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SEDUTA DI MARTEDÌ 21 MAGGIO 2024
(ANTIMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
INDICE
Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8412
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul diritto all'interruzione di gravidanza in Emilia-Romagna e per sapere se i dati aggiornati confermino le allarmanti percentuali di obiettori di coscienza rilevate nel 2020. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Caliandro
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
ZAMBONI (EV)
DONINI, assessore
ZAMBONI (EV)
OGGETTO 8417
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano ad oggi i risultati della procedura di alienazione della porzione di proprietà immobiliare pubblica da parte dell'Ente Parchi e Biodiversità dell'Emilia Occidentale e a quali esiti abbia portato l'interlocuzione con il Ministero della Cultura per la salvaguardia della Villa Casino dei Boschi. A firma della Consigliera: Piccinini
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
PICCININI (M5S)
LORI, assessora
PICCININI (M5S)
OGGETTO 8415
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle richieste avanzate dalle Regioni e Province autonome al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in relazione all'Edilizia Residenziale Pubblica e in particolare alla definizione di misure nazionali per rendere effettivamente esigibile il diritto alla casa. A firma della Consigliera: Bondavalli
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
BONDAVALLI (BP)
LORI, assessora
BONDAVALLI (BP)
OGGETTO 8419
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riduzione del servizio di guardia cardiologica presso l'Ospedale di Castel San Giovanni (PC). A firma della Consigliera: Stragliati
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
STRAGLIATI (Lega)
DONINI, assessore
STRAGLIATI (Lega)
OGGETTO 8421
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla possibilità introdotta dalla maggioranza di Governo di inserimento di associazioni antiabortiste nei consultori pubblici e delle iniziative in corso in Emilia-Romagna per tutelare i diritti delle donne come sanciti dalla legge 194 e per potenziare i servizi consultoriali. A firma dei Consiglieri: Mori, Caliandro, Dalfiume
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MORI (PD)
DONINI, assessore
MORI (PD)
OGGETTO 8423
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all'accesso a visite allergologiche e challenge desensibilizzanti. A firma della Consigliera: Castaldini
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
CASTALDINI (FI)
DONINI, assessore
CASTALDINI (FI)
Interrogazione oggetto 8416 - Ritiro
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8406
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda condurre un confronto con i dirigenti del nuovo Gruppo Industriale del Trasporto pubblico locale, al fine di garantire che i mezzi modenesi siano sicuri e rispettino gli standard di sicurezza e di manutenzione. A firma del Consigliere: Cuoghi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
CUOGHI (FdI)
CORSINI, assessore
CUOGHI (FdI)
OGGETTO 8413
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul Protocollo d'Intesa Bologna Montana, per la promozione e lo sviluppo turistico culturale del territorio dell'Appennino bolognese. A firma del Consigliere: Mastacchi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MASTACCHI (RCPER)
TARUFFI, assessore
MASTACCHI (RCPER)
OGGETTO 8420
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul rifinanziamento del bando per l'accesso ai contributi di cui al programma speciale di investimento dedicato alla cultura sportiva, all'impiantistica e alle attività del tempo libero previsto dalla Legge regionale n. 5/2018 "Norme in materia di interventi territoriali per lo sviluppo integrato degli ambiti locali". A firma dei Consiglieri: Rainieri, Pompignoli, Occhi, Catellani, Delmonte, Bergamini, Rancan, Stragliati, Marchetti Daniele, Bargi, Liverani
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
CATELLANI (Lega)
BARUFFI, sottosegretario
CATELLANI (Lega)
OGGETTO 8422
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al risarcimento dei beni mobili alluvionati, ad un anno dagli eventi catastrofali che hanno colpito l'Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro, Mori, Costi, Dalfiume
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
RONTINI (PD)
BARUFFI, sottosegretario
RONTINI (PD)
OGGETTO 8418
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al ruolo di Lepida e alla sicurezza informatica dei dati sanitari dei cittadini. A firma della Consigliera: Gibertoni
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
GIBERTONI (Misto)
SALOMONI, assessora
GIBERTONI (Misto)
OGGETTO 8132
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale 23 luglio 2014, n. 20 (Norme in materia di cinema e audiovisivo)". (85)
(Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 8132/1 oggetto 8426 – Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
PIGONI (IV)
COSTA (PD)
FELICORI, assessore
PRESIDENTE (Petitti)
AMICO (ERCEP)
CUOGHI (FdI)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8075
Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell'art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: "Fiscalità Incentivante per le Aree Montane Appenniniche Svantaggiate". A firma dei Consiglieri: Costi, Bulbi, Daffadà, Molinari, Sabattini, Zappaterra, Pigoni, Bondavalli, Amico, Mumolo, Dalfiume, Rossi, Costa, Maletti, Gerace, Caliandro, Mori, Rontini, Fabbri, Soncini, Pillati, Montalti, Marchetti Francesca, Zamboni (162)
(Testo base) (Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)
OGGETTO 6953
Progetto di legge d'iniziativa consiglieri recante: "Istituzione di zone economiche speciali regionali denominate Z.A.M.A. (Zona Area Montana Autonoma) nelle aree svantaggiate del territorio emiliano-romagnolo". A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Catellani, Pelloni, Rainieri, Bargi, Occhi, Facci, Bergamini, Montevecchi, Marchetti Daniele, Liverani, Rancan, Stragliati, Delmonte
PRESIDENTE (Petitti)
BULBI, relatore della Commissione
POMPIGNOLI, relatore di minoranza
TAGLIAFERRI (FdI)
RONTINI (PD)
PRESIDENTE (Petitti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazione elettronica oggetto 8132
Emendamento oggetto 8426 (Ordine del giorno 8132/1)
Comunicazione prescritta dall’art.68 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
La seduta ha inizio alle ore 9,59
PRESIDENTE (Petitti): Buongiorno. Diamo inizio alla seduta n. 270 del 21 maggio 2024.
Interpello i presenti per sapere se ci sono osservazioni sui processi verbali relativi alle sedute antimeridiana e pomeridiana del 7 maggio 2024. Se non ci sono osservazioni, i verbali si intendono approvati.
(Sono approvati)
È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2 del Regolamento interno il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.
Hanno poi giustificato la propria assenza i consiglieri Costi, Marchetti Francesca e Mumolo, e la vicepresidente Priolo.
Le altre informazioni prescritte dall’articolo 68 del Regolamento interno sono già state inviate a tutti i consiglieri, pertanto le do per lette.
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata in aula
PRESIDENTE (Petitti): Iniziamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
OGGETTO 8412
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul diritto all’interruzione di gravidanza in Emilia-Romagna e per sapere se i dati aggiornati confermino le allarmanti percentuali di obiettori di coscienza rilevate nel 2020. A firma dei Consiglieri: Zamboni, Caliandro
PRESIDENTE (Petitti): Partiamo dall’interrogazione 8412… L’assessora Lori sta arrivando, così partiamo dall’interrogazione 8415...
A questo punto, in attesa dell’assessora Lori, partiamo con l’interrogazione 8412: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sul diritto all’interruzione di gravidanza in Emilia-Romagna per sapere se i dati aggiornati confermino le allarmanti percentuali degli obiettori di coscienza rilevate nel 2020.
L’interrogazione è a firma dei consiglieri Zamboni e Caliandro. Prego, consigliera Zamboni.
ZAMBONI: Grazie, presidente.
L’interrogazione, come lei ha già anticipato, fa riferimento all’obiezione di coscienza nella nostra regione per poter accedere al diritto di interruzione volontaria di gravidanza in sede di istituzioni sanitarie pubbliche.
Il motivo che ha mosso questa interrogazione è che proprio di recente, il 23 aprile, il Parlamento italiano ha approvato un emendamento al PNRR, quindi un contesto assolutamente inadatto al tipo di emendamento approvato, che agevola la presenza e le attività delle associazioni antiabortiste all’interno dei servizi dei consultori familiari.
La norma prevede che le Regioni nell’organizzare i servizi dei consultori previsti dalla legge 194, a cui le donne si rivolgono per poter ottenere il certificato medico con il quale accedere all’interruzione volontaria di gravidanza in ospedali pubblici, possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità.
La volontà del Governo italiano di favorire la presenza delle associazioni antiabortiste nei consultori va in una direzione opposta rispetto al Parlamento europeo, che qualche giorno prima del 23 aprile, esattamente l’11 aprile, ha approvato una risoluzione sull’inclusione del diritto di aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
La risoluzione non vincolante denuncia la condizione di arretratezza dei diritti delle donne e tutti i tentativi governativi e politici in atto a livello globale, compresi negli Stati dell’Unione europea, volti a eliminare o a limitare l’accesso alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi, e all’uguaglianza di genere.
Dopo il voto della maggioranza parlamentare, la Giunta dell’Emilia-Romagna ha espresso parere fortemente negativo all’ingresso delle associazioni antiabortiste nei consultori pubblici della Regione, citando la necessaria laicità del servizio pubblico e sottolineando il rispetto del diritto della donna ad autodeterminarsi. Nella città di Reggio Emilia si è spontaneamente costituito un gruppo allargato e composito che vede insieme donne singole, associazioni e movimenti di donne animate dallo stesso desiderio di prendere pubblicamente posizione contro la deriva in corso promossa dal Governo Meloni, deriva che volge a ridurre gli spazi di autodeterminazione delle donne sul proprio corpo e sulla procreazione. Il rischio che si palesa è di tornare alla retorica del ruolo della donna fattrice di figli per la nazione.
Nell’appello pro promosso dalla Rete REsistente, che è stato illustrato in un incontro che si è tenuto proprio qui in Assemblea legislativa la settimana scorsa, l’appello si intitola “Le donne dell’Emilia Romagna in difesa della 194”, si legge in particolare: “Quella che oggi è in discussione è la libertà di essere ciò che vogliamo essere. Sappiamo che i diritti non sono acquisiti per sempre e oggi più che mai sentiamo l’urgenza di rispondere pubblicamente agli attacchi di un Governo che, con linguaggi a volte aggressivi e a volte paternalistici e striscianti, ma sempre patriarcali, sta riaffermando un’idea di società inaccettabile”.
Il 16 maggio scorso, quando è stata adottata… Scusate, a pochi giorni dalla ricorrenza del 22 maggio del 1978, quando fu votata la legge n. 194, le donne emiliano-romagnole unite nella Rete REsistente hanno consegnato alla Commissione per la parità e per i diritti delle persone e all’Assemblea il loro appello, chiedendo che la Regione resti saldo nel suo orientamento, che potenzi sul proprio territorio i consultori, che si faccia promotrice presso le altre Regioni affinché la legge n. 194 sia pienamente applicata.
Ricordato che nel febbraio 2022 l’assessore alla sanità, Raffaele Donini, rispondendo in aula a un’interrogazione di Europa Verde sul diritto all’interruzione di gravidanza messo a rischio dall’alto numero di operatori sanitari, ginecologi e anestesisti obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie della regione, i dati erano riferiti al 2020, aveva dichiarato che la presenza di professionisti obiettori non ha inficiato la risposta alle richieste, in quanto l’organizzazione delle aziende ha garantito l’erogazione del servizio in tutti i punti presenti sul territorio. Ecco, in quell’occasione Europa Verde aveva chiesto nell’interrogazione di favorire l’accesso completo ai dati sulla presenza di obiettori disaggregati per ogni singola azienda sanitaria, come già fa la ASL di Reggio Emilia.
Tutto ciò premesso, alla Giunta con questa interrogazione Europa Verde chiede se i dati aggiornati confermino le allarmanti percentuali di obiettori di coscienza in Emilia-Romagna rilevate nel 2020 e se e in quali aziende sanitarie sia stato adottato il modello dell’AUSL di Reggio Emilia, come avevo richiesto con la prima interrogazione.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni. Risponde l’assessore Donini. Prego.
DONINI, assessore: Grazie, presidente, grazie, consigliera Zamboni. Le risponderò a una parte delle richieste che lei ha formulato, impegnandomi ad inviare successivamente tutti i dati che saremo in grado di confermare.
Intanto la Regione Emilia-Romagna ogni anno pubblica, come lei ha ricordato, una relazione contenente l’andamento delle interruzioni volontarie di gravidanza e dell’obiezione di coscienza sul territorio regionale. L’ultima pubblicazione, relativa ai dati del 2022, è stata pubblicata a gennaio 2024.
Al momento, l’obiezione di coscienza è aggregata per azienda sanitaria piuttosto che per singolo presidio ospedaliero, garantendo sempre il diritto all’interruzione di gravidanza, al netto del numero, ovviamente, degli obiettori.
Dagli ultimi dati disponibili (le allego anche una tabella nella risposta) si osserva un progressivo calo degli obiettori in tutte le professioni sanitarie, mediche e non mediche, che comunque in questa Regione sono sempre state inferiori alle percentuali italiane. Basti pensare che, a fronte di un 53,7 per cento dei ginecologi nel 2018 contro una media italiana del 69, nel 2021 siamo scesi da 45,6 per cento contro una media del 63,4 a livello italiano sempre di ginecologi. Nel 2022 abbiamo solo il nostro dato, 39,5 per cento, perché non è ancora stato pubblicato il dato nazionale.
Stessa cosa per gli anestesisti, perché siamo partiti dal 2018 con 32,2 per cento e nel 2022 siamo al 25,9.
Anche ad una prima analisi dei dati riferiti al 2023, non ancora pubblicati perché in corso di redazione essendo la raccolta dati chiusa da pochi giorni, si conferma che i valori percentuali risultano ancora in leggero calo, confermando il trend osservato negli ultimi cinque anni, e che il diritto all’autodeterminazione della donna è garantito in tutte le strutture del sistema sanitario regionale.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.
Consigliera Zamboni.
ZAMBONI: Grazie, presidente.
Ringrazio l’assessore Donini per la risposta, che è sicuramente confortante per il trend che sottolinea di progressivo calo dell’obiezione di coscienza nella nostra regione, che comunque si è sempre mantenuta al di sotto della media nazionale.
Resta la necessità, a parere di Europa Verde, di garantire quella disaggregazione per strutture, come già fa la ASL di Reggio Emilia, che era anche una domanda che avevo posto con la prima interrogazione e che ripropongo oggi.
Comunque, i dati 2022 vanno nella direzione giusta, cioè del calo dell’obiezione di coscienza. Mi riservo di guardare i dati 2023 non appena saranno pubblicati, quindi magari ritorneremo sulla materia.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8417
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano ad oggi i risultati della procedura di alienazione della porzione di proprietà immobiliare pubblica da parte dell’Ente Parchi e Biodiversità dell’Emilia Occidentale e a quali esiti abbia portato l’interlocuzione con il Ministero della Cultura per la salvaguardia della Villa Casino dei Boschi. A firma della Consigliera: Piccinini
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo adesso con l’interrogazione 8417: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere quali siano ad oggi i risultati della procedura di alienazione della porzione di proprietà immobiliare pubblica da parte dell’Ente Parchi e Biodiversità dell’Emilia Occidentale e a quali esiti abbia portato l’interlocuzione con il Ministero della cultura per la salvaguardia della Villa Casino dei Boschi.
L’interrogazione è a firma della consigliera Piccinini. Prego, consigliera.
PICCININI: Grazie, presidente.
Parliamo del compendio immobiliare dall’alto valore storico culturale che insiste nel territorio del Parco regionale dei Boschi di Carrega, parte integrante della vita di chi abita nei comuni di Sala Baganza e di Collecchio e che necessita di un importante e urgente intervento di riqualificazione.
La struttura in oggetto è costituita da diversi edifici, dei quali il 40 per cento circa è di proprietà pubblica dell’Ente Parchi dell’Emilia Occidentale e il restante 60 per cento, comprensivo della neoclassica Villa Casino dei Boschi, costituente l’elemento di maggiore rilevanza sotto il profilo culturale e architettonico, è di proprietà privata della famiglia Carrega.
Voglio qui ripercorrere anche un po’ di storia, utile per chi non conoscesse quei luoghi meravigliosi, che recentemente ho avuto l’opportunità di visitare. Il Casino dei Boschi è un edificio fatto costruire dalla duchessa Maria Amalia di Borbone tra il 1775 e il 1789. Fu progettato dall’architetto francese Petitot su un preesistente chalet di caccia. Nel 1819 fu acquistato da Maria Luisa d’Austria, duchessa di Parma, nonché seconda moglie di Napoleone, che incaricò l’architetto Nicola Bettoli di farne la sua residenza estiva, ristrutturando l’edificio secondo lo stile neoclassico. Aggiunse poi un lunghissimo colonnato, con al centro il Casinetto, un edificio con orologio e torre campanaria che ospitava il teatrino di corte.
L’Ente Parchi, il 14 marzo dello scorso anno, ha approvato l’alienazione del compendio immobiliare di proprietà all’interno dei Boschi di Carrega, fissando in 3 milioni di euro il prezzo a base d’asta, allo scopo – cito – di “individuare un soggetto che possa effettuare considerevoli investimenti, necessari per la riqualificazione strutturale e funzionale del compendio, in modo da adibirlo a nuovo utilizzo, scongiurandone l’irreversibile declino”. Ci tengo a precisare che stiamo parlando del cuore del parco stesso: l’immobile denominato “Casinetto” e il suo splendido colonnato, diverse pertinenze e tre ettari di bosco.
So che sia l’assessore Lori che l’assessore Felicori hanno attivato un approfondimento con il Ministero della cultura e, in sede locale con la Sovrintendenza di Parma e Piacenza, a cui hanno fatto seguito un incontro al Ministero per rappresentare la volontà della Regione di valutare congiuntamente possibili azioni di recupero del complesso architettonico e naturalistico, e a cui sarebbero dovuti seguire ulteriori incontri finalizzati ad affrontare sia sotto il profilo tecnico che politico-istituzionale tutti gli aspetti che il caso pone per garantire il futuro di questo luogo unico e prezioso.
Io non ho contezza delle interlocuzioni avvenute, ma quello che tengo a riportare in questa sede è la preoccupazione di chi vive ed è cresciuto in quei territori, che la parte di proprietà pubblica dell’edificio, quindi quella relativa all’Ente parco, non diventi un bene ad uso privato a cui viene cambiata la destinazione d’uso per farci, per esempio, degli appartamenti. Questo, lo dico molto chiaramente, non è accettabile.
Allora le chiedo, assessore, quali siano ad oggi i risultati della procedura di alienazione della porzione di proprietà immobiliare pubblica dell’Ente parco e biodiversità dell’Emilia occidentale, e a quali esiti abbia portato l’interlocuzione con il Ministero della cultura per la salvaguardia del complesso Villa Casino dei Boschi.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.
Risponde l’assessora Lori. Prego.
LORI, assessora: Grazie, presidente, grazie gentile consigliera per aver portato di nuovo all’attenzione di quest’aula il tema del Casino dei Boschi, che è stato più volte affrontato e dibattuto.
Intanto, come lei ha già sottolineato, voglio anch’io reinquadrare in qualche modo la situazione di cui stiamo parlando, vale a dire una procedura di alienazione deliberata dal Comitato esecutivo dell’Ente parco e Biodiversità dell’Emilia occidentale riferita non ad una generalizzata alienazione della proprietà pubblica all’interno del parco, ma agli edifici, parte pubblica e parte privata, che rappresenta la parte di maggior pregio del contesto di cui si parla e di un’area verde nelle immediate vicinanze, quindi pertinenziale di questi spazi, per un totale di circa cinque ettari, che rappresentano, nel contesto del Parco Boschi di Carrega, circa l’1,5 per cento del totale della proprietà pubblica, che ammonta a 330 ettari.
La procedura di alienazione si è attivata con una prima fase, come lei richiamava, che è andata deserta e che prevedeva l’invito a soggetti interessati e presentare dall’ente un’offerta irrevocabile di acquisto. Come dicevo, questa procedura è andata deserta e non è stata riproposta.
Nel frattempo con il collega Felicori abbiamo avviato un’interlocuzione con il Ministero della cultura, un’interlocuzione che riprenderemo, e a livello locale, con la Sovraintendenza archeologica belle arti e paesaggio di Parma e Piacenza, per poter rappresentare la volontà da parte nostra di valutare congiuntamente possibili azioni per il recupero di un bene, parte pubblica e parte privata, che sono, per chi conosce, i luoghi strettamente connesse l’una all’altra, seppur con caratteristiche diverse: più pregiata la parte privata, un po’ meno ampia e con un compendio di edifici destinati un tempo ad attività rurale la parte pubblica. Ecco, tutta questa grande area e queste superfici necessitano, e anche questo va sottolineato, di urgenti e ingenti investimenti di recupero dell’intero complesso, che certamente ha un elevato valore architettonico e naturalistico per il contesto in cui è inserito.
L’obiettivo condiviso, a cui tuttora si continua, come dicevo, a lavorare, è quello di garantire la salvaguardia e la valorizzazione del complesso architettonico di riconosciuto interesse culturale in un’ottica di complessiva sostenibilità, non facendo venire meno gli usi già previsti nella pianificazione vigente a tutela del pubblico interesse, che aggiungo, escludono in maniera tassativa quello che lei richiamava, quindi possibili destinazioni ad uso abitativo o residenziale.
Questi usi non sono previsti. Gli usi sono definiti nella strumentazione urbanistica del Comune di Sala Baganza, su cui insiste quest’area, e gli utilizzi, oltre ad avere forti vincoli, sono tutti orientati ad usi pubblici o ad usi di interesse pubblico. Quindi, vedremo quali potranno essere le prospettive, ma certamente il lavoro corale e comune va in questa direzione.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Lori. Consigliera Piccinini.
PICCININI: Io tengo a sottolineare che non parliamo di un asset immobiliare qualunque. Faccio riferimento alla struttura di proprietà dell’Ente parco e quindi non parliamo, appunto, di un asset immobiliare qualsiasi di proprietà pubblica. Parliamo di patrimonio culturale e dell’identità di un’intera comunità, che io credo è messo a rischio da scelte che sono poco comprensibili. Qui, torno a dire, riporto quello che è il sentimento anche di chi vive e di chi ha sempre vissuto quei territori.
Allora, a me risulta che tra gli usi deliberati già nel piano di recupero del casino dei boschi, parliamo di una delibera del 1992, sia compreso anche l’uso abitativo nonché l’uso ricettivo e credo che da qui vengano le preoccupazioni. Penso che liberarsi di un bene che sicuramente necessita di una manutenzione costante sia forse la scelta più facile da fare, ma non è detto che sia la più giusta per il territorio.
Ricordo che siamo a pochi chilometri da Parma, un luogo meraviglioso di biodiversità, di interesse naturalistico e storico-culturale, facilmente raggiungibile in bicicletta dalla città, quindi può diventare un punto di attrazione importante per il turismo green, proveniente anche dal nord Europa.
Questo è un luogo che deve essere preservato e riconsegnato alle comunità locali e promosso da un punto di vista turistico.
Si può fare questo (faccio riferimento in particolare alla parte pubblica, perché è quella su cui oggi possiamo agire direttamente, fermo restando che ci deve essere un impegno anche per la parte privata, dove però abbiamo meno margini di manovra) solo se si ferma il processo di svendita messo in atto dall’Ente parco, perché questo è, quindi bisogna agire nei confronti dell’Ente parco, affinché retroceda rispetto alle decisioni prese, perché la preoccupazione c’è e in questo momento le certezze in realtà sono poche.
Invito quindi entrambi gli assessorati a questo punto a continuare l’interlocuzione con il Ministero e a percorrere tutte le strade possibili per salvaguardare questo luogo meraviglioso, che, come ricordavo, è parte integrante delle comunità locali che lo hanno sempre vissuto, e può essere un punto appunto di attrazione turistica anche sostenibile.
L’invito è ad andare avanti e a percorrere tutte le strade possibili, perché questo luogo meraviglioso, che è anche un luogo del cuore del FAI, venga assolutamente salvaguardato.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8415
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle richieste avanzate dalle Regioni e Province autonome al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in relazione all’Edilizia Residenziale Pubblica e in particolare alla definizione di misure nazionali per rendere effettivamente esigibile il diritto alla casa. A firma della Consigliera: Bondavalli
PRESIDENTE (Petitti): adesso passiamo all'interrogazioni 8415: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sulle richieste avanzate dalle Regioni e Province autonome al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in relazione all’Edilizia Residenziale Pubblica e in particolare alla definizione di misure nazionali per rendere effettivamente esigibile il diritto alla casa.
L'interrogazione è a firma della consigliera Bondavalli.
Prego, consigliera.
BONDAVALLI: Grazie, presidente.
Porto in aula un tema particolarmente attuale, perché anche in Emilia-Romagna registriamo in misura davvero crescente una forte pressione della domanda abitativa, alla quale si associa un numero elevato di alloggi sfitti. È l’esito di differenti e concomitanti elementi di contesto, quali la precarietà di alcune forme di partecipazione al mondo del lavoro, connesse all’impatto dell’inadeguatezza del reddito di alcuni profili professionali, l’orientamento di vaste quote del mercato della locazione al mantenimento di elevati corrispettivi economici richiesti agli affittuari, non tralasciando i processi di mobilità per ragioni di studio e anche per ragioni di lavoro, in particolare verso aree connotate da specifica attrattività.
Per affrontare in modo adeguato un quadro indubbiamente molto complesso, in cui si intrecciano anche necessità differenti, occorrono azioni senza dubbio plurali che non si limitino al patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica, pur restando il bisogno di ulteriori interventi di incremento e qualificazione.
Vorrei ricordare in questa sede che la nostra Regione ha da tempo messo in campo una strategia articolata, una strategia che si dispiega su più fronti, dagli interventi sugli alloggi ERP al fondo per l’affitto, dai bandi per l’housing sociale al Patto per la casa, con l’obiettivo di mettere in disponibilità unità abitative private, provando a rispondere alle esigenze di persone e nuclei familiari che non posseggono i requisiti per accedere alle graduatorie ERP, ma che contestualmente non sono in grado di affrontare in modo autonomo il mercato dell’affitto.
Al fianco di questo impianto risulta necessario un operato costante orientato anche alla ricerca di azioni innovative da parte di Comuni e Unioni di Comuni. Se l’agire del territorio è, dunque, essenziale e imprescindibile in virtù della complessità del tema, è il protagonismo dello Stato sia sul piano regolatorio che su quello della messa a disposizione di adeguate risorse finanziarie il punto. A tal proposito, al tavolo per il Piano casa, che si è tenuto presso il MIT, la Conferenza delle Regioni, lo scorso 9 gennaio, ha posto all’attenzione diverse istanze per il rilancio delle politiche abitative del nostro Paese, a partire dalla necessità di poter incrementare il patrimonio dell’edilizia popolare pubblica, puntando anche su programmi innovativi di rigenerazione urbana.
Nell’ambito di questo quadro ho deciso di presentare questa interrogazione alla Giunta per conoscere gli aggiornamenti rispetto alle proposte avanzate dalle Regioni e dalle Province autonome sull’ERP, riportando gli esiti delle richieste avanzate al MIT, con particolare riferimento alla definizione di misure nazionali per rendere effettivamente esigibile per tutti il diritto all’abitare.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.
Risponde l’assessora Lori. Prego.
LORI, assessora: Grazie, presidente.
Gentile consigliera, in merito al ruolo e agli esiti delle richieste avanzate dalle Regioni e Province autonome al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sulle misure nazionali per rendere esigibile il diritto all’abitare, occorre in prima istanza sottolineare come, con la finanziaria 2024, il Governo abbia rimandato agli anni 2027 e 2028 la dotazione finanziaria del Fondo per il contrasto al disagio abitativo e per il sostegno all’abitare, 50 milioni sul 2027 e 50 milioni sul 2028, limitandosi per ora ad impegnarsi a predisporre, attraverso un decreto ministeriale, le così denominate Linee guida per la sperimentazione di modelli innovativi di edilizia residenziale pubblica.
A tal fine, al termine del 2023 il Ministero ha avviato un tavolo di discussione in materia di politiche abitative con alcuni fra i principali interlocutori in materia e ha raccolto i contributi da questi provenienti, limitandosi, per quanto attiene alle Regioni, al solo coinvolgimento del coordinatore delle Regioni individuato nell’assessore della Regione Liguria; questo nonostante, va ricordato, la competenza esclusiva delle Regioni in materia di politica abitativa.
La Conferenza delle Regioni nel mese di gennaio 2024, come anche lei richiamava, ha tuttavia formulato e trasmesso al Ministro Salvini un documento da portare al tavolo della discussione, che riassume in 13 punti i principali argomenti da porre all’attenzione del Governo per affrontare con efficacia la riforma sul tema dell’abitare. È stato un documento condiviso in modo assolutamente bipartisan con i colleghi che si occupano delle politiche abitative delle Regioni e, come dicevo, trasmesso da parte della Conferenza.
A quanto risulta, poi, nel febbraio del 2024 sono stati attivati dei tavoli di lavoro a livello nazionale su quattro temi ritenuti strategici che riguardano il riordino e la semplificazione delle procedure relative alla disciplina edilizia e urbanistica, il riordino delle attività degli enti strumentali regionali, la quantificazione del fabbisogno abitativo ERP ed ERS, nuova edilizia residenziale ERP e ERS, quindi l’edilizia residenziale pubblica, l’housing sociale, il senior housing e quant’altro. Sottolineo che è stato avviato un tavolo che riguarda la riforma degli enti strumentali regionali senza il coinvolgimento delle Regioni, ma questa è una cosa probabilmente poco rilevante.
Nello stesso periodo, su sollecitazione dei diversi assessori regionali, la Conferenza delle Regioni ha anche formalizzato la richiesta di audizione al Ministro per delineare, sul piano delle politiche, le azioni da intraprendere rispetto a un cosiddetto Piano casa, tenuto conto della competenza esclusiva delle Regioni in materia di politiche abitative, definita a seguito del trasferimento di competenze con il decreto legislativo n. 112 del 1998.
Ad oggi, nessun documento di sintesi dei tavoli di lavoro nazionali è stato inviato, né una proposta di linee guida, e tantomeno la Conferenza delle Regioni ha ricevuto risposta alla richiesta di interlocuzione politica con il Ministro. Devo dire che funziona, però, in modo efficace l’interlocuzione tra i colleghi delle Regioni, grazie anche all’impegno dell’assessore Scajola della Regione Liguria, che ha colto le sollecitazioni che da varie parti gli sono arrivate.
Consapevole della situazione di grande difficoltà di tanti cittadini in questo particolare momento storico e per rispondere alla duplice necessità di qualificare ed ampliare il patrimonio ERP come risposta alle fragilità e, dall’altro, di individuare una pluralità di soluzioni per rispondere al bisogno di abitazioni anche di quelle famiglie che non riescono ad ottenere mutui per l’acquisto dell’abitazione e faticano ad accedere agli alloggi in locazione sul libero mercato, questo assessorato ha rafforzato l’azione già avviata in legislatura.
In particolare, è stato aperto un confronto sul tema delle politiche per l’abitare con i portatori di interesse che operano nel territorio regionale, per un contributo, seppur non richiesto, nell’ambito della stesura delle linee guida su cui il Governo sta lavorando, ma soprattutto per delineare le principali linee di intervento a livello regionale.
Il confronto regionale è stato ulteriormente approfondito ed arricchito dai contributi emersi nel corso del convegno dello scorso 27 marzo, che abbiamo organizzato qui in Regione. È infatti urgente e anche da più parti sollecitato lo sviluppo e il finanziamento di un piano casa nazionale, che possa integrare l’azione delle Regioni e naturalmente anche della nostra, che ha mantenuto nel corso dell’intera legislatura diverse azioni. Ne cito alcune, quelle principali: il programma di recupero straordinario degli edifici di Edilizia residenziale pubblica, che ha integrato al piano triennale, che aveva una dotazione di 30 milioni, ulteriori 10 milioni che sono stati assegnati ai Comuni di recente, nelle scorse settimane, dopo la concertazione con i tavoli provinciali.
I 124 milioni del PNRR contribuiranno all’incremento del numero di alloggi di Edilizia residenziale sociale. Questi piani si realizzano attraverso l’adesione a programmi PICS e PINQuA in diversi Comuni; 7 milioni del bando Social housing, di cui è in corso la valutazione delle domande. Credo avremo interessanti progetti, che ci daranno la possibilità, questo ero lo spirito del bando, di stimolare anche forme di abitare innovativo, vista la forte pressione dal punto di vista della domanda, e anche dinamiche che stanno cambiando…
PRESIDENTE (Petitti): Assessore, la invito…
LORI, assessora: Concludo: 4,5 milioni per il Patto per la casa.
Sono inoltre confermate le risorse destinate alla rinegoziazione dei canoni e anche il fondo per l’affitto, nonostante la scelta da parte del Governo di azzerare le risorse dedicate di livello nazionale a partire dal 2023, che hanno fatto venire meno, purtroppo, una ingente quota.
In particolare, e concludo, siamo convinti che in un momento di emergenza abitativa come quello attuale occorra davvero intervenire su più livelli, diversificando le risposte abitative e fornendo garanzie e sgravi fiscali significativi ai proprietari, attraverso misure di natura fiscale nazionale. È una richiesta che arriva da tutte le Regioni, per consentire locazioni a canoni calmierati e sostenendo le famiglie con maggiore difficoltà, oltre naturalmente a promuovere massive azioni di riqualificazione energetica e sismica, in primis del patrimonio pubblico, e la rigenerazione urbana.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Lori.
Prego, consigliera Bondavalli.
BONDAVALLI: Grazie, presidente.
Ringrazio l’assessora Lori per la puntuale e articolata risposta, che dà conto della forte complessità a cui facevo riferimento anche nella presentazione, dei problemi in campo e anche della ricchezza di iniziative inserite nella strategia regionale per la casa.
Di questo mi dichiaro pienamente soddisfatta. Dalla risposta dell’assessora Lori si evince però ancora il non adeguato impegno da parte del Governo nazionale ad adoperarsi per corrispondere dunque alle esigenze espresse dai territori in relazione a un tema così delicato e così complesso come la pressione crescente della domanda abitativa.
Colgo con favore l’impegno riaffermato da parte della nostra Regione a proseguire nelle sedi proprio deputate, un’azione di stimolo costante, affinché si possa approdare quanto prima a strategie e ad azioni adeguate sul piano nazionale per garantire il soddisfacimento essenziale di un bisogno, ricordo, attraverso cui passa il mantenimento dell’equilibrio sociale di una comunità.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Bondavalli.
OGGETTO 8419
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riduzione del servizio di guardia cardiologica presso l’Ospedale di Castel San Giovanni (PC). A firma della Consigliera: Stragliati
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’interrogazione 8419: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito alla riduzione del servizio di guardia cardiologica presso l’ospedale di Castel San Giovanni.
L’interrogazione è a firma della consigliera Stragliati. Prego, consigliera.
STRAGLIATI: Grazie, presidente, grazie assessore Donini.
Torno ad interrogarla in merito all’ospedale di Castel San Giovanni, con l’ennesimo question time, questa volta relativo alla riduzione del servizio di guardia cardiologica, in quanto mi risulta che questo importante servizio in epoca pre-Covid fosse attivo h24. Dopo la pandemia, dopo che il nostro ospedale fu convertito in ospedale Covid, il primo ospedale Covid d’Italia e d’Europa, il servizio era attivo h12, ma mi risulta che dal mese di marzo questo servizio è stato ulteriormente ridotto e risulta attivo durante i giorni feriali fino alle ore 16,00 e durante i giorni festivi fino alle ore 14,00.
Ciò desta non poca preoccupazione in quanto, anche in questo caso, i pazienti di Castel San Giovanni e della Val Tidone devono fare riferimento all’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, quindi percorrendo non pochi chilometri. Va ad aggiungersi alle preoccupazioni e alle perplessità relative anche al fatto che non abbiamo più il reparto di cardiologia, in quanto il reparto di cardiologia è stato convertito a riabilitazione cardiologica, tant’è che durante un Consiglio comunale relativo, appunto, al tema ospedale, abbiamo richiesto di convertire almeno due posti letto a cardiologia, in modo tale da avere comunque un riferimento in ambito cardiologico che non riguardi solo ed esclusivamente la riabilitazione.
Per cui, visto che si susseguono tante voci, si parla di cardiologi gettonisti, si parla di un probabile concorso, io preferisco avere una risposta certa e istituzionale da parte sua. Quindi, presento, appunto, l’attuale question time e chiedo se avete intenzione di ripristinare il servizio di guardia cardiologica presso l’ospedale di Castel San Giovanni h24. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Stragliati. Prego, assessore Donini.
DONINI, assessore: Grazie, presidente. La ringrazio, consigliera Stragliati. Come lei ha ricordato, i percorsi di riorganizzazione dell’ospedale di Castel San Giovanni hanno garantito in questi anni la realizzazione di un reparto di cardiologia con l’indirizzo riabilitativo. Per criteri di accreditamento, la presenza specialistica deve essere garantita per almeno nove ore al giorno, come è al momento prevista fino alle 16,00. L’azienda sta acquisendo però le risorse necessarie per portare la presenza alle dodici ore diurne, come era previsto all’interno di quel reparto.
Come già spiegato in altre occasioni, il progetto di potenziamento dell’offerta riabilitativa provinciale nel suo complesso prevede il polo riabilitativo aziendale di Fiorenzuola e deve essere letto in una logica di ottimizzazione dell’attività di degenza riabilitativa.
Inoltre, il progetto Rizzoli rafforzerà invece la vocazione chirurgica del presidio di Castel San Giovanni, con l’attivazione di 16 posti letto di ortopedia, 22 a regime, e di 8 posti letto di riabilitazione ortopedica.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.
Consigliera Stragliati.
STRAGLIATI: Io ringrazio per la disponibilità, assessore, ma non posso ritenermi soddisfatta, perché se io le faccio una domanda sulla Guardia cardiologica e lei mi risponde parlando del Rizzoli, capisce che è una risposta diversa rispetto al quesito che le ho posto.
Ho capito, però lei non mi ha risposto: io le ho chiesto se era intenzione della Giunta regionale riattivare H24 il servizio di Guardia cardiologica, non mi ha risposto, quindi evidentemente non è vostra intenzione, se non un minimo accenno all’H12, quindi non posso ritenermi soddisfatta in quanto non è una risposta soddisfacente.
Le preoccupazioni rimangono, rimangono per la Guardia cardiologica come per il Pronto soccorso attivo solo H12 anziché H24. Ho presentato innumerevoli interrogazioni e question time, mi è sempre stato promesso che il servizio sarebbe stato attivo H24, invece siamo ancora sull’H12, quindi non sono soddisfatta. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8421
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla possibilità introdotta dalla maggioranza di Governo di inserimento di associazioni antiabortiste nei consultori pubblici e delle iniziative in corso in Emilia-Romagna per tutelare i diritti delle donne come sanciti dalla legge 194 e per potenziare i servizi consultoriali. A firma dei Consiglieri: Mori, Caliandro, Dalfiume
PRESIDENTE (Petitti): Procediamo con l’interrogazione 8421: Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla possibilità introdotta dalla maggioranza di Governo di inserimento di associazioni antiabortiste nei consultori pubblici e delle iniziative in corso in Emilia-Romagna per tutelare i diritti delle donne come sanciti dalla legge 194 e per potenziare i servizi consultoriali.
L’interrogazione è a firma dei consiglieri Mori e Caliandro. Prego, consigliera Mori.
MORI: Grazie, presidente.
La legge n. 194 rappresenta il diritto esigibile alla salute delle donne, il loro diritto alla vita, dopo i tempi bui dell’aborto illegale e clandestino e la disumanità di pratiche che hanno provocato danni irreversibili, sino alla morte.
Tutto ciò nel riconoscimento, però, del valore sociale della maternità e della scelta procreativa informata, consapevole e su queste basi libera delle ragazze e delle donne.
Tanta strada è stata fatta dal 1978 e il consolidamento dei consultori familiari ha fatto sì di garantire una salute riproduttiva e un accesso all’interruzione volontaria di gravidanza, che ha visto calare fino al 70 per cento, dal 1980 ad oggi, l’accesso all’IVG.
Lo standard strutturale di un consultorio pubblico ogni 20.000 abitanti e ogni 10.000 abitanti nelle aree interne e rurali non è purtroppo rispettato su tutto il territorio nazionale, tanto che nel 2021 risultava garantito in solo tre Regioni, tra cui l’Emilia-Romagna, mentre in media in Italia è attivo un consultorio ogni 32.000 abitanti.
Ciononostante, i consultori restano sicuramente un riferimento, in quanto servizi di prossimità fondati sull’integrazione tra sociale e sanitario e sulla partecipazione, rivestendo un ruolo fondamentale per l’assistenza delle donne che si approcciano anche all’interruzione volontaria di gravidanza.
Nello spirito e nel dettato della legge 194 le competenze al loro interno sono plurime, informano la donna sui propri diritti e sui servizi sociali, sanitari e assistenziali offerti, che operano sul territorio, informano la donna sulle norme che tutelano le gestanti nel luogo di lavoro, contribuiscono ad approfondire le cause che potrebbero indurre la donna ad interrompere la gravidanza, quindi se ne fanno carico. L’articolo 2 della 194 prevede che i consultori sulla base di appositi regolamenti o convenzioni possano avvalersi per i fini previsti dalla legge, della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato che possono anche aiutare la maternità difficile dopo la nascita.
È chiaro che l’inserimento nel disegno di legge di conversione relativo al PNRR di una norma che consente la facoltà delle Regioni di avvalersi senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza di sostegno alla maternità, ci preoccupa molto. E non è che preoccupa soltanto noi come rappresentanti elette o eletti di questa regione, e a livello nazionale, come del resto anche la collega Zamboni diceva, molte associazioni femminili che mobilitate in modo permanente, hanno consegnato nelle mani del Presidente della Commissione assembleare parità un documento della Rete R.esistente, oltre che della presidente Emma Petitti, presente all’incontro, che unisce le associazioni che da Reggio Emilia in tutte le Regioni chiedono con forza una risposta istituzionale e politica di potenziamento dei consultori.
Ovviamente, tale forzatura è un inedito in sede legislativa parlamentare, ma rispetta gli stessi tentativi che periodicamente sono agiti nelle Regioni e nelle assemblee legislative, dove la destra, purtroppo, ha la maggioranza. Ecco dunque prevaricare il principio delle città di servizio pubblico e la soggettività femminile. Ecco perché è molto – e sottolineo molto – apprezzabile la reazione degli assessori competenti della Giunta della Regione Emilia-Romagna, che si sono espressi nell’immediatezza per respingere qualsiasi tentativo di ingerenza nelle vite delle donne, che di tutto hanno bisogno tranne che di trasformare i consultori in luoghi di condizionamento e di indirizzo di opinioni.
Ecco perché abbiamo la necessità, come rappresentanti elette, per raccogliere la preoccupazione forte di coloro che ci hanno rappresentato forte preoccupazione, appunto, per questo passaggio… Quali iniziative stia intraprendendo nelle sedi nazionali competenti, in particolare nell’ambito della Commissione salute della Conferenza delle Regioni che coordina, a seguito del dissenso espresso pubblicamente sulla possibilità introdotta dalla maggioranza di Governo di inserimento delle associazioni antiabortiste nei consultori pubblici e, ovviamente, nonostante i mancati trasferimenti e il sotto-finanziamento statale, quali azioni si possono mettere in campo per il potenziamento del consultorio pubblico, anche perché decisamente noi vogliamo essere assistite e non giudicate. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Mori. Assessore Donini, prego.
DONINI, assessore: Grazie, presidente. La ringrazio, consigliera Mori, per l’ascolto e il confronto sul tema, in particolare con le associazioni a difesa della legge n. 194, rappresentando le sensibilità a tutela dei diritti e della salute delle donne, che la sanità pubblica garantisce ogni giorno qui in Emilia-Romagna.
In questo senso, sottolineo la nostra piena fiducia verso gli operatori e le operatrici che assicurano la presa in carico con competenza e sensibilità, in momenti delicati in cui è fondamentale tutelare la privacy delle pazienti e i diritti che la legge prevede. In Emilia-Romagna è presente un’importante rete di servizi consultoriali, costituita da 178 consultori familiari, 47 spazi giovani, 38 spazi giovani e adulti e 12 spazi donne immigrate e i loro bambini, con ampi orari di apertura, presenza di équipe multidisciplinare professionale, forte integrazione con gli enti locali.
Ciò rende idoneo il consultorio a svolgere un servizio di assistenza alla salute della donna, alla famiglia, alla maternità e alla paternità responsabili, in un’ottica orientata alla salute e alla medicina di genere. I nostri consultori sono organizzati in rete e nel 2022 hanno registrato una presenza settimanale media delle équipe, ostetrica, ginecologo, psicologo e assistente sociale, di circa sette ore ogni mille residenti, uomini e donne di età compresa tra i 15 e i 64 anni.
Dei 321.360 utenti del 2022, questi sono gli ultimi dati consolidati, il 47,6 per cento degli utenti si rivolge ai consultori per la prevenzione oncologica, il 23,3 per cento per problemi legati alla ginecologia e andrologia, il 12,2 per cento per la nascita, il 9,7 per cento per il controllo della fertilità, il 2,5 per cento per l’interruzione volontaria di gravidanza.
Le équipes consultoriali in questi centri devono fornire informazioni sui diritti della donna in base alla legislazione vigente regionale, per la tutela dei diritti della donna e della sua autodeterminazione in un contesto pubblico e riservato.
Ci siamo espressi quindi in maniera chiara fin da subito e continueremo a farlo per perseguire gli obiettivi della legge n. 194, tutelando la salute e i diritti di ogni donna.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini.
Consigliera Mori.
MORI: Grazie, presidente.
Grazie, assessore Donini, per la solidità e di una risposta che non lascia dubbi sull’impegno della Regione Emilia-Romagna a perseguire non soltanto il sostegno ai servizi di prossimità per garantire la salute delle donne, ma anche per - parola magica che non vogliamo mai scordare - la loro autodeterminazione.
Ecco perché con continuità, fino a quando ce ne sarà data la possibilità, cercheremo di presidiare questo argomento, che è un argomento ovviamente di salute pubblica, ma anche di libertà, senza farci intimidire o anche rammollire da queste iniziative assolutamente non condivisibili. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8423
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all’accesso a visite allergologiche e challenge desensibilizzanti. A firma della Consigliera: Castaldini
PRESIDENTE (Petitti): Passiamo adesso all’interrogazione 8423: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito all’accesso a visite allergologiche e challenge desensibilizzanti.
L'interrogazione è a firma della consigliera Castaldini.
Prego, consigliera.
CASTALDINI: Grazie, presidente.
Assessore Donini, lei conosce questa storia, otto mesi fa l'abbiamo trattata in quest’aula e abbiamo cercato di arrivare a una soluzione che purtroppo ad oggi non è arrivata.
È giusto far comprendere il contesto di questa vicenda molto bella, perché riguarda in realtà un’associazione molto attiva nel territorio, che da sempre non solo pone l’attenzione sul tema dell’allergia, ma anche fattivamente contribuisce alla struttura che è presente al Sant’Orsola; quindi, è un corpo intermedio vero e proprio che fa una parte indispensabile di servizio anche pubblico, cioè per tutti, anche se lo fa con proprie iniziative.
Dal 2019, la Regione ha deliberato di offrire un percorso integrato e di stabilire il centro di riferimento regionale di Allergologia e malattie respiratorie infantili dell’Emilia-Romagna al Sant’Orsola di Bologna. Per questo tale tema è così rilevante. Esistono diversi ambulatori e servizi di allergologia pediatrica sparsi nelle Regioni, sia pubblici che privati, presso i quali si possono fare visite e Prick Test.
Il centro di Bologna, però, è pensato per tutti quei casi gravi e gravissimi che necessitano di un approfondimento, e soprattutto – anzi, dovrebbe essere possibile – svolgere challenge alimentari e procedure di desensibilizzazione orale per gli alimenti, tema rilevantissimo, perché questo permette di avere poi una vita più semplice anche nell’affronto di certe situazioni davvero drammatiche che portano alla morte.
Con le procedure di desensibilizzazione si porta in una situazione controllata il piccolo paziente a contatto con una minima quantità di allergizzante, in maniera gradualmente crescente, in modo da abituare il corpo alla sostanza per evitare una reazione estrema in caso di contatto accidentale. Molte famiglie in questi mesi sono state costrette a rivolgersi all’ospedale Meyer di Firenze. Nove mesi fa in realtà si era aperta la speranza di rendere stabile la struttura del Sant’Orsola. Ma in realtà oggi mi pare che non molto sia cambiato, per questo oggi richiedo a lei contezza dei fatti, ovvero: dei tre medici specialisti in allergologia, che dovrebbero essere strutturati, solo uno è presente; un pneumologo nell’équipe dovrebbe licenziarsi durante l’estate; challenge di desensibilizzazione non sarebbero ancora accessibili, o almeno, sono accessibili per chi era in lista d’attesa, ma non si è ricominciato un lavoro fondamentale per un tema come questo.
Spero quindi nella sua risposta, e spero in una soluzione efficace prima dell’estate. Grazie, assessore.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Castaldini.
Assessore Donini.
DONINI, assessore: La ringrazio, presidente, e ringrazio la consigliera Castaldini, che periodicamente ci stimola e ci sollecita su un tema, su un problema molto sentito, a cui noi stiamo progressivamente, non ancora in modo risolutivo, cercando di porre rimedio
Da settembre 2023, al fine di potenziare l’attività di questo centro a cui lei faceva riferimento, il Sant’Orsola, è attivo un accordo stipulato con professionisti dell’AUSL di Imola; è stato inoltre coinvolto il personale afferente ad altre unità operative di Pediatria con competenze in allergologia pediatrica.
Queste azioni, che, ripeto, non sono sufficienti, sono necessarie ma non ancora sufficienti per dare una risposta più celere e completa, hanno permesso comunque di mantenere l’offerta di accesso all’ambulatorio e di potenziarne le attività.
Nel primo quadrimestre 2024 – abbiamo fatto un controllo – le prestazioni più complesse, quelle per le quali ovviamente questo centro è deputato, hanno visto un aumento del 22 per cento di attività rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Quindi, ci stiamo avvicinando ad una produzione sanitaria che aumenta sempre più.
Inoltre, sono stati promossi incontri a livello territoriale, insieme ai pediatri di libera scelta dell’area metropolitana di Bologna, sia per migliorare l’appropriatezza prescrittiva sia con la progettualità di creare in futuro una rete metropolitana di allergologia pediatrica. Questo è molto importante, perché non tutti i casi che arrivano al Sant’Orsola, come mi testimoniavano oggi dalla Direzione generale, sono casi appropriati.
Infine, con l’aiuto di alcune associazioni che dedicano la loro attività a favore dei pazienti pediatrici, sono state finanziate due borse di studio per specialisti in ambito allergologico e pneumologico, aree cliniche tra di loro strettamente affini, motivo per cui si sta avviando il reclutamento dei professionisti che saranno coinvolti in un ulteriore potenziamento dell’offerta per la presa in carico dei pazienti complessi presso il Policlinico Sant’Orsola.
Ho conferito proprio anche questa mattina con la direttrice generale Gibertoni, dandole sostanzialmente il mandato anche di arrivare, in attesa che si verifichino implementazioni strutturali della pianta organica, a delle soluzioni che possano essere in qualche modo costruite anche a tempo determinato, ma con un profilo adeguato alle tematiche che si affrontano in quel centro specializzato.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Donini. Consigliera Castaldini.
CASTALDINI: Sono molto contenta di essere motivo di attenzione. Dopo c’è un passaggio successivo, che è quello che, oltre a comprendere l’ampiezza degli argomenti, c’è la parte risolutiva. La campagna elettorale è sempre benedetta, perché, in un certo senso, dà delle risposte e fa guardare gli aspetti a volte anche in maniera bipartisan.
Temo che in questa risoluzione, che aspettiamo soprattutto per avere personale stabile rispetto a questo problema, ci sia il grande tema ovvero il fatto che la Regione Emilia-Romagna andrà a elezioni. La mia preoccupazione, che ho sempre dichiarato, è di una non possibilità di approvare il bilancio e forse anche una lentezza di assumere decisioni perché si entrerà in un ambito ordinario, e questo mi preoccupa. Però, visto il rapporto ormai di cinque anni che ci lega, caro assessore, sono certa che si troverà a breve, prima dell’estate, una soluzione soprattutto per rendere stabile almeno una persona e per affrontare i casi più gravi. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.
Interrogazione oggetto 8416 - Ritiro
PRESIDENTE (Petitti): L'interrogazione 8416 a prima firma Amico è stata ritirata.
OGGETTO 8406
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda condurre un confronto con i dirigenti del nuovo Gruppo Industriale del Trasporto pubblico locale, al fine di garantire che i mezzi modenesi siano sicuri e rispettino gli standard di sicurezza e di manutenzione. A firma del Consigliere: Cuoghi
PRESIDENTE (Petitti): Siamo all’interrogazione 8406: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula per sapere se la Giunta intenda condurre un confronto con i dirigenti del nuovo Gruppo Industriale del Trasporto pubblico locale, al fine di garantire che i mezzi modenesi siano sicuri e rispettino gli standard di sicurezza e di manutenzione.
L'interrogazione è a firma del consigliere Cuoghi.
Prego, consigliere.
CUOGHI: Grazie, presidente.
Questa interrogazione viene presentata a seguito di un paio di eventi che si sono verificati la settimana scorsa di incendi su autobus, in particolare della flotta chiamiamola ex Seta, ora gruppo industriale TPL, che sappiamo essere in procinto di fondersi con TPER, quindi di diventare a tutti gli effetti parte della flotta regionale.
Due episodi accaduti a distanza di poco tempo, ma che si sommano ad altri episodi accaduti nel tempo, che risultano essere non così rari, quindi autobus che per scarsa manutenzione forse, per usura oltre il limite, per carenza di controlli arrivano a surriscaldarsi in alcune parti relative magari più al motore, e da lì le fiamme si propagano.
Crediamo che nell'ottica anche di questa fusione con la flotta TPER sia necessario da parte della Regione accertarsi che le norme di sicurezza di questi automezzi vengano rispettate e di come vengano fatte rispettare; quindi, anche del perché avvengano questi episodi.
Con questa interrogazione chiediamo se sia stata fatta luce su questo o si intenda farla. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.
Risponde l’assessore Corsini. Prego.
CORSINI, assessore: Grazie, presidente, grazie al consigliere Cuoghi.
In merito alla richiesta effettuata alla Giunta regionale, se la Giunta stessa ritenga opportuno un confronto con i dirigenti del futuro gruppo industriale del TPL per ottenere la legittima garanzia che i mezzi che circolano sul territorio modenese, ma io dico ovviamente su tutto il territorio dell’area di riferimento di Seta, siano sicuri e rispettano gli standard di sicurezza, devo premettere alcuni dati in merito al rinnovo del parco rotabili su gomma nel bacino modenese, perché rende l’idea del processo in corso.
Al 31.12.2022 i mezzi per il servizio TPL gomma del bacino di Modena sono 404, con un’età media di 10,8 anni. Età media che un anno dopo, quindi al 31.12.2023 si è ridotta a 9,9 anni in funzione del consistente piano di rinnovo che si sta attuando in tutti i bacini provinciali, quindi anche in quello modenese.
Per quanto riguarda le risorse messe in campo al 2023 per il rinnovo del parco rotabili TPL gomma sul territorio di Modena, le risorse in campo sono pari a oltre 83,7 milioni per la messa in servizio di 285 nuovi rotabili che corrispondono al 70,5 per cento dei mezzi rinnovati sul totale attuale, quindi una percentuale molto elevata. In particolare, per quanto riguarda i finanziamenti per il rinnovo del parco rotabili TPL in capo alla Regione sul territorio di Modena, do conto della seguente situazione: 29.422.000 euro e rotti sono le risorse già assegnate al territorio modenese dalla Regione per le annualità che vanno dal 2018 al 2033, perché il piano di rinnovo del materiale rotabile sulla base della direttiva del Ministero va dal 2018 al 2033. Oltre a questi, vanno aggiunti 19,5 milioni di euro che è il cofinanziamento previsto da Seta; 193 sono i mezzi programmati complessivamente nei piani di investimento.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione, è il seguente: 73 mezzi immessi in servizio al 31.12.2023, 32 nuovi mezzi previsti immessi in servizio al 31.12.2024. Pertanto, alla fine del 2024 è prevista un’attuazione del 55 per cento del complessivo programmato sul periodo 2018-2033.
Alle risorse in capo alla Regione, che sono quelle che ho appena citato, si aggiungono per Modena anche le risorse per le città ad alto inquinamento, per le città superiori ai 100.000 abitanti e le risorse del PNRR alle città che vengono assegnate non tramite la Regione ma direttamente dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che per i territori del bacino modenese ammontano a quasi 35 milioni di euro.
Questo consistente rinnovo, reso possibile dalle ingenti risorse pubbliche, con orizzonte pluriennale, messe a disposizione dei territori, consente di ottenere l’abbassamento dell’età media del parco rotabili, che viene progressivamente dotato di nuovi mezzi più efficienti e corrispondenti agli standard più moderni anche di sicurezza, di dismettere quindi quelli più obsoleti e inquinanti, producendo per l’utenza e il miglioramento concreto di qualità e confort del servizio e un beneficio ambientale in termini di qualità dell’aria.
Per quanto riguarda invece l’interlocuzione con il gruppo industriale del TPL, preciso che questo gruppo non è ancora costituito, in quanto è stato condiviso tra tutti gli enti soci delle tre aziende, quindi Tper, Seta e Start, il percorso di avvio alla costituzione del gruppo, mediante il protocollo d’intesa che dà il via, appunto, a questo percorso, approvato dalla Giunta regionale nel 2024 e in fase di approvazione da parte degli enti per la sottoscrizione dello stesso. Ormai tutti gli enti hanno deliberato.
Pertanto, l’interlocuzione relativa alla tematica dovrà naturalmente essere ricondotta agli attuali vertici aziendali delle aziende coinvolte e quindi agli attuali vertici aziendali di Seta, nel caso specifico. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Corsini.
Consigliere Cuoghi, prego.
CUOGHI: Grazie, presidente. Ringrazio l’assessore per la risposta e per i dati che ci ha fornito. Sicuramente questi investimenti che sono stati presentati sono importanti e sono utili per arrivare a rinnovare il parco mezzi e quindi a renderlo anche più sicuro. Certo è che non possiamo aspettare fino al 2033 per poter far viaggiare in sicurezza i nostri cittadini. Ricordiamo che molti di questi sono autobus di linea, ma sono comunque utilizzati anche da studenti, sono utilizzati da persone anziane, sono utilizzati da persone che potrebbero anche fare fatica a scappare dalle fiamme.
Ecco, quindi è molto, molto importante che questa situazione venga affrontata, che venga affrontata con Seta, con TPL, con Tper. Insomma, l’importante è che venga affrontata con chi in ogni momento gestisce o gestirà quello che è il servizio di trasporto pubblico, non solo nella provincia di Modena. Parlo delle tre province servite da Seta in particolare, ma più avanti sarà per tutta quanta l’Emilia-Romagna.
È importante seguire queste cose fin da ora e quindi cercare e fare in modo… Non attendere il completamento dei piani di rinnovo, ma mettere in sicurezza gli automezzi fin da adesso; quindi, far girare meno gli automezzi più vecchi, fare qualche modifica tecnica, se è da portare, va apportata, qualche dispositivo di sicurezza in più, se manca, va ripristinato.
Per questo non sono completamente soddisfatto della risposta grazie. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8413
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul Protocollo d’Intesa Bologna Montana, per la promozione e lo sviluppo turistico culturale del territorio dell’Appennino bolognese. A firma del Consigliere: Mastacchi
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Passiamo adesso all’interrogazione 8413: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sul Protocollo d’Intesa Bologna Montana, per la promozione e lo sviluppo turistico culturale del territorio dell’Appennino bolognese.
L’interrogazione è a firma del consigliere Mastacchi.
Prego, consigliere.
MASTACCHI: Grazie, presidente.
Parliamo di Bologna Montana, un protocollo d’intesa che è stato stipulato fra diversi Comuni dell’Appennino bolognese, nello specifico Loiano, Monghidoro, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro, dalle due Unioni, Appennino Bolognese e Savena Idice, da Confcooperative Bologna, dal gruppo di studi Savena Setta Sambro, protocollo d’intesa finalizzato allo sviluppo del territorio e alla promozione di attività culturali, turistiche, eccetera.
Il protocollo ha avuto un buon successo, sono state sviluppate delle attività, tanto che, dopo qualche anno, ulteriori tre Comuni hanno deciso di aderire a questo protocollo. Si sono infatti aggiunti il Comune di Pianoro, di Monterenzio, di Castiglione dei Pepoli.
La finalità dell’intesa è la promozione e la valorizzazione del territorio dei Comuni interessati, per fini turistici, dal punto di vista storico, culturale, paesaggistico, ambientale ed archeologico, in quanto il territorio è ricco di peculiarità e risorse naturali.
Nel 2020, uno dei progetti più importanti che hanno preso sviluppo è stato un progetto sull’attività con le mountain bike sviluppato nel Comune di Loiano, si chiama BOMBA, l’acronimo di Mountain Bike Bologna Montana Bike Area, progetto che favorisce la pratica sportiva all’aperto in un’ottica di sostenibilità, per promuovere lo sport, l’aggregazione fra attività di disabili e normodotati, l’attività sportiva dei giovani e degli adulti.
La montagna sta diventando sempre di più una scelta opzionata dal punto di vista turistico e culturale. Lo dimostrano i vari Cammini che sono in quell’area, in particolare la Via degli Dei, che sta sviluppando dei numeri, è un'attrazione molto importante con migliaia di presenze, che hanno dato la possibilità alle attività ricettive di quel territorio, alle attività commerciali di riprendere un’attività molto positiva rispetto al passato.
Visto che in montagna non è possibile sviluppare attività industriali, anche per effetto delle varie pianificazioni che abbiamo, per cui a parte chi è già insediato, non possiamo aggiungere ulteriori attività, credo che l’unica possibilità che la montagna ha è quella dello sviluppo legato al turismo e alla cultura, e le potenzialità, come ho detto prima, sono enormi.
Il 1° giugno verrà inaugurato un altro tassello di questa attività che è il Bologna Montana Alto Trail. È un circuito, un cammino che anziché attraversare il territorio e lasciare solo il passaggio a dei camminatori, è un anello che collega tutti i vari Comuni, quasi la totalità dei Comuni che ho citato, che darà la possibilità ai camminatori di rimanere sul territorio, quindi con la possibilità di dare un ulteriore sviluppo a questo territorio.
Sarà un percorso di circa 100 chilometri, e sarà caratterizzato dal fatto che oltre al cammino classico sul percorso, ci saranno tappe, con installazioni già in parte fatte, che verranno realizzate anche nei prossimi anni, di opere d’arte attorno alle quali potranno essere realizzate delle attività anche culturali, degli spettacoli, eccetera. Quindi, si potrà coniugare il cammino con arte, cultura, eccetera.
Lei, assessore, che è assessore alla montagna, sa bene di cosa stiamo parlando e conosce bene questi argomenti. Quindi, la mia domanda, visto l’approssimarsi della fine della nostra legislatura, che pare che sia anche più vicina di quello che sarebbe dovuta essere, le chiedo se intende, e in che modo, nel caso, sostenere Bologna montana anche in vista dell’imminente inaugurazione, i primi di giugno, appunto, di Bologna Montana per dare sviluppo e futuro all’Appennino, promuovendo e finanziando progetti diretti alla promozione turistico-culturale, per incentivare la frequentazione e migliorare le conoscenze naturalistiche del nostro territorio.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.
Risponde l’assessore Taruffi, prego.
TARUFFI, assessore: Grazie, presidente, ringrazio anche il consigliere Mastacchi per l’interrogazione, che ci dà modo di tornare su un tema per noi così importante che è la promozione del territorio dell’Appennino attraverso gli strumenti e le modalità che abbiamo.
Nella sua interrogazione il consigliere faceva riferimento anche alla necessità di puntare in particolar modo su turismo, cultura, bellezze paesaggistiche, e su questo non c’è ombra di dubbio, esistono anche gli insediamenti industriali, che il consigliere Mastacchi conosce bene e che ovviamente siamo impegnati a tutelare e, dove è possibile, a rilanciare, perché non dimentichiamoci mai che l’Appennino vive sia sulla parte turistica e culturale, e deve vivere sempre di più su questi, ma anche sulla parte del tessuto industriale che è presente nel territorio, anche se non nello stesso modo, magari nelle valli in questo caso dell’Appennino bolognese.
Comunque, al netto di questa digressione, sono a confermare la piena disponibilità della Giunta a intervenire per promuovere e valorizzare le esperienze, a partire da Bologna Montana a cui faceva riferimento il consigliere Mastacchi, sia perché la progettualità riguarda diversi Comuni, riguarda due Unioni di Comuni. Progetti che vengono sostenuti da più amministrazioni comunali e addirittura da più Unioni non possono che trovare il nostro apprezzamento e il nostro sostegno, perché sappiamo quanto sia difficile, in particolar modo, lo dobbiamo ammettere, nelle aree montane, mettere insieme.
Dove ci sono magari territori un po’ frammentati dal punto di vista amministrativo, non sempre è semplicissimo farli lavorare insieme. Non sempre si trovano le giuste e le opportune convergenze per trovare le progettualità comuni. In questo caso lo si è fatto. Lo si è fatto, direi, in modo positivo, come più in generale in altre esperienze che riguardano, anche su quel territorio, le strategie territoriali, le STAMI, che hanno visto la collaborazione di tante, di tutte le amministrazioni comunali coinvolte che lei citava, insieme ad altre ovviamente.
Nel confermare, appunto, la piena disponibilità da parte nostra a intervenire e sostenere anche economicamente, ovviamente si intende, questa realtà attraverso gli strumenti che in parte possono essere le strategie territoriali che dicevo prima, le STAMI e la legge n. 5 del 2018 - gli strumenti che lei ricordava, le finalità che lei ricordava sono ricomprese anche all’interno di quella legislazione – e più in generale gli strumenti di promo-valorizzazione del territorio che abbiamo, insieme all’Assessorato al turismo, messo in campo in questi anni…
Per cui c’è piena disponibilità nel farlo anche in tempi rapidi, rispetto alla possibile, probabile fine leggermente anticipata della legislatura. Quindi, a maggior ragione, dovremmo già nelle prossime settimane… Da questo punto di vista le do piena disponibilità a trovare il modo per valorizzare queste esperienze, che per noi sono sicuramente positive. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Taruffi. Consigliere Mastacchi.
MASTACCHI: Grazie, assessore. Mi fa molto piacere, sono molto soddisfatto del fatto che lei abbia recepito il messaggio e della sua disponibilità ad intervenire, vista anche l’imminente inaugurazione di questo percorso, che io ritengo che sarà una svolta per quei territori, quindi la sua conferma mi gratifica molto e credo che anche i territori saranno molto soddisfatti di questo.
Come ha ben detto lei, parliamo di due Unioni che si accavallano fra loro, e in questo momento di ben 7 Comuni, e credo che il valore aggiunto molto importante sia quello che, come lei ha detto correttamente, è un’esperienza positiva che coinvolge non solo le Istituzioni, ma è un lavoro che è stato fatto positivamente in collaborazione anche con i privati, cosa che, come sappiamo, non è facile, perché mettere assieme tante entità e tanti Enti pubblici è sempre stata un’operazione molto complicata.
Qui, visto che c’è terreno fertile, credo che l’intervento della Regione possa dare veramente una sorta di colpo di reni, che consentirà a quel territorio di fare un ulteriore salto in avanti rispetto a questi argomenti, per cui grazie ancora.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8420
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul rifinanziamento del bando per l’accesso ai contributi di cui al programma speciale di investimento dedicato alla cultura sportiva, all’impiantistica e alle attività del tempo libero previsto dalla Legge regionale n. 5/2018 “Norme in materia di interventi territoriali per lo sviluppo integrato degli ambiti locali”. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Pompignoli, Occhi, Catellani, Delmonte, Bergamini, Rancan, Stragliati, Marchetti Daniele, Bargi, Liverani
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 8420: Interrogazione di attualità a risposta immediata in aula sul rifinanziamento del bando per l’accesso ai contributi di cui al programma speciale di investimento dedicato alla cultura sportiva, all’impiantistica e alle attività del tempo libero previsto dalla Legge regionale n. 5/2018 “Norme in materia di interventi territoriali per lo sviluppo integrato degli ambiti locali”.
L'interrogazione è a firma di vari consiglieri.
Passo la parola alla consigliera Catellani.
Prego, consigliera.
CATELLANI: Grazie, presidente.
L’odierna richiesta attiene alla delibera n. 373 del 14 marzo 2022, con la quale la Giunta ha indetto un avviso per manifestazione di interesse per l’accesso ai contributi dedicati alla cultura sportiva.
Siamo nell’ambito della legge regionale n. 5 del 2018, 243 erano le istanze ammesse, selezionate 29 per la fase negoziale, risorse disponibili per il periodo 2022-2026.
Il 19 dicembre 2023, collegato all’approvazione del bilancio, vi è stato un ordine del giorno, approvato peraltro all’unanimità, nel quale si impegnava la Giunta a individuare risorse per dare seguito a questa graduatoria per i soggetti non finanziati in prima istanza.
È inutile ribadire chiaramente l’importanza dei progetti speciali per lo sviluppo anche della cultura sportiva e dell’impiantistica sportiva. Chiediamo se nel prossimo assestamento intendete dare seguito all’impegno assunto con risorse o emerse dal riaccertamento oppure con risorse ulteriori. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere.
Risponde il sottosegretario Baruffi, prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Ringrazio anche i consiglieri interroganti per aver riportato all’attenzione dell’aula un impegno, che era stato sancito qui, circa la possibilità di recuperare ulteriori progetti dal bando a suo tempo realizzato per l’impiantistica sportiva.
Siamo in un ambito precedente a quello della nuova programmazione degli FSC. Vorrei ricordare, per precisione, che non stiamo parlando di una graduatoria, ma muovendoci nell’ambito della legge 5, di una programmazione negoziata, che ha dato luogo, attraverso criteri definiti, alla selezione di un parco progetti, e dentro questa selezione di un parco progetti (direi 29 interventi selezionati) ne sono stati finanziati 19 attraverso risorse rinvenienti dal Fondo sviluppo e coesione, e poi, successivamente, 5 nell’ambito della programmazione di investimenti, ex articolo 134 della legge 145 del 2018.
Noi intendiamo procedere in questa direzione, come annunciato, quindi stiamo predisponendo le misure necessarie, con analoghe fonti di finanziamento FSC, articolo 134 di quella legge, per le annualità 2025-2026 a completare il finanziamento anche degli altri progetti restanti, che sono 5, quindi a dare attuazione a questa misura prima della conclusione della legislatura, per dare certezza a questi Comuni e non mettere in competizione questi progetti con quelli del nuovo bando Sport che saranno realizzati.
Ne abbiamo discusso con il consigliere di Presidenza Manghi, anche nelle giornate precedenti, e siamo disponibili naturalmente ad un confronto per verificare le modalità e la tempistica con cui si procederà a dare una risposta che era stata a più riprese sollecitata, non da ultimo con l’atto di indirizzo che la consigliera interrogante ricordava.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliera Catellani.
CATELLANI: Grazie, presidente, ringrazio anche Baruffi.
Perfetto. Ovviamente noi accettiamo di buon grado il confronto per vedere anche i termini e la prosecuzione dei progetti che erano in elenco.
Quindi, per il momento dico grazie.
OGGETTO 8422
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al risarcimento dei beni mobili alluvionati, ad un anno dagli eventi catastrofali che hanno colpito l’Emilia-Romagna. A firma dei Consiglieri: Rontini, Caliandro, Mori, Costi, Dalfiume
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interrogazione 8422: interrogazione di attualità a risposta immediata in aula in merito al risarcimento dei beni mobili alluvionati, ad un anno dagli eventi catastrofali che hanno colpito l’Emilia-Romagna. L’interrogazione è a firma dei consiglieri Rontini, Caliandro e Mori.
Prego, consigliera Rontini.
RONTINI: Grazie, presidente.
Prima di andare al merito dell’interrogazione, specifico che è con un po’ di imbarazzo che questa mattina, a più di un anno dagli eventi alluvionali, mi ritrovo in quest’aula a porre temi che sono stati oggetto del confronto, del dibattito di tutti questi mesi. Penso che sia altresì doveroso farlo e continuare a porre l’attenzione su quello che è successo fino a che non avremo ottenuto il pieno risarcimento al 100 per cento, così come promesso all’indomani degli eventi dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Come ricorderà l’aula prima il 2 e 3 maggio, poi il 16 e 17 dello stesso mese si sono riversati nell’areale più colpito, circa 800 chilometri quadrati di territorio, 350 milioni di metri cubi di acqua, fenomeno che ha interessato un centinaio di Comuni di sette diverse province, con una attenzione più importante sulla Romagna. È stata definita la terza catastrofe a livello mondiale del 2023 e ha portato con sé un bilancio pesantissimo: 17 vittime, 20.000 persone sfollate e danni certificati dall’Unione europea e dallo stesso Governo per 8,5 miliardi di euro.
Ecco, ad oggi, come anticipavo in premessa, a fronte di tutto ciò, i beni mobili ancora non sono tra quelli indennizzabili e il credito d’imposta non è stato attivato. Per questo c’è molta frustrazione, frustrazione che, diciamo così, i cittadini, le persone, le famiglie e le imprese vivono per la lentezza e per la complessità burocratica del processo di accesso agli indennizzi, specie per quanto riguarda i privati e le famiglie, perché per le opere pubbliche, va riconosciuto, sono stati messi immediatamente a disposizione della struttura commissariale, da parte del Governo 2,5 miliardi di euro in tre anni, una somma considerevole, mentre per i privati il commissario ha una disponibilità di 600 milioni di euro, del tutto insufficiente per quelle che sono e saranno le domande.
Il processo di ricostruzione, quindi, ha evidenziato fragilità sociali e un aumento delle disuguaglianze. Chi aveva risorse economiche ha potuto ricostruire autonomamente, mentre chi non le aveva è rimasto senza supporto. Visto che è stato oggetto di diversi – almeno due – incontri con la struttura commissariale, ne approfitto per portare all’attenzione un tema particolare, di cui in quest’aula non abbiamo mai parlato, che riguarda le aziende alluvionate che svolgevano la propria attività in sedi in affitto, hanno subito danni ad arredi, macchinari e scorte e successivamente hanno trasferito la propria sede in altro luogo.
Io, ad esempio, ho chiarissimo il caso di un’attività di ristorazione nel centro di Faenza, che era in affitto in un immobile dichiarato inagibile, si è spostata nello stesso centro storico di Faenza di poche centinaia di metri e ad oggi questo caso non è ricompreso nelle ordinanze e in particolare nell’ordinanza che riguarda le imprese come caso risarcibile, proprio a seguito del dovuto trasferimento.
Del resto, è la stessa struttura che con i piani speciali, con la moratoria, con gli atti che spero saranno oggetto di dibattito anche in quest’Aula sta chiedendo, laddove ci sono aree allagate, di poter trasferire le abitazioni, trasferire le imprese, mentre qui stiamo parlando di un’azienda che aveva sede in un luogo dichiarato inagibile che si sposta di qualche centinaio di metri e oggi non ha accesso ai risarcimenti.
Nei giorni scorsi il Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti ha anticipato che il Governo ha trovato le coperture e il provvedimento per il risarcimento dei beni mobili alluvionati questa settimana andrà in Consiglio dei ministri per l’approvazione. Pare che venga stabilita quella quota forfettaria per vano, con una quota maggiore per la cucina, visto il costo degli arredi.
Oggi interrogo la Giunta per sapere se abbia evidenza formale di questo impegno, posto che lo stesso Commissario Figliuolo aveva anticipato di aver sottoposto alla Presidenza del Consiglio degli emendamenti in tal senso, e chiedo alla stessa di continuare a vigilare in tutte le sedi istituzionali, affinché il Governo dia seguito a quanto promesso di indennizzare i beni mobili alluvionati e alla promessa di attivare il credito d’imposta, che potrà consentire anche alle famiglie fragili e alle imprese meno robuste di ripartire.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Rontini.
Risponde il sottosegretario Baruffi, prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente. Ringrazio la consigliera Rontini per aver riportato all’attenzione della Giunta e dell’aula ancora una volta questo tema annoso, che da un anno è oggetto di rivendicazione da parte dei cittadini e delle rappresentanze istituzionali del territorio e, ad oggi, di diniego da parte di Governo e Parlamento.
Voglio ricordare che la legittima aspettativa maturata da parte delle comunità e dei cittadini coinvolti dall’alluvione che hanno visto devastate le proprie abitazioni – mi concentro su questo punto specifico del quesito - rispetto ai beni mobili è maturata, e io aggiungerei sacrosanta, perché così il Governo si è espresso a più riprese a partire dalla presidente del Consiglio dei Ministri.
Questa sollecitazione è contenuta non solo nelle istanze che sono state portate fin dal primo minuto a Chigi dalla Regione, dai sindaci e dalle rappresentanze sociali, ma anche in puntuali proposte emendative che a più riprese abbiamo formulato e trasmesso al Governo e al Parlamento per ogni veicolo normativo che nel corso degli ultimi 12 mesi è transitato dal Consiglio dei ministri all’aula. Emendamenti tutti respinti.
Sappiamo che anche il commissario Figliuolo si è fatto parte diligente nel sollecitare questa iniziativa e confermo che nelle ordinanze del commissario, su cui è stata data l’intesa del presidente Bonaccini, pur non essendo ricompresi beni mobili tra quelli finanziabili, rientrano tra quelli periziabili, proprio per semplificare la vita alle persone nell’aspettativa che maturasse la risposta positiva a questa questione.
Noi siamo di fronte ad un annuncio, l’ennesimo. Voglio credere che questa sia la volta buona e sarebbe naturalmente una notizia positiva e benvenuta come risposta.
Non abbiamo contezza dei termini della questione se non per quanto abbiamo ascoltato in presa diretta il 16 maggio dalle parole del Viceministro a un evento a Bologna.
Sono tanti gli elementi di attenzione e di problematicità che permangono.
La prima questione ha a che fare con le risorse. Si tratta di capire quante risorse accompagneranno questo provvedimento. Ad oggi meno di un miliardo e mezzo è stato stanziato per il risarcimento dei beni privati. Ricordo che la quantificazione concordata con il Governo e trasmessa a Bruxelles è di 4 miliardi. La nostra aspettativa è che questa norma sia accompagnata con una dotazione di 2 miliardi e mezzo, se non ci sono due miliardi e mezzo il problema non è risolto.
La seconda questione ha a che fare con la natura dei beni. Abbiamo sentito parlare di beni immobili e non abbiamo, ad esempio, sentito parlare di beni immobili registrati. Non ho bisogno di spiegare a lei, consigliera, di che portata è stato l’impatto sui beni immobili registrati e del perché, devo dire in modo pressoché unanime, questa Assemblea ha ritenuto di farsi parte diligente impiegando le risorse delle erogazioni liberali per dare una prima forma di sostegno alle famiglie in questa direzione.
Da ultimo, non abbiamo contezza sui tempi e gli strumenti che attiverebbero anche l’estensione ai beni mobili. In via generale, l’aspettativa sarebbe quella di utilizzare lo strumento, l’istituto del credito d’imposta. Io segnalo che il credito d’imposta, arrivato ad essere legge dello Stato tardivamente, cioè dal 1° gennaio del 2024 con la legge di bilancio, ad oggi è lettera morta. Ad oggi è lettera morta, perché nessuno dei provvedimenti attuativi che il Governo deve mettere in campo per rendere operativo quello strumento è stato utilizzato. Quindi, esiste nella legge dello Stato, ma non c’è il decreto del Ministero, non c’è l’accordo con Cassa depositi e prestiti, non c’è l’accordo con le banche.
Ecco, non vorrei che ci trovassimo domani nella stessa situazione di avere allargato potenzialmente anche a questi beni, ma non avere le risorse, non avere l’istituto pronto e quant’altro. Noi non abbiamo ricevuto segnalazioni ad oggi da parte del Governo; quindi, non posso dare elementi di contezza. Per quanto riguarda la nostra iniziativa, continuerà a essere pressante perché finalmente a questo impegno si dia corso. Benissimo se ci sarà il decreto questa settimana e se ci sarà chiesta anche una valutazione perché sia costruito nel modo più confacente, affinché concretamente queste risorse arrivino nelle famiglie perché, ripeto, non è sufficiente annunciare. Bisogna anche fare in modo che poi le risorse arrivino concretamente ai beneficiari attesi e definiti dalla norma stessa.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario. Consigliera Rontini.
RONTINI: Grazie, presidente. Sarò telegrafica, perché ho visto che ho finito il tempo. Mi preoccupa il fatto che la Giunta e il presidente Bonaccini, che è vicecommissario, lo voglio ricordare, alla ricostruzione post-alluvione, non abbia contesta formale né dei tempi né dei modi relativi al tema del risarcimento dei beni mobili alluvionati. Auspico anch’io, come lo stesso sottosegretario, che ringrazio, che la dichiarazione del viceministro non sia l’ennesimo annuncio, ma sia la volta buona per dare risposte su beni mobili, su quelli mobili registrati e sul credito d’imposta a famiglie e imprese, che ne hanno tanto bisogno.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8418
Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al ruolo di Lepida e alla sicurezza informatica dei dati sanitari dei cittadini. A firma della Consigliera: Gibertoni
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interrogazione, la n. 8.418, interrogazione di attualità a risposta immediata in aula relativa al ruolo di Lepida e alla sicurezza informatica dei dati sanitari dei cittadini. L’interrogazione è a firma della consigliera Gibertoni.
Prego, consigliera.
GIBERTONI: Grazie, presidente.
Buongiorno, assessora Salomoni. La notizia drammatica è che Lepida non ha fatto i necessari e sufficienti test per la protezione delle infrastrutture (parliamo di un’infrastruttura critica in questo caso) delle applicazioni sociosanitarie nel biennio 2022-2023, e questo ha portato al data breach dell’ASL di Modena di novembre 2023.
Un caso incredibile, un caso da manuale esattamente di quello che non si dovrebbe fare, un caso di studio quasi, evitando di fare test di vulnerability, pentest, anche quelli più passivi, le scansioni automatizzate, e questo io l’ho tratto dalle vostre non risposte negli ultimi sei mesi (abbiamo avuto risposta a interrogazioni dell’assessorato di Donini), dalle contraddizioni con cui avete evitato di rispondere, dicendo prima che era colpa di qualcuno, poi che era colpa di qualcun altro, e dal rifiuto di venerdì alla mia domanda di ricevere prova che questi test erano stati fatti.
Questo rifiuto non è stato neanche motivato, addirittura vi siete presi quasi un mese per rispondere a un accesso agli atti a cui si risponde normalmente in meno di sette giorni; quindi, le meningi hanno lavorato un mese e poi hanno prodotto questa roba qui, che è assolutamente vergognosa, firmata dal dirigente Frieri, che in un mese ha prodotto semplicemente l’idea di dire “non vi do i dati, perché questo esporrebbe le piattaforme regionali a un forte rischio per la sicurezza”.
Chi ha esposto le piattaforme regionali ad un forte rischio per la sicurezza, che poi è sfociato in un data breach sulla pelle dei cittadini, con furto di dati che sono finiti dappertutto, dice “io non posso dimostrarvi che noi abbiamo curato la sicurezza, perché altrimenti esporremmo le piattaforme a un forte rischio per la sicurezza”. Questo fa sicuramente ridere, perché se ci mettete un mese a produrre un foglio del genere, capisco il coraggio di firmarlo, perché per firmarlo ci vuole un mese per farsi coraggio, però si dovrebbe studiare un po’ di più per dare informazioni di questo tipo a un consigliere, e studiare Regolamento e Statuto, che dicono che, invece, questi dati mi sono dovuti, in forma riservata o nelle modalità che voi vorrete, ma questi dati mi sono dovuti.
Ovviamente, quindi, questa cosa non può finire qui, i dati in qualche modo dovrete condividerli e dovrete arrivare a dimostrare quello che in realtà non è dimostrabile, perché secondo me a questo punto o Lepida non conosce i propri sistemi informatici oppure giudica la tutela dei dati dei cittadini non prioritaria.
Devo pensare quindi che ci sia una dirigenza disattenta e non aggiornata, però Lepida ha centinaia di dipendenti, mi sembra che abbia quasi 700 dipendenti, se non sbaglio, e statisticamente è impossibile che siano tutti incompetenti, quindi non oso pensare alla sofferenza dei competenti che si trovano in una situazione di tale disorganizzazione, che porta a mancanze e inadempienze di questo tipo - ripeto - sulla pelle e sulla privacy dei cittadini, sulla loro autodeterminazione rispetto al tema sanitario, sulla loro libertà e sul rispetto dei loro diritti, tutte cose che sono state sottovalutate da ben tre soggetti che fanno capo sempre allo stesso: voi, la Regione; l’ASL di Modena, in questo caso l’ASL di Modena ma di servizi ce ne sono stati più o meno in tutta la Regione, quindi anche in altre ASL; e Lepida, un’azienda di centinaia di dipendenti che non è stata in grado di gestire assolutamente la protezione dell’infrastruttura.
Poi ci si può arrampicare sugli specchi dicendo che concede l’infrastruttura ma non si occupa dei dati, ma questo ovviamente non è credibile, perché le due cose non sono spacchettabili. Gestisci l’infrastruttura, proteggi l’infrastruttura critica, le due cose vanno insieme. Siete sempre voi, peraltro, Regione e tre soggetti che fanno capo sempre allo stesso soggetto.
Chi sono allora gli incapaci? La Regione? L’incapace è l’ASL di Modena? Gli incapaci sono Lepida?
Io penso che ci sia stata una fortissima sottovalutazione nonostante anche il Garante nazionale dei dati personali abbia più volte richiamato gli Enti, tra cui l’Emilia-Romagna, che evidentemente non ha ascoltato nessuno, alla rischiosità in particolare dei dati sanitari, che sono quelli più presi di mira da questo tipo di attacchi.
Evidentemente, la Regione Emilia-Romagna diceva: noi ci possiamo permettere di sottovalutarlo, tanto sono dati dei cittadini. Oppure, cosa avete pensato? Non avete avuto chiara una lista di priorità.
Certo che questo tipo di sottovalutazione ha anche una traduzione in termini colloquiali, si chiama menefreghismo. Che poi questo menefreghismo sia addirittura condiviso da ben tre soggetti così tanto importanti, Regione, Lepida e ASL, ci fa preoccupare come cittadini dell’Emilia-Romagna, ci fa preoccupare tantissimo.
Che quando si chiede di capire ci si dica non vi diciamo niente e quindi si ha la netta impressione che ci siano tre soggetti che stanno coprendo l’uno con l’altro perché sono tutti e tre colpevoli di questa brutta storia, sono tutti e tre assolutamente colpevoli, quindi evidentemente la loro strategia è: copriamoci uno con l’altro.
Cosa devo pensare? Devo pensare che Lepida è un poltronificio? Io ascolto la sua risposta, assessore, poi la commenteremo.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.
Prego, assessora Salomoni.
SALOMONI, assessora: Grazie, presidente, e grazie consigliera.
Mi permetto di dire che si sta parlando di una tematica molto complessa. Io mi rendo conto che nel semplificarla si rischia poi di entrare in una logica semplicistica in cui tutto è tutto e nulla è nulla. Vorrei evitare di entrare in questo tipo di discorso.
Per cui, comincerei con il dire che il caso che lei ha portato, perché stiamo parlando di un evento che si è verificato in novembre, specifico, è un evento in cui Lepida non è coinvolta.
Ci sono due diversi livelli: quello dell’infrastruttura tecnologica; e quello dei servizi e dei dati. Il livello dell’infrastruttura tecnologica è in mano a Lepida. Non nego che ci sono stati in novembre altri episodi che hanno coinvolto l’infrastruttura tecnologica ma non in particolare questo. In questo caso la conferma che l’attacco non ha Lepida tra le parti principali…
Perché poi in realtà Lepida ha provato a sostenere tutte le misure che si mettono in campo quando gli attacchi avvengono, ovviamente, a fianco dei partner con cui lavora, inclusa ovviamente la AUSL, ma la prova che non c’entra Lepida è che intanto l’attacco è stato limitato esclusivamente ai sistemi di una certa azienda. Se fosse stato un attacco a Lepida, avremmo avuto ben altre conseguenze. E poi è stata l’azienda a fare le denunce previsto da norma, perché questo è un ambito anche strettamente normato, consigliera. Quindi non è che c’è solo un approccio collaborativo, ma privo di regole. È un approccio, un ambito strettamente normato. Quindi tutte le denunce all’Agenzia nazionale per la cybersicurezza, alla Polizia postale, alla Prefettura, alla Questura, che sono tutte dovute proprio nel rispetto della tutela dei dati dei cittadini, sono state fatte tutte dall’AUSL di Modena.
Questo è a prova del fatto che non era parte gestore di nessuno… Né dei servizi; quindi, ne doveva rispondere del mancato servizio, né dei dati; quindi, doveva rispondere della tutela dei dati in nessun modo l’azienda in house. Questo è il primo punto su cui io vorrei essere chiara. Possiamo sempre dare la colpa di tutto a tutti, ma la tecnologia per fortuna, perché è una cosa di cui mi occupo e mi piace per questo, ha molte rigidità e quindi è molto chiaro chi fa cosa in un ambito come questo.
A questo punto mi sento di dire che dare i costi dettagliati con la precisione che lei ci ha chiesto, con le modalità che lei ha usato nell’articolo 30, rendendoli attraverso un articolo 30 in qualche modo diffusi, mette a rischio l’infrastruttura. Quindi, non è un lavoro fatto nella protezione del cittadino, ma è un lavoro che a tendere rischia di mostrare delle potenziali vulnerabilità a chi, ci tengo a dirlo perché il nemico è fuori, non è dentro, vuole in modo illecito penetrare nei sistemi, che siano questi di Regione, di Lepida o di un’azienda.
Detto questo, posso testimoniare che non è vero che non si fa nulla, tutt’altro. Cito tre cose. Abbiamo istituito uno CSIRT regionale, che ha ormai più di 50 partecipanti. Dentro questi 50 ci sono tutte le aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna e lo CSIRT è un luogo di coordinamento sulle politiche di sicurezza previsto dall’Agenzia nazionale per la cybersicurezza e che va coordinato a livello regionale. Quindi, su questo siamo molto allineati e con loro stiamo facendo una serie di azioni, che vanno dall’aumentare la consapevolezza dei rischi a identificare quali sono gli strumenti per ridurli al minimo possibile, perché, come lei ben sa, i rischi si riducono, ma non si possono mai cancellare completamente.
Abbiamo partecipato a un bando PNRR, che prevede tra l’altro, all’interno delle azioni che stiamo facendo e ci siamo impegnati a fare, un insieme di servizi specifici sull’ambito sanitario, sia per quelle attività che sono gestite direttamente dalle aziende che per quelle che invece dipendono dalla Direzione generale sanità, quindi sono fondamentalmente regionali, e stiamo lavorando anche in questo senso.
Infine, le ricordo che abbiamo firmato un accordo con la Polizia di Stato, in particolare con la Polizia postale, proprio per costruire una rete intorno a noi, perché è una rete di protezione positiva quella che può ridurre il più possibile le aggressioni e i risultati negativi sui cittadini di queste aggressioni.
Confermo da parte della Giunta la piena fiducia in Lepida e anche nella parte della struttura regionale che presidia la cyber sicurezza, una parte che si sta ulteriormente strutturando ma che è fatta di persone straordinariamente competenti.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessora Salomoni.
Consigliera Gibertoni, prego.
GIBERTONI: Voi non date i dati, perché Lepida non ha fatto vulnerability assessment e pentest, non ne ha fatti a sufficienza e i dati non li volete dare, altrimenti, assessora Salmoni, li avreste dati almeno in forma generale; invece, non me li avete dati neanche in forma generale. Neanche parlate della frequenza di quei test, perché nel biennio 2022-2023 non li avete fatti. Che poi oggi vi copriate a vicenda a me dispiace per i cittadini.
Chiudo dicendole che se Lepida fornisce l’infrastruttura e se Lepida fornisce la rete, non lo ha saputo fare evidentemente nel modo corretto, perché se Lepida fornisce e gestisce almeno infrastrutture e rete, questa rete sarà stata ben compartimentata? Probabilmente no, e se tu fornisci un’infrastruttura critica, tu proteggi un’infrastruttura critica; quindi, evidentemente in Lepida non si sa chi fa cosa, si scarica sulla ASL, che siete sempre voi.
Voi non avete controllato nulla, dovevate controllare Lepida e non l’avete controllata, vi limitate a esprimere fiducia. State cominciando adesso a controllare quello che succede, molti complimenti, quindi non avete fatto le cose.
Sulla continuità operativa avete dichiarato di avere tutto, Lepida è a posto sulla continuità operativa, quando invece ci sono stati disservizi per due mesi, visite saltate, esami da rifare, e quella è continuità operativa, assessora?
Chiudo dicendo che, se c’è una sciatteria così inaccettabile come quella che voi avete dimostrato tra Regione e Lepida coprendovi a vicenda, rifiutando di darmi i dati che a questo punto chiederò in altre sedi, se c’è, come c'è, una sciatteria inaccettabile, il nemico non è fuori, il nemico è sia fuori che dentro.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Gibertoni.
Abbiamo concluso le interrogazioni.
OGGETTO 8132
Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale 23 luglio 2014, n. 20 (Norme in materia di cinema e audiovisivo)”. (85)
(Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 8132/1 oggetto 8426 – Discussione e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti): A questo punto proseguiamo con l’ordine del giorno e più precisamente con l’oggetto 8132: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante il sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici, le modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, la n. 13. Il testo è stato licenziato dalla Commissione cultura nella seduta del 2 maggio 2024. È un progetto di legge è composto da 5 articoli.
Il relatore della Commissione, il consigliere Amico, e il consigliere relatore di minoranza, consigliere Cuoghi, hanno già svolto le relazioni nella seduta pomeridiana del 7 maggio.
Comunico che è pervenuta una proposta di ordine del giorno a firma dei consiglieri, Amico, Cuoghi, Soncini, Costa, Bondavalli, Mori, Caliandro e Pigoni e su questo ordine del giorno insiste una proposta di emendamento a firma del consigliere Pompignoli.
Siamo arrivati alla discussione generale. Chi si iscrive a parlare?
Consigliera Pigoni, prego.
PIGONI: Grazie, presidente.
Brevissimamente, soltanto per sottolineare l’importanza di questo provvedimento con cui, tra l’altro, assicuriamo un contributo straordinario alla riapertura del Cinema Teatro Carani di Sassuolo.
Un’operazione che sappiamo essere stata condotta con coraggio e in appoggio anche alla Fondazione Teatro Carani con cui gli imprenditori della città di Sassuolo hanno voluto recuperare quel teatro che qualche anno fa, purtroppo, ero stata costretta a chiudere per un problema strutturale.
Vedere come la nostra istituzione e la nostra Regione decide di accompagnare queste scelte coraggiose che fanno i nostri imprenditori per restituire anche alla città, al nostro distretto ceramico in generale e al nostro territorio regionale, parte anche di quello che hanno ricevuto, credo sia una scelta lungimirante e coraggiosa.
Quindi, appoggeremo convintamente questo progetto di legge.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Altri? Consigliere Costa, prego.
COSTA: Buongiorno, presidente.
Per aggiungere che, come già anticipato, collegato a questo provvedimento c’è anche un ordine del giorno che ha la prima firma del collega Amico con il quale, insieme agli altri colleghi di maggioranza reggiani, abbiamo nelle scorse settimane avviato un percorso di confronto con alcuni dei nostri Comuni interessati a ristrutturare o realizzare nuove sale cinematografiche a gestione e proprietà pubblica oppure dati in concessione e in gestione dalla proprietà pubblica a forme associative che sono nate sul territorio.
Nello specifico, stiamo seguendo da vicino un progetto del Comune di Cavriago, che ha già una sala cinematografica, la Sala 900, molto frequentata e che ha acquistato recentemente un terreno sul quale poter realizzare una quarta sala, con un investimento da parte del territorio piuttosto importante, che merita di essere accompagnato.
Nell’ordine del giorno che è collegato a questo provvedimento diciamo, appunto, che, al di là dell’intervento specifico da cui è mosso, da cui è partito il provvedimento, e che, come ha richiamato la collega Pigoni, riguarda Sassuolo, andranno reperite e messe a bilancio delle risorse per dare continuità agli investimenti in conto capitale che dai territori potranno arrivare a sostegno di una rete che è quella delle sale cinematografiche a gestione pubblica o, come dicevo prima, date in gestione al terzo settore, ma comunque con una forte regia pubblica dei nostri enti locali, che è una realtà piuttosto importante e che sta anche riscoprendo una nuova vita nel passato più prossimo e nel presente attuale.
Cito, ad esempio, altra sala, il cinema Rosebud di Reggio Emilia, che proprio sabato festeggerà i 40 anni di vita. Trovano vita, nuova vita queste sale non solo proiettando i titoli di maggior richiamo, ma magari costruendo filoni molto apprezzabili e qualitativamente importanti di proiezioni, a cui si accompagnano anche altre attività e iniziative culturali. Sono quelle sale nelle quali sostanzialmente spesso e volentieri è possibile aprire un confronto e un dialogo con i soggetti che hanno ideato una particolare pellicola. Sono anche quelle sale nelle quali spesso e volentieri trovano puoi spazio quelle produzioni che la nostra Regione, attraverso la propria Film Commission, sostiene e che mettono a risalto, gettando spesso e volentieri anche una luce del tutto nuova, il nostro territorio.
Quindi, insomma, se da una parte c’è storicamente un forte sostegno da parte della Regione all’attività immateriale, al sostegno a questi cartelloni di proiezioni particolari, il sostegno alle produzioni più di nicchia, che provano a indagare e approfondire alcuni argomenti, questo provvedimento di legge arriva a colmare quella che potrebbe essere vista come una sorta di lacuna, chiude il cerchio andando a sostenere anche le spese materiali in conto capitale sui muri e sulle infrastrutture tecnologiche che servono al mantenimento, all’aggiornamento e al pieno funzionamento di queste sale.
Un provvedimento che, secondo noi, era atteso dai territori, un provvedimento a cui si dovrà dare sostegno nel prossimo futuro, come chiediamo attraverso l’ordine del giorno, alla luce del fatto che le richieste stanno già arrivando, come siamo buoni testimoni noi consiglieri reggiani, che da diversi mesi a questa parte lavoriamo insieme al Comune di Cavriago per la realizzazione di una quarta sala.
I costi non sono banali, una quarta sala cinematografica, al netto dell’acquisto del terreno che è già nella disponibilità pubblica, costa 1 milione di euro; quindi, capite che un Ente locale o una associazione da sola non può farcela, con il sostegno della Regione invece sì, anche perché si possono attivare collaborazioni con il mondo privato, che si sta dimostrando molto sensibile nel dare un sostegno economico a queste esperienze.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.
Altri in dibattito generale?
Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.
A questo punto chiedo ai relatori se vogliano replicare.
Non ho richieste dei relatori a intervenire.
A questo punto, passo la parola per la Giunta all’assessore Felicori. Prego, assessore.
FELICORI, assessore: Grazie, presidente.
Vorrei ringraziare tutta la Commissione consiliare che ha lavorato a questo progetto di legge e il Consiglio tutto per l’attenzione che ha dedicato.
È un buon provvedimento, perché ha come nucleo centrale l'attenzione dovuta e doverosa per l’impegno della comunità di Sassuolo per la riapertura del Teatro Carani che, per chi abbia avuto modo di vederlo, è un teatro veramente importante in un distretto urbano, potrei quasi dire, molto importante.
Lo metterei fra gli episodi di mecenatismo più significativi della nostra Regione degli ultimi anni, perché gli imprenditori e i cittadini di Sassuolo hanno fatto un forte investimento per acquistare il teatro, ristrutturarlo completamente, lo donano al Comune e si fanno carico per un certo numero di anni della gestione del Teatro che, come sapete, è molto spesso una gestione che ha bisogno di un sostegno e non è una gestione commercialmente facilmente sostenibile.
Per chi, come me, ritiene che gli imprenditori, quando hanno fatto il loro mestiere e creato lavoro e profitto abbiano già svolto un ruolo sociale significativo, questa azione in più di mecenatismo non può che fare onore a queste persone e penso che dobbiamo tutti insieme ringraziarli.
Però questa legge che oggi votiamo, e confido che avrà l’unanimità, è una legge che va più in là e si pone in senso generale tutta la questione dei teatri e delle sale cinematografiche della nostra Regione.
Voi sapete che noi abbiamo un numero notevole di teatri storici, circa 30 di questi teatri storici sono chiusi. Abbiamo anche visto nel tempo la progressiva chiusura di sale cinematografiche fino al punto che abbiamo messo in atto un provvedimento per fare sì che almeno una sala cinematografica sopravviva in ogni Comune in modo da dare luce alla vita serale di comunità che spesso non hanno una vitalità serale adeguata alla vita civile.
Dunque con questo provvedimento apriamo una strada a far sì che altri teatri aprano, che altre sale cinematografiche aprano e occorrerà poi nel tempo, soprattutto adesso in vista del prossimo mandato, provvedere ad un finanziamento adeguato.
Voi sapete che in generale tutto il sistema culturale ha bisogno di un maggiore impegno finanziario non tanto sulla spesa corrente, dove pure c’è sempre bisogno, quanto sulla spesa degli investimenti sull’infrastruttura culturale.
Dunque, un buon provvedimento, e ho veramente apprezzato che sia stato gradito, se non ho capito male, da tutti i Gruppi consiliari.
Vorrei aggiungere due considerazioni politiche a questa conclusione: la prima riguarda il fatto che ci stiamo ponendo il problema del teatro in modo più largo rispetto alle infrastrutture. In particolare, richiamo l’attenzione del Consiglio sulla riforma dell’ATER che stiamo conducendo, perché vogliamo riportare l’ATER alla sua natura originaria, che è la natura di un Consorzio di Comuni, ridare centralità ai Comuni.
Benché il finanziamento principale dell’ATER sia un finanziamento della Regione e del Ministero, è importante che l’ATER sia nelle mani dei Comuni e venga usato come una delle modalità per rendere economicamente sostenibile la gestione dei teatri. Questo, infatti, è un problema che resta anche oltre gli investimenti, resta il problema che il teatro, soprattutto il teatro di ricerca, il teatro più impegnato, ha bisogno di sostegni pubblici.
Questi sostegni pubblici sono tanto più legittimi e sensati in quanto ci sia un lavoro continuo di spending review, un lavoro continuo sull’efficienza, sui risultati, sulla conquista di un luogo pubblico. La spesa pubblica per la cultura è di per sé buona, ma è più buona se si accompagna ad una gestione managerialmente efficiente di tutto il sistema culturale.
Quanto al secondo punto, è una cosa un po’ nuova, per questo Consiglio, e spero che avremo modo di parlarne anche in Commissione. Riguarda la riforma del Codice dello spettacolo. Come voi sapete in Italia abbiamo un ottimo Codice dei beni culturali, che fu scritto una ventina di anni fa, che fu scritto in epoca in cui il federalismo era un po’ la cultura dominante del nostro Paese. Risente molto, il Codice dei beni culturali, della centralità e del ruolo significativo delle Regioni.
Noi sappiamo che la passione regionalista è un po’ scemata, nel nostro Paese, e di questo un po’ risente la discussione che si sta facendo sul codice dello spettacolo, che dovrebbe essere il codice gemello di quello dei beni culturali. Devo dire che abbiamo avuto modo come Regioni di lamentare il fatto che il Ministero sta avviando una consultazione sul Codice dello spettacolo non solo senza un testo scritto che permetta critiche, consensi o proposte di modifica, ma consultando le Regioni come uno dei tanti riferimenti, quando invece la riforma del Titolo V ha fatto sì che lo spettacolo fosse considerato materia di legislazione concorrente. Quindi le Regioni hanno un ruolo di concertazione col Governo nella materia, nella materia dello spettacolo.
Noi siamo portatori e l’abbiamo fatto come Regione Emilia-Romagna nel Comitato delle Regioni, degli assessori alla cultura delle Regioni, di un’idea molto semplice. Si prende il mondo dello spettacolo, il Governo tiene una linea sopra la quale tutto quello che sta sopra è considerato di rilievo nazionale e se ne occupa il Governo. Sotto quella linea è materia regionale, se ne occupino le Regioni.
Tenete conto che in una Costituzione che mette lo spettacolo come materia concorrente il fondo unico dello spettacolo, che adesso ha un nuovo nome che non ho ancora imparato né imparerò, fa sì che il Governo finanzi addirittura le bande di paese, cioè non c’è ramo dello spettacolo italiano che non sia finanziato direttamente dal Governo, questo in un regime di legislazione concorrente. Anche il modo con cui, appunto, si sta conducendo la discussione mostra che non c’è una particolare attenzione, questo seppur ulteriormente aggravato dal fatto che il coordinatore degli assessori alla cultura è il presidente Toti. Quindi siamo in una fase di stallo.
La nostra proposta è una proposta semplice, ragionevole, sensata, che lascia al Governo l’ultima parola su ciò che è nazionale, però lascia anche alle Regioni uno spazio proprio, fatto salvo poi il fatto che, là ove il Governo ha istituito una centralità nazionale, concerterà poi con le Regioni e con i Comuni come gestire i luoghi dello spettacolo, fatto salvo il fatto che le Regioni e i Comuni concerteranno col Ministero come gestire, però avendo definito di chi è la sovranità.
Questa è una materia che mi pare molto interessante soprattutto in una regione come la nostra, dove c’è una forte tradizione autonomistica, regionalistica e anche federalistica – anche se la parola è passata un po’ di moda.
Ci tenevo, quindi, in occasione di questo provvedimento, a mostrare come questo provvedimento non solo sia importante in sé, ma si inquadri anche in una prospettiva più generale di più forte regionalismo nel campo dello spettacolo.
Vi ringrazio di nuovo e scusate se ho preso un po' di tempo.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, assessore Felicori.
A questo punto passiamo all’esame dell’articolato.
Prima, però, nominiamo gli scrutatori: consigliere Paruolo, consigliere Daffadà, consigliere Cuoghi.
Come dicevo, passiamo all’esame dell’articolato.
Partiamo dall’articolo 1.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 1.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 2.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 2.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 3.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 3.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 4.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 4.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 5.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 5.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo arrivati all’ordine del giorno.
Discussione generale.
Qualcuno vuole intervenire?
Consigliere Amico, prego.
AMICO: Grazie, presidente.
È stato già detto parecchio rispetto all’illustrazione e anche i colleghi si sono soffermati sul tema all’ordine del giorno, e vorrei nuovamente ringraziare il collega Cuoghi per il lavoro fatto fin qui sul testo di legge, nonché su questo ordine del giorno.
Vorrei soprattutto ringraziare l’assessore Felicori anche per il suo ultimo intervento, che ha aggiunto degli elementi di riflessione a quelle che possono essere le intenzioni non solo esclusivamente di questo progetto di legge, ma delle politiche culturali che sono da mettere in campo da parte delle Regioni e da parte dello Stato e che trovano in questo semplice progetto di legge, e anche in questo semplice ordine del giorno, secondo me, un punto importante.
Perché giustamente si diceva, sosteniamo la riapertura del Teatro Carani di Sassuolo, introduciamo degli elementi che prevedano anche il sostegno in futuro della riapertura di sale cinematografiche e teatrali storiche. Con questo ordine del giorno sostanzialmente vogliamo accompagnare non solamente la parte storica ma anche la parte nuova, lo diceva bene il collega Costa prima.
È un ordine del giorno che ci impegna per il prossimo futuro a trovare risorse anche sulla parte strutturale.
Vorrei ricordare che anche nel passato, se non sulle mura perlomeno sulla dotazione tecnologica delle sale cinematografiche attraverso l’utilizzo dei fondi strutturali, siamo intervenuti a più riprese per far sì che si gestisse la transizione al digitale delle sale cinematografiche.
Oggi quella stagione l’abbiamo alle spalle ma nello stesso tempo l’evoluzione delle piccole sale di comunità presenti sul territorio nei piccoli paesi necessitano di essere accompagnate nella loro ulteriore trasformazione o nella loro acquisizione dei nuovi terreni e sviluppo.
Ce ne sono sul territorio di Reggio Emilia ma ce ne sono su tutto quanto il territorio regionale.
Credo che il fatto che la Regione Emilia-Romagna abbia un impianto di legislazione specifica sullo spettacolo in generale, sul cinema e sulla musica, ci metta nelle condizioni anche di perseguire gli auspici che l’assessore Felicori prima richiamava in tema di codice dello spettacolo a livello nazionale, quindi di trattare con il Governo in maniera positiva rispetto a quelle che sono le pertinenze, le capacità anche di programmazione regionale per quanto riguarda le attività di spettacolo.
Ecco che qui si inserisce questa legge, e qui si inserisce anche questo ordine del giorno che, annuncio non solo il voto favorevole all’ordine del giorno ma preannuncio anche il voto favorevole rispetto agli emendamenti presentati dal collega Pompignoli, vanno ad arricchire ulteriormente quella che è la prospettiva di dotazione economica per il supporto alle sale cinematografiche e teatrali del territorio.
Perché è proprio attraverso il concorso di risorse politiche e programmi regionali, locali e anche nazionali che noi, secondo me, possiamo davvero fare un sistema culturale vero e proprio anche sul territorio dell’Emilia-Romagna e mettere a valore queste intenzioni che poi si concretizzano in dotazioni economiche che oggi vedono principalmente la riapertura del Teatro Carani, che è una bellissima notizia, anche per le ragioni del mecenatismo espresse dall’assessore Felicori, ma che ci mettono nelle condizioni, nel prossimo futuro, di poter supportare anche altre iniziative di questo tipo.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.
Altri sull’ordine del giorno e sull’emendamento che insiste sull’ordine del giorno? Io non ho altri iscritti a parlare sull’ordine del giorno.
A questo punto, passiamo alle dichiarazioni di voto finali, che sono congiunte su ordine del giorno, emendamento e intero progetto di legge.
Qualcuno si iscrive a parlare. Consigliere Cuoghi, prego.
CUOGHI: Grazie, presidente.
Aggiungo solo, a quanto detto alla relazione di un paio di settimane fa, la nostra posizione, che è stata per tutto il percorso in Commissione, e che sarà quindi anche qui in aula, di voto favorevole a questo progetto di legge per le questioni che abbiamo già esposto, per il fatto che va a riconoscere un giusto contributo a questo gruppo di cittadini che ha condotto questa operazione, per il fatto che va a potenziare l’impianto esistente, in particolare per quello che riguarda la legge sullo spettacolo e la legge regionale sul cinema e l’audiovisivo, consentendo in futuro altre operazioni simili. Voto favorevole anche all’ordine del giorno a prima firma Amico, ma che io stesso ho sottoscritto, che aiuterà a cercare fondi da destinare alle sale locali.
Così anche come ampliato dai…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per favore.
CUOGHI: … dall’emendamento presentato dal collega Pompignoli.
Per cui, anche per il Gruppo Fratelli d’Italia ci sarà voto favorevole all’emendamento, all’ordine del giorno e al progetto di legge.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.
Altri in dichiarazione di voto finale? Io non ho altri iscritti a parlare in dichiarazione di voto.
A questo punto, mettiamo in votazione per parti separate l’emendamento all’ordine del giorno.
Partiamo dall’emendamento 1, a firma del consigliere Pompignoli.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato
Emendamento approvato.
Ora mettiamo in votazione l’ordine del giorno, l’ordine del giorno a prima firma Amico, poi Cuoghi e altri.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato
(L’ordine del giorno 8132/1 oggetto 8426 è approvato all’unanimità dei votanti)
Ora siamo alla votazione finale del progetto di legge con dispositivo elettronico. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 36
Favorevoli 36
È approvato
OGGETTO 8075
Progetto di proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121, comma 2, della Costituzione, recante: “Fiscalità Incentivante per le Aree Montane Appenniniche Svantaggiate”. A firma dei Consiglieri: Costi, Bulbi, Daffadà, Molinari, Sabattini, Zappaterra, Pigoni, Bondavalli, Amico, Mumolo, Dalfiume, Rossi, Costa, Maletti, Gerace, Caliandro, Mori, Rontini, Fabbri, Soncini, Pillati, Montalti, Marchetti Francesca, Zamboni (162)
(Testo base)
(Relazione della Commissione, relazione di minoranza e discussione)
OGGETTO 6953
Progetto di legge d’iniziativa consiglieri recante: “Istituzione di zone economiche speciali regionali denominate Z.A.M.A. (Zona Area Montana Autonoma) nelle aree svantaggiate del territorio emiliano-romagnolo”. A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Catellani, Pelloni, Rainieri, Bargi, Occhi, Facci, Bergamini, Montevecchi, Marchetti Daniele, Liverani, Rancan, Stragliati, Delmonte
PRESIDENTE (Petitti): Ora passiamo all’oggetto 8075, progetto di proposta di legge alle Camere ai sensi dell’articolo 121, comma 2 della Costituzione recante la fiscalità incentivante per le aree montane appenniniche svantaggiate. La proposta di legge è a firma dei consiglieri Costi, Bulbi, Daffadà e altri, che è il testo base.
Poi c’è il progetto di legge 6953, progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri… Colleghi! C’è il progetto recante l’istituzione di zone economiche speciali regionali, denominate Zona area montana autonoma, nelle aree svantaggiate del territorio emiliano-romagnolo, a firma dei consiglieri Pompignoli, Catellani, Pelloni e altri.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione Bilancio nella seduta dell’8 maggio 2024 con il seguente titolo: “Fiscalità incentivante per le aree montane e appenniniche svantaggiate”. È un progetto di legge composto da 18 articoli. Il relatore della Commissione è il consigliere Bulbi Massimo, che ha preannunciato di svolgere relazione orale, il relatore di minoranza è il consigliere Pompignoli Massimiliano, che ha preannunciato di svolgere relazione orale.
Su tale oggetto insistono tre proposte di emendamento, di cui due a firma del consigliere Bulbi e uno a firma del consigliere Gerace.
A questo punto apriamo il procedimento di discussione, però invito a un po’ più di silenzio in aula, altrimenti non si riesce neanche ad ascoltare, è un tema di rispetto per chi interviene.
Passo la parola al relatore della Commissione, consigliere Bulbi.
Prego, consigliere.
BULBI, relatore della Commissione: Grazie, presidente. Non c’è l’assessore alla sanità, perché un bolognese, quando parla un cesenate...
Giungiamo oggi alla discussione di questo progetto di legge dopo un iter partecipato, che ci ha permesso di interloquire fattivamente con i territori e con le rappresentanze sociali.
È stato un percorso attivo, che ha offerto diversi spunti di riflessione interessanti, alcuni dei quali si sono tradotti in emendamenti che a nostro avviso hanno arricchito il testo.
Nel corso dell’udienza conoscitiva del 19 aprile scorso e con i contributi ricevuti in queste settimane abbiamo letto e ascoltato l’intervento di diverse rappresentanze sociali. Queste organizzazioni, condividendo la validità di questo testo, hanno contribuito ad ampliare la visuale su alcuni aspetti, che meritavano la nostra attenzione e che abbiamo ripreso con degli emendamenti.
Anche le due Commissioni interessate, Bilancio e Politiche economiche, sono state entrambe protagoniste di dibattiti franchi, che, al di là delle legittime posizioni e sfumature diverse dei consiglieri, hanno avuto come filo conduttore l’interesse per un territorio che deve essere assolutamente valorizzato.
Chiederei all’ala destra di stare un po’ in silenzio. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Non so più come dirlo...
BULBI: Nel redigere questo progetto di legge, infatti, siamo partiti da un assunto fondamentale: l’Appennino come risorsa e non solo come problemi. Questo non vuol dire non tener conto delle molteplici difficoltà che il territorio presenta, ma volerle affrontare con un approccio incentrato sull’utilizzo della fiscalità come leva principale per stimolare l’economia dell’Appennino.
La visione è chiara: attraverso incentivi fiscali mirati e strategie di alleggerimento tributario, puntiamo a creare un ambiente economico più favorevole per le imprese esistenti e attrattivo per nuovi investitori. L’obiettivo è duplice, da un lato sostenere e potenziare le attività economiche locali, dall’altro incentivare l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali, che possano trarre vantaggio dalle unicità del territorio.
Una componente fondamentale del nostro approccio è il ripopolamento dell’Appennino. Riteniamo che una politica fiscale vantaggiosa possa servire da catalizzatore per incoraggiare non solo la permanenza delle popolazioni attuali ma anche l’arrivo di nuovi residenti, compresi giovani e famiglie.
Questo a sua volta potrebbe invertire le tendenze demografiche negative come l’emigrazione e l’invecchiamento della popolazione che hanno caratterizzato queste aree negli ultimi decenni.
Non è un caso che il testo si rifaccia ai principi costituzionali di solidarietà e parità promuovendo la coesione sociale e l’equità territoriale, una promozione che cala questa realtà nel contesto nazionale, non in un ruolo subalterno ma strategico e, in quanto tale, meritevole di essere adeguatamente valorizzato.
È proprio questo il senso della proposta di una fiscalità incentivante, in ossequio al concetto di parità formale e sostanziale declinato nell’articolo 3 della nostra Costituzione.
Non ci limitiamo a riconoscere la parità ma ci adoperiamo perché questa diventi sostanziale. La rimozione degli ostacoli alla parità è un dovere costituzionale.
Stiamo parlando di territori che, nonostante la bellezza paesaggistica e le risorse naturali, vivono da anni un progressivo spopolamento a causa di molteplici fattori.
Questi territori si distinguono per una mancata diversità che comprende fragilità uniche, contesti fisiografici variabili, nonché situazioni sociali ed economiche differenti.
È proprio questa diversificazione a rendere inadeguato un approccio che consideri esclusivamente un singolo aspetto, poiché ciò porterebbe a soluzioni parziali, incapaci di cogliere l’assenza multiforme delle sfide che questi territori affrontano.
Nella redazione del progetto di legge abbiamo orientato il nostro lavoro verso il riconoscimento e la valorizzazione delle aree svantaggiate dell’Appennino, scegliendo non di limitare la nostra analisi all’altimetria che avrebbe rischiato di escludere aree che si confrontano ugualmente con problematiche simili.
Questa decisione nasce dalla constatazione che l’associazione tra altitudine e svantaggio non è sempre diretta o evidente. Infatti, esistono aree montane che nonostante la loro elevata quota riescono a competere con le zone di pianura in termini di opportunità e sviluppo; altre che, se non incluse, hanno una sola certezza: lo spopolamento.
Abbiamo pertanto cercato di superare una percezione troppo rigida e limitante delle aree appenniniche che le vedrebbe penalizzate in modo quasi automatico dalla loro collocazione geografica, optando per un approccio più complessivo, che tenga conto della varietà di fattori ambientali, sociali, economici che influenzano la vita nelle aree appenniniche svantaggiate.
Non è sufficiente incoraggiare gli abitanti delle zone appenniniche svantaggiate a rimanere nel proprio luogo d’origine soltanto valorizzando la bellezza paesaggistica. È fondamentale offrire ben più di questo, per incentivare la permanenza e attrarre nuovi residenti.
È essenziale garantire un ampio spettro di servizi e infrastrutture adeguate, oltre a promuovere una vivacità culturale che rende la vita in questi luoghi desiderabile in ogni momento dell’anno.
In ogni stagione dovremmo offrire valide ragioni per vivere e godere appieno delle aree appenniniche, sottolineando la necessità di una visione e dell’attrattività che vada oltre la mera dimensione turistica ed enogastronomica.
L’attrattività deve essere concepita anzitutto nei confronti dei residenti, che diventano i principali ambasciatori del valore e delle potenzialità delle loro terre. Riconoscendo questa premessa, abbiamo identificato nella fiscalità uno strumento strategico capace di rispondere efficacemente a tali esigenze. Attraverso misure fiscali mirate, si intende quindi fornire sostegni concreti per migliorare la qualità della vita di chi sceglie di vivere nelle zone appenniniche, indipendentemente dalle sfide poste dalla loro posizione geografica e dalla stagionalità.
Il nostro PDL non è una legge generica sulla montagna, ma sulla fiscalità per la montagna. La proposta di legge, strutturata in sei capitoli, mira a promuovere lo sviluppo economico e sociale nelle aree montane appenniniche svantaggiate, in linea con gli obiettivi costituzionali e dell’Unione europea, in modo da contrastare lo spopolamento o migliorare l’accesso ai servizi essenziali.
L’articolato declina puntualmente l’intento che ci siamo prefissati, nel pieno rispetto delle norme europee e nazionali, in quanto la fiscalità è materia di competenza, nella stragrande maggioranza dei casi, dello Stato, e molte direttive sono europee.
Per questo il nostro riferimento è il Parlamento. Sono stati presentati 12 emendamenti, 8 dei quali sono stati approvati. Si tratta in particolare di modifiche che allargano il ventaglio dei benefici e che quindi, compatibilmente con le nostre competenze, aumentano la platea di coloro che ne potranno usufruire.
Ad esempio: con l’emendamento a firma mia e del collega Pompignoli all’articolo 3 abbiamo aggiunto le medie imprese, rubricando quindi l’articolo con “Microimprese, piccole e medie imprese”. Con l’emendamento a firma del collega Daffadà e del sottoscritto all’articolo 5, riconosciamo agli imprenditori agricoli il beneficio di un credito di imposta pari al 40 per cento dei costi che non sono stati dedotti.
L’emendamento della collega Bondavalli all’articolo 8 va ad assimilare al personale docente il personale che lavora nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole statali e paritarie del sistema pubblico di istruzione e negli enti di formazione accreditati.
Con l’emendamento del collega Gerace è stato introdotto un nuovo articolo, l’articolo 9, che prevede un regime fiscale agevolato per il personale sanitario docente neo-residente in Italia.
È stato poi emendato l’articolo 12 relativo all’IMU, chiarendo che i Comuni interessati (ad oggi sono 121) beneficiano del rimborso integrale dell’importo. L’ultimo emendamento approvato è del relatore di minoranza Pompignoli, che all’articolo 14 attribuisce un punteggio premiante sui propri bandi con una maggiorazione del 10 per cento del punteggio complessivo acquisito.
Informo che ho presentato due emendamenti, che sono stati prima citati dalla presidente, in questa sede, il primo volto a portare delle modifiche necessarie per correggere degli errori formali; il secondo, e dopo lo presenterò, mira a semplificare l’articolo sugli aiuti di Stato.
La legge, la proposta di legge è composta da sei capi. Il primo, che sono i principi generali, consta di due articoli. Il primo istituisce la fiscalità incentivante per le aree montane e appenniniche svantaggiate, promuovendo lo sviluppo economico ed equilibrio in armonia con la Costituzione italiana e il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Il secondo definisce i criteri attraverso la legge regionale per l’individuazione delle aree montane svantaggiate, basandosi sull’indice di fragilità comunale e altri fattori di vulnerabilità socioeconomica. Come dicevo prima, ad oggi sono 121 i Comuni che rientrano in questo PDL.
Al capo 2 ci sono i benefici fiscali e attività economiche. Ci sono tre articoli. Il primo definisce i criteri per l’accesso alle agevolazioni fiscali e contributive per le microimprese e le PMI nelle aree montane svantaggiate, inclusa l’esenzione dalle imposte sui redditi e l’esonero dei contributi previdenziali. L’articolo 4 introduce l’esenzione IVA per i prodotti a marchio “Prodotti di montagna”, prodotti trasformati nelle aree montane in linea con specifici regolamenti UE e nazionali.
L’articolo 5 estende i vari benefici fiscali alle attività economiche nelle aree montane, compresi gli imprenditori agricoli, includendo la deduzione di diverse imposte e tasse dalle dichiarazioni dei redditi e l’estensione delle agevolazioni già esistenti per piccoli imprenditori commerciali.
Il capo 3 riguarda i benefici fiscali per favorire la residenzialità. Con l’articolo 6 si introduce un credito d’imposta per i contribuenti che trasferiscono la residenza in aree specifiche, con enfasi sul personale sanitario e docente.
All’articolo 7 si stabilisce un credito d’imposta sui costi di acquisto dell’abitazione principale per i nuovi residenti nelle aree definite e per il personale sanitario e docente è previsto un incremento del 10 per cento su questo credito.
L’articolo 8 stabilisce riduzioni significative dal reddito imponibile per personale sanitario e docenti e assimila al personale docente il personale che lavora nei servizi educativi per l’infanzia, in accordo con gli enti locali, nelle scuole statali e paritarie del sistema pubblico di istruzione e negli enti di formazione accreditati per l’istruzione obbligatoria.
All’articolo 9, il personale sanitario docente che rientra in Italia, dopo aver trascorso almeno cinque anni all’estero, può beneficiare di un regime fiscale agevolato.
L’articolo 10 permette la riduzione totale delle tasse scolastiche e dei costi per il trasporto pubblico locale per i residenti nelle aree. L’articolo 11 consente ai cittadini la cessione dei crediti di imposta a banche o società pubblico-private, facilitando l’accesso ai benefici per tutti.
Capo IV, Incremento dei finanziamenti ai Comuni a rischio idrogeologico, con due articoli. Il 12 prevede che dal 25 al 34 i Comuni nelle aree definite beneficino del rimborso integrale dell’importo derivante dall’IMU, rafforzando così le finanze locali.
Con l’articolo 13 si introduce un’aliquota IVA agevolata al 5 per cento per interventi di tutela del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico, con obbligo di documentazione e conservazione per i Comuni.
Il Capo V, Ulteriori sostegni finanziari, prevede all’articolo 14 che Regione e Comuni possano introdurre ulteriori misure di sostegno e di agevolazione e inoltre attribuire un punteggio premiante sui propri bandi con una maggiorazione del 10 per cento del punteggio complessivo acquisito.
Il VI e ultimo Capo consta di quattro articoli. L’articolo 15 stabilisce la copertura finanziaria delle misure tramite bilancio annuale, redistribuzione di risorse, lotta all’evasione fiscale e uso del Fondo per lo sviluppo e la coesione.
L’articolo 16 viene così emendato dal mio emendamento (lo leggo integralmente): "le misure previste per microimprese, piccole e medie imprese operanti nelle aree territoriali oggetto di fiscalità incentivante, per le aree montane appenniniche svantaggiate, delineate al Capo 2 della presente legge, si conformano al regime de minimis, stabilito dai Regolamenti europei in materia. I decreti attuativi di cui all’articolo 17 completeranno la disciplina, di cui al presente articolo, definendo le modalità di monitoraggio e controllo".
L’articolo 17 è "il Governo dovrà emanare i decreti attuativi entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, con obbligo di relazione in caso di ritardi", mentre l’articolo 18 stabilisce che la legge entri in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione ufficiale.
In conclusione, il PDL che abbiamo presentato è in linea con quanto la nostra Regione ha attuato già da alcuni anni e mira a una stretta connessione fra esigenze lavorative e dimensione umana, in una chiave di sviluppo sostenibile che non lasci indietro nessuno.
Dire "fiscalità incentivante" può sembrare una semplice politica di sostegno economico. In realtà, presuppone una visione di riequilibrio territoriale che assicura alle zone periferiche infrastrutture materiali e immateriali, che consentano di poter valorizzare territori ricchi di potenzialità economiche, sociali, paesaggistiche e culturali.
Gli ultimi anni, soprattutto con la crisi pandemica, ci hanno fatto riscoprire alcuni territori non come problema ma come opportunità e con essi abbiamo scoperto il valore di nuovi modelli di vita che ci permettono di coniugare aspetti economici, produttivi, ambientali e sociali forti di una consapevolezza, dell’importanza e della qualità del tempo.
È un progetto di legge nato dall’ascolto dei territori, dalle esigenze che gli stessi residenti ci hanno evidenziato ma anche dalle proposte che giungono da chi in quelle zone ha deciso di restare.
Per questo motivo lo riteniamo una sintesi completa che, partendo da una dimensione di prossimità di rapporti personali, arriva a una visione strategica che può essere declinata anche nelle altre zone del nostro Paese che vivono le stesse esigenze.
È stato uno scambio di idee vivace, pratico e, allo stesso tempo, concreto e pienamente consapevole delle dinamiche oggettive che devono essere affrontate, testimonianza tangibile della vivacità imprenditoriale e culturale. Nonostante le difficoltà concrete, esiste e vuole resistere anche nelle zone più impervie.
A conclusione voglio ringraziare il relatore di minoranza, Massimiliano Pompignoli, con il quale abbiamo lavorato a lungo per questa proposta di legge alle Camere; tutti i commissari della I e della II Commissione e anche i loro funzionari.
Un ringraziamento particolare mi sia concesso la collega Palma Costi, prima firmatario del PDL, oggi assente purtroppo per motivi di salute, che saluto e le faccio, pensando di parlare a nome di tutti, un grosso in bocca al lupo.
Al dottor Pietro Lauria e alle mie collaboratrici Ilaria Bernacci e […].
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Bulbi.
Passo ora la parola al relatore di minoranza, il consigliere Pompignoli Massimiliano.
Prego, consigliere.
POMPIGNOLI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.
Scusate la voce ma sono un po’ raffreddato, quindi parlerò anche poco in virtù del fatto che vado in apnea respiratoria dopo poco.
Però, qualche cosa su questo progetto di legge, ovviamente, ho bisogno di dirla.
Partirei con questo assunto: meglio tardi che mai. Questo perché? Sono anni che l’opposizione in questa Regione solleva la problematica legata alla montagna, allo spopolamento, al fatto che quei territori oggi sono discriminati rispetto ad altri, sia dal punto di vista della fiscalità, sia sotto il punto di vista dei finanziamenti e degli stanziamenti che questi territori devono avere.
Dico: meglio tardi che mai perché finalmente il Partito democratico, dopo tanti anni di attenzione su questo tema, proprio concentrata dall’opposizione, si è svegliato facendo un progetto di legge, probabilmente sentendo l’esigenza e la necessità di andare incontro a questi territori.
Diversamente, non avrebbe proposto un progetto di legge se quei territori per loro erano effettivamente già altamente in grado di poter sostenersi economicamente da soli.
Sostanzialmente, quindi, con questo progetto avete denigrato tutta l’attività degli ultimi 10 anni proprio in favore della montagna, e avete confermato che nulla era stato fatto.
Il tema, però, qual è? È importante comunque che prima o poi qualcuno prenda in carico, e qui do atto al consigliere Bulbi, relatore di maggioranza, di aver lavorato sul mio primo progetto di legge che era legato alla fiscalità di vantaggio regionale, allargando il tema a livello nazionale.
È chiaro che siamo sempre di fronte a uno scaricabarile dal punto di vista dello stanziamento di risorse, cioè, andiamo a chiedere allo Stato perché la Regione non può, non deve e non è in grado di poter sopportare i finanziamenti destinati alla fiscalità di vantaggio.
Ebbene, però siamo anche di fronte ad una Regione che viene descritta dal presidente dimissionario come una Regione all’avanguardia, in tutto e per tutto, regione nella quale la montagna, quei Comuni che sono abbandonati, sono invece al centro dell’attenzione dell’attività economica e produttiva di una regione così all’avanguardia (poi abbiamo visto con questo progetto che in realtà così non è).
L’idea era quella di dare un primo tassello sul quale proprio in quei territori la Regione doveva intervenire. Però si è deciso, annacquando il testo, di spostare il problema giù, a Roma, perdendo così il significato di un’attività politica che doveva essere fatta su questo territorio.
Questo progetto di legge alle Camere andrà giù insieme ad altri mille e verrà messo nel cassetto e neanche visto e guardato. Non verrà neanche visto e guardato. Allora, oggi non ci possiamo erigere a paladini e a difesa di quei territori dicendo, guardate, noi abbiamo fatto un progetto di legge dove vi diamo la possibilità di restare in quei territori difficili, di investire in quei territori, ma non lo facciamo noi come Regione. Lo chiediamo allo Stato. Sostanzialmente dite nulla, andando effettivamente a intervenire su delle problematiche su cui dovevate già intervenire negli anni passati, cosa che non è stata assolutamente fatta.
Allora io dico, bene, parliamo di montagna, di fiscalità, di quei territori che sono effettivamente svantaggiati. Cerchiamo di dargli un senso, di dagli un sostegno, ma questo sostegno in questo senso viene dato solo in maniera apparente. Ed è per questo che non sono in grado e non siamo in grado di poter votare un provvedimento di questo tipo qua, perché, nonostante tutte le associazioni di categoria, gli stakeholder che abbiamo sentito in udienza conoscitiva fossero comunque favorevoli a un provvedimento del genere, perché comunque si parla di montagne e c’è l’esigenza di tutelare questi territori, però tutti hanno sollevato la problematica: questo progetto andrà visionato a Roma con altri mille.
C’è già una legge, il DL Calderoli, che è approdato in Parlamento, sulla montagna e che sta definendo esattamente quali saranno le fiscalità e gli aiuti che verranno dati a questi territori. Io credo che questo progetto di legge verrà decisamente cestinato. Questa è la fine che farà. Quindi, oggi noi iniziamo a sponsorizzare anche nei vari territori un progetto nel quale diciamo vi aiutiamo, ma in realtà dovreste andare a dire a quei territori che l’aiuto verrà dal Governo, von verrà dalla Regione Emilia-Romagna, e questi sono problemi enormi, perché il tema legato alla fiscalità regionale poteva essere anche uno dei filoni attraverso i quali, con l’autonomia differenziata, si poteva iniziare a pensare di destinare già risorse a questi territori svantaggiati.
Non si vuole fare questo tipo di intervento, si vuole abbandonare la montagna, abbandonare questi territori, cercando effettivamente di dare dei contributi che contributi non sono, perché la Regione, anche qui, come in tante altre occasioni, non ci mette 1 euro, come non ha messo 1 euro per l’alluvione.
È inutile che oggi andiamo a parlare di questioni legate ai beni immobili piuttosto che ad altro, quando la Regione Emilia-Romagna non ci ha messo un tubo! Noi vogliamo andare a sostenere i territori che sono stati colpiti anche dall’alluvione andando a dire "Roma vi darà le risorse", ma allora che tipo di gioco giochiamo? Se tutte le volte che noi dobbiamo stanziare delle risorse, le chiediamo al Governo, cosa stiamo qui a fare?
Facciamo tutti i progetti di legge alle Camere, così definiamo finalmente qual è l’attività e l'azione che una Regione può fare nei confronti dei propri territori, che non si sentono tutelati rispetto a questi progetti, e a me dispiace perché il tema era importante, doveva essere sollevato, se ne doveva parlare, si doveva intervenire rispetto a queste tematiche.
L’unica nota positiva è che oggi se ne parla. Bene i contenuti, male la forma, quindi discutiamo e discuteremo per i prossimi cinque minuti di qualcosa che non va a vantaggio di nessuno. Discutiamo di un atto, di un progetto, che andrà in Parlamento, verrà messo nel cassetto, però noi in Emilia-Romagna potremo dire "abbiamo pensato a voi".
Spero che questa cosa non venga detta da nessuno, perché la tutela di questi territori non la state facendo ma la state già delineando rispetto alla proposta di una legge che va a incentivare quei territori lì. Quindi, vuol dire che non avete fatto nulla in questi anni, se ci avete pensato solo adesso.
Però, meglio tardi che mai, almeno ne parliamo, affrontiamo il problema e cerchiamo di capire come risolverlo.
Era questa l’intenzione del mio progetto di legge, che però è stata bypassata attraverso un progetto di legge alle Camere.
Ora non c’è tantissimo altro da dire. I contenuti sono certamente interessanti rispetto a quelle che sono le esigenze di quei territori. Il problema è esclusivamente la forma e la modalità che sono completamente sbagliate.
Quindi, è evidente che è inutile parlare del nulla, è inutile parlare di aiutare quei territori perché a oggi la Regione Emilia-Romagna nulla fa per quei territori.
PRESIDENTE (Petitti): Bene, passiamo adesso alla discussione. generale.
Chi si iscrive a parlare? Consigliere Tagliaferri, prego.
TAGLIAFERRI: Grazie, presidente.
Nell’intervenire in discussione generale su questo tema, devo confessarvi tutto il mio imbarazzo per aspetti ormai surreali e molto miseri della politica regionale.
Oggi in particolare mi trovo incolpevole testimone di uno squallido giochino delle bandierine ammantato dalla solita inarrivabile maestria del centrosinistra nel tentare cocciutamente di narrare una realtà che non esiste.
Di più. In barba ad ogni principio di corretta amministrazione, rispetto e collaborazione istituzionale, noi siamo chiamati a sorbirci un’inutile baraccone istituzionale politico nella speranza, tutta vostra, sia chiaro, che qualche elettore caschi ancora nel giochino che gli proponete con sempre maggiore frequenza.
Volendo entrare nel merito della questione, voi oggi proponete un disegno di legge da trasmettere alle Camere, proprio mentre il Senato della Repubblica si accinge a prendere in esame il disegno di legge di promozione governativa.
Una coincidenza? No, e neppure un idem sentire.
Purtroppo, si tratta di una bassissima operazione di scopiazzatura nel tentativo di accreditarsi di fronte agli elettori come primi attori, protagonisti e forze politiche che hanno realmente a cuore i propri territori. Mentre l’iter del provvedimento governativo ha iniziato la propria strada il 23 ottobre 2023, quello che viene portato in discussione oggi è stato depositato al protocollo il 16 febbraio 2024.
Quattro mesi di differenza per studiare in maniera approfondita il tema? Per migliorare e innovare? Per portare all’attenzione del legislatore naturale le peculiarità dei nostri territori e le loro necessità? No, niente di tutto questo.
I quattro mesi trascorsi sono serviti ai vostri uffici per dare una veste vagamente accettabile ad un’operazione politica di bassissima portata e di nessun valore aggiunto.
La professionalità dei vostri tecnici ha comunque un limite: quello dell’azione amministrativa. Nella relazione introduttiva del vostro documento, infatti, non potete esimervi dal chiarire quale sia il legislatore naturale per questa materia, tanto che dovete scrivere chiaramente come il progetto di legge “Fiscalità incentivante per le Aree montane appenniniche svantaggiate” è stato redatto in conformità con le norme costituzionali rilevanti in questa materia, che è di competenza statale, trattandosi di tributi istituiti dalla legislazione naturale riservati alla competenza statale.
Detto ciò, non ci sarebbe da aggiungere altro, ma una breve analisi è d’obbligo. Invece di partecipare all’iter di formazione di una legge in maniera aperta e sincera, invece di confrontarvi in sede di Conferenza Stato-Regioni, avete optato per questo ennesimo coup de théâtre, nella speranza di stupire ancora una volta la vostra platea, mentre non vi accorgete della noia montante e del malessere in chi metteva una volta la croce sul vostro simbolo.
Nella vostra smania di apparire – badate bene, parlo di apparenza, non certo di sostanza – ve ne infischiate altamente di partecipare concretamente per migliorare una proposta di legge a livello statale, perché la vostra azione politica è tutta incentrata, da troppo tempo a questa parte, su un proverbio campano, che traslitterato ed edulcorato suona come “piangi e imbroglia”.
Dai terribili eventi dell’alluvione di un anno fa in poi, in mancanza di una qualunque proposta politica degna di questo nome, avete infatti optato per questo comportamento, dove da una parte piangete nel tentativo di passare come le solite vittime boicottate da tutto e da tutti, mentre in realtà volete solo far dimenticare le vostre evidenti responsabilità politiche e amministrative.
Spiace quindi che in questa discussione qualcuno abbia accettato di accorpare un disegno di legge regionale per l’istituzione di zone economiche speciali che va incomprensibilmente a giustificare un’azione politica incommentabile come quella messa in campo dalla maggioranza di Centrosinistra.
Due parole di commento, infine, sullo pseudo contenuto del vostro documento, che non posso considerare come seria proposta politica. A fronte di un disegno di legge governativo che si propone la tutela di obiettivi primari, quali la tutela dell’ambiente, delle risorse naturali, del paesaggio, della salute, nonché delle peculiarità storiche, culturali e linguistiche delle aree di montagna che richiedono un’opera di contrasto alla desertificazione economica e sociale di tali realtà che rischiano di essere abbandonate dall’uomo la cui presenza in questi territori costituisce invece un valore aggiunto da preservare e sosteneva a vantaggio della collettività, la proposta del PD sembra mirare a mettere solo i bastoni fra le ruote.
Rispetto a un testo molto pragmatico, asciutto, chiaro negli intendimenti e nei meccanismi amministrativi che prevede già l’apporto delle Regioni nella definizione delle zone franche, il testo del PD include l’universo mondo.
Sulla scorta di ciò, abbiamo articoli su articoli dedicati apparentemente a imprese e microimprese, aliquote IVA, crediti d’imposta per canoni di locazione, benefici fiscali per personale sanitario e docenti in ambito pubblico.
Perché, lo Stato in montagna si riduce a queste sole funzioni? E il personale per il monitoraggio e la cura del territorio? E per la manutenzione di strade, reti telefoniche e altre infrastrutture? Detrazioni fiscali per il trasporto pubblico locale e altri provvedimenti del genere.
Un vero e proprio inquinamento normativo che mi auguro venga cestinato ben prima di arrivare alla discussione in Parlamento.
A chi dovrebbe giovare quindi questo grande livello di dettaglio nel documento del PD? Dal momento che a pensare male si commette peccato ma spesso ci si azzecca, ho qualcosa più di un sospetto che questa non sia un’iniziativa politica, ma abbia a che fare con il marketing di basso livello e con la psichiatria.
Si cerca infatti di passare per protagonisti nonostante quattro mesi di ritardo rispetto all’iniziativa governativa. Ci si propone di inquinare le acque con una serie di norme aggiuntive dove invece sono previste forme amministrative da parte dei vari soggetti coinvolti.
Soprattutto, sembra ci sia la volontà di scacciare i fantasmi del recente passato che continuano a presentare il conto ad un centrosinistra che in tutti questi anni non ha considerato importanti fette del nostro territorio se non per tagliare con l’accetta ogni tipo di servizio, affidarsi ad un trasporto pubblico locale del tutto fatiscente ed inefficace e che, in nome di uno pseudo sviluppo economico, non ha considerato e curato il territorio.
Se avete dei dubbi su quanto affermo, riguardate bene i filmati di quanto accaduto giusto un anno fa in questa Regione.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliera Rontini, prego.
RONTINI: Grazie, presidente.
Non avevo messo in programma di intervenire ma i primi due interventi arrivati dai banchi della minoranza mi hanno sollecitato a farlo.
Ringrazio innanzitutto il consigliere Massimo Bulbi, la collega Palma Costi per il lavoro che hanno fatto insieme agli altri consiglieri del Partito democratico in I Commissione, per portare qui in aula oggi questo provvedimento.
Mi si consenta in apertura: chiedo al consigliere Pompignoli, diciamo così, se ha il coraggio, con l’approccio sbrigativo che ha appena utilizzato nei confronti della vicenda dei beni mobili alluvionati, di ripeterla, così come ha fatto a Forlì, in Consiglio comunale e in qualsiasi altra sede. Io non penso.
Io penso che là anche il consigliere Pompignoli tenga una parte diversa, e almeno, fa bene in quel caso.
Ma chiusa la parentesi, torno al tema dell’oggetto che è in discussione, che è…
(Interruzione del consigliere Pompignoli)
PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Pompignoli! Non è il modo, si replica…
(Interruzione del consigliere Pompignoli)
PRESIDENTE (Petitti): Consigliere Pompignoli, ha detto con calma il suo pensiero, con calma si può dire il proprio pensiero, si può replicare.
Lasciamo intervenire la consigliera Rontini, senza urlare.
Prego.
RONTINI: Grazie, presidente. Evidentemente ho colto nel vivo.
Inviterei i comitati degli alluvionati ad andare a vedere il video delle sue dichiarazioni dell’intervento di prima, e soprattutto il modo con cui ha liquidato, lo ribadisco, la questione.
Lo dico con molta calma, ma lo dico con molta fermezza. Dicevo: torno all’oggetto del provvedimento, che è un progetto di legge alle Camere sulla fiscalità di vantaggio per le aree montane.
Il consigliere Bulbi nella sua relazione ha in maniera molto precisa elencato le tante cose che sono state fatte in questi anni. Provo per sommi capi a ribadirne alcune anche io. Mi fa piacere che qui in aula ci siano sia l’assessore con delega alla montagna, sia l’assessore al bilancio, sia l’assessore alle attività produttive, sia l’assessore alla cultura, perché le cose che abbiamo fatto parlano a tutti questi settori. Parto dal TPL. Abbiamo pensato una misura, e l’abbiamo finanziata con risorse regionali, per garantire la gratuità del trasporto pubblico ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze dei territori montani, ma non solo che vanno a scuola, e per farlo utilizzano i mezzi pubblici. Abbiamo da tanti anni finanziato una misura che riguarda i servizi educativi, che si chiama “Al nido con la Regione”, con cui abbiamo abbassato le rette che le famiglie pagano per consentire questa straordinaria esperienza educativa ai loro figli, alle loro figlie. Da quest’anno l’abbiamo reso completamente gratuito per i bambini e per le bambine che abitano nei territori di montagna.
Oggi chi abita in un Comune di montagna ha in Emilia-Romagna, non dappertutto ma in Emilia-Romagna, la possibilità di andare al nido e di farlo in maniera gratuita.
Abbiamo raddoppiato i fondi per la manutenzione delle strade di montagna per consentire una migliore mobilità.
Abbiamo in tutti i bandi del POR FESR 2021-2027, previsto come priorità trasversale quella che riguarda le aree montane e le aree interne, perché ci è chiaro che risiedere, lavorare e vivere in quei territori è più complicato ed è più oneroso per le famiglie e per le imprese.
Abbiamo fatto un provvedimento in questo caso con il lavoro di tutti, anche partendo da alcune sollecitazioni, da un lavoro, penso ad esempio al vicepresidente della Commissione politiche economiche, Gabriele Delmonte, che parlava di cooperative di comunità, che è stata una risposta, seppur parziale, che ha raccolto un’esigenza, delle buone pratiche, delle buone esperienze che abbiamo voluto mettere a sistema.
Per un triennio, il 20-21-22 se non vado errata, abbiamo rimborsato - e attenzione perché i termini in questo caso fanno la differenza - il credito d’imposta alle aziende. Lo abbiamo rimborsato perché non tocca a noi, non possiamo farlo come Regione, non possiamo intervenire sulla fiscalità.
Ho voluto elencare brevemente alcuni dei provvedimenti che sono stati approvati in questi anni, che abbiamo finanziato in questi anni, non per fare un elenco delle cose buone fatte, ma perché è proprio da quei provvedimenti ed è da una riflessione su quei provvedimenti, e anche io penso in maniera molto onesta dalla parzialità degli stessi, perché su alcuni temi non sta e non può la Regione legiferare, abbiamo sviluppato una riflessione che oggi ci porta a dire che abbiamo fatto queste cose.
Pensiamo che siano state meritorie per il territorio e per i Comuni della montagna ma oggi, se davvero vogliamo limitare lo spopolamento delle nostre colline, limitare lo spopolamento degli Appennini, aumentare l’attrattività di quelle comunità e di quei Comuni, abbiamo bisogno di incidere sulla fiscalità generale.
Quelle misure che abbiamo messo in campo vanno bene, sono stato un aiuto, e sono stati un aiuto fondamentale. Lo dicono i Sindaci di tutti i colori politici, ma serve fare un passo in più, ed è il motivo per cui oggi non accontentandoci di quanto abbiamo portato in aula e in Giunta in questi anni, proviamo a chiedere all’Assemblea legislativa regionale, e io speravo che almeno per una volta dai banchi della minoranza, di fronte alla scelta di sostenere il Governo e di sostenere i cittadini emiliano-romagnoli ci sarebbe stata l’unanimità.
Ma ancora oggi vedo troppa timidezza da parte di chi governa il Paese nell’andare a chiedere quello che è giusto per le nostre comunità. Prima il consigliere Tagliaferri citava il decreto Calderoli. Il decreto Calderoli non dà risposta a questi temi, perché innanzitutto parla di altimetria, mentre noi nel nostro provvedimento consegniamo la scelta sull’individuazione dei Comuni montani alle stesse Comunità e inseriamo un indice di fragilità, perché vogliamo davvero dare risposte non solo alle Alpi o a chi abita nella Sila, ma anche a chi abita nell’Appennino emiliano-romagnolo, perché noi siamo autonomisti non solo nelle dichiarazioni, ma anche nei fatti, nella concretezza e nella quotidianità di tutti i giorni.
Abbiamo fatto alcune cose, penso che le abbiamo fatte in maniera meritoria. Oggi serve un ulteriore passo avanti, perché altrimenti l’unica cosa che potremo continuare a fare sarà rimborsare un credito d’imposta che noi invece chiediamo a chi è competente a farlo, di modificare alla radice e di dare una fiscalità più leggera a chi vive, abita, risiede e lavora in montagna come unica strada e unico strumento per ridare attrattività a quelle Regioni.
Il Partito democratico e la maggioranza che governa questa Regione hanno ben chiaro quello che serve. Speriamo che in questa battaglia a fianco dei territori e delle comunità montane e collinari ci sia, per una volta, anche la destra che governa il Paese.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Colleghi, sono le 12,59. Riprendiamo alle 14,30 con le interrogazioni.
Poi proseguiamo con il dibattito sull’oggetto.
Grazie.
La seduta ha termine alle ore 12,59.
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Fabio BERGAMINI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI; Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADA’, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Giulia GIBERTONI; Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI; Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.
Hanno partecipato alla seduta:
il sottosegretario Davide BARUFFI;
gli assessori Paolo CALVANO, Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Barbara LORI, Paola SALOMONI, Igor TARUFFI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta la vicepresidente della Giunta Irene PRIOLO e i consiglieri Palma COSTI, Francesca MARCHETTI, Antonio MUMOLO.
Votazione elettronica
OGGETTO 8132
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale 23 luglio 2014, n. 20 (Norme in materia di cinema e audiovisivo)". (85)
Presenti: 37
Favorevoli: 36
Presente non votante: 1
Assenti: 13
Favorevoli:
AMICO Federico Alessandro; BARGI Stefano; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; CUOGHI Luca; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FABBRI Marco; FACCI Michele; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MONTEVECCHI Matteo; MORI Roberta; PARUOLO Giuseppe; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; STRAGLIATI Valentina; TAGLIAFERRI Giancarlo; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; COSTI Palma; GIBERTONI Giulia; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Francesca; MUMOLO Antonio; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; PICCININI Silvia; RAINIERI Fabio
Emendamento
OGGETTO 8426
Ordine del giorno n. 1 collegato all'oggetto 8132 Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale 23 luglio 2014, n. 20 (Norme in materia di cinema e audiovisivo)". A firma dei Consiglieri: Amico, Cuoghi, Soncini, Costa, Bondavalli, Mori, Caliandro, Pigoni, Bulbi
Emendamento 1 a firma del consigliere Pompignoli
«Nell'impegna, dopo le parole "a reperire risorse" vengono inserite le seguenti parole ", anche proprie," e dopo le parole "e alla riqualificazione" vengono inserite le seguenti parole, "e al restauro di teatri".»
(Approvato)
Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno
Sono stati presentati i seguenti progetti di legge:
8373 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Partecipazione alla Fondazione "M.I.C. - Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza - O.N.L.U.S."". (Delibera di Giunta n. 771 del 06 05 24)
8410 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Prima variazione generale al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". (Delibera di Giunta n. 831 del 14 05 24)
Sono pervenuti i sottonotati documenti:
INTERROGAZIONI
8384 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla realizzazione di un nuovo impianto di recupero rifiuti non pericolosi, nel comune di Bologna, tra via C. Colombo, via del Trebbo e via del Rosario. A firma della Consigliera: Evangelisti
8385 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai lavori attualmente in corso in prossimità del fiume Setta per sistemare il cedimento della Autostrada A1. A firma della Consigliera: Evangelisti
8386 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno avviare attività informative sull'importanza di evitare sfalci generalizzati delle aree verdi, al fine di tutelare gli insetti cosiddetti pronubi e di favorire la biodiversità. A firma della Consigliera: Gibertoni
8387 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno sospendere i pagamenti di iscrizione agli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia), per quanto attiene la caccia al cinghiale nelle zone oggetto di biocontenimento, fino all'esaurimento della fase emergenziale generata dalla peste suina. A firma dei Consiglieri: Rancan, Occhi
8388 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere il grado di coinvolgimento del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) nelle fasi decisionali, presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
8389 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai casi di sovraffollamento del Pronto Soccorso presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
8390 - Interrogazione a risposta scritta sulle attività sanitarie gestite dal collettivo Labas, con particolare riferimento al Laboratorio di Salute Popolare. A firma della Consigliera: Evangelisti
8392 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda rivedere la decisione di ridurre il perimetro del territorio dell'Oasi di Torriana e Montebello (Rimini), operata con delibera di Giunta regionale n. 557/2019. A firma della Consigliera: Gibertoni
8393 - Interrogazione a risposta scritta in merito ai disservizi registrati sulla rete di telefonia mobile nel comune di Bettola (PC). A firma del Consigliere: Tagliaferri
8395 - Interrogazione a risposta scritta sugli sfalci tardivi nelle aree verdi urbane pubbliche del comune di Parma e sul progetto "Prati fioriti", che prevede la riduzione degli sfalci di vegetazione spontanea finalizzata alla preservazione della biodiversità. A firma del Consigliere: Rainieri
8396 - Interrogazione a risposta scritta circa i lavori sulla cassa di espansione sul Torrente Baganza. A firma del Consigliere: Occhi
8398 - Interrogazione a risposta scritta sulla possibilità di sospendere per l'anno 2024 l'attuazione del Piano quinquennale di controllo dello Storno (Sturnus vulgaris) 2023-2027. A firma della Consigliera: Gibertoni
8399 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle risorse necessarie al completamento e alla riapertura della strada provinciale 3 Via Giardini in località "la Fontanina" a Serramazzoni (MO). A firma del Consigliere: Bargi
8402 - Interrogazione a risposta scritta relativa all'aumento dei costi dei lavori di completamento e di ampliamento del nuovo ospedale di Ferrara, in località Cona. A firma del Consigliere: Mastacchi
8403 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta, in collaborazione con i comuni interessati e i gestori del Servizio Idrico Integrato, abbia concluso la mappatura del rischio e redatto i conseguenti piani speciali della ricostruzione post alluvione, con particolare riferimento all'allagamento verificatosi il 15 maggio scorso nel comune di Mordano (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
8406 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere se la Giunta intenda condurre un confronto con i dirigenti del nuovo Gruppo Industriale del Trasporto pubblico locale, al fine di garantire che i mezzi modenesi siano sicuri e rispettino gli standard di sicurezza e di manutenzione. A firma del Consigliere: Cuoghi
8407 - Interrogazione a risposta scritta relativa agli allagamenti e ai conseguenti danni e disagi, verificatisi il 15 maggio scorso a Lugo (RA), a seguito di intense precipitazioni. A firma della Consigliera: Evangelisti
8408 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno realizzare, nel Punto di Primo Intervento (PPI) di Loiano, un potenziamento sia della strumentazione diagnostica e dei laboratori per gli esami, sia di politiche d'incentivazione per le assunzioni di personale. A firma del Consigliere: Mastacchi
8411 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle misure da adottare al fine di sostenere gli imprenditori agricoli del territorio piacentino, che hanno subito danni a seguito degli eventi atmosferici avversi dello scorso 16 maggio. A firma del Consigliere: Tagliaferri
8412 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul diritto all'interruzione di gravidanza in Emilia-Romagna e per sapere se i dati aggiornati confermino le allarmanti percentuali di obiettori di coscienza rilevate nel 2020. A firma della Consigliera: Zamboni
8413 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul Protocollo d'Intesa Bologna Montana, per la promozione e lo sviluppo turistico culturale del territorio dell'Appennino bolognese. A firma del Consigliere: Mastacchi
8414 - Interrogazione a risposta scritta sul Piano di depopolamento dei cinghiali, previsto al fine di contrastare la diffusione della Peste Suina Africana (PSA), nella provincia di Parma. A firma del Consigliere: Occhi
8415 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulle richieste avanzate dalle Regioni e Province autonome al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in relazione all'Edilizia Residenziale Pubblica e in particolare alla definizione di misure nazionali per rendere effettivamente esigibile il diritto alla casa. A firma della Consigliera: Bondavalli
8416 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per conoscere quale incidenza sulla Superficie Agricola Utile regionale abbia determinato l'installazione di impianti fotovoltaici a terra e quale perdita, in termini di capacità di generare energia da fonti rinnovabili e di investimenti, si stimi possa generare l'eventuale conversione in legge del DL 63/2024. A firma del Consigliere: Amico
8417 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula per sapere quali siano ad oggi i risultati della procedura di alienazione della porzione di proprietà immobiliare pubblica da parte dell'Ente Parchi e Biodiversità dell'Emilia Occidentale e a quali esiti abbia portato l'interlocuzione con il Ministero della Cultura per la salvaguardia della Villa Casino dei Boschi. A firma della Consigliera: Piccinini
8418 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula relativa al ruolo di Lepida e alla sicurezza informatica dei dati sanitari dei cittadini. A firma della Consigliera: Gibertoni
8419 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito alla riduzione del servizio di guardia cardiologica presso l'Ospedale di Castel San Giovanni (PC). A firma della Consigliera: Stragliati
8420 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sul rifinanziamento del bando per l'accesso ai contributi di cui al programma speciale di investimento dedicato alla cultura sportiva, all'impiantistica e alle attività del tempo libero previsto dalla Legge regionale n. 5/2018 "Norme in materia di interventi territoriali per lo sviluppo integrato degli ambiti locali". A firma dei Consiglieri: Rainieri, Pompignoli, Occhi, Catellani, Delmonte, Bergamini, Rancan, Stragliati, Marchetti Daniele, Bargi, Liverani
8421 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula sulla possibilità introdotta dalla maggioranza di Governo di inserimento di associazioni antiabortiste nei consultori pubblici e delle iniziative in corso in Emilia-Romagna per tutelare i diritti delle donne come sanciti dalla legge 194 e per potenziare i servizi consultoriali. A firma della Consigliera: Mori
8422 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito al risarcimento dei beni mobili alluvionati, ad un anno dagli eventi catastrofali che hanno colpito l'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Rontini
8423 - Interrogazione di attualità a risposta immediata in Aula in merito all'accesso a visite allergologiche e challenge desensibilizzanti. A firma della Consigliera: Castaldini
RISOLUZIONI
8391 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attuare la programmazione di attività formative necessarie al conseguimento e alla certificazione delle competenze e dell'insieme delle conoscenze e capacità riferite alle attività specifiche di assistente personale. (10 05 24) A firma dei Consiglieri: Costi, Caliandro, Sabattini, Soncini, Pillati, Mori, Costa, Dalfiume, Zappaterra, Daffadà, Maletti, Mumolo
8394 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad adottare, da parte della Regione Emilia-Romagna e degli Enti controllati, gli appalti etici al fine di tenere conto di eventuali violazioni dei diritti umani e/o del diritto internazionale da parte degli operatori economici e quindi di escludere tali soggetti in fase di valutazione delle offerte. (13 05 24) A firma della Consigliera: Zamboni
8397 - Risoluzione per impegnare la Giunta a garantire il rimborso delle spese extra sanitarie per chi sia costretto ad affrontare un trapianto di organi o tessuti fuori regione. (14 05 24) A firma del Consigliere: Mastacchi
8401 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi presso il Governo italiano affinché, al fine di proteggere la nostra sovranità sanitaria, non aderisca al Nuovo Trattato Pandemico dell'OMS e non accetti gli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale. (15 05 24) A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Facci
È stata data risposta scritta alle interrogazioni oggetti nn.
7939 - Interrogazione a risposta scritta relativa a problemi idraulici e di manutenzione del torrente Senio in località Riolo Terme, lungo la strada provinciale 306 direzione Riolo Terme-Casola Valsenio, a ridosso del cosiddetto "ponte della chiusa". A firma della Consigliera: Evangelisti
7953 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se siano previsti ulteriori interventi sul Rio Grande presso il Mulino Cavulla nel comune di Fontanelice (BO), oltre a quelli già eseguiti. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
8022 - Interrogazione a risposta scritta sullo stato di manutenzione del torrente Idice, nel tratto che va dal ponte di via Pedagna all'ingresso di via Tomasella. A firma della Consigliera: Evangelisti
8053 - Interrogazione a risposta scritta sulla situazione in cui versa il torrente Savena con particolare riguardo al tratto che interessa la Ponticella, frazione di San Lazzaro. A firma della Consigliera: Evangelisti
8088 - Interrogazione a risposta scritta circa le azioni da adottare per garantire un percorso di partecipazione e condivisione con i Comuni sulla redazione e sul metodo di calcolo dei costi dei Piani Economici Finanziari (PEF) del servizio rifiuti. A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Pelloni
8090 - Interrogazione a risposta scritta per sapere come la Giunta intenda affrontare la gravissima situazione di inquinamento dell'aria della regione Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Piccinini
8116 - Interrogazione a risposta scritta circa gli interventi manutentivi previsti lungo tutto il torrente Zena, compresa la località Farneto di San Lazzaro. A firma della Consigliera: Evangelisti
8139 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali siano gli obiettivi previsti nel Piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA) per la messa in sicurezza della cassa di espansione del fiume Secchia, in provincia di Modena. A firma del Consigliere: Bargi
8146 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere la posizione della Giunta regionale in merito agli ultimi avvenimenti legati all'area verde di via Podgora nel Comune di Sant'Ilario D'Enza (PR). A firma del Consigliere: Delmonte
8152 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali saranno, anche a livello del territorio regionale, le conseguenze del ritiro, da parte della Commissione europea, della proposta sul taglio all'uso dei pesticidi chimici in agricoltura. A firma della Consigliera: Gibertoni
8155 - Interrogazione a risposta scritta sulle politiche del comune di Parma riguardo i servizi cimiteriali e l'attività funebre e sul rispetto delle normative regionali e statali in tale materia. A firma del Consigliere: Rainieri
8158 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere la tempistica prevista per lo spegnimento e la chiusura definitiva dell'inceneritore di Modena. A firma della Consigliera: Gibertoni
8216 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta intenda interloquire con il comune di Casalecchio di Reno (BO) in merito alle azioni strutturali da intraprendere per limitare il fenomeno dell'abbandono dei rifiuti e alla possibile introduzione di modalità di raccolta differenziata alternative al porta a porta. A firma della Consigliera: Evangelisti
8260 - Interrogazione a risposta scritta inerente alla realizzazione del Programma Regionale Integrato per l'assistenza alle persone con disturbo dello spettro autistico (PRIA). A firma dei Consiglieri: Soncini, Caliandro, Rontini, Zappaterra, Pillati, Paruolo, Mori, Dalfiume, Daffadà, Sabattini
8266 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla sospensione della circolazione ferroviaria tra Pistoia e Porretta Terme, prevista dal 15 aprile all'8 giugno 2024, per effettuare lavori di sostituzione dell'attuale binario, e alle misure da adottare al fine di ridurre i disagi per l'utenza. A firma della Consigliera: Evangelisti
8272 - Interrogazione a risposta scritta in merito alle azioni da intraprendere al fine di consentire l'inserimento all'interno dei percorsi ITS di cittadini con Disturbo dello Spettro Autistico e di tutti i giovani con disabilità. A firma dei Consiglieri: Marchetti Daniele, Bergamini, Stragliati
8275 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali attività di monitoraggio, valutazione e verifica dell'aggiornamento dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) ha effettuato la Regione sull'Ausl di Imola. A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
8285 - Interrogazione a risposta scritta sul cantiere del Consorzio di Bonifica della Romagna Occidentale per "Lavori di costruzione di invasi di accumulo al servizio degli impianti irrigui esistenti denominati Ebola, Vitisano, Ovello, Poggio-San Rufillo, Rivalta e Santa Lucia con realizzazione di nuove reti irrigue nei comuni di Brisighella e Faenza (RA)". A firma del Consigliere: Liverani
8294 - Interrogazione a risposta scritta in merito alla carenza di medici di medicina generale, con particolare riguardo alla situazione del quartiere Navile di Bologna. A firma della Consigliera: Evangelisti
8295 - Interrogazione a risposta scritta sulle criticità dei servizi del trasporto pubblico urbano su Parma gestito da Tep spa con particolare riferimento alle necessità dei turisti. A firma del Consigliere: Rainieri
8297 - Interrogazione a risposta scritta per sapere se la Giunta ritenga opportuno manifestare solidarietà ai cittadini che operano in difesa degli alberi e dell'area verde del parco "Don Bosco", prospiciente alla scuola secondaria di primo grado "Besta", a Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni
8303 - Interrogazione a risposta scritta relativa a una vendita illecita di un farmaco a base di ossicodone, che, da notizie di stampa, sarebbe avvenuta in una farmacia di Bologna. A firma della Consigliera: Gibertoni
8307 - Interrogazione a risposta scritta circa il rischio di mancata realizzazione del Programma Innovativo per la Qualità dell'Abitare (PINQuA) dell'Unione Reno-Galliera, finanziato con fondi PNRR, insistente sul territorio comunale di San Pietro in Casale (BO). A firma del Consigliere: Marchetti Daniele
8320 - Interrogazione a risposta scritta relativa alla riduzione di espositori provenienti dall'Emilia-Romagna all'edizione 2024 di Vinitaly. A firma dei Consiglieri: Rainieri, Rancan, Stragliati
In data 8 maggio 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Territorio, ambiente, mobilità”, alle interrogazioni oggetti nn. 8081, 8225, 8274, 8284:
8081 - Interrogazione a risposta orale in Commissione relativa alle modifiche migliorative sul tema "Bologna città 30" chieste dalle associazioni di categoria. A firma della Consigliera: Evangelisti
8225 - Interrogazione a risposta orale in commissione sull'allarme inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e sui potenziali effetti nocivi sulla salute dei cittadini dell'Emilia-Romagna. A firma della Consigliera: Zamboni
8274 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere quali interventi sono in programma ad oggi sulla SP 28, in provincia di Parma, nel tratto tra Varsi e Bardi. A firma del Consigliere: Occhi
8284 - Interrogazione a risposta orale in commissione per sapere se la Giunta ritenga opportuno ripristinare il rimborso di un mese di abbonamento ai pendolari che viaggiano in treno quale misura di risarcimento dei disagi subiti a causa dei disservizi. A firma della Consigliera: Zamboni
In data 14 maggio 2024 è stata data risposta orale, presso la Commissione “Politiche economiche”, alla interrogazione oggetto n. 8318:
8318 - Interrogazione a risposta orale in Commissione per sapere come la Giunta intenda intervenire per garantire una procedura alternativa, nell'imminenza della chiusura dell'applicativo web regionale per la registrazione dei capi abbattuti durante la caccia di selezione. A firma del Consigliere: Mastacchi
Comunicazione ai sensi dell’art. 68, lettera f) del Regolamento interno
Si comunica che la Commissione assembleare “Territorio, ambiente, mobilità”, nella seduta del 15 maggio 2024, ha esaminato la petizione in oggetto:
7765 - Petizione popolare per chiedere di modificare la delibera della Giunta regionale n. 193 del 2014 in materia di semplificazione edilizia. (Delibera dell'Ufficio di Presidenza n. 73 del 14 12 23)
formulando una apposita relazione ai sensi dell’art. 121, comma 2 del Regolamento interno.
Comunicazione, ai sensi dell'art. 113, comma 5 del Regolamento interno, circa la mancata risposta da parte della Giunta nei termini previsti alle interrogazioni oggetto:
8166 - Interrogazione a risposta scritta in merito agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del torrente Idice, in località Campotto, frazione di Argenta (FE). A firma della Consigliera: Evangelisti
8183 - Interrogazione a risposta scritta relativa alle attività di pulizia ordinaria e straordinaria degli argini e degli alvei dei fiumi e dei torrenti del territorio regionale. A firma dei Consiglieri: Montevecchi, Liverani
Comunicazione, ai sensi dell'art. 68, comma 1, lett. k), del Regolamento interno, circa le nomine effettuate dal Presidente della Giunta regionale, tramite l'adozione del seguente decreto, dal 03/05/2024 al 16/05/2024:
DPGR n. 59 del 06/05/2024
Comitato di indirizzo dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – sostituzione componente
(Comunicazione prescritta dall’articolo 68 del Regolamento interno n. 9 prot. PG/2024/13361 del 20 Maggio 2024)
LA PRESIDENTE |
I SEGRETARI |
Petitti |
Bergamini - Montalti |