge n. 24/2017, e dell’aggiornamento, a seguito di quanto accaduto nel maggio scorso, delle mappe del rischio idrogeologico e dei PAI (Piani di assetto idrogeologico), la Giunta non ritenesse opportuno introdurre una moratoria delle autorizzazioni a edificare nelle aree esondate, sull’esempio di quanto aveva disposto in un’analoga circostanza la Regione Liguria. A questa interrogazione mi era stato detto che erano in corso le valutazioni del caso. Del resto, il presidente Bonaccini, intervenendo nell’incontro del Patto per il lavoro e per il clima, nel primo incontro a Ravenna e poi con i rappresentanti non solo delle parti sociali che aderiscono al Patto, ma anche insieme ai Sindaci di quel territorio aveva chiarito in maniera inequivoca che "l’alluvione ci ha insegnato molto, prima potevamo ritenere impossibile un evento di questo genere e che l’acqua potesse arrivare dove è arrivata, oggi non più.

Significa anche che vecchie previsioni vanno aggiornate rispetto a questo, se prima era previsto un nuovo quartiere residenziale o produttivo e lì è arrivata l’acqua, quel nuovo quartiere non si fa più. I nuovi PUC dovranno recepire le nuove carte che con l’Autorità di bacino stiamo aggiornando. Stiamo dicendo al commissario di mettere nel piano questi vincoli, così come stiamo dicendo ai nostri tecnici, a prescindere, di far valere sempre il principio di precauzione rispetto ai piani in itinere. Mi aspetto quindi che per primi siano i Comuni a far valere questo principio".

Assicurava anche in quella sede, come poi ha fatto anche a Bologna, che i sindaci non sarebbero stati lasciati soli.

Che ci sia quindi un lavoro tecnico-giuridico per mettere al sicuro queste affermazioni per Europa Verde non è un’ipotesi, ma è una certezza; quindi, va solo dato il tempo perché tutto questo lavoro possa essere portato a casa.

Piuttosto, mi preme qui ricordare che il 27 febbraio il Comune di Faenza ha approvato un’urbanizzazione in via Piave e via Monti. Questa urbanizzazione ha avuto il voto favorevole anche del consigliere dei 5 Stelle Marco Neri. Questa cosa mi lascia abbastanza stupita, perché qui sentiamo giustamente la consigliera dei 5 Stelle sostenere la necessità di non autorizzare queste nuove urbanizzazioni.

Per quanto riguarda Europa Verde, nessun dubbio che alle parole del presidente succederanno gli atti dovuti, si tratta solo di dare ai tecnici i tempi per elaborarli.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.

Consigliere Marchetti, prego.

 

MARCHETTI Daniele: Grazie, presidente.

È chiaro che stiamo parlando sicuramente di una situazione complessa, perché i fatti di maggio e ciò che è accaduto hanno riguardato una vasta area della nostra regione, dall’Appennino alla pianura, con fenomeni di dissesto idrogeologico, esondazioni che hanno colpito grossi e piccoli centri abitati e le nostre campagne, di conseguenza, ovviamente, oltre alle abitazioni, anche le imprese.

Non è sicuramente un tema semplice da affrontare, ma è chiaro che l’obiettivo comune ovviamente deve essere quello di arrivare ad un pieno indennizzo, al piano riconoscimento dell’indennizzo per i danni subìti dalla cittadinanza, e su questo ovviamente non vi è alcun dubbio.

È chiaro però che ci sono state diverse occasioni di confronto anche all’interno di quest’aula. Ricordo ad esempio qualche mese fa, quando abbiamo avuto il piacere di ascoltare qui in Assemblea il Commissario straordinario, Generale Figliuolo. All’epoca venivano illustrate le prime ordinanze, i primi provvedimenti che dovevano garantire delle risposte ai territori e ai cittadini. Qui mi sovviene una prima riflessione. Ho sentito dire dai banchi della maggioranza che all’epoca si intuì subito che qualcosa non sarebbe andata per il verso giusto.

Quel giorno che vedeva il Generale Figliuolo seduto lì, nei banchi della Giunta, affianco a tutti gli assessori e al presidente. Quel giorno non ho visto nessuno alzare la mano e dire “guardi, Generale, si sta sbagliando, non stiamo andando per il verso giusto”. Io non ricordo dichiarazioni di questo tipo. E questo non perché ci siano dei fenomeni e persone invece poco capaci, ma perché evidentemente la situazione è talmente complessa che talvolta va corretta strada facendo. Ora ci troviamo proprio in questa fase, con una interlocuzione in corso fra i territori, la Regione, i soggetti che aderiscono al Patto per il lavoro e per il clima e la struttura commissariale, che non ha chiuso comunque alle osservazioni che sono state avanzate, osservazioni correttive che hanno l’obiettivo di andare a migliorare un sistema.

Questo lo dico perché credo che nessuno abbia la patente per dare lezioni agli altri. Se ci dovessimo mettere qui a raccontare le cose che non sono andate anche a livello locale, potremmo star qui a parlarne a lungo. Se dovessi stare qui a raccontare, ad esempio, di quei casi dove ci trovavamo di fronte a delle strade provinciali da ripristinare, e soltanto in seguito all’intervento di una struttura che faceva riferimento al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ovvero l’ANAS, si sono ritrovate le risorse in poche ore, stranamente, quando fino a poco prima non si trovavano.

Potrei ricordare i casi dove magari c’erano delle frane che minacciavano dei nuclei abitati. Parlo per la zona che conosco meglio, la Vallata del Santerno, che è stata l’area della Città metropolitana maggiormente colpita da quegli eventi, dove si diceva che era una questione che riguardava i privati, dove il pubblico non c’entrava niente. Però, stranamente, dopo un atto ispettivo depositato, i controlli sono stati inseriti nei programmi, gestiti ovviamente dalla struttura pubblica, prima regionale, poi commissariale.

Analogamente potrei farvi l’elenco degli interventi di messa in sicurezza bloccati per mesi e che, stranamente, dopo un accesso agli atti si sbloccavano dopo due giorni. Poi mi veniva risposto, dopo un mese, che era già stato fatto tutto.

È chiaro che qualche meccanismo a livello burocratico e amministrativo non è andato per il verso giusto anche a livello locale. Ma io ho sempre detto che non credo ci sia stata l’intenzione di rallentare i lavori, per carità. Però, credo che bisognerebbe avere un minimo di onestà intellettuale nel dire che la situazione è complessa e che non sempre tutto va per il verso giusto, ma questo vale anche per chi, a livello nazionale, sta cercando di gestire questa situazione, e che qui, a livello locale, nessuno ha la bacchetta magica per dare indicazioni certe e la soluzione a tutte le problematiche.

Potrei anche ricordare le cause che ci hanno portato a questa situazione. Qualche collega che mi ha preceduto l’ha già ricordato, penso ad esempio al consigliere Pompignoli. Se andiamo a pensare alle condizioni dei fiumi prima dell’evento di maggio, è completamente differente rispetto a quello che vediamo oggi sul territorio. Prima si diceva che la situazione andasse bene così, oggi vediamo una pulizia mai vista prima, a livello di vegetazione, di interventi sui fondali dei fiumi.

Ci siamo sentiti anche deridere quando abbiamo chiesto un maggior controllo anche sulle condizioni degli argini per quanto riguarda la popolazione di animali fossori. C’era chi rideva. Eppure, anche voi avete aumentato le risorse per potenziare questi controlli. Evidentemente qualcosa non andava prima, o no?

Allora, visto che oggi ci troviamo in questa situazione, dove in realtà, come diceva giustamente il collega, da parte della Regione non è che sono arrivate tutte queste risorse, se non derivate da altri soggetti, che con un giroconto, ovviamente, avete gestito voi, perché anche quando ci venite a raccontare che gli unici soldi che sono arrivati ai cittadini sono quelli, ad esempio, per le auto, che sono frutto comunque delle donazioni dei cittadini emiliano-romagnoli e non solo, che vanno ringraziati ovviamente, è un dato di fatto.

Tra l’altro, anche in quella partita vi ricordo per l’ennesima volta che vi siete dimenticati di inserire in quei riconoscimenti economici le persone che non avevano la possibilità di acquistare un’auto o ripararla. Pensate un po’, avete talmente la bacchetta magica che vi siete dimenticati gli ultimi!

A maggior ragione oggi, a fronte di tutta questa situazione, credo che i comizi dovrebbero lasciare il posto ad un confronto concreto per raggiungere l’obiettivo, anche perché di altre soluzioni messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna non è che ne abbiamo sentite. Faccio un esempio: esiste anche la legge regionale n. 19 del 2014, che va a regolamentare la promozione e il sostegno dell’economia solidale, che prevede comunque delle iniziative al suo interno per promuovere dei modelli economici solidali nel settore della finanza etica e solidale, con strumenti di scambio non monetari, tutte cose di cui non abbiamo mai sentito parlare a livello locale, perché si è sempre scaricata la palla altrove.

Se oggi abbiamo l’intenzione di correggere quelle problematiche che ci sono, perché - ripeto - l’obiettivo comune è quello di arrivare a un riconoscimento pieno dei danni registrati dalla popolazione e dalle imprese, credo che sia giunto di fatto il momento di mettere da parte questo atteggiamento, di togliersi la casacca da primi della classe, perché questo atteggiamento purtroppo non serve a nessuno.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.

Consigliera Rontini.

RONTINI: Per fatto personale, ma davvero senza polemica.

Devo fare una specifica, però, a quanto diceva il consigliere Marchetti, che ha detto che "dai banchi della maggioranza intuimmo fin da subito che ci sarebbero stati problemi". Specifico che io ho letto il virgolettato contenuto in una lettera dei cittadini alluvionati di Faenza; quindi, non è voce del mio sacco, ho semplicemente riportato il virgolettato, adesso le consegno anche copia della lettera, così è più chiaro da chi vengono quelle osservazioni, quelle deduzioni.

Grazie, presidente.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Caliandro.

 

CALIANDRO: Grazie, presidente.

Io sento la necessità di una puntualizzazione. Innanzitutto, ringrazio la vicepresidente Priolo per l’illustrazione che ha reso a quest’aula e per il modo in cui ha esposto le fasi attuative e anche l’intervento col quale amministrativamente abbiamo cercato di dare una risposta politica a quello che è un bisogno primario, cioè soccorrere le popolazioni alluvionate. Poi, non vi nascondo anche il rallegramento rispetto al fatto che come Commissioni ci sentiamo coinvolti in questo processo, che puntualmente, è stato rivelato dalla vicepresidente Priolo viene riportato ad ogni stadio di avanzamento dei lavori che vengono fatti, ma che non può nascondere chiaramente gli altri imbarazzi, cosa che è evidente che quando avviene in Commissione, manifesta un silenzio assordante da parte delle opposizioni, e quando invece questa stessa discussione si trasforma nella seduta dell’aula, ci espone di fronte allo strabismo politico al quale questa destra ci ha abituato.

È vero, appartengo alla generazione di quelli che hanno visto una forte nascita del federalismo amministrativo nelle corde del partito della Lega Nord, e che ha riconosciuto all’autonomia territoriale la rivendicazione della tutela dei territori che la Lega stessa ha rappresentato, quella di Umberto Bossi, con quella di Salvini, evidentemente rispetto ai bisogni primari del territorio.

Ancora oggi esiste all’interno di quel partito politico, una distinzione tra Romagna ed Emilia, eleggono due segretari, proprio a dimostrare che ci sarebbe nelle intenzioni un localismo di intervento.

Rispetto a questo strabismo, però, il dibattito che è stato offerto alla discussione dalla relazione della vicepresidente Priolo ci pone di fronte ad una domanda principale: per quale motivo assistiamo a un centralismo totale della gestione del processo alluvionale? Sgombro il campo quindi dal fatto che il Commissario doveva essere il presidente Bonaccini piuttosto che altri. Poi, nel corso del tempo si mistificano anche le posizioni politiche. È vero, noi abbiamo ospitato in una riunione senza precedenti il commissario Figliuolo in quest’aula, che ha esposto qual era il tratto amministrativo con il quale il Governo intendeva muoversi e il suo Commissario intendeva relazionarsi. Con molta educazione abbiamo trattato il commissario Figliuolo, come lei stessa, vicepresidente, ha ricordato anche negli appuntamenti successivi, però senza far mai mancare il nostro imbarazzo. Di fronte alla totale impotenza con la quale viene attribuito al commissario Figliuolo di intervenire su argomenti specifici, la risposta che avemmo allora, e che ahimè abbiamo ancora oggi è che sui rimborsi non c’è ancora la disponibilità del Governo di intervenire. E la disponibilità non è la conferenza stampa, non è l’annuncio, non è neanche – non vedo il collega Mastacchi – la simpatica risoluzione con la quale si vorrebbero distrarre delle risorse dalla protezione civile ad un’altra parte, ma è negli atti giuridici. Chi fa politica ha la necessità di parlare per atti giuridici. Dove sono gli interventi che il Governo aveva promesso a sostegno del risarcimento al 100 per cento rispetto a quello che è avvenuto fino ad oggi? Dov’è il localismo e il federalismo che la Lega stessa ha voluto rappresentare in questi anni?

Oggi, invece, vi è il tentativo – maldestro, concedetemi – di cercare di dire che il problema ricade su noi che siamo gli attuatori finali di una scelta che è centralizzata. È del tutto evidente che c’è un cortocircuito, lo stesso cortocircuito per il quale ci vengano spiegate che le grandi opere non sono possibili in questa regione, perché non ci sono i soldi. C’è una franchezza della Destra: l’incapacità di governare questo processo ricostruttivo, l’incapacità anche di una visione rispetto alla ricostruzione dei luoghi alluvionati.

Nella nostra discussione interna, abbiamo sentito gli interventi anche della collega Zamboni e della collega Piccinini, ci sto a discutere nel merito di dove rifare le costruzioni, cosa è stato sbagliato, quale visione dobbiamo avere per il futuro. Ma sono discussioni nel merito, quelle. Sono discussioni su come vogliamo rifare la ricostruzione. Qui, invece, siamo di fronte alla totale indolenza rispetto al dramma che le famiglie alluvionate hanno avuto e di cui non sono risarcite.

Permettetemi di dire, colleghi della minoranza o delle minoranze, adesso non so neanche come chiamarvi perché siete talmente diversi nel modo in cui esponete in maniera simpatica e allegorica, nel modo in cui volete, da una parte, difendere il Governo e, dall’altra, scaricare sulla Regione l’incompetenza del Governo, che si fa fatica a qualificare gli interventi. Però, il punto è: dove state andando? State andando a spiegare che oggi, alla fine di marzo, non siete stati ancora in grado di dare una pronta risposta, quella degli stivaloni di Giorgia Meloni nei luoghi alluvionati, a chi è stato colpito dall’alluvione.

Guardate, si può fare tutto, ma nel periodo pasquale non si fa la festa di carnevale.

 

PRESIDENTE (Petitti): Consigliera Piccinini, prego.

 

PICCININI: Grazie, presidente.

Intervengo velocemente per un chiarimento. Purtroppo, qui dentro c’è sempre qualcuno che abbassa il livello del dibattito e tira in ballo i Cinque Stelle impropriamente, però mi duole dover intervenire per fare chiarezza rispetto ad alcune affermazioni che sono state fatte, che non sono veritiere.

Nel momento in cui si dice che i 5 Stelle hanno approvato l’urbanizzazione di via Piave a Faenza, mi tocca chiarire che quella delibera non riguardava alcun tipo di urbanizzazione, riguardava invece le compensazioni, tra cui una pista ciclabile di un'organizzazione, che era già concessa all’interno di un mandato in cui i 5 Stelle non erano neanche in maggioranza. Chiederei quindi la cortesia di evitare di dire delle scemenze in quest’aula, cose che non sono vere, semplicemente perché qualcuno ritiene che il problema dell’alluvione siano i 5 Stelle.

A me dispiace che la collega non sia in aula ad ascoltare la verità dei fatti, ma uno prima di intervenire potrebbe anche andare a leggersi le carte e andare a verificare certe informazioni, però davvero più di tutto mi dispiace che un dibattito serio, che è stato fatto pur nelle differenti visioni tra le varie forze politiche, debba essere sminuito, abbassato da dichiarazioni di piccolo cabotaggio (non so neanche come definirle), però ogni volta mi tocca intervenire e rispondere a scemenze - torno a dire - che vengono proposte in quest’aula.

 

PRESIDENTE (Petitti): Ha chiesto di intervenire il presidente Bonaccini.

Prego, presidente.

 

BONACCINI, presidente della Giunta: Grazie, presidente.

Grazie a tutti per il dibattito e soprattutto per i toni, che apprezzo sempre molto.

Se posso, in premessa, le chiedo di non mettere in dubbio il mio impegno per questa Regione, europea o non europea. Io posso aver sbagliato tutto, sono arrivato da Seul alle 11.30, sono andato a casa, ho fatto la doccia, sono qua dopo due giorni... ma lo dico perché ci tengo a una cosa, a riconoscerci almeno dov’è che l’impegno non manca.

Questa Regione la conosco bene, soprattutto giro tutti i giorni dalla mattina alla sera, e mi è capitato in queste settimane e in questi mesi di parlare con i cittadini. Sono i cittadini che mi fermano dicendomi che non hanno ricevuto niente, le uniche cose che hanno ricevuto sono i 3.000 dei 5.000 euro – qualcuno forse qualcosa in più, o qualcosa in meno – che certo sono fondi della Protezione civile, ma perché funziona così nel Paese, funziona così per tutte le Regioni.

Anzi, questa volta sapete che ci siamo inventati, tra virgolette, col capo della Protezione civile Curcio, che ringrazio, e per un’intuizione, soprattutto, di Irene Priolo, condivisa dalla Giunta, di provare ad anticipare, togliendo la burocrazia “dicci chi sei e dove abiti, i Sindaci verificano, mandiamo a Roma”, e le cose hanno funzionato reciprocamente, sono arrivati dopo poche settimane.

Lo dico al consigliere Mastacchi: abbiamo dato n volte di più di quello che potremmo dare se usassimo quelle poche risorse, che sono tantissime, ma dentro agli 8,5 miliardi di danni non credo che risolviamo con poche centinaia di euro a testa, date a chi ha perso tutto o quasi, e che nelle ore successive all’alluvione – li abbiamo ringraziati – da chi guida il Governo e dai suoi Ministri si sono sentiti dire “tranquilli, il 100 per cento vi arriverà”, com’è accaduto per il terremoto.

Parlo con gli imprenditori, mi fermano ovunque. Mi ha fermato un’impresa, in una fiera, poche settimane fa: credo sia quella che ha perso più di 100 milioni di euro, mi hanno detto “non abbiamo visto niente, sì qualcosa…”; l’altro giorno mi ha fermato uno, ero al Carnevale di Cento, era lì presente, abita non proprio lì, abita nel ravennate, tra gli sponsor; mi ha detto “noi abbiamo perso 10 milioni di euro; se mi arrivano 40.000 euro, bene, e poi?” Voi girate il territorio, state in mezzo alle persone, tutti quanti, credo che vi sentiate dire le stesse cose che mi sento dire io, non credo che vi dicano il contrario. Parlate coi Sindaci, anche quelli di Centrodestra, e mi dicono “non abbiamo personale”.

Segnalo che noi li abbiamo presi a soldi nostri, a spese nostre, ma dei fantomatici 216 che dovevano arrivare, ci dicono che sono una quarantina. Se son di più, sbaglieranno… 42, chiedo scusa, non sono 40, sono 42. Ma sono passati dieci mesi. Il sottoscritto ha avuto a disposizione circa 1.200 persone di unità di personale in più. Qui è presente nelle tribune Enrico Cocchi, il dottor Cocchi, direttore dell’Agenzia di ricostruzione del terremoto: chiedete a lui.

Abbiamo fatto accordi con Invitalia, abbiamo fatto accordi con Fintecna, abbiamo utilizzato le nostre partecipate, contratti di lavoro a tempo determinato, poi reiterati. Il commissario Figliuolo ha una sessantina, mi pare, di persone, perlopiù a Roma. Ora, voi capite la differenza, o no? Non è un terremoto, certo, ma sono pur sempre quasi 9 miliardi di euro di danni contro poco più di 12 miliardi di euro di danni. Tra 1.260 ci sarà una strada in mezzo in cui si poteva e si potrebbe fare. Scusatemi, ma la ricostruzione, se non c’è il personale, chi la fa? Ci andiamo io e voi con gli strumenti per ricostruire? Nei comuni piccolissimi, piccoli e medi manca il personale tecnico e amministrativo. Anche i fondi del PNRR devono essere rendicontati, per la gran parte, non tutti, una parte slitterà, entro il 2026. Sono Comuni che, peraltro, avevano già ottenuto possibilità di fare altri interventi da PNRR e rischiano di perderne, comunque, una parte.

Mi ero permesso, ci eravamo permessi di suggerire di utilizzare strumenti che in altri casi hanno funzionato. Io non sono particolarmente intelligente. Sono una persona normale, come voi. È che, quando l’esperienza ti porta a dover gestire, io insieme a tanti altri, una ricostruzione da 12 miliardi di euro di danni, qualcosa impari. Abbiamo provato a mettere a disposizione le competenze che abbiamo acquisito. Io spero che le cose possano procedere. Certamente passa il tempo, siamo quasi a un anno, e non c’è il personale. Ma chi li fa i lavori? Ma chi fa le progettazioni delle opere? Chi è che rendiconta amministrativamente quelle opere? A me dispiace, ma da questo punto di vista non vi ho sentito dire una parola. E chi li deve assumere, io? Noi? Noi abbiamo già messo di più, ci abbiamo messo alcuni milioni di euro per assumerne altri. Ma quello non è mica compito nostro.

Da ultimo, poi vengo sulle risorse reali e poi dico alcune cose proprio per cercare di darci una mano, avrete sentito, negli incontri che abbiamo fatto, che diverse parti sociali e amministratori chiederebbero un tavolo continuamente, costantemente. Da commissario della ricostruzione post terremoto abbiamo convocato Palma Costi, chi più di lei potrebbe testimoniare, perché a volte c’era lei, io arrivavo in ritardo o stavo un po’. Ebbene, assessore delegato, quante volte abbiamo convocato il tavolo per la ricostruzione, con subcommissari tutti i sindaci? Tutti. Sfilavamo i Comuni via via che terminava la ricostruzione pubblica e privata, tant’è che dei 59 colpiti sono una decina quelli ai quali è rimasto pochissimo (sapete che per gran parte sono opere che attengono alla ricostruzione pubblica, intesa come beni soprattutto vincolati alle Sovrintendenze, poi ci sono anche casi come Cento e Finale dove ci sono le ditte che non procedono e stanno pensando se revocare i lavori o meno, ma quelli sono problemi amministrativi che ha fatto l’amministratore pubblico in cui si sa che si può incocciare).

Noi convocavamo ogni mese il tavolo per discutere tra di noi e confrontarci, io quello non posso convocarlo e non sto dicendo che lo debba fare il commissario Figliuolo, sto dicendo che nel rapporto è chiaro che hai bisogno di avere sollecitazioni, valutazioni, infatti ringrazio il commissario perché è venuto, anzi siamo stati là, è venuto e ci pare che raccoglieranno pressoché tutte le tantissime richieste che abbiamo fatto. Ci arrivo tra un attimo, andiamo sui numeri dei soldi arrivati, perché su questo bisogna che ci capiamo.

DL 61 non sono 2,2 miliardi, come avevano annunciato, non sono 1,8 miliardi, come è stato detto qui, sono 1,6, solo che - attenti - di questi il grosso delle risorse facevano parte, da un lato, dei fondi per l’export (ne erano stati utilizzati circa 20 milioni, forse qualcosa in meno, sui 300 previsti, perché le imprese che potevano accedere a quel finanziamento, sulla base della percentuale di esportazioni effettuate l’anno precedente, si contavano sulle dita di poche mani), ma le imprese colpite sono migliaia, 900 milioni, come ricorderete, è venuta la ministra Calderone, abbiamo insieme un sabato, dalla mattina alla sera, lavorato proprio per sistemare le norme, andavano per gli ammortizzatori sociali, per i lavoratori dipendenti, gli autonomi e abbiamo fatto aggiungere gli stagionali, di quei 900 milioni sono stati utilizzati mi pare 30-35, le altre risorse sono tornate a Roma perché erano in capo non al commissario, ma ai Ministeri.

Avevo chiesto che potessero essere destinati, una parte è stata destinata, però è tornata nelle casse dello Stato, per cui, se li hanno ridestinati, sono sempre quelli.

 Il DL 88 ha messo 2,5 miliardi per la ricostruzione pubblica, benissimo. Avete detto che a queste risorse si aggiungono 1,2 miliardi del PNRR, io dico che non lo so ancora, perché l’annuncio è stato a metà gennaio, siamo verso la fine di marzo; il decreto del MEF non c’è; quando lo leggeremo, lo scopriremo, adesso è una promessa e noi confidiamo che venga mantenuta. Però stanno passando i mesi. Due miliardi e mezzo più 1,2 miliardi fanno 3,7 miliardi: sono tantissimi per la ricostruzione pubblica. Anche lì, però, attenti quando dite “ma bisogna fare”. Nel primo anno c’è un quarto; è sul triennio; vediamo se saranno aggiuntivi, anch’io ci voglio credere. Ma se non c’è il personale, una buona parte di quelle opere rischiano di non rivedere la luce, ed è un dramma, sarebbe un dramma.

Io allora sul personale mi auguro che quest’aula, tutta insieme – alcuni l’hanno detto molto bene – mandi un messaggio, una lettera, un’invocazione al Governo per dire “guardate che non va, proprio non va”.

Non so se avete letto l’appello della sindaca di Tredozio; ha avuto un terremoto con epicentro a Marradi, ma lei ha subìto il più grosso del danno e ha avuto un po’ di alluvioni, e soprattutto frane. Ha 1.000 abitanti, poche unità di dipendenti: ma come fa? Per la ricostruzione privata ci sono 640 milioni più i 700 del credito d’imposta, solo che ad oggi mancano i provvedimenti attuativi, l’accordo tra Cassa depositi e prestiti e le banche. Voi sapete quando arrivano? Me lo dite? Se me lo potete dire, così anch’io sono contento. Io non lo so, noi non lo sappiamo. Sono passati dieci mesi. Non sto parlando delle risorse, che pure sono poche, perché sono quasi 4 miliardi i danni ai privati, certificati dal Governo e dalla trasmissione all’Unione europea. Per privati intendo famiglie, cittadini e imprese, più o meno metà e metà. Spero di aver fatto chiarezza sulle risorse: che almeno su questo non ci sia tra di noi da battibeccare, non ce n’è neanche motivo.

A dieci mesi dall’alluvione quindi bene le ordinanze fatte, le correzioni che il Commissario si è impegnato a fare subito per sbloccare le pratiche.  Dateci atto che le proposte le abbiamo condivise con tutte le parti sociali di questa Regione, tutte. Addirittura, dopo il passaggio regionale siamo andati nei tre territori colpiti, in particolare, in quelli colpiti: Ravenna, Forlì-Cesena, Città Metropolitana di Bologna; sindacati, associazioni economiche, i professionisti, le Università, gli enti locali. Abbiamo incontrato i Comitati degli alluvionati, tutti insieme, abbiamo condiviso con loro tutte le cose che erano uscite. Peraltro, abbiamo raccolto anche molte cose che avevate detto voi nei mesi scorsi. È stato anche detto e ringrazio. Però, quelle proposte arrivano dall’Emilia-Romagna. Posso dire che mi sarei aspettato che qualcuno di quelle dopo dieci mesi non ci fosse bisogno di indicarle e farle arrivare a chi di dovere? Posso dirlo, o no?

Vi segnalo che io, dopo gli incontri successivi all’alluvione, non sono mai stato chiamato a Roma a riunioni congiunte rispetto all’alluvione. Sono andato, e lo ringrazio, dal ministro Fitto più volte, sono andato in qualche altro Ministero, ma di riunioni convocate nelle quali la presenza del subcommissario era necessaria io non ne ho viste. Nulla di male, ci sentiamo continuamente. Avete visto che di questo mica mi sono mai lamentato. Però, almeno puntualizziamo le cose come sono.

Io ringrazio anche il commissario perché l’altro giorno, e voi c’eravate, alcuni di voi in realtà, comunque sono uscite le agenzie, ha chiarito dove stanno i problemi e ha tolto anche dal campo alcune polemiche sterili. Vi ricordate quando vi dissi “guardate che se ve la prendete con la piattaforma Sfinge non sapete di cosa state parlando”? Infatti, chi fece polemica con me sulla piattaforma Sfinge non sapeva di cosa stesse parlando. La piattaforma è uno strumento. Il problema sono le ordinanze. Infatti, abbiamo molto apprezzato che si accetta. Chiedete a quelli che devono compilare la richiesta di risarcimento cosa vi dicono, cittadini e imprese. Ma anche senza chiederlo, basta guardare i numeri. Abbiamo detto che è gente che ci ferma e vi ferma ovunque andiamo. Non è che non sente il bisogno di avere le risorse, perché ha perso tutto o quasi in diversi casi. Non riescono ad attivarsi.

Altra cosa che ci ha detto, invece, il terzo settore in un incontro che abbiamo avuto è che non c’è ancora l’ordinanza per loro dopo dieci mesi. Speriamo che l’appello che hanno rivolto venga accolto.

Le questioni. Io penso sia grave dover aspettare ancora che parta il credito d’imposta, perdonatemi. L’abbiamo chiesto già a fine maggio l’anno scorso. Ci sono voluti sette mesi per avere la norma, ne sono passati altri tre senza i provvedimenti attuativi. Attenti sul credito d’imposta. Quando parlate del terremoto sappiate che non abbiamo fatto tirar fuori i soldi ai cittadini. Andavano in banca, lo Stato si faceva garante, coloro che dovevano ricostruire avevano la certezza che loro non avrebbero tirato fuori un euro. Vi chiedo se potete dire che quelli che hanno subìto i danni questa volta hanno la certezza che arriverà, come in quel caso, a tutti il 100 per cento di rimborso dei danni, visto che non è stata esemplare la ricostruzione.

Se me lo potete dire, dopo fuori me lo spiegate e mi dite così, io sono solo contento, perché a me interessa poco se ha ragione la Regione, il Governo, non me ne frega niente, mi interessa che i cittadini abbiano quello che gli è stato promesso. Ad oggi non c’è nessuno che ci sta dando questa certezza.

Anche qui, perdonatemi, non confondete cos’è un terremoto con un’alluvione, che lo sapete benissimo anche voi, l’abbiamo già spiegato davanti agli agricoltori, l’hanno spiegato gli agricoltori. In un terremoto ad un agricoltore, ad esempio, può crollare la stalla, il casale, il caseificio, tutto quello che ha a che fare con i muri, il lavoro, ci mancherebbe, una tragedia, e tutti hanno ricostruito il 100 per cento di quello che avevano perso, ma i campi mica hanno fermato la produzione agricola o agroalimentare, c’era qualche crepa nel terreno che avrà dato dei danni, ma in gran parte non si è fermato nulla, mentre con l’alluvione hanno perso tutto, si è fermato tutto per molti.

Quei soldi, come hanno spiegato loro, non io, avremmo bisogno di averli subito, perché altrimenti non ripartiamo più. Se non si colgono queste differenze, credito d’imposta certo, che ti dà la garanzia che puoi investire, andare in banca a chiedere un prestito, dall’altra l’agricoltura, che è il settore più colpito, avere la garanzia che i soldi arrivano subito, e lo abbiamo detto nell’agricoltura un po’ di risorse sono arrivate davvero, lo abbiamo detto con l’assessore Mammi, l’ho detto io, anche lì però siamo a circa 300 dei 900 milioni che servono che sono arrivati, però sono ancora troppo pochi per il settore più drammaticamente colpito dal punto di vista di quello che all’esterno gli è capitato.

Secondo me, è molto grave che i beni mobili siano ancora esclusi dai rimborsi, perché gli alibi, ragazzi, sono caduti tutti. Sono sicuro che voi durante la settimana telefonate ai vostri parlamentari di riferimento e gli chiedete "come è possibile che il Governo non riesca ad inserire, che è una cosa che ci vuole 30 secondi a farla, i beni mobili?".

 Ho sentito qualcuno che ha detto qualche settimana fa "non è mai successo", ma Bastiglia, Nonantola, devo fare dei casi? Anche non fosse successo lì, si era mai visto rimborsare al 100 per cento coloro che avevamo perduto l’abitazione, l’impresa, il Municipio, la scuola, l’impianto sportivo? Ragazzi, di fronte alle tragedie ci si dà da fare perché qualcosa diventi per la prima volta un esecutivo reale, o no? Altrimenti alziamo le mani. Anche qui, le ripeto: sono sicuro che inseriranno i beni mobili, come si fa a non inserirli? Però, possiamo dirci che è abbastanza clamoroso, questo? Poi la chiudiamo qua. Ragazzi, sentire qualcuno di voi difendere questa norma è veramente clamoroso. Ripeto: sono sicuro che anche chi la difende in realtà nel privato dirà ai propri rappresentanti in Parlamento “guardate che questa non regge più, non riusciamo più a spiegarla, non ci crede più nessuno che non si sia in grado di poterli inserire”. Non sappiamo quando arriva il decreto del MEF, abbiamo detto, per impiegare le risorse PNRR; speriamo arrivi prima possibile. Su personale ho già detto e non voglio tornare. Mancano ancora tante risorse.

Dicevo prima: le imprese che hanno subìto tanti danni di 40.000 euro se ne fanno poco. Bene, per l’amor di Dio, ma bisogna dargli la certezza che arriverà il resto. Perché se vanno in banca e non c’è credito d’imposta per tutti, non hanno nemmeno quello che gli è stato garantito dal terremoto.

Abbiamo messo le risorse delle erogazioni liberali anzitutto sui veicoli. Posso dire che anche lì non doveva toccare mica a noi, parliamo sempre di beni mobili. Poi, sulle fragilità sociali.

Ora, io credo davvero che distribuire pochi euro a coloro che hanno subìto la perdita di tutto o quasi non darebbe il risultato che serve. Credo invece che dobbiamo chiedere a chi l’ha promesso di mantenere quella promessa e di garantire che il 100 per cento di risarcimento dei danni arriverà.

Per concludere: come ha detto la vicepresidente, stiamo lavorando con la struttura commissariale e i piani speciali, perché non possiamo ricostruire tutto come prima, non sarebbe possibile né accettabile. Noi due terremoti così non pensavamo mai di viverli; chi è cresciuto in Emilia-Romagna penso che sia cresciuto con l’idea che un terremoto devastante qui non poteva accadere. È accaduto, quindi si è dovuto prendere atto di norme che andavano modificate. Che arrivasse un’alluvione del genere… Possiamo aver fatto tutte le manutenzioni, poco, troppo, meno, ne dobbiamo fare di più, certamente; però, lo dicono gli scienziati: un’alluvione così, mai registrata, entrata nei tre eventi più catastrofici del mondo del 2023 non ha mica a che fare con le manutenzioni, purtroppo.

Poi, certo, noi dobbiamo fare sempre meglio e sempre di più. Anche da questo punto di vista, le risorse che comunque per la parte che devono realizzare i Comuni come RUP per essere gestite e realizzate, hanno bisogno del personale. Sapete che è stato scelto, e io rispetto la scelta: i RUP in tutti i Comuni. Sul terremoto sapete che non è andata così. C’era di mezzo anche la Regione su migliaia di opere.

C’è una pianificazione che va aggiornata e adeguata, ci sono bacini da ridisegnare, versanti da risistemare, strade da ripensare, reti da adeguare. Per fare questo serve il massimo delle competenze disponibili, perché deve guidare la politica, ma gli strumenti dobbiamo chiederli alla scienza e ai professionisti. Serve il massimo del coinvolgimento democratico, perché la trasformazione non può essere fatta sulla testa delle comunità, ma solo con il massimo coinvolgimento dei sindaci o dei presidenti di Provincia, delle associazioni economiche, delle organizzazioni sindacali, del terzo settore, dei cittadini, dei professionisti.

Ho detto e ribadisco che dovrà sempre prevalere il principio di precauzione; quindi, non si costruiranno più nuovi insediamenti nelle aree franate o allagate. L’impegno c’è. Avendolo detto, se non succederà, potrete dire che chi sta parlando – lui, non gli altri – è un bugiardo. È un impegno che va preso anche rispetto a pianificazioni che erano già previste e in essere. Ho detto ai sindaci che avevo davanti nei tre incontri: non mi interessa di che colore politico siete o quali maggioranze vi sostengono, questa cosa o si fa o non si fa. Qui non c’è colore politico che tenga. Non c’è Centrosinistra che possa venire a indicare una primazia di appartenenza.

Tra due mesi sarà passato un anno. Dobbiamo tutti prenderci l’impegno a risolvere i problemi aperti entro quella data. Credito d’imposta e beni mobili, bisogna che entro due mesi venga chiarito definitivamente, personale e regole per le risorse PNRR, anche questo, adeguamento delle ordinanze ed emanazione di quelle che mancano, piani speciali. Ce lo diciamo adesso, come la settimana scorsa, tutto il Patto per il lavoro e per il clima. Per esempio, anche con i rappresentanti dei comitati alluvionati ci siamo detti: ognuno provi a fare la propria parte. E da questo punto di vista lo dico anch’io: mettiamo da parte il passato e proviamo a risolvere questi problemi tutti insieme, perché ce lo riconoscerebbero gli emiliano-romagnoli.

Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Abbiamo concluso con la comunicazione in merito alle iniziative a supporto dei territori colpiti dall’alluvione; quindi, proseguiamo con il nostro ordine del giorno e, più precisamente, con le risoluzioni.

 

OGGETTO 8047

Risoluzione per impegnare la Giunta a intervenire presso il Commissario Straordinario affinché con i fondi residui vengano sostenute economicamente le famiglie che non possono né anticipare, né usufruire del credito d’imposta per l’acquisto dei beni mobili che hanno perso a causa degli eventi alluvionali. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni

(Continuazione discussione)

 

PRESIDENTE (Petitti): Risoluzione 8047: risoluzione che impegna la Giunta a intervenire presso il commissario straordinario affinché con i fondi residui vengano sostenute economicamente le famiglie che non possono né anticipare, né usufruire del credito d’imposta per l’acquisto dei beni mobili che hanno perso a causa dell’alluvione. La risoluzione è a firma del consigliere Mastacchi, eravamo già in dibattito generale.

L’altra volta si erano iscritti a parlare il consigliere Pelloni, che però adesso non vedo, e poi avevamo come iscritti a parlare l’altra volta Rontini e Pompignoli, quindi ditemi voi, altrimenti chiedo ai consiglieri chi voglia intervenire su questa risoluzione.

Abbiamo quindi la consigliera Rontini, poi il consigliere Pompignoli e anche il consigliere Pelloni l’altra volta si era iscritto.

Consigliere Pompignoli, prego.

 

POMPIGNOLI: Ricordo la questione, presidente, sì.

La risoluzione è certamente degna di essere presa in considerazione sotto alcuni punti di vista, anche se non mi trova ovviamente convinto nell’impegno e nell’utilizzo di risorse, soprattutto per quanto riguarda i beni immobili, quelli che derivano dalle donazioni, perché poi i comitati hanno ben già chiarito quelle che sarebbero le intenzioni rispetto agli utilizzi delle risorse derivanti da donazioni, che sono appunto le autodifese.

Sul punto dico anche che non dovrebbero essere i cittadini a pensare di autodifendersi dagli argini dei fiumi, ma dovrebbe essere quantomeno la Regione a garantire la sicurezza da questo punto di vista, per cui non posso ovviamente dare contro a quelle che sono le istanze dei comitati rispetto a queste pretese.

È evidente che dobbiamo ragionare su un duplice aspetto. È vero che è necessario destinare quei fondi ad indennizzare i cittadini, e questa, secondo me, è la base principale e primaria, non disattendere le richieste, quindi per la Regione - secondo me, giustamente - la questione legata all’autodifesa è importante, quindi deve essere presa in considerazione, quindi sulla risoluzione non posso ovviamente trovare un punto favorevole, perché la destinazione non mi trova concorde, proprio in ragione del fatto che c’è stata già una richiesta da parte dei comitati.

 È evidente che abbiamo due profili, come dicevo, il primo è quello che riguarda la destinazione di questi fondi. Ieri l’assessore Calvano ci ha dato l’idea di come distribuire l'eccedente.

C’è anche la questione legata alle imprese, questo certamente è per me meritorio dal punto di vista del ragionamento che la Regione Emilia-Romagna sta facendo, perché giustamente, lo abbiamo detto prima, occorre che inizino ad arrivare risorse.

Sul fronte della risoluzione, non credo che sia centrata proprio nell’obiettivo. Da questo punto di vista chiedo al consigliere Mastacchi di rivedere la sua posizione su questo tema, proprio andando incontro alle esigenze delle richieste che i Comitati hanno manifestamente espresso.

Diversamente, purtroppo, il voto non potrà che essere di astensione rispetto ad una linea che a mio modo di vedere non trova concorde volontà tra il richiedente e le necessità dei soggetti che sono interessati a queste risorse. Quindi, o viriamo attraverso una diversa parte emendativa, che riguarda anche la questione legata all’autodifesa; diversamente, non posso trovare certamente accoglimento di questa risoluzione e neanche bocciarla, proprio in ragione del fatto che a mio modo di vedere la questione legata all’autodifesa deve essere anche ragionata dal punto di vista della Regione Emilia-Romagna, una garanzia la dovrebbe dare anche la Regione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliera Rontini, prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Stavolta non volevo aspettare il collega Pompignoli. Stavo semplicemente cercando il testo della risoluzione perché dopo due giorni di aula i nostri banchi sono pieni di tante carte.

Con questa risoluzione il collega Mastacchi ci consente la possibilità di continuare a discutere sul tema di prima. È tutto collegato, alcune cose le abbiamo, le ho dette anche in precedenza sulla comunicazione della vicepresidente, Priolo, ma dal momento che i tempi, giustamente – e ringrazio anche la presidente Petitti per la conduzione – sono contingentati, approfitto per spiegare meglio ed entrare meglio nel merito di alcune considerazioni che sul tema dei beni mobili velocemente facevo prima.

Mi trovo tra l’altro d’accordo, non al cento per cento, però abbastanza, anche con quanto diceva il consigliere Pompignoli. Io ricordo che quando abbiamo impostato il lavoro sulla legge 13 del 2023, che è quella che destina alle popolazioni colpite, cittadine, cittadini, famiglie, imprese ed enti locali, le risorse frutto delle donazioni.

Ci tengo ad aprire una piccola parentesi anche rispetto alla discussione che si faceva prima sulla comunicazione della Giunta, perché ho ritrovato il comunicato del 12 marzo 2024 in cui il virgolettato del presidente è questo: “È significativo che le donazioni vadano ad aiutare chi ha sofferto di più, un segno di rispetto anche per le migliaia di persone, imprese e associazioni che, all’indomani della tragedia, hanno dimostrato una generosità commovente”. Quindi, mi pare che si sia ben chiarito che si tratta di risorse non proprie della Regione Emilia-Romagna, ma che la Regione Emilia-Romagna deve gestire, ma che sono il frutto, appunto, di “una generosità commovente”. Ne approfitto anche per ringraziare chi ha donato e chi ha continuato a farlo, perché, lo sapete, non tutte le gestiamo noi. Una parte le gestisce la struttura commissariale ma, come ci riportava ieri l’assessore Calvano in Commissione, c’è un confronto, c’è la volontà di scegliere insieme come destinare anche quei 7 milioni che residuano, oltre ai 47 milioni di nostra gestione diretta, per arrivare ai 54 milioni che sono stati depositati nel conto corrente di Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Quindi, sono risorse di donazione, e ringrazio chi ha voluto donare.

Dall’altra parte, dicevo, ricordo bene che, quando impostammo la discussione sulla legge, discutemmo anche un po’ animatamente, anche con punti di vista diversi, allora la discussione verteva sul fatto che gli interventi eventuali sui palazzetti e l’impiantistica sportiva, piuttosto che sulle strutture culturali potessero essere considerati come interventi a favore delle popolazioni colpite. Però, su una cosa tutti siamo stati…

 

PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, però, un po’ più di silenzio in aula. Siamo arrivati alla fase finale, cerchiamo di ascoltarci. Prego.

 

RONTINI: Grazie, presidente.

Dicevo, su una cosa tutti siamo stati d’accordo, anche allora: ci saremmo voluti confrontare con i comitati dei cittadini alluvionati per decidere come destinare quelle risorse. Non l’avremmo deciso d’imperio noi, non l’avrebbe deciso d’imperio la Giunta regionale, non l’avrebbe deciso d’imperio una parte politica, ma avremmo potuto fare un lavoro comune e di condivisione.

Ecco che, dopo che il collega Mastacchi ha depositato questo atto, c’è stata l’ultima delle riunioni tra i Comitati Riuniti dell’Emilia-Romagna e la Giunta regionale, e in quella sede, come ricordato anche ieri in Commissione, si è condivisa, da una parte, la proposta fatta dai comitati di destinare una parte di quelle risorse (10 milioni di euro) a favore dei cittadini per interventi di prevenzione e messa in sicurezza delle abitazioni.

Voglio specificare che stiamo parlando quindi di interventi di sicurezza, ma da farsi nelle abitazioni private per rafforzare quelle azioni di sicurezza territoriale, sicurezza idraulica che invece spettano alla Giunta regionale, alla Protezione civile, cui con grande e generoso impegno si sta provvedendo senza sosta da giugno in poi, cioè non appena si è finito di spalare il fango e togliere l’acqua, e i numeri che la vicepresidente ricordava nell’informativa di prima davvero raccontano di un impegno costante, generoso, impensabile in termini di interventi sulle varie aste fluviali fatti.

 Ecco perché, al netto del fatto che alcune delle premesse o delle considerazioni che in quella risoluzione del collega Mastacchi sono condivisibili, se non altro (non è di questa risoluzione) è da tempo che il consigliere Mastacchi non è tra coloro che ci dicono, rispetto al tema dei beni mobili, di stare sereni, perché  voglio ricordare anche in questa occasione che una deputata di Fratelli d’Italia, rispetto alle richieste pressanti e continue che abbiamo fatto in tutte le sedi istituzionali e che continueremo a fare finché la norma primaria, ovvero la legge n. 100 del 2023, non verrà modificata.

Da parte di Rete civica c'è quindi la fotografia che in tema di beni mobili le cose non funzionano e bisogna insieme provare a mettere tra i rimborsi previsti in prima battuta proprio questo, perché ce lo siamo detti tante volte, sono i beni mobili le prime cose che le famiglie perdono durante un’alluvione, però, come specificavo prima, io non so quantificare esattamente a quanto potrà ammontare, ma sono certa che parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro, perché sono diverse migliaia le famiglie colpite, e ciascuna di queste ha perso il mobilio delle camere da letto, delle cucine, dei bagni, tutti gli elettrodomestici. Del resto, basta riguardare a qualche mese di distanza i video non tanto dei giorni dell’alluvione, ma basta andare a una settimana, dieci giorni dopo. Io ho un video terrificante che tutte le volte mi preoccupa, mi emoziona e suscita in me emozioni contrastanti: fu fatto con un drone a Faenza, nella zona di via Carboni, via Lapi, quella per capirci dove l’acqua è arrivata ad oltre sei metri: le strade sono piene… Sembra di guardare non il video di Faenza, ma di Baghdad o di una delle città bombardate dei territori di Terrasanta o di Palestina. È davvero inquietante, dà la misura di quante risorse sarebbero necessarie per poter consentire il rimborso di quei beni. Ecco perché su questa risoluzione chiaramente noi non ci troviamo d’accordo: da una parte perché è doveroso nei confronti di quelle popolazioni, che provveda chi di dovere; dall’altra perché vogliamo continuare sulle risorse donate all’Emilia-Romagna a fare un lavoro di concerto anche con i Comitati che ci hanno suggerito di utilizzare quelle risorse in maniera diversa.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.

Consigliere Mastacchi.

 

MASTACCHI: Non so quanto tempo…

 

PRESIDENTE (Petitti): Dovrebbe avere quattro minuti, poco più di quattro minuti.

 

MASTACCHI: Riesco a dire poco, ma qualcosa riesco a dire.

Alcune precisazioni: è importante che si esca da questa discussione con le idee chiare su quella che era la finalità della risoluzione e uscendo dagli equivoci.

Prima diceva la collega Rontini che non possiamo pensare di rispondere a un bisogno che ha una dimensione di circa 100 milioni di euro con diverse centinaia di migliaia di euro, così diceva, specifichiamo bene, con un intervento di alcune, forse decine, ma magari neanche decine di milioni di euro.

Questo è il primo passaggio sul quale io voglio fare una precisazione. Io credo che con qualche milione di euro, senza specificare se sono decine o unità singole, si possa comunque dare una mano alle persone più fragili, quindi a quella fascia più debole che è devastata. È chiaro che chi ha reddito e chi ha possibilità d’intervenire direttamente per poi aspettare questo benedetto credito di imposta del futuro, chiaramente una soluzione la trova. Chi invece vive, come ho già detto in altre occasioni, del reddito mensile, che basta per la sussistenza familiare, sicuramente ha una difficoltà più grande. Questi potevano essere fondi che, proprio nell’ottica che dicevo prima, avrebbero potuto dare una mano a queste famiglie.

La seconda cosa che io credo è che non vuole essere una proposta contrastante con le richieste che hanno fatto i comitati. Io credo che i comitati abbiano detto che hanno bisogno di risolvere questo problema. Poi sta alla Regione identificare quali sono le fonti di finanziamento. Io credo che sarebbe stato opportuno utilizzare questi fondi per questa finalità e mettere qualche milione di euro per fare comunque delle infrastrutture, che sono proprio nel “core-business” della Regione stessa.

C’è un altro aspetto che voglio sollevare. La legge che abbiamo approvato credo che dovrà essere modificata, perché al suo interno non prevede di essere utilizzata per fare investimenti di questo tipo. Quindi, questo è un altro passaggio che credo vada chiarito.

Ribadisco, non vuole essere una proposta contrastante con le richieste dei comitati. Credo che a loro si debba doverosamente rispondere facendo questi interventi, che mettono tranquilli i cittadini per le prossime piogge, ma lo si potrebbe fare benissimo con fondi propri, quindi pagati con fondi dello Stato o con fondi della Regione.

L’ho detto prima e lo ripeto, io credo che le persone che sono messe davanti a un computer per fare un bonifico in quei momenti non abbiano pensato di donare per fare delle paratie, ma abbiano pensato di togliere un po’ di peso e un po’ di sofferenza a quelle persone che erano sommerse dal fango e che vedevano i loro beni andarsene magari dentro un fiume.

Questa è la finalità della mia risoluzione. Poi, fra questo e tutto quello che ci sta in mezzo chiaramente si può dire di tutto e di più. Grazie.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Consigliere Pelloni, lei avrebbe dieci minuti, sono le ore 17,22, vuole comunque intervenire? Prego.

 

PELLONI: Io avrei dieci minuti, giusto?

 

(interruzioni)

 

PELLONI: Cosa facciamo?

 

(interruzioni)

PELLONI: Se posso, faccio l’intervento.

Devo andare in coda, ovviamente, all’intervento che ha fatto il presidente Bonaccini, perché fu il primo a intervenire dicendo quasi che paragonava l’alluvione al terremoto; invece, quest’oggi è diventato che è peggio del terremoto perché il terremoto – almeno se ho sentito bene – ha interessato solo i muri, mentre con l’alluvione si è perso tutto, credo ci sia abbastanza confusione.

Io ho ascoltato anche i tempi medi, visto che stiamo parlando di ristori, poi andiamo più nello specifico del tema delle donazioni che ho fatto con un atto, poi adesso ne farò un altro, che molti cittadini hanno atteso ben più tempo. Penso ai cittadini di Nonantola, che stanno attendendo, nel senso che ancora non tutti sono stati liquidati, stanno ancora attendendo i ristori, sono passati più di 10 mesi, mi pare, o sbaglio? Visto che l’alluvione è del 2020.

"Oggi mi fermano perché non hanno ricevuto nulla", ma anche a Nonantola, fino all’ultimo atto ispettivo di pochi mesi fa, buona parte dei fondi già a disposizione della Regione non erano stati erogati, quindi più di tre anni, visto che si contestavano le performances del Governo, le performances della Regione sono peggiori, quindi probabilmente si è scelta una strada...

Il presidente non ha parlato di numeri, ha parlato del tema della ricostruzione pubblica, probabilmente bloccata da Sovraintendenza e quant’altro, però dall’ultimo report del maggio scorso (poi vedremo del maggio prossimo) è un tema che a maggio 2023 c'era quasi un miliardo di euro tra non speso e non messo a terra su 8 miliardi, quindi comunque una percentuale importante, dove certamente il pubblico deve fare la differenza, perché è quella che riguardava la ricostruzione.

Visto che ci sono stati diversi interventi, ieri c’è stata un’informativa, ringrazio che l’abbiamo potuto ascoltare, poi c’è stata veramente tanta, tanta propaganda/retorica legata a un tema che, se si vuole strumentalizzare un'alluvione piuttosto che un terremoto, ce n’è per tutti.

Se proviamo in qualche modo a trovare alcune soluzioni concrete e pragmatiche, nella risoluzione c’è eventualmente una proposta che è anche coerente con quello che è stato donato, perché sfido chiunque oggi a fermare un cittadino emiliano-romagnolo e non solo, che ha fatto una donazione anche solo di un euro al fondo messo a disposizione dalla Regione e dalla Protezione civile. Se andate ancora oggi a vedere nel sito della Regione, dove si poteva donare, quei soldi erano per le persone, erano per le famiglie. Tanto è vero che a un atto del mio collega Mastacchi, lo stesso assessore Calvano risponde precisamente dove si possono usare quei fondi.

Poi, è mutata la volontà? A maggior ragione c’è un una risoluzione che poteva essere emendata, potevano essere adottati dei correttivi; contestualmente si sceglieva anche di andare a modificare la legge, perché Calvano risponde – mi dispiace che non sia in aula, ma ovviamente ci sono i suoi colleghi a rappresentarlo – puntualmente, cioè lessicalmente, letteralmente. L’interpretazione di quella interrogazione non lascia margini di poter usare quei soldi in maniera diversa rispetto a quello che c’era scritto sul sito sulle donazioni, sul tema della donazione, su come si potevano usare quei soldi e su come oggi li si vuole utilizzare. C’è un accordo con tutte le parti? Ben venga. Ma visto che si è lamentato prima che i soldi non sono ancora arrivati, che ci sono possibilità e soluzioni migliori, visto che erano già a disposizione, visto che comunque si chiede nella risoluzione, perché leggiamola a modo, colleghi: c’è un invito a collaborare con la struttura commissariale.

Lo sappiamo: per sua natura la risoluzione può essere esclusivamente un atto di indirizzo, non è mai strettamente vincolante, lo sappiamo bene perché abbiamo anche tante risoluzioni approvate che ancora sono lettera morta, lo sappiamo bene per quello. È quindi un atto di indirizzo che si dà alla struttura commissariale, che si dà alla Giunta, quindi, come Consiglio maggiormente invito i colleghi a dotarci di questi tipi di strumenti; e soprattutto, se abbiamo soluzione migliore, perché tutto è in evoluzione, si aspetta una nuova ordinanza, c’è l’attesa e c’è la contezza che ci sarà una nuova ordinanza a breve, ben venga, possiamo anche sospendere, si può anche sospendere la risoluzione. Però un atto di indirizzo da questo Consiglio c’è. Altrimenti, l’unico atto di indirizzo che oggi c’è, è la legge 13 di cui abbiamo parlato ieri in Commissione, di cui si è parlato prima, a cui una precisa interrogazione, con il combinato disposto rispetto alla delibera di Giunta, ci lascia pochi margini su come si possono utilizzare quelle risorse, quindi al di là di tutta la strumentalizzazione che è stata fatta prima, dopo, durante. Non ci interessa. Non ci interessa la strumentalizzazione, ci interessano i bisogni – chiariamolo – e i bisogni sono che ancora oggi a Nonantola, nella Bassa Modenese e non solo ci sono ancora dei soldi da mettere a terra. Facciamolo. Ci sono delle esperienze positive di chi ha lavorato pancia a terra in quel periodo, ben vengano. Oggi, però, abbiamo un problema soprattutto per i redditi più bassi, anche qualora ci fosse il credito di imposta. Tutti percorsi ancora da attivare, che hanno funzionato bene per il terremoto. Riutilizziamoli. Ad oggi, però, negli attuali strumenti normativi non ci sono.

Ancora oggi, quindi, la risoluzione è puntuale: si cambiano gli assetti normativi? Okay, allora discutiamo di come intervenire diversamente. Ma oggi, a norme date, norme attuali, norme vigenti, ci sono anche degli impedimenti legati al fatto di come si possa o non si possa intervenire.

Questo è un modesto suggerimento. Certo, lo si vuole strumentalizzare perché viene da una parte politica, piuttosto che da un’altra. L’alternativa qual è, bocciare tutto e aspettare? Perché chi oggi boccia questa risoluzione… Non so neanche se si farà più in tempo, perché ci sono le dichiarazioni di voto e quant’altro, quindi probabilmente andremo alla prossima. Magari può anche essere utile il fatto che andrà alla prossima aula.

Ad ogni modo, io credo che ci siano tutti i margini e gli strumenti perché da questa Assemblea arrivi un indirizzo preciso alla Giunta e, ovviamente, per tramite della Giunta al commissario e al subcommissario.

Grazie per l’attenzione.

 

PRESIDENTE (Petitti): Grazie.

Sono le ore 17,31 e abbiamo ancora tre richieste di intervento; quindi, chiudiamo qui la seduta e riprenderemo, quando ci saranno le risoluzioni, dal dibattito su questa risoluzione.

Grazie a tutti.

 

La seduta è tolta.

 

La seduta ha termine alle ore 17,31

 

ALLEGATO

Partecipanti alla seduta

 

Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50

 

Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:

Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADA’, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI; Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Matteo MONTEVECCHI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.

 

Hanno partecipato alla seduta:

il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI;

il sottosegretario Davide BARUFFI;

gli assessori Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Mauro FELICORI, Alessio MAMMI, Irene PRIOLO, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.

 

Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno la consigliera Lia MONTALTI.

 

Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta l’assessore Vincenzo COLLA e il consigliere Fabio BERGAMINI.

 

Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno

 

Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:

 

INTERROGAZIONI

 

8248 -  Interrogazione a risposta scritta circa la tutela del diritto all'Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) in Emilia-Romagna e l'attuazione della legge n. 194 del 1978. A firma dei Consiglieri: Rossi, Caliandro, Dalfiume, Costi

 

8249 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al campo di applicazione e agli strumenti giuridici di attuazione del divieto di edificare nelle zone alluvionate, recentemente annunciato dal Presidente della Regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Piccinini

 

8250 -  Interrogazione a risposta scritta per sapere quale sia lo stato di avanzamento dell'esame ed approvazione delle candidature di ampliamento e/o di nuova istituzione di SIC/ZSC (Siti di Importanza Comunitaria/Zone Speciali di Conservazione) al fine di rispettare i parametri previsti dalle norme europee. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Caliandro

 

8251 -  Interrogazione a risposta scritta riguardante il Piano Pluriennale di Riequilibrio Finanziario ratificato dal Comune di San Pietro in Casale (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele

 

8252 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali azioni siano state intraprese da FER allo scopo di rendere funzionante l'ascensore della stazione di Guastalla e garantire così l'accessibilità al servizio ferroviario per le persone con mobilità ridotta. A firma dei Consiglieri: Amico, Costa

 

8253 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle misure di mitigazione del rischio professionale e alla tutela della salute e della sicurezza degli operatori del settore sanitario. A firma dei Consiglieri: Gerace, Caliandro

 

8254 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere le modalità di controllo e vigilanza, ai sensi degli artt. 35 e 36 della L.R. 2/2003, affinché sia impedito a soggetti in condizioni personali e psicofisiche non adeguate di svolgere attività lavorativa a contatto con persone ricoverate presso strutture sanitarie e/o sociosanitarie. A firma del Consigliere: Facci

 

8255 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alle azioni per tutelare il miele emiliano-romagnolo, evitando le contraffazioni e la concorrenza sleale. A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro, Daffadà

 

8256 -  Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa alle liste d'attesa per visite e prestazioni sanitarie e alla congruità del relativo monitoraggio dei tempi di erogazione. A firma della Consigliera: Castaldini

 

8258 -  Interrogazione a risposta scritta in merito ai dati di affluenza ai Cau, nello specifico per la provincia di Parma, tenendo conto dei codici di priorità, e alla rilevazione delle condizioni di stress correlate al lavoro per gli operatori sanitari. A firma del Consigliere: Mastacchi

 

8260 -  Interrogazione a risposta scritta inerente alla realizzazione del Programma Regionale Integrato per l'assistenza alle persone con disturbo dello spettro autistico (PRIA). A firma della Consigliera: Soncini

 

8261 -  Interrogazione a risposta scritta sul Centro operativo ortofrutticolo di Ferrara. A firma della Consigliera: Evangelisti

 

8264 -  Interrogazione a risposta scritta per conoscere i motivi dello spostamento dell'automedica dall'ospedale Franchini di Montecchio (RE) a Traversetolo (PR) e, più in generale, i parametri sui tempi di intervento dei mezzi di emergenza. A firma del Consigliere: Cuoghi

 

RISOLUZIONE

 

8262 -  Risoluzione per impegnare la Giunta a sollecitare il Governo affinché, in sede di conversione del decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, recante "Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)" sia soppresso il comma 13 dell'articolo 1, del medesimo, conformemente alla posizione espressa dalla Commissione salute della Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome. (26 03 24) A firma dei Consiglieri: Soncini, Zappaterra, Amico, Bondavalli, Pigoni, Gerace, Zamboni, Costi, Pillati, Fabbri, Sabattini, Dalfiume, Costa, Maletti, Paruolo, Mumolo, Rontini, Rossi

 

(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 6 prot. PG/2024/8421 del 28 marzo 2024)

 

LA PRESIDENTE

Petitti

 

Espandi Indice