283.
SEDUTA DI MARTEDÌ 9 LUGLIO 2024
(POMERIDIANA)
PROSEGUITA MERCOLEDÌ 10 LUGLIO 2024
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
INDI DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI
INDICE
Il testo degli oggetti assembleari è reperibile sul sito dell’Assemblea
OGGETTO 8425
Interpellanza relativa alla "carriera alias", adottata in molti istituti scolastici regionali, e ai progetti educativi ad essa connessi, ispirati all'ideologia gender. A firma del consigliere: Montevecchi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MONTEVECCHI (GI)
BARUFFI, sottosegretario
MONTEVECCHI (GI)
OGGETTO 8544
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale del signor Gian Luigi Molinari. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della signora Benedetta Scagnelli. (180)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8555
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Marilena Pillati. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della signora Raffaella Raimondi. (181)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8556
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Francesca Marchetti. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Romano Franchi. (182)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8547
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Valentina Stragliati. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Stefano Cavalli. (183)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8572
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Francesca Maletti. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Pier Giorgio Rebecchi. (184)
(Iscrizione all’ordine del giorno e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8548
Elezione del Presidente della Commissione assembleare V "Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità". (187)
(Discussione - I e II scrutinio)
PRESIDENTE (Petitti)
ZAPPATERRA (PD)
RANCAN (Lega)
FACCI (GI)
AMICO (ERCEP)
MARCHETTI (Lega)
PELLONI (RCPER)
DELMONTE (Lega)
CUOGHI (FdI)
LIVERANI (Lega)
RANCAN (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
Richiesta di inversione dell’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Petitti)
RANCAN (Lega)
ZAPPATERRA (PD)
RANCAN (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8542
Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione". A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Pigoni, Zamboni, Bondavalli, Caliandro, Fabbri, Costa, Dalfiume, Mori, Bulbi, Montalti, Maletti, Costi, Sabattini, Rossi, Daffadà, Mumolo, Gerace (185)
(Discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8542/1/2/3/4/5/6/7/8/9/10/11/12/13/14/15/16/17/18/19 – oggetti nn. da 8573 a 8580 – oggetto 8607 – oggetti nn. da 8581 a 8589 – oggetto 8608 – Presentazione, discussione e reiezione)
OGGETTO 8552
Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione di parte della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" pubblicata in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 150 del 28 giugno 2024. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Zamboni, Bondavalli, Pigoni, Caliandro, Costi, Sabattini, Dalfiume, Mumolo, Rossi, Bulbi, Costa, Daffadà, Gerace, Fabbri, Mori (186)
(Discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8552/1/2/3/4/5/6/7/8/9/10/11/12/13/14/15/16/17/18/19 – oggetti nn. da 8590 a 8606 e da 8609 a 8610 – Presentazione, discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Petitti)
CATELLANI (Lega)
FACCI (GI)
POMPIGNOLI (Misto)
CALIANDRO (PD)
RAINIERI (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
EVANGELISTI (FdI)
BARGI (Lega)
ZAMOBONI (EV)
LIVERANI (Lega)
MASTACCHI (RCPER)
CUOGHI (FdI)
PELLONI (RCPER)
PICCININI (M5S)
PIGONI (IV)
POMPIGNOLI (Misto)
RAINIERI (Lega)
TAGLIAFERRI (FdI)
CATELLANI (Lega)
MARCHETTI (Lega)
OCCHI (Lega)
DELMONTE (Lega)
RANCAN (Lega)
TAGLIAFERRI (FdI)
EVANGELISTI (FdI)
ZAPPATERRA (PD)
BARUFFI, sottosegretario
PRESIDENTE (Petitti)
RANCAN (Lega)
ZAPPATERRA (PD)
PICCININI (M5S)
FACCI (GI)
RANCAN (Lega)
RAINIERI (Lega)
RANCAN (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
MARCHETTI (Lega)
MARCHETTI (Lega)
EVANGELISTI (FdI)
ZAPPATERRA (PD)
FACCI (GI)
CATELLANI (Lega)
RANCAN (Lega)
PELLONI (RCPER)
CUOGHI (FdI)
POMPIGNOLI (Misto)
ZAPPATERRA (PD
RANCAN (Lega)
ZAPPATERRA (PD)
DELMONTE (Lega)
RAINIERI (Lega)
MARCHETTI (Lega)
BARGI (Lega)
CATELLANI (Lega)
DELMONTE (Lega)
MASTACCHI (RCPER)
OCCHI (Lega)
RAINIERI (Lega)
RANCAN (Lega)
EVANGELISTI (FdI)
CUOGHI (FdI)
CATELLANI (Lega)
ZAPPATERRA (PD)
PRESIDENTE (Petitti)
CUOGHI (FdI)
FACCI (GI)
PRESIDENTE (Petitti)
PRESIDENTE (Zamboni)
PRESIDENTE (Petitti)
PRESIDENTE (Zamboni)
PRESIDENTE (Petitti)
PRESIDENTE (Zamboni)
PRESIDENTE (Petitti)
ZAPPATERRA (PD)
FACCI (GI)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8548
Elezione del Presidente della Commissione assembleare V "Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità". (187)
(III scrutinio: elezione del consigliere Giuseppe Paruolo)
PRESIDENTE (Petitti)
CALIANDRO (PD)
PICCININI (M5S)
RANCAN (Lega)
RAINIERI (Lega)
PICCININI (M5S)
ZAPPATERRA (PD)
CATELLANI (Lega)
PICCININI (M5S)
PRESIDENTE (Petitti)
RANCAN (Lega)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 5177
Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Disposizioni generali sull'eliminazione delle barriere architettoniche in ambito pubblico". (11 05 22) A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani, Catellani, Bergamini, Facci, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Delmonte, Occhi, Rainieri, Pelloni, Stragliati, Montevecchi
(Sull’ordine dei lavori)
PRESIDENTE (Petitti)
ZAPPATERRA (PD)
EVANGELISTI (FdI)
RANCAN (Lega)
FACCI (GI)
PRESIDENTE (Petitti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 8542 – 8552 (votazioni elettroniche ad emendamenti e ordini del giorno abbinati: depositate agli atti)
Emendamenti oggetti 8542 – 8552 (testo emendamenti preclusi e testo emendamenti agli ordini del giorno abbinati: depositati agli atti)
Comunicazioni prescritte dall’art. 69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
La seduta ha inizio alle ore 14,47
PRESIDENTE (Petitti). Dichiaro aperta la seduta n. 283 della XI legislatura dell’Assemblea legislativa.
Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento dell'interpellanza.
Svolgimento di interpellanza
OGGETTO 8425
Interpellanza relativa alla “carriera alias”, adottata in molti istituti scolastici regionali, e ai progetti educativi ad essa connessi, ispirati all'ideologia gender. A firma del consigliere: Montevecchi.
PRESIDENTE (Petitti). Abbiamo una sola interpellanza, perché l'interpellanza 8424 è stata rinviata, quindi, siamo all'interpellanza 8425 relativa alla “carriera alias”, adottata in molti istituti scolastici regionali, e ai progetti educativi ad essa connessi, ispirati all'ideologia gender.
L'interpellanza è a firma del consigliere Montevecchi, prego consigliere.
MONTEVECCHI. Grazie Presidente.
Premesso che all'interno di molti istituti scolastici si sta diffondendo un vero e proprio abuso che consiste nel concedere – agli studenti che ne facciano espressa richiesta, anche attraverso i propri genitori – la cosiddetta “carriera alias”, ossia l’apertura di un profilo burocratico alternativo che sostituisce il nome anagrafico con quello di elezione nel registro elettronico, negli elenchi e in tutti i documenti interni alla scuola, in favore di chi abbia la percezione di sé quale persona con una presunta identità diversa da quella “biologica”.
La “carriera Alias” non si limita alla modifica dei documenti scolastici interni del nome anagrafico dello studente con quello di elezione, ma comprende anche che venga concordata la scelta del bagno e dello spogliatoio.
Questo creerebbe seri problemi soprattutto per le alunne di genere femminile che si troverebbero a dover condividere suddetti spazi con i richiedenti, generando così evidenti criticità legate al diritto alla privacy.
Perciò un maschio che sostiene di sentirsi una donna, attraverso la “carriera alias” potrebbe paradossalmente utilizzare bagni e spogliatoi femminili.
Generalmente i regolamenti presuppongono o dichiarano che tutti i membri della comunità scolastica, quindi, sia gli educatori sia gli altri studenti, abbiano l'obbligo di trattare il richiedente nella “carriera alias” in base all'identità autodichiarata, accettandola senza possibilità di critica o dissenso.
La “carriera alias” risponderebbe, secondo i suoi proponenti, all'esigenza di evitare presunte discriminazioni nei confronti di studenti che dichiarano di appartenere ad una diversa identità di genere.
Tuttavia, la “carriera alias” pone una serie di gravi problemi giuridici, psicologici e sociali, rischiando di danneggiare gli stessi studenti richiedenti.
La “carriera alias” presuppone una visione dell'identità sessuale fluida, l'identità sessuale viene sostituita dall'identità di genere, è l'attuazione pratica dell'ideologia gender secondo cui uno non è maschio o femmina sulla base del suo inconfutabile dato naturale, ma ciò che si sente di essere al momento.
Inoltre, l'introduzione della “carriera alias” in ambito scolastico è spesso accompagnata dalla trattazione di tematiche riguardanti la sessualità, l'identità di genere secondo la suddetta prospettiva ideologica.
Nella Regione Emilia-Romagna sono già più di venti le scuole secondarie di secondo grado che hanno aderito alla “carriera alias”.
Rilevato che l'implementazione della “carriera alias” è potenzialmente dannosa per gli stessi studenti che la richiedono, in quanto porta a consolidare una percezione soggettiva che, persino laddove sia accompagnata da una vera e propria disforia di genere e nella quasi totalità di casi, in particolare nei minorenni è temporanea, è risolta spontaneamente nella maggiore età.
Tale pericolo per gli studenti richiedenti ancora maggiore nell'attuale contesto sociale poiché si sta verificando un forte aumento del numero di minori che sperimentano un disorientamento transitorio rispetto alla propria identità sessuale.
I recenti, inconsueti aumenti dell'identità transgender a livello mondiale, indicano che le influenze costituiscono un fattore importante, i bambini e i giovani sono sensibili a influenze sociali, educative e culturali.
Non si può escludere, secondo la tesi del contagio sociale, che il fenomeno sia dovuto in gran parte, come confermato da numerose testimonianze all'influenza che i giovani subiscono in società da amici, sul web, le reti sociali e gli altri media.
La “carriera alias” peggiora in queste situazioni di confusione, rafforzando in molti minorenni l'errata convinzione di essere nati nel corpo sbagliato.
Incoraggiare i minori o i giovani adulti a vivere l'identità contrastante con il proprio sesso biologico potrebbe spingerli a intraprendere percorsi irreversibili e/o non privi di gravi problematiche per la salute psicofisica, come operazioni chirurgiche e abituali soluzioni di ormoni.
Come ricordato anche dall'associazione nazionale di genitori nella scuola, articolo 26: “I sempre più numerosi casi di de-transizione e di criticità registrati a livello internazionale per la diffusione del concetto di “identità di genere” nelle scuole siano da monito anche per l’Italia, per i docenti, i dirigenti scolastici e i genitori stessi”.
Preso atto che non esiste alcun fondamento giuridico che consenta alle scuole di nominare gli alunni in base al genere da loro scelto.
Ad oggi i dati anagrafici possono essere modificati solo attraverso apposita sentenza da parte di un Tribunale.
Preso atto che all'amministrazione scolastica non è attribuito alcun potere di modifica del nome dell'identità o di aggiunta di un nome o di un'identità, nemmeno in riferimento al suo ambito scolastico.
Anzi, la legge esclude che tali modifiche possano essere realizzate al di fuori delle modalità esplicitamente previste.
Il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, precisa la natura e gli scopi dell'autonomia scolastica (articolo 1), che riguarda la definizione e la realizzazione dell'offerta formativa, la progettazione e realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione.
Inoltre, prevede che le istituzioni scolastiche provvedano a tutti gli adempimenti relativi alla carriera scolastica degli alunni, disciplinino le iscrizioni, le frequenze, le certificazioni e la documentazione, la valutazione, tuttavia, «nel rispetto della legislazione vigente».
Ritenuto che da tempo cerco di sollecitare pubblicamente il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ad emanare una circolare ministeriale per invitare a rispettare la legge vigente e fermare la moltiplicazione delle carriere alias nelle scuole.
La suddetta richiesta non è mai stata presa in considerazione dal Ministro Valditara, nonostante la Lega, il suo partito di appartenenza e il mio ex partito, contenesse all'interno del proprio programma di governo per le elezioni politiche del 2022 una posizione chiara a riguardo (pagina 75): “Contrasto all’ideologia di genere e alla fluidità in più settori della società (scuola, sport, carceri, documenti pubblici)”.
Sempre a pagina 75, più nello specifico nel programma si può leggere: “Inoltre, dal momento che in molti ambiti della società e in particolare nelle scuole, è in atto un tentativo di "colonizzazione ideologica" attraverso la cosiddetta teoria gender, servirà un’attenta opera di monitoraggio su: progetti didattici, percorsi di educazione civica, corsi per docenti, documenti ministeriali sensibili, fino alla recente diffusione della “carriera alias” procedura che introduce il concetto della fluidità di genere e determina una palese forzatura giuridica”.
Testuali parole.
Ne consegue che il Ministro Valditara abbia fino ad oggi completamente disatteso le promesse elettorali inerenti allo stop delle carriere alias nelle scuole.
Anche l'associazione Pro Vita & Famiglia, tramite il suo portavoce nazionale, in merito alla “carriera alias” ha dichiarato: “È sempre più urgente un intervento risolutore del Ministro dell'Istruzione per mettere fine una volta per tutte al proliferare incontrollato di questo ideologico abuso giuridico”.
Mi appresto a concludere.
Interpello la Giunta per sapere se intende attivarsi presso il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, affinché prenda posizione e faccia la dovuta chiarezza, emanando una circolare ministeriale che indichi alle scuole di rispettare la legge e di fermare questo vero e proprio abuso delle “carriere alias”.
Se intende al tempo stesso individuare azioni concrete che garantiscano il rispetto delle leggi vigenti in materia e che contrastino ogni tipo di azione, sia da parte degli Istituti Scolastici che aderiscono alla “carriera alias”, che dalle associazioni promotrici, che costituisca un illecito.
Se intende richiedere agli istituti scolastici emiliano-romagnoli che aderiscono alla “carriera alias” di annullarne/disapplicarne il regolamento.
Se intende intervenire con direttive regionali contro la diffusione nelle scuole della “carriera alias” ed eventuali progetti educativi ad essa connessi, ispirati all’ideologia gender.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Risponde il Sottosegretario Baruffi, prego.
BARUFFI, sottosegretario. Grazie Presidente.
Al consigliere Montevecchi potrei rispondere con tre no, molto sereni, asciutti e determinati.
Il primo no, rispetto all'intervenire sul Ministro Valditara, perché non credo che abbia bisogno dei nostri suggerimenti per sbagliare e se in questo caso ha ritenuto di non intervenire sulle autonomie scolastiche, io credo che sia apprezzabile, al di là delle mie e delle sue opinioni.
Ritengo altresì che la Regione non debba e non possa attivarsi presso le autonomie scolastiche per sollecitare orientamenti, comportamenti, norme che ne ledano l'autonomia, per definizione, anche con sollecitazioni ispirate da principi che considero sbagliati.
Io ho rispetto delle opinioni di tutti naturalmente, ma credo che i nostri interventi debbano sempre essere improntati alla moderazione, al rispetto, alla comprensione.
Ma certamente la Regione non può attivarsi nella sfera autonoma delle scuole, riconoscendola per come è ormai dal 2000, sono passati 24 anni; lei è molto giovane, quindi, ha fatto in tempo a vivere proprio la stagione dell'autonomia scolastica, e le scuole, pure all'interno del sistema nazionale, istruzione dello Stato - e dopo discuteremo di come preservarlo, diciamo nel corso della discussione del pomeriggio - hanno però, loro sì, una propria autonomia amministrativa, didattica, organizzativa che è da tutelarsi da ogni punto di vista.
La Regione non potrebbe né minimamente intende, pertanto, chiedere in nessun modo l'annullamento di decisioni proprie dei dirigenti scolastici né emanare direttive in tal senso, in quanto eventuali interventi sarebbero casomai di competenza dell'Ufficio Scolastico Regionale, nei limiti che prima ho ricordato naturalmente.
Così come non è materia nostra, nostra competenza né nostro interesse, intendo dire istituzionale, agire affinché il Ministro dia attuazione al programma del suo partito politico, ci penserà lui, credo, e ci confronteremo su questo.
Ciò premesso, come Giunta, in piena coerenza con la cultura del rispetto, della valorizzazione del pluralismo, nonché di un'idea di società inclusiva, idee che consideriamo fondamento della nostra visione e azione politica, riconosciamo il diritto all'autodeterminazione di ogni persona in ordine al proprio orientamento sessuale e anche alla propria identità di genere.
Siamo impegnati a promuovere e realizzare programmi ed azioni che prevengano e contrastino ogni forma di violenza e discriminazione - credo che questo sia il nostro compito precipuo - per orientamento sessuale e identità di genere, come previsto, peraltro, dalla legge regionale 15 del 2019 “contro la discriminazione e le violenze determinate dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere”.
Questo è il punto di riferimento del nostro agire con ogni iniziativa che deve essere, ripeto, improntata al rispetto dell'autonomia delle altre istituzioni e anche alle misure all'equilibrio con la quale si possono esprimere tutte le opinioni politiche ma avendo a riferimento, credo questi principi fondamentali.
Grazie Presidente.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie Sottosegretario.
consigliere Montevecchi.
MONTEVECCHI. Grazie Presidente.
Io credo che il Sottosegretario però abbia fatto un'interpretazione un po' anarchica della legge, anche perché ricordo che la “carriera alias”, e l'ho anche enunciato nelle premesse della mia interpellanza, non rientra nell'autonomia scolastica, perché si tratta di un vero e proprio abuso giuridico e ideologico.
Mi spiego meglio: la scuola non può cambiare a piacimento i nomi degli studenti, la scuola si deve attenere ai documenti ufficiali, alla carta d'identità, ai documenti anagrafici degli studenti, non può inventare a piacimento un nuovo nome d'elezione, quindi, non c'entra assolutamente niente l'autonomia scolastica.
La scuola non può farlo e le istituzioni invece sì, dovrebbero richiamare queste scuole, in questo caso, al rispetto della legge, ma evidentemente c'è chi preferisce dipingere la realtà di ideologia, mettersi gli occhialini arcobaleno e ignorare che queste scuole non stanno semplicemente rispettando la legge.
Non li ha arcobaleno, non si vedono, ma lei vede così.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Abbiamo concluso con le interpellanze.
OGGETTO 8544
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale del signor Gian Luigi Molinari. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della signora Benedetta Scagnelli. (180)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti). Passiamo adesso all'oggetto 8544 - Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale del signor Gian Luigi Molinari e la proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della signora Benedetta Scagnelli.
Il consigliere Gianluigi Molinari, con nota 17756, in data 28 giugno 2024 ha presentato formali dimissioni dall'Assemblea Legislativa di cui do lettura: “Con la presente, il sottoscritto Molinari Gianluigi rassegna le dimissioni dalla carica di consigliere regionale della Regione Emilia-Romagna.”
È quindi doveroso procedere alla proclamazione del consigliere subentrante.
Pertanto richiamo alcune delle disposizioni contenute nell'articolo 14 comma 1, della legge regionale 23 luglio 2014, la numero 21: se in corso di legislatura, per qualunque causa, anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell'Assemblea Legislativa, questo è attribuito alla candidata o al candidato che nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l'ultimo eletto.
Do atto che dal verbale dell'Ufficio di Circoscrizione presso il Tribunale di Piacenza, relativo all'elezione del Presidente della Giunta regionale e dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna, anno 2020, risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista numero 9 di quella circoscrizione avente il contrassegno PD - Partito Democratico Bonaccini Presidente e per la quale fu eletto il consigliere Gianluigi Molinari, la signora Benedetta Scagnelli.
Invito pertanto l'Assemblea a prendere atto delle dimissioni del consigliere Molinari e della relativa surroga.
Nominiamo gli scrutatori: consigliera Soncini, consigliera Montalti, consigliere Cuoghi, niente, quindi consigliere Caliandro e consigliere Cuoghi.
A questo punto, procediamo con il voto palese per alzata di mano.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
(La presa d’atto è approvata con voto per alzata di mano, all’unanimità dei votanti)
PRESIDENTE (Petitti). Proclamo dunque consigliere regionale dell'Emilia-Romagna la signora Benedetta Scagnelli, a cui diamo il benvenuto e l'invito ad entrare in Aula e prendere posto tra i Consiglieri.
(Entra la consigliera Scagnelli)
PRESIDENTE (Petitti). Rammento che l'articolo 17 della legge 17 febbraio 68, numero 108, così dispone: nessuna elezione può essere convalidata prima che siano trascorsi quindici giorni dalla data della proclamazione.
Rammento, inoltre, che i Consiglieri Regionali divengono titolari dei diritti dei doveri, delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto regionale.
OGGETTO 8555
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Marilena Pillati. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della signora Raffaella Raimondi. (181)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti). Procediamo adesso con la presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Marilena Pillati. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, della signora Raffaella Raimondi.
La consigliera Marilena Pillati, con nota 17757, in data 27 giugno 2024 ha presentato formali dimissioni dall'Assemblea Legislativa di cui do lettura: “Con la presente sono a rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliera regionale della Regione Emilia-Romagna a seguito dell'elezione a Sindaca del comune di San Lazzaro di Savena.”
È doveroso quindi procedere alla proclamazione della consigliera subentrante.
Pertanto richiamo alcune delle disposizioni contenute nell'articolo 14 comma 1, della legge regionale 23 luglio 2014, la numero 21: se in corso di legislatura, per qualunque causa, anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell'Assemblea Legislativa, questo è attribuito alla candidata o al candidato che nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l'ultimo eletto.
Do atto che dal verbale dell'Ufficio di Circoscrizione presso il Tribunale di Bologna, relativo all'elezione del Presidente della Giunta Regionale e dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, anno 2020, risulta prima dei candidati non proclamati eletti nella lista 7 avente il contrassegno PD - Partito Democratico Bonaccini Presidente, per il quale è stata eletta la consigliera Marilena Pillati, la signora Elena Gaggioli.
La signora Elena Gaggioli, con nota a protocollo 18548 del 4 luglio, ha presentato formale rinuncia alla carica di consigliere regionale dell'Assemblea legislativa, di cui do lettura: “Scrivo la presente quale ufficiale e irrevocabile rinuncia al seggio presso l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in seguito alle dimissioni della consigliera Marilena Pillati.”
Do atto che dal verbale dell'Ufficio di Circoscrizione presso il Tribunale di Bologna relativo all'elezione del Presidente della Giunta Regionale e dell'Assemblea dell'Emilia-Romagna risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista e per il quale fu assegnato il seggio ad Elena Gaggioli, la signora Raffaella Raimondi.
Invito l'Assemblea a prendere atto quindi delle dimissioni della consigliera Pillati, della formale rinuncia della signora Gaggioli, dunque della relativa surroga.
Chiedo quindi che ci si esprima con il voto per alzata di mano.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
(La presa d’atto è approvata con voto per alzata di mano, all’unanimità dei votanti)
PRESIDENTE (Petitti). Proclamo dunque consigliera regionale dell'Emilia-Romagna la signora Raffaella Raimondi che invito ad entrare, se presente in aula, e a prendere posto tra i Consiglieri.
(Entra la consigliera Raimondi)
Rammento che l'articolo 17, secondo comma della legge 17 febbraio del 68, la 108, dispone che nessuna elezione può essere convalidata prima che siano trascorsi quindici giorni dalla data della proclamazione.
Rammento, inoltre, che i Consiglieri regionali divengono titolari dei diritti e dei doveri e delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto Regionale.
OGGETTO 8556
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Francesca Marchetti. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Romano Franchi. (182)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti). Proseguiamo con la presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Francesca Marchetti. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Romano Franchi.
La consigliera Francesca Marchetti, con nota protocollata 17758, in data 27 giugno, ha presentato formali dimissioni all'Assemblea legislativa di cui do lettura: “Con la presente sono a rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliera regionale della Regione Emilia-Romagna a seguito dell'elezione a Sindaco del comune di Castel San Pietro Terme”.
È doveroso procedere ora alla proclamazione del consigliere subentrante.
Pertanto richiamo alcune delle disposizioni contenute nell'articolo 14 comma 1, della legge regionale 23 luglio 2014, la numero 21: se in corso di legislatura, per qualunque causa, anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell'Assemblea Legislativa, questo è attribuito alla candidata o al candidato che nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l'ultimo eletto.
Do atto che dal verbale dell'Ufficio di Circoscrizione presso il Tribunale di Bologna, relativo all'elezione del Presidente della Giunta Regionale e dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, anno 2020, risulta primo dei candidati non eletti della lista numero 7 avente il contrassegno PD - Partito Democratico Bonaccini Presidente, per la quale fu eletta la consigliera Francesca Marchetti, il signor Romano Franchi.
Invito l'Assemblea a prendere atto delle dimissioni della consigliera Marchetti e della relativa surroga.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
(La presa d’atto è approvata con voto per alzata di mano, all’unanimità dei votanti)
PRESIDENTE (Petitti). Proclamo dunque consigliere regionale dell'Emilia-Romagna in sostituzione della dimissionaria consigliera Francesca Marchetti, il signor Romano Franchi.
Invito il consigliere Franchi, se presente, ad entrare in aula a prendere posto tra i suoi colleghi Consiglieri.
(Entra il consigliere Franchi)
Rammento che l'articolo 17, secondo comma della legge 17 febbraio del 68, la 108, dispone che nessuna elezione può essere convalidata prima che siano trascorsi quindici giorni dalla data della proclamazione.
Rammento, inoltre, che i Consiglieri regionali divengono titolari dei diritti e dei doveri e delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto Regionale.
OGGETTO 8547
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Valentina Stragliati. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Stefano Cavalli. (183)
(Approvazione)
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all'oggetto 8547, la presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Valentina Stragliati. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Stefano Cavalli.
La consigliera Valentina Stragliati ha presentato formali dimissioni dall'Assemblea Legislativa con nota 17815 in data 28 giugno 2024 di cui do lettura: “Con la presente, trovandomi in condizioni di incompatibilità per l'avvenuta elezione alla carica di Sindaco del comune di Castel San Giovanni sono a rassegnare le dimissioni dalla carica di consigliere regionale della Regione Emilia-Romagna.”
È doveroso procedere ora alla proclamazione del consigliere subentrante.
Pertanto richiamo alcune delle disposizioni contenute nell'articolo 14 comma 1, della legge regionale 23 luglio 2014, la numero 21: se in corso di legislatura, per qualunque causa, anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell'Assemblea Legislativa, questo è attribuito alla candidata o al candidato che nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l'ultimo eletto.
Do atto che dal verbale dell'Ufficio di Circoscrizione presso il Tribunale di Piacenza, relativo all'elezione del Presidente della Giunta Regionale e dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, anno 2020, risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista 3 di quella circoscrizione avente il contrassegno Lega Salvini Emilia-Romagna e per la quale fu eletta la consigliera Valentina Stragliati, il signor Stefano Cavalli.
Invito l'Assemblea a prendere atto delle dimissioni della consigliera Valentina Stragliati e della relativa surroga.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
(La presa d’atto è approvata con voto per alzata di mano, all’unanimità dei votanti)
PRESIDENTE (Petitti). Proclamo dunque consigliere regionale dell'Emilia-Romagna in sostituzione della dimissionaria consigliera Valentina Stragliati, il signor Stefano Cavalli.
Invito il consigliere Cavalli, se presente, ad entrare in aula e a prendere posto tra gli altri Colleghi Consiglieri.
(Entra il consigliere Cavalli)
PRESIDENTE (Petitti). Rammento che l'articolo 17, secondo comma della legge 17 febbraio del 68, la 108, dispone che nessuna elezione può essere convalidata prima che siano trascorsi quindici giorni dalla data della proclamazione.
Rammento, inoltre, che i Consiglieri regionali divengono titolari dei diritti e dei doveri e delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto Regionale.
OGGETTO 8572
Presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Francesca Maletti. Proclamazione della elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna, per surrogazione, del signor Pier Giorgio Rebecchi. (184)
(Iscrizione all’ordine del giorno e approvazione)
PRESIDENTE (Petitti). Ultima surroga, perché è pervenuta una richiesta di iscrizione da parte della consigliera Zappaterra dell'ordine del giorno di inversione, per trattare prioritariamente il seguente oggetto: presa d'atto delle dimissioni da consigliere regionale della signora Francesca Maletti e la proclamazione dell'elezione a consigliere regionale dell'Emilia-Romagna per surroga del signor Piergiorgio Rebecchi.
Un intervento a favore e uno contro, se c'è.
Votazione per alzata di mano.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L'oggetto è iscritto, un intervento a favore dell'inversione e uno contro, se c'è.
È stata approvata anche l’inversione. Si procede quindi con la surroga della consigliera Francesca Maletti che ha presentato formali dimissioni dall’Assemblea legislativa con nota 18279 in data 18 luglio di cui do lettura: “Con la presente rassegno le mie dimissioni dalla carica di consigliere regionale a seguito della nomina ad Assessore del comune di Modena ed essendosi venuta pertanto a verificare la causa di incompatibilità di quell'articolo 4 della legge regionale 23 aprile 1981, n. 154.” È doveroso procedere ora alla proclamazione del consigliere subentrante.
Pertanto richiamo alcune delle disposizioni contenute nell'articolo 14 comma 1, della legge regionale 23 luglio 2014, la numero 21: se in corso di legislatura, per qualunque causa, anche sopravvenuta, si rende vacante un seggio dell'Assemblea Legislativa, questo è attribuito alla candidata o al candidato che nella graduatoria delle cifre individuali della medesima lista cui il seggio era stato assegnato, segue immediatamente l'ultimo eletto.
Do atto che dal verbale dell'Ufficio di Circoscrizione presso il Tribunale di Modena, relativo all'elezione del Presidente della Giunta Regionale e dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, anno 2020, risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista 15 di quella circoscrizione, avente il contrassegno PD - Partito Democratico Bonaccini Presidente, per la quale fu eletta la consigliera Francesca Maletti, il signor Giuseppe Boschini.
Il signor Giuseppe Boschini con nota 18777 in data 8 luglio, ha presentato formale rinuncia alla carica di consigliere regionale dell'Assemblea legislativa, di cui do lettura: “Per motivi legati a ragioni di carattere prevalentemente lavorativo, comunico formalmente di non accettare l'incarico al quale sarei chiamato e pertanto formalizzo da subito le mie dimissioni.”
Do atto che dal verbale dell'Ufficio presso il Tribunale di Modena, relativo all'elezione del Presidente della Giunta regionale dell'Assemblea legislativa anno 2020, risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista 15 avente il contrassegno PD - Partito Democratico Bonaccini Presidente, e per il quale è stato eletto il signor Giuseppe Boschini, la signora Luciana Serri.
La signora Luciana Serri, con nota 18778, in data 8 luglio ha presentato formale rinuncia alla carica di consigliere regionale dell'Assemblea legislativa di cui do lettura: “Sono a comunicare che ricoprendo al momento il ruolo di Presidente di un ente Parco della Regione Emilia-Romagna, sussiste una incompatibilità, pertanto, mio malgrado, sono impossibilitata ad accettare l'incarico di consigliera regionale.”
Do atto che dal verbale dell'Ufficio presso il Tribunale di Modena relativo all'elezione del Presidente della Giunta regionale e dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, anno 2020, risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista 15, per il quale è stata eletta la signora Luciana Serri, il signor Enrico Campedelli.
Il signor Campedelli con nota 18774 in data 8 luglio ha presentato formale rinuncia alla carica di Consigliere regionale: “Per motivi legati a ragione di carattere personale, comunico formalmente di non accettare l'incarico al quale sarei chiamato e pertanto formalizzo da subito le mie dimissioni.”
Do atto che dal verbale dell'ufficio di circoscrizione presso il tribunale di Modena, relativo all'elezione del Presidente della Giunta regionale e dell'Assemblea legislativa, anno 2020, risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista 15 di quella circoscrizione avente il contrassegno PD e per il quale è stato eletto il signor Enrico Campedelli, la signora Giulia Martina Bosi.
La signora Giulia Martina Bosi con nota 18779 in data 8 luglio ha presentato formale rinuncia alla carica di consigliere regionale, di cui do lettura: “Per motivi legati a ragione di incompatibilità con il mio attuale ruolo di Assessore comunale, comunico formalmente di non accettare l'incarico al quale sarei chiamata e pertanto, formalizzo da subito le mie dimissioni.”
Do atto che dal verbale dell'Ufficio di circoscrizione presso il tribunale di Modena, relativo all'elezione del Presidente della Giunta e dell'Assemblea legislativa, anno 2020, risulta primo dei candidati non proclamati eletti nella lista 15 della circoscrizione e per il quale è stata eletta la signora Giulia Martina Bosi, il signor Giulio Rebecchi.
Invito l'Assemblea a prendere atto delle dimissioni della consigliera Maletti, delle formali rinunce del signor Boschini, della signora Serri, del signor Campedelli e della signora Martina Bosi e dunque della relativa surroga.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
(La presa d’atto è approvata con voto per alzata di mano, all’unanimità dei votanti)
PRESIDENTE (Petitti). Proclamo dunque consigliere regionale dell'Emilia-Romagna in sostituzione della dimissionaria Francesca Maletti, il signor Piergiorgio Rebecchi.
Invito quindi il consigliere Rebecchi a prendere posto in Assemblea insieme ai Colleghi Consiglieri e rammento che l'articolo 17 della legge 108 così dispone: nessuna elezione può essere convalidata prima che siano trascorsi quindici giorni dalla data della proclamazione.
(Entra il consigliere Rebecchi)
PRESIDENTE (Petitti). Rammento che i Consiglieri regionali divengono titolari dei diritti, dei doveri e delle prerogative inerenti la loro funzione secondo le leggi e lo Statuto regionale.
Abbiamo concluso con le surroghe.
OGGETTO 8548
Elezione del Presidente della Commissione assembleare V "Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità". (187)
(Discussione - I e II scrutinio)
PRESIDENTE (Petitti). A questo punto passiamo all'oggetto 8548 che prevede l'elezione del Presidente della Commissione assembleare V “Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità”.
Ricordo che ogni Presidente di Commissione viene eletto dall'Assemblea a norma degli articoli 38, comma 10 e 33, commi 3 e 4 dello Statuto e che ciascun consigliere vota un solo nome.
All'elezione del Presidente si procede con voto palese per appello nominale.
Il Presidente è eletto a maggioranza dei 4/5 dell'Assemblea e se dopo due scrutini nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta nella terza votazione da tenersi di diritto, il giorno successivo è sufficiente la maggioranza dei voti dei componenti dell'Assemblea.
Se ancora non si dovesse raggiungere tale quorum, si procede con la necessaria presenza della maggioranza dei Consiglieri in carica ed è eletto chi ha ottenuto il maggior numero dei voti o, in caso di parità, il più anziano d'età.
Apriamo quindi il dibattito generale sul punto.
consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. Grazie Presidente.
Associandomi ai ringraziamenti già fatti precedentemente alla Presidente della Commissione V che abbiamo appena surrogato perché è diventata Sindaca, Francesca Marchetti, e alla Vicepresidente Pillati che abbiamo nello stesso modo surrogato perché eletta Sindaca, in questa fase finale del mandato, la proposta che facciamo come Presidente della Commissione V è quella del collega Giuseppe Paruolo, così come è stato comunicato anche ai Colleghi dei gruppi di minoranza , come sempre siamo abituati a fare, abbiamo socializzato la proposta.
Mi rendo conto e lo dico subito che siamo in un quadro politico abbastanza complicato per come è partita quest'Aula quindi consapevoli di non essere nelle condizioni di avere i 4/5 dei voti necessari per chiuderla al primo colpo, a differenza di quello che è successo all'inizio del mandato su tutti i ruoli di garanzia.
Confido comunque in un atteggiamento istituzionale e di correttezza che hanno sempre avuto, anche da parte dei gruppi di minoranza, nel legittimo esercizio delle loro prerogative di voto, come ritengono di fare.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie consigliera Zappaterra.
consigliere Rancan.
RANCAN. Grazie Presidente.
Allora, intanto permettetemi a nome del gruppo Lega di ringraziare la collega Francesca Marchetti che ha svolto questo ruolo in modo ottimo, oltretutto coinvolgendo tutti i possibili, poi con Francesca mi accomuna anche l'approvazione del “Pdl Birra” che, come tutti sanno qui dentro, rimarrà nella storia della nostra Regione e quindi la ringrazio sentitamente da parte di tutto il Gruppo.
Commissione V che ovviamente ha un suo specifico indirizzo; molte volte noi vediamo che nel dibattito politico certe tematiche, quali lo sport e la cultura, purtroppo vengono affrontate in maniera marginale, noi però pensiamo che sport, cultura, lavoro, formazione siano tutte competenze che ha questa Commissione e che siano però da sfruttare per il futuro e la prospettiva di questa Regione.
Io cito proprio due o tre temi molto velocemente: noi abbiamo approvato nella scorsa legislatura una legge sullo sport che secondo me era una legge ben fatta, dove anche noi come Lega abbiamo chiesto e ottenuto un inserimento specifico per quelle che erano tutte quelle attività giovanili che andavano a comporre le nostre società sportive dilettantistiche e soprattutto di volontariato, grazie anche a un enorme lavoro fatto in Commissione V in quel periodo, grazie anche a una collaborazione che c'è sempre stata.
Oggi quello che diceva la collega Zappaterra, che in realtà va a inserirsi in un dibattito politico legittimo, è quello che sostiene che non ci saranno i 4/5 per arrivare all'elezione del Presidente della Commissione V, ma su questo arrivo alla fine.
Lo dico perché da partito che è stato in opposizione in questa Regione da sempre, certo, abbiamo fatto investire - e dico “abbiamo” perché poi quella legge che è stata approvata anche per destinare fondi ai nostri Comuni più piccoli, sotto i 15 mila o comunque che però secondo me avevano un piccolo vulnus che premiavano in modo particolare quei Comuni che erano in fusione o in unione, a maggior ragione, stando al bando che poi è uscito - ci poteva essere più coraggio.
Ecco, io mi auspico che il nuovo Presidente della Commissione V abbia un ruolo chiave in questo; mi auspico che il Presidente e il nuovo Presidente della Commissione V possa andare ad agire su quelle tematiche sportive che effettivamente ci proiettano verso il futuro.
Io ho sentito la proposta della capogruppo del PD Zappaterra, che è quella del collega Parolo con il quale abbiamo già condiviso un percorso in Commissione V nella scorsa legislatura.
Quello che io oggi voglio esprimere, anche relativamente ad altri percorsi, è però che la formazione in questa Commissione è stata poco sviluppata in questa legislatura, anche perché noi abbiamo sempre puntato su una formazione per i ragazzi, i giovani, eccetera, ma che avvenisse in un altro modo rispetto a quello che fa la Regione che continua oggi a finanziare e ad aiutare quegli enti di formazione che si vogliono costantemente autosostenere: noi pensiamo che la vera formazione, la realtà della formazione debba essere fatta di concerto insieme, collaborando con le aziende.
Pensiamo quindi che la Commissione V debba lavorare in sinergia con la Commissione II - sarebbe già un enorme cambiamento strutturale e cambiamento epocale.
E poi dicevo, la cultura.
Allora, noi siamo una Regione, e mi rivolgo all'Assessore Felicori al quale va il mio plauso per aver avuto il coraggio di dire come la pensava sull'autonomia, che poi più tardi andremo a discutere, dicendo che in realtà non è che ci sia quel grosso problema di democrazia se viene approvata, come è stata, la Legge Cornice sull'autonomia differenziata, ma noi abbiamo una cultura che va dai vari festival, dai festival musicali che abbiamo, una cultura che va anche alla valorizzazione dei nostri castelli, una cultura che va anche a tutte quelle sagre.
Io mi ricordo che abbiamo approvato qui da noi la legge dei palii, la legge sulle sagre, siamo riusciti a dare tutti insieme, perché in quel frangente il lavoro comune c'era, cosa che però a volte il PD sembra dimenticarsi.
E dico cultura perché secondo noi anche lì è il momento di proiettare verso il futuro la cultura di questa Regione.
Ecco perché noi pensiamo che serva un Presidente della Commissione V capace di fare da collettore tra le varie Commissioni, capace di fare da collettore anche nei mondi esterni a questa Regione, che possa spaziare il più possibile per attrarre.
Io mi ricordo anche una legge molto interessante sulla musica che noi abbiamo discusso in questa Regione, dove abbiamo inserito - con un emendamento della Lega - un punto molto importante che era quella della possibilità per le bande territoriali, quindi di quelle dei nostri paesi, le bande musicali che tutti noi conosciamo, di avere dei sostentamenti per comprare la strumentazione per le scuole di musica e per incentivare l'alfabetizzazione musicale tra i nostri ragazzi e tra i nostri giovani.
Svolgono un ruolo fondamentale queste bande territoriali e purtroppo stanno scomparendo; ovviamente scomparendo significa che anche qui, come dicevo prima, come sul lavoro, come su formazione, come su sport, anche sulla cultura, ci dovrà essere un investimento importantissimo di lavoro in questa Commissione.
A me spiace che si vada a nominare un Presidente di una Commissione alla fine di una legislatura, perché tutto quello che ho detto viene vanificato dalle dimissioni del Presidente Bonaccini.
Mi viene da sorridere, ma la verità è questa.
Noi avremmo potuto lavorare molto meglio anche in questi ultimi 10-12 mesi che ci avrebbero separato dalla scadenza naturale della Giunta regionale, ma purtroppo non riusciremo a farlo.
Ora però la sfida di tutti è partire da questi temi per improntare una campagna elettorale seria che possa realmente rispondere alle esigenze di tutti quelli che sono i mondi che compongono questa Commissione, ma soprattutto bisogna cercare di provare ad arrivare ad un profilo che sia di spessore, un profilo con esperienza in questa Regione, un profilo secondo me che sia il più trasversale possibile, che non crei tifoserie, che non crei divisioni ulteriori, perché oggi abbiamo visto che quando le Presidenze non sono obiettive si creano frizioni che si potrebbero evitare e infatti io faccio un appello alla capogruppo Zappaterra, faccio un appello a tutti quanti: noi siamo ancora disponibili a trovare una quadra sulla presidenza della Commissione V; siamo disponibili ad un'interlocuzione per arrivare a una votazione che possa ottenere i 4/5 della nostra Assemblea, anche per evitare spiacevoli scenari dell'andare i giorni dopo, quindi noi pensiamo che si possa arrivare a una quadra che però deve essere trovata seriamente e ciò significa aprire un dibattito sui temi che io ho detto ora e soprattutto che ci si prenda il tempo di ragionarci.
Adesso valuterà la Presidenza, valuteranno anche gli altri capigruppo.
Quello che noi pensiamo utile è che magari si possa eventualmente sospendere l'Aula per qualche decina di minuti per fare un ragionamento serio e concreto su quello che è il futuro di questa Commissione, al di là dei Partiti, io ho parlato di temi che oltretutto abbiamo portato avanti a livello trasversale tutti quanti.
Ecco, il mio appello è quello di cercare di evitare di dividerci politicamente, poi di Presidenza di Commissione di parte, oggi non ci interessa nulla; di Presidenze di Commissione che sono lì solamente per prendere una bandierina, per prendere un posto, non ce ne facciamo nulla; quello che dico da capogruppo di questo Partito è che siamo pronti a discutere sul merito, siamo pronti a discutere anche con i tempi previsti.
Ringrazio quindi davvero ancora la consigliera Francesca Marchetti.
Siamo a disposizione per capire se si riesce a trovare una quadra, nel caso ovviamente faremo poi le nostre valutazioni.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Facci.
FACCI. Grazie Presidente.
Credo che questa discussione, come ha ricordato il consigliere Rancan, debba essere svolta sul livello delle materie e non dei nomi, perché diventa antipatico.
Ovviamente io se devo dare giudizi nei confronti di un collega mi troverei estremamente in difficoltà, indipendentemente dalla parte di quest'Aula in cui si trova seduto, la valutazione deve essere sempre oggettiva e deve essere sui temi, deve essere su elementi, appunto, di obiettività.
Anch'io non posso esimermi nel fare un intervento che riguarda la Presidenza della Commissione V, dal dovere ringraziare la Presidente Francesca Marchetti, che ho conosciuto non in questa legislatura ma anche nella legislatura precedente.
La collaborazione che c'era stata nell'ambito della discussione e poi approvazione di alcuni progetti di legge che l'hanno vista relatrice e poi, naturalmente, nel ruolo istituzionale di Presidente di questa Commissione V.
Commissione importante, come ha ricordato Rancan, materie assolutamente di rilievo sociale, delle materie importanti, delle materie di interesse collettivo.
E nella gestione di questa Commissione ne abbiamo apprezzato, poi ovviamente parlo in prima persona, ma credo di poter interpretare il sentimento, il pensiero di molti, ne abbiamo apprezzato le doti di equilibrio, ne abbiamo apprezzato le doti di equilibrio, di collaborazione e soprattutto la ricerca della condivisione e della concertazione e credetemi, non è una dote che ho riscontrato in tutti i Presidenti delle Commissioni di questa Assemblea legislativa.
Quindi per questo motivo mi sento di dover necessariamente evidenziare e sottolineare la grande umanità e il senso delle istituzioni che la Presidente Marchetti ha dimostrato.
Ciò detto, perché non deve essere questo la parte esclusiva, seppur importante, del mio intervento, voglio arrivare al metodo.
Io credo che in coda di legislatura, una coda non dico velenosa, ma sicuramente una coda tormentata, abbiamo avuto diversi motivi di discussione, diversi motivi di contestazione, a nostro avviso più che legittimi, ma non è questo il momento di tornare su questi argomenti, io credo che un segnale differente la maggioranza avrebbe potuto lanciarlo.
Vale a dire, in coda di legislatura appunto, con questo contesto molto particolare caratterizzato da un Presidente di Regione che ha fondamentalmente costretto tutti a fare sforzi e salti mortali per arrivare quantomeno a terminare i provvedimenti cogenti e necessari, ma fondamentalmente, un Presidente di Regione che ha fatto una scelta diversa dal proprio territorio, diversa da quella che doveva essere rimanere sulla barca fino in fondo. Invece ha fatto scelte personali, differenti, che non voglio necessariamente biasimare, ma che giustamente, e credo sia nelle mie prerogative, lo debbo rimarcare.
Bene, in questa coda di legislatura, credo che una Presidenza di Commissione che di fatto significa pochissimo dal punto di vista sostanziale, in quanto non so obiettivamente questa Commissione quanto potrà produrre e quanto potrà elaborare, il lavoro che potrà svolgere nell'interesse degli emiliano-romagnoli, tuttavia e nonostante appunto l’eventuale poco lavoro, pochi oggetti nel proprio ordine del giorno, io credo che un segnale diverso la maggioranza avrebbe potuto individuarlo e lanciarlo, perché è vero, la collega Zappaterra ha ricordato che questa mattina, in coda di interventi, è venuta a rappresentarci quella che sarebbe stata la scelta della maggioranza, che cade su un consigliere, che conosco, se non altro per essere del mio collegio, che apprezzo, che rispetto e che stimo, ma non è questo il tema, come ho detto prima, dobbiamo prescindere dalle persone.
Io credo che la maggioranza avrebbe oggi potuto, e sarebbe stato un bon gest sicuramente apprezzato, quello non di comunicarci due ore fa la scelta sulla quale andava appunto a parare, ma coinvolgerci appunto nei giorni o nelle settimane precedenti, nella ricerca di una scelta condivisa, sempre formulata dalla maggioranza che ha il timone giustamente della gestione dell'aula e quindi delle scelte finali, ma che avrebbe avuto un altro tipo di sapore, avrebbe potuto effettivamente concertare, condividere, andare a individuare quale persona, quale consigliere, in qualche modo fosse il più possibile rappresentativo e in qualche modo potesse garantire una continuità con quella modalità procedurale di coinvolgimento empatica che appunto la Presidente Marchetti ha saputo rappresentare in tutti questi anni.
Ecco, questo sarebbe stato ben apprezzato cara capogruppo del Partito Democratico.
Non è sufficiente dire: ve l'ho comunicato prima, quindi ho fatto il mio compito, sono tutto sommato a posto con la mia coscienza, perché ve l'ho detto e non vi metto davanti al fatto compiuto.
Ci mette davanti al fatto compiuto nel momento in cui comunque ci dice quella che è la scelta e ci impedisce di fatto di avere una condivisione finale nel merito, anche appunto in relazione a quello che ho detto rispetto a quello che questa Commissione V in tutti questi anni ha espresso e rappresentato.
Dispiace perché testimonia ancora una volta come in quest'Aula si è sempre ragionato, spesso ragionato, prevalentemente ragionato, per fortuna non tutti, però l'eccezione conferma la regola, ragionato nel senso di dire: tanto noi abbiamo i numeri e decidiamo, a prescindere, a volte stravolgendo anche i regolamenti, come è avvenuto in occasione della Commissione VI della scorsa settimana.
Ecco, questo tipo di impostazione, questo tipo di atteggiamento, non possiamo accettarlo così senza replicare; è un atteggiamento machista, usando un termine caro alla capogruppo Zappaterra, ovviamente dove qui il machismo è rappresentato dai diversi pesi all'interno di questa Assise, però, ripeto, in coda di legislatura, anche come gesto di individuare forme collaborative su una questione, ripeto, che non è centrale perché la Presidenza della Commissione, purtroppo o per fortuna, non è centrale, ma sarebbe stata indicativa di un atteggiamento differente, della voglia di magari superare certe contrapposizioni, certe logiche.
Così non è stato, ce ne rammarichiamo, me ne rammarico, perché, ripeto, quello che la Presidente Marchetti ci aveva testimoniato, in qualche modo oggi viene macchiato da questa ennesima dimostrazione di volere prevaricare a prescindere dalla forma e facendo valere i numeri e quindi una ennesima prova muscolare.
PRESIDENTE (Petitti).
Grazie.
Consigliere Pelloni.
Consigliere Amico.
AMICO. Grazie Presidente.
Visto che la sollecitazione è stata quella di parlare di merito, io sono invece convinto che ci sia nella figura del collega Paruolo sia l'elemento di merito che l'elemento di equilibrio.
Vorrei ricordare che tra i progetti di legge richiamati dai colleghi, la legge sulle Pro Loco porta la sua prima firma nella scorsa legislatura, era Presidente della Commissione quando si è discussa e approvata la legge sulla musica.
Credo che non si possa dire che le appartenenze o gli orientamenti politici miei e del collega Paruolo siano esattamente coincidenti, quindi lo trovo quale elemento di garanzia per tutta quanta l'Assemblea, e quindi io invito davvero, al di là di voler legittimamente esprimere le proprie opinioni circa questo dato della Presidenza della Commissione, a valutare da parte degli altri banchi la proposta che la collega Zappaterra ha avanzato per quanto riguarda la presidenza della Commissione V, in quanto io credo che già nella scorsa legislatura, proprio sul merito di una serie di questioni affrontate da chi mi ha preceduto, dallo sport agli istituti professionali, a un'attenzione particolare alla cultura, anche quella di tradizione, quella delle sagre e dei dialetti, cosa che questa Assemblea ha approvato nel corso degli anni, proprio nel collega Paruolo possano trovare, diciamo così, l'incarnazione di una figura, appunto, equidistante, equanime e capace di condurre lo svolgimento dell'attività della Commissione V appropriatamente nei mesi a venire, anche un ruolo delicato come quello di quella Presidenza di Commissione per quello che è dato da qui alla fine della legislatura.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Marchetti.
MARCHETTI. Grazie Presidente.
Intervengo perché stiamo per votare la nomina della Presidenza della Commissione V, sicuramente importante e fondamentale per la nostra Assemblea Legislativa, come hanno detto già dei Colleghi che mi hanno preceduto, per via delle competenze che ha questa serie, quali la cultura, la scuola, la formazione, lo sport e la legalità.
Solitamente queste nomine fanno un po' parte degli adempimenti di inizio legislatura.
Chi, come me ha già ha vissuto questi momenti, potrà testimoniare che solitamente sono frangenti in cui le diverse parti politiche cercano comunque di trovare una sorta di condivisione nelle nomine delle varie Presidenze di Commissione. Oggi, non mi pare, stando un po’ anche al dibattito che si sta sviluppando, che questo coinvolgimento, che questa convergenza si sia cercata. L’abbiamo sentito dalle parole dei colleghi che mi hanno preceduto, ed è un peccato, è un peccato perché effettivamente questa Commissione ha fatto tanto, può seguire ovviamente temi fondamentali. Con l’ormai ex collega Francesca Marchetti, oggi sindaco di Castel San Pietro Terme, abbiamo condiviso diverse tematiche. Io, in primis, anche per una provenienza, diciamo, territoriale, dal Circondario Imolese, ma ci sono stati comunque punti di contatto importanti su diverse tematiche che spesso risultavano trasversali, ovvio, in seguito a mediazioni, però devo ammettere che il suo ruolo, al di là dei momenti dove lo scontro ideologico era inevitabile, comunque dei momenti di incontro ci sono stati. Come ricordo, proprio per stare sul tema della cultura e per rafforzare ciò che stavo dicendo, ovvero il lavoro importante che potrebbe fare questa sede, ricordo ad esempio una risoluzione che venne approvata e sottoscritta anche dalla stessa presidente, ex presidente Francesca Marchetti della Commissione V, quella che intendeva comunque avviare una collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna, il Ministero per i Beni culturali, la Sovrintendenza, gli enti locali e le imprese private per avviare il Parco archeologico di Claterna, un sito storico importante, che si trova a Ozzano dell’Emilia, al confine con Castel San Pietro Terme. Un sito archeologico che viene definito come la Pompei del nord, per la valenza storica e il patrimonio che ci potrebbe riconsegnare. Uno di quei siti, insediamenti romani sull’asse della via Emilia che non hanno trovato una continuità abitativa. Ebbene da quel confronto, nacque appunto questa volontà da parte dell’Assemblea, di impegnare la Giunta ad avviare un confronto con il Ministero dei Beni culturali per riuscire a trovare una sinergia con tutte le istituzioni coinvolte e arrivare ad una piena valorizzazione di quel sito archeologico. Questo è un semplice esempio che io riporto pur non essendo membro effettivo di quella Commissione, ma per testimoniare che comunque, quando si vuole su determinati temi, si può trovare una quadra nel momento in cui si trova dall'altra parte una figura istituzionale super partes che possa comunque garantire un confronto e una mediazione che talvolta in politica è inevitabile.
Poi ovviamente ci sono altre tematiche che interessano la Commissione V, la formazione non è sicuramente da meno rispetto alla cultura che dicevo poc'anzi.
Il collega Rancan ci ha praticamente parlato della nostra proposta di cercare di creare una sinergia tra formazione e mondo del lavoro, una politica che abbiamo sempre cercato di portare avanti in ogni occasione.
Ci sono state anche proposte, anche in questo caso, che hanno trovato comunque una condivisione con i Colleghi della maggioranza, membri della Commissione V che ha appunto anche la competenza sulla formazione.
Penso ad esempio all'utilizzo del Fondo Sociale Europeo Plus che è quello che va a erogare le risorse proprio per finanziare gli enti di formazione.
Ci sono stati dei confronti all'interno di quest'Aula che portarono al finanziamento di alcuni corsi, ad esempio per quanto riguarda gli operatori socio-sanitari e quindi qui c'è anche un punto di contatto con un'altra Commissione ancora che è quella Sanità, la IV; e in quel caso, grazie ad un confronto che c'è stato tra i rappresentanti e le varie parti politiche in gioco, si è arrivati alla definizione di un impegno che ha portato al finanziamento di questi corsi che altrimenti avrebbero pesato esclusivamente su chi si iscriveva e oggi la figura dell'operatore socio-sanitario è una figura che viene richiesta come il pane dalle strutture socio-residenziali del nostro territorio.
Queste sono un po' le questioni, le tematiche che si potrebbero affrontare nel momento in cui veramente si trovi un accordo, una convergenza per quanto riguarda queste nomine.
Poi è altrettanto vero che stiamo vivendo un momento istituzionale a dir poco anomalo, stiamo vivendo in una sorta di sindrome da ultimo giorno di scuola, dove ci siamo già salutati quattro o cinque volte, dove pensiamo di essere sempre all'ultima seduta e poi ce n'è sempre un'altra successivamente e quindi è una situazione in cui anche le Commissioni hanno un raggio d'azione abbastanza limitato, se non per questioni puramente indifferibili, passatemi il termine, però, sono comunque Commissioni che restano in carica e quindi anche i suoi organismi interni, tra cui appunto la Presidenza, continuano a ricoprire un ruolo importante dal punto di vista del confronto istituzionale ed è per questo che mi sento di condividere, al di là della proposta pervenuta dalla maggioranza sul consigliere Paruolo, che anch'io stimo, come ha detto il collega Facci, però è ovvio che, così come avviene ad ogni inizio legislatura, dove comunque si cerca di trovare un punto di incontro con tutte le forze, anche di opposizione, che siedono dall'interno di quest'Aula, sarebbe stato opportuno, proprio per l'importanza che ricopre questo ruolo, cercare comunque di avere un confronto ulteriore e non limitato a una mera proposta buttata lì a poche ore dal voto della Presidenza.
Ovvio che questa situazione ha un nome e cognome, Stefano Bonaccini, che ha deciso di abbandonare la Regione Emilia-Romagna per una strada ovviamente più sicura che potesse garantire una continuità dal punto di vista istituzionale del suo percorso politico personale e oggi, quindi, ci troviamo a dover gestire una situazione di questo tipo dove non si capisce bene che margini d'azione avremo noi come Consiglieri e in primis anche le Commissioni.
Comunque, ciò non toglie che resta un'assoluta importanza di queste sedi di Commissioni che rappresentano comunque una parte importante dell'Assemblea legislativa che deve continuare a lavorare, ovviamente, perché, al di là delle possibilità che avremo e del numero delle sedute di Consiglio di Commissioni, resta comunque in carica quindi siamo tutti quanti qui a rappresentare i nostri territori di provenienza, i nostri collegi e abbiamo quindi il dovere, di conseguenza, di portare avanti con serietà il lavoro che ci è stato consegnato dagli elettori, il mandato che ci è stato consegnato dagli elettori e cercare, come dicevo prima, quando possibile, di trovare anche le convergenze per portare avanti delle politiche utili a tutta la cittadinanza.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Pelloni.
PELLONI. Grazie Presidente.
Sono già stati toccati dai colleghi diversi temi di merito perché, appunto, prima di parlare di persone è opportuno parlare di metodo, di contenuti, e credo che, appunto, prima di buttare un nome lì senza neppure grande convinzione, perché sia l'intervento della capogruppo del Pd che prima […] questa presunzione, ma tanto visto che non troveremo l'accordo per i 4/5, allora non era neanche giusto spendere […] pochi colloqui informali ci hanno dato […] quei due minuti in più di normale colloquio informale che si è avuto praticamente per tutta la consiliatura su tanti temi, alcuni sono stati ricordati, altri ne potrei ricordare, dopo farò alcuni esempi.
Poi da poche sedute a questa parte è saltato tutto, è saltato, come appunto è saltato anche questo eterno dibattito Bonaccini accetta la candidatura in Europa, se ne va o non se ne va, che ha paralizzato indubbiamente la programmazione di questo ente; poi avete cambiato di fatto la legge elettorale con un colpo di maggioranza, quando invece si è riusciti in altri tempi, quindi chi ha deciso di rompere il buon rapporto maggioranza/minoranza.
Adesso non c'è neanche la collega Zappaterra, mi dispiace, mi rivolgerò alla Presidenza, però certamente visto che parte da un intervento, da una proposta della collega nel rispetto di poter ascoltare alcune repliche alla sua parola, non crede neanche lei a quello che propone, perché tanto già rimane la presunzione del fatto che comunque non ci trovava d'accordo.
Allora la solidarietà qua va al consigliere Paruolo che viene gettato in pasto alle Minoranze e almeno lui correttamente, seriamente quale persona è, rimane in Aula ad ascoltare perché certamente; a me dispiace che su tutti i Presidenti, anche la Piccinini, abbiamo trovato l'unanimità, l'unico che forse se la meriterebbe non troviamo l'unanimità perché anche la sua capogruppo non si è spesa in maniera normale per cercare di arrivare a una convergenza e neppure stare ad ascoltare cosa abbiamo da dire, quale che potrebbero essere le controproposte, ma si dà per scontato che faremo ostruzionismo a priori per partito preso e non si valuta nulla.
Non è così perché anche questa mattina, se è sintomo di intelligenza cambiare idea, se si ammetteva che è stato fatto un errore, si annullava in autotutela un procedimento illegittimo, probabilmente si sanavano molte delle frizioni che abbiamo; invece si vuole andare avanti a colpi di maggioranza.
Finanche avete cambiato la legge elettorale con un colpo di maggioranza.
Sulla Presidenza di una Commissione importante come è stato detto, ed è logico visto che siamo per l'ennesima volta ai saluti finali, con addirittura la scorsa Assemblea, applausi, pianti, congratulazioni reciproche, saluti istituzionali del Presidente e di alcuni Assessori, eccetera, e poi dopo, invece, siamo qua di nuovo a invece a parlarne con dei provvedimenti probabilmente che non erano anche così urgenti.
Quindi, sulla Presidenza della Commissione è già stato detto che sono materie assolutamente importanti; sappiamo quanto lo sono state anche nel periodo Covid, perché ovviamente questa è stata una legislatura segnata anche dal periodo Covid, quindi, credo che noi per la prima volta nella storia repubblicana abbiamo avuto le scuole chiuse, quindi, diversi servizi scolastici chiusi e quindi sapevamo quanto era la pressione su quella Commissione, proprio perché arrivavano continuamente delle istanze a tutti noi e da più parti per quando anche Regione Emilia-Romagna riapriva determinati servizi.
Poi abbiamo delle promesse disattese e su questo sappiamo, una delle ultime proposte, quindi, Bonaccini lascerà, avendo promesso a tutti il trasporto scolastico gratuito a tutti e oggi non è a tutti; solo è un provvedimento sociale quello dell'Isee, ma non è un provvedimento di sostegno alla famiglia scolastico, perché è solo e sicuramente legando l'Isee al trasporto scolastico, quello è un provvedimento sociale, non è un provvedimento legato al sostegno alla scuola, all'accesso scolastico e al sostegno concreto alle famiglie.
Io peraltro, cambiando materia che è sempre di competenza della Commissione, c'era il tema che avevo presentato informalmente sia alla Presidente uscente Marchetti, alla collega Zappaterra, all'Assessore Felicori, quello che era, l'avevo definito “Pdl Cultura” e mi è anche stato detto “non presentarlo neanche perché tanto”, dopo che per un po' di mesi si rimpallavano capogruppo, Presidente di Commissione e Assessore dicendo: a me va bene, ma è l'altro che non lo vuole.
Poi ecco l'unico che si è assunto un po' la responsabilità di dire “non presentarlo, tanto te lo bocciamo” fu l'Assessore.
Era un “PDL Cultura” che riguardava, ecco, e lì non mi sentii tanto tutelato certamente dalla Presidente della Commissione perché effettivamente era normale e naturale almeno affrontare il dibattito e la discussione senza, diciamo, dirmi, “perderai del tempo” e poco altro.
Perché avrebbe salvato, ad esempio, la candidatura di Rimini a città della cultura, come altre Regioni anche governate dalla Sinistra hanno previsto la città della cultura a livello regionale proprio perché tutte quelle candidature che oggi non trovano risposta nella nomina a Capitale della Cultura nazionale, quelle progettualità potevano essere recuperate almeno con certamente un titolo che è inferiore, ma ripeto, io non ho fatto altro di prendere una buona pratica che viene fatta in diverse Regioni governate ancora dal Centrosinistra proprio per salvare quel tipo di progettualità, anche perché avevamo appena avuto Parma Città della Cultura 2020, poi rinviato al 2021, e ci sta un po' nella logica della rotazione che probabilmente per molti anni non avremo appunto la Capitale della Cultura di nuovo in Emilia-Romagna.
Quindi, ritornando ovviamente sui temi e anche su un voto che ci vedrà coinvolti, qua lo devo dire, si raggiunse l'unanimità, almeno io ero nuovo di questa istituzione quando fu votata la Presidenza delle Commissioni e la Presidenza dell'Assemblea, ci fu un accordo quadro. Venne data una Presidenza a una consigliera che si riteneva che fosse di minoranza, cioè la Piccinini, quindi c'era stata un'apertura della maggioranza a dare a una componente di minoranza un’ulteriore Presidenza di Commissione, cioè la Piccinini.
Con abbiamo visto di fatto l'entrata in maggioranza della Piccinini, oggi anche quell'accordo di fatto è saltato, quindi, ci vorrebbe una compensazione, quindi, almeno per ripristinare quell'accordo iniziale, due Presidenze di Commissione alla minoranza, anche perché nel frattempo, anche all'interno della maggioranza è nato un nuovo gruppo, quindi, anche all'interno dello stesso schieramento di maggioranza in teoria ci sarebbe stato ad avere una compensazione, mentre qua appunto, ripeto, solidarietà piena al consigliere Paruolo, perché è lui che viene un po' gettato nella mischia.
Io credo che se si vuole un attimo, trovare un accordo come fu trovato e abbiamo la capacità di un qualche modo di decidere che continueremo a fare opposizione, anche opposizione dura su un determinato tema che riteniamo illegittimo, ma riusciamo a parlare in maniera civile, assolutamente costruttiva su altro.
Quindi, la presunzione della collega Capogruppo del PD mi sembra veramente fuori luogo e sicuramente una pregiudiziale che non ci meritiamo.
Anche perché voglio ricordare un'altra cosa, e vado alla conclusione, Presidente, io credo che abbiamo dimostrato una serietà importante perché nel momento in cui diversi Colleghi, ma in quel caso soprattutto della Marchetti che si è candidata Sindaco ed era Presidente della Commissione, abbiamo avuto la serietà e la responsabilità che avesse la Presidente Marchetti le capacità di discernere il suo ruolo quando vestiva la casacca del Presidente di Commissione piuttosto che il candidato Sindaco del proprio Comune.
Quindi questa presunzione di irresponsabilità da parte della maggioranza nei confronti della minoranza è certamente da rispedire al mittente e mi dispiace, auguro al consigliere Paruolo che possa essere Presidente, lo vedrei bene come Presidente della Commissione Prima nella prossima Consiliatura, quindi, oltre che rieletto che possa avere come Presidenza di Commissione tutto il mandato davanti e non solo pochi mesi.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Delmonte.
DELMONTE. Grazie Presidente.
Comincio col chiedere se si potesse almeno fare un po’ più fresco qui dentro. Vedo che tutti, a partire dall’assessore Felicori, cominciano a togliersi la giacca… avremo diverse ore e giorni da stare qui dentro, chiedevo se era possibile migliorare.
Sulla questione della Commissione V, perché non si può prescindere dai temi quando si sceglie un Presidente, anche se si sceglie per pochi mesi, poche settimane e devo dire che quelli della Commissione V sono proprio cinque temi principali molto importanti che caratterizzano un po' l'aspetto della vita dei nostri cittadini nella loro quotidianità.
Tra l'altro, non è un caso, forse se anche l'Assessore Felicori stia seguendo questo dibattito, perché evidentemente non è una casualità il fatto che si cambi Presidente e conseguenzialmente di un'elezione di una consigliera, però non è così formale e basta, c'è un contenuto nella scelta di un Presidente e, soprattutto parlando di cultura, che è un elemento fondamentale per la nostra eredità regionale, lo è da sempre e soprattutto per alcune città, per alcuni territori, l'Emilia-Romagna vanta un patrimonio culturale invidiabile, molto migliorabile nella sua accessibilità: le nostre istituzioni culturali necessitano di investimenti significativi per rinnovare e ampliare le loro infrastrutture.
Ce lo siamo sempre detti, è imperativo rendere musei, teatri e biblioteche accessibili a tutte, soprattutto per le persone con disabilità, ancora molte strutture non lo sono, penso soprattutto a quelle storiche.
Dobbiamo incentivare la partecipazione dei giovani alla vita culturale attraverso programmi educativi e iniziative che avvicinano le generazioni al nostro patrimonio.
Occorre implementare, a mio parere, un fondo regionale per sostenere progetti culturali veramente innovativi che sappiano avvicinare, come dicevo, i giovani, rafforzando collaborazioni tra enti locali, scuole e università.
E proprio di scuola vorrei parlare anche sull'altro tema, sul fatto che il nostro sistema scolastico ha bisogno di un rinnovamento che mira a ridurre le disuguaglianze e garantire l'istruzione di qualità per tutti i nostri studenti.
È necessario un piano di edilizia scolastica ulteriore, seria, per migliorare le strutture esistenti, costruirne di nuove, sicure, moderne e affidabili che non vedano chiusure continue per acqua, per un sisma, per un'alluvione, per incendi e per crolli.
Dobbiamo aumentare gli investimenti nella formazione continua degli insegnanti affinché possano aggiornarsi e offrire metodologie didattiche innovative, che trovino un nuovo stimolo; proponiamo di potenziare anche i programmi di inclusione tra gli studenti con bisogni educativi speciali e di rafforzare il rapporto tra scuola e famiglia.
La formazione professionale, dicevo, è un tema che riguarda gli insegnanti, ma è un tema che riguarda la stessa Commissione.
È un tema cruciale.
L'Emilia-Romagna deve diventare, come dice sempre l'Assessorato di riferimento, dice sempre che lo è, ma in realtà ancora non lo siamo, un punto di riferimento per la formazione continua e l'aggiornamento professionale.
Dobbiamo creare un sistema formativo che risponda alle esigenze del mercato del lavoro, promuovendo corsi di alte specializzazioni in settori strategici come la meccanica, l'informatica, la meccatronica, energie rinnovabili che stanno avanzando.
L'istituzione di un Osservatorio regionale sarebbe necessaria sul mercato del lavoro, anche in sinergia con il tavolo del patto per il lavoro e per il clima che voi tanto spesso andate a dichiarare come perfetto, che possa però monitorare le tendenze e orientare le politiche formative future. Inoltre, ovviamente è fondamentale aumentare i fondi per i tirocini, per gli stage, garantendo maggiore collaborazione tra aziende e istituti formativi.
Lo diceva bene prima il capogruppo Rancan, se la Commissione V non lavora in sinergia con la Commissione II, da questo punto di vista sulla formazione andiamo poco lontano.
Il tema del lavoro, appunto, è centrale per il benessere della nostra comunità.
Nonostante i dati occupazionali siano incoraggianti, ovviamente nella nostra Regione esistono ancora diverse criticità: la precarietà lavorativa e la disoccupazione giovanile devono essere affrontate con molta decisione.
Proponiamo quindi di incentivare, ad esempio, le assunzioni stabili attraverso sgravi fiscali per le imprese, anche in supporto alle iniziative governative che investono a occupare a tempo indeterminato.
Inoltre dobbiamo sostenere l'imprenditorialità giovanile: è stato fatto qualcosa ma sempre troppo poco.
Facilitando l'accesso al credito, incubatori di impresa; anche nella S3 ne abbiamo parlato tanto, ma poi di fatto non è stato fatto niente.
I nostri Tecnopoli continuano a essere in alcuni casi dei bellissimi edifici con iniziative lasciate agli enti, ma senza un coordinamento completo e senza soprattutto una rete che le possa facilitare.
Bisogna rafforzare i servizi per l'impiego, lo sappiamo benissimo tutti, a volte sono più un ostacolo burocratico che altro.
Sul tema dello sport invece, è stato detto prima, abbiamo fatto tanto, si è fatto tanto, la Regione si è caratterizzata per alcune leggi in particolare, ma dobbiamo sempre ricordarci che non è solo un'attività ricreativa, è uno strumento di coesione sociale, promozione della salute, ma le nostre strutture spesso sono inadeguate, sono datate la maggior parte negli anni Settanta e sono poco accessibili.
Torniamo al tema dell'accessibilità, sempre spesso trascurato, e quindi ci vorrebbe un piano straordinario di riqualificazione di tutti gli impianti sportivi, con particolare attenzione le aree periferiche e rurali, incentivando la pratica sportiva della giovane età attraverso progetti scolastici e comunitari, sostenere associazioni sportive dilettantistiche che svolgono un ruolo fondamentale sul territorio, anche di coesione e di correlazione tra i giovani e i meno giovani.
È necessario promuovere lo sport inclusivo, garantendo opportunità, ovviamente a tutti.
Questo ce lo siamo sempre detti, soprattutto dall'altra parte dell'Aula, ma poi alla fine di differenze di grandi novità non ce ne sono praticamente mai.
Sul tema della legalità, infine, un tema che non può sicuramente essere trascurato, non lo è stato, ma abbiamo sempre visto come la nostra Regione ha ricevuto diverse indagini per infiltrazioni.
Questo vuol dire che forse la soglia di attenzione non è mai troppo elevata, bisogna continuare ad alzarla e continuare a lottare contro la criminalità organizzata e la corruzione, bisogna potenziare i sistemi di controllo, trasparenza e assegnazione degli appalti pubblici anche nei piccoli comuni, una cultura della legalità nelle scuole, bisogna incentivarla attraverso i programmi educativi specifici.
Dobbiamo supportare le vittime di reati e garantire loro un accesso più rapido ed efficace alla giustizia e questa deve essere una priorità assoluta.
Questi sono temi che il consigliere Paruolo, noi li abbiamo rielencati oggi, lui li conosce bene, ha già affrontato per cinque anni la Commissione che oggi si propone che possa tornare a presiedere e anche qui, però c'è da fare un ragionamento: se dopo cinque anni di Presidenza Paruolo, quando si è arrivati a un accordo all'inizio di questa legislatura per poter votare la nuova Presidenza, il suo stesso Gruppo ha deciso di non rinnovarlo, perché oggi lo richiede?
Perché all'epoca è stato di fatto, nonostante fosse stato rieletto all'interno di quest'Aula, non è stato di fatto nominato, anche se successivamente, all'interno di quella Commissione.
Oggi ci viene richiesto invece di votarlo perché sappiamo che ci vogliono i 4/5; non basta un giro di banchi a nominare una persona per poterci trovare d'accordo.
Oltretutto volevo anche ricordare, perché poi le cose in quest'Aula vengono dette, vengono fatte e non è che bisogna dimenticarsene, ci si sta proponendo un nome che non poco più di sei, sette mesi fa è venuto in questi banchi a dirci che molti di noi avevano dei genitori non proprio onorevoli, una persona che è stata costretta a chiedere scusa a quest'Aula perché ha offeso le minoranze, ha offeso il consigliere della Lega e lo ha fatto platealmente, poi, dovendo chiedere scusa a tutti pubblicamente, ammettendo di aver sbagliato.
Oggi si chiede di nominare questa persona come rappresentante imparziale di una Commissione, anche se forse questa Commissione non si riunirà più, o si riunirà poco, vedremo, questo non lo sappiamo.
È un atto un po' forte da parte del PD chiedere una votazione ai 4/5 e soprattutto coinvolgendo le minoranze su questo nome, ma noi non molliamo, come ha detto il Presidente, come ha detto il nostro Capogruppo Rancan, non siamo chiusi alla possibilità di trovare una votazione allargata nella giornata di oggi che si possa già concludere con la nomina di un Presidente nella giornata odierna; è chiaro che però bisogna prendere questa proposta seriamente, bisogna davvero parlarsi e non semplicemente calarci dall'alto con l'ennesima forzatura di questa giornata, di quest'Aula per cercare dei voti a maggioranza che stavolta non avrete, perché siamo necessari anche noi, per imporre un Presidente di Commissione.
Se volete, noi ci siamo.
È ovvio che i presupposti devono essere totalmente diversi, partendo dai temi per cui, arrivando a dei nomi che possono non essere divisivi come quello del consigliere Paruolo.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Cuoghi.
CUOGHI. Grazie Presidente.
Volevo innanzitutto partire con un ringraziamento alla ex Presidente Francesca Marchetti per come ha condotto i lavori della Commissione V.
La Commissione V ricordiamoci che è stata quella che probabilmente ha avuto il maggior numero di riunioni, io credo che in questi mesi abbia saltato poche settimane, ma quasi regolarmente, tutte le settimane veniva convocata, sempre con un grande coinvolgimento, anche da parte della Presidente, di tutte le forze che erano rappresentate all'interno della Commissione, quindi tutti i Commissari.
Credo probabilmente che la ex Presidente Marchetti sia stata la prima persona di questa Assemblea a telefonarmi, al di là del mio Gruppo Consiliare, pochi giorni dopo l'elezione, proprio per avvisarmi di una riunione della Commissione V.
Quindi credo che portasse avanti questo lavoro con tanta dedizione, con tanto impegno, con tanta passione, cose che sono anche emerse dal saluto che un paio di settimane fa ha rivolto, sempre con la sua voce squillante, mai rotta dall'emozione, ma da dove traspariva comunque un'emozione, un'intensità di sentimenti per il lavoro che era stato svolto in questi in questi anni.
Ecco, dico questo, perché comunque fare il Presidente della Commissione V non è una passeggiata.
Adesso, se andiamo a leggere l'elenco degli argomenti che si trattano in Commissione V, vediamo un lungo, complesso, differenziato elenco di argomenti: cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità.
Sono tante cose che hanno valori molto grandi in quella che è la nostra vita, in quella che è la nostra comunità.
Partiamo dal lavoro: il lavoro è quello su cui si fonda la Repubblica italiana e quindi diciamo che è un po' il motore di tutto quanto, è quello su cui noi guardiamo primariamente per poi mettere in atto anche le altre cose, per mettere in atto tutte quelle che sono le nostre azioni.
La cultura: se il lavoro è il motore, la cultura è la benzina, il carburante; è quello che ci muove, quello che dà anche una direzione, quello che ci fa capire dove vogliamo andare, perché ci fa capire da dove veniamo, perché ci aiuta a riflettere, perché è quello che ci aiuta a capire le cose, a confrontarci, a guardarle insieme e a cercare insieme delle soluzioni.
La legalità: se vogliamo proseguire in questo esempio, è l'olio del motore, cioè quello che fa girare bene tutti quanti gli ingranaggi per evitare che qualcosa si blocchi o che vada ad agire e a lavorare nel modo sbagliato o che vada a incepparsi e a produrre effetti negativi e così via.
Tutti questi argomenti sono stati sviluppati, tra l'altro, con l'Assessore, gli Assessorati e quindi con strutture diverse della Regione Emilia-Romagna e questo complica ulteriormente le cose.
Lo dico perché non possiamo pensare che il Presidente della Commissione V, eletto a ridosso delle dimissioni del Presidente della Giunta, a breve scadenza dal termine del mandato, con le elezioni anticipate perché incombono, eccetera, eccetera, sia una cosa da poco.
Se vogliamo prendere seriamente il lavoro della Commissione V dobbiamo prendere seriamente anche l'elezione del suo Presidente, perché seriamente dobbiamo prendere gli argomenti che sono stati trattati e che possono essere trattati in questa Commissione V.
Ricordo sempre in questi venti mesi, la mia è un'esperienza breve in questa Assemblea legislativa e breve perciò anche nella Commissione di cui stiamo parlando, però ricordo che si è fatto tanto per approfondire quello che era il lavoro inerente a questi argomenti.
Penso, ad esempio, anche alle uscite che si sono fatte: a Reggio Emilia per la visita ad Aterballetto, si è tenuta la Commissione proprio nei locali di Aterballetto; abbiamo conosciuto quella realtà, abbiamo visto una dimostrazione, un saggio e abbiamo potuto quindi toccare con mano una delle attività che la Regione promuove e una delle eccellenze che la Regione promuove.
E questo è ovviamente un percorso che io considero virtuoso perché è solo con la conoscenza diretta e solo con la conoscenza approfondita che noi poi possiamo essere messi in condizione di prendere le decisioni giuste, di elaborare i progetti giusti e corretti per un determinato argomento.
Penso anche all'uscita che abbiamo fatto a Rimini, dove tutta quanta l'Assemblea o comunque tutta quanta la Commissione è andata a sostenere la candidatura di Rimini Capitale Italiana della Cultura; poi con la candidatura, purtroppo non è andata come tutti quanti speravamo e nella direzione in cui tutti quanti avevamo spinto, ma l'aver fatto quella Commissione, quell'uscita, l'aver fatto quell'incontro anche con la comunità di Reggio Emilia tramite il Sindaco nel Consiglio comunale della città di Reggio Emilia, l'essere andati anche in questo caso sul campo ci ha portato tutti quanti, guarda caso, a spingere nella stessa direzione, perché è un pochino questo che l'approfondimento, il coinvolgimento su un determinato argomento può portare, non la divisione tra forze politiche differenti che cercano in qualche modo di farsi lo sgambetto di farsi dispetti, ma il coinvolgimento che tramite la conoscenza porta ad elaborare idee, strategie, obiettivi, comuni e condivisi.
Ecco che per fare questo, però, bisogna partire con l'idea di fare questo, non partire con l'idea di dire: “tutto sommato manca poco, abbiamo i voti, adesso ce la decidiamo tra di noi e andiamo avanti in questo modo”.
No, perché questo non ci porterà ad elaborare strategie comuni o simili, ma ci porterà sempre di più a una contrapposizione e forse qualcuno gioca o scommette sul fatto che questa Commissione non si riunirà più.
Effettivamente le probabilità forse saranno anche scarse ma io, ripeto, se siamo qui a parlarne siamo qui a parlarne, dobbiamo considerare la cosa come che fossimo a inizio di mandato.
Non ha minore importanza.
Una riunione di Commissione che si dovesse svolgere tra una settimana, due, un mese, due mesi, eccetera, non ha minore importanza di una riunione di Commissione svolta la settimana scorsa, il mese scorso o l'anno scorso, ha la stessa valenza, deve essere affrontata con la stessa serietà, deve essere affrontata con stesso impegno e allora ecco che per fare questo non possiamo esimerci dal considerare ciascuno di questi argomenti, di questi valori che la Commissione V affronta come importanti, non possiamo relegare la Commissione V a una Commissione quasi di secondo ordine, rispetto magari ad altre dove arrivano argomentazioni con più urgenza, dovute a scadenze, dovute a leggi anche dello Stato, quindi a imposizione di tipo diverso, non dobbiamo pensare che questa Commissione sia una Commissione che, poiché tratta di argomenti quali cultura, sport, eccetera, sia una Commissione dedita allo svago, perché abbiamo detto questa Commissione, parla di lavoro, parla di legalità, parla di formazione, parla di scuola, parla di tutte quante cose che sono importanti per far crescere la nostra Regione, per far crescere la nostra comunità e per far crescere anche quello che il lavoro che questa Assemblea in plenaria com'è in questo momento, e magari invece tramite i Commissari che partecipano alle singole riunioni di Commissione, stan cercando di portare avanti.
Se noi ci dimentichiamo di tutto questo, è ovvio che poi non possiamo certo andare a raccogliere i risultati che fino adesso abbiamo raccolto grazie invece ad una gestione più oculata, condivisa e partecipativa della Commissione V.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Liverani, prego.
LIVERANI. Grazie Presidente.
Innanzitutto volevo ringraziare la Presidente, adesso Sindaco Francesca Marchetti e la Vicepresidente Bondavalli, adesso Assessore, per il prezioso lavoro svolto insieme.
La Commissione V che si occupa di sport è di fondamentale importanza per il nostro territorio e come ben sapete io, essendo un uomo di sport, mi sono preso l'impegno anche nel mondo ciclistico nella passata legislatura con, … ero relatore di minoranza sulla legge sulle piste ciclabili dove abbiamo votato in modo favorevole, anche se prendo esempio dalla mia città, Faenza, dove vengono fatte tante piste ciclabili, ma con scarsa, purtroppo, circolazione dei ciclisti perché non sono fatte bene e questo l'avevo detto avvertendo che se le piste non venivano separate in modo chiaro per chi percorre queste piste da passeggero, quindi, la classica signora Maria che va a fare la spesa oppure da un ciclista tra virgolette professionista, e se non si tengono separate queste piste ciclabili sono difficili da percorrere.
Quindi nonostante che il voto era stato in modo favorevole, non si è lavorato bene in questa direzione.
Comunque, lo sport è stato e continua ad essere una parte essenziale della mia vita; non si tratta solo di una passione, ma di una vera e propria scuola di vita.
Lo sport ci insegna la disciplina; ogni allenamento, ogni gara richiede impegno, costanza e rigore; attraverso la disciplina impariamo a superare i nostri limiti, a migliorare giorno dopo giorno.
Questa disciplina è una qualità che si riflette anche nella nostra vita quotidiana e nel nostro lavoro di consigliere regionale.
Il rispetto è un altro valore fondamentale che nello sport si insegna: rispetto per le regole, per gli avversari, per i compagni di squadra e per noi stessi.
Questo rispetto si riflette in ogni ambito della vita quotidiana, rendendoci cittadini migliori, capaci di comprendere e apprezzare diversità e di lavorare insieme per un obiettivo comune.
In politica, il rispetto per le idee degli altri e per il bene collettivo è essenziale per un dialogo costruttivo e per il progresso della nostra comunità.
Le sfide all'ordine del giorno nello sport, ogni competizione è una nuova sfida, ogni allenamento è una possibilità di crescita; attraverso le sfide impariamo a non arrenderci, a lottare con determinazione per raggiungere i nostri obiettivi.
E quando arriva la sconfitta, perché ovviamente accade, lo sport ci insegna ad accettarla con dignità, a riflettere sui nostri errori e a rialzarci più forti di prima.
Questa capacità cruciale non solo per lo sport, ma anche nella vita pubblica e il nostro lavoro istituzionale.
È questo spirito che voglio portare anche nel mio ruolo da consigliere regionale.
In politica, come nello sport, le sfide non mancano e le sconfitte possono essere dietro l'angolo, ma con disciplina e rispetto e la capacità di accettare e superare le difficoltà, possiamo lavorare insieme per il bene.
Dobbiamo affrontare le sfide con la stessa determinazione e spirito di squadra che abbiamo imparato sul campo di gioco.
Vorrei anche sottolineare l'importanza di investire nello sport a livello regionale: lo sport non è solo competizione, ma soprattutto salute, educazione e inclusione.
Promuovere lo sport significa promuovere uno stile di vita sano, combattere la sedentarietà e le malattie correlate.
Significa educare i nostri giovani ai valori della lealtà, della cooperazione e del rispetto e significa offrire opportunità di integrazione e coesione sociale.
Perché lo sport è un linguaggio universale e che unisce le persone al di là delle differenze culturali e sociali.
In questa ottica, il lavoro della Commissione V è cruciale.
Dobbiamo continuare a supportare le associazioni sportive locali, migliorare le infrastrutture che di sicuro nel nostro territorio non sono all'avanguardia, anzi parecchie volte palazzetti dello sport, palestre e centri sportivi non sono di sicuro di un buon livello, anzi, sono in un pessimo stato e questo di sicuro non aiuta i nostri giovani ad iniziare un'attività fondamentale per il prosieguo della propria vita sociale.
L'accesso allo sport a tutti i cittadini, indipendentemente dall'età, dal genere o dalla condizione economica.
Le infrastrutture sportive, in particolare necessitano di attenzione continua, come dicevo prima, palestre, campi da gioco, piscine e spazi polivalenti, devono essere moderni, sicuri e accessibili a tutti.
Inoltre, è fondamentale per promuovere progetti che integrino lo sport con altri settori della società, come l'educazione e la sanità.
Le scuole dovrebbero avere programmi sportivi robusti non solo per formare futuri atleti, ma anche per garantire che tutti i bambini e i giovani abbiano opportunità di praticare sport e imparare i valori che trasmette.
La collaborazione con il settore sanitario è altrettanto importante, iniziative congiunte possono contribuire a prevenire le malattie legate alla sedentarietà e promuovere il benessere psicofisico di tutta la popolazione.
Vorrei anche evidenziare l'importanza di sostenere lo sport femminile e garantire la parità di genere in tutte le discipline sportive.
Le donne nello sport e meritano le stesse probabilità e i riconoscimenti degli uomini.
Dobbiamo lavorare per abbattere le barriere e promuovere una cultura inclusiva ed equa.
Il lavoro svolto dalla Commissione V sotto la guida della Presidente Francesca Marchetti ha gettato basi solide per il futuro dello sport nella nostra Regione, grazie a iniziative come sostegno ai club locali, la promozione di eventi sportivi e la creazione di programmi di inclusione, abbiamo fatto passi abbastanza significativi.
Auspico che il nuovo Presidente della Commissione possa proseguire il lavoro fatto fino ad oggi, continuando a promuovere lo sport come strumento di crescita, salute e inclusione per tutti i cittadini.
Insieme possiamo fare la differenza e costruire una Regione dove lo sport sia un pilastro fondamentale della nostra comunità.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Rancan, prego.
RANCAN. Sull'ordine dei lavori, Presidente, proprio un secondo.
Sulla votazione della Presidenza di Commissione V chiederei il voto segreto.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Sì, infatti mi ha preceduto perché l'avrei detto: votiamo con voto segreto, prima però ci sono le dichiarazioni di voto, se qualcuno vuole intervenire, altrimenti procediamo con la richiesta di voto segreto da parte del Gruppo della Lega rispetto all'elezione del Presidente della Commissione V.
Invito la consigliera Segretaria Montalti ad affiancarmi per l'appello relativo ai Consiglieri.
Ricordo e invito al tavolo i Consiglieri scrutatori: la consigliera Soncini, il consigliere Caliandro e il consigliere Cuoghi, al tavolo.
Procediamo con la prima chiama.
Ricordo che ci possono essere due chiamate.
Partiamo quindi con la prima.
Proceda pure, consigliera Montalti.
(La consigliera-segretaria Montalti procede all’appello nominale dei consiglieri per l’inserimento della scheda nell’urna)
MONTALTI, consigliera-segretaria UP. Grazie Presidente.
Amico Federico (presente); Bargi Stefano (presente); Bergamini Fabio (assente); Bonaccini Stefano (presente); Bondavalli Stefania (assente); Bulbi Massimo (presente); Caliandro Stefano (presente); Castaldini Valentina (presente); Catellani Maura (presente); Cavalli Stefano (assente); Costa Andrea (presente); Costi Palma (presente); Cuoghi Luca (presente); Daffadà Matteo (presente); Dalfiume Mirella (presente); Delmonte Gabriele (presente); Evangelisti Marta (presente); Fabbri Marco (presente); Facci Michele (presente); Felicori Mauro (presente); Franchi Romano (presente); Gerace Pasquale (presente); Gibertoni Giulia (assente); Liverani Andrea (presente); Marchetti Daniele (presente); Mastacchi Marco (presente); Montalti Lia (presente); Montevecchi Matteo (presente); Mori Roberta (presente); Mumolo Antonio (presente); Occhi Emiliano (presente); Paruolo Giuseppe (presente); Pelloni Simone (presente); Petitti Emma (presente); Piccinini Silvia (presente); Pigoni Giulia (presente); Pompignoli Massimiliano (presente); Raimondi Raffaella (presente); Rainieri Fabio (presente); Rancan Matteo (presente); Rebecchi Pier Giorgio (presente); Rontini Manuela (assente); Rossi Nadia (presente); Sabattini Luca (presente); Scagnelli Benedetta (presente); Soncini Ottavia (presente); Tagliaferri Giancarlo (presente); Taruffi Igor (presente); Zamboni Silvia (presente); Zappaterra Marcella (presente).
PRESIDENTE (Petitti). Seconda chiama.
MONTALTI. Bergamini Fabio (assente); Bondavalli Stefania (assente); Cavalli Stefano (assente); Gibertoni Giulia (assente); Rontini Manuela (assente).
PRESIDENTE (Petitti). Leggo i risultati della prima votazione: 45 votanti, 27 voti a favore del consigliere Paruolo, 15 a favore della consigliera Catellani, una scheda bianca, due schede nulle.
A questo punto non abbiamo ottenuto la maggioranza prevista dei 4/5.
Si procede col secondo scrutinio, prego consigliera Montalti.
(La consigliera-segretaria Montalti procede all’appello nominale dei consiglieri per l’inserimento della scheda nell’urna)
MONTALTI, consigliera-segretaria UP. Grazie Presidente.
Amico Federico (presente); Bargi Stefano (presente); Bergamini Fabio (assente); Bonaccini Stefano (presente); Bondavalli Stefania (assente); Bulbi Massimo (presente); Caliandro Stefano (presente); Castaldini Valentina (presente); Catellani Maura (presente); Cavalli Stefano (assente); Costa Andrea (presente); Costi Palma (presente); Cuoghi Luca (presente); Daffadà Matteo (presente); Dalfiume Mirella (presente); Delmonte Gabriele (presente); Evangelisti Marta (presente); Fabbri Marco (presente); Facci Michele (presente); Felicori Mauro (presente); Franchi Romano (presente); Gerace Pasquale (presente); Gibertoni Giulia (assente); Liverani Andrea (presente); Marchetti Daniele (presente); Mastacchi Marco (presente); Montalti Lia (presente); Montevecchi Matteo (presente); Mori Roberta (presente); Mumolo Antonio (presente); Occhi Emiliano (presente); Paruolo Giuseppe (presente); Pelloni Simone (presente); Petitti Emma (presente); Piccinini Silvia (presente); Pigoni Giulia (presente); Pompignoli Massimiliano (presente); Raimondi Raffaella (presente); Rainieri Fabio (presente); Rancan Matteo (presente); Rebecchi Pier Giorgio (presente); Rontini Manuela (assente); Rossi Nadia (presente); Sabattini Luca (presente); Scagnelli Benedetta (presente); Soncini Ottavia (presente); Tagliaferri Giancarlo (presente); Taruffi Igor (presente); Zamboni Silvia (presente); Zappaterra Marcella (presente).
PRESIDENTE (Petitti). Seconda chiama.
MONTALTI. Bergamini Fabio (assente); Bondavalli Stefania (assente); Cavalli Stefano (assente); Gibertoni Giulia (assente); Rontini Manuela (assente).
PRESIDENTE (Petitti). Dunque: 45 votanti, 26 voti Paruolo, 1 Rainieri, 15 Catellani, 1 Facci.
Nessuno ha ottenuto la maggioranza richiesta, quindi, si passerà al terzo scrutinio domani mattina, come da regolamento.
Richiesta di inversione dell’ordine dei lavori
PRESIDENTE (Petitti). Procediamo adesso con gli oggetti.
Prego consigliere Rancan.
RANCAN. Grazie Presidente.
Abbiamo depositato una richiesta di inversione dell'ordine dei lavori per trattare prioritariamente, prima del referendum, la depositata mozione di sfiducia nei confronti della Presidente dell'Assemblea legislativa, questo perché pensiamo che, siccome l'attività che noi consideriamo illegittima e soprattutto non super partes della Presidente dell'Assemblea legislativa, sia nata quella condotta proprio durante la discussione di questo punto all'ordine del giorno.
Questo significa che secondo noi trattare prioritariamente la mozione di sfiducia, significherebbe garantire la trattazione del tema autonomia con una più consona gestione anche dei lavori d'Aula, quindi, noi chiediamo l'inversione della mozione di sfiducia per trattarla prioritariamente rispetto alla richiesta di referendum e all'abrogazione della legge sull'autonomia.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Questo è l'intervento a favore della mozione di sfiducia.
Un intervento contro?
consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. Presidente, in tre minuti non entrerò nel merito, non voglio neanche riprendere la discussione su questo tema che abbiamo ampiamente fatto in Conferenza di Capigruppo, nel merito abbiamo parlato di come siamo arrivati qui stamattina, sul dissenso.
È inserita all'ordine del giorno la mozione, per cui avremo ampiamente tempo dopo di esprimerci sul merito.
Mi pare chiaro che anche questa richiesta di inversione sia un tentativo per allungare i tempi per arrivare a discutere nel merito del referendum, quindi, della mozione parleremo ampiamente quando ci arriviamo.
Sono per respingere la richiesta di inversione, anticipandola.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Rancan.
RANCAN. Chiedo il voto elettronico.
PRESIDENTE (Petitti). È per alzata di mano la richiesta di inversione, quindi, mettiamo in votazione la richiesta di inversione rispetto all'ordine del giorno del consigliere Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Richiesta respinta.
OGGETTO 8542
Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione". A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Pigoni, Zamboni, Bondavalli, Caliandro, Fabbri, Costa, Dalfiume, Mori, Bulbi, Montalti, Maletti, Costi, Sabattini, Rossi (185)
(Discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8542/1/2/3/4/5/6/7/8/9/10/11/12/13/14/15/16/17/18/19 – oggetti nn. da 8573 a 8580 – oggetto 8607 – oggetti nn. da 8581 a 8589 – oggetto 8608 – Presentazione, discussione e reiezione)
8552 - Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione di parte della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" pubblicata in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 150 del 28 giugno 2024. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Zamboni, Bondavalli, Pigoni, Caliandro, Costi, Sabattini, Dalfiume, Mumolo, Rossi, Bulbi, Costa (186)
(Discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8552/1/2/3/4/5/6/7/8/9/10/11/12/13/14/15/16/17/18/19 – oggetti nn. da 8590 a 8606 e da 8609 a 8610 – Presentazione, discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Petitti). Passiamo adesso alla richiesta di indizione del referendum popolare, l'oggetto 8542: richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione". A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Pigoni, Zamboni, Bondavalli, Caliandro, Fabbri, Costa, Dalfiume, Mori, Bulbi, Montalti, Maletti, Costi, Sabattini, Rossi.
La commissione Statuto e Regolamento ha espresso parere favorevole nella seduta del 3 luglio 2024 con la seguente votazione: 30 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto, con correzione di meri errori materiali.
Su tale oggetto sono pervenute 17 proposte di ordine del giorno.
Aggiornato in questo momento, mi stanno dicendo 19 proposte di ordine del giorno che sono a firma dei Consiglieri Pelloni e Mastacchi, Facci, Montevecchi, Pompignoli, Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri, Rancan, Delmonte, Catellani, Bergamini, Rainieri, Marchetti Daniele, Liverani, Bargi, Occhi, Castaldini, Cavalli e Delmonte.
Abbiamo anche l’abbinamento dell'oggetto 8552, che è sempre la richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione di parte della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" pubblicata in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 150 del 28 giugno 2024. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Zamboni, Bondavalli, Pigoni, Caliandro, Costi, Sabattini, Dalfiume, Mumolo, Rossi, Bulbi, Costa.
La commissione Statuto e Regolamento ha espresso parere favorevole nella seduta del 3 luglio 2024 con la seguente votazione: 30 voti a favore, nessun contrario e nessun astenuto, con correzione di meri errori materiali.
Su questo oggetto sono pervenute, anche in questo caso, 19 proposte di ordine del giorno a firma di diversi Consiglieri.
A questo punto, apriamo il procedimento di discussione generale.
consigliera Catellani.
CATELLANI. Grazie Presidente.
Invoco l'applicazione dell'articolo 74 del Regolamento, poiché a nostro modo di vedere esiste una questione pregiudiziale prodromica alla trattazione nel merito dei due argomenti, quindi, chiedo di poter intervenire.
PRESIDENTE (Petitti). Ha tre minuti per parlarne, poi ovviamente ci saranno interventi.
CATELLANI. Il nostro Gruppo ritiene che questa discussione non s'abbia da fare.
Diciamo che la Lega dissente e in un certo senso insorge anche: tra le tante storture legate a questi due documenti, tre sono quelle principali che in parte abbiamo già annunciato.
PRESIDENTE (Petitti). Un attimo, consigliera Catellani.
Per favore, siamo nell'Aula dell'Assemblea legislativa, chiedo ai questori di far rimuovere questi striscioni.
Sospendo la seduta finché non vengono tolti gli striscioni.
(La seduta sospesa alle ore 17,23 è ripresa alle ore 18,00)
PRESIDENTE (Petitti). Bene, riprendiamo i nostri lavori.
Siamo arrivati alle due richieste di indizione di referendum popolare, precedute dalla pregiudiziale posta dalla consigliera Catellani.
Un intervento a favore e uno contro.
consigliera Catellani per l'intervento a favore, immagino.
CATELLANI. Grazie Presidente.
Quindi, proseguo rispetto a quello che dicevo prima.
Tre le strutture fondamentali rispetto a questa richiesta: non avete motivato ab origine i due atti, insultando, a nostro modo di vedere, il regolamento; chiedete l'abrogazione di una legge non entrata in vigore; toccate una materia a contenuto costituzionalmente vincolato che non può essere abrogata.
Queste sono le tre cose sicuramente, dal punto vista procedimentale, più gravi che noi solleviamo, dopodiché andiamo anche evidenziare quello che è successo durante la Commissione.
Prima di tutto lo scempio regolamentare, quindi, la mala applicazione del Regolamento e dello Statuto proprio nella Commissione che dovrebbe essere la regina dello Statuto e del Regolamento.
Per rimanere sul facile sono giorni che non è possibile accedere né allo streaming né alle trascrizioni, quindi non è stato neppure possibile ripercorrere ciò che è successo finché noi siamo stati presenti in Commissione.
Depositate alla Commissione referente un primo atto che poi modificate, che poi affiancate ad un secondo atto completamente inconferente al primo, a dimostrazione del fatto che le idee chiaramente le avete confuse, almeno sul coordinamento con il vostro nazionale.
Con un tentativo indegno cercate di dare motivazioni, dopo che le abbiamo chieste più e più volte, a almeno uno dei due atti dicendo che la votazione deve essere fatta stante il probabile prossimo affievolimento dei poteri, quindi, sicuramente non è una motivazione, se non una motivazione di carattere politico.
Viene sollevato durante la Commissione l'altrettanto inammissibile circostanza che la Presidente di Commissione, quale firmataria del documento, fosse al contempo manchevole dell'essere super partes ed incompatibile anche ad una valutazione sull'ammissibilità alla discussione dei due atti per difetto preliminare.
Indecoroso che su precipuo invito alla Presidente di abbandonare temporaneamente la Presidenza, ella abbia ignorato l'invito in spregio al garbo istituzionale.
La medesima Commissione VI era già manchevole di ulteriore rispetto regolamentare, poiché sull'argomento mai è stato convocato l'Ufficio di Presidenza della Commissione medesima ed è intrigante sentirsi dire dalla Presidente che ogni Presidente decide come gestire la propria Commissione, quando pochi mesi or sono, dinanzi a una modalità meno grave di questa, il Presidente Pompignoli fu quasi garrottato sulla pubblica via.
Lo scempio è stato tale per cui le opposizioni hanno richiesto la Giunta per il Regolamento e la Presidente, che si è collegata, me ne dolgo e lo dico con grande rammarico, ancora incredula, perché ancora non me lo spiego, valutava in autonomia e in assoluta discrezionalità di non concedere la riunione della Giunta per il Regolamento.
Siamo dinanzi, a nostro avviso, ad una miscela tra tecnico e politico carica soltanto di mero opportunismo elettorale; siamo davanti purtroppo ad uno scempio regolamentare senza precedenti.
PRESIDENTE (Petitti). Chiedo se c'è un intervento contro.
Non ho richieste di intervento contro.
A questo punto metto in votazione la pregiudiziale proposta dalla consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Pregiudiziale respinta.
Ora siamo arrivati alla discussione congiunta sui due provvedimenti, sulla “richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione da parte della legge 26 giugno 2024, numero 86”.
Gli oggetti sono i numeri 8542 e 8552.
Apriamo la discussione generale.
consigliere Facci, prego.
FACCI. Grazie Presidente.
Siamo arrivati a parlare, dopo avere stravolto il Regolamento e il procedimento, ed entriamo nel merito di quello che la maggioranza vorrebbe sottoporre con carattere di urgenza all'esame dell'Aula.
Credo che negli interventi che si sono succeduti da questi banchi sia stato rappresentato come questa urgenza non esiste in termini oggettivi, non può esistere l'urgenza rispetto a una legge che non è ancora entrata in vigore, entra in vigore il 13 luglio.
Io dirò di più: la legge n. 86 del 2024, che si vorrebbe abrogare, se la si legge attentamente e in maniera oggettiva, riconosce centralità alla Regione nelle scelte di autonomia.
Quindi la pretesa che a livello nazionale ci sia un intervento a gamba tesa che privi e imponga alle Regioni scelte che la Regione non avrebbe mai fatto, è obiettivamente del tutto infondata.
Vi invito a leggere l'articolo 1 e l'articolo 2 in prima battuta: l'articolo 1, nel secondo comma in particolare, subordina l'attribuzione delle funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia di cui l'articolo 116 terzo comma della Costituzione alla determinazione dei LEP, affinché vengano garantiti equamente su tutto il territorio nazionale.
Tra l'altro, articolo 3, il Governo è delegato ad adottare entro 24 mesi dal lato entrata in vigore della presente legge uno o più decreti legislativi affinché vengano garantiti su tutto il territorio nazionale i livelli di assistenza delle prestazioni.
Qui in realtà c'è già una subordinazione della efficacia della legge a provvedimenti che dovranno essere adottati.
Ma quello che è più importante è l'articolo 2 perché dice che l'atto di iniziativa relativo alla richiesta di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, ai sensi dell'articolo 116 terzo comma della Costituzione, è deliberato dalla Regione, sentiti gli enti locali, eccetera.
Vale a dire se la Regione non intende aderire a quello che è un percorso che ritiene non corretto non delibera; non è che questa legge, ripeto, entra a gamba tesa e va in qualche modo a scombussolare gli equilibri e gli assetti, anche perché andando a percorrere le norme di legge, esempio articolo 9 comma 3, per le regioni che non siano parte delle intese approvate con leggi in attuazione, è garantita l'invarianza finanziaria, nonché il finanziamento delle iniziative finalizzate ad attuare le previsioni di cui al 116; le intese, in ogni caso, non possono pregiudicare l'entità e la proporzionalità delle risorse da destinare a ciascuna delle altre regioni.
Quindi se l’Emilia-Romagna intenderà di non aderire a quello che è il disposto della legge, non lo farà e non avrà alcuna ricaduta a livello di equilibrio finanziario.
Quindi il cinema che state mettendo in piedi, ovviamente in funzione politica, ovviamente si voterà per le elezioni regionali tra poco, bisogna fare sempre i primi della classe, per dire che noi regione Emilia-Romagna siamo quelli che guidiamo la crociata delle regioni.
In realtà, dalla semplice lettura delle disposizioni di legge nazionale che si vuole abrogare emerge come di fatto se la Regione intende operare diversamente, decidere diversamente, lo potrà fare senza avere alcun tipo di condizionamento.
Ecco perché la questione dell'urgenza che in maniera illegittima, ma soprattutto in maniera impropria, in maniera infondata, posta dai proponenti di questi due oggetti non ha alcun motivo di essere: non c'è urgenza, prima di tutto, ma soprattutto non c'è motivo di preoccupazione.
Bypassiamo un attimo la questione procedurale dell'urgenza: perché non c'è motivo di preoccupazione?
Perché se la Regione vorrà decidere diversamente, lo potrà fare.
Tra l'altro, il percorso, oltre a essere deliberato dalla Regione, deve vedere un negoziato tra Regione e la Presidenza del Consiglio dei Ministri; le intese si fanno reciprocamente.
Schema di intesa preliminare e negoziato fra Stato e Regioni, tanto che articolo 2 comma 3, così se volete seguire sullo schema di legge, tra l'altro alla riunione del Consiglio dei Ministri partecipa il Presidente della Giunta regionale interessata.
Questo per dimostrare e per ribadirvi che, qualora si voglia procedere e se la Regione vorrà e deciderà di farlo, lo farà in maniera sostanzialmente paritetica, perché l'intesa la dovrà concertare, non sarà un'intesa che le verrà imposta: è questo quello che state in un qualche modo facendo credere ai cittadini, sostenendo che vi saranno sperequazioni, vi saranno le disuguaglianze, non saranno garantiti i diritti, le donne; però dopo, ci ritornerò quando parleremo degli ordini del giorno e andrò a rileggere esattamente le parole che i Consiglieri di maggioranza hanno utilizzato nelle risoluzioni, ne abbiamo diverse di risoluzioni approvate in cui si invitava a proseguire tutte le materie in cui si chiedeva di realizzare l'intesa a livello centrale.
Tra l'altro, visto che noi abbiamo già atti regionali che erano stati presentati, anche questi, articolo 11 disposizioni transitorie finali, gli atti di iniziativa delle regioni già presentati al Governo di cui sia stato avviato il confronto congiunto tra Governo e Regione interessata prima della data di entrata in vigore presente legge, sono esaminati secondo quanto previsto dalle pertinenti disposizioni della presente legge, cioè occorre sempre che ci sia un'intesa, una concertazione tra livello regionale e livello centrale.
Tutto questo per dire che, non solo non c'è niente di urgente, ma niente di negativo si andrebbe a realizzare qualora la Regione decidesse di andare avanti; e soprattutto, la Regione potrebbe decidere di non andare avanti, come sembra avere fatto, perché ha fatto un clamoroso dietrofront rispetto all'accelerazione che fu fatta da parte di questa Assemblea.
Voglio ricordare Piemonte e Lombardia interrogarono i propri cittadini, il referendum lo fecero a monte chiedendo se volevano che si facesse l'autonomia.
Questa Regione, anche qua con un atto politico, disse: non ci interessano i cittadini, decidiamo noi, perché lo facciamo per il bene dei cittadini e andiamo avanti con l'autonomia su determinate materie.
Ecco poi, salvo ripensarci al momento della campagna elettorale del Presidente Bonaccini per diventare Presidente del Partito Democratico a livello nazionale, naturalmente doveva cercare di compensare un po' i vari malumori che magari in alcuni territori erano infondatamente emersi sulla narrazione di potenziali disparità territoriali: quello era stato il percorso e se la Regione vorrà confermarlo, lo potrà confermare e se non lo vorrà confermare, ne avrà tutta la possibilità perché la legge è molto chiara.
Quindi oggi, e concludo questo mio primo intervento, questa richiesta è assolutamente strumentale, oltre che essere illegittima, ma soprattutto è infondata: leggete le norme di legge o fatevele spiegare, è molto chiara, se la Regione Emilia-Romagna non vuole andare avanti, non farà l'intesa.
Quindi, una narrazione contraria, come state facendo oggi, è del tutto fuori luogo e soprattutto infondata.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Consigliere Pompignoli, prego.
POMPIGNOLI. Sì, Presidente. Solo un primo intervento, perché sarà una giornata molto lunga e gli interventi si moltiplicheranno, anche proprio in ragione degli ordini del giorno e degli emendamenti che sono stati depositati, però un primo punto di riferimento rispetto alla legge che è stata approvata in Parlamento e che ancora non è entrata in vigore, occorre metterlo.
È una legge ordinaria, questo lo sappiamo; non determina subito alcun effettivo trasferimento delle competenze regionali, ma si limita a indicare un percorso, l'ha detto bene anche il consigliere Facci, e le regole che le Regioni dovranno seguire nel negoziare col Governo e col Parlamento, attribuzione di potere prerogativa.
La struttura procedurale e programmatica che è stata fatta rispetto a questi atti che andiamo oggi a discutere sta proprio nel fatto che effettivamente oggi noi andiamo a votare un qualcosa che andrebbe ad abrogare un atto che ancora di fatto non è legge, però vorrei partire dal principio: la legge sull'autonomia che è passata in Parlamento, si propone soltanto di attuare il titolo quinto della Costituzione che è stato, se ricordate, varato dal centrosinistra nel 2001 e in undici articoli definisce le procedure legislative amministrative per l'applicazione del terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione, cioè di fatto non si fa altro che andare a varare quello che era già stato attuato nel 2001 dal centrosinistra, cioè il titolo quinto della Costituzione.
Questo è il tema fondamentale; da lì si è partiti; tanto che il percorso che c'è stato in regione Emilia-Romagna a partire dal 2017, chi c'era nella scorsa legislatura sa benissimo quello che è successo, però lo vorrei ripercorrere proprio per date: il 28 agosto del 2017 la Giunta regionale approvava il documento di indirizzo per l'avvio del percorso finalizzato all'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116 comma terzo della Costituzione, arricchito appunto dai contributi pervenuti dai firmatari del Patto per il Lavoro, a cui si deve altresì una forte definizione degli indirizzi politici.
Io ricordo in quei tempi che il Presidente Bonaccini prendeva un po' in giro il Veneto e la Lombardia che hanno fatto un percorso referendario molto lungo per arrivare al principio di autonomia e, mostrandosi il primo della classe, disse: “per quale motivo noi dobbiamo fare il referendum sull'autonomia differenziata, partiamo direttamente con un atto regionale”.
Il 3 ottobre 2017 ci fu un confronto in Assemblea Legislativa e ci fu l'adozione di una risoluzione da parte dell'Aula con cui si dava mandato al Presidente della Regione Stefano Bonaccini di avviare il negoziato con il Governo.
I tempi erano abbastanza veloci e pressanti, tanto che il 18 ottobre 2017 a Roma, a Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Gentiloni e il Presidente Bonaccini firmano la dichiarazione di intenti per l'avvio del negoziato.
Oggi sembra che tutto quello che è stato fatto negli anni precedenti sia stato cancellato dalla memoria del Partito Democratico, lo stesso Partito Democratico che voleva velocizzare i tempi di negoziazione rispetto all'autonomia differenziata.
Il 9 novembre 2017 a Roma, nella sede del Dipartimento per gli Affari Regionali, si insedia formalmente il tavolo bilaterale di confronto che vede insieme il Governo, la Regione Emilia-Romagna e la Regione Lombardia e il Governo prende atto delle aree e delle materie sulle quali i Consigli regionali avevano impegnato i rispettivi Presidenti al fine del negoziato.
Sempre nel 2017, l'Assemblea legislativa approva all'unanimità una seconda risoluzione alla quale si rafforza il mandato al Presidente Bonaccini a proseguire il confronto avviato col Governo al tavolo condiviso con la Regione Lombardia, portando avanti nelle Commissioni consiliari il confronto sulle competenze di cui si chiede la gestione diretta.
Il 16 novembre 2017, la Giunta aggiorna il proprio documento di indirizzo dopo l'approvazione della seconda risoluzione in Assemblea legislativa.
Quindi già a fine 2017 il confronto legato all'autonomia era un confronto serrato, un confronto nel quale Regione Emilia-Romagna voleva primeggiare rispetto alla Regione Lombardia e alla Regione Veneto, che avevano fatto un percorso assolutamente diverso, tanto che si avviavano in maniera abbastanza celere tutti i percorsi che dovevano essere fatti.
Tanto che il 21 novembre 2017, prima a Bologna e poi a Milano, si svolgono i primi due incontri del negoziato fra Governo, Regione Emilia-Romagna e Regione Lombardia e a seguire viene demandato a incontri di approfondimento tecnico a Roma il compito di sviluppare ulteriormente le richieste relative alle competenze richieste dalle due regioni per la gestione diretta.
Si succedono poi nel 2017 gli incontri tecnici tra Ministeri competenti e le delegazioni regionali.
Il 30 novembre c'è un primo confronto sulla materia dell'ambiente; il 5 e 6 dicembre sulle materie del lavoro e sull'istruzione; il 7 dicembre è sulla materia della salute; il 20 dicembre di nuovo sulla materia dell'ambiente; il 28 dicembre di nuovo sul lavoro e istruzione; quindi il 10 gennaio 2018 di nuovo sulle materie della salute.
Quindi il confronto serrato e tecnico che la Regione Emilia-Romagna stava facendo rispetto a questo percorso legato all'autonomia differenziata era assolutamente condiviso con il Presidente Bonaccini, tanto che la stessa Assemblea Legislativa in quella legislatura diede preciso incarico al Presidente di avviare i negoziati, quindi, c'era assolutamente la volontà di poter procedere e voler procedere rispetto a questo percorso, volontà che oggi viene assolutamente negata.
Nel 2018, sempre nella seduta dell'Assemblea legislativa con la comunicazione del Presidente Bonaccini che ci aggiornava rispetto al negoziato col Governo e diceva, il 16 gennaio 2018, che era concreta l'ipotesi di arrivare a siglare un'intesa entro febbraio.
A febbraio viene fatta un'ulteriore seduta da parte dell'Assemblea legislativa con la comunicazione della Giunta per aggiornare l'Aula sull'andamento del negoziato con l'esecutivo nazionale.
Viene approvata l'ennesima risoluzione che dà mandato al Presidente Bonaccini di sottoscrivere l'intesa quadro con il Governo, oltre a proseguire il confronto con il nuovo Governo dopo le elezioni politiche del 4 marzo, qualora dovessero essere comprese altre competenze di cui la Regione chiedeva competenza diretta.
Diciamo che fino alle politiche del 2018, l'idea di percorrere la strada legata all'autonomia era assoluta e concreta da parte del Partito Democratico.
Iniziano poi tutta una serie di questioni, nel 2018 fino ad arrivare al 2024, che portano poi ad un cambio di rotta eclatante, lo abbiamo visto oggi con la presentazione di questi atti con cui si chiede un referendum per abrogare una legge.
Torniamo a dire, lo ha detto prima bene la consigliera Catellani: l'articolo 65 comma 2 della Costituzione vieta assolutamente il referendum su materie legate a progetti di legge sulla spesa pubblica, quindi di fatto state facendo un qualcosa che è assolutamente contrario alla Costituzione, ma questo è.
Poi la Consulta, una volta che riuscirete a approvare, e ce la farete, dopo aver passato la nottata qua ad approvare questi atti, vedremo poi che cosa deciderà successivamente rispetto alla verità o meno di questo quesito referendario.
Il ragionamento, ovviamente, è mutato nel corso di questi ultimi anni rispetto a scelte completamente diverse che la Regione Emilia-Romagna sta facendo nell'ambito del Governo, anche perché ovviamente è contro questo Governo e quindi sta assolutamente contrastando ogni tipo di decisione che questo Governo sta prendendo e lo contrasta in maniera del tutto ideologica, contrastando anche se stesso negli anni precedenti, perché nel 2017-2018 si voleva correre assolutamente per arrivare ad un'autonomia differenziata della Regione Emilia-Romagna su determinate materie.
È ovvio, l'ho detto in premessa, che essendo una legge ordinaria e che non determina alcun effetto immediato rispetto a quelli che sono i trasferimenti delle competenze delle Regioni, non si comprende le motivazioni per le quali oggi ci si vuole privare di uno strumento che potrebbe essere utile per la Regione Emilia-Romagna affinché possano essere gestiti in maniera autonoma e diretta determinati ambiti di competenza che l'articolo 116 comma terzo della Costituzione oggi ci dà.
Per cui è normale che ci sarà anche nel corso di questa giornata e nella giornata di domani, ostruzione da parte delle opposizioni rispetto a degli atti che voi stessi avete iniziato a percorrere in maniera condivisa già dal 2017 e che oggi effettivamente riuscite a fare con doppie giravolte un percorso completamente diverso ed è normale che noi punteremo i piedi rispetto ad un principio che ovviamente è stato affermato da questo Governo e che dovrà attuare il suo percorso che durerà nel tempo, lo diceva bene il consigliere Facci, cioè 24 mesi, e poi ovviamente ci sarà un'intesa che durerà dieci anni, qualora la Regione volesse attuarla.
Per cui è normale che oggi ci troviamo di fronte a una discussione che sarà semplicemente una discussione unidirezionale, perché ovviamente dal Partito Democratico e dalle forze di maggioranza non ci sarà alcun tipo di discussione; ascolterete le nostre osservazioni e noi continueremo a dirvi che quello che state facendo è assolutamente sbagliato.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Caliandro, prego.
CALIANDRO. Grazie Presidente.
Con un certo rammarico devo segnalare a quest'Aula che credo non si sia colto il senso stesso della Costituzione repubblicana; quella stessa che in vario modo è stata citata, anche strappata rispetto alle sue regole.
La Costituzione repubblicana è un armonioso abbraccio di diritti e di principi, non è una clava; e nasce da un percorso valoriale che è antecedente alla Costituzione stessa.
Certo, avere a fianco Romano Franchi, Sindaco di Marzabotto, mi porterebbe ad altre riflessioni rispetto ai luoghi in cui la Costituzione è nata, ma oggi invece vorrei concentrare l'intervento sugli aspetti valoriali fondanti della Costituzione stessa.
Esiste un dibattito preunitario sul ruolo che le Province svolgono, sul ruolo che l'Italia unita stessa svolge che entra prepotentemente nella discussione dei padri costituenti e che permette una discussione complessiva e unica del concetto di unità nazionale, del principio di uguaglianza e del principio di autonomia.
È in questa chiave che vanno letti gli articoli 1, 3 e 5 della Costituzione, rispetto ai quali occorre ricordare che il decadimento culturale a cui una certa destra ha portato il dibattito, è arrivato a confondere le Regioni speciali per le Regioni differenziate, addirittura portando le posizioni delle Regioni speciali a statuto speciale, appunto, in una posizione che rischia di essere subalterna a quelle differenziate; facendo saltare le regole stesse per le quali l'unità d'Italia fu possibile.
Allora, al di là di una retorica che trovo francamente deprimente, mi piacerebbe ricordare che esiste un passaggio che un grande poeta di questo paese ha offerto alla discussione sul concetto di unità nazionale: nel terzo coro dell’Adelchi, Alessandro Manzoni ci ricorda cosa eravamo; eravamo senza dubbio un luogo, un posto, “un volgo disperso repente si desta” e si desta, a dire Manzoni al suo coro, per costruire una differenziazione all'interno di un'unità nazionale che i padri costituenti attribuiscono all'articolo 5 in una discussione molto più ampia rispetto all’attuale.
E allora la discussione di oggi e il motivo per il quale chiediamo un referendum e chiediamo che sia il popolo a pronunciarsi e fa ridere onestamente, cari Colleghi, che chi è populista sia contro la valutazione del popolo e che ci sia un ostruzionismo legato al fatto che si possa esprimere liberamente la volontà di quello che sbattete ogni volta sui telegiornali come “il popolo”.
Bene, il popolo dirà se pensa che sia giusto amplificare le differenze; se pensa che sia giusto che il principio di uguaglianza contenuto nella nostra Costituzione possa essere bistrattato al punto che, prima ancora di discutere dell'applicazione del 116, ci si pone il problema di come evadere il 116 della Costituzione.
Questo fa questo testo di legge che noi contestiamo e queste sono le ragioni che ci spingono ad una discussione più profonda e più puntuale di quello che vogliamo.
Noi abbiamo la sensazione che si sia dimenticato che la discussione che ha portato alla modifica del titolo quinto di questa Costituzione poggiasse e poggi ancora ancora oggi su uno scopo, quello di innalzare il livello delle prestazioni minime, non quello di renderlo possibile “à la page” soltanto alle Regioni compiacenti.
E allora lo dico con un po' di rammarico, credo che non si sia accolta l'occasione di una perequazione reale in questo Paese; un paese in cui vivono persone in situazioni di disagio profondo, di povertà assoluta e che, se non esiste la ragione stessa dell'intervento di uno Stato in grado di superare le differenze, non ha nessuna possibilità di stare nello Stato stesso.
C'è un bellissimo saggio di qualche anno fa in cui ci si ragiona e si riflette sulle ragioni delle Regioni.
Le Regioni sono nate dopo le Province e sono nate per cercare di rendere quel principio di uguaglianza che rendeva diseguali le Province stesse.
Su questo è nata una scienza amministrativa, delle leggi applicative che hanno svolto quel ruolo; ruolo che viene messo in discussione inevitabilmente da questo testo.
Ne abbiamo discusso in Commissione, ho fatto un'analisi puntuale che in qualche modo cercherò di riprendere nei limitati tempi che questa occasione ci offre, ma onestamente prima di tutto occorre realizzare le prestazioni indispensabili per le Regioni che hanno meno capacità fiscale; occorre una riforma, un federalismo fiscale che ristabilisca gli equilibri.
Allora, come si può pensare di fare una riforma sui LEP quando tutte le materie non sono già citate nel testo di legge e, anzi, sono colpevolmente evase.
Come si può pensare che si possa costruire a macchia di leopardo una Commissione paritetica che non è istituzionalizzata a livello nazionale per discutere dell'autonomia differenziata?
Come si può pensare che in un procedimento transitorio venga completamente bypassato il Parlamento del nostro Stato?
Questo c'è nelle pieghe e nelle piaghe di questa legge: c'è il superamento del potere legislativo a favore del potere esecutivo; c'è uno sbilanciamento di poteri per la scelta delle Regioni più simili o delle Regioni più simpatiche.
In un momento di crisi come questo, c'è un errore macroscopico: noi siamo il Paese che si occupa del P.N.R.R., ma qualcuno si è domandato della dinamica competitiva che c'è tra i territori proprio in applicazione del P.N.R.R. e di quello che potrebbe produrre un'applicazione reale di questo principio?
Allora, Colleghi, i vincoli di solidarietà tra i territori più ricchi e i territori più deboli ci impongono una lettura realistica, non ipotetica.
Il motivo per il quale sono formalmente contrario a questo provvedimento di legge per il quale con il Partito Democratico abbiamo deciso di presentare una richiesta di referendum è che il disequilibrio tra le forme di Governo che questo Paese rischia di avere è secondo soltanto alle discriminazioni che si rifiuta di rimuovere in questo Paese.
Il 116, così come è stato formulato nella proposta referendaria del 2001, ha stabilito che l'accesso ai servizi essenziali nel territorio, nell'unità nazionale e la rimozione delle discriminazioni, sono la precondizione dei LEP e ha stabilito anche un elenco di un nucleo invalicabile che deve essere possibile nell’applicazione dei diritti sul territorio nazionale per erogare prestazioni sociali di natura fondamentale che si occupino del pieno superamento delle diversità dei territori.
In buona sostanza ha stabilito che non è la competizione tra i territori l'autonomia differenziata e non è neanche la competizione tra Regioni a statuto speciale e le nuove ipotizzate competenze.
Soprattutto, cari Colleghi, forse non avete capito cosa c'è scritto nell'articolo 2 del testo di legge, forse non lo avete letto con attenzione, con gli occhi del giurista, ma li avete eletti con l'occhio del politico, perché la procedura di approvazione dell'intesa ivi prestabilita, attribuisce un ruolo residuale al Parlamento negli atti di indirizzo e non stabilisce invece un ruolo di intervento negli atti di Governo.
Lo sviluppo, e viene riportato nell'articolo 3, o lo svilimento del ruolo del Parlamento mette in difficoltà lo stesso ruolo dei LEP perché non c'è nessun aggiornamento tecnico e non c'è nessun parere di non allineamento.
Vado a concludere per ragioni di tempo, ma occorre ricordarsi che le norme di aggiornamento del LEP sono state relegate ad una frase di poca considerazione.
(interruzioni del consigliere Rainieri)
PRESIDENTE (Petitti). Stiamo ascoltando il consigliere Caliandro.
consigliere Rainieri, per piacere.
Prego consigliere Caliandro.
CALIANDRO. Grazie.
Chiedo di recuperare il tempo che mi è stato ingiustamente tolto, ma d'altro canto la destra è anche questa, è prepotenza, è sempre stata prepotente e lo rimane.
Però, ripeto - se andate a leggere, cari Colleghi, che è una cosa utile studiare, vi potrebbe essere anche arricchente - nei limiti delle risorse della finanza dello Stato viene fatta questa riforma; questo è quello che c'è scritto, ma poi dopo non si legge in maniera sistematica gli articoli 4, 9, 8 del testo di legge.
Quando vai a studiare, perché questo è importante, ti devi confrontare con la sentenza di Corte Costituzionale; penso alla 83 del 2016 dove spiega che il residuo fiscale non può essere considerato un criterio significativo dei contenuti del 119, perché l'assoluto equilibrio tra prelievo fiscale ed impegno di quest'ultimo sul territorio non è un principio espresso dalla disposizione costituzionale invocata, quindi, avete applicato una norma di legge che è già contraria alle sentenze di Corte Costituzionale.
E ancora, sempre all'interno della discussione nella quale noi ci muoviamo, è mai possibile che l'autonomia speciale e quella differenziata siano state così confuse da questo legislatore un po' disattento?
E infine, vado a concludere, come si torna indietro dalle intese?
Non viene normato come la trasformazione di un ente pubblico una volta proceduto all'intesa e quindi seguito un percorso di iter, possa avere un ravvedimento operoso, un po' come quella scenata che abbiamo visto dei Colleghi che hanno messo quel manifesto e poi in ravvedimento operoso l'hanno tolto.
Ecco, però nell'intesa questo non viene spiegato e non viene spiegato come la pubblica amministrazione possa difendersi da questo.
In conclusione, Colleghi, io penso che questa sia una disciplina confusa e contraddittoria, come confuso e contraddittorio è il pensiero di questa destra.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Dica cosa deve dire, consigliere Rainieri.
RAINIERI. Grazie.
Allora, prima durante la protesta è stato mandato fuori, ad aula sospesa tra l'altro, un collaboratore del Presidente Rancan mentre in questo momento, mentre parlava il Presidente Stefano Caliandro, c'era un collaboratore che riprendeva tutto il suo discorso.
Ho chiesto al Direttore dell'Ufficio stampa se questa persona fosse autorizzata, come è stato chiesto prima per il collaboratore del capogruppo Rancan, e mi ha detto che non serviva la richiesta perché c'è Aula, mentre l'altro non poteva stare dentro perché l'Aula era sospesa: a maggior ragione che l’Aula era sospesa poteva stare dentro.
Presidente, lei dovrebbe essere la prima a essere custode di queste regole e il Direttore della stampa deve starsene al suo posto e non alzare la voce con me e accusarmi di aver alzato la voce.
Detto questo, ribadisco, lei mi deve spiegare qual è la motivazione per cui qualcuno può star dentro a riprendere qualcun altro e qualcun altro invece non può stare dentro a fare delle foto.
Io vorrei una risposta.
PRESIDENTE (Petitti). La seduta era sospesa, abbiamo chiesto di uscire a tutti, di liberare l'Aula.
RAINIERI. Quindi uno che non ha però il permesso di stare dentro, può stare dentro perché siamo in Aula.
Allora, a questo punto facciamo entrare i nostri collaboratori.
PRESIDENTE (Petitti). È entrato il collaboratore nel momento in cui il consigliere parlava al microfono, quindi eventualmente il collaboratore dei Consiglieri che in quel momento parlano, per quel frangente, per quei cinque minuti.
È sempre stato così, Colleghi.
RAINIERI. Alcune volte è stato chiesto di mandare fuori i giornalisti dall'Aula perché non avevano l'autorizzazione dell'Ufficio stampa.
Quindi adesso, in questa occasione, ognuno si fa le regole per conto suo e voi vi state facendo le regole che quando parla qualcuno di voi può entrare, quando parla qualcuno dell'opposizione non si può entrare.
PRESIDENTE (Petitti). Quelli che sono stati mandati fuori erano i giornalisti che non avevano il permesso di essere in Aula, questi sono i collaboratori dei Consiglieri e ovviamente è un'altra categoria.
Consigliere Rainieri, lei sta impedendo di proseguire il dibattito.
(interruzioni del consigliere Rainieri)
PRESIDENTE (Petitti). Abbiamo la consigliera Evangelisti, prego.
EVANGELISTI. Grazie Presidente.
Ringraziamo anche il consigliere Caliandro per la lezione di diritto costituzionale che ci ha impartito oggi, per aver ripercorso la democraticità della nostra Costituzione e per avere anche ricordato il motivo in forza del quale il Partito Democratico pone oggi la richiesta di referendum.
Ovviamente non ci ha convinti e riteniamo appunto che la sinistra al Governo di questa Regione faccia oggi un passo indietro, lo faccia impugnando un disegno di legge che diventerà legge, quindi, esplicherà la sua efficacia soltanto il 13 luglio.
Un disegno di legge rispetto a cui devono ancora essere scritti i decreti attuativi, in cui alcune delle perplessità espresse dal consigliere e da molti altri Consiglieri di maggioranza, troveranno risposta.
In realtà, molte risposte sono già contenute nel disegno di legge.
Il disegno di legge sull'autonomia differenziata dà attuazione all'articolo 116 della Costituzione; un articolo che non ha scritto Fratelli d'Italia e che non ha scritto la destra e che chiede proprio per le Regioni a Statuto ordinario la possibilità di domandare allo Stato la gestione diretta di determinate materie; le materie non sono frutto di invenzione, sono quelle elencate dall'articolo 117 della Costituzione: l'istruzione, la tutela della salute, la protezione civile, il governo del territorio, per citarne alcuni, e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
Questo occorre per avere più autonomia.
E in questi ambiti che cosa può fare una Regione: proporre un'intesa da stipulare con lo Stato.
Lo può fare, non lo deve fare, non c'è un obbligo; e il Parlamento deve approvare una legge specifica a maggioranza assoluta.
L'intero iter, dalla proposta dell'intesa all'approvazione e ancora dopo, durante la vigenza, prevede necessariamente il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate, degli organismi di controllo, fino alla scadenza o al rinnovo dell'intesa.
Si capisce quindi che è un procedimento perfettamente descritto.
Il disegno di legge prevede ancora anche il superamento della spesa storica e dovranno preventivamente essere calcolati i livelli essenziali delle prestazioni, i LEP che sono stati citati, e questo sul territorio nazionale, ovvero il costo minimo anche che deve avere un servizio che impatta sulla vita dei cittadini.
E se quindi una Regione chiede più autonomia su una materia, questi costi devono essere previsti e anche coperti, anche per quelle Regioni che non hanno chiesto di avere competenze ulteriori e, quindi, la base di partenza è uguale per tutte le Regioni; le competenze saranno uguali per tutti e soltanto in un secondo momento le Regioni che avranno i requisiti che lo chiederanno potranno accedere alla differenziazione.
Questo credo che sia un punto di chiarezza che andava restituito a quest'Aula a fronte delle informazioni parzialmente differenti rispetto ad un testo di legge che è molto chiaro.
Come gruppo di Fratelli d'Italia a livello parlamentare abbiamo dato un contributo fondamentale per migliorare un disegno di legge che comunque è stato sottoposto più volte ai lavori delle Commissioni.
Abbiamo riaffermato i principi che per noi sono fondamentali: rispetto dell'unità nazionale che per Fratelli d'Italia è fondamentale e non capiamo questi riferimenti al populismo e alla disgregazione; la coesione territoriale e sociale; il finanziamento delle Regioni e realtà che ad oggi sono più in difficoltà, perché non è che la situazione dell'Italia in generale e delle Regioni oggi è tutta uguale, non è che questa legge andrà necessariamente a peggiorare una situazione, questa legge vuole essere un'opportunità invece per fare in modo che chi ad oggi è rimasto indietro, e non certo per il Governo di Fratelli d'Italia, possa in qualche modo invece avere un'occasione in più.
E questo anche per quelle Regioni che non firmano le intese, vi sarà il coinvolgimento del Parlamento per determinare il buon esito e la partecipazione attiva di tutte le istituzioni interessate.
Quindi nessuno viene lasciato indietro e non si fanno giochi di palazzo e di potere all'interno di qualche Aula, ma tutto viene condiviso democraticamente.
Gli obiettivi sono quelli di trasferire materie e anche le corrispondenti risorse a quelle Regioni che riescono a dimostrare efficientemente di poter assicurare le prestazioni al pari o meglio dello Stato e noi crediamo appunto che ci sia un principio anche meritocratico, oppure la volontà di poter in qualche modo misurarsi con dei progetti, con delle capacità, che vada riconosciuto a quelle Amministrazioni che vogliono porsi in gioco.
Rendere comunque effettivo il godimento dei diritti civili e sociali in ogni parte del territorio, superando invece i divari, non accentuando i divari, ma superando i divari e, quindi, lo ripeto, l'autonomia differenziata è una possibilità che viene data alle Regioni che la vorranno richiedere, non dovrà essere vissuta e non sarà un problema per le altre Regioni.
Rimangono infatti invariati i meccanismi di solidarietà per le Regioni che non concluderanno le intese, quindi non vi è obbligo; è comunque garantito il finanziamento dello Stato centrale da destinare allo sviluppo della coesione e della solidarietà sociale.
Capiamo oggi il grande imbarazzo della sinistra e di alcuni Partiti che hanno governato con la sinistra, tra questi, lo dobbiamo ricordare, il Movimento 5 Stelle, che oggi contestano duramente il DDL sull'autonomia differenziata.
Ne abbiamo avuto una prova il 12 giugno in Aula quando i Parlamentari grillini sono intervenuti contro il provvedimento, accusando il Governo di disgregare l'unità d'Italia, sicuramente non è quello che il Governo sta cercando di fare.
Ricordiamo però che l'autonomia differenziata era tra i punti del contratto per il Governo nel 2019; lo era ancor prima nel 2018, quando era stato sottoscritto il contratto per il Governo del cambiamento; lo è stato successivamente ancora dopo il 30 agosto del 2019; e oggi risulta quindi abbastanza inaccettabile questa polemica che viene instaurata semplicemente perché un Governo dopo vent'anni ha deciso di dare attuazione al Titolo Quinto della Costituzione.
Non è sicuramente da meno il Partito Democratico che rinnega in qualche modo se stesso; Elly Schlein accusa il Governo di mettere a repentaglio l'unità nazionale, annunciando un'opposizione durissima, contro riforme che scardinano l'impianto costituzionale del Paese.
Ricordiamo chi è stato a cambiare il Titolo Quinto della Costituzione: nel 2001, Giuliano Amato, Presidente del Consiglio e con un percorso politico non certo di un giorno; ci fu la riforma costituzionale; iniziò nel 1997 durante il primo governo Prodi con una Commissione Bicamerale.; si proseguì con una proposta di legge del 1999, quando a Palazzo Chigi c'era Massimo d'Alema; la riforma del Titolo Quinto della Costituzione è stata voluta sempre dai democratici, con d'Alema e Amato, era contenuta anche nel programma di Governo con cui il Partito Democratico della sinistra di Achille Occhetto si presentò alle elezioni politiche del 1994, nel testo si faceva esplicito riferimento all'autonomia e ad un regionalismo di ispirazione federalista.
Nel 2018 il Governo Gentiloni, sostenuto dal Partito Democratico, sottoscrisse gli accordi preliminari con la Regione Emilia-Romagna, con il Veneto e con la Lombardia per l'attuazione dell'intesa prevista dall'articolo 116 terzo comma della Costituzione; l'obiettivo era quello dell'autonomia differenziata.
Potrei citare anche dopo la riforma del Titolo Quinto quanto chiese la Giunta del Lazio presieduta da Zingaretti; si chiedeva appunto autonomia; si faceva riferimento da parte del Lazio al criterio della spesa storica e si diceva che era un criterio da superare.
Il Governo Meloni oggi è andato in quella precisa direzione, approvando un disegno di legge che consente alle Regioni di giungere finalmente a un percorso di autonomia che era stato disegnato dalla Costituzione vent’anni fa e che non era mai stato attuato e quindi in qualche modo il Governo ha fatto in modo certamente puntuale ma anche migliore, quanto la sinistra avrebbe voluto fare e non è riuscita a fare.
E quindi chiudo questo primo intervento rivendicando il ruolo fondamentale di Fratelli d'Italia che ha dato un contributo per migliorare un disegno di legge e ribadisco i principi che sono stati riaffermati, perché diversamente questo progetto di legge non avrebbe potuto essere condiviso da noi: rispetto dell'unità nazionale, coesione territoriale e sociale, finanziamento delle regioni più in difficoltà, anche se non firmano intese.
Non sono ovviamente informazioni che vengono riferite, è il testo di legge che oggi la regione Emilia-Romagna, contravvenendo a quanto aveva deciso nel 2018, decide di impugnare con un referendum.
Noi, riprendendo anche le parole del nostro capogruppo alla Camera, Tommaso Foti, riteniamo che ci debba essere un limite anche alle facce con cui si può fare politica: c'è chi ne ha una, nessuna, centomila; a noi basta la nostra e con la stessa faccia con cui ci siamo presentati agli elettori rivendichiamo oggi la bontà di questo disegno di legge sull'autonomia che finalmente il 13 di luglio esplicherà i propri effetti e diventerà legge.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Bargi, prego.
BARGI. Per togliere ogni dubbio, inizierò il mio intervento dicendo che stiamo discutendo di un punto all'ordine del giorno che si presenta oggi in maniera totalmente illegittima, in quanto il regolamento dell'Assemblea e del dibattito democratico tra di noi è stato completamente disatteso.
Ho cercato di farlo capire in Commissione; evidentemente è difficile farlo entrare nelle orecchie; ci riprovo oggi.
Leggiamo allora l'articolo 25, cosa che non faccio perché il Regolamento non lo leggo mai, perché tendenzialmente mi piace usare il buon senso, però quando c'è un contenzioso, anche di fronte al concetto di applicare delle prassi e degli usi come fonte dei nostri rapporti, a me va benissimo, laddove non ci sia un contenzioso, altrimenti l'unica cosa che possiamo fare è impugnare il Regolamento e leggere quello.
L'articolo 25 comma 2 dice chiaramente che ci vogliono dieci giorni per convocare una Commissione e iscrivere un oggetto, salvo che il Presidente decida con una motivazione chiara di derogare a questo punto, attribuendo l'urgenza all'oggetto.
La motivazione dell'urgenza non era pervenuta ai Consiglieri in nessuna forma, ricordo perfettamente, se non sbaglio la collega Evangelisti che l'ha chiesta quattro volte durante la discussione in Commissione, che chiese almeno di motivarla.
Nessuno si è preso la briga di farlo.
Il motivo in questo caso c'è ed è che non c'è nessuna motivazione per l'urgenza, se non i bisogni di un Partito che però - voglio che sia chiaro, anche questo deve rimanere agli atti - deve sapere, se non è chiaro, che la sua titolarità a gestire in autonomia i percorsi politici, finisce nella porta girevole che c'è qua sotto.
Qui dentro siamo dentro un'istituzione; non valgono le regole di Partito; confondere le due cose, so che è un po' un'abitudine in Emilia-Romagna, però diventa abbastanza stucchevole; pensavo si fosse nel tempo andati un po' oltre.
Siccome si fa fatica a raccogliere 500 mila firme, viene più comodo usare invece le cinque Regioni, visto che ci sono a disposizione.
Subentra poi l'altro problema che questa Regione ha un Presidente dimissionario che è pronto a pigliarsi il primo aereo per Bruxelles e quindi, di conseguenza, avete un po' di bruciore che vi porta a correre talmente forte che manco avete deciso nella vostra Segreteria quale sarà il quesito e quindi ne presentate ben due.
Questo, voglio che sia chiaro, perché stamattina non sono intervenuto, ma noi abbiamo più volte cercato di far comprendere questa cosa; abbiamo cercato di far comprendere, infatti, mi stupisco che vi stupiate per atti che vanno oltre il Regolamento, perché la partenza di tutto è qui, è il fatto che questi oggetti siano iscritti, è stato sospeso lo Stato di diritto in Regione, quindi di conseguenza, tutto può essere fatto.
Vale per voi, ma vale anche per noi; non è che ci devono in essere dei limiti.
Anzi, grazie che stiamo qui a discutere.
Veniamo alle possibili soluzioni alternative che avevate: una ve l'ho citata, raccoglietevi le firme e fate il referendum; la democrazia non è tolta, la Costituzione rimane lì; vi fate le vostre 500 mila firme.
Lo so, costa fatica, però se ci tenete così tanto a questa battaglia politica, fatela regolarmente e non illecitamente.
Oppure fate restare qui Bonaccini: può tranquillamente dimettersi da Bruxelles, restare qui.
E poi ci sono tutti i temi per avviare una discussione seria e chiara, non con dei testi depositati praticamente in Commissione, laddove si vanno a colpire alcuni punti di un testo di legge, che ancora tra l'altro non è diventata legge definitivamente, che viene picconato e quindi forse richiederebbe un quesito di quel tipo, una discussione e un approfondimento ampio, cosa che è stato impossibile fare.
Questa è la situazione in cui ci avete portato qui.
Poi è chiaro che dal punto di vista politico è stata messa in atto una riscrittura della storia degna dei peggiori regimi della storia del pianeta.
Dal 2017 ad oggi abbiamo visto un voltafaccia che neanche nelle situazioni più imbarazzanti.
Andiamo a riprendere le parole di Stefano Bonaccini del 2017: “ora svolta autonomista anche da parte nostra, dalla sanità al lavoro, più libertà di spesa”.
Questa è La Repubblica, che è un giornale affine più a voi che a noi.
“Il Governatore emiliano invoca la terza via del federalismo”, addirittura.
“C'è l'ok di Gentiloni: sfruttiamo la Costituzione”.
Poi va avanti, l'intervista è molto interessante perché addirittura dice: Maroni e Zaia, ma chi sono quei due?
Ci sono io; io arrivo prima, non ho bisogno neanche di fare i referendum; io faccio le cose così, poi i referendum costano perché far pagare i cittadini per un referendum?
A proposito dell'atteggiamento verso la democrazia, verso la partecipazione, questo diceva, qui c'è la sua intervista.
Gli dico: guarda che usa parole simili alla Lega.
Ma che Lega?
Noi del centrosinistra siamo i veri autonomisti, lavoravamo in silenzio.
La massoneria praticamente, lavoravano in silenzio per rendere più autonomiste le regioni d'Italia.
Insomma, con queste parole si presentò Bonaccini, lo ricordo ancora, in un'intervista in estate in cui pensavamo gli fosse venuto un colpo di calore, perché uno sbarellamento così sembrava incredibile.
Poi ci siamo ritrovati in quest'aula, ho tirato fuori anche i miei interventi di allora perché non volevo aver dei dubbi e infatti allora dissi: io mi fido molto poco di questa conversione lungo la via per Damasco e credo pochissimo alle vostre parole, non solo a quelle del Presidente, ma anche alle vostre che quando alzate la mano vi trema per votare il percorso autonomista.
Credo molto poco al non coinvolgimento dei cittadini, lì sì, per avviare un iter in cui devono essere coinvolti per capire che cosa ne pensano gli emiliano-romagnoli dell'autonomia, ma voi avete creato il vuoto in quel momento, così oggi potete un pochino giocarvela politicamente e avete gettato la maschera.
Quindi io non mi sorprendo.
Prima la collega Evangelisti diceva che bisogna avere una faccia sola; ma secondo me da questo punto di vista la faccia ce l'avete sempre avuta, forse è la maschera sopra che è cambiata perché l'idea che avevate che era contro un processo di autonomismo, c'era allora e c'è oggi.
Prima ascoltavo l'intervento del collega Caliandro che cercava di citare i motivi per cui in qualche modo questo referendum dovrebbe essere posto in essere, ammesso poi che passerà al vaglio costituzionale, quello sì, perché è un referendum su una norma di applicazione della Costituzione, vedremo cosa dirà la Corte Costituzionale, è capace benissimo di definirlo una legge necessaria per attuare la Costituzione, tra l'altro in maniera molto tardiva, cioè vent'anni dopo.
A scanso di equivoci, per noi, lo ricordo bene, anche allora la Lega votò contro alla riforma del Titolo Quinto, proprio perché quella non è una riforma realmente autonomista, ma nasce già come una mezza mossettina.
Fu posta in essere dal Governo d'Alema prima, proseguita da Amato poi, perché sganciavano le bombe sul Kosovo e avevano bisogno di fermare la Lega che in quegli anni stava crescendo di consenso e il tema autonomista, soprattutto nel nord, era particolarmente diffuso.
Cosa si sono inventati: proviamo a farla noi.
L'hanno fatta loro e negli anni si sono susseguiti ricorsi tra Regioni, Stato, contenziosi, per chi attribuisce le materie; lo Stato che doveva definire, quando si diceva le famose leggi cornice per dare poi la libertà alle regioni di intervenire più nello specifico, cosa che non è mai stata fatta ed è quello che si cerca di istituzionalizzare con questa legge, ma badate per noi è un micro passettino in avanti, sicuramente importante per questo Paese, sicuramente il massimo che si poteva fare a Costituzione vigente, ma tale rimane.
Mi ha detto “il popolo deve esprimersi”; io sono d'accordo, ma doveva esprimersi prima, bisognava fare un percorso per spiegare l'autonomia, tra l'altro, eravamo anche d'accordo, quindi veniva fuori una cosa anche congiunta, si trovava il consenso polare e si proseguiva da lì, non adesso; è curioso che non si è fatto il referendum per avviare il percorso ma lo si vuol fare per interromperlo.
Mi ha fatto anche ridere il tema dello sbilanciamento che questa legge provoca tra il potere legislativo ed esecutivo: la Regione Emilia-Romagna è il modello assoluto di questo sbilanciamento, credo anche le altre regioni italiane.
Sapete il libricino che ci portano a fine legislatura, dove si vedono quante leggi sono state prodotte dall'Assemblea e dalla Giunta; il 99% dei progetti di legge qui dentro vengono prodotti dalla Giunta; parlo di quelli passati, quelli che non passano ovviamente non sono leggi, ma le leggi prodotte dalla Regione Emilia-Romagna vengono prodotte sostanzialmente dalla Giunta.
Se non è uno squilibrio questo.
Quindi, se c'è uno squilibrio esagerato, noi l'abbiamo vissuto direttamente qui, quindi lascia abbastanza il tempo che trova questo commento.
Le materie che mi ha detto hanno bisogno dei LEP sennò non si può proseguire: questo è sicuro, infatti la legge lo prevede, ma sulle 23 materie, ce ne sono 14 che necessitano i LEP perché vanno a toccare i diritti civili e i diritti sociali; ma ce ne sono nove che invece non hanno bisogno di LEP e sono immediatamente chiedibili da domani.
Cosa facciamo su queste?
Su questo dovreste rispondere.
Il Presidente Zaia, visto che lo citava spesso Bonaccini, ha già mandato al Presidente Meloni la richiesta di far partire subito le nuove materie “non” LEP.
E noi cosa facciamo: siamo qui a gigionare finché non troviamo un Presidente, di sicuro; avremo bisogno di andare in esercizio provvisorio per qualche mese, quindi, gigioneremo ancora per qualche altro mese; poi la Regione Emilia-Romagna cosa farà?
Questo sarebbe interessante capire perché, visto che c'è la campagna elettorale e vi giocate la carta elettorale, fateci capire come la vedete politicamente, non quel giochino referendario, tra l'altro già utilizzato in maniera becera.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliera Zamboni, prego.
ZAMBONI. Grazie Presidente.
Come capogruppo di Europa Verde, com'è noto, ho sottoscritto la richiesta di referendum perché Europa Verde è sempre stata contraria all'autonomia differenziata in tutte le sue declinazioni.
Come Europa Verde oggi, dopo l'approvazione di questa legge, non possiamo permettere che l'autonomia differenziata sia in realtà la parola per nascondere il fatto che si fa una divisione nel nostro Paese, che le Regioni ricche diventino sempre più ricche e quelle più povere diventino sempre più povere.
Su questo non ci può essere alcun fraintendimento, perché è del tutto evidente che una Regione piccola come la Basilicata o come il Molise non avrà mai la capienza fiscale che le permetterà di dare gli stessi servizi sanitari della nostra Regione o della Regione Lazio.
È una questione di numeri: le Regioni piccole, con la loro capienza fiscale, non potranno garantire gli stessi diritti che la Costituzione accorda a tutte le cittadine e a tutti i cittadini italiani.
È l'unità dei diritti e l'unità per cui tutti i cittadini e tutte le cittadine sono uguali davanti alla legge che ci muovono a chiedere questo referendum, davanti ai propri bisogni, davanti al diritto di lavorare, al diritto di crescere, al diritto di vivere in un ambiente sano, in un ambiente pulito: questa è l'unità del nostro Paese che noi vogliamo ricordare e difendere.
Non è possibile pensare che in una Repubblica, in un momento internazionale come questo, così delicato, con una guerra a pochi chilometri dal nord del nostro Paese e un'altra guerra altrettanto cruenta a pochi chilometri dal sud del nostro Paese, la soluzione che ci viene dal Governo è quella di un provvedimento che aumenta le divisioni in Italia, che ci fa ancora più deboli.
Abbiamo già visto che sul fronte europeo siamo un Paese emarginato; sono altri che decidono i destini dell'Europa.
L'Italia sta giocando un ruolo di terzo piano, neanche di secondo.
Questa legge asseconda ancora una volta i diritti dei più forti, gli interessi dei ricchi contro i poveri, un Paese che sta soffrendo con i salari fra i più bassi d'Europa, con l'impossibilità per molti di arrivare a fine mese, e a fronte di questo si trova una legge che non può che aumentare i problemi anziché risolverli.
Questo è il rischio che ci fate correre con questa legge; lo stesso errore, la stessa superficialità, la stessa faciloneria con la quale si cerca ancora una volta di lucrare sui voti del nord contro il sud del Paese.
Ma in questo modo non si distrugge solo il presente, si distrugge anche il futuro del nostro Paese; l'economia che ha bisogno di uno sguardo complessivo; per non parlare poi della barzelletta della copertura finanziaria dei LEP.
Si vedrà di volta in volta, di giorno in giorno, come se spendere 100 miliardi in difesa dei diritti delle persone sia una questione che si possa risolvere la mattina quando ci si sveglia e poi alla sera vedremo che soluzione avremo trovato.
Questa è l'autonomia differenziata, del totale buio delle disposizioni finanziarie; questa è una legge per l'autonomia discriminatoria e l'autonomia discriminatoria non è l'autonomia che vuole Europa Verde.
L'autonomia differenziata senza risorse è solo un furto nei confronti del sud, un furto che oggi possiamo vedere anche attraverso alcune questioni abbastanza chiare, pensiamo solo al divario infrastrutturale e ferroviario.
Alcuni dati: le Ferrovie Italiane (RFI) nel sud gestiscono 5717 chilometri che rappresentano il 34% della rete totale nazionale, c'è quindi un'altra differenza, un gap rispetto al totale nazionale; e ce ne sono altri, pensiamo all'elettrificazione della rete rispetto al sud, abbiamo il 58,2% al sud, contro l'80% dei territori elettrificati del nord; e via di questo passo.
Lo stesso riguarda il tema delle strutture sanitarie, pensiamo alla differenza drammatica tra il nord e il sud nella disponibilità di posti letto che al sud è ampiamente sotto la media nazionale di circa 553 posti letto su 100 mila abitanti, la Sicilia ha 98 posti, la Campania 114, la Basilicata 128.
Con questa legge le cose non possono che peggiorare.
Le disuguaglianze ci sono già, lo sappiamo, non le crea certo questa legge, non è che abbiamo gli occhi foderati di prosciutto, ma questa legge può solo aggravarle.
Di fronte alle diseguaglianze si possono fare due cose che hanno segno opposto inconciliabile: si può decidere di prendere le misure per rimediare alle differenze, per riempire i gap, intervenire per ridurre le disuguaglianze oppure si può decidere di intervenire per norma, per legge, sapendo precisamente che quelle norme e quelle leggi queste disuguaglianze le cristallizzeranno e addirittura le peggioreranno.
Nel nostro Paese, nel 2024, nel Mezzogiorno si ha un'aspettativa di vita di qualche anno più breve di quella di chi è nato in un'area più fortunata al nord.
Venendo agli aspetti ambientali: la natura per sua natura, scusate il gioco di parole, non è federalista; la natura e l'ambiente sono un tutt'uno.
Valgano le considerazioni del WWF Italia che hanno affermato: va tenuto conto delle modifiche degli articoli 9 e 41 della Costituzione, lo Stato deve garantire l’ambiente, non soltanto in relazione alla presenza umana nell'ambiente, ma anche come biodiversità; è necessario che su alcuni ambienti vi sia una priorità dello Stato, energia, tutela ambientale; gli ecosistemi non conoscono confini amministrativi.
Nell'ambito della definizione dei LEP, sul piano ambientale è necessario che ci sia una base di carattere scientifico e non esclusivamente giuridica; l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi devono essere tutelati dalla Repubblica nel suo insieme, al di là degli enti territoriali da cui è costituita.
Secondo la giurisprudenza costituzionale, dalle eventuali leggi regionali in materia di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, deve arrivare un livello di tutela, almeno equivalente a quello delle leggi statali.
Il diritto all'ambiente sostanzialmente si configura come diritto quantitativo e per soglie, i LEP ambiente ed ecosistema devono essere dunque misurabili per garantire in modo uniforme sull'intero territorio nazionale il diritto ad un ambiente salubre, in quanto diritto anche civile e sociale.
E veniamo adesso al depauperamento del ruolo del Parlamento della legge sull'autonomia differenziata: il ruolo attribuito al Parlamento dal testo è del tutto marginale sia in merito alla definizione delle intese con le singole Regioni, sia in relazione alla determinazione dei LEP, così come disciplinata dalla legge di bilancio del 2022.
I livelli essenziali delle prestazioni definite in questo modo, non costituiranno l'insieme dei servizi e degli interventi pubblici necessari ad assicurare in maniera omogenea e uniforme i diritti sulla base dei bisogni e a prescindere dalla capacità fiscale di un territorio, ma determineranno una cristallizzazione se non un incremento delle disuguaglianze in essere.
Ma del resto questo disegno non ha niente di costituzionalmente orientato al bene del Paese, è una spartizione di obiettivi delle forze di Governo: alla Lega l'autonomia differenziata, a Fratelli d'Italia il premierato, due provvedimenti che non possono che aumentare le divisioni, i contrasti, l'instabilità del Paese e invece a Forza Italia la riforma della magistratura, quella che Silvio Berlusconi ha sempre perseguito anche con le famose leggi ad personam.
Quindi, è una riforma questa, che ha dei profili veramente inquietanti.
Pensiamo, ad esempio alla giustizia: nelle future eventuali intese si profila il rischio di asimmetricità tra le diverse Regioni che possono in futuro intaccare l'eguaglianza dei diritti civili e dei cittadini che deve essere uniforme in tutto il Paese.
L'accesso alle procedure concorsuali del personale amministrativo di tutti i tribunali, sia frammentario e regionalizzato, attraverso la selezione del personale con concorsi banditi dagli enti locali, poiché l'Amministrazione della giustizia nel nostro Paese rappresenta un settore importante e delicato che ha bisogno invece di personale con un'adeguata, appropriata e omogenea formazione in tutto il territorio, ma da questa legge questo verrà messo in discussione.
Per non parlare poi di tutto quello che andrà ad incidere su un diritto a un'istruzione di alto livello in tutto il Paese da non far dipendere dalle risorse fiscali dei vari territori italiani.
Per questo motivo Europa Verde chiede il referendum, per dare ai cittadini la possibilità di esprimersi su una riforma che ha un così forte impatto sulla vita presente e futura del nostro Paese.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Liverani, prego.
LIVERANI. Oggi siamo chiamati a discutere un tema di fondamentale importanza per il futuro della nostra Regione: l'autonomia differenziata.
Questo provvedimento, recentemente approvato in via definitiva dal Parlamento italiano, rappresenta un'opportunità storica per la nostra terra, l'Emilia-Romagna, permettendoci di gestire in modo più efficiente e responsabile le risorse e le competenze messe a disposizione.
Negli anni il nostro territorio ha sempre dimostrato una grande capacità produttiva e gestionale.
Con l'autonomia differenziata, questa capacità verrà amplificata e potremo finalmente avere il controllo diretto su materie cruciali come la tutela della salute, l'istruzione, l'ambiente, i trasporti e l'energia.
Questo ci permetterà di sviluppare politiche pubbliche più mirate e rispondere in maniera più tempestiva alle sfide locali.
È importante ricordare che questo percorso era stato sostenuto anche dall'ormai ex Presidente della Regione Stefano Bonaccini, il quale, nel 2018, firmò un accordo sull'autonomia differenziata.
Allora Bonaccini affermava che l'autonomia regionale era la strada maestra per la modernizzazione del Paese.
Voglio quindi ricordare a tutti i Colleghi di maggioranza e allo stesso Bonaccini, che nelle ultime settimane sembra molto smemorato, quali furono le sue parole sul tema dell'autonomia differenziata e gli impegni per l'Assemblea legislativa che ne erano scaturiti e sul quale oggi ha palesemente cambiato idea solo per ragioni interne al suo Partito, il Partito Democratico.
In particolare, mi voglio soffermare sulla parte introduttiva e iniziale della dichiarazione del Presidente Bonaccini rese in aula in data il 18 settembre 2018, al termine del dibattito generale durante la fase di replica sulla comunicazione della Giunta, dichiarazioni che vado testualmente a riportare: “provo a seguire un ragionamento che credo debba partire da un dato, noi avevamo promesso di portare questa Regione ad ottenere ciò che nella storia non era stato mai concesso da un Governo, qualunque esso fosse, a una Regione o a più Regioni di ottenere l'autonomia e noi l'autonomia differenziata la otterremo - come peraltro mi pare di aver letto anche poco fa, ha dichiarato la stessa Ministra Stefani.
“Questa Regione arriverà ad un risultato storico e dunque mi pare che se non si tiene conto di questo si rischia soltanto di produrre un dibattito di disputa politica”.
Io ringrazio molto per i toni, per le riflessioni, anche le critiche fatte e proverò a prenderle in considerazione e darne una risposta, ma vorrei che guardassimo la luna e non il dito, altrimenti rischiamo anche noi di non valorizzare una decisione che prendemmo, un percorso che abbiamo fatto.
Ha poi ha continuato Bonaccini: “la Lombardia è in grado di poter anche cambiare idea lecitamente nelle prossime settimane, ma da oggi il percorso vede il Veneto aver chiesto tutte le 23 competenze, come aveva fatto dall'inizio, la Lombardia 15, l'Emilia-Romagna da 12 oggi la porta a 15.
Il punto non è tanto il numero di competenze, altrimenti la posizione al comma 3 dell'articolo 116 e i suoi sviluppi nel 117 si sarebbe dato il compito di assegnare un numero assoluto rispetto al quale prendere o lasciare, invece, proprio la Costituzione dà la possibilità alle singole Regioni di vagliare, perché siamo regioni molto diverse nello sviluppo dello stivale.
Io mi concentrerei adesso sul tema di come facciamo a completare questo percorso, in che modo e soprattutto per fare cosa.
Intanto c'è una soddisfazione enorme, l'autonomia”.
Continua Bonaccini: “nel dibattito politico ognuno usa gli argomenti per difendersi o attaccare come crede e io rispetto le opinioni che sono state espresse”.
Ha poi commentato anche la questione relativa ad un possibile referendum, sottolineando che - cito testualmente: “nella loro legittimità hanno con forza messo in campo un percorso che ha visto, ad esempio, lecitamente, messo in campo lo strumento referendario.
Il Governatore Toti, Vicepresidente della Conferenza delle Regioni, ha detto più volte pubblicamente, di recente, anche ad un dibattito pubblico nello spezzino, dove era presente anche il Presidente Fontana, “loro seguiranno il percorso che l'Emilia-Romagna ha svolto rispettando la Costituzione e non interpretando la necessità di un percorso referendario”.
Quindi signor Presidente, tra un po’ ex, capisco la difficoltà che ha in questo momento nel dover seguire i diktat di Partito, un partito che ormai non è più capace di fare il bene dei cittadini, non può rinnegare quelle che sono state le sue parole e il suo pensiero, perché quello, purtroppo per lei, rimane agli atti.
Sappiamo tutti che l'autonomia differenziata porterà maggiori risorse alla nostra Regione, consentendoci di reinvestire in infrastrutture, servizi e innovazione; potremo sviluppare un Sistema Sanitario Regionale ancora più efficiente, migliorare la qualità dell'istruzione pubblica e promuovere uno sviluppo sostenibile che rispetti il territorio e i cittadini; inoltre l’autonomia differenziata ci offrirà la possibilità di valorizzare le peculiarità del nostro territorio, favorendo una crescita economica che tenga conto della specificità locale: potremo potenziare il turismo, promuovere le nostre eccellenze agroalimentari e sostenere le piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto economico della Regione.
Invito tutti voi a riflettere sulla responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri cittadini, soprattutto il Presidente Bonaccini.
L'autonomia differenziata è un'opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire, è un'occasione per dimostrare che l'Emilia-Romagna è pronta a prendersi cura del proprio futuro, con coraggio e determinazione.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Mastacchi, prego.
MASTACCHI. Grazie Presidente.
Come sappiamo, l'articolo 116 della Costituzione italiana consente l'attribuzione, purché decisa a maggioranza assoluta da una legge dello Stato di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario ed è quanto fa la legge 86 del 26 giugno 2024, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale e che entrerà in vigore il prossimo 13 luglio.
A Roma il 28 febbraio 2018, il Presidente della Regione Stefano Bonaccini firma con il Sottosegretario agli Affari Regionali, Gian Claudio Bressa, delegato dal Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, l'accordo preliminare tra Governo e Regione Emilia-Romagna sull'autonomia rinforzata, sulla base dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, rispettando le indicazioni del mandato conferito dall'Assemblea Legislativa regionale e dalle rappresentanze economiche, sociali ed istituzionali dell'Emilia-Romagna, riunite nel Patto per il Lavoro.
All'epoca non era paventata la necessità di una legge cornice, peraltro non prevista dalla Costituzione.
Il tema del ricorso ad una legge cornice è stato introdotto soltanto nell'autunno 2019 ad opera del Governo Conte 2, quale strumento per ostacolare e rallentare il percorso già intrapreso dalla maggioranza delle Regioni italiane.
Oggi la Regione Emilia-Romagna ha puntato ad ottenere maggiore autonomia legislativa e amministrativa per poter gestire direttamente e con risorse certe, materie fondamentali per ulteriore crescita sociale ed economica dei propri territori, oltre che per la semplificazione delle procedure amministrative e dei meccanismi decisionali.
Una forma di autonomia rinforzata con cui migliorare i già alti standard di rendimento delle istituzioni regionali e locali a beneficio dell'intera comunità emiliano-romagnola, cittadini, imprese, enti territoriali, associazioni e agenzie formative; attuare modelli organizzativi sempre più innovativi e portare sempre più vicino ai territori le funzioni rilevanti.
L'iniziativa non punta a far nascere una nuova Regione a statuto speciale, bensì a valorizzare le vocazioni territoriali e la capacità di governo che la Regione e il sistema dell'autonomia dell'Emilia-Romagna possano ulteriormente esprimere, fermi restando i capisaldi dell'ordinamento costituzionale, l'unità giuridica economica e finanziaria della Nazione, il principio perequativo e i valori solidaristici e cooperativi sui quali è fondata la fiscalità nazionale, cioè il meccanismo di finanziamento delle funzioni pubbliche territoriali.
Proprio nel contesto nazionale, la Regione Emilia-Romagna può così mettere in campo un modello di autonomia rafforzata col quale contribuire alla crescita del Paese, incrementando gli standard di rendimento delle istituzioni, concorrendo alla riorganizzazione concreta delle politiche territoriali e più in generale all'ammodernamento dello Stato e alla razionalizzazione della spesa pubblica.
Rimangono alcuni punti fermi: come quello di garantire i livelli essenziali delle prestazioni, i cosiddetti LEP, fornire allo Stato ovunque e nello stesso modo del Paese con le risorse necessarie per realizzarli e il pieno coinvolgimento del Parlamento.
Fin dall'inizio la Regione Emilia-Romagna si è presentata al negoziato del Governo forte di una proposta condivisa con l'intera società regionale.
Attraverso il confronto e la partecipazione ha puntato alla condivisione dell'idea di sviluppo fondata su una forte coesione dell'equità sociale che mette ancor più l'Emilia-Romagna nelle condizioni di competere con le aree più avanzate in Europa e nel mondo; di attrarre investimenti, saperi e competenze; e nello stesso tempo di non lasciare indietro nessuno.
Le linee di indirizzo con le quali sviluppare il progetto per arrivare ad una maggiore autonomia sono quindi state condivise da subito in sede di Patto per il Lavoro sottoscritto dalla Regione nel luglio 2015, a pochi mesi dall'inizio della legislatura, con 50 firmatari, sindacati e imprese, associazioni, Camere di commercio, atenei, Ufficio scolastico regionale, Provincia, città metropolitana di Bologna e comuni capoluogo, per attuare politiche condivise finalizzate ad una priorità assoluta: creare sviluppo e buona occupazione.
La Regione Emilia-Romagna ha così intrapreso il negoziato con il Governo, arrivando all'intesa prevista dalla Costituzione, indispensabile all'approvazione della legge statale di attribuzione, appunto, delle ulteriori competenze.
Il ruolo del Governo è importante, non solo per raccordare le diverse realtà territoriali che rappresentano oggi condizioni differenti fra di loro, ma anche nel permettere sia alle regioni più virtuose di rafforzare il proprio ruolo nel contesto europeo, sia alle altre di agganciarsi a questi processi di concessione di autonomia a perimetro variabile, ricompattando il Paese in una strategia di crescita articolata ma unitaria.
La Regione Emilia-Romagna ha proposto la propria compartecipazione al gettito di tributi erariali riferibili al suo territorio per definire in sede di negoziato con il Governo; ha puntato infatti a massimizzare le opportunità di investimento sul territorio regionale rispetto a risorse già presenti, senza oneri aggiuntivo sul bilancio regionale, riducendo l'over shooting, ovvero il non utilizzo di risorse destinate agli investimenti stessi al fine di avere ricadute positive sulla crescita, con l'aumento del PIL negli anni futuri e ulteriori effetti positivi sulla fiscalità generale.
L'ultimo atto approvato in materia dalla regione Emilia-Romagna è stato la risoluzione 1035 pubblicata sul bollettino della Regione Emilia-Romagna.
Tale atto fra l'altro auspicava che l'esigenza evidenziata dal Governo circa la necessità di un passaggio parlamentare volto a definire la Legge Cornice, non dovesse preludere alla volontà del Governo stesso di arretrare sul percorso già svolto ovvero di disconnettere in toto il contenuto delle intese già accordate, ma si limitasse ad armonizzare le stesse e i principi costituzionali che regolano i rapporti tra centro e periferia.
Dopo l'inerzia in materia dei Governi Conte 2 e Draghi, il Governo Meloni, sulla base di un testo predisposto dal Ministro Calderoni, ha proceduto all'approvazione della legge l'86 del 26 giugno, la cosiddetta Legge Cornice, per dare finalmente uniformità ai percorsi intrapresi dalle diverse Regioni, regolando la procedura per richiedere maggiore autonomia, come a suo tempo richiesto dalla maggioranza di Centrosinistra del Governo Conte 2.
Oggi il Centrosinistra, anche servendosi delle Regioni che amministra, intende dar vita ad una campagna referendaria puramente strumentale, ben conscio del fatto che la presenza o l'assenza di una legge cornice non possa essere preclusiva ad una facoltà costituzionalmente riconosciuta come l'autonomia differenziata.
Lo stesso Presidente Bonaccini, nell'aula della Regione il 25 luglio 2018 affermava testualmente che per questa Regione poter arrivare ad ottenere l'autonomia, cosiddetta differenziata, ci permette di ottenere una grandissima opportunità che è quella, senza pensare di cambiare il mondo né di stravolgere le cose che si possono fare, di una maggiore flessibilità nella decisione di utilizzare una parte delle risorse per politiche inerenti ai territori come questo territorio è fatto.
Il 26 giugno 2024 il Governo con la legge 86 regola quindi le procedure per richiedere una maggiore autonomia intervenendo sul Titolo Quinto della Costituzione, proprio per concretizzare quanto richiesto.
Infatti, le ulteriori forme di autonomia assegnate alle Regioni a statuto ordinario, come previsto dall'articolo 116 della Costituzione, possono riguardare le materie di cui al terzo comma, ossia ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.
Possono quindi essere oggetto di ulteriori forme di autonomia le materie di legislazione concorrente, ad esempio le professioni e la tutela alla salute, alcune materie di competenza esclusiva dello Stato, l'organizzazione della giustizia di pace, le norme generali sull'istruzione, la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.
Sappiamo anche che i diritti civili e sociali devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale.
Pertanto, l'attribuzione di ulteriori forme di autonomia in questi ambiti è consentita subordinatamente alla determinazione dei regimi essenziali di prestazioni, concernenti i diritti civili e sociali, che indicano la soglia costituzionalmente necessaria e costituiscono un muro invalicabile per rendere effettivi tali diritti su tutto il territorio nazionale per erogare prestazioni di natura fondamentale.
Dalla data del 13 luglio decorrono i 24 mesi previsti dalla legge per individuare i LEP, i livelli essenziali di prestazioni, concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio; i LEP sono individuati con uno o più decreti governativi, il cui iter passa per la conferenza Stato-Regione e le Camere; sono determinati per quasi tutte le materie dalla legislazione concorrente, non le professioni.
Evito la lettura dell'elenco perché è troppo lungo e passo alle conclusioni.
Il trasferimento delle funzioni alle Regioni però può essere effettuato secondo le modalità e le procedure di quantificazione individuate dalle singole Intese, soltanto dopo la determinazione dei LEP, dei relativi costi e fabbisogni standard, nei limiti delle risorse rese disponibili nella legge di bilancio.
L'articolo 5 della legge 86 detta i principi relativi all'attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali corrispondenti alle funzioni oggetto di conferimento.
Sono comunque previste misure per ripartire, per garantire l'unità nazionale e per uno sviluppo economico generale, salvaguardando la coesione e la solidarietà sociale.
Le misure infatti devono tenere conto di eventuali squilibri economici, sociali e nel caso rimuoverli.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie consigliere Mastacchi.
consigliere Cuoghi, prego.
CUOGHI. Grazie Presidente.
Intervengo su queste proposte di referendum abrogativo per la legge sull'autonomia differenziata, anche se, ci tengo a precisarlo, questa discussione non sarebbe dovuta avvenire qui e ora; non dico che non sarebbe dovuta avvenire, credo che ogni discussione abbia diritto ad un suo spazio e soprattutto all'interno dell'Assemblea Legislativa sia giusto trovare spazio per ogni tipo di proposta, per ogni tipo di discussione, ma esistono regolamenti che servono appunto a tutelare il fatto che questa discussione avvenga nel pieno rispetto di tutti i canoni che ci siamo dati quando abbiamo iniziato a fare questo lavoro.
Ovviamente qui è già stato detto, ma ci tengo a ripeterlo brevemente prima di entrare nel merito della questione: parecchi passaggi non hanno funzionato, a partire dalla Commissione VI che ha trattato questo argomento con un'urgenza che non era di fatto certificata, che di fatto non esisteva, con una convocazione che non era stata concordata, e a nulla vale l'appello della Presidente che dice di avere legato i lavori a quella della Commissione prima, quindi di una Commissione che era però convocata solamente in sede consultiva e non referente, quindi il parere della Commissione prima non era nemmeno obbligatorio.
Successivamente a questo, poiché le cose sono state fatte evidentemente male, è arrivata un'ulteriore proposta di un ulteriore quesito referendario, segno che non c'era nemmeno tanta chiarezza su quello che si voleva fare e questo qui è stato aggiunto alla convocazione esistente, senza però andare a risolvere quello che era il nodo precedente.
Faccio presente tra l'altro che in sede di svolgimento delle due Commissioni in sede congiunta, la Presidente della Commissione VI ha presieduto la sede congiunta, per cui era abbastanza evidente, come non dovesse essere la I commissione quella trainante, ma dovesse essere la VI, cioè la Commissione referente.
A seguito di questo abbiamo chiesto la convocazione della Giunta per il Regolamento assembleare che è stata negata e anche questa è stata un'altra scorrettezza che è stata fatta su questa proposta che pertanto è arrivata in Aula nel peggiore dei modi, tramite una serie di passaggi non regolari e siamo costretti a discutere di una cosa di cui avremmo discusso volentieri, di cui volentieri avremmo voluto parlare nel merito e invece perdiamo tempo a dover discutere del Regolamento perché il Regolamento non è stato applicato.
Ma perché c'è stata questa urgenza?
Perché si è voluto fare questa forzatura?
Ora, nella richiesta di iscrizione dell'ordine del giorno non era data nessuna motivazione, perché non c'è una motivazione assoluta, non c'è una motivazione reale su questa urgenza; l'abrogazione di una legge si può fare in qualsiasi momento, si può fare anche quando la legge è intanto operante, questa non è ancora operante, al momento; però quando una legge ha già avuto il corso e ci siamo resi conto che magari questa legge non funzionava come ci eravamo prefissati e invece si è voluto correre.
Io allora ho provato a pormi a chiedermi come e sono andato a vedere cosa è successo; lo sappiamo benissimo, è già stato detto in quest’Aula, l’autonomia è stato uno dei cavalli di battaglia che l’ormai ex Presidente Bonaccini e questa Giunta, nonché la Giunta del precedente mandato di Stefano Bonaccini, hanno portato come un fiore all'occhiello del loro operato all'interno di questa Regione.
Il primo febbraio 2019 lo stesso Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, pubblicava un articolo su Formiche intitolato “Regioni forti per uno Stato forte”, cioè quindi che l'autonomia sulle Regioni, così come lui si vantava di avere richiesto, rendeva lo Stato più forte.
Ma prima di lui c'era stata un'intervista anche all'allora Assessore al Bilancio, Emma Petitti, questa è del Resto del Carlino dell'agosto del 2017, dove si diceva “più autonomia alla Regione per crescere; il nostro progetto esempio per il Paese”.
Ecco allora che fino a poco tempo fa l'autonomia non era solo un bene per la Regione, era un bene per tutto il Paese; allora perché adesso questa cosa, che andava così bene fino a poco tempo fa, non si vuole più fare.
Pensate forse in questo modo di fare lo sgambetto al Governo Meloni e al Governo di centrodestra?
Cioè quello che preme era il bene del Paese e giustamente lo volevate fare, adesso non lo volete più fare per questo?
Guardate, vi svelo una cosa, non sarà questo a far cadere il Governo, non sarà questo referendum a mettere in difficoltà il Governo Meloni e il Governo di centrodestra; questo referendum fallirà semplicemente come molti, la maggior parte dei referendum abrogativi che sono stati proposti; fallirà per mancanza di quorum, ma soprattutto fallirà perché non verrà seguito dai cittadini che, forse ve lo siete dimenticati, ma hanno già votato un referendum sull'autonomia; l'hanno votato nel 2001, quando ci fu la modifica costituzionale e i cittadini votarono a favore dell'autonomia; per cui adesso a nulla vale che cinque Regioni si mettano a correre per non dover raccogliere le firme, forse nella paura di non riuscire a raccogliere le 500 mila firme e quindi che vogliano deliberare per andare a un referendum, perché questo referendum sarà un buco nell'acqua che si richiuderà subito dopo.
Un'altra ragione, se non è questa e io credo che sia questa, se non è questa, potrebbe essere probabilmente quello che è stato un ordine che è arrivato dal vostro Partito, per cui la Segreteria Nazionale del Partito avrà telefonato all'ormai ex Presidente, non sappiamo se gli ha telefonato quando era a Bologna o quando era a Bruxelles, e avrà detto: cosa avete combinato in Emilia-Romagna, perché avete fatto come hanno fatto le Regioni di centrodestra che hanno chiesto l'autonomia per poter fare le cose quando ritengono di farle meglio dello Stato per poterle fare in autonomia?
E a questo punto io non so come sia finita questa telefonata, ma evidentemente qualcuno avrà detto: adesso tentiamo di rimediare.
Ecco, allora che si è corsi per rimediare, si sono fatti dei pasticci da un punto di vista dell'applicazione dei regolamenti, delle convocazioni, dello svolgimento delle sedute, prima delle Commissioni e di conseguenza dell'Assemblea Legislativa stessa e si è fatto confusione anche su quella che è la linea politica, perché non dimenticatevi che le dimissioni del Presidente Bonaccini provocano le elezioni anticipate e di conseguenza, lo sappiamo benissimo tutti, è iniziata la campagna elettorale, ma davvero voi volete andare alle imprese, al tessuto produttivo, agli artigiani, al mondo che lavora, andare a raccontare che voi siete quelli che non volete più l'autonomia?
Ma se volete fare questo, guardate, a noi in fin dei conti ci sta anche bene questa cosa qui in campagna elettorale, poi dopo andremo a vedere come stanno le cose, ma io credo che l'autonomia sia un percorso che giustamente era stato avviato, probabilmente era stato avviato nel modo sbagliato, perché anche in questo caso non era stato avviato con una consultazione, come altre Regioni hanno fatto, ma era stato avviato un po' di imperio, così come si fa nei regimi, era stato deciso autonomamente ed era stato portato comunque all'allora Governo e poi dopo sono cambiati i Governi, il discorso è andato avanti finché ci sono stati Governi di centrosinistra e quando l'Italia finalmente ha deciso che non era più ora del centrosinistra di governare, ecco che allora quelle Regioni forti per uno Stato forte non andavano più bene all'Emilia-Romagna, che era quella che aveva lanciato il messaggio, aveva lanciato il progetto e che lo stava portando avanti.
Ora se questa è la ragione, è un tentativo di sabotaggio, non so come chiamarlo perché è veramente molto ridicolo, è un tentativo che è assolutamente inconsistente; è un tentativo che non porterà da nessuna parte chi lo mette in atto, ma soprattutto non aiuterà la nostra Regione e non aiuterà nemmeno la nostra Nazione.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Pelloni, prego.
PELLONI. Grazie per la parola, prima darò alcune forse risposte a dei Colleghi che sono intervenuti prima di me, prima di entrare in merito su quella che è ovviamente una posizione di merito.
Io credo che oggi, con questa richiesta di referendum, è chiarissima l'azione politica, già alcuni miei Colleghi l'hanno detto, che è quella che ovviamente è una vetrina, una campagna elettorale che è iniziata.
La Regione Emilia-Romagna non poteva essere da meno e quindi si sono fatte addirittura delle illegittimità pur di piegare questa istituzione alla propria battaglia politica che è legittima, piegare le istituzioni e fermare magari dei lavori più importanti che avevamo da fare perché rimarranno lettera morta.
Credo che oggi dobbiamo ringraziare Elly Schlein che di fatto è stata quella che ha spedito Bonaccini in Europa e ha bloccato i lavori di questa legislatura, poi ci si è accorti che appunto per la battaglia politica nazionale, che non riesco neanche a capire perché ho letto alcune note stampa che si sarebbe proceduto alla raccolta delle firme, io credo che oggi tutte le forze del centro-sinistra siano in grado di raccogliere 500.000 firme, allora non capisco come mai si è voluto invece forzare la mano nei Consigli regionali in questa maniera quando poteva essere, come prima si diceva, una battaglia popolare, poi un referendum popolare, peccato questo: che intanto un referendum costituzionale ha un costo importante, si parla di tre, quattrocento, cinquecento milioni di euro, circa, e quindi chiamarli al voto, su un quesito referendario che anche, come hanno detto già alcuni colleghi che mi hanno preceduto, potrebbe comunque non interrompere il tema dell’autonomia differenziata, se non che ci sono diversi costituzionalisti che eccepiscono il fatto che una legge quadro, appunto, non può essere abrogata.
Poi rimane il tema politico, entro sul tema politico che magari mi appassiona di più perché tra una battaglia politica e l'altra bisognerebbe che la maggioranza si ricordasse anche di perseguire il bene comune e provare ad andare a risolvere alcuni problemi, ma su questo ci torno perché ho preparato qualche emendamento, uso le parole di persone sicuramente molto più autorevoli di me e che sono stati addirittura in quei banchi, ecco, nei banchi della Giunta regionale, e allora sentire determinate affermazioni da parte della maggioranza, credo quasi appunto di disgregazione del Paese, basta aprire Google, scrivere articolo 5 spiegazione per bambini e buona parte delle eccezioni che sono state fatte da quei banchi e in qualche modo si tranquillizza qualcuno che vedevo particolarmente agitato, probabilmente perché doveva magari fare il video per i social media o quant’altro, perché la realtà dei fatti è un'altra, l'articolo 5 che fu modificato, lo dice già: la Repubblica è una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali, attua i servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo, adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
L'articolo 5, quando ho fatto l'università e non solo, mi hanno sempre spiegato che fa parte di quei primi dodici articoli che sono inemendabili, fanno parte della Corte Costituzionale, non voglio citare don Gallo perché addirittura Don Gallo diceva che lui aveva i dieci comandamenti e i primi dodici articoli della Costituzione che erano il suo faro guida in qualche modo, però, proprio perché quelli erano inemendabili - l'ho anche conosciuto di persona.
Quindi chi oggi è preoccupato per la tenuta dello Stato, chi oggi è preoccupato dell'unità nazionale, si legga l'articolo 5, ma è la prefazione del libro, è la prefazione della legge sull'autonomia differenziata, anzi, come è già stato detto, peraltro, probabilmente questa Legge Cornice non è neanche vincolante sulle intese che la stessa Costituzione riconosce direttamente tra Stato e Regioni, deve essere fatto con un atto avente forza di legge, senz'altro, ma da una cornice quadro anche proprio per la tutela che le varie richieste siano più omogenee possibili, poi fissando anche dei parametri, dei LEP è già stato detto.
Quindi io credo che oggi già l'articolo 5 della Costituzione tuteli tutte le paure, le sensazioni.
Allora chi è intervenuto, ha parlato con cognizione di causa, ha voluto parlare alla pancia; non siamo alla secessione, non siamo che appunto si sta mettendo in discussione l'integrità nazionale, perché c'è un articolo 5 della Costituzione che oggi lo tutela e in qualche modo mette una pietra tombale sul fatto che l'Italia è indivisibile.
C'è solo, se alcune funzioni che il più ampio decentramento possibile previsto dall'articolo 5, alcune funzioni vengono gestite meglio a livello periferico e a livello centrale, che diversi padri costituenti, già nel 1948 di fatto avevano previsto, la riforma costituzionale del Titolo Quinto è stata maggiormente spinta dal centrosinistra, c'era un Governo di centrosinistra, già da allora si prevedeva che alcune funzioni erano certamente gestite meglio a livello locale che a livello periferico.
Prendo spunto da alcune riflessioni che il collega Mastacchi non è riuscito a dire, perché è importante per le materie di cui si sta parlando, perché questi sì che sono problemi reali dei nostri cittadini e se la Regione riusciva a togliere, il professor Vandelli diceva “lacci e lacciuoli” che magari lo Stato ha e la Regione, essendo a un livello più periferico, potrebbe eliminare e grazie all’autonomia differenziata era convinto che si potevano eliminare, allora parliamo di materie come norme generali sull'istruzione: si può migliorare alcune funzioni su quello lì?
Credo proprio di sì.
Tutela dell'ambiente e dell'ecosistema e dei beni culturali; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione; ricerca scientifica e tecnologiche, sostegno delle innovazioni per i prodotti; settori produttivi; tutela della salute, alimentazione, ordinamento sportivo, governo del territorio, porto e riporti civili, grandi reti di trasporto di navigazione; ordinamento della comunicazione, produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; valorizzazione dei beni culturali e ambientali; promozione e organizzazione e attività culturali.
Ecco, io credo che con un buon Governo della Regione, su queste funzioni, a livello locale, si può dare un servizio migliore per perseguire quel bene comune che oggi, soprattutto il Partito Democratico, come dire, ha perso di vista per una battaglia di parte.
Si diceva, con questo referendum si vuole dare una spallata al Governo, si vuol ritornare a fare l'errore che fece il Governo Renzi sul referendum invece confermativo del 2016 che ha in qualche modo personalizzato una scelta, quindi, sarà un referendum pro o contro Meloni?
Io credo che sia un errore, perché nel momento in cui ci sono diverse problematiche e c'è una burocrazia, si incombe, non solo sulle nostre imprese, sulle nostre famiglie, è un livello più periferico di gestione delle funzioni, non dei poteri, delle funzioni, potrebbe togliere, come dicevo prima, quei lacci e lacciuoli, forse valeva la pena di non trasformare una battaglia che era iniziata per il centrosinistra. Voglio ricordare questo anche alla collega dei 5 Stelle: che sia nel Governo Conte 1 era nel contratto di Governo con la Lega e sia nel Conte 2 l'autonomia differenziata era tra i venti punti irrinunciabili per il Governo col PD e Boccia, autorevole, confermò che era un impegno prioritario per quel Governo; e poi, non solo, anche nel DADEF del Governo Draghi l'autonomia differenziata era, quindi, non spaccava il Paese, cioè, quando al Governo è il PD è buona cosa, quando il PD è all'opposizione invece spacca il Paese; ecco, sintetizzando.
Poi concludo, Presidente, elencando quelle che sono le Regioni che avevano chiesto l'autonomia differenziata, perché prima è stato accertato Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna nel febbraio 2018, ma poi ci sono andate dietro sette Regioni: Campania, Liguria, Lazio di Zingaretti, non Lazio attuale di Rocca, Marche, Piemonte, Toscana di Giani, non quei brutti sporchi e cattivi dei meloniani o che dei leghisti.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere è scaduto il tempo.
PELLONI. Il Presidente Caliandro ha avuto due minuti in più.
PRESIDENTE (Petitti). È stato interrotto da problemi d'aula.
PELLONI. Esatto, mi hanno interrotto, adesso ho due minuti in più. Altre tre Regioni: Basilicata, Calabria e Puglia, quindi, di fatto solo Abruzzo e Molise del panorama nazionale non hanno chiesto l'autonomia differenziata, quindi, io credo che praticamente 18 Regioni, togliamo le cinque regioni a statuto speciale, tutte tranne due, hanno chiesto l'autonomia differenziata, probabilmente non è un provvedimento che divide il Paese ma effettivamente, come dicevo, potrebbe andare a risolvere qualche problema concreto per il bene comune.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliera Piccinini, prego.
PICCININI. Grazie Presidente.
Io volevo, prima di intervenire, chiedere se la consigliera Castaldini ha giustificato la propria assenza alla seduta, perché è un dato politico che credo che rilevi da questo punto di vista.
PRESIDENTE (Petitti). Era presente fino a poco fa, adesso non so dov'è.
PICCININI. Fino a poco fa mica tanto, perché è praticamente stata assente a tutta la seduta.
Se il collega Facci mi consente, invece di interrompere come è abituato a fare, chiedevo perché quando qualcuno interviene con tanta veemenza con cui è intervenuta la collega in Commissione, pensavo fosse interessata anche ad esprimere anche in questa sede la propria opinione e a confrontarsi, visto che la sottoscritta presiedeva e non aveva la possibilità di replicare.
Avrei voluto farlo oggi, ma purtroppo evidentemente ci sono dei problemi all'interno del Gruppo di Forza Italia.
Lo dico perché, appunto, avrei voluto ricordare alla collega che oggi è assente, la contrarietà di importanti esponenti del suo Partito e vale la pena citarne qualcuno, come dice il Presidente della Camera, l'Onorevole Giorgio Mulè che ha parlato di legge monca dei pezzi fondamentali, del Vicepresidente nazionale di Forza Italia, Occhiuto, che già citavo stamattina, il Governatore della Calabria che ha parlato di legge “scatola vuota”, etichettandola come un grave errore del centrodestra nazionale e ancora, il Governatore della Basilicata, sempre di Forza Italia, Vito Bardi che ha condiviso le preoccupazioni di Occhiuto e dell’ex Presidente del Senato e attuale Governatore della Regione Sicilia, onorevole Renato Schifani, che ha parlato di legge strumentale per le elezioni europee a vantaggio di qualcuno.
Persino alcuni Deputati e Senatori di Centrodestra non hanno votato la legge voluta da Salvini ed eseguita da Meloni.
Senza contare le dichiarazioni a cui faceva cenno questa mattina, dove Occhiuto dice proprio che quel referendum il centrodestra lo perderà addirittura 90 a 10 e chiede di non procedere con la richiesta delle intese.
E quindi, avrei avuto piacere, perché è anche corretto così, non è che le discussioni sono sempre monodirezionali, siamo un'Aula che dibatte e potermi confrontare con la collega di Forza Italia lo ritenevo importante, ma è evidente che ci sono delle difficoltà che era opportuno politicamente rimarcare rispetto alle altre forze di centrodestra che ricordo non hanno neanche fatto la foto tutti insieme con quel bellissimo manifesto che abbiamo visto quando hanno occupato quest'Aula.
E fa anche sorridere chi chiedeva alla Presidente della Commissione Statuto che ha la delega alla partecipazione di impedire la discussione proprio sulla richiesta di un referendum.
Ma intanto io vorrei leggervi appunto l'articolo 25 dove si dice, a proposito di chi metteva in discussione il fatto che non fosse stato convocato l'Ufficio di Presidenza, che le Commissioni sono convocate dai loro Presidenti sulla base delle priorità concordate nell'Ufficio di Presidenza; non c'era nessuna priorità da concordare perché c'era un oggetto iscritto alla Commissione da inserire eventualmente all'ordine del giorno; dopodiché ho già spiegato che la Commissione era in sede referente, che aveva la necessità di avere il parere, collega Cuoghi, non è che si poteva fare finta di niente, non era facoltativo il parere della Commissione prima; e ho anche spiegato che una volta che mi sono assicurata che la Commissione convocasse ho di conseguenza convocato la Commissione Statuto.
Però vi do un'altra notizia ovvero che intanto il firmatario delle delibere che richiedono l'indizione del referendum non era tenuto a giustificare l'urgenza perché quella è una decisione che sta in capo alla Presidenza, se leggeste i regolamenti invece di dire cose che non sussistono da nessuna parte.
Proprio per questo, vi do un'altra notizia: se voi leggeste sempre l’articolo 25, l'abbreviazione dei termini rimane in capo alla Presidenza, non all'Ufficio di Presidenza, che comunque è stato informato.
Quindi quando leggete gli articoli del Regolamento, mi piacerebbe che una volta tanto, non sempre perché non è che vi si chiede di essere diligenti, che li leggeste.
Sappiamo che l'ostruzionismo che state facendo e l'occupazione dell'Aula hanno un unico obiettivo, cioè quello di arrivare a impedire che i cittadini possano esprimersi perché ci vogliono cinque Consigli Regionali e l'Emilia-Romagna da questo punto di vista è fondamentale, quindi, il vostro obiettivo è evitare che i cittadini si possano esprimere, perché evidentemente – torno alle parole di Occhiuto - avete paura di perdere quella sfida, vorrei ricordare ad onore di cronaca che il centrodestra a Bologna sul provvedimento Città 30, il referendum l'ha chiesto, salvo poi, a proposito delle difficoltà di raccogliere 500 mila firme, lo ha ritirato perché fa fatica raccogliere le firme in luglio e in agosto, cari Colleghi, ma noi questa fatica la vogliamo fare, perché quel provvedimento, il provvedimento Calderoli, è un provvedimento che, come già detto e ricordato, spaccherà l'Italia e il Movimento Cinque Stelle, lo voglio dire al caro collega Pelloni che ricorda ovviamente le cose a metà, quando è stato al Governo aveva chiesto un'autonomia differenziata solidale che significa prima di tutto definire i LEP e finanziarli, cosa che questo Governo non sta facendo.
Inoltre, la richiesta, e lo dico invece al collega Facci, di richiedere il referendum non è per consentire o meno alla Regione Emilia-Romagna di potervi accedere, ma è per evitare di creare dei cittadini di serie A e di serie B, dovuti al fatto che ci sono Regioni che l'autonomia la chiederanno: questo è il senso.
E allora io credo che il comportamento del centrodestra di oggi sia dettato davvero dalla paura di affrontare il giudizio dei cittadini e dalla paura di mettere in campo strumenti democratici perché in quest'Aula c'è qualcuno che, lo devo dire, preferisce la secessione alla partecipazione dei cittadini e questo è molto grave, ma sicuramente in linea con le scelte che sta prendendo anche il Governo nazionale.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliera Pigoni, prego.
PIGONI. Grazie Presidente.
A livello personale, come capogruppo di Italia Viva, non ho alcun dubbio sulla valutazione di questa legge, sul disegno di legge Calderoli, stiamo infatti già organizzando la raccolta in tutta Italia delle firme contro la riforma dell'autonomia differenziata, perché questa riforma, scritta in questo modo, non serve al nord e fa male al sud.
Italia Viva ha votato contro in sede parlamentare, saremo conseguenti sul referendum, continuando la nostra battaglia politica e ancora di più lo saremo in quest'aula oggi.
Non è un tema che riguarda solo il sud, anzi, anche le aziende del nord sono colpite dal burocratismo folle di questa autonomia differenziata.
È nostra intenzione difendere il mondo che produce da una norma che renderebbe molto più difficile anche fare business e concentrarsi sul grande tema di oggi, ovvero la competitività internazionale del nostro sistema industriale.
Questa legge renderà l'Italia meno efficiente e più costosa per le imprese e questo avrà sicuramente un impatto negativo anche sulle industrie esportatrici localizzate nella nostra Regione, in Emilia-Romagna; se l'autonomia differenziata produrrà, come crediamo, frammentazione di regole e campanilismi, sarà un male anche per le nostre imprese; se un'azienda sarà costretta a dialogare con venti Regioni, con venti sistemi normativi diversi sarà certamente meno competitiva rispetto alle sue concorrenti francesi, alle sue concorrenti tedesche e l'economia dell'Italia ne uscirà certamente danneggiata.
Questa riforma poi porta, per esempio, avanti l'ipotesi di avere venti politiche energetiche diverse, tante quante sono le Regioni italiane, quando invece avremmo bisogno di una unica politica energetica a livello addirittura europeo.
Ci sono questioni che vanno oltre, che non interessano, che non riguardano soltanto un preciso interesse locale.
Facciamo l'esempio del TAP: il gasdotto è della Puglia o è del Paese?
Il porto di Genova serve alla Liguria o serve all'Italia?
Fino ad arrivare al nostro rigassificatore di Ravenna: serve all'Emilia-Romagna o serve al Paese intero?
Ecco allora che la domanda che dobbiamo porci è: la competizione tra le Regioni in quale modo può giovare al nostro Paese?
Ecco perché pensiamo che questo progetto di legge non stia tutelando l'interesse nazionale.
Faccio mie le parole del neo Presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini, che ha aperto con parole molto chiare il suo mandato e sull'autonomia differenziata ha dichiarato: “mentre chiediamo agli Stati Uniti d'Europa, non ci possiamo permettere di dividere il nostro Paese”.
Aggiungo che, a mio avviso, su questo tema il Governo andrà molto in difficoltà, perché le frizioni interne sono già evidenti e ritengo che questo dibattito possa arrivare ad incrinare profondamente la coalizione di Governo, come già si è intravisto dallo scontro tra il Ministro Musumeci e il Governatore del Veneto, Zaia.
Nella primavera del 2025, quindi, il referendum sull'autonomia non sarà una passeggiata di salute per la maggioranza di Governo, che almeno smetterà di parlare di argomenti ideologici e sarà chiamata a confrontarsi nel merito sul futuro del Paese.
Il Governo, infatti, avrebbe ben altri problemi, ad esempio quello con i conti pubblici del nostro Paese, dato che nessuna delle promesse elettorali si sta realizzando nella legislatura corrente.
Penso alle reti Telecom, all'ex Alitalia, penso all'incapacità di trovare le risorse per l'abbattimento delle tasse per il ceto medio del nostro Paese.
Questa legge sull'autonomia, che è concettualmente sbagliata per come scritta, è fatta solo e soltanto per accontentare o, meglio, per dare un contentino agli alleati di Governo della Lega.
Insieme alle altre forze di opposizione nazionale, come Italia Viva siamo convinti che questa legge contraddica nei fatti l'esigenza di un'autentica riforma in senso autonomistico, alterando l'equilibrio dei rapporti tra le Regioni e tra le Regioni e lo Stato.
La devolution di ulteriori competenze alle Regioni comporta rischi per la coesione e le finanze pubbliche del Paese, ma anche sul fronte delle disuguaglianze tra le Regioni, come ha ammonito anche un documento di lavoro della Commissione dell'Unione Europea.
Non possiamo dire che l'autonomia non sia un valore in assoluto, ne è la prova che la Regione Emilia-Romagna ha convintamente aderito a tutte le iniziative, anche in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, finalizzate a sostenere lo sviluppo di modelli autonomistici.
C'è però una condizione che riteniamo non negoziabile, cioè l'intangibilità dei principi fondativi della Costituzione, quali l'unità e l'indivisibilità della Repubblica nel pieno rispetto dei principi di uguaglianza e solidarietà e senza pregiudizio al principio di coesione nazionale.
Questo è invece, a nostro avviso, un maldestro tentativo di accentuare gli squilibri già esistenti tra i territori.
In questo senso, il progetto di legge rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni del nostro Paese; è un rischio che non può essere sottovalutato anche e soprattutto alla luce delle disuguaglianze che sono già esistenti, specialmente nel campo della tutela della salute, spesso giudicato campo inadeguato alle attese dei cittadini sia per tempi, sia per modalità di erogazione dei servizi in larga parte del nostro Paese.
Pensiamo che non ci sia sviluppo senza solidarietà, senza attenzione agli ultimi, senza valorizzazione delle differenze e corresponsabilità nella promozione del bene comune.
Il Governo Meloni però è andato frettolosamente, con un maldestro blitz notturno, se vogliamo anche sottolinearlo, in direzione contraria: è stata approvata una legge che, a nostro avviso, si pone in contraddizione con l'affermazione dei principi che ho poc'anzi richiamato.
Il disegno di legge è stato mal concepito dall'origine né il successivo iter parlamentare ha migliorato il testo o superato maggiori criticità evidenziate.
Non solo la Regione Emilia-Romagna, ma anche Campania, Puglia e Toscana hanno da subito espresso la propria contrarietà ad una legge che crea più confusione e burocrazia, con un vero e proprio caos amministrativo su competenze chiave come politica commerciale, rapporti con l'Unione Europea, reti elettriche e del gas e anche sull'istruzione.
L'Italia non ha bisogno di questo tipo di riforme che spaccano un paese che invece deve rimanere unito e compatto pur nelle sue diversità e nelle sue disuguaglianze, che vanno ridotte non aumentate, come cerca di fare invece questo progetto di legge.
Occorre battersi in ogni modo come istituzione e come forze politiche; questo faremo, contro una legge controversa che, pur partendo da intenzioni anche in parte persino condivisibili, riteniamo sia nella sua formulazione un clamoroso errore.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie consigliera Pigoni.
consigliere Pompignoli, prego.
POMPIGNOLI. Semplicemente per chiedere di verificare il numero legale dell'Aula e capire se possiamo andare avanti con i lavori.
PRESIDENTE (Petitti). Prima di una votazione verifichiamo il numero legale.
consigliere Rainieri e poi Tagliaferri.
RAINIERI. Io parto da un po' più lontano, non parlerò in modo tecnico perché mi hanno detto che non sono in grado nemmeno di leggere le delibere, quindi, parlerò per quello che è stata la mia esperienza sulla legge sull'autonomia.
Nella passata legislatura, quando a presiedere l'Assemblea era la Presidente Saliera, io ero delegato per l'Assemblea per andare nella delegazione per le trattative sull’autonomia e ho partecipato a parecchi incontri con il Presidente Bonaccini.
Il povero Roberto Maroni si starà rivoltando nella tomba a sentire questa discussione del suo collega e amico Bonaccini che ha fatto questo dietrofront così repentino nei confronti di quella che era una legge che anche lui aveva voluto, quindi posso dire con certezza che cosa succedeva in quelle riunioni e posso dire con molta chiarezza a chi è ancora in quest'aula ad ascoltare che il Presidente Bonaccini era molto convinto di quello che stava facendo in quel momento.
Ora il Presidente Bonaccini e tutti i Consiglieri in campagna elettorale per questa legislatura hanno utilizzato la legge sull'autonomia, che era stata approvata in quest'aula nella passata legislatura, appunto, per la campagna elettorale, per dire quanto sarebbe stato bella la Regione Emilia-Romagna con i poteri dati dall'autonomia, quanto avrebbero potuto guadagnarci i cittadini emiliano-romagnoli da una gestione molto più vicina rispetto ad alcune disponibilità di legiferare su alcuni provvedimenti, su alcune materie; e quanto in tutto questo periodo avremmo avuto di vantaggio rispetto a una centralizzazione di molte competenze.
È stato detto che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B; io dico che i cittadini di serie A e serie B ci sono più adesso che se invece ci fosse l'autonomia.
Ricordiamoci che noi siamo la Regione con più prodotti DOP e se potessimo legiferare in materia agricola, semplicemente tenendo conto di quelle che sono le nostre produzioni, forse i produttori non si troverebbero oggi nella situazione in cui siamo.
Ci lamentiamo di tante situazioni per cui il Governo non dà i soldi alla Regione, ne ho parlato oggi nella mia interrogazione sul dissesto idrogeologico, sulle questioni che riguardano le manutenzioni dei corsi d'acqua e tutto questo poteva essere, non dico ottimizzato, ma sicuramente migliorato con una gestione autonoma di questa situazione.
Io credo che oggi, che siamo già in piena campagna elettorale e questo è un provvedimento proprio da campagna elettorale, vorrei capire come fanno i candidati del centrosinistra ad andare sui territori a dire: abbiamo fatto una legge per abolire la legge che era stata votata e voluta nella passata legislatura dai consiglieri regionali anche del PD.
Sarà bello scontrarsi nei dibattiti e vedere quali saranno le argomentazioni, ma le stiamo già vedendo adesso in quest'aula e devo dire che sono argomentazioni molto deboli, al di là della questione procedurale, eccetera, ma credo che questo non faccia altro che aumentare la confusione nei cittadini e non faccia altro che allontanarli ancora di più dalla voglia di andare ai seggi, perché se noi, in una legislatura dove il Presidente era Stefano Bonaccini, andiamo a trattare con altre Regioni, anche di colore politico diverso, per avere autonomia e nella legislatura successiva, dove il Presidente era ancora Stefano Bonaccini, andiamo a chiedere ai cittadini di dimenticarsi tutto quello che è stato fatto, che ci siamo sbagliati e che l'autonomia non va più bene, ma anzi, come abbiamo ascoltato in alcuni interventi, è un male assoluto, è contro i cittadini, che alcuni cittadini saranno più poveri e altri saranno più ricchi, io credo che i cittadini a questo punto diranno, come già stanno facendo in molte occasioni: cosa vado a votare a fare, perché in un momento dicono una cosa, nel momento dopo ne dicono esattamente un'altra, e il contrario di quello che hanno detto prima.
Ora noi stasera continueremo a parlare, non so quanta gente ci ascolterà fuori, credo pochi e credo che uscirà poco di questo dibattito dall'Ufficio stampa della Regione, ma credo, e di questo sono sicuro, che non stiamo dando nessun bel messaggio ai cittadini dell'Emilia-Romagna.
Siamo stati eletti cinque anni fa per amministrare al meglio la Regione Emilia-Romagna e in questo caso stiamo dicendo che quello che volevamo fare qualche anno fa non va più bene e che se l'avessimo messo in atto questa Regione sarebbe andata indietro invece che avanti.
Io non lo so se questo è un attacco al Governo, io non lo so se questo è un attacco al Presidente Meloni, non lo so se questo è un attacco a Salvini: io so che è un attacco ai cittadini dell'Emilia-Romagna e quando vedo il consigliere Taruffi, nonché Assessore, e tanti altri Colleghi che in quest'Aula insieme a me hanno votato in modo trasversale quella legge, vederli oggi gioire, sbracciarsi e fare una guerra per il contrario, credo, ribadisco, che elettoralmente non sia un gran bel messaggio.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Tagliaferri, prego.
TAGLIAFERRI. Una goffaggine senza limiti, unita ad un totale disprezzo delle istituzioni e soprattutto del corretto dialogo democratico.
Di più: una triste uscita di scena per l'uomo che non doveva chiedere mai, per quel Presidente della Giunta che si atteggiava al Re Sole dell'Emilia-Romagna, per quello Stefano Bonaccini che per ripagare la dorata elezione a Bruxelles non si è fatto scrupolo di attuare l'ennesima forzatura del sistema democratico.
Il tutto con buona pace di quegli elettori che sono sempre stati trattati da Bonaccini alla stregua di fratelli minori da guidare o con finta benevolenza o con piglio squisitamente stalinista e con la colpevole complicità di importanti figure di garanzia.
Tutto questo e molto di più è l'insultante dibattito cui avete costretto gli eletti di questa Regione e di conseguenza tutti gli abitanti di questa splendida Regione, per ottemperare ai diktat della vostra leader che ha ripreso fiato dopo il bordino delle Europee, avete dovuto mettere in scena questa assurda farsa fatta di scarsa conoscenza di regolamenti e leggi.
Ma tanto a voi non interessano questi inutili orpelli, perché voi da sempre vi comportate più da capibastone del territorio che da rappresentanti del popolo emiliano-romagnolo e nonostante i roboanti proclami, chi se ne frega di coloro i quali hanno subito l'alluvione, dei tanti, tantissimi danneggiati dal maltempo anche nelle ultimissime settimane.
Tanto hanno assolto la loro funzione di soggetti votanti e una volta barrata la scheda con il vostro simbolo, possono anche uscire di scena, possibilmente senza disturbare troppo.
Devo però dire che in tutto questo assurdo circo messo in piedi dal PD, provo anche un forte imbarazzo umano per Stefano Bonaccini, il quale crede di potersi ergere ancora una volta splendido incantatore di serpenti nel tentativo di far dimenticare come solo pochi anni fa questa autonomia fosse stata richiesta e ottenuta in anticipo su tutto e su tutti.
Quanti post trionfalistici, caro Presidente, quanta spocchia e quanti teatrini messi in piedi con i suoi leader Renzi, Gentiloni in primis, che occupavano a mio dire malamente la presidenza di Palazzo Chigi.
Poi tutto si è arenato con l'arrivo di Conte-Draghi, dopo lo scippo del vostro Partito da parte di Elly Schlein e dei transfughi della scuderia di Bersani; non avete avuto alcun moto di orgoglio e di rispetto verso la vostra gente che vi aveva chiesto da tempo un maggiore protagonismo dell'ente regionale.
In spregio a tutto e a tutti, avete ancora una volta dato fiato alle trombe della propaganda, cercando non solo di confondere le acque, ma addirittura di fare il lavaggio del cervello a tutti, mondo politico, elettori, organizzazioni e associazioni della vostra galassia e media, compiacenti o meno.
Questa volta però avete chiesto l'impossibile a voi stessi, perché la gente può anche essere distratta, ma voi pretendete la stupidità più totale e questa volta non siete riusciti nell'impresa.
Ecco allora ordini recapitati in fretta e furia per compiacere il vostro leader, d'altra parte voi comunisti siete fatti così e sbandierate sempre ai quattro venti la vostra obbedienza totale e acefala al leader di turno.
Per percorrere la strada più breve verso il referendum su una legge che è esattamente uguale a quanto avevate chiesto qualche anno fa, il vostro è un problema, un rovello tutto psicologico che appartiene in primis a Stefano Bonaccini.
Lui non è riuscito a portare a casa alcunché, nonostante le corse folli imposte alla propria maggioranza regionale sulle maggiori competenze regionali e dopo aver subito, secondo lui, l'onta di non poter fare il capetto del post alluvione, alluvione, preciso, causata in buona parte anche dalle incurie perseguite e sviluppate dalla sua Giunta nel corso degli anni.
Ecco il desiderio di tremenda vendetta a discapito di tutto e di tutti; ecco quindi il gioco a rimpiattino, in totale assenza di uno straccio di proposta politica degna di questo nome.
E invece di ringraziare la Presidenza del Consiglio Meloni per i fondi messi sulla sanità che hanno contribuito a sanare il buco che la Sinistra aveva creato, ecco le frecciatine diventate prima attacchi e poi vere e proprie crociate in maniera inversamente proporzionale alla perdita del peso politico all'interno del suo partito da parte del Presidente della Giunta che aveva chiare mire espansionistiche a livello nazionale.
Oggi siamo contrariati, rammaricati e tristi, siamo tristi perché la legislatura regionale finisce nelle polemiche e nello sconto, non è un modo nobile e la responsabilità è chiara del centrosinistra che ha deciso di forzare le regole e anteporre gli interessi di Partito al rispetto delle istituzioni, del Movimento 5 Stelle che è diventata la ruota di scorta della maggioranza, della Presidente dell'Assemblea Legislativa che ha dato copertura politica a questo scempio.
Delle responsabilità della Presidente parleremo quando discuteremo la mozione di revoca presentata proprio per la violazione dell'imparzialità del suo ruolo.
Le Regioni sono nate nel 1970 e da allora mai la minoranza ha sentito il bisogno di sfiduciare il Presidente dell'Assemblea. Dal 1995 il centrodestra ha sempre contribuito a eleggere il Presidente dell'Assemblea, da Celestina Cerruti a Simonetta Saliera, passando per Antonio la Forgia e Palma Costi.
Non ci siamo mai dovuti pentire delle scelte fatte, ora invece siamo stati costretti a ricorrere all'istituto della mozione di revoca.
Già questo è un commento politico che diventa di per sé censura.
La nostra contrarietà sul referendum che avete proposto prima che la legge entri in vigore è totale.
Dov'è l'urgenza per questo insulto al confronto civile e democratico e quali sono le motivazioni che portano a questa palese forzatura?
Non basta dire: Bonaccini si dimette per andare in Europa, facciamo presto.
L'onere per questo partitico teatro dell'assurdo è tutto vostro, cari Colleghi della maggioranza.
Vostra è la sceneggiatura e l'interpretazione per soddisfare i desiderata del vostro conducator.
Voi sarete fieri di ciò, io mi vergognerei come un ladro, un lato di democrazia.
Vedremo tra qualche mese cosa ne penseranno gli elettori emiliano-romagnoli che voi oggi avete calpestato come carta straccia.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Catellani, prego.
CATELLANI. Grazie Presidente.
Gli oppositori dell'autonomia si sono sempre mossi per sopprimere e controllare le diversità: qualcuno l'ha chiamata resistenza centralista di un centralismo decadente.
L'autonomia differenziata è nella nostra Costruzione dal 2001 e nel 2024 è stata soltanto data attuazione alla Costituzione.
In Emilia-Romagna il PD ha avuto il coraggio di fare una campagna elettorale sull'autonomia per raccogliere consensi.
In Emilia-Romagna il PD non ha avuto il coraggio di fare un referendum per l'autonomia differenziata, ma nella stessa Emilia-Romagna avete oggi il coraggio di fare un referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata.
Siete diventati il partito dell'incoerenza istituzionale e purtroppo per voi avete dimostrato ampiamente arroganza, noncuranza e tradimento costante delle regole amministrative.
Cavalcate i temi veramente come dei surfisti ormai. Il vostro Presidente Bonaccini ha affrontato il tema autonomia in un percorso iniziato nel 2017.
Nel 2024, all'esito del contenuto della legge, lo stesso Bonaccini ribadisce la sua contrarietà usando la più populista delle scuse, è una proposta che spaccherebbe il paese in due.
Tutto urlando alla secessione, perché voi siete quelli lì quando vi manca l'argomentazione, o siamo fascisti o siamo macisti oppure siamo secessionisti, ma il secessionismo come ribellione al potere costituito lo state facendo soltanto voi, la secessione dei ricchi si darà priorità alla determinazione dei LEP sui diritti sociali e civili a garantire tutto il territorio.
Il Ministro Calderoli si è già mosso in questo senso.
A chi non chiederà l'autonomia non sarà pregiudicata l'entità delle risorse.
La spesa storica penalizza il sud si tratta solo di fare valutazioni concrete sul reale fabbisogno la spesa storica servirà da veicolo per determinare la spesa standard, ma tutto deve partire da dati effettivi, il sud non sarà penalizzato poiché saranno previste misure perequative di coesione anche per le regioni che non concluderanno intese e l'articolo 119 già prevede la perequazione tra territorio e differente capacità fiscale, non sarà consentito alle regioni di trattenere la quota di gettito fiscale a detrimento dei processi perequativi futuri.
Calderoli ha previsto che prima deve entrare in vigore il provvedimento legislativo che stanzia le risorse e soltanto dopo si potrà accedere al trasferimento delle funzioni.
Le materie non saranno trasferite a semplice richiesta, ma governo e Parlamento decideranno il contesto, il corretto trasferimento di materia o ambiti di materia, le risorse non saranno messe in leggi ordinamentali, ma poste laddove necessarie in relazione alle intese e alle preintese.
L'autonomia differenziata rappresenta una soluzione ai vincoli, ai limiti che oggi ostacolano il totale soddisfacimento dei diritti a livello territoriale e la valorizzazione delle potenzialità proprie delle autonomie territoriali e non dimentichiamo che il titolo quinto riconosce l'autonomia territoriale come principio fondamentale della costituzione e promuove il decentramento amministrativo come ottimale distribuzione delle funzioni.
Tutto a garanzia delle libertà, della democrazia e dell'efficacia delle azioni di governo.
L'autonomia, grazie alla coesione e alla inevitabile interdipendenza tra le regioni, servirà per accelerare la crescita di talune regioni e iniziare la crescita anche delle altre.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Marchetti, prego.
MARCHETTI. Grazie Presidente.
Guardate, chi vi parla è un autonomista convinto: mi iscrissi alla Lega all'età di sedici anni proprio perché credevo in questo obiettivo e come tale speravo di arrivare in questa giornata, parlando sì di autonomia differenziata, ma con tutt'altra situazione.
Oggi stiamo affrontando un tema che dovrebbe essere importante per la nostra regione, in un clima di assoluta incertezza con degli stravolgimenti e comunque delle forzature a livello di regolamento assembleare che non hanno sicuramente garantito un percorso lineare a questa indizione di referendum che voi volete portare avanti per abrogare la legge sull'autonomia differenziata.
E per carità, la richiesta di referendum sicuramente è uno strumento democratico legittimo, ci mancherebbe altro, ma c'è modo e modo di portare avanti determinate richieste e soprattutto mi pare paradossale che questa richiesta arrivi proprio da chi ha condiviso anche con noi in quest'aula, nella passata legislatura, l'avvio di un percorso ben preciso che doveva portare verso un negoziato con lo Stato centrale e quindi successivamente ad una autonomia differenziata, riconoscendo delle competenze alla nostra Regione.
Una vera e propria piroetta, un cambio di rotta la vostra, qualcuno potrebbe riassumere questa situazione magari richiamando anche i contenuti di una nota canzone: come si cambia per non morire.
Ecco oggi potremmo dire: come si cambia per non morire politicamente.
Perché abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto nel corso di questi ultimi anni, abbiamo sentito un Presidente Bonaccini che portava avanti con convinzione questa battaglia e queste tematiche, e oggi disconoscere completamente quel percorso.
Ecco, io credo che questo sia sintomo di un cambio dettato da logiche elettorali, partitiche, come dicevo anche nel mio intervento di questa mattina, e forse anche da un certo punto di vista, da una certa convenienza anche a livello personale per quanto riguarda sbocchi su un'eventuale e confermata continuità a livello istituzionale come carriera politica, com'è stato ormai per l'ex Presidente Bonaccini.
Sembrerebbe quindi quasi un baratto politico, un cambio di opinione, forse dettato da un'imposizione della nuova segreteria del Partito Democratico, che evidentemente non condivide più ciò che abbiamo sostenuto fino a qualche tempo fa all'interno di quest'aula.
E lo ripeto, in maniera condivisa, perché quando ne parlammo, quando votammo il mandato, passatemi il termine, che dava la possibilità al Presidente e alla sua Giunta di negoziare con lo Stato centrale, con il Governo, per avviare ciò che è già previsto dalla nostra Costituzione, eravamo tutti sulla stessa linea, eravamo tutti sulla stessa linea indipendentemente dalle divisioni che talvolta possono emergere dal punto di vista ideologico e politico all'interno di quest'aula, fortunatamente perché la democrazia è anche questo, ma su quel tema non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno.
Questo perché riteniamo ancora oggi che l'autonomia differenziata possa rappresentare un primo passo verso un maggior efficientamento dell'intero Paese, un paese che diverrebbe più moderno dal punto di vista istituzionale, ma che ci darebbe comunque anche la possibilità di gestire in maniera più adeguata ed efficiente, appunto, le competenze che ci verrebbero riconosciute.
Io credo che sia opportuno ricordare in questa sede alcune parole dello stesso Presidente Bonaccini, perché ci troviamo di fronte ad una visione totalmente schizofrenica.
Stiamo parlando di un Presidente che oggi disconosce tutto, ma che fino a qualche tempo fa parlò di autonomia dicendo: l'autonomia differenziata è un'opportunità prevista dalla nostra Costituzione che noi vogliamo cogliere.
E mi permetto anche di riprendere alcune dichiarazioni dello stesso Presidente Bonaccini, datate 29 aprile 2022, quindi non un'era fa, qualche anno fa, e sono dichiarazioni che sono riportate anche sul sito della Conferenza Stato-Regioni.
Il Presidente Bonaccini dichiarò: l'autonomia differenziata è un'opportunità prevista dalla Costituzione e noi vogliamo coglierla.
E ancora: abbiamo avvertito bene il rigurgito centralista in questi anni, anche nel mio Partito.
E sul P.N.R.R. che è un tema che ha toccato anche il consigliere Caliandro durante il suo intervento, ponendolo come elemento critico, in realtà, lo stesso Presidente Bonaccini sul P.N.R.R. disse: tensione tra gli obiettivi nazionali e la gestione locale.
Ribadendo che era pronto a rivedere il suo progetto anche per andare a dare delle risposte anche su questo tema.
E poi rincarò la dose dicendo: il confronto sull'autonomia riordino istituzionale tenga conto di questa esperienza, insieme alle misure necessarie sul fronte energetico.
Bonaccini, dunque, affermò anche che eravamo pronti ad aggiornare il nostro progetto per dare priorità alle competenze che permettono di semplificare e realizzare il P.N.R.R.
Questo disse Bonaccini, non quel che ha sostenuto oggi qui in aula il consigliere Caliandro e pertanto l'Emilia-Romagna sarebbe tornata, disse ancora, “a rilanciare l'importanza dell'autonomia differenziata, la gestione diretta di alcune competenze sulla base dell'articolo 116 terzo comma della Costituzione”.
Bonaccini, infine chiese sempre con quel comunicato stampa che riportava alcune sue dichiarazioni che il Governo aveva il dovere di dare un segnale concreto per arrivare autonomia differenziata con una legge quadro nazionale, determinando i LEP, i livelli essenziali di prestazioni da garantire, allo stesso modo da nord a sud.
Ecco, cari Colleghi, è esattamente il punto in cui ci troviamo oggi: abbiamo definito una cornice nazionale con una legge sull'autonomia differenziata e verranno definiti i LEP, questi livelli essenziali di prestazione.
Niente di più e niente di meno, con l'unica differenza che voi oggi siete contrari; contrariamente a quanto accaduto nella nostra Regione, oggi dobbiamo prendere atto che, ad esempio, il Veneto che ci ha accompagnato insieme alla Lombardia e altre realtà regionali in questo percorso fino a poco tempo fa.
Ebbene, il Presidente Luca Zaia ha già anticipato che sta procedendo e ha già annunciato l'intenzione di andare verso l'autonomia differenziata, chiedendo al Governo nove materie non riguardanti i livelli essenziali di prestazione, quelle che in pratica si potrebbero richiedere subito.
Questo è un passo coraggioso che dimostra una visione chiara e determinata per il futuro del Veneto, della Regione da lui governata, mirando a migliorare l’efficienza e la gestione delle risorse locali.
A differenza vostra, che oggi avete totalmente cambiato idea, lasciatemi dire che poi paradossale che l'Emilia-Romagna oggi, dopo aver condiviso, come dicevo prima questo percorso insieme a tutte le forze politiche che siedono in quest'aula, abbia deciso di aderire ad una cordata di Regioni che vede addirittura come capofila la regione Sardegna guidata, e a traino, Movimento 5 Stelle che ha una Regione autonoma a statuto speciale è curiosa come una regione autonoma oggi si opponga all'autonomia differenziata che rappresenta il minimo sindacale in questo campo.
Questo già ci fa capire fino a che punto possa arrivare la strumentalizzazione politica.
Detto ciò, resta ovviamente l'amaro in bocca per come sta evolvendo questa battaglia che avevamo avviato, e resta l'amaro in bocca per aver cestinato di fatto un lavoro durato anni sul quale responsabilmente non avevamo mai fatto mancare il nostro sostegno che, come dicevo prima, non è mai venuto meno nonostante le divergenze politiche che talvolta possono caratterizzare il nostro operato.
Avete dunque rovinato un bel percorso quello che è stato un bel percorso, partecipato, condiviso, inquinandolo con compromessi politici, interessi personali legati alle carriere politiche, ma soprattutto con tanta troppa demagogia.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Occhi, prego.
OCCHI. Grazie Presidente.
Questa giornata ci pone davanti un vero e proprio paradosso politico cui si è prestata questa maggioranza, con una palese violazione dei regolamenti di cui i miei Colleghi hanno ben parlato nei loro interventi, non solo in Commissione, ma anche in questa giornata.
Per chi si è iscritto alla Lega Nord all'inizio della propria esperienza politica, parla di paradosso politico perché tutti sanno che l'autonomia, quella vera, premia le amministrazioni locali virtuose; abbiamo esempi dinamici, per esempio l'Alto Adige, esempio di tutti, fino agli anni Settanta è stata una delle regioni più povere d'Italia, avete visto che l'autonomia vera nelle due Province Autonome di Trento e di Bolzano ha portato la possibilità a un popolo laborioso, sebbene viveva in un territorio comunque disagiato, problematico, montuoso, con poche risorse, ha dato la possibilità di diventare una delle zone più ricche d'Italia, in cui basta andare per vedere la manutenzione, per esempio, del territorio di cui noi parliamo; il fatto che c'è un collegamento stretto tra chi lavora, chi produce e chi vive sul territorio e chi lo manutiene.
Ecco, questi sono esempi virtuosi di un'autonomia veramente spinta.
Ma noi oggi stiamo parlando invece di un compromesso: l'autonomia differenziata è un compromesso, è una legge cornice, la legge 86 è una Legge Cornice che è nata per dare quel qualcosa in più che già la Costituzione, la riforma del Titolo Quinto prevedeva già negli accordi; i preaccordi, per esempio, che questa Regione aveva fatto, erano già un qualcosa, si è voluto dare qualcosa in più ancora con questa Legge Cornice?
Bene, non va bene neanche questo.
Questo i costituzionalisti lo chiamano “il pendolo”, l'andamento tra centralismo e decentramento che questo Paese ha avuto; o almeno il tentativo di decentramento perché il vero decentramento non lo abbiamo mai avuto; si è detto che si spezzerà il Paese, ma ottant'anni di centralismo non hanno risolto per nulla le diseguaglianze di questo Paese, basti pensare al cosiddetto “turismo sanitario” o al fatto che non auguro a nessuno di subire un intervento chirurgico in alcuni ospedali di alcune regioni d'Italia e molti percorrono di notte attraversano l'Italia per andare in Lombardia, in Veneto e in Emilia-Romagna per curarsi e anche per andare a un pronto soccorso.
Ma questi sono casi di vita reale. Cosa speravamo noi, di chi come noi in tanti, si è iscritto e che partecipò nell'esperienza politica, a chi voleva la vera autonomia, sperava che il buon governo delle regioni del nord, come per esempio anche l'Emilia-Romagna, potessero in un certo senso contaminare il resto dell'Italia ed è per questo che anche l'Emilia-Romagna e il Presidente Bonaccini volevano l'autonomia, perché sapevano bene che, potendo gestire almeno le competenze, le avrebbero gestite in maniera diversa, avendo almeno quelle risorse.
Lo vediamo ogni anno quando, per esempio, guardiamo il bilancio dell'Agenzia regionale di Protezione Civile, in cui la Vicepresidente Priolo ci dice che il Governo manda, per esempio, con limitatezza le risorse e le manda quasi semestre per semestre, e non è possibile programmare.
Ed è per questo motivo che è non solo l'Emilia-Romagna, ma anche altre Regioni governate dal PD vogliono l'autonomia perché vogliono alcune materie.
Per esempio, la Toscana era molto interessata all'energia, al geotermico, dove per esempio la Toscana è il maggiore produttore italiano.
O possono essere interessate alcune Regioni del sud alle royalties provenienti dal fotovoltaico o dall'eolico.
Oppure dalla gestione dei beni culturali che qualche Regione, come anche la Toscana, possono pensare di gestirla meglio rispetto allo stato centralista.
Dicevo, la legge 86 è una legge cornice e l'autonomia è una volontà politica, tra l'altro una legge cornice condita di pesi e contrappesi, per esempio i LEP; per esempio non si parla di residuo fiscale; non si parla di eccedenza delle risorse, rimane allo Stato, quindi, è un compromesso che è stato realizzato proprio per andare incontro a chi non credeva nella vera autonomia e, dicevo, la Regione Emilia-Romagna la voleva perché sapeva di poter governare certe materie meglio dello Stato centralista distante dai cittadini, anzi, voleva tante materie e ne aveva chieste diverse, quindi, dicevo, questa autonomia differenziata alla fine è un compromesso e a voi non basta neanche questo.
D'altronde, bisognerebbe premiare il buon Governo, ma siamo un Paese che non è più capace di premiare il merito neanche dei propri amministratori, perché l'autonomia differenziata permetterebbe finalmente ai cittadini di valutare l'operato dei propri amministratori, lo abbiamo sempre detto, specialmente quella vera, con autonomia fiscale piena, ma questa già permetterebbe di capire se in certe materie vengono ben governate.
Ecco, noi non riusciamo più a premiare il merito, specialmente abbiamo in questo Paese un mondo produttivo, la cosiddetta locomotiva, quella che noi abbiamo sempre portato avanti in modo produttivo, il mondo agricolo, l'artigianato, quelli che ancora lavorano - e sono sempre meno in questo Paese - immersi in una massa di parassiti ed è questo il vero problema di questo Paese ed è questo che l'autonomia differenziata - anche se, ripeto, è un compromesso - porterebbe.
Dovrebbe iniziare per le Regioni che lo richiedono, iniziare a valorizzare chi ben governa e iniziare a premiare chi ben lavora e chi produce.
Poi ovviamente quello che era nato in chi voleva la vera autonomia, chi credeva nel vero federalismo era qualcosa di diverso, ma partiamo da qui e neppure questo vi va bene, anche questo non vi soddisfa; volete tornare a un centralismo in cui tutto è mischiato, in cui si può dire tutto e il contrario di tutto, in cui la responsabilità non è mai di nessuno ed è questo il vero problema, non avere mai la responsabilità delle proprie azioni ed è questo un Paese appunto sull'orlo di una crisi perché, ripeto, chi lavora è sempre meno, chi produce è sempre meno e i nodi ormai verranno al pettine.
Noi viviamo in una Regione che ancora si basa su pochi imprenditori; sono sempre meno, anziani ormai, abbiamo grossissimi problemi di ricambio, ma noi siamo come sul Titanic in questo Paese.
Ecco, questo è un dietrofront inspiegabile.
Non riusciamo a fare le riforme, perché questo per esempio è un dietrofront inspiegabile dal punto di vista anche di un Presidente che si è sempre vantato di avere una Regione virtuosa e dire: io la posso governare meglio che uno Stato centralista.
Bene, dietrofront improvviso, inspiegabile o forse lo spieghiamo bene, come diceva qualche mio collega , dibattiti all'interno di una maggioranza, dibattiti all'interno di un Partito Democratico sicuramente molto diverso da quello che aveva portato ai preaccordi della passata legislatura.
Ecco, l’essere oggi qui fino a tarda sera è un pessimo esempio di autonomia legislativa: una Regione che invece che avere delle competenze legislative per fare delle riforme vuole legiferare per tornare indietro su una riforma che invece darebbe un contributo a una evoluzione positiva di questo nostro Stato che ormai è come un Titanic che galleggia dopo lo scontro con l'iceberg.
E poi persone come noi l'avevano detto tempo fa e si potrà dire che l'avevamo detto.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Delmonte, prego.
DELMONTE. Grazie Presidente.
Oggi, come abbiamo già detto, ci stiamo riunendo quasi in via straordinaria, ci verrebbe da dire, per discutere un tema di cruciale importanza per il futuro della nostra Regione, come quella in realtà di altre: l'autonomia differenziata.
Recentemente il Parlamento ha approvato una legge che potrebbe concedere maggiore autonomia alla nostra Regione, una legge che voi stessi volevate, che voi stessi avevate chiesto.
Ci permetterebbe di gestire in maniera più diretta e efficiente molteplici settori strategici.
Tuttavia, di fronte a questa opportunità storica ci troviamo di fronte a chi vorrebbe indire un referendum per abrogare proprio questa legge, minando così il progresso e lo sviluppo della nostra comunità.
Permettetemi di sottolineare, innanzitutto i benefici che l'autonomia differenziata porterebbe con sé: grazie a questa riforma l'Emilia-Romagna avrebbe la possibilità di gestire con maggiore autonomia settori chiave come l'istruzione, la sanità, i trasporti, l'ambiente; questo significa poter adattare le politiche alle specifiche esigenze del nostro territorio, migliorando l'efficacia e l'efficienza della nostra Amministrazione pubblica e offrendo servizi migliori ai nostri cittadini.
Per esempio, nel campo dell'istruzione, l'autonomia ci permetterebbe di sviluppare programmi scolastici più adatti alla realtà locale, valorizzando l'eccellenza del nostro territorio e promuovendo una formazione che risponde realmente alle esigenze del mercato del lavoro regionale.
In sanità potremmo gestire le risorse in modo più mirato, riducendo sprechi - e sappiamo benissimo quanto ce n'è bisogno - e garantendo cure migliori e più tempestive.
Aggiungo, potremmo riaprire i punti nascita con tempi e modi nostri, garantendo sicurezza e tutele, potremmo farlo il giorno dopo.
Passando ai trasporti, l'autonomia ci consentirebbe di pianificare e realizzare infrastrutture che rispondono alle reali necessità dei nostri cittadini, migliorando la mobilità e riducendo le inefficienze.
Inoltre, in campo ambientale potremmo adottare politiche di tutela e valorizzazioni nostre del territorio, più incisive, promuovendo sviluppo sostenibile come voi volete e rispettoso dell'ambiente.
Di fronte a questi innegabili vantaggi, però appare incomprensibile l'atteggiamento di chi vorrebbe indire un referendum, per abrogare questa legge.
È evidente che una simile iniziativa non farebbe altro che riportarci indietro, rinunciando a una straordinaria opportunità di crescita e progresso.
In un momento storico in cui la necessità di rispondere in modo rapido ed efficace alle sfide globali e più agente che mai, scegliere di abbandonare l'autonomia per un capriccio politico significherebbe rinunciare a un futuro di sviluppo e benessere per la nostra Regione.
Recentemente il Presidente Bonaccini ha espresso preoccupazione riguardo all'autonomia differenziata, cambiando completamente rotta, sostenendo che potrebbe portare a una frammentazione eccessiva delle competenze e creare disuguaglianze tra le Regioni.
Certo, così rispettiamo la sua opinione, almeno rispettavamo quella precedente, ma non possiamo fare a meno di sottolineare quanto queste preoccupazioni siano infondate e pretestuose.
L'autonomia differenziata non significa isolamento o egoismo territoriale, ma piuttosto responsabilizzazione e valorizzazione delle peculiarità locali.
Bonaccini ha dichiarato che l'autonomia differenziata, appunto, potrebbe mettere a rischio l'unità nazionale: questa è una visione miope che non tiene conto del fatto che l'unità nazionale si rafforza quando le Regioni possono esprimere al meglio le proprie potenzialità.
L'autonomia differenziata non è una minaccia, ma un'opportunità per migliorare la governance e rendere l'Italia un Paese più efficiente e competitivo.
Va ricordato anche che l'autonomia differenziata non è un capriccio politico di una parte politica, ma una risposta concreta all'esigenza di un territorio che da sempre si distingue per la sua capacità di rinnovare e di gestire con competenze le proprie risorse; è una scelta di responsabilità e di fiducia nella capacità dei nostri amministratori, e in questo momento siete voi, e delle nostre comunità.
Inoltre, è importante sottolineare che l'autonomia differenziata è stata approvata democraticamente dal Parlamento dopo un lungo e approfondito dibattito.
Provare ad abrogare questa legge tramite un referendum significherebbe disconoscere anche il valore del processo democratico e istituzionale, minando la stabilità delle nostre istituzioni.
Non dobbiamo dimenticare che la gestione centralizzata ha spesso dimostrato inefficienze e lentezze burocratiche che penalizzano lo sviluppo locale.
L'autonomia differenziata ci consentirebbe di superare questi limiti promuovendo un'amministrazione più vicina ai cittadini e alle loro necessità.
È un'opportunità per snellire le procedure, ridurre i tempi di risposta e rendere la Pubblica Amministrazione più efficace e trasparente.
Rappresenta, dicevo, una straordinaria opportunità per l'Emilia-Romagna: dobbiamo lavorare insieme per difenderla, o questo è quello che dovevamo fare, che ci eravamo promessi di fare con le votazioni precedenti e per dimostrare che la nostra Regione è in grado con successo di gestire con successo le responsabilità delle nuove competenze.
Oggi voi in quegli emendamenti, in quei più di 1200 emendamenti, vedete un ostruzionismo; invece noi vediamo una battaglia nostra, e parlo come Lega, da sempre, e ringrazio tutti i nostri collaboratori che hanno fatto un lavoro pazzesco per produrre quegli emendamenti e non hanno battuto ciglio perché per loro e per noi della Lega questa è una battaglia importantissima, è una battaglia storica e sappiamo perfettamente che forse oggi, domani, dopodomani, in quest'aula, voi riuscirete a vincere la vostra piccola battaglia per il referendum, ma la guerra non è finita, l'autonomia la difenderemo fino a quando saremo all'interno delle istituzioni.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Rancan.
RANCAN. Grazie Presidente.
Intervengo ormai alla conclusione della discussione generale, a questa ora tarda, perché il tema dell'autonomia è un tema che ci ha sempre contraddistinto.
Veniva citato perfettamente dal consigliere Occhi prima di me: chi è entrato nel nostro movimento, quando si chiamava ancora Lega Nord, è partito con determinate battaglie che poi ovviamente sono mutate nel tempo, anche per non risultare troppo anacronistici, che però hanno tra i capisaldi quella dell'autonomia dei territori.
L'autonomia si intende di gestione, autonomia si intende finanziaria, autonomia si intende dei servizi.
Non entro ancora nel merito di quelle che sono state le discussioni che abbiamo fatto stamattina sul procedimento che ha portato all'iscrizione di questi oggetti per richiedere l’abrogazione di una legge che ad oggi, ripeto, non è ancora in vigore, quindi, è assurdo quello che sta succedendo in questa Regione, e sinceramente anche un po' imbarazzante, perché noi ci troviamo oggi a dover discutere questi quesiti referendari quando, come dicevamo anche in precedenza il Presidente Bonaccini ha detto che non voleva spendere soldi per sentire i cittadini sull'applicazione dell'articolo 116 della Costituzione, come fecero Lombardia e Veneto, ma oggi siete corresponsabili di un'azione politica che porterà invece, sì, a stanziare molte più risorse se quel referendum dovesse passare e se quel referendum dovesse essere portato all'attenzione di tutto il nostro Paese.
Ora abbiamo presentato svariati ordini del giorno; io presento il mio molto brevemente, che rappresenta un excursus di quello che è stata l'autonomia in questa Regione, il percorso per richiedere l'applicazione di quell'articolo 116.
Dichiarazioni su dichiarazioni, eravamo qui quando abbiamo votato tutti insieme nel 2018 quell'impegno, nel 2017 prima e nel 2018 poi, quando c'era una delegazione trattante che rendeva questa una di quelle regioni che andavano a trattare col Governo, allora Gentiloni, con cui fu già firmato un preaccordo, una delegazione trattante bipartisan.
Prima sentivo che qualcuno citava la delusione.
Io questo l'ho già detto un'altra volta: i primi delusi dall'azione di questa Giunta sull'autonomia siamo noi, che per una volta davvero avevamo messo una delega in capo sia alla delegazione trattante, ma anche alla Giunta di questa Regione di proseguire in quel percorso di autonomia che il Presidente Bonaccini ha fatto e utilizzato come caposaldo della sua campagna elettorale 2020; quel percorso di autonomia per il quale il PD in questa Regione ha sempre chiesto che ci fosse finalmente una Legge Cornice.
Allora o oggi c'è quella Legge Cornice, ma non c'è il PD perché giustamente e l'abbiamo ribadito più volte, siamo ostaggi, non noi, ma i cittadini emiliano-romagnoli sono ostaggio di interessi di Partito in questa Regione, i cittadini emiliano-romagnoli sono ostaggio di battaglie politiche e ideologiche in questa Regione, i cittadini emiliano-romagnoli sono ostaggio di prese di posizione personali del Presidente di questa Regione, i cittadini emiliano-romagnoli sono ostaggio della Segreteria del Partito Democratico in questa Regione e non solo del Partito Democratico, anche di tutti quegli altri Partiti che potrebbero comporre una coalizione a sostegno di un candidato di centrosinistra.
Questo lo dico perché è molto interessante e grave quello che è successo qui, al di là della procedura e dei procedimenti che sono stati stravolti poi anche in Aula.
Adesso, oltre a gestire la Regione a nostro uso e consumo, gestiamo anche l'Aula nostro uso e consumo.
Noi chiediamo seriamente al Partito Democratico di cambiare rotta, lo chiediamo alla Giunta di questa Regione. La Giunta rappresenta un organo istituzionale.
Mi ricordo quando il Presidente Bonaccini diceva: sarò il Presidente di tutti.
Facendo questo non è il Presidente di tutti, facendo questo è il Presidente solo del Partito Democratico, anzi è l'onorevole del Partito Democratico perché è pre dimissionario da due settimane.
Ma allora io mi chiedo cos'è che vi blocca, io non capisco.
La politica, molte volte, la conosciamo tutti e la facciamo tutti, è politica di posizionamento, per cui per differenziarmi da quel Partito io devo prendere una posizione diversa per far vedere che la Segreteria del PD è cambiata, allora devo cambiare le mie posizioni.
Ma c'è una cosa da tenere sempre presente: parliamo con la vita dei cittadini, piccolo dettaglio; parliamo e trattiamo con la vita dei cittadini a livello fiscale, a livello di famiglia, a livello di sanità, a livello di montagna, a livello di imprese; non possiamo permetterci di scherzare con la vita dei cittadini.
Scherzare sull'autonomia o fare questa retromarcia sull'autonomia significa scherzare con la vita dei cittadini, significa scherzare con quelle promesse che avete fatto e che state disattendendo.
Significa anche però dirvi che la democrazia non esiste nelle Aule solamente quando la maggioranza ce l'ha il Partito Democratico: la democrazia esiste nelle Aule, a prescindere da chi abbia la maggioranza.
Se riconosciamo il responso degli elettori, deve significare per tutti che, siccome e visto che noi siamo in minoranza qui oggi, poi vedremo tra qualche mese, significa che al governo c'è un Governo legittimamente eletto, legittimato a fare queste leggi, legittimato a portare avanti anche l'autonomia, ma è un governo di centrodestra, quindi, per il PD è antidemocrazia.
Avere “democratico” o “democrazia” nel nome non sempre è sintomo di democrazia, non sempre è sintomo di essere dalla parte della democrazia.
Questo lo dico perché l'assurdità sta nel fatto che servono cinque Regioni che deliberano questi quesiti referendari - che ripeto non sapete ancora quale sarà - e tra queste cinque Regioni ce n’è una che è già autonoma, cioè per noi che siamo una Regione a statuto ordinario, decide e rischia di decidere una Regione a statuto autonomo.
Quindi provocatoriamente io direi alla Regione Sardegna: torna indietro, sì e decidi di essere una Regione a statuto ordinario, poi vediamo se non richiedi l'autonomia, poi vediamo cosa succede.
Perché no?
È pura politica, questa è la differenza di quando la politica supera la realtà; la realtà non è questa; le battaglie politiche così non faranno mai progredire la nostra Regione e il nostro Paese.
Ringrazio tutti, oggettivamente fatemi ringraziare di cuore, tutti i collaboratori del Gruppo Lega che in questi giorni in queste ore hanno lavorato incessantemente per proporre cose che secondo noi sono importanti, ossia ordini del giorno nel merito, ossia emendamenti che abbiamo presentato, 1307 emendamenti che abbiamo depositato poco fa insieme al Gruppo Rete Civica, al Gruppo Misto e al Gruppo Indipendente.
Ringrazio anche tutti i Consiglieri di tutto il centrodestra e tutte le parti politiche del centrodestra che stanno seguendo con noi questa battaglia che è, questa sì, una battaglia di democrazia.
L'ostruzionismo, quello che voi dite, smettetela, stufiamo, è l'unico - siccome anche voi avete secondo noi stravolto il Regolamento - è l'unico strumento che ha l'opposizione per far vedere con forza che è contrario a un determinato provvedimento che ritiene illegittimo e decisamente lesivo della vita dei cittadini emiliano-romagnoli.
Presidente, ho finito.
Staremo insieme qualche ora, non so quanti interventi ci saranno, però noi pensiamo che oggi parlare di autonomia, anche in modo forte e deciso, sia dare ancora una speranza alla nostra Regione, perché nessuno si dimentichi di questo tema e soprattutto quando e se si andrà a votare per il referendum, ci sia la possibilità di bloccare l'abrogazione di questa legge perché, ricordiamoci, stiamo lavorando per abrogare una legge che per voi è antidemocratica, peccato che l'abbia votata e proposta un Governo e votato un Parlamento legittimamente eletto, legittimamente democratico, anche se non ha la parola “democratico” nel nome.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Tagliaferri.
TAGLIAFERRI. Grazie Presidente.
Mi rimangono ancora 3 minuti e 23, quindi, ciò mi consente di illustrare un ordine del giorno presentato, collegato all'oggetto 8542.
Colleghi, il tema della sicurezza territoriale, della lotta al dissesto idrogeologico è di assoluta priorità ed importanza.
Più volte è stato affrontato in quest'Aula, grazie anche ad interventi del sottoscritto e torno oggi sul tema mentre parliamo di autonomia o, meglio, mentre commentiamo la capriola politica di Bonaccini, della sua Giunta e della maggioranza di sinistra che governa la Regione, prima favorevole all'autonomia, fin dal 2017, oggi estraendo i difensori del centralismo di staliniana memoria.
Si è già ampiamente ripercorso il cammino politico amministrativo iniziato nel 2017 dal Presidente Bonaccini e dall'allora Governo Gentiloni per l'attuazione dell'autonomia differenziata, quella stessa che oggi viene dipinta dagli stessi come il male assoluto: la riforma Spacca Italia.
Evidentemente, il Presidentissimo e i suoi fedeli compagni si sono dimenticati che tra le materie oggetto della richiesta di autonomia differenziata avanzata dalla Regione Emilia-Romagna ed espressamente indicata in sede di risoluzione approvata dall'Assemblea Legislativa, in data 18 settembre 2018, vi sono, con riguardo alle materie di competenza concorrente, il governo del territorio e la protezione civile, mentre con riguardo alle materie di competenza esclusiva statale, la tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.
Dopo gli ultimi avvenimenti un po' vi comprendo se ora avete paura a rivendicare che avreste voluto ancora maggiore autonomia proprio sulle tematiche legate alla gestione del territorio e della prevenzione di dissesto idrogeologico.
D'altro canto, cosa siete stati in grado di fare da soli si è visto e ai danni da voi causati sta cercando di porre rimedio il Governo Nazionale, nonostante la vostra campagna di mistificazione quotidiana.
Tuttavia, ciò non significa però che chi verrà dopo di voi debba essere costretto a lavorare poco e male come questa Amministrazione sul tema della difesa del suolo.
Io credo nel principio di sussidiarietà e soprattutto in una Regione in grado di mettere la sicurezza dei suoi abitanti al primo posto, in particolare quelli della montagna e della collina, pertanto, con questo ordine del giorno vi invito ad un sussulto di coraggio e di dignità politica: la Giunta prenda una volta per tutte le distanze dalla campagna strumentale con la quale il Partito Democratico intende innescare una contrapposizione tra le diverse parti della nazione a soli fini di partito.
Proseguo nel percorso di autonomia differenziata, approvato in maniera reiterata dall'Assemblea Legislativa nel corso degli ultimi otto anni, sulla base del pre-accordo firmato con il Governo Gentiloni in data 28 febbraio 2018 e in particolare per quanto attiene alle materie di governo del territorio e di protezione civile e tutela dell'ambiente, dell'ecosistema, dei beni culturali, richiede i margini di autonomia di cui alla menzionata risoluzione, in modo da garantire una piena presa in carico delle relative competenze da parte dell'ente regionale e la conseguente fattivazione dell'Amministrazione a salvaguardia del territorio emiliano-romagnolo.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Consigliera Evangelisti.
EVANGELISTI. Grazie Presidente.
Residuavano ancora alcuni minuti che vorrei impiegare per alcune ulteriori considerazioni.
Questa mattina, ascoltando la risposta che il Sottosegretario Baruffi ha fornito ad un interrogante, un'interrogazione a risposta immediata, abbiamo ascoltato che la Regione si opporrà in tutti i modi a questa legge, anche ricorrendo alla Corte Costituzionale, dando proprio l'idea di una battaglia che è davvero ideologica e questo, lo ribadiamo, ci rammarica.
Vi abbiamo cercato di spiegare che la legge che oggi è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, ancora oggi dispiegherà i propri effetti il 13 luglio e quindi è una legge che ad oggi non ha efficacia.
Abbiamo cercato di sottolineare il fatto che è una legge rispetto alla quale ci saranno decreti attuativi e che è una legge che in qualche modo tratta materia di bilancio.
Sono risultate parole dette al vento, parole vuote, proprio a dimostrazione che una certa urgenza c'è.
A noi dispiace, perché nella Regione affianco alla nostra, la Regione Toscana dove oggi si è svolto il medesimo dibattito, quel dibattito è stato sospeso perché l'opposizione e la maggioranza hanno raggiunto un accordo di rinviare nuovamente il dibattito di una settimana per approfondire quei temi e quindi l'autonomia è stata vissuta davvero in quell'Aula come la volontà di sfruttare un'opportunità, di confrontarsi, di ragionare su un tema che era voluto ed è voluto da entrambe le parti, ma con sfaccettature.
Questo oggi sembra non essere possibile nell'ambito dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e questo la dice lunga su quali siano le finalità della vostra urgenza.
Sarà questo motivo di riflessione per gli elettori, soprattutto del centrosinistra che vedranno gli elettori del centrosinistra toscani rispetto ai quali avranno la possibilità davvero di approfondire quel tema, di verificare se ci sono davvero, se ricorrono davvero tutti i requisiti per proporre il referendum e comunque di confrontarsi.
Gli elettori del centrosinistra emiliano-romagnoli non hanno avuto questa possibilità.
Secondo noi siete ancora in tempo, ci potreste ripensare.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie consigliera.
consigliera Zappaterra, prego.
ZAPPATERRA. Presidente, oggi in quest'aula abbiamo sentito di tutto, anche toni esagerati; ho sentito parlare di sospensione dello stato di diritto in Emilia-Romagna.
Non torno sul dibattito, sulle nostre procedure pienamente legittime, regolari, sulle quali non concordano i Colleghi di minoranza, ma chi ci sarà nel prossimo mandato avrà la fortuna di poter verificare come va a finire anche questo percorso.
Però Presidente, mi faccia dire che la bufala sul fatto che il Partito ha cambiato idea sull'autonomia differenziata va smentita, il Partito Democratico non ha cambiato idea; la maggioranza della Regione Emilia-Romagna non ha cambiato idea, non ha cambiato il Presidente Bonaccini.
Io nei dieci minuti farò fatica a riepilogare tutto il percorso fatto, ma vorrei che ci ricordassimo bene almeno il punto di partenza: siamo stati fra i primi convinti sul percorso dell'autonomia differenziata e proprio perché siamo stati fra i primi a crederci, non possiamo accettare la legge che entrerà in vigore il 13, come dite voi.
Abbiamo avanzato una nostra proposta che abbiamo condiviso con le parti sociali, con gli enti locali, con i Comuni, con tutti i soggetti del Patto per il Lavoro che abbiamo condiviso in quest'aula all'unanimità e voglio essere molto chiara sul fatto che era una proposta che mirava, e lo sapevamo fin dall'inizio, a poter gestire specifiche funzioni e non mirava ad una devoluzione di tutte le 23 materie.
Di questo stiamo parlando: 23 sono le materie previste in Costituzione; la nostra proposta era quella di gestire specifiche funzioni all'interno delle 23 materie, con l'obiettivo di migliorare la performance amministrativa, di migliorare i servizi ai cittadini, migliorare in particolar modo la programmazione su diversi ambiti.
Ne cito alcuni per essere chiara: l'edilizia scolastica, il diritto allo studio, il sostegno alla ricerca su questi temi, poter avere delle strategie condivise e definite nel lungo termine, con risorse certe per poter investire e organizzare al meglio i servizi.
Questo era l'obiettivo che ci eravamo dati, l'obiettivo che c'era nella nostra proposta e la possibilità di accrescere l'efficacia delle nostre politiche sui servizi relativamente a queste funzioni era il nostro obiettivo.
Oggi le competenze su questi ambiti sono divise su più livelli istituzionali, frammentate, ma non abbiamo mai inteso frammentare il diritto nazionale su scala regionale; al contrario, chiedevamo di affidare alle Regioni la potestà di organizzare nel modo più efficace le risposte da offrire ai cittadini, alle imprese e ai Comuni e soprattutto di avere la possibilità in quelle funzioni, di poter semplificare, sburocratizzare e velocizzare.
Con questa proposta, ribadisco, siamo andati all'accordo col primo governo Gentiloni, poi con tutti quelli che si sono succeduti, siamo arrivati a siglare le pre-intese; il primo dissenso della Regione Emilia-Romagna è arrivato il 3 marzo del 2022 sulla proposta Calderoli.
Voglio che sia molto chiaro che è stato il Ministro Calderoli a ribaltare il tavolo dell'autonomia differenziata, non siamo stati noi a cambiare idea; su questo ci dobbiamo capire perché per noi l'autonomia differenziata, oltre all'evoluzione di funzione, non alle materie, vuol dire non passare sopra i territori, vuol dire fare una proposta in coerenza con la Costituzione, d'accordo con i Comuni, d'accordo con le Regioni che abbiamo sempre cercato di portarci dietro.
La legge Calderoli è una legge di autonomia differenziata assolutamente centralista.
Se la sono fatta, se la sono cotta e se lo sono mangiata, come direbbe la collega Catellani; se la sono strimpellata solo tra loro, visto che è diventato il verbo del mese “strimpellarla”.
Noi non possiamo accettare né il merito né il metodo.
L'abbiamo detto al Ministro Calderoli il 22 marzo, mentre le altre Regioni davano l'assenso, noi abbiamo dato il nostro dissenso a questa proposta e adesso vorrei capire perché per qualcuno l'ostruzionismo diventa un esempio di democrazia, mentre il fatto che noi utilizziamo le legittime prerogative di una Regione che si è espressa nel merito e nel metodo e in modo corretto, non è democrazia: qualcuno me lo deve spiegare bene.
Perché stiamo esercitando le prerogative di una Regione che insieme ad altre non ha condiviso una proposta di legge completamente autoreferenziale della maggioranza e adesso l'ostruzionismo diventa la democrazia e noi che abbiamo avuto l'unico obiettivo di non precludere la parola ai cittadini, non siamo democratici.
Avete uno stranissimo concetto di come si esercita la democrazia.
L'avete dimostrato prendendo possesso dell'Aula, occupandola, andando molto oltre la legittima critica, occupando il banco della Presidenza con una scena pietosa.
Ecco, avete citato più volte a sproposito il Regolamento; mi verrebbe da citare i due voti elettronici che avete richiesto, non fattibili, e non vado oltre.
Questo per dire che potrebbe essere molto lunga la lista che potrei fare, ma mi fermo perché la questione di fondo è proprio l'approccio alla democrazia: voi non ce l'avete, noi continuiamo ad averlo ed è grazie a questo se avete potuto fare la scena che avete fatto prima, assolutamente irrispettosa nei confronti dei cittadini emiliano-romagnoli e non certo del Partito Democratico.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie consigliera.
Io non ho altri iscritti a parlare.
Concludo il dibattito passando la parola alla Giunta.
Prego Sottosegretario.
BARUFFI, sottosegretario. Grazie Presidente.
Io proverei a fare una moratoria sulla questione della democrazia.
Parto da qua: è battaglia politica, come ha detto il capogruppo Rancan, e nella battaglia politica, entro certi termini, ci sta l'ostruzionismo e dentro la battaglia politica ci sta anche naturalmente la possibilità di utilizzare tutte le regole che la maggioranza può avere a disposizione per vedere approvati i propri provvedimenti.
Non evocherei quindi scenari catastrofici.
Si è ribaltata la scena che abbiamo visto in Parlamento venti giorni fa, quando durante la notte la maggioranza parlamentare ha approvato a colpi di maggioranza questo provvedimento.
Credo che abbiamo altri problemi sul fronte democratico, non mi concentrerei su questo stasera.
Così come proverei anche a stare un po' più laico quando discutiamo di ciò che è legittimo, ciò che è illegittimo, sugli atti, sui procedimenti, ci sta tutto nella discussione, nella battaglia politica anche in questo caso.
Però, attenzione, ci sono tutti gli istituti per verificare ciò che è legittimo e ciò che non lo è, al nostro interno e laddove questo non risulti sufficiente anche al nostro esterno.
Faccio alcuni esempi: dice la consigliera Catellani che questi quesiti non sono ammissibili, lo deciderà la Corte costituzionale laicamente, ecco ci stanno tutte le opinioni, ma le sentenze le fanno loro, depositeremo questi quesiti e prenderemo atto di quello che deciderà la Corte.
Lei aggiunge: non sono ammissibili perché riguardano la legge di bilancio e la legge esclude i collegati alla legge di bilancio.
No, la Costituzione e la legge parlano della legge di bilancio, quanto questo provvedimento, in quanto collegato, sia assimilabile a una legge di bilancio, lo deciderà ancora una volta la Corte costituzionale.
Noi ci rimetteremo laicamente alle sue valutazioni.
Ancora, rischiamo di fare del male a questo territorio, agli enti locali.
La Regione Emilia-Romagna, a torto o a ragione, ha espresso, come ricordava adesso la capogruppo Zappaterra, parere negativo in sede di Conferenza delle Regioni e poi in sede di Conferenza Unificata ANCI e UPI, l'Associazione nazionale dei comuni italiani e Unione delle province italiane, hanno rifiutato il parere su questo provvedimento.
Lo dico agli amici delle autonomie locali, lo dico, non è che abbiano necessariamente ragione le associazioni di rappresentanza dei Comuni e delle Province, però si sono espressi così, varrebbe la pena di ascoltarli, altrimenti poi si perdono i comuni e le province si perdono.
È capitato a noi, mi sembra che ultimamente sia capitato anche a voi.
Tenderei l'orecchio, non è detto che necessariamente la pensino in questo modo gli amministratori, forse non glielo abbiamo spiegato bene, non li abbiamo convinti.
Così come registro che ci sono defezioni nel campo avverso; ho visto Presidenti di Regione turarsi il naso e votare a favore in conferenza e vedo che oggi hanno dei ripensamenti, io dico dei ravvedimenti operosi, diciamo, sperando che siano operosi nel momento in cui devono agire per tutelare il proprio ente.
Io non ho detto che noi ricorreremo senz'altro alla Corte Costituzionale, ho detto che ci riserviamo di tutelarci in tutte le sedi, quella compresa, laddove nei tempi assegnati ritenessimo fossero lese le nostre prerogative.
Mi pare laico e legittimo; è capitato che il Governo ricorresse contro i nostri provvedimenti, è capitato che lo facessimo noi; qualche volta la Corte Costituzionale ha dato ragione a noi, qualche volta ha dato ragione al Governo.
Succede, è lo strumento che dirime il contenzioso laddove le parti non trovano un punto di intesa, come invece spesso facciamo; siamo tornati qui, a volte per proporre dei punti di intesa con il Governo rispetto alla legislazione.
Si utilizzano ruoli, Commissioni, Assemblea per consumare degli strappi.
Siamo al 9 di luglio, l'Assemblea è nella pienezza delle sue prerogative, ha di fronte due atti semplici nella natura, molto importanti e impegnativi dal punto di vista del contenuto, ma semplici, può decidere di votarli o può decidere di respingerli, dopo aver dibattuto per tutte le ore che saranno necessarie, non c'è nessuno strappo, sono due atti amministrativi, sono passati in Commissione, si è fatta battaglia in Commissione; è politica anche quella; ci sta anche questo e poi quando avremo finito ci saranno degli atti che avranno il loro corso.
Nel merito, penso che i cittadini non stiano capendo questa discussione in generale, perché vedete, nel momento in cui discutiamo di autonomia differenziata vedono Comuni e Regioni tutte, protestare per come viene realizzato, ad esempio, il P.N.R.R.: è oggetto di contenzioso quotidiano, tra il centro e la periferia a tutti i livelli, sentite i vostri Colleghi delle altre Regioni, sentite i vostri Colleghi Sindaci che preferite, è oggetto di contenzioso quotidiano.
Nel momento in cui sentono discutere di autonomia differenziata, vedono un Governo che non finanzia la sanità ma fa decreti con i quali impartisce direttamente direttive alle Aziende Sanitarie Locali governate dalle Regioni.
Anche questa è una cosa senza precedenti, scusatemi, ma non è mai successo; sarà il nuovo corso, ma non è autonomia, neanche differenziata, ma certamente non è un'autonomia.
Vedono promettere mari e monti sul fronte dell'autonomia, sono quattro anni e mezzo che stiamo provando a procedere alla fusione dell'Azienda Universitaria Ospedaliera di Parma e di quella di Ferrara con quelle territoriali e il Governo blocca questi provvedimenti.
Ma di quale autonomia stiamo discutendo?
Quali sono i presupposti di questa autonomia?
Sai come diceva? “Basta un sì”.
Ecco, basta un sì.
Sarebbe un segnale di buona volontà rispetto agli obiettivi che si proclamano.
Discutiamo di autonomia differenziata e siamo in contenzioso sul dimensionamento scolastico, la geografia scolastica sarebbe competenza delle Regioni; c'è un contenzioso tra tutte le Regioni e il Governo; c'è stato l'anno scorso e, lo metto per iscritto, ci sarà quest'anno.
A proposito di autonomia: un consigliere dell'opposizione oggi mi ha interpellato sul tema delle autonomie scolastiche; mi occuperei più di questo che delle “carriere alias”, se vogliamo fare il nostro mestiere di Consiglieri regionali, perché questa è una nostra prerogativa, le “carriere alias” no.
Questa è una nostra prerogativa: tutelare le istituzioni scolastiche nel nostro territorio, in particolare nelle aree marginali. Discutiamo di autonomia scolastica, ne parlavamo prima con l'assessore Felicori, ho visto che c'è stata una proroga di un anno del codice dello spettacolo, le Regioni non sono neanche fumate, mi pare che si stia per consumare un altro tentativo di blitz sulle fondazioni lirico sinfoniche a danno delle città, dei Comuni, delle prerogative dei Sindaci: occhio perché dopo i Sindaci si arrabbiano, anche quando sono della Lega, non dicono che va tutto bene; non va tutto bene se togli le prerogative ai territori e le porti ai ministeri; se siamo diventati tutti i partiti di Sangiuliano va bene, ma i Sindaci non sono diventati il partito di Sangiuliano, non è così.
Discutiamo di autonomia, discutiamo di autonomia differenziata e tagliamo le risorse alle Regioni, alle Province e ai Comuni.
Legge di bilancio di quest'anno, parlo della cronaca.
Discutiamo di autonomia e mandiamo l'esercito a fare la ricostruzione.
Oltre che un limite logico, c'è anche una questione estetica: queste due narrazioni non stanno insieme.
Allora io dicevo che i cittadini forse non capiranno, faccio tesoro delle raccomandazioni, delle parole espresse dalla consigliera Evangelisti, però ce l'avete detto anche rispetto alla ricostruzione della Romagna di stare attenti.
Ecco, siamo stati attenti e poi i cittadini della Romagna hanno parlato un mese fa, perché se gli dici “autonomia” e vedono l'esercito, non capiscono, non funziona, non è così, non funziona così.
Io penso che abbiamo motivi per opporci a questo disegno nelle forme democratiche, non c'è un colpo di Stato, non c'è un attentato alla Costituzione, c'è un provvedimento profondamente sbagliato che è nato sotto una cattiva stella, perché ha prodotto una spaccatura nella Conferenza delle Regioni con le Province e con i Comuni.
Se l'obiettivo era quello di favorire le autonomie e i territori, non è venuta benissimo.
Il Governo vuole correggere, noi siamo disponibili a rimetterci intorno a un tavolo per discutere sempre; lo facciamo tutte le settimane in Conferenza delle Regioni, in Conferenza Stato-Regioni e in Conferenza Unificata.
Il Governo decide di procedere, come mi pare evidente, avendo voluto approvare la legge, metta in conto che democraticamente si attivino gli istituti della democrazia o attraverso la raccolta di firme popolari e/o attraverso l'espressione di cinque Consigli regionali.
Ieri ha votato il nostro omologo della Regione Campania e non è successo niente, c'è stato un dibattito mi sembra abbastanza regolare e hanno proceduto.
Oggi ha avviato la Toscana, ho capito che chiuderanno la prossima settimana; la prossima settimana saranno chiamati a pronunciarsi anche i Consigli Regionali della Sardegna e della Puglia.
(interruzione)
Poi li chiameremo tutti, glielo garantisco, è un impegno, li chiameremo tutti quelli della Calabria, quelli della Basilicata, quelli della Sicilia e vedrà che si ricorderanno; quando gli diciamo “autonomia” e gli vendete il ponte che non vedono, vedrà che a quel punto voteranno a favore dell'autonomia differenziata in Calabria, in Sicilia; non deve avere paura di questo, facciamoli esprimere tranquillamente, perché quando uno è convinto delle proprie buone idee, deve avere paura di tutto fuorché della discussione, della democrazia, del fatto di far decidere ai cittadini.
Noi con il voto che faremo stasera stanotte o domattina, faremo discutere e parlare e alla fine esprimersi i cittadini.
Credo che nessuno di noi debba aver paura che votino i cittadini, quindi tutti insieme noi stasera decidiamo di dare la parola ai cittadini per discutere se questo provvedimento è buono o ha i limiti che io penso abbia.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Abbiamo concluso il dibattito generale.
Sono arrivati innumerevoli emendamenti e a questo punto li stiamo organizzando tutti.
Apriamo il dibattito generale sugli emendamenti.
Gli uffici stanno lavorando incessantemente.
Chiederei un attimo di pazienza.
Prego consigliere.
RANCAN. No, semplicemente, gli emendamenti sono un “tot”, gli emendamenti sono 1307 e ce ne sono arrivati quindi, venti ...
PRESIDENTE (Petitti). … stanno fotocopiando infatti …
RANCAN. …. No, non si senta attaccata, sto dicendo che per fare il dibattito sugli emendamenti bisogna che si leggano gli emendamenti, quindi io sospenderei per far sì che arrivassero gli emendamenti.
PRESIDENTE (Petitti). …cioè 1300 emendamenti per aprire il dibattito sui 1300 emendamenti?
RANCAN. ….non so, mi dica lei come fare il dibattito sugli emendamenti senza avere gli emendamenti….
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …voi li conoscerete tutti bene i 1300 emendamenti….
RANCAN. ….e quindi è giusto che la maggioranza voti a caso su quello che sta arrivando?….
PRESIDENTE (Petitti). …un attimo sto cercando di andare incontro anche al lavoro…, colleghi, colleghi, facciamo il dibattito su tutti gli emendamenti…
RANCAN. ….il consigliere Facci che è un gruppo da due conosce i suoi ma non conosce i nostri….
PRESIDENTE (Petitti). Nessun problema, abbiamo tutta la notte davanti e faremo il dibattito su tutti gli emendamenti.
Consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. Presidente, per quanto riguarda il Partito Democratico, tranquillizziamo i olleghi della Lega o delle minoranze o di chi ha presentato gli emendamenti che non abbiamo bisogno di averli sott'occhio, veniamo volentieri a vederli lì senza bisogno che vengano tutti fotocopiati oppure se c'è un invio digitale.
Ci faremo carico di sapere cosa votiamo senza bisogno di fotocopiare 1307 emendamenti.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Piccinini.
PICCININI. Grazie Presidente.
Sull'ordine dei lavori.
Il Movimento 5 Stelle è per la sostenibilità ambientale e quindi siamo molto contenti di averli in digitale ed eviterei, almeno per quanto mi riguarda, ma spero che anche le altre forze politiche non vogliano fotocopiare e sprecare tutta quella carta che già abbiamo visto girare, cioè, evitiamo almeno di buttare via della carta per niente, perché li abbiamo comunque tutti in digitale e li possiamo consultare quando vogliamo, quindi, per quanto mi riguarda non stampateli.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Facci.
FACCI. Sì, grazie.
Sulla distribuzione, io mi rimetto agli Uffici e per me possono arrivare tutti sul computer; il tema è che io ho presentato, il collega Montevecchi, una serie di emendamenti, io non conosco gli emendamenti degli altri, quindi io prima di fare un dibattito sugli emendamenti, voglio avere anche su computer, non fotocopiamo, tutti gli emendamenti degli altri.
Poi se vogliamo fare discussioni sugli ordini del giorno facciamo la discussione sugli ordini del giorno, ma sugli emendamenti fin quando non ci sono io non posso esprimermi.
PRESIDENTE (Petitti). Allora, gli ordini del giorno dovreste averli tutti i 19; per gli emendamenti c'è una scuola di pensiero diversa, c'è chi dice, come il consigliere Facci, che gli va bene averli tutti on line, altri anche, quindi credo che voi possiate averli a breve.
Sono stati inviati.
Un attimo, Colleghi, per un tema di rispetto verso chi lavora, solo per quello perché, ripeto, non abbiamo problemi a stare qui a discutere 1300 emendamenti.
Prego consigliere Rancan.
RANCAN. La domanda era: noi li abbiamo depositati fisicamente, quindi, per averli sulla mail gli Uffici dovranno scannerizzarli e mandarli via o numerarli.
Ovviamente qual è il tema, immagino che non ci siano ora qui, quindi, se qualcuno li vuole cartacei, almeno che però ci siano gli emendamenti sulle mail e poi un ordine di votazione, numerazione, anche perché quegli emendamenti sono sugli ordini del giorno, tantissimi.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Rainieri.
RAINIERI. Presidente, mi scusi, ma io ricordo che di solito quando vengono presentati degli emendamenti si sospende l'Aula per dare modo ai tecnici di ordinarli in funzione della posizione in cui vanno inseriti, si tiene sospesa l'Aula fino alla distribuzione degli emendamenti e si dà tempo ai Consiglieri di leggere gli emendamenti, che poi siano cartacei o che siano in digitale, però Presidente, mi ascolta o io parlo così?
Mi scusi.
PRESIDENTE (Petitti). Guardi che io l'ascolto.
Ma per favore, ma stia tranquillo.
RAINIERI. Ma se lei non mi ascolta, io parlo con la Presidente e la Presidente parla con degli altri, mi scusi, lo dico io per favore.
PRESIDENTE (Petitti). Lei vuole tutta l'attenzione per lei, ma io l'ascoltavo.
RAINIERI. Voglio l'attenzione tutta per me quando parlo, di solito è così, pensi un po'.
E non mi gira le spalle quando io parlo.
PRESIDENTE (Petitti). Lei è molto nervoso.
RAINIERI. Io sono molto tranquillo. È lei molto nervosa e anche stanca magari.
Ecco, per cui la invito a sospendere l'Aula fino a quando non avremo tutti gli emendamenti da leggere e li avremo letti e capiti e sapere cosa dovremmo votare su ogni emendamento.
Quindi questa è la prassi e il regolamento, se poi lei non vuole ascoltarmi e non sa il regolamento, se lo legga.
PRESIDENTE (Petitti). Stanno arrivando tutti i vostri emendamenti, così potete intervenire su tutti i vostri emendamenti.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). … no non c’è bisogno avrete tutti i vostri emendamenti a breve…
Prego.
RANCAN. Intervengo sull'ordine dei lavori. Prima sono arrivati quelli dal 27 al 30 qualcosa e adesso sono arrivati dall'1 al 26, quindi ne mancano 1270.
Detto ciò, chiedo: siete sicuri che siano tutti ammissibili dei 1300?
PRESIDENTE (Petitti). Stanno infatti guardando.
RANCAN. È oggettivamente impossibile.
Adesso io Presidente non voglio fare il polemico a tutti i costi, però noi possiamo anche non sospendere, ma significa che finché non arrivano i 1300 ci guardiamo negli occhi.
Siete tutti bellissimi, però potremmo, anche per garantire un'agilità maggiore agli Uffici, che in alternativa dovrebbero stare qua e nel qual caso si dedicherebbero esclusivamente a questo e probabilmente farebbero anche prima.
PRESIDENTE (Petitti). Prego Rancan.
Stanno arrivando altri emendamenti stampati.
RANCAN. Allora ripeto, questo non è criticare gli Uffici, per carità, anzi, ma “oggettare” non significa numerare, io non vedo distinzione tra abrogativi, modificativi, soppressivi.
Oltretutto, oggettivamente, facciamo fatica a capire qualcosa, perché qui c'è un abrogativo, qui c'è un modificativo, qui c'è un soppressivo.
Non vorrei sbagliarmi, ma sono tre gruppi diversi e in più noi abbiamo presentato degli emendamenti e chiediamo anche noi valutazioni agli Uffici sulla loro ammissibilità, perché la nostra struttura è competente e performante a livelli top però magari oggettivamente ce n’è qualcuno che voi considerate non ammissibile.
PRESIDENTE (Petitti). Qualche minuto per gli Uffici, così vediamo di velocizzare la distribuzione.
(La seduta, sospesa alle ore 21,48, è ripresa alle ore 22,18)
PRESIDENTE (Petitti). Bene, qualche minuto ce lo siamo presi per comprendere l'entità del lavoro che stanno facendo gli Uffici.
Gli Uffici mi dicono che per le 23,30 siamo in condizione di avere tutto il pacchetto degli emendamenti, distribuiti su ordini del giorno e delibere, quindi, suddivisi per poter aprire discussione e votazione di tutto il pacchetto di emendamenti e ordini del giorno e poi delibere.
Quindi ci vediamo alle 23,30 con gli emendamenti da discutere e votare.
Grazie.
(La seduta, sospesa alle ore 22,19, è ripresa alle ore 23,46)
PRESIDENTE (Petitti). Bene, ringrazio gli Uffici per questo lavoro di ricognizione degli emendamenti presentati.
Alcuni erano inammissibili, quindi siamo a 305 proposte di emendamento sulla delibera 8552; 304 proposte di emendamento sulla delibera 8542; e 364 proposte di emendamento sui 19 ordini del giorno.
A questo punto, se qualcuno vuole intervenire nel dibattito generale sugli emendamenti.
Non ho richieste di intervento.
Partiamo dagli emendamenti.
consigliere Marchetti.
MARCHETTI. Chiedo la votazione elettronica su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE (Petitti). Va bene.
Partiamo dagli emendamenti che insistono sulla delibera 8542 a prima firma Zappaterra e partiamo dall'emendamento 7, a firma Zappaterra, Amico, Piccinini e Zamboni.
Mettiamo in votazione con il dispositivo elettronico l'emendamento 7, a prima firma Zappaterra.
Dichiaro chiusa la votazione.
Vi dico l'esito della votazione: 28 voti favorevoli, 9 voti contrari, 17 gli assenti.
Emendamento approvato.
A questo punto sono preclusi i restanti emendamenti che insistono sulla delibera 8542.
Passiamo adesso all'emendamento che insiste sulla delibera 8552.
Emendamento numero 53, a prima firma Zappaterra.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 favorevoli, 8 voti contrari.
L'emendamento è approvato.
In questo modo sono preclusi i rimanenti emendamenti che insistono sulla delibera 8552.
consigliere Marchetti.
MARCHETTI. Grazie Presidente.
Un chiarimento: capisco che abbiamo già votato questi due emendamenti, ma non dovrebbero essere votati con precedenza per regolamento quelli soppressivi?
Io qui leggo “sostitutivo”. Quindi credo che sia opportuno chiarire.
PRESIDENTE (Petitti). Sono interamente sostitutivi di tutto il testo, quindi si allontanano di più dal testo.
MARCHETTI. Però in teoria dovrebbero essere soppressivi quelli che hanno la precedenza sugli altri emendamenti o sbaglio?
PRESIDENTE (Petitti). No, perché in questo caso proprio sostituisci completamente il testo con quell'emendamento.
MARCHETTI. Qual è l'articolo del Regolamento?
PRESIDENTE (Petitti). Glielo dico subito.
Intanto consigliera Evangelisti.
EVANGELISTI. Grazie Presidente.
In realtà volevo porre la stessa domanda, perché pensavamo che la votazione fosse distinta, allora, visto che i proponenti non l'hanno argomentato e soltanto seduta stante li abbiamo esaminati, in realtà la parte che ci risulta di forma in sostituzione è l'aggiunta in fondo di richiesta di pubblicazione al BUR e volevamo conferma.
Ora, insomma, tardivamente li abbiamo votati, però è stato nell'immediatezza della presentazione.
PRESIDENTE (Petitti). Allora, l'articolo è il 96, comma 3, dove dice che se sono presentati più emendamenti ad uno stesso articolo sono posti ai voti, e si comincia da quelli che si allontanano di più dal testo originario e quindi questi essendo sostitutivi interamente.
A questo punto, avendo affrontato gli emendamenti che insistono sulle delibere, passiamo ai 19 ordini del giorno e i relativi 364 emendamenti.
Prego consigliera Evangelisti.
EVANGELISTI. Chiedo scusa, giusto per capire, visto che abbiamo detto interamente sostitutivi, allora ripropongo la domanda perché appunto è stato tutto molto contestuale: la diversità, la difformità rispetto a quello precedente è in tutto il corpo dell'atto oppure solo nell'ultima parte, dove si è aggiunto delibera inoltre?
PRESIDENTE (Petitti). Tutto.
Adesso passiamo ai nostri ordini del giorno che sono 19, con 364 emendamenti che insistono a vario titolo sui vari ordini del giorno.
Non so se qualcuno vuole intervenire a riguardo.
Consigliera Zappaterra, prego.
ZAPPATERRA. Presidente, solo per chiedere se possiamo fare, come da prassi consolidata, la durata del voto elettronico di tenerla aperta trenta secondi.
PRESIDENTE (Petitti). Va bene.
consigliere Facci.
FACCI. Non ho capito qual è la prassi consolidata.
Il voto elettronico dura un minuto, non so se qualcuno vota da casa.
Il voto è di un minuto, qual è la prassi consolidata?
Eventualmente ci vorrà la Capigruppo.
Se lei si riferisce a quella che facemmo cinque anni fa in occasione della legge sull'omotransnegatività, ci fu una conferenza dei Capigruppo che decise allora diversamente, ma non è la prassi consolidata.
PRESIDENTE (Petitti). Andiamo avanti con la votazione sugli emendamenti.
Un attimo, perché capite che circa 1000 emendamenti suddivisi …., non c’è nessun problema, aspettiamo qualche secondo…
Consigliere Facci deve ancora dire qualcosa?
Prego.
FACCI. Volevo chiedere quando ci sarà la discussione generale sugli ordini del giorno.
È in coda?
Perché prima lei ha aperto la discussione generale sugli emendamenti, ma la discussione generale sugli ordini del giorno è in coda?
PRESIDENTE (Petitti). sì, cioè, erano emendamenti e ordini del giorno.
FACCI. No, no, no, lei ha chiesto la discussione generale sugli emendamenti.
PRESIDENTE (Petitti). Guardi, non è un problema, possiamo parlare adesso sugli ordini del giorno prima del voto.
Prego, consigliere Facci.
FACCI. Allora, torniamo a parlare sulla discussione degli ordini del giorno e quindi, avendo presentato con il collega Montevecchi una serie di ordini del giorno, in realtà ne abbiamo presentati due a testa, dove in realtà noi vogliamo porre l'attenzione, l'abbiamo detto anche nell'intervento precedente, sulla contraddizione che vi è tra quello che è stato il comportamento assunto da questa maggioranza in tutti questi anni e, appunto, oggi, invece, questa proposta di abrogazione di una legge nazionale che, di fatto, secondo noi, altro non fa se non andare sulla falsariga di quello che è stato il percorso che in questi anni è stato fatto.
E allora non credo che sia così inopportuno andare a ricordare come questa Assemblea abbia assunto diverse determinazioni in merito e credo che infatti l'ordine del giorno 8552/3 che è stato appunto presentato a mia prima firma, di fatto richiama integralmente, non è un caso la risoluzione 7158 del 18 settembre 2018 a prima firma Stefano Caliandro, Partito Democratico, in cui si richiama l'articolo 116 comma terzo della Costituzione, si richiama l’articolo 117 commi II e III della Costituzione che elenca le materie che ricadono nella competenza legislativa esclusiva dello Stato, nella competenza legislativa concorrente, si richiama all'articolo 118 della Costituzione, il 119, la legge 42 del 2009, l'articolo 14, la delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in particolare l’iniziativa della Regione Emilia-Romagna che appunto aveva individuato le materie oggetto della richiesta di autonomia.
In particolare, si richiamavano le seguenti materie: i rapporti internazionali con l'Unione Europea e le Regioni, tutela e sicurezza del lavoro, l'istruzione, unione e commercio con l'estero, ricerca scientifica e tecnologica del territorio, protezione civile, coordinamento della finanza pubblica, tutela della salute, valorizzazione beni culturali e ambientali, ordinamento sportivo, grandi reti di trasporto e navigazione e, naturalmente, le materie di competenza esclusiva e statale si faceva riferimento alle norme generali sull'istruzione, tutela dell'ambiente, ecosistema, organizzazione, giustizia di pace.
Dopo di che si sono richiamati, questo credo che sia la parte più importante, tutti gli atti che questa Regione ha assunto e con cui ha sviluppato l'iniziativa diretta a ottenere forme di autonomia: il documento adottato il 28 agosto 2017 dalla Giunta Regionale della Emilia-Romagna, l'avvio del procedimento del 3 ottobre 2017, il fatto che sia stato sottoscritto il 18 ottobre 2017 una dichiarazione di intenti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri con il Presidente Bonaccini il 9 novembre del 2017, la riunione convocata presso il Dipartimento degli Affari Regionali e Autonomia che, appunto, in questo modo ha permesso l'avvio del negoziato col Governo.
Quindi di nuovo una risoluzione di quest'Aula, la 5600 del 14 novembre 2017, con cui l'Assemblea Legislativa ha impegnato la Giunta a proseguire nel percorso intrapreso a individuare eventuali e ulteriori competenze oggetto della richiesta di autonomia differenziata.
Dopodiché un nuovo documento adottato dalla Giunta il 16 novembre 2017, aggiornamento del documento di indirizzo per l'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.
Poi una comunicazione del 12 febbraio 2018 del Presidente della Giunta sugli esiti del negoziato intrapreso e sulle linee portanti della bozza di intesa e quindi la sottoscrizione il 28 febbraio 2018, sottoscrizione da parte del Presidente della Giunta con il Sottosegretario di Stato di un accordo preliminare in merito all'intesa prevista.
Poi, si è richiamato anche il programma di mandato dell'esecutivo nazionale in carica, per rispetto alle riforme istituzionali, autonomia e democrazia diretta, di nuovo i contatti istituzionali ripresi dopo l’insediamento del nuovo esecutivo nazionale, il documento approvato il 23 luglio 2018, sintesi di richiesta per il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia per la riapertura del negoziato con il Governo. Ancora, il 26 luglio 2018 primo incontro presso il Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie tra il Presidente della Giunta regionale, di nuovo Bonaccini, con il Ministro Stefani, dopodiché ancora l’incontro del 12 settembre 2018, secondo incontro presso il Dipartimento per gli Affari Regionali e di Autonomia, nell'ambito del quale si è condiviso di avviare i tavoli di confronti settoriali per ciascuna delle materie oggetto dell'iniziativa della Regione Emilia-Romagna.
Secondo incontro presso il Dipartimento per gli Affari Regionali e Autonomia, nell'ambito del quale si è condiviso di avviare i tavoli di confronti settoriali per ciascuna delle materie oggetto dell'iniziativa della Regione Emilia-Romagna.
Ancora, il dibattito svolto in sede della Commissione I, seduta del 4 settembre 2018 e seduta del 17 settembre 2018, dibattito svolto in sede consultiva, Commissioni Assembleari competenti, la III il 6 settembre 2018, la IV e poi l'11 settembre 2018, la II il 12 settembre 2018; la Commissione Parità il 12 settembre 2017, la Commissione V Cultura il 13 settembre 2017.
Dopodiché è importante la parte dove l'Assemblea condivide di riavviare il negoziato con lo Stato al fine di sottoscrivere l'intesa di cui all'articolo 116, preordinata alla presentazione da parte del Governo della proposta che porterà all'adozione della legge statale con la quale saranno riconosciute alla Regione Emilia-Romagna ulteriori riforme e condizioni particolari di autonomia.
Quindi l'Assemblea impegna il Presidente della Giunta e Bonaccini a proseguire il negoziato per il Governo ai fini dell'intesa prevista, individuando quale oggetto di contrattazione gli ambiti indicati in allegato a) di seguito sinteticamente riportati e quindi tutti i vari settori che non sto a ripetere e a ripercorrere.
Ancora, impegna il Presidente della Giunta a concordare con il Governo in coerenza a ulteriori specificazione e materie sopra richiamate, spazi di autonomia, in materia di istituzione di zone economiche speciali nel territorio regionale, che presentino peculiarità, modalità di gestione dei rifiuti speciali, compresa la possibilità di ridurre la capacità impiantistica.
Impegna altresì il Presidente della Giunta Regionale ad assegnare a questa Assemblea, con cadenza periodica, gli esiti dei negoziati con il Governo; a trasmettere a questa Assemblea Legislativa lo schema d'intesa con il Governo prima della sua formale sottoscrizione.
Cioè, diciamo che vi è stato un preciso impegno, una precisa strada che questa Assemblea legislativa ha intrapreso e un preciso impegno e un mandato richiesto al Presidente. Allora è chiaro che andando a guardare quella che è la legge 86 del 2024 non troviamo in alcun modo degli elementi di differenziazione rispetto a quanto è stato richiesto, anzi, se vogliamo, nella legge 86/2024 troviamo forme di tutela e di garanzia per tutte quelle realtà che in qualche modo non dovessero essere interessate a svolgere questo tipo di percorsi ma in particolare quello che crediamo di assoluto rispetto e rilievo è il fatto che l’attribuzione di queste funzioni è consentita subordinatamente alla individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni, a dimostrazione del fatto, quindi, e concludo, che quello che la Regione Emilia-Romagna fino a ieri ha fatto, era preciso, era netto e andava nel senso che è stato poi di fatto trasformato in legge e quello che sta facendo oggi è esattamente l'esatto contrario.
Allora sarebbe opportuno che il Presidente venisse a spiegarci, ma non lo abbiamo visto né sentito, il perché ha deciso di cambiare idea in maniera così improvvisa e repentina.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Dibattito su emendamenti e ordini del giorno.
consigliera Catellani.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). No, è congiunto.
Prego consigliera Catellani.
(interruzione del consigliere Rancan)
PRESIDENTE (Petitti). … un attimo consigliere Rancan, sentiamo l’intervento della consigliera Catellani.
Prego.
CATELLANI. Grazie Presidente.
L'intervento è sull'ordine dei lavori: fino a poco fa leggevamo “discussione emendamenti”, nella giornata di ieri mi sono recata presso l'Ufficio della dottoressa Rositano per avere alcuni chiarimenti rispetto a come sarebbe stato l'incedere della giornata odierna, visto anche la particolarità della giornata e rispetto al tema di discussione emendamenti e ordini del giorno non v'era dubbio, almeno per quello che le mie orecchie hanno sentito che le due discussioni sarebbero state assolutamente distinte, mi è stato confermato nulla di congiunto dal fatto che entrando io ho letto “discussione non congiunta” ma soltanto “emendamenti”.
Quindi, ieri, a domanda precipua fatta su come sarebbero stati gestiti i due, la risposta è stata prima emendamenti e poi ordine giorno, quindi due discussioni separate, non congiunte, quindi questo è stato detto ieri.
E sono andata appositamente, peraltro non ero da sola, sono stata accompagnata da un collaboratore, e la domanda è stata fatta appositamente, quindi chiedo conferma di quanto mi è stato detto nella giornata di ieri.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Su questo risponderà la dottoressa Rositano.
È evidente che la discussione, comunque il dibattito si è sviluppato nella prima parte con gli emendamenti sulle due delibere, quindi, gli emendamenti e le delibere; è vero che avevano una discussione a parte, ma non è intervenuto nessuno e abbiamo votato.
Adesso ci sono gli ordini del giorno con gli emendamenti che insistono sugli ordini del giorno è un'altra discussione, ha chiesto la parola Facci e adesso lei.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Appena aperto la seduta alle 23,40 ho chiesto se qualcuno vuole intervenire sugli emendamenti alle delibere e nessuno…..
… consigliere Rancan anche a lei è arrivato tardi in Aula, abbiamo iniziato prima.
(interruzione)
Può offendere quanto vuole.
Avevo detto 23,30.
Non faccia minacce, consigliere Rancan.
Adesso la dottoressa Rositano viene a fare il chiarimento con la sua collega Catellani, senza problemi.
(interruzione)
Lo so che sono la Presidente.
Lei sa solo offendere, non è un problema, lei ha il suo stile, io il mio, nessun problema.
Faccia e dica quello che vuole.
(interruzione)
Non è un problema, stiamo qui tutta la notte ad andare avanti con questo modo vostro di parlare.
Abbiamo detto che siamo partiti dagli emendamenti sulle due proposte di delibera, su quello non c'è stato intervento, abbiamo votato - lo dico per la seconda volta - passati gli emendamenti sugli ordini del giorno siete intervenuti.
Queste sono state le due votazioni.
Adesso si chiarirà la consigliera Catellani anche con la dottoressa Rositano.
Io passerei, però adesso la parola al consigliere Pelloni, prego.
PELLONI. Presidente, però a questo punto non ho capito una cosa: se è il momento anche di discussione generale su emendamenti o sugli ordini del giorno o su entrambi e quali sono le tempistiche, quindi avrò dieci minuti sul 42 e dieci minuti sul 52?
PRESIDENTE (Petitti). Dieci complessivi, come ha fatto Facci, che è intervenuto in dieci minuti su quello che ha ritenuto rispetto al tema emendamenti e ordini del giorno. Credo che adesso sia chiaro l’abbiamo detto tre volte. Prego.
PELLONI. Ok, intanto manca un minuto, parto con la discussione adesso. L’ordine del giorno sull’8542 chiede, in buona sostanza, di non aderire alla strumentale iniziativa referendaria intrapresa dal centro-sinistra dell’Emilia-Romagna per l’abrogazione, non solo dall’abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, proposta con unica finalità di osteggiare l’attuale Governo italiano senza considerare minimamente gli interessi dell’Emilia-Romagna, si chiede inoltre alla Giunta a procedere presso il Governo e il Parlamento il percorso per la concessione di maggiore autonomia alla nostra Regione, peraltro in attuazione a quelli che sono gli strumenti attuali di questa maggioranza perché sia nel Patto per il clima e per il lavoro che in tutti gli strumenti programmatici di questa Regione attualmente c’è la richiesta di una maggiore autonomia ed erano anche gli atti della precedente legislatura. Quindi io credo che oggi ci sia una coerenza altrimenti non è solo l’indizione del referendum ma anche cambiare, visto che è anche una delle cose su cui più si è puntato, il Patto per il clima e per il lavoro è un patto che è stato fatto con tante associazioni, sindacati, enti intermedi e quant’altro proprio perché ci si è presentato, adesso lei Presidente prima della discussione non c’era ma i miei colleghi l’hanno ricordato bene, le posizioni che col Patto per il clima e il lavoro e le sue dichiarazioni che fece in merito all’opportunità che la Regione Emilia-Romagna aveva con l’autonomia differenziata o non era vero allora o non era è vera la posizione attuale che, quindi, io in sintesi avevo chiuso il mio intervento precedente in discussione generale dicendo che allora quando il Partito Democratico è in maggioranza l’autonomia differenziata è un’opportunità, quando invece l’autonomia differenziata la attuano, perché è un’attuazione, ad oggi intanto non è ancora legge, primo, secondo il problema che non è ancora di fatto attuata realmente, ci sono di nuovo delle interlocuzioni sulla base della legge cornice, ma appunto in questo ordine del giorno si chiede di fermarsi con un’iniziativa assolutamente strumentale e invece guardare in maniera laica, diciamo, utilizziamo questo termine, forse improprio, per cercare in qualche modo di attivarsi, come stanno facendo peraltro altre regioni. E ce lo ricordiamo che nel 2018, appunto, sembrava proprio per non rimanere indietro, questa Regione e il suo Presidente cercando di seguire il modello Zaia, cercò, anzi senza fare il referendum, di approvare in Consiglio regionale una forma di autonomia differenziata. Ma peraltro poi, come ho letto nel precedente intervento, non solo Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, ma poi tante altre regioni a statuto ordinario hanno seguito quell’esempio, hanno dato mandato ai propri presidenti di andare a interloquire col Governo e sono rimaste fuori, appunto, solo Molise e Abruzzo.
Ad oggi anche il Presidente De Luca che ha già il deliberato, come vuole fare Regione Emilia-Romagna, il referendum sull'abrogazione nel primo quesito di abrogazione totale della legge, nel secondo quesito di alcuni articoli come il 52 che stiamo discutendo ora, quindi, intanto, è già partito un altro amministratore.
Poi, ripeto, visto che il 52, e tanto si è puntato nella retorica e nella narrazione, nel 52 che salva alcune parti, salva l'unità nazionale quindi invece anche quest'oggi abbiamo sentito il tema dell'unità nazionale, nell'intervento precedente ho letto l'articolo 5 della Costituzione, quindi, oggi il tema non è lì; il tema è assolutamente quello di valutare, ma poi gli emendamenti… visto che adesso mi rimangono solo quattro minuti, cinque minuti perché uno l’ho perso per la confusione di sottofondo, tra gli emendamenti che ho presentato ad oggi, basta che voi aprite il sito della Regione Emilia-Romagna, quindi sono dei documenti di professionisti che riprendono il professore Vandelli che è stato in quella sede e allora io vi vorrei dire questa roba qua: il professor Vandelli, dice, ma è nel documento appunto, come dicevo prima, che funzioni o politiche esercitate - è un estratto, ovviamente, ma se ci sarà tempo di intervenire nuovamente ne leggerò diversi di questi estratti di documenti che sono oggi nel sito della Regione Emilia-Romagna con professionisti, amministrativisti e costituzionalisti sicuramente più autorevoli delle mie parole - che funzioni politiche esercitate dallo Stato vengano assegnate ad una regione perché le esplichi con riguardo alla sua popolazione rappresenta un dato neutro, non avvantaggia né lede le posizioni dei residenti delle altre Regioni.
Non lo scrivo io, lo scrive Vandelli che è stato in quei banchi, io ci ho studiato sopra, quindi ognuno ha i suoi modelli di riferimento, magari su certe cose non la vedevo allo stesso modo, ma è tra i padri dell'autonomia.
Va da sé: a condizione che l'esercizio si esplichi nel rispetto della cornice unitaria comune che è la prefazione del libro che è la prefazione della nostra Costituzione, appunto, l'articolo 5 della Costituzione che è tra i primi 12 ed è nella legge che andiamo in teoria a chiedere l'abrogazione.
In un altro documento al capitolo 6, per una ripresa del discorso sulla differenziazione - visto che ci sono stati nel 2017 partiti, poi nel 2018 ci furono Presidente della Regione Emilia-Romagna, di Veneto e Lombardia che accelerarono, poi ci fu il Governo giallo-verde, cioè ci furono degli start and stop, definiamoli così - per una ripresa del discorso sulla differenziazione i rischi da evitare si tratta allora di riprendere il non facile cammino della differenziazione che non coincide necessariamente con l'attuazione dell'articolo 116, terzo comma Costituzione, tenendo presente che vi sono due rischi contrapposti da evitare ed alcune piccole utili indicazioni da seguire; il primo rischio di evitare è quello, a fronte delle difficoltà, a usare un gergo calcistico a lei Presidente magari caro, quello di gettare la palla in tribuna, cioè quello di chiedere un referendum, gettare via tutto, quindi ve lo scrive, l'avete pubblicato sul sito della Regione, anche quello non va bene, anche degli autorevoli professionisti vi sconsigliano di gettare una discussione che fino a poco tempo fa era seria, poi è diventato assolutamente di parte, in altre parole, di non far nulla che ancora peggio, appunto, o comunque di ritardare senza ragione l'adozione di iniziative volte a rispondere a una legittima domanda di differenziazione, adducendo l'esistenza di difficoltà finanziarie o istituzionali, appunto l'unità nazionale, costituirebbe una risposta alle giuste aspirazioni del rilancio del Mezzogiorno, nel senso per rendere ancora più difficile la soluzione ai problemi, quindi oggi ci si chiede se si vuole rispondere ad alcuni problemi concreti per togliere un po' di burocrazia, Regione un ente più periferico può togliere un po' di burocrazia sia al sud che al nord.
E l'altro rischio, scrive appunto sempre al capitolo 6, l'altro rischio speculare al primo è quello di ritenere che il regionalismo differenziato si risolva nella creazione di una nuova autonomia speciale, quindi, occorre essere chiari: l'articolo 116 terzo comma non è uno strumento utile ad aumentare il numero delle Regioni speciali ed eventualmente problemi connessi con l'attrattività che alcune Regioni speciali, perché ci sono dei Comuni che appunto confinano con delle Regioni a statuto speciale…
PRESIDENTE (Petitti). Ha finito il tempo consigliere Pelloni.
PELLONI. No, ho un minuto in più perché io sono partito a nove, finisco, sono alle conclusioni, guardi Presidente non vado avanti oltre il minuto ulteriore.
Questo per dire, io ho preso degli estratti di un documento ben più elaborato, ben più complesso, che si fa fatica a sintetizzare in poche parole, questo per dire che appunto gli emendamenti vertono su questo e di buttare questo che state facendo, buttare la palla in tribuna, accendere la vostra tifoseria per portare un dibattito di miglioramento del Paese su problematiche seri concrete come le materie che riguardano eventualmente l'autonomia differenziata?
Quindi si preferisce un interesse di parte e partitico piuttosto che un interesse del bene comune.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Cuoghi.
CUOGHI. Grazie Presidente.
Volevo dire due parole per illustrare gli ordini del giorno che ho presentato a mia prima firma e che sono stati sottoscritti da tutto il Gruppo Fratelli d'Italia e anche da altri Colleghi dell'opposizione.
Parliamo in particolare quindi dell'ordine del giorno numero 7 sull'oggetto 8542 e del numero 5 sull'oggetto 8552.
Sono due ordini del giorno sostanzialmente simili e vertono su un concetto, una riflessione, potremmo dire anche un'idea, cioè che vorrebbero un po' anche interrogare l'Assemblea per dire cosa intendiamo esattamente quando parliamo di referendum, perché anche in questa discussione, oltre che nella storia che riguarda questa faccenda dell'autonomia, incontriamo più volte e in diverse forme l'istituto del referendum.
Vediamo però che a seconda di come fa comodo, viene utilizzato e speso in maniera diversa.
Adesso, ad esempio, viene proposto questo referendum abrogativo su un qualcosa che ancora non è stato approvato, ma ancora non è in vigore, su cui ancora, magari ci si deve valutare come possono andare le cose e si vuole proporre questo referendum e ovviamente chi lo propone e lo sostiene col fatto che è necessario assolutamente sentire il parere dei cittadini e degli elettori, che cosa intendono fare di questa autonomia differenziata.
Questo potrebbe anche essere corretto, preso da solo, potrebbe anche essere condivisibile, preso da solo, ma va un po' a cozzare con quello che è stato il referendum, così come è stato inteso nella storia passata che riguarda l'autonomia.
Parliamo appunto di quando, qualche anno fa, più o meno, eravamo nel 2017, ci sono state due Regioni governate dal Centrodestra, in particolare Lombardia e Veneto, che hanno fatto i referendum per richiedere l'autonomia allo Stato centrale, per richiedere alcune forme di autonomia allo Stato centrale; fanno questo referendum quindi effettivamente chiedono ai cittadini come la pensano in merito e, in base a questo, procedono con questa richiesta e mettono anche in moto tutta una serie di tavoli e di incontri con i Governi che si sono succeduti.
La Regione Emilia-Romagna decide di fare una cosa diversa, decide che questo referendum non è necessario.
Il Presidente Bonaccini dichiara addirittura “mi si dia atto che sull'autonomia ho ottenuto quanto in Lombardia e Veneto senza spendere 20 milioni del referendum”, gliene diamo atto, questo è vero, ma a questo punto ci chiediamo però questa cosa: ma il referendum serviva o non serviva?
Perché se in un caso abbiamo risparmiato 20 milioni per un referendum che altri hanno giudicato servisse, adesso andiamo e ne chiediamo di spendere molti di più per un referendum che potrebbe anche non servire, perché dico che potrebbe anche non servire, l'ho detto anche nel mio intervento precedente, ma intendo ripeterlo sulla questione autonomia: c'è già stato un referendum nazionale perché l'autonomia nasce dalla modifica del titolo quinto della Costituzione, avvenuto nel 2001 da proposta di un Governo con un Parlamento di Centrosinistra, tutte cose che ci siamo già detti, e la modifica costituzionale è avvenuta, passando doverosamente per un referendum, quindi, su cui abbiamo già chiamato gli italiani a votare abbiamo già chiesto agli italiani che cosa ne pensano e lo abbiamo votato, lo abbiamo accolto.
La maggioranza ha espresso parere favorevole all'autonomia e l'autonomia è entrata in Costituzione, da lì non è mai stata attuata, si sono succeduti Governi, ma nessuno ha mai voluto prendere in mano la questione o forse l'hanno fatta a livello di trattative, senza mai sistemare le cose, il Governo Meloni, che sta cercando di sistemare tante cose, non riuscirà a farle tutte in breve tempo, ma ci sta provando e ha messo le mani anche su questa questione che aspettava da più di vent'anni e ci ha messo le mani e ha approvato una legge che di fatto risponde a tutte quelle che erano un po' le osservazioni che erano state fatte.
Quindi parliamo dei livelli essenziali da garantire, parliamo del fatto comunque che questo non deve dividere quello che è l'unità nazionale e parliamo di cose che erano già state richieste e confermate.
Tant'è che questa legge è stata firmata da chi deve garantire la Costituzione in Italia, che è il Presidente della Repubblica, cioè se questa legge non avesse avuto questi requisiti, è evidente che il Presidente della Repubblica non l'avrebbe controfirmata, non staremmo qui a parlare di una cosa che di fatto non ha completato l'iter ed è fallita miseramente.
Però ecco, al di là di queste considerazioni, quello che con questi ordini del giorno vorrei richiedere all'Assemblea proprio a livello di riflessione: questi referendum servono o non servono?
Perché se veramente vogliamo e pensiamo che il referendum sia un istituto necessario, se crediamo che sia corretto chiedere ai cittadini che cosa ne pensano in merito, allora anche quella richiesta che l'Emilia-Romagna si è fatta da sola, si è fatta all'interno di questa Assemblea, si è fatta utilizzando solamente la democrazia rappresentativa, ma senza coinvolgere i cittadini in maniera diretta, allora forse anche quella è da rivedere, quindi dobbiamo fare un ulteriore passo indietro, dobbiamo andare al punto in cui eravamo prima fare come hanno fatto Veneto e Lombardia, cioè quindi interrogare prima i cittadini dell'Emilia-Romagna e chiedere ai cittadini dell'Emilia-Romagna: ma volete l’autonomia o non la volete?
A questo punto, se i cittadini dell'Emilia-Romagna vogliono l'autonomia, è inutile fare un referendum a livello nazionale o comunque verrà fatto perché magari qualcun altro richiederà di farlo, ma non perché lo chiede l'Emilia-Romagna, visto che gli emiliano-romagnoli ci hanno già risposto e se i cittadini dell'Emilia-Romagna non vogliono l'autonomia, si può decidere che cosa fare, nel senso che la legge approvata dal Parlamento non è che obbliga all'autonomia, non è che è una legge che dice: vi dovete arrangiare su tutto e noi non vogliamo nemmeno più che ci telefoniate ogni tanto.
È una legge su cui le Regioni possono chiedere, laddove si sentono di poter affrontare una di queste funzioni, chiedono allo Stato, quindi alla macchina centrale, di averle distaccate presso di sé perché ritengono di poter avere una maggiore efficienza in questo perché ritengono di potere forse fare con meno tempo, forse fare con le stesse risorse, di fare di più, di fare meglio, questo non lo so, è anche una grossa sfida.
L'Emilia-Romagna spesso ha un po' questa cosa che si sente la prima tra le Regioni o comunque tra le prime, e spesso lo è e io non vorrei che qui ci fosse anche una paura di perdere un po' questa posizione, cioè nel fatto di dire che nel momento in cui poi veramente le Regioni possono agire autonomamente l'Emilia-Romagna riuscirà ancora a mantenere questa posizione su cui abbiamo sempre insomma speso fiumi di parole per poter dire, ma l'Emilia-Romagna è la prima o ci sarà qualcuno che con l'autonomia che verrà prima dell'Emilia-Romagna?
È questo che ci dà fastidio, è questo che ci disturba, perché io dico questa che probabilmente è una forma di chiamiamola anche competizione ma sana competizione, un confronto sulle buone prassi che dovremmo in qualche modo attuare con le altre Regioni e, quindi, volere interrompere questo procedimento prima ancora che questo procedimento abbia inizio è veramente un suicidio da un punto di vista politico-amministrativo.
Con questi due ordini del giorno chiedo, sia per l'oggetto 8542 che per l'oggetto 8552, che la Giunta Regionale, quindi il Presidente della Regione, che ritiri la precedente proposta che è stata avallata dalla Giunta con cui si è chiesta al Governo maggiore autonomia e di presentare, riguardo alla cittadinanza regionale un quesito referendario sull'esempio di Lombardia e Veneto, per dare legittimazione democratica alla richiesta di autonomia.
Dopodiché possiamo veramente dire che crediamo nell'istituto del referendum e che quindi poi procediamo in questo senso.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Pompignoli.
POMPIGNOLI. Sì, grazie Presidente.
Intervengo sull'ordine dei lavori, non tanto sulla discussione legata agli ordini del giorno e altro. Chiedo questo: perché sull'emendamento 53 già votato, mi perdoni se non sono stato attento rispetto a questo emendamento, e chiedo questo, vorrei capire perché, mi perdoni se non sono stato attento rispetto a questo emendamento, e chiedo questo, vorrei capire, perché sono assolutamente certo che prima della sospensione dell'Aula e quindi alla chiusura della discussione, questo emendamento non fosse stato depositato, quindi io le chiedo cortesemente di capire quando è stato depositato l'emendamento 53 sull'orario, perché è evidente che questo non era stato assolutamente depositato al termine della discussione generale.
Ora, se riusciamo a capire esattamente la presentazione, così siamo certi anche di quello che è la correttezza rispetto a questa votazione, in ragione proprio del fatto che alla sospensione sull'8552 si è arrivati, avevate depositato, c'erano stati dati due blocchetti di fotocopie dove si arrivava al 35, quindi dobbiamo capire esattamente le motivazioni per le quali questo emendamento sia stato depositato o successivamente oppure ci è sfuggito a noi sul 53 oppure è arrivato al 35 il deposito di questo emendamento qui e perché, eventualmente, è stato numerato 53.
PRESIDENTE (Petitti). Sì, è stato comunque depositato alla fine della discussione, durante la discussione generale.
Prego consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. Presidente, se costruiamo le discussioni sui dieci emendamenti precedenti, semplicemente perché non eravamo in Aula nel momento in cui si è votato, vuol dire che salta l'impianto di confronto in quest'Aula e siccome il consigliere Pompignoli non è che era disattento, non c'era quando noi abbiamo votato.
Siccome io sono sicura di aver depositato l'emendamento prima della fine della discussione.
PRESIDENTE (Petitti). Colleghi, sono arrivati gli emendamenti alla fine della discussione tutti insieme, i vostri e altri.
Io non è che ho controllato, gli Uffici li hanno messi a posto e poi li hanno distribuiti quindi durante la discussione, alla fine della discussione generale sono arrivati i vari emendamenti.
Poi adesso tutti ne siete a conoscenza, perché un'ora e mezza gli Uffici li hanno dovuti sistemare.
consigliere Rancan.
RANCAN. Io invece ho il sospetto, e questo rimane pur sempre un sospetto, quindi non una certezza, che questo emendamento sia stato inserito con la discussione generale chiusa e la cosa grave è lei che non sa rispettare il regolamento.
Mi faccia vedere l'orario perché l'avevate detto tutti, compresi i Consiglieri più a sinistra, che questa cosa sarebbe dovuta arrivare via mail, tutti gli emendamenti dovevano arrivare via mail e non ne è arrivato uno.
Quindi, va bene che li abbiano fotocopiati?
Decidetevi.
In ogni caso io ho il sospetto, ma è un sospetto, questo significa che nelle procedure uno può avere sospetti, che questo emendamento sia stato fatto a discussione generale chiusa e sia stato infilato dentro agli emendamenti dell'opposizione. Questo sapete perché? Mi scusi ma mi può far finire?
PRESIDENTE (Petitti). … ha terminato il tempo però….
RANCAN. …ma cosa sta dicendo, io ho tre minuti, ho tre minuti, adesso anche sui tempi facciamo i vizi di forma. Allora posso dire che ho un sospetto? Sì, è un problema? Non credo, …36 secondi?... va bene, in ogni caso è curioso che nei 1307 emendamenti presentati, né prima né dopo, questo sia stato numerato in mezzo come l'altro, cioè, a logica si numerano, abbiamo visto tutti, sono arrivati in blocco, si numerano e questo o era prima o era dopo; è necessario capire l'orario di presentazione dell'emendamento.
Non perché uno voglia prendersela con qualcuno in particolare, non si vuol fare la caccia alle streghe, anzi, però è capire come è avvenuto, anche perché questo è un emendamento completamente sostitutivo di una cosa che si va a votare, tutto legittimo, però vista l'importanza, è curioso che i presentatori non abbiano detto nulla sulla presentazione di questo emendamento.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. ZAPPATERRA. I sospetti in un consesso istituzionale non sono accettabili.
Non è rispettoso verso le istituzioni e chi le rappresenta…
(interruzione)
ZAPPATERRA. … no, non è rispettoso e comincio ad essere un po' stanca di questi toni, di queste modalità, di questa violenza, di questa aggressione continua.
(interruzione)
ZAPPATERRA. …voi,… l’emendamento, nel caso lo voleste sapere, gli emendamenti sul quesito di abrogazione totale, così come sul quesito di abrogazione parziale, ce li hanno pronti da ieri per un motivo molto semplice: dobbiamo allineare i testi con le altre quattro Regioni, la Campania è andata per prima, abbiamo allineato i testi a quello che è stato approvato in Campania.
Se poi voi volete andare a cena non siete qui e sono i primi che vengono votati perché soppressivi interamente, non è un problema mio approvare.
(interruzione)
ZAPPATERRA. …certo, sono d’accordo, il problema è che io ero qui e non accetto che si metta in discussione una procedura che per la parte che mi riguarda è stata svolta correttamente, depositata prima della fine della discussione, siamo da un quarto d'ora avanti e lei avanza un sospetto, ma stiamo scherzando?
E nessuno è intervenuto perché decido io se illustrare l'emendamento o no; considerato che non c'eravate in Aula, ho ritenuto di guadagnare anche quei due minuti e di non presentarlo, ma questo non vi deve far sospettare che non l'abbia depositato nei tempi.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Delmonte.
DELMONTE. Sull’ordine dei lavori, per avere almeno un chiarimento sul metodo, così anche nei prossimi atti che discuteremo domani mattina lo sappiamo: come vengono numerati.
O si numerano tutti quelli depositati da un gruppo in un momento particolare e gli altri vanno in un numero dopo oppure si numerano in una logica di consequenzialità della votazione, cioè se uno viene votato prima, lo numero prima se uno viene votato dopo lo numero dopo.
Perché se è la prima questo numero è completamente inventato, se è la seconda almeno c'era da fare 52 votazioni prima di questa. Quindi delle due, una.
In ogni caso la numerazione è stata completamente o casuale, o con una logica che voi non siete in grado di spiegarci, oppure se avete dato una logica a questo numero dovete dirci perché non avete fatto le votazioni.
PRESIDENTE (Petitti). Sulla numerazione dei 900 e rotti emendamenti, ammetto che non so rispondere.
Ci sono gli Uffici che fanno questo lavoro.
Li abbiamo depositati.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Vi ho già risposto: li hanno ricevuti a fine dibattito e hanno fatto un'ora e mezza di lavoro con la numerazione.
Consigliere Rainieri.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Continuate pure ad offendere, vi qualificate da soli.
Consigliere Rainieri.
RAINIERI. Presidente, sull'ordine dei lavori.
Io vorrei capire perché quando lei presiede scarica sempre le colpe della sua non conoscenza del regolamento agli Uffici.
Lei dovrebbe essere quella che ne sa più degli Uffici del Regolamento, perché quando è lì è il Presidente, come quando c'ero io o come quando c'è la collega Silvia Zamboni.
Tutte le volte che le viene posto un quesito, lei chiede agli uffici: gli uffici mi hanno detto questo, gli uffici hanno fatto questo, gli uffici hanno numerato questo, ma non si scaricano le responsabilità agli altri, cara Presidente. Lei però…
PRESIDENTE (Petitti). Questo è l'ordine dei lavori, mi scusi?
RAINIERI. Sì, questo è l'ordine dei lavori e non la scuso perché lei dovrebbe sapere qual è l'ordine dei lavori.
Se poi lei non vuole che io parli e che non le dica le cose, mi dispiace, ma si doveva studiare il regolamento, prima doveva leggerlo, adesso lei se lo dovrebbe studiare il regolamento, dovrebbe saperlo a memoria su questa cosa hanno assolutamente ragione i miei colleghi e lei sta facendo il pesce in barile, quindi sta facendo finta di niente.
PRESIDENTE (Petitti). Andiamo avanti.
Siamo arrivati alle dichiarazioni di voto congiunte su ordini del giorno e provvedimento e ovviamente gli emendamenti all'ordine del giorno.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Io non ho altri iscritti in dibattito generale, voi siete intervenuti sull'ordine dei lavori.
Scusate ragazzi, conoscete le regole molto bene.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Ma cosa urlate!
Stiamo calmi, vi sentiamo, ma allora state calmi, e allora…
Consigliere Marchetti, prego, su che cosa?
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Ma penso possa parlare il consigliere Marchetti.
Prego, consigliere Marchetti.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti)… non serve parlare sopra.
Consigliere Marchetti.
MARCHETTI. Grazie Presidente.
Interverrò sull'ordine del giorno che ho depositato, sugli atti che comunque sono in discussione, affrontando il tema, sempre legato ovviamente all'autonomia differenziata, nello specifico per tutti quegli aspetti che sono legati all'ambito sanitario.
Questo credo sia importante perché purtroppo è una di quelle tematiche che viene agitata un po' come uno spauracchio troppo spesso da parte della maggioranza che governa questa Regione, per demonizzare la legge sull'autonomia differenziata.
Abbiamo sentito parlare di una legge che andrà a spaccare il Paese, una legge che maschera una sorta di secessione delle Regioni più ricche, una legge che andrà ad aumentare il divario che c'è già attualmente tra alcune Regioni e altre che magari hanno un servizio sanitario regionale più elevati in termini di servizio.
Io credo che se le argomentazioni sono queste, significa non averla nemmeno letta quella legge perché in realtà di penalizzante non c'è alcunché all'interno di questa normativa, innanzitutto perché è una normativa, è una legge procedurale, ovvero che va a definire i passaggi e i processi che sono già previsti dalla nostra Costituzione e quindi credo che questo sia già un punto fermo da tenere bene in considerazione quando si dibatte in un'Aula istituzionale, non a caso la normativa che oggi voi state contestando prevede passo dopo passo tutti i vari passaggi che devono guidare le Regioni verso una maggiore autonomia, le Regioni infatti, possono chiedere l'autonomia.
Partono quindi di conseguenza i negoziati che devono portare a uno schema d'accordo che viene inviato al Parlamento, quindi anche il Parlamento viene coinvolto, successivamente il Governo traduce in un percorso che deve portare a un disegno di legge. E poi, in parallelo, ovviamente, c'è anche la definizione dei LEP.
Io credo che, detto ciò di pericolo di deriva non ve n'è la minima ombra dal momento che voi contestate proprio questa normativa.
Partendo anche dalla sanità, io mi sono andato a rivedere un po' le vecchie richieste che come Regione avevamo avanzato inizialmente proprio per quanto riguarda la sanità e mi sono andato a riprendere il documento di indirizzi della Giunta regionale per l'avvio del percorso finalizzato all'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell'articolo 116 comma terzo della Costituzione.
Perché ci stiamo muovendo sempre all'interno di questa cornice non dobbiamo dimenticarci.
E proprio in questo documento di indirizzi della Giunta Regionale dell'Emilia-Romagna, non del Veneto, della Lombardia, si parla anche di sanità, alla faccia di quell'autonomia differenziata che andrà ad attaccare il servizio sanitario nazionale.
E che cosa andavate a chiedere voi anche con il nostro sostegno, ovviamente, perché come abbiamo detto in precedenza, non abbiamo mai fatto mancare il nostro sostegno a questo processo che doveva portare ovviamente ad un'ulteriore autonomia.
La Regione Emilia-Romagna, per quanto riguarda la tutela della salute, chiedeva limitatamente agli aspetti di gestione delle risorse destinate al territorio regionale, nel rispetto dei vincoli complessivi di finanza pubblica e di erogazione dei livelli essenziali di assistenza, si chiede la possibilità di rendere più flessibile la capacità di gestione dei vari capitoli di spesa, non prevedendo vincoli specifici sulle singole macro voci poi ancora sul sistema di governance dell'azienda, che era un tema che aveva toccato anche Baruffi durante il suo intervento.
Per quanto riguarda il riconoscimento della potestà di modificare gli assetti, anche accorpando ove si ritenesse necessario, si richiedeva anche la possibilità di riconoscere alla Regione la determinazione di criteri differenziati per la distribuzione dei farmaci.
Anche questo è un altro punto centrale che sarebbe certamente molto importante.
Poi si chiedeva la possibilità di integrare il sistema formativo delle scuole di specializzazione mediche per andare ad agire anche sul tema della formazione in ambito sanitario, che è un elemento assolutamente strategico per garantirne una sostenibilità.
Si chiedeva inoltre la possibilità di definire misure volte a garantire una più equa accessibilità ai servizi da parte dei cittadini, anche rideterminando importi e regole di compartecipazione alla spesa diverse da quelle previste a livello nazionale, poi inoltre, si chiedeva l'incremento del livello di autonomia regionale che, insieme a più incisivi strumenti giuridici, consenta la disponibilità regionale di risorse annue sufficienti a garantire la realizzazione degli investimenti necessari a contrastare l'inadeguatezza del patrimonio edilizio tecnologico delle aziende sanitarie.
Ora non vi ho letto i contenuti di questo documento di indirizzo della Giunta regionale per l'avvio di questo processo e percorso finalizzato all'acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia per perdere del tempo, ma perché sono gli stessi indirizzi che abbiamo inserito nell'ordine del giorno che abbiamo abbinato per dare continuità a un percorso che avevamo già definito insieme all'interno di quest'Aula e io non ho ancora compreso quali siano le differenze oggi da quello che era oggetto di discussione all'epoca che all'epoca mancava sostanzialmente una normativa quadro che ci permetteva di gestire, insomma, l'intera richiesta di una maggiore autonomia.
Ebbene oggi c'è quella normativa, ci sono delle procedure, dei processi da seguire, che prevedono il coinvolgimento ovviamente delle Regioni, ma anche del Parlamento, unitamente anche al Governo nazionale, quella normativa quadro che lo stesso Bonaccini nel 2022 auspicava, per regolamentare un processo che era già previsto dalla Costituzione, ma che non aveva un percorso ben chiaro e definito.
Oggi c'è in parallelo, come dicevo prima si procederà con la definizione dei LEP che hanno il compito di garantire i servizi in maniera identica in tutte le Regioni del Paese, indipendentemente dalle maggiori competenze che i singoli territori acquisiranno in seguito al negoziato, quindi, non ci sarà alcuna regione di serie A e alcuna regione di serie B, ci saranno dei livelli minimi che dovranno essere garantiti e ci sarà la possibilità per quelle Regioni che saranno in grado di gestirsi autonomamente, acquisendo ulteriori competenze in maniera più efficiente e peculiare.
Io credo che quell'atto di indirizzo che vi ho letto prima che è vostro lo ripeto, sia emblematico e che porti a galla comunque un evidente cambio di passo che purtroppo c'è stato. Poi ho sentito prima dire dalla consigliera Zappaterra che in realtà non c'è stata alcuna, alcun cambio di rotta da parte vostra, ma c'è stato eccome perché queste sono parole che restano.
Sono indirizzi che tutti quanti noi abbiamo votato e avevamo votato questi indirizzi che oggi noi inseriamo in questo ordine del giorno, senza avere certamente una normativa quadro, una normativa quadro che va semplicemente a garantire un processo chiaro di confronto tra Regioni e Stato centrale.
Non ci sarà alcuno scippo nei confronti delle Regioni più piccole. Ho sentito avanzare anche questo timore, anche perché non si parla di trattenere il residuo fiscale, quindi non ci saranno Regioni che toglieranno ad altri territori risorse importanti.
Ci sarà solo la possibilità, ed è il minimo sindacale, come l'ho definito durante un mio intervento in precedenza, che permetterà alle Regioni di gestirsi le proprie competenze con le risorse e il gettito fiscale prodotti sul nostro territorio, evitando, e poi chiudo Presidente, quel giro conto, permettetemi la banalizzazione, che ci porta sempre ad attendere le risorse che arrivino dallo Stato quando potremmo trattenere direttamente per delle competenze ben precise e con un quadro economico ben chiaro fin dal principio.
Quindi questi sono insomma gli obiettivi ed i contenuti dell'ordine del giorno che abbiamo presentato proprio per ricalcare le tematiche che anche voi avevate avanzato e proposto in ambito sanitario, andando così a dare conferma a ciò che stavamo dicendo prima, ovvero che avete sostanzialmente cambiato completamente linea, disconoscendo tutto ciò che abbiamo fatto nel corso di questi ultimi anni.
PRESIDENTE (Petitti). Consigliere Pompignoli.
POMPIGNOLI. Giusto per capire, che non ricordo esattamente, interveniamo dieci minuti su tutti e due gli oggetti, rispettivamente gli ordini del giorno che sono stati presentati su tutti e due gli oggetti, giusto? È corretto.
Quindi cercherò di fare una sintesi sui due ordini del giorno presentati, 8542/5 e 8552/4, giusto per affrontare due tematiche di particolare rilievo, in ragione del fatto che, rispetto alla tematica legata all'autonomia, tra le materie oggetto della richiesta di autonomia differenziata avanzata dalla Regione Emilia-Romagna, la premessa è ovviamente riguardante la risoluzione che era stata approvata nel 2021, presenti il tema delle politiche per la montagna, pure presenti nei progetti di differenziazione licenziati in numerose Regioni centro-settentrionali, Toscana e Piemonte, così come dichiarato appunto dallo stesso presidente Bonaccini, e inserito nel documento di sintesi delle richieste per il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia per l'apertura del negoziato con il Governo, trasmesso poi dal Presidente nel luglio del 2018.
Perché parlo di politiche per la montagna?
Recentemente abbiamo e avete bocciato un progetto di legge legato alla fiscalità di vantaggio per le aree particolarmente svantaggiate.
È chiaro che questo tema, come avevo anticipato già quando discutemmo quella legge, poteva essere interessante anche rispetto a una determinata funzionalità di autonomia che poteva essere richiesta dalla Regione Emilia-Romagna, posto che sapevate già in partenza che la legge sull'autonomia sarebbe comunque passata, e quindi questo poteva essere un progetto di legge che poteva andare ad innescarsi proprio rispetto alla fiscalità di vantaggio nelle zone particolarmente svantaggiate.
Su questo tema, ovviamente, il Partito Democratico ha bocciato il progetto di legge, ovviamente del sottoscritto, ne ha approvato uno invece alle Camere come progetto di legge, perché riteneva appunto che, per quanto riguarda le condizioni delle fiscalità di vantaggio della montagna, non ci fossero le condizioni per poterlo attuare.
Proprio rispetto a questo tema legato alla fiscalità di vantaggio per le aree montane si era innescato tutta una serie di argomentazioni che aveva anche infervorato un po' il consigliere Assessore Taruffi, rispetto a quante risorse la Regione Emilia-Romagna investe sulla montagna, numeri che ovviamente sono stati snocciolati dallo stesso Assessore Taruffi e poi confermati anche dall'Assessore Calvano nei vari interventi che si sono susseguiti rispetto a questa discussione.
Posto il tema legato a questa legge, è evidente che il referendum che viene chiesto con le delibere è un referendum abrogativo, poi vedremo quello che succederà rispetto alla fattibilità di questo referendum, che cosa deciderà poi la Consulta rispetto all'ammissibilità o inammissibilità di questo referendum.
Posto che una legge ordinaria oggi esiste, seppur non entrata in vigore, ma entrerà in vigore tra pochi giorni, si chiede con questo ordine del giorno, a proseguire nel percorso di autonomia differenziata, approvato in maniera reiterata dall’Assemblea legislativa nel corso degli ultimi otto anni, sulla base del pre-accordo firmato con il Governo Gentiloni in data 28 febbraio 2018; e, in particolar modo, per quanto attiene alle politiche per la montagna, prevedere per la prossima legislatura l'istituzione di una Commissione permanente ad hoc per il monitoraggio, il sostegno e lo sviluppo dell'autonomia per le aree interne, montane e semi-montane del nostro Appennino, per divenire un reale sistema di fiscalità di vantaggio che si ponga anche l'obiettivo di disciplinare in piena autonomia l'allocazione delle funzioni non fondamentali degli enti locali, di stabilire che la Commissione agirà in stretta collaborazione con il Consiglio delle autonomie locali e con le associazioni in esso rappresentate, per l'elaborazione di proposte in ordine alla tematica di competenza, di definire che la Commissione ha tra i suoi obiettivi la predisposizione di uno studio finalizzato all'elaborazione di proposte e modalità operative per supportare i Comuni nell'ottimizzazione e l'esercizio delle loro funzioni, nonché di predisporre proposte di modifica della normativa e relative autonomie locali e di stabilire che la Commissione avrà il compito di interfacciarsi con il mondo delle autonomie locali per raccogliere le istanze da questo provvedimento e contribuire all'individuazione di soluzioni alle problematiche poste e che tengono al massimo rilievo i suggerimenti e le proposte provenienti dal sistema delle autonomie.
Questo è l'oggetto dell'ordine del giorno 8542/5.
Sull'oggetto 8552/4 non ho avuto modo di confrontarmi con la mia collega Gibertoni del Gruppo Misto, rispetto alla quale credo che il Gruppo potesse discutere rispetto alla presentazione di questo ordine del giorno, ma non riuscendo a interloquire con la consigliera Gibertoni, lo ho proposto in maniera unilaterale come Gruppo Misto, e riguarda la protezione della fauna ed esercizio dell'attività venatoria.
Non credo che la consigliera Gibertoni fosse d'accordo rispetto alla posizione di questo ordine del giorno, ma io l'ho depositato, lo discuterò e spero che venga approvato.
La premessa riguarda le autonomie sul ragionamento dedicato alle autonomie, si è inserito anche la protezione della fauna e l'esercizio dell’attività venatoria.
Viene inserito anche all'interno del documento di sintesi delle richieste per riconoscimento di tutte le forme di particolare autonomia proprie dal Presidente Bonaccini durante appunto l'Assemblea del luglio 2018.
Il ragionamento di questo ordine del giorno è essenzialmente questo: è ritenuto, anche rispetto a questo ordine del giorno, che l'attività faunistica venatoria debba rientrare nelle discipline dell'autonomia regionale onde evitare ovviamente tutta una serie di adempimenti e similitudini e annessioni rispetto alla legge 157 del ‘92, si chiede e in particolare per quanto attiene alla materia faunistica e venatoria, richiede di poter disciplinare a livello regionale tali istituti al fine di stemperare le rigidità del quadro normativo statale e adeguarle alle differenti esigenze territoriali, pur nel rispetto dei principi di tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, introducendo ad esempio gli istituti regionali, a cui chiedere il parere, invece che a Ispra, attuando una sorta di autonomia differenziata di tutela della fauna cacciabile.
Ovviamente questo è un percorso che andrebbe a rafforzare quello che è il sistema autonomo della Regione Emilia-Romagna, proprio in ordine a quanto richiesto e a quanto prevede l'articolo 116, comma terzo della Costituzione.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Consigliere Bargi.
BARGI. Ho sentito un po' di stupore da parte della maggioranza rispetto a quello che viene definito un atteggiamento un po' troppo sopra le righe da parte dell'opposizione, però vorrei ribadire una volta di più, perché agli atti deve rimanere, che stiamo discutendo due atti illeciti, illegittimi, depositati dietro una richiesta di urgenza che non esiste e che tutt'oggi nessuno è stato in grado di motivare, perché nessuno ha parlato dell'urgenza, se non le impellenze di Partito e le dimissioni del Presidente Bonaccini: non c'è altro tipo di urgenza se non questa, però dobbiamo capire se sono urgenze che ricadono anche sulla pelle degli emiliano-romagnoli o sono urgenze indifferibili e quindi dobbiamo esprimerci in merito.
Quindi, di conseguenza, ritengo che se c'è una problematica legata alla discussione di oggi, non vada ricercata nel comportamento dell'opposizione, tra l'altro perfettamente legittimato da questo superamento delle regole fatto e quindi hanno tutto il diritto di potersi comportare come credono, visto che di regole non ne abbiamo.
Ma andando oltre questo aspetto, che era importante ricordarlo anche in questa fase, vorrei entrare un po' su un tema di carattere più politico, perché sento parlare di autonomia e di centralismo e mi sanguinano i pori, mi viene quasi l'orticaria, perché da parte di soggetti che mai una volta nella vita hanno preso a cuore il tema vero, che non è l'autonomia, l'autonomia è un pezzo, è uno strumento, ma il tema politico era e rimane il federalismo e questo Paese, che nasce da spinte, di fatto, di un'occupazione di uno Stato rispetto ad altri e che si porta dietro le storture nate dalla logica centralista e di cui ancora oggi soffre, merita sicuramente di riaprire un dibattito e quel dibattito, grazie anche a questa legge, è bene che torni a nascere.
Il dibattito non è sull'autonomia, che è una parola che vuol dire tutto e niente, è un pezzo, autonomo più o meno rispetto a qualcosa; se noi prendessimo una scala che va da uno a dieci, dove uno è il centralismo e dieci è il federalismo, l'autonomia si colloca di mezzo a vari gradi, cioè più o meno autonomo.
Lo Stato italiano alla sua nascita era forse sull'1, nel periodo fascista forse è andato anche sullo 0,5.
Dopo l'unità d'Italia possiamo dire che con l'articolo 5, almeno una forma di rispetto dell'autonomia locale è stata inserita nella Costituzione.
Diciamo che siamo a un 2, con questa legge forse vediamo un 3,5.
Dove sta la disgregazione: non l'ho capito.
Quindi me lo dovete spiegare molto meglio e in maniera molto più efficace, perché qualcuno diceva che non leggiamo i libri, ma voi ne avete letto pochi su questo argomento.
I tentativi di federalismo in Italia sono stati tanti, è un dibattito che risale già al ‘500, potrei citare il Burlamacchi da Lucca, che ha avuto un'avventura finita male, un po' infelice, ma che già parlava di confederazione di città del centro Italia, nel corso del ‘600-‘700 diverse sono state le proposte di unione, federazione e confederazione per cercare di opporsi anche alle forze straniere che imperversavano sul territorio.
Nel corso dell'800 come non citare tra i più famosi Cattaneo, Ferrari, Gioberti, col Neoguelfismo, come non citare gli accordi di Plombieres, dove gli stessi fautori dell'unità d'Italia li immaginavano confederali.
Poi disattesa la pace di Villafranca, arrivando al ’900, possiamo passare da Salvemini, che era socialista, don Luigi Sturzo, che era un prelato meridionale tra l'altro, da Gianfranco Miglio per ultimo, ma non ultimo. Io ho citato alcuni, non tutti, alcuni.
Potrei citare anche Guido Fanti, Presidente comunista della Regione Emilia-Romagna neonata, siamo negli anni Settanta, quindi, abbiamo fatto quel passettino verso quel 2 che dicevo prima nella scala del federalismo che parlava di Padania non tanto come Stato a sé, ma come l'insieme di interessi di un territorio che condivide storia, cultura e valori e che può farli valere presso lo Stato centrale, quindi comunque una forma di autonomismo. Per noi questa rimane la soluzione.
Le criticità che sono nate da uno Stato che è stato creato con forte spinta centralista di controllo sui territori occupati, si vedono tutt'oggi.
Il macro tema è il distacco tra cittadini e Stato, da sempre visti in pubblico, cittadini nemici e viceversa.
Da lì hai la vessazione burocratica e delle imposte che tanto grava sulle imprese e tanto si lamentano. Hai avuto le emigrazioni in passato dalle aree più colpite da questa forma di centralismo, la risposta dal basso con scarsa propensione a versare le imposte.
Qualcuno dà la caccia agli evasori fiscali, ma dovremmo chiederci da dove nasce questa poca voglia di rispondere.
La sfiducia nella classe politica e burocratica, con la prima sempre molto distante dal cittadino e dai suoi bisogni, soprattutto a livello locale, e la seconda invece si deve in qualche modo automantenere, un ufficio che nasce per darsi uno stipendio deve esistere, quindi, di conseguenza, crea impedimenti laddove non servono perché il cittadino è cattivo.
Questa è l'impostazione che ha l'Italia rispetto ai confronti dei suoi cittadini.
La disaffezione elettorale degli ultimi tempi potremmo sicuramente ascriverla in parte anche a questo elemento, e di fatto la trasformazione di questo Paese in un gruppo, di un coacervo di interessi particolari che dominano rispetto alla volontà di avere un ruolo anche nel contesto globale, evidente anche a un cieco nelle fasi storiche che stiamo vivendo oggi.
Ecco perché per noi la risposta rimane il federalismo, anche per riprendere quella che Dostoevskij definiva l'Italia come “portatrice di un'idea universale capace di riunire il mondo”, invece si è trasformata in uno staterello insignificante, trentesimo genito della rivoluzione francese e di ciò che è stato quel periodo storico.
Questo è il Paese per quanto mi riguarda e questa è la situazione da modificare anche a colpi di piccone sulla Costituzione, se necessario.
Non è questo il tema, il tema è porsi un obiettivo politico; per noi il Governo deve essere vicino ai territori con una composizione più omogeneo dal punto di vista identitario e culturale di quei territori per dare risposte che servono a quei territori.
Qualcuno ha citato anche i fondi europei P.N.R.R. e così via, durante il dibattito.
Non c'è niente di più in antitesi, l'avevo già spiegato una volta, ve lo torno a rispiegare, rispetto all'autonomia di un potere politico decentrato addirittura all'estero, dove si decide che cosa, come vanno spesi i soldi le Regioni e i Comuni diventano centro di costo.
I soldi li passano, ma le decisioni politiche vere non vengono prese lì su come andare a impiegarli.
Questo è niente, non c'è niente di più lontano da una forma di autonomia e di federalismo di questo strumento nato, anzi, qui abbiamo l'Italia che viene schiacciata come Governo centrale tra il bisogno di dover rispondere a questioni locali, tant'è che per dirimere ancora la controversia dei Comuni della gestione dell'acqua nei Comuni, la Regione Emilia-Romagna ha ancora fa atti dove dice “i Comuni che non cedono la gestione dell'acqua”, anche se ha una sorgente pura e propria comoda, bollette basse e acqua di qualità.
Ancora questa controversia portiamo avanti, ancora negli atti questi Comuni vengono esclusi e la battaglia si svolge a Roma. Io credo dovrebbe svolgersi qui la discussione su questo tema, eppure si svolge a Roma.
Io capisco che l'autonomia e addirittura una forma più forte, come potrebbe essere il federalismo, si portano dietro le famose due R le chiamo io: responsabilità e risorse.
Se uno fugge dalle responsabilità non può essere federalista, se uno vuole assumersi le responsabilità per il bene dei suoi cittadini deve pretendere anche le risorse, perché altrimenti non è in grado di garantire quei servizi di cui si fa garante.
Chiaro che questo passaggio deve avvenire nei tempi, e siamo tutti consapevoli che non può avvenire dalla sera al mattino.
Questo è un primo passo, questa legge è un primo passo, è il massimo che si è potuto ottenere a costruzione vigente.
Per noi le 23 materie sono briciole, ma da qualche parte bisogna partire.
Sarebbero un primo segnale per far capire quali sono le Regioni che sono pronte a cambiare marcia e avvicinare le scelte politiche di governo su determinati argomenti al proprio territorio, pretendendo quelle risorse che sono necessarie a garantire i medesimi, non perché, soprattutto in una Regione come la nostra ci sia una pretesa di avere soldi da qualcun altro, ma perché quelle risorse le produciamo noi e le stiamo dando a uno Stato centrale che potrebbe, anzi quasi sicuramente, il federalismo nasce per questo, o meglio, i principi che sottostanno a una logica federativa moderna, sperperare i soldi perché non ha la capacità di poterli spendere nel migliore dei modi.
La Regione Emilia-Romagna, se lo Stato spende 10 per una materia che potrebbe essere la protezione civile, la Regione Emilia-Romagna che se ne incorpora, dovrebbe essere in grado di spendere meno perché è efficiente a quelle spese.
I soldi che avanzano possono servire alla fiscalità generale o anche per ridurre le tasse.
Questo è l'obiettivo, però per noi rimane un obiettivo prettamente politico, rimaniamo federalisti e questo è il tema del dibattito. Io vorrei sentire nei prossimi anni il tema sull'autonomia.
Il referendum del cavolo non serve assolutamente a nulla, e ripeto che il referendum vostro è deleterio perché non avete voluto fare quando è stato il momento, quello per avviare il percorso.
Lì si capiva la volontà dei cittadini su che strada volevano intraprendere; oggi è un mero esercizio di politica.
PRESIDENTE (Petitti). Consigliera Catellani.
CATELLANI. Grazie Presidente.
L'ordine del giorno invece che andrò a descrivere, riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro.
In Emilia-Romagna si sta lavorando, ma sicuramente si può fare meglio.
Secondo i dati ufficiali diffusi dall'Istat, nel 2023 sono deceduti in Italia 1041 lavoratori per infortuni sul lavoro, di cui 91 in Emilia-Romagna.
Questi dati in realtà non contemplano i lavoratori in nero che sfuggono purtroppo alle statistiche ufficiali Inail.
Secondo L’Osservatorio Nazionale Indipendente, sui morti del lavoro, in realtà nel 2023 sarebbero morti 1466 lavoratori per infortuni sul lavoro, di cui 986 sui luoghi di attività, +42% rispetto all'anno 2021. Oltre al pacchetto sicurezza sul lavoro nazionale, è necessario, anche a livello regionale, individuare forme più efficaci e chiaramente più incisive di tutela della salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, tenendo conto che la Regione Emilia-Romagna svolge un ruolo nevralgico nei processi formativi.
Occorre supportare le misure formative aggiuntive a quelle obbligatorie.
Le misure per essere efficaci e non un gravame dei costi economici organizzativi, devono variare a seconda dell'età, la tipologia contrattuale dei lavoratori interessati della dimensione aziendale.
In particolare, può essere opportuno sostenere la formazione aggiuntiva e specifica, purché diversificata per settori merceologici, e nella realtà che non adottano modelli organizzativi 231 con focus sui lavoratori con gap linguistico, tirocinanti, stagisti e studenti coinvolti in progetti di alternanza scuola-lavoro, apprendisti stagionali, lavoratori somministrati.
Occorre insistere sulla coprogettazione con le imprese, in particolare sulla rilevazione preventiva dei rischi davvero presenti sui luoghi di lavoro, anche i cosiddetti “rischi interferenti”, con verifica puntuale della funzionalità dei protocolli di sicurezza. Va fatta in maniera sistematica e non soltanto sporadica.
Monitoraggio tempestivo e trasparente con il coinvolgimento dell'Assemblea.
Occorre rafforzare le misure di contrasto all'illegalità tramite l'intensificazione della collaborazione con le autorità competenti, per eliminare il caporalato e le altre forme di illecito anche tramite integrazioni del piano regionale della prevenzione 2125.
Il nostro ordine del giorno chiede chiaramente la riapertura del negoziato con il Governo, con l'obiettivo di consentire all'Emilia-Romagna di dotarsi dello strumento legislativo con il quale perseguire l'obiettivo della programmazione di politiche di sostegno alle imprese e di politiche attive del lavoro, che permettono flessibilizzazione degli strumenti di politica attiva, in modo da renderli adeguati e funzionali ai diversi strumenti di sostegno al reddito, ad esempio i lavoratori stagionali, oppure gli over 55, e ottenere di concerto potestà legislativa in merito all'introduzione di misure complementari di controllo e vigilanza sulla regolarità nell'utilizzo degli strumenti di politica attiva del lavoro, nella definizione di accordi con la direzione nazionale delle funzioni ispettive di vigilanza, al fine di accrescere il numero stesso dei controlli nelle materie oggetto di regolazione regionale.
È una materia che abbiamo affrontato tante volte, spesso e volentieri abbiamo portato queste problematiche anche nel Defr nella nota di aggiornamento.
Ecco, l'auspicio è che di qui e nel prosieguo chiunque poi governerà questa Assemblea abbia a cuore in modo particolare questo tipo di tematiche.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Altri sull’ordine del giorno ed emendamenti?
Consigliere Delmonte.
DELMONTE. Grazie Presidente.
Io ho presentato all'interno della discussione due ordini del giorno che in questo momento vorrei presentare, soprattutto uno a cui tengo molto che è il secondo, quello sull'oggetto 8552, che è quello che riguarda un aspetto sanitario che ha visto quest'Aula combattere per diversi anni ormai, che è quello dei Punti Nascita, in particolare, ovviamente abbiamo sempre discusso di quelli delle aree periferiche che all'epoca, così come oggi, hanno subito le più grandi ripercussioni, ma nel periodo attuale possiamo anche allargare il ragionamento a quelli di altri Comuni che vedono come una minaccia incombente il numero di parti dettato dall’accordo Stato-Regioni, che rischia di compromettere l'attività dei vari Punti Nascita all'interno della nostra Regione e delle Province che noi governiamo e abitiamo.
L'autonomia porterebbe la possibilità di chiedere la più alta competenza, la competenza esclusiva sul tema della sanità e permetterebbe di fatto alla Regione di decidere una proposta da proporre, da portare, appunto, alla Conferenza Stato-Regioni in modo da declinare e andare ad erogare questi numeri e cercare di riaprire quei Punti Nascita.
Lo sappiamo che è una battaglia che in realtà, ideologicamente, almeno a parole, ci accomuna tutti, l'abbiamo sempre dimostrato con i voti all'epoca qui dentro, l'aveva dimostrato anche il Presidente Bonaccini spesso con i suoi interventi, ma nella realtà, nella concretezza, questo non si è mai dimostrato.
È evidente come l'autonomia differenziata sarebbe invece un'occasione più unica che rara di dimostrare la vera volontà di andare in questa direzione, di riuscire a farlo in modo diretto, autonomo, efficace e veloce, dando una risposta a quei tantissimi cittadini che in giro per le nostre Regioni e le nostre Province, hanno raccolto firme, hanno depositato atti, hanno sollecitato noi Consiglieri, voi della Giunta, ed è una proposta che obiettivamente si potrebbe applicare in tempi rapidissimi.
È chiaro che ci vuole però la volontà politica che ad oggi sta mancando e sta mancando, sia da quando parliamo di quel tema specifico, sia oggi che parliamo di autonomia e quindi è evidente che l'occasione non può essere persa e dovrebbe essere sfruttata.
L'altro tema che ho depositato, l’altro ordine del giorno che ho depositato prevede un aiuto in termini della materia dell'istruzione, che è un'altra materia a cui potremmo richiedere la competenza esclusiva, e che prevede appunto una possibilità che ci permetterebbe di sviluppare programmi scolastici più adatti alla realtà locale.
Sappiamo quanto le nostre differenze all'interno della Regione, ma anche come regione stessa all'interno del panorama italiano, potrebbero essere caratterizzate.
Penso ad esempio all'ambito della meccatronica piuttosto che dell'agricoltura, dell'allevamento e tante altre peculiarità che si contraddistinguono in Italia e nel mondo, valorizzando appunto l'eccellenza del nostro territorio, promuovendo una formazione che risponda realmente alle esigenze del mercato del lavoro regionale.
Lo vediamo, ne parlavo ieri anche con l'Assessore Colla, lo vediamo anche nelle varie crisi aziendali, le crisi aziendali da noi non sono di facile gestione, anche per un motivo positivo, che è quello della capacità dei lavoratori di ricollocarsi.
Abbiamo una Regione che, soprattutto in certi settori, ha una folta attività, e quindi tantissime imprese che cercano continuamente forza lavoro, ed è chiaro che quando vi è una crisi aziendale o viene perlomeno percepita all'interno dell'azienda, è molto facile che il lavoratore cerchi subito di ricollocarsi e lo faccia in maniera anche abbastanza efficace.
Ecco, sulla formazione questo, potremmo andare in una direzione particolare, che è quella appunto di andare a specializzare la nostra formazione scolastica in un ambito che permetta di rispondere alle reali esigenze del mercato del lavoro che ci contraddistingue.
Ma l'istruzione non tocca solo questo campo, tocca il campo che passa per le nostre capacità di sviluppare i trasporti, che ci consente di pianificare e realizzare il futuro di questa Regione, lavorando sulle persone prima ancora che sulle competenze.
È un sistema che però va affrontato con le nostre forze, lo diciamo sempre, lo dite spesso come Giunta e fate bene a dirlo, perché siamo tutti d'accordo quando dite che la nostra Regione, su molti temi, è la locomotiva d'Italia.
Questo è fuori discussione, lo dicono i numeri.
Dobbiamo stare attenti però, all'interno di questo ragionamento, a non diventare il vagone ristorante dell'Italia perché molto spesso vengono sostituiti i nostri servizi senza restare qui da noi.
Per restare locomotiva bisogna avere le capacità amministrative, territoriali e soprattutto sfruttare quella folta capacità imprenditoriale dei nostri cittadini emiliano romagnoli che solo noi abbiamo.
Per farlo quale cosa migliore dell'autonomia.
Voi stessi nei discorsi iniziali, ormai tre anni fa, quattro anni fa, l'avete sempre ribadito, noi oggi siamo qui a sollecitarvi per cercare di riportarvi su questa direzione: il referendum.
Come avete visto, non avete nemmeno voi ben chiare quali sono le vostre direzioni, ne avete presentati due, poi li avete emendati, nelle altre Regioni li hanno fatti ancora leggermente diversi, avrete la possibilità di raccogliere comunque le firme, e poi ci sarà ovviamente l'esito sia della Corte Costituzionale che eventualmente, dei cittadini.
Noi siamo sicuri che una maggiore autonomia, l'ho detto prima, state parlando di temi che fuori di qua non vengono neanche percepiti, non vengono ascoltati, interessano poco i vostri cavilli legali all'interno dell'Aula fuori di qua.
Non condivido, perché quando vi è una battaglia su un tema come questo, è vero che stiamo magari litigando sulla burocrazia, sui cavilli di regolamento, però lo stiamo facendo su un tema, questo tema è un tema che in realtà, anche per merito di tutti noi del dibattito e delle posizioni completamente differenti che abbiamo, che una volta erano molto più simili ma che oggi sono differenti, sta tornando nel dibattito quotidiano di tutti, nel dibattito politico italiano e quindi, anche andare avanti, tenere alto questo dibattito sicuramente non può fare che bene su un tema che, come sapete benissimo, per noi è molto importante come Lega.
Quindi il dibattito ben venga nelle dovute posizioni, rispettive e speriamo che però porti alla fine della votazione, che sappiamo in che direzione ovviamente andrà, porti comunque a un dibattito che sfoci nella campagna elettorale più costruttivo e che porti comunque verso l'interesse degli emiliano romagnoli e che, a nostro parere, può arrivare solo attraverso l'autonomia.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Mastacchi.
MASTACCHI. Grazie Presidente.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno all'oggetto 8542, la legge del 26 giugno 2024, n. 86, definisce i principi generali per l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia in attuazione dell'articolo 116, terzo comma della Costituzione per la modifica e la revoca delle stesse, nonché le relative modalità procedurali di approvazione delle intese fra Stato e Regione, nel rispetto delle prerogative dei regolamenti parlamentari.
Le norme sono finalizzate a garantire l'unità nazionale nonché la promozione dello sviluppo economico della coesione e della solidarietà sociale, dell'insularità, della rimozione degli squilibri economici e sociali e del perseguimento delle ulteriori finalità di cui al terzo comma e quinto dell'articolo 119 della Costituzione.
Considerato che l'articolo 11 della legge n. 86 del 2024, relativo alle disposizioni transitorie e finali recita al comma 1 che gli atti di iniziativa delle Regioni già presentati al Governo, di cui sia già stato avviato il confronto congiunto al Governo e la Regione interessata, prima della data di entrata in vigore della presente legge, sono esaminate secondo quanto previsto dalle pertinenti disposizioni nella presente legge.
Al comma 2 si ricorda che, ai sensi dell'articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, numero 3, che dispone che sino all'adeguamento dei rispettivi statuti a disposizione della presente legge costituzionale si applicano anche alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e Bolzano per le parti che prevedono forme di autonomia più ampia rispetto a quelle già attribuite, si prevede che per le disposizioni di cui la presente legge si applicano anche nei confronti delle Regioni a statuto speciale delle province autonome di Trento e Bolzano.
È fatto salvo al comma 3, l'esercizio del potere sostitutivo del Governo ai sensi dell'articolo 120, secondo comma della Costituzione.
Si ricorda infatti che ai sensi dello stesso articolo della Costituzione, il Governo può sostituirsi a organi delle Regioni, delle città metropolitane, delle Province e dei Comuni nel caso di mancato rispetto di norme trattati internazionali o della normativa comunitaria, oppure di pericolo grave per l'incolumità e la sicurezza pubblica, ovvero quando i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali dei governi locali, la legge definisce le procedure atte a garantire che i poteri sostitutivi siano esercitati nel rispetto del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione.
La relazione tecnica evidenzia che l'articolo 11 reca disposizioni transitorie finali che non comportano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Quindi l'articolo 11 prevede che gli atti di iniziativa delle Regioni già presentati al Governo, di cui sia stato avviato il confronto congiunto tra Governo e Regione, prima della data di entrata in vigore della presente legge, siano esaminate secondo quanto previsto dalle pertinenti disposizioni della presente legge, facendo comunque salvo l'esercizio del potere sostitutivo del Governo ai sensi dell'articolo 120, secondo comma della Costituzione.
Ciò premesso, con questo ordine del giorno ritengo che sia assolutamente necessario che il Governo chiarisca quali siano le pertinenti disposizioni della presente legge applicabile al fine dell'esame degli atti di iniziativa delle Regioni già presentati, di cui sia stato avviato il confronto congiunto tra il Governo e la Regione interessata, prima della data di entrata in vigore del presente provvedimento.
In particolare, andrebbe chiarito soprattutto se l'eventuale propedeuticità della determinazione dei LEP e del relativo finanziamento, di cui si è detto in precedenza, riguarda all'articolo 4, comma 1, si riferisca in tal caso, trattandosi di negoziazioni già avviate, alla sola conclusione delle intese.
Per quanto riguarda invece l'ordine del giorno sull'oggetto 8552, l'articolo 3 della legge 86, del 2024 delega il Governo ad adottare, entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per l'individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, i famosi LEP, sulla base dei principi e criteri direttivi di cui all'articolo 1, commi 791 e 801 bis della legge 197/2022.
Ricordo che i commi 791 e 801 bis della legge del bilancio 197/2022 in realtà non recano principi e criteri direttivi, ma definiscono la procedura per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale, prevedendo innanzitutto che l'attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, di cui articolo 116 terzo comma della Costituzione, relative a materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale e consentite subordinatamente alla determinazione dei relativi livelli essenziali di prestazione (comma 791).
In questo quadro si prevede l'istituzione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri di una cabina di regia per la determinazione dei LEP, presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri e costituita da Ministri.
Vengono poi precisati, al comma 3, le materie o gli ambiti di materia di cui l'Articolo 116, per le quali sono determinati i LEP e si dispone che i Decreti Legislativi definiscono le procedure e le modalità operative per monitorare l'effettiva garanzia di ciascuna Regione per l'erogazione dei LEP in condizioni di appropriatezza ed efficienza nell'utilizzo delle risorse, nonché la congruità tra le prestazioni da erogare le risorse messe a disposizione.
Con particolare riguardo al comma 7 dell'articolo 3, si stabilisce che i LEP possono essere aggiornati periodicamente anche al fine di tenere conto delle necessità di adeguamenti tecnici prodotti dal mutamento del contesto socioeconomico o dall'evoluzione della tecnologia. Una relazione tecnica fa presente che la disposizione precisa che l'aggiornamento debba avvenire in coerenza e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili.
Inoltre, il comma 11 prevede che, successivamente alla data di entrata in vigore della legge di approvazione dell'intesa in materia oggetto della medesima, il LEP con il relativo finanziamento sono modificati e ne sono determinati ulteriori.
La Regione e gli enti locali interessati sono tenuti all'osservanza di tali livelli essenziali nel rispetto dell'articolo 119, quarto comma della Costituzione.
Viene poi, al comma 7 dell'articolo 3, disciplinata altresì una procedura per l'aggiornamento periodico dei LEP, prevedendo che gli stessi possano essere aggiornati periodicamente in coerenza e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, anche al fine di tenere conto della necessità di adeguamenti tecnici prodotta dal mutamento del contesto socioeconomico, dall'evoluzione e della tecnologia con Decreto del Presidente del Consiglio su proposta dei Ministri competenti, di concerto con il Ministro degli affari regionali e l'autonomia e il Ministro dell'economia e delle finanze.
Pertanto, in questo testo dell'articolo 3 la procedura per la determinazione dei LEP prevista dalla legge di bilancio 2023 non prevede alcun coinvolgimento delle Camere, non viene superata per effetto della delega conferita al Governo nella medesima materia, ma continua ad essere operante, sia perché si prevede la delega, e la delega deve essere esercitata sulla base di norme contenute all'articolo 1, ai commi 791 e 801 bis, della legge 29 del dicembre 2022, numero 197, che vengono considerati principi e criteri direttivi ai fini dell'esercizio della delega conferita al Governo, sia soprattutto perché si dispone che nelle more dell'entrata in vigore dei relativi Decreti Legislativi, continuano ad applicarsi le predette norme, facendosi, pertanto salvo la determinazione dei LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard nel frattempo effettuata in applicazione delle norme stesse.
Nel caso pertanto, in cui i Decreti legislativi e attuativi della delega non risultassero recettizi dei LEP nel frattempo individuati con la procedura prevista dalla legge, e questi ultimi avessero consentito la conclusione d'intesa, si potrebbe determinare una problematica di sovrapposizione tra le due procedure.
Posto che, essendo i LEP disciplinati dal Dpcm, non corrispondenti a quelli previsti dai Decreti Legislativi, fonti di rango superiore e successivo nel tempo, si dovrebbe verosimilmente procedere all’aggiornamento dei contenuti delle intese a breve distanza di tempo dalla loro conclusione.
Questo si verificherebbe sia nell'ipotesi in cui i Decreti Legislativi entrassero in vigore dopo la conclusione dell'intesa e prima dell'approvazione Legislativa di quest'ultimo, sia nel caso in cui essi entrassero in vigore dopo l'approvazione della stessa.
Ritengo pertanto, avrei ancora un pezzo ma vedo che non ci sono i tempi, passo direttamente alle conclusioni, sperando di non lasciare qualcosa di importante, si tratta di un'altra disposizione di cui non appare chiara l'effettiva portata applicativa.
Ritengo pertanto richiamare in questo senso l'opportunità giuridica di definire puntualmente la disciplina degli effetti dell'eventuale modifica dei LEP introdotta successivamente alla conclusione dell'intesa o successivamente alla data di entrata in vigore della legge di approvazione dell'intesa medesima.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Consigliere Occhi, prego.
OCCHI. Grazie Presidente.
Solo per presentare l'ordine del giorno di cui sono firmatario, 8552/9.
Questo ordine ripercorre quella che è stata la storia che ha portato alla pre-intesa della nostra Regione.
Una storia, come si diceva prima, che dimostra come c'era la volontà di arrivare ad avere delle materie in più da poter gestire in maniera autonoma.
La famosa autonomia differenziata, l'autonomia rafforzata.
Avevamo già la possibilità di farlo, questa legge cornice va ad aggiungere un qualcosa in più, che adesso, improvvisamente, pare che invece queste materie non vogliono più essere trattate.
Questo perché riteniamo che invece, in particolare quello che tratta questo ordine del giorno è una di queste materie, è il tema della parte ambientale, quella che nella pre-intesa era definita come materia della tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, crediamo sia una di quelle materie che la Regione potrebbe tranquillamente trattare in maniera autonoma, avendo tutte le strutture necessarie, avendo creato nel tempo tutte le strutture necessarie, a partire dall'Agenzia regionale di protezione civile, un'agenzia regionale di protezione ambientale, un buon servizio geologico, una buona cartografia di base.
Abbiamo le capacità, anche se vi è stato nel tempo, ormai c'è un turnover forte, e su questo bisogna comunque lavorare, c'è comunque una professionalità che ci consentirebbe di trattare questa materia in maniera autonoma.
Questo ordine del giorno va nella direzione di chiedere anche con forza le risorse, perché se noi andiamo a risentire questi cinque anni di dibattiti, specialmente nella nostra Commissione III, in cui spesso abbiamo commentato eventi calamitosi, in cui anche la Vicepresidente Priolo chiedeva spesso la possibilità di programmare.
Queste programmazioni possono essere portate avanti se noi abbiamo una pianificazione, una programmazione anche delle risorse che noi abbiamo a disposizione.
Il tema che è sempre stato portato avanti è sempre stato quello che i Governi, tutti i Governi, nel rispetto, per esempio, al tema del dissesto idrogeologico, non riuscivano a garantire quella programmazione di fondi almeno triennale, che è quella programmazione triennale che va di pari passo con la programmazione triennale, ovvero noi ogni anno non sappiamo quali sono i fondi che arriveranno dal Governo, a fronte invece di una programmazione che arriva direttamente dall'autorità di bacino e dagli enti di pianificazione che vanno a definire quelli che sono, per esempio, i piani dell'autorità di bacino e in particolare il piano di gestione rischio e alluvioni, ne abbiamo parlato diffusamente durante e dopo l'alluvione in Romagna e anche ultimamente con i piani speciali, per esempio la settimana scorsa.
Il tema è proprio quello di riuscire ad avere una programmazione e una pianificazione delle risorse, perché in questa fase noi avremo la necessità di avere una pianificazione di bacino che si dettaglia poi territorio per territorio, ad arrivare alle Province e arrivare ai Comuni.
Questo perché gli eventi che si stanno susseguendo nel tempo ci hanno dimostrato come è necessaria sicuramente una, quella che si diceva prima, una pianificazione di grandi opere che sono già tutte strutturate all'interno di questi Piani, ma è necessaria anche una esecuzione di opere più piccole nel territorio fino ad arrivare alla scala dei piccoli Comuni, ma fino ad arrivare anche alla scala dei singoli interventi, e questo la scala regionale è sicuramente più vantaggiosa di quella centralista, considerando anche il fatto che noi, quando prima si diceva in discussione generale del famoso pendolo tra centralismo e decentramento, la scellerata riforma delle Province ha privato questo livello intermedio che permetteva anche qui una pianificazione vicina al territorio, con particolare riferimento alla gestione delle strade, alla gestione delle problematiche ambientali che sono state passate in toto alla Regione, la quale però si ritrova, come si diceva all'inizio, senza la necessaria pianificazione finanziaria.
E questo è proprio il tema dell'autonomia, cioè avere la possibilità di gestire delle attività che non sono delle attività che lo Stato centrale riesce a garantire in maniera precisa, perché non conosce il territorio come lo conosce a fondo la Regione nei suoi atti di pianificazione.
A sua volta, come può essere declinato dalle Province e i Comuni.
Quindi la Regione, nel tempo, come si diceva, ha creato delle strutture, queste strutture vanno fatte lavorare per poterle fare lavorare, è necessaria una pianificazione ed è necessaria una pianificazione finanziaria.
E non solo nel tema dell'ambiente, poi, appunto, era una dicitura molto ampia la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema. Ma noi potremmo declinare anche al tema delle bonifiche, al tema dei siti inquinati.
Abbiamo tante zone ancora nella nostra Regione, pensiamo al tema dell'amianto da cui già dagli anni ‘90 è messo fuori legge, ma a distanza di un trentennio ancora abbiamo tantissime aree della nostra Regione che hanno le coperture ancora in cemento amianto, e spesso in questa nostra Regione non siamo riusciti a garantire i fondi necessari, come più volte anche richiesto con gli ordini del giorno ed emendamenti al bilancio, non siamo mai riusciti a garantire i fondi necessari anche per i privati, non solo per le aziende, per la rimozione di tutte queste problematiche legate anche all'amianto e quindi anche ai siti da bonificare.
Ricordo che noi abbiamo un Piano, il Piano dei rifiuti recentemente approvato un paio d'anni fa, nel quale abbiamo messo anche bonifiche.
Abbiamo dei siti importanti considerati di interesse nazionale.
Tuttavia, anche qui il livello nazionale è troppo distante da quella che può essere una pianificazione che comunque è in capo ai Comuni per quanto riguarda il problema da gestire sul territorio, ma che la Regione potrebbe sicuramente affrontare in maniera molto, molto più puntuale.
Anche qui dovremmo avere le risorse per poterlo fare. Quindi non capiamo il perché, o almeno, come abbiamo detto oggi in discussione generale, capiamo che dietro questo ci sia semplicemente una motivazione politica, perché dal punto di vista pratico tutte le evidenze ci dicono che, per esempio, dal punto di vista ambientale, la gestione di queste problematiche, la Regione le potrebbe gestire sicuramente meglio.
Infatti tutto quello che avvenne negli ultimi cinque anni portò a una pre-intesa, portò a una richiesta di maggiore autonomia, cioè la nostra Regione sembrò ai tempi, il nostro Presidente Bonaccini sembrò voler cogliere al volo quella possibilità di poter direttamente impegnare le strutture della Regione che, da un certo punto di vista, vengono considerate strutture di élite, vengono considerate strutture di altissimo livello, ma che poi non vengono, non potranno essere pienamente utilizzate dal punto di vista anche delle risorse finanziarie per avere quella programmazione triennale.
Ormai tutto viene svolto sul triennio, i bilanci sono triennali e la programmazione è triennale, anche la parte sull'ambiente, sul dissesto idrogeologico, è tutto su base triennale.
Avendo anche la dotazione finanziaria governativa, diciamo così, su base triennale, come chiede questo ordine del giorno, sicuramente sarebbe un qualcosa in più che finora non ci ha consentito di programmare per tempo gli interventi.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Rainieri.
RAINIERI. Grazie Presidente.
Illustro i due ordini del giorno presentati, uno all'oggetto 8552 sempre il numero 13, e uno l'oggetto 8542, sempre numero 13.
Il primo sull'8542 è un ordine del giorno che riguarda naturalmente il settore dell'agricoltura, dove sostanzialmente impegna la Giunta a riprendere il percorso per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, in modo da riaffermare l'autonomia in ambito di programmazione della politica agricola da parte della nostra Regione.
Questo ordine del giorno interviene appunto su quello che dovrebbe essere La legge approvata nel 2018 da questa Assemblea, dove appunto si dava il via all'autonomia regionale.
In questo modo, come ho detto nell'intervento fatto prima in discussione generale, questa Regione avrebbe la possibilità di garantire, o meglio di aiutare, il settore dell'agricoltura in forte difficoltà, non solo per i mercati, ma anche per l'aumento delle materie prime e del lavoro che in questi anni è aumentato parecchio, riducendo sempre di più il livello del reddito degli agricoltori.
In questo modo si poteva dare una mano, con la PAC 2023-2027 che questa Regione Emilia-Romagna ha approvato, ha potuto dare una mano a questo preoccupante orientamento verso il riaccentramento in capo allo Stato centrale, della programmazione della politica economica agricola comune.
Noi abbiamo, ci vantiamo tutti di avere, in questa Regione un numero elevatissimo, anzi i primi in Europa, delle Dop e delle Igp.
Queste importanti produzioni agricole non possono essere non supportate dalla Regione che, in molti casi non dà un aiuto concreto.
Lo abbiamo visto più volte, lo abbiamo commentato più volte, anche nell'ultimo bilancio, dove è stato richiesto, con un ordine del giorno bipartisan, un aumento anche soltanto per le associazioni che si uniscono in associazioni, appunto, per la produzione biologica in montagna.
Tutto questo è stato poi accentuato dalla questione della peste suina, dove la Regione Emilia-Romagna non ha potuto svincolarsi da quelli che sono gli ordini del Governo, del Commissario, rispetto a un potere più importante sull'abbattimento di animali, di cinghiali soprattutto, che stanno causando un'importante diminuzione di reddito e una diminuzione anche dei mercati dei prodotti agricoli della nostra Regione, soprattutto legate appunto all'allevamento dei maiali.
Sull'altro Ordine del Giorno, il 13, dell'8552, dove si chiede di riprendere il percorso per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, inserendo la previsione della devoluzione di una quota di risorse alla Regione Emilia-Romagna che autonomamente fa fronte all'esercizio di attività che le altre Regioni sono svolte dall'organismo pagatore nazionale.
Si chiede appunto che la Regione Emilia-Romagna, avendo un organismo pagatore regionale, l’Agrea, abbia un ruolo più importante rispetto all’Agea, ente pagatore nazionale. In questo caso potrebbe essere molto più puntuale e addirittura anticipare i finanziamenti agli agricoltori, come più volte chiesto anche dalle associazioni di categoria in determinati momenti di crisi del settore.
Tutto questo faciliterebbe le attività dell'agricoltore del produttore in una Regione come l'Emilia-Romagna, dove sempre di più diventa difficile produrre a costi tali che permettano alle aziende agricole di rimanere sul mercato, vista la qualità e la difficoltà di fare determinati prodotti con determinate regole ferree, come giustamente ci sono, da parte dei consorzi a cui aderiscono la maggior parte degli agricoltori della Regione Emilia-Romagna.
Quindi, con questi due ordini del giorno ribadiamo la necessità e la volontà da parte nostra di riprendere un discorso di autonomia, come votato il 23 luglio del 2018 da questa Assemblea, e chiediamo a questa Giunta di pensare bene a quello che sta facendo, perché in questo caso non stiamo assolutamente facendo nulla di positivo per il mondo agricolo.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Consigliere Rancan.
RANCAN. Grazie Presidente.
Ci sono diversi temi che noi abbiamo affrontato in questa lunga giornata e lunga notte e sui quali l'autonomia potrebbe portare dei benefici.
Oggi voglio concentrarmi particolarmente sull'agricoltura, la protezione della fauna, l'attività venatoria e l'acquacoltura.
Il tema che noi, io sorrido perché guardo il consigliere Rainieri che si è sempre occupato di agricoltura in questi anni, e i consiglieri della Lega si sono divisi equamente tutti i temi, ma quando noi cerchiamo di ragionare su questi temi pensiamo che non si debba dare nulla per scontato.
Siamo una Regione a forte tradizione agricola, un settore che costituisce il pilastro della nostra economia. Tuttavia l'agricoltura deve affrontare sfide crescenti come i cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti, la competizione globale e la necessità di pratiche sostenibili.
Con l'autonomia differenziata potremo finalmente adottare politiche agricole su misura, mirate a sostenere i nostri agricoltori e a promuovere la nostra eccellenza agroalimentare. Un primo ambito in cui l'autonomia può fare la differenza è quindi il sostegno all'agricoltura.
Con maggiori poteri decisionali potremo sviluppare incentivi mirati per le nostre realtà locali, favorendo le pratiche agricole tradizionali e sostenibili che caratterizzano il nostro territorio.
Potremo sostenere con risorse adeguate ai piccoli agricoltori, le aziende a conduzione familiare, le produzioni biologiche, valorizzando anche quei prodotti tipici della nostra Regione.
Inoltre, potremo promuovere la formazione e l'aggiornamento professionale degli agricoltori per affrontare al meglio le sfide del futuro, con un focus più approfondito sui giovani agricoltori.
La protezione della fauna è ovviamente un altro aspetto cruciale, l'autonomia differenziata ci permetterà di implementare politiche di conservazione più efficaci, tutelando la specie a rischio e preservando la biodiversità del nostro territorio.
Potremo sviluppare programmi specifici per la gestione delle aree protette, coinvolgendo le comunità locali e le associazioni ambientaliste.
Qui faccio un inciso: sulle associazioni ambientaliste e soprattutto su quello che concerne tutto il tema green, io penso che ci sia da affrontare seriamente i problemi, stando lontani e allontanandoci però dalle ideologie e dagli estremismi.
La nostra Regione è ricca di habitat naturali di grande valore, con l'autonomia potremmo fare di più per garantirne la conservazione a lungo termine.
Nel campo dell'attività venatoria l'autonomia ci consentirà di regolamentare in modo più adeguato la caccia, bilanciando le esigenze dei cacciatori, con la necessità di proteggere la fauna selvatica.
Potremmo sviluppare Piani di gestione faunistica su misura, promuovendo pratiche di caccia sostenibili e responsabili.
Inoltre potremmo rafforzare i controlli e le sanzioni per contrastare il bracconaggio e le attività illecite, garantendo una maggiore tutela degli ecosistemi naturali.
La caccia, quando regolamentata in modo corretto, rappresenta un equilibrio importante nel nostro ecosistema.
È una tradizione da tutelare, anche qui, con riferimento ai giovani cacciatori.
Un ulteriore vantaggio dell'autonomia differenziata riguarda lo sviluppo dell'acquacoltura, l'Emilia-Romagna ha una grande potenziale in questo settore, grazie alla presenza di risorse idriche, e una tradizione di allevamento ittico.
Con l'autonomia potremmo promuovere pratiche di acquacoltura sostenibili, incentivando l'innovazione e la diversificazione dei prodotti.
Potremo sviluppare programmi di ricerca e formazione specifici per migliorare la qualità e la competitività delle nostre produzioni ittiche. Inoltre potremo promuovere la certificazione e la tracciabilità dei prodotti, garantendo ai consumatori elevati standard di qualità e di sicurezza.
Infine, è importante sottolineare che l'autonomia differenziata deve essere accompagnata da una visione inclusiva e sostenibile.
Le politiche agricole di protezione della fauna, venatoria e di acquacoltura, devono essere orientate alla sostenibilità ambientale e al benessere delle comunità locali.
Dobbiamo lavorare per ridurre le disuguaglianze e promuovere un uso responsabile delle risorse naturali, assicurando che i benefici siano distribuiti equamente tra tutti i cittadini.
L'autonomia differenziata rappresenta una straordinaria opportunità per l'Emilia-Romagna nei campi dell'agricoltura, della protezione della fauna, dell'attività venatoria e dell'acquacoltura. Implementando queste responsabili deleghe, noi potremmo andare a migliorare un sistema realmente importante.
Se parliamo poi dei benefici per la valorizzazione e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, dobbiamo pensare, e siamo veramente convinti, che l'autonomia differenziata rappresenti una straordinaria opportunità per esaltare il nostro patrimonio culturale e naturale, promuovendo uno sviluppo locale che rispetti le nostre radici e valorizzi le nostre eccellenze.
Io mi ricordo che come Consiglieri della Lega nelle scorse legislature, e anche della legislatura presente proponemmo un corso di dialetto nelle nostre scuole tenuto dai nostri nonni, questo perché poteva essere qualcosa di interessante e di visionario rispetto anche all'inclusione delle persone anziane nella nostra società e nella crescita dei nostri ragazzi.
L'Emilia-Romagna è una terra ricca di storia, arte e bellezze naturali, da città d'arte a paesaggi unici, alla costa adriatica.
Il nostro territorio offre un patrimonio inestimabile che deve essere protetto e valorizzato.
L'autonomia differenziata ci permette di sviluppare politiche culturali e ambientali su misura più efficaci e vicine alle esigenze locali.
Un primo ambito in cui l'autonomia può fare la differenza è la tutela e la valorizzazione dei beni culturali.
Con maggiori poteri decisionali potremo implementare programmi di restauro e conservazione più efficaci, assicurando la salvaguardia del nostro patrimonio artistico e architettonico.
Potremo promuovere la ricerca storica e archeologica, valorizzando i nostri siti di interesse culturale, rendendoli accessibili a un pubblico più ampio.
La nostra Regione è ricca di musei, monumenti e tradizioni che meritano di essere conosciuti e apprezzati, non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale.
Nel campo della valorizzazione ambientale, l'autonomia ci offre l'opportunità di sviluppare politiche di protezione e valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale.
Potremmo rafforzare le misure di tutela delle aree protette e promuovere la conservazione delle biodiversità e incentivare pratiche sostenibili.
La nostra Regione ha fatto diversi interventi in questo campo, interventi che si devono andare a intersecare con quello che è il marketing territoriale.
Se parliamo di marketing territoriale, valorizzando le nostre eccellenze, attrarre visitatori da tutto il mondo significa anche fare promozione per le nostre attività commerciali e le nostre attività recettive.
Le attività commerciali che noi oggi abbiamo sul nostro territorio sono sempre più da valorizzare.
Attività commerciali di vicinato, magari cercando di aiutarle rispetto alla grande distribuzione.
Attività commerciali che devono andarsi a inserire in quella che è una logica di prospettiva che la nostra Regione ci deve dare e che politicamente noi crediamo sia necessario garantire anche alle future generazioni.
L'autonomia differenziata, quindi, rappresenta una straordinaria opportunità per l'Emilia-Romagna in tantissimi campi, quindi, per ultimo, come citavo, nel campo della valorizzazione dei beni culturali e ambientali, della promozione delle attività culturali.
La possibilità di rafforzare le politiche di valorizzazione e tutela del territorio garantisce un futuro di sostenibilità e benessere per le future generazioni.
È nostro dovere come rappresentanti di questa comunità lavorare con impegno e determinazione per realizzare questa visione, assicurando un futuro migliore per tutti i cittadini dell'Emilia-Romagna.
Noi pensiamo che tra tutte queste dinamiche che si sono stabilite sull'approvazione dell'autonomia, ci sia però la possibilità e la volontà di andare a richiedere determinate competenze che possono davvero cambiare il futuro della nostra Regione.
Lo possiamo fare solo se avremo il coraggio però di prendere parte a un cambiamento che la nostra società richiede da tempo.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliera Evangelisti.
EVANGELISTI. Grazie Presidente.
Una domanda sull'ordine dei lavori, visto l'orario e vista anche la copiosità della produzione.
Noi non abbiamo prodotto emendamenti, però mi sembra di aver compreso che gli emendamenti legati agli ordini del giorno 8552 e 42, sono decaduti.
Agli oggetti, mi scusi.
Gli altri emendamenti saranno oggetto adesso di discussione e di distribuzione?
Li troviamo nella mail?
Perché probabilmente noi abbiamo perso un passaggio, però non ne abbiamo contezza; non ne abbiamo presentati, ma non abbiamo capito che cosa a questo punto dobbiamo votare.
PRESIDENTE (Petitti). Noi abbiamo distribuito gli emendamenti che insistono sugli ordini del giorno.
Adesso arrivano anche gli emendamenti allegati ai 19 ordini del giorno e adesso, quando abbiamo finito la discussione sugli ordini del giorno e sugli emendamenti, iniziamo la votazione degli emendamenti e degli ordini del giorno.
consigliere Cuoghi.
CUOGHI. Grazie Presidente, sull'ordine dei lavori.
Non possiamo procedere alla votazione su emendamenti che non abbiamo ancora visto; dobbiamo ricevere gli emendamenti e poi procedere alla discussione.
PRESIDENTE (Petitti). Qualche minuto per la distribuzione degli emendamenti.
consigliera Catellani, lei voleva intervenire sugli ordini del giorno in attesa che arrivano gli emendamenti?
CATELLANI. Grazie Presidente.
Intervengo su un tema a me molto caro che è quello dello sport.
Oggi desidero parlare di un tema che ha un impatto significativo sulla qualità della vita dei nostri cittadini, l'ordinamento sportivo.
Lo sport non è solo competizione, ma è anche salute, educazione e inclusione sociale e crescita economica.
In questo contesto l'autonomia differenziata rappresenta una straordinaria opportunità per rafforzare il nostro sistema sportivo, aiutandolo meglio alle esigenze e alle peculiarità del nostro territorio.
L'Emilia-Romagna ha una ricca tradizione sportiva con eccellenze che spaziano dal calcio al basket, dal nuoto al ciclismo, senza dimenticare le discipline emergenti.
Tuttavia, per mantenere e potenziare questa tradizione è necessario un sistema sportivo flessibile e capace di rispondere prontamente alle sfide contemporanee.
L'autonomia differenziata ci offre gli strumenti per realizzare questo obiettivo.
Un primo ambito in cui l'autonomia può fare la differenza è la promozione dello sport di base dell'attività fisica.
Con maggiori poteri decisionali potremo sviluppare programmi su misura per incentivare la pratica sportiva a tutti i livelli, dalle scuole alle comunità locali, potremo sostenere con maggiori risorse le associazioni sportive dilettantistiche che sono il cuore pulsante del nostro sistema sportivo, e promuovere progetti che incoraggino i cittadini di tutte le età a mantenersi attivi e in salute.
La gestione degli impianti sportivi è un altro aspetto fondamentale, con l'autonomia differenziata potremmo pianificare e realizzare interventi mirati per migliorare e ampliare le infrastrutture sportive del nostro territorio, potremmo investire in impianti moderni e sostenibili, accessibili a tutti e in grado di ospitare gli enti sportivi di rilevanza nazionale e internazionale.
Una gestione autonoma delle risorse ci consentirebbe di rispondere in modo più rapido ed efficace alle esigenze delle nostre comunità, migliorando la qualità dell'offerta sportiva.
Nel campo dello sport agonistico l’autonomia ci permetterebbe di sviluppare politiche di sostegno per gli atleti e le società sportive, potremo creare programmi di formazione e supporto per i talenti emergenti, incentivando la loro crescita e garantendo loro le migliori condizioni per eccellere, inoltre, potremo promuovere la collaborazione tra scuole, università e società sportive, favorendo e assicurando che gli atleti possono conciliare al meglio gli impegni sportivi con quelli scolastici o accademici.
Un ulteriore vantaggio dell'autonomia differenziata riguarda la promozione dello sport come strumento di inclusione sociale, potremo sviluppare iniziative specifiche per coinvolgere le fasce più vulnerabili della popolazione, come i giovani a rischio di esclusione, le persone con disabilità e gli anziani.
Lo sport ha il potere di abbattere le barriere, di creare legami tra le persone e con l'autonomia potremo valorizzare ancora di più questo potenziale, promuovendo una società più coesa e solidale.
Infine, è importante sottolineare che l'autonomia differenziata deve essere accompagnata da una forte attenzione alla sostenibilità e alla trasparenza.
Dobbiamo garantire che le risorse destinate allo sport siano utilizzate in modo efficace e responsabile, promuovendo modelli di gestione etici e sostenibili, la trasparenza nella gestione delle risorse e la partecipazione delle comunità locali sono fondamentali per costruire un sistema sportivo solido e duraturo.
In conclusione, l'autonomia differenziata rappresenta una straordinaria opportunità per l'Emilia-Romagna nel campo dell'ordinamento sportivo.
Abbiamo la possibilità di rafforzare il nostro sistema sportivo, migliorando la qualità della vita dei nostri cittadini e promuovendo i valori positivi dello sport, è nostro dovere come rappresentanti di questa comunità, lavorare con impegni e determinazione per realizzare questa visione, garantendo un futuro migliore per tutti gli appassionati di sport dell'Emilia-Romagna.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
Altri sugli ordini del giorno?
Io non ho altri sugli ordini del giorno.
In attesa degli emendamenti, dichiarazioni di voto congiunto?
Gli emendamenti stanno arrivando, però se qualcuno vuole fare una dichiarazione di voto.
Non chiudiamo la dichiarazione di voto.
Dichiarazioni di voto congiunto?
consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. Presidente, non per la dichiarazione di voto, ma finché non arrivano gli emendamenti, visto che stiamo aspettando, chiederei la convocazione della Capigruppo perché ripropongo la richiesta di votare col voto elettronico nei trenta secondi anziché nel minuto.
PRESIDENTE (Petitti). Utilizziamo questi minuti in attesa degli emendamenti, che dovrebbero arrivare a minuti, per convocarci come Capigruppo e Ufficio di Presidenza.
Chiedo la cortesia, visto l'orario e vista la difficoltà a spostarci, a parlarne qui in questa sede, quindi, chiedo ai Consiglieri che non fanno parte della Capigruppo di lasciare per qualche minuto la sede dell'Assemblea per parlare.
(La seduta sospesa alle ore 2,18 di mercoledì 10 luglio 2024 è ripresa alle ore 2,44)
PRESIDENTE (Petitti). Stanno distribuendo gli emendamenti, alcuni di voi già li hanno.
Siamo arrivati quindi alle dichiarazioni di voto congiunte su ordini del giorno e provvedimenti ed emendamenti.
Chi si iscrive a parlare?
Dichiarazioni di voto congiunte.
Io non ho iscritti a parlare in dichiarazione di voto.
consigliere Cuoghi.
CUOGHI. Grazie Presidente.
Sull'ordine dei lavori. Non abbiamo ancora ricevuto gli emendamenti, quindi non abbiamo fatto discussione sugli emendamenti, quand'è che potremo fare la discussione sugli emendamenti?
PRESIDENTE (Petitti). In parte, dovreste già averne ricevuti; li stanno facendo tutti; in parte ce ne sono, credo che ne abbiate un po' ricevuti.
consigliere Cuoghi.
CUOGHI. Sì, in parte ne abbiamo ricevuti e li stiamo ricevendo, però credo che sia opportuno fare una discussione generale.
PRESIDENTE (Petitti). La discussione si è chiusa, consigliere.
CUOGHI. Ma non si è mai aperta la discussione, non abbiamo ricevuto gli emendamenti, sono ancora in distribuzione.
PRESIDENTE (Petitti). Un attimo, non scherziamo.
Noi abbiamo fatto da mezzanotte alle 2,50 la discussione sull'ordine del giorno ed emendamenti, ora siamo in dichiarazione di voto, abbiamo atteso una parte degli emendamenti che stanno arrivando, alcuni di voi li hanno e iniziamo la votazione e prima della votazione ci sono le dichiarazioni di voto, quindi io chiedo se qualcuno vuole intervenire in dichiarazione di voto.
CUOGHI. Non abbiamo potuto fare discussione sugli emendamenti che non avevamo.
PRESIDENTE (Petitti). L'ho spiegato credo tre volte però prima ragazzi.
CUOGHI. Io non so come spiegare il fatto che non avendo gli emendamenti non potevamo fare la discussione, non sapevamo su che cosa dovevamo discutere.
Ciascuno poteva forse conoscere i propri, ma non poteva conoscere la materia in generale, non poteva conoscere quelli degli altri, quindi non c'è stata questa discussione, non c'è stata la possibilità di farla.
Noi siamo venuti qua per discutere e chiediamo di poter parlare delle cose.
(interruzione)
CUOGHI. …d’accordo ma su questa cosa qui non abbiamo potuto farlo perché non avevamo materiale.
PRESIDENTE (Petitti). Consigliere Cuoghi mi scusi, l'ho spiegato in diverse domande che mi sono state poste sul tema: noi abbiamo discusso e votato, prima la parte legata alle richieste di indizione, alle due richieste con i relativi emendamenti, è stato più veloce, e poi siamo passati agli ordini del giorno con gli emendamenti.
In quella discussione siete intervenuti tutti sugli ordini del giorno e gli emendamenti per circa due ore.
Ora siamo alle votazioni.
Se qualcuno vuole fare la dichiarazione di voto, siamo qua.
CUOGHI. Siamo intervenuti per le cose di cui potevamo intervenire perché ne eravamo a conoscenza, non certo sugli emendamenti che devono ancora essere distribuiti e sono tuttora in distribuzione.
Su questo non c'è stata data la possibilità di intervenire sapendo su che cosa dovevamo intervenire, potevamo parlare a caso di emendamenti, ma è evidente che non siamo qui a parlare a caso, siamo qui per parlare con cognizione di causa e la cognizione di causa non ce la possiamo avere finché non verranno distribuiti gli emendamenti.
Io credo che questo sia un luogo deputato proprio a parlare e a confrontarci; negare il confronto su queste cose quando anche c'è una tale mole di lavoro, quindi, evidentemente, quando c'è una forte esigenza anche di andare a modificare quelli che sono gli atti, credo che sia veramente vergognoso.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Facci.
FACCI. Sull'ordine dei lavori senza fini dilatori.
Il consigliere Cuoghi ha perfettamente ragione.
Tuttavia abbiamo raggiunto un accordo dei capigruppo che in un qualche modo dà una diversa lettura o quantomeno diverse impostazioni di tutto.
Ciò non toglie che non ci può essere una discussione su emendamenti che altri non hanno conosciuto.
Io posso conoscere i miei, posso conoscere quelli dei Colleghi della Lega perché magari li ho visti, ma i colleghi di Fratelli d'Italia non hanno presentato emendamenti, hanno presentato l'ordine del giorno, ma non emendamenti, quindi, è evidente che loro per poter intervenire, dovevano necessariamente avere avuto gli ordini del giorno, che vengono distribuiti adesso.
Quindi dal punto di vista procedurale è ineccepibile.
Tuttavia, abbiamo fatto un accordo in capigruppo che prevede che comunque si votino e ci sia una sorta di modalità differenziata a seconda dell'orario, però ribadisco, a livello procedurale è assolutamente ineccepibile l'appunto sollevato dal collega perché appunto non è possibile una votazione in questo modo, quindi veda lei.
Poi naturalmente l'accordo è stato raggiunto e questo è in qualche modo può sanare l'intesa o comunque l'intesa c'è e l'intesa regge.
Va da sé che non si è mai visto che si apra una discussione su emendamenti che nessuno ha distribuito, nessuno ha conosciuto né in formato dematerializzato né cartaceo.
Proceduralmente è assolutamente impossibile procedere in questo modo.
PRESIDENTE (Petitti). Ora mettiamo in votazione, come veniva detto dal consigliere Cuoghi, abbiamo possibilità di partire con le votazioni.
Abbiate pazienza un attimo per questi emendamenti, ci stanno facendo un po' penare. Quelli che avete anche voi.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Mastacchi e Pelloni, che insiste sull'oggetto 8542.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 12 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 che insiste sempre sull'oggetto 8542/1 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 11 favorevoli, 1 astenuto.
L'emendamento è respinto.
emendamento 3 che insiste sempre sull'oggetto 8542, a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 11 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4, che insiste sull'oggetto 8542 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 5, a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
emendamento respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 6 a firma Daniele Marchetti.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 7 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
emendamento respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 8 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 9 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 10 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 11 a firma Pompignoli.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L’emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 12 a firma Rainieri. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 13 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 14 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 15 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 16 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 30 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 17 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 30 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 18 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 19 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 20 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L’emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 21 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 22 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L’emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 23 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 24 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L’emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 25 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Adesso siamo alla votazione dell'ordine del giorno su cui hanno insistito i 25 emendamenti, cioè l'ordine del giorno 8542/1 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 12 favorevoli.
L'ordine del giorno è respinto.
Ora siamo agli emendamenti che insistono sull'ordine del giorno 8542/2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Abbiamo concluso gli emendamenti che insistono sull'ordine del giorno 8542/2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
L'ordine del giorno è respinto.
Siamo arrivati agli emendamenti che insistono sull’ordine del giorno 8542/3.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'ordine del giorno 3 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari,1 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'ordine del giorno 4, Montevecchi e Facci, su cui insistono 30 emendamenti.
Partiamo dalla votazione del primo emendamento a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 5 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 6 a firma Pelloni Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 7 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 8, Marchetti.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 9 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 10 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 11 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 12 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 13 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 14 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 15 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 16 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 17, Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 18, Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 19 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 20 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 21, Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 22 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 23 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 24 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 25 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 26 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 27 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 28 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 29 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'ultimo emendamento che insiste su questo ordine del giorno, l'emendamento 30 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Adesso siamo arrivati alla votazione dell'ordine del giorno 8542/4 a firma Montevecchi e Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 9 favorevoli.
L’ordine del giorno è respinto.
Siamo arrivati all'ordine del giorno 8542/5 a firma del consigliere Pompignoli, su cui insistono 28 emendamenti.
Partiamo con la votazione dell'emendamento 1 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 5 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 6 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 7 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 8 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 9 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 10 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 11 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 12 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 13 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 14 Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 15 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 16 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 17 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 18 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 19 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 20 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 21 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo arrivati all'emendamento 22 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI
PRESIDENTE (Zamboni). La votazione è chiusa.
L’emendamento è respinto.
Emendamento 23 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all'emendamento 24 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 25 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 26 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 27 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 28, l'ultimo emendamento che insiste su questo ordine del giorno a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo adesso all'ordine del giorno 8542/5 a firma Pompignoli.
Prego consigliere Cuoghi.
CUOGHI. Grazie.
C'è un emendamento che ci è stato consegnato su questo ordine del giorno che però non è numerato e ci è stato consegnato assieme agli emendamenti del Gruppo 1.
Non so se è stato ritirato, se è un refuso, eccetera.
Un emendamento a firma Rancan.
PRESIDENTE (Petitti). Verifichiamo subito.
Grazie consigliere Cuoghi che si è accorto di questo errorino.
Sostanzialmente un emendamento a firma Rancan era finito nel blocco degli emendamenti all'ordine del giorno 1 e in realtà è all'ordine del giorno 5, quindi lo votiamo adesso.
Quindi partiamo proprio da questo ordine del giorno a firma Rancan che insiste sull’ordine del giorno 5.
Dichiaro aperta la votazione.
Abbiamo 1300 emendamenti, può capitare.
Abbiamo un problema con il sistema.
Un minuto di sospensione per provare a capire come uscire da questa situazione, perché il sistema è bloccato.
Abbiamo riavviato il sistema per le votazioni con il minuto previsto per i vari emendamenti, quindi siamo arrivati alla votazione sull'emendamento 29 che era rimasto nel blocco dell'ordine del giorno 1, che invece è allegato all'ordine del giorno 5.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo alla votazione dell’ordine del giorno 5 a firma Pompignoli.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 8 favorevoli.
Ordine del Giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 6 a firma Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri, su cui insistono un po' di emendamenti.
Siamo all'emendamento 1 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 5 Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 6 a firma Marchetti.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 7 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 8 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 9 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 10 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 11 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 12 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 13 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 14 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 15 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 16 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 17 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 18 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 19 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 20 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 21 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 22 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 4 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 23 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 24 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Mettiamo in votazione l'emendamento 25 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Passiamo all'emendamento 26 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 27 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 28 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 29 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 30 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
A questo punto mettiamo in votazione l'ordine del giorno 6 a firma Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 8 favorevoli.
Ordine del giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno7 a firma Cuochi, Evangelisti, Tagliaferri, su cui insistono 4 emendamenti.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo alla votazione dell’ordine del giorno 7 a firma Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L’ordine del giorno è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Ordine del giorno 8542/8.
Siamo all’emendamento 1.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
L’emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 4 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 5 a firma Daniele Marchetti.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 6 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 3 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 7 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 8 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 4 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 9 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 4 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 10 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 11 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 12 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Sono rimasti 312 emendamenti da votare.
Proseguiamo con l'emendamento 13 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 25 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 14 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 15 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 16 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 17 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 18 a firma Bargi. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 19 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 20.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 21 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 22 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 23 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 24 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 25 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 26 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 27 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 28 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 29 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 30 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 31 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Ora mettiamo in votazione l'ordine del giorno 8 a firma Tagliaferri, Cuoghi, Evangelisti.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 10 favorevoli.
Ordine del giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 9 a firma Rancan, su cui insistono 5 emendamenti.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 3 a firma Mastacchi Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 4 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 5 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Aggiungiamo il voto di Facci.
Siamo arrivati all’ordine del giorno 9 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 9 favorevoli.
L’ordine del giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 10 a firma Delmonte, su cui insistono 32 emendamenti.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 2 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 29 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 3 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 4 a firma Mastacchi Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 5 a firma Pelloni, Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI
PRESIDENTE (Zamboni). La votazione è chiusa.
Diamo il risultato: 28 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 6 a firma Maura Catellani.
Aperto alla votazione.
Votazione chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è bocciato.
Emendamento 7 a firma Stefano Bargi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 8 a firma Liverani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 9 a firma Liverani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 28 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 10 a firma Occhi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 8 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 11 a firma Facci.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 8 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 12 a firma Rancan.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 8 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 13 a firma Liverani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 14 a firma Delmonte.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 15 a firma Rancan.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 16 a firma Occhi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 17 a firma Bargi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 8 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 18 a firma Liverani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 8 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 19 a firma Marchetti.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 20 a firma Occhi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 21 a firma Rancan.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 7 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 22 a firma Facci.
La votazione è aperta.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all'emendamento 23 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 24 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 25 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 26 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 27 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 28 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 29 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 4 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 30 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 4 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 31 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 32 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo arrivati alla votazione sull’ordine del giorno 10 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 9 favorevoli.
L’ordine del giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 11 a firma Catellani, su cui insistono 32 emendamenti.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 7 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 8 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Passiamo all'emendamento 9 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
Emendamento respinto.
Emendamento 10 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 11 a firma Occhi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
Siamo all'emendamento 12 a firma Marchetti.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
Emendamento respinto.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE ZAMBONI
PRESIDENTE (Zamboni). Emendamento 13 a firma Facci.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 14 a firma Mastacchi e Pelloni.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 15 a firma Rainieri.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 16 a firma Mastacchi e Pelloni.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 17 a firma Emiliano Occhi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 18 a firma Rainieri.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 19 a Stefano Bargi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 20 a firma Catellani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 21 a firma Michele Facci.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 22 a firma Mastacchi e Pelloni.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 23 a firma Liverani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 24 a firma Liverani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 25 a firma Stefano Bargi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 26 a firma Pelloni e Mastacchi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 27 a firma Emiliano Occhi.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 3 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 28 a firma Facci.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 3 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 29 a firma Rainieri.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 30 a firma Catellani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 31 a firma Delmonte. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 32 a firma Rainieri.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 33 a firma Rancan.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Adesso votiamo l’ordine del giorno 8542/11 a firma Catellani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 5 a favore.
L'ordine del giorno è respinto.
PRESIDENTE (Zamboni). Adesso passiamo invece agli emendamenti all’ordine del giorno 8542/12 a firma Bergamini.
Mettiamo in votazione l'emendamento numero 1 a firma Rancan.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 27 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 2 a firma Rancan.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 3 a firma Catellani.
La votazione è aperta.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 4 a firma Stefano Bargi. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 5 a firma Liverani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 6 a firma Liverani. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 7 a firma Delmonte. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 8 a firma Catellani. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 9 a firma Rainieri. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 10 a firma Rancan. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 11 a firma Catellani. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 12 a firma Occhi. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 13 a firma Facci. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 14 a firma Rainieri.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 15 a firma Delmonte. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 16 a firma Facci. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 17 a firma Occhi. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 18 a firma Catellani. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 19 a firma Rainieri. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 20 a firma Mastacchi e Pelloni. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 21 a firma Marchetti. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 22 a firma Liverani. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 6 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 23 a firma Occhi.
Avete aggiunto il voto del consigliere Gerace?
Ripeto la votazione, quindi: contrari 24, favorevoli 6.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 24 a firma Facci. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 25 a firma Catellani.
La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 26 a firma Facci. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 25 voti contrari, 4 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 27 a firma Liverani. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 28 a firma Bargi. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 29 a firma Mastacchi e Pelloni. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 30 a firma Mastacchi e Pelloni. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 31 a firma Pelloni e Mastacchi. La votazione è aperta.
La votazione è chiusa.
Esito: 26 voti contrari, 5 a favore.
L'emendamento è respinto.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
PRESIDENTE (Petitti). Emendamento 32 a firma Rainieri.
Siamo in votazione all'emendamento.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 voti contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 12 a firma Bergamini.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 voti contrari, 7 favorevoli.
L'ordine del giorno è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno13 a firma Rainieri, su cui insistono 4 proposte di emendamento.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Pelloni e Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 4 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Adesso mettiamo in votazione l'ordine del giorno 13 a firma Rainieri.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 8 favorevoli.
L'ordine del giorno è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 14 a firma Marchetti Daniele, su cui insistono 4 emendamenti.
Mettiamo in votazione l'emendamento 1 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 25 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all’ordine del giorno 14 a firma Marchetti Daniele.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
Ordine del giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 15 a firma Liverani, su cui insistono un po' di emendamenti.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Rancan.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 2 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 4 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 3 a firma Delmonte.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 4 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 5 a firma Catellani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 6 a firma Facci.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Siamo all'emendamento 7.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 8 a firma Rancan. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 26 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 9 a firma Facci. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 10 a firma Facci. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 11 a firma Mastacchi e Pelloni. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 12 a firma Liverani. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 13 a firma Rainieri. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 14 a firma Catellani. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 15 a firma Marchetti. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 16 a firma Occhi. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 17 a firma Bargi. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 18 a firma Occhi. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 19 a firma Rainieri. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 10 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 20 a firma Mastacchi e Pelloni. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 21 firma Rainieri. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 22 a firma Liverani. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 25 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 23 a firma Facci. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 5 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 24 firma Catellani. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 25 firma Bargi. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 26 a firma Pelloni e Mastacchi. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 27 a firma Rancan. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 28 firma Rainieri. Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 30 contrari, 8 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 29 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 contrari, 8 favorevoli.
Emendamento respinto.
Abbiamo concluso gli emendamenti.
Siamo all’ordine del giorno 15 a firma Liverani.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 10 favorevoli.
Ordine del giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Adesso siamo all’ordine del giorno 16 a firma Bargi su cui insistono 4 emendamenti.
Emendamento 1 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 9 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 2 a firma Pelloni, Mastacchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 7 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 6 favorevoli.
L'emendamento è respinto.
Ora mettiamo in votazione l'ordine del giorno 16 a firma Bargi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 contrari, 9 favorevoli.
L’ordine del giorno è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Come da accordo preso nella Capigruppo, sono le 8 in punto e quindi passiamo alla votazione per alzata di mano dei restanti emendamenti e relativi ordini del giorno e più precisamente passiamo all’ordine del giorno 17 a firma Occhi, sul quale insistono 23 proposte di emendamento.
Gli scrutatori: consigliera Soncini, consigliera Costi e consigliere Cuoghi.
A questo punto mettiamo in votazione l'emendamento 1 a firma Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 a firma Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 a firma Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 a firma Bargi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma Bargi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 a firma Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 8 a firma Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 9 a firma Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 10 a firma Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 11 a firma Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 12 a firma Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 13 a firma Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 14 a firma Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 15 a firma Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 16 a firma Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 17 a firma Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 18 a firma Daniele Marchetti.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 19 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 20 a firma Occhi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 21 a firma Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 22 a firma Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 23 a firma Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Ora mettiamo in votazione l'ordine del giorno 17 a firma Occhi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 17 a firma Occhi respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Ora passiamo all’ordine del giorno 18 a firma della consigliera Castaldini sul quale insistono 6 proposte di emendamento.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 firma Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 a firma Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma Pelloni e Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Siamo arrivati all’ordine del giorno 18 a firma della consigliera Castaldini.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 18 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all'ordine del giorno 19 a firma dei Consiglieri Cavalli e Delmonte, su cui insistono 37 proposte di emendamento.
Partiamo dall'emendamento 1 a firma Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 a firma del consigliere Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 a firma del consigliere Bargi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 del consigliere Occhi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma consigliere Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 a firma del consigliere Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 8 a firma del consigliere Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 9 a firma del consigliere Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 10 a firma del consigliere Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 11 a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 12 a firma del consigliere Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 13 a firma del consigliere Occhi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 14 a firma del consigliere Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 15 a firma della consigliere Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 16 a firma del consigliere Marchetti.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 17 a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 18 a firma del consigliere Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 19 a firma dei consigliere Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 20 a firma consigliere Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 21 a firma del consigliere Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 22 a firma dei Consiglieri Pelloni e Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 23 a firma del consigliere Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 24 a firma del consigliere Bargi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 25 a firma del consigliere Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 26 a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 27 a firma del consigliere Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 28 a firma del consigliere Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 29 a firma del consigliere Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 30 firma del consigliere Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 31 a firma del consigliere Bargi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 32 a firma dei Consiglieri Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 33 a firma dei Consiglieri Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 34 a firma dei Consiglieri Pelloni e Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 35 a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 36 a firma del consigliere Occhi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 37 a firma del consigliere Rainieri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo adesso in votazione l'ordine del giorno a firma dei Consiglieri Bondavalli e Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L’ordine del giorno 19 a firma Bondavalli e Delmonte respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Allora adesso mettiamo in votazione la delibera 8542, così come emendata, con dispositivo elettronico.
Dichiaro aperta la votazione sulla delibera 8542, così come emendata.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 28 voti favorevoli, 13 contrari.
La delibera è approvata.
(La delibera oggetto 8542 è approvata con voto elettronico a maggioranza dei presenti)
PRESIDENTE (Petitti). Passiamo all'elezione dei delegati.
Chiamo la consigliera Montalti qui accanto a me, per l'elezione del delegato effettivo e supplente.
Vengono fatte le votazioni separate con voto segreto tramite le schede, quindi chiamiamo i tre Consiglieri scrutatori: consigliera Soncini, consigliera Costi, consigliere Cuoghi; vi prego di accomodarvi al tavolo per le procedure di voto.
Nella stessa scheda sarà possibile indicare il delegato effettivo e il delegato supplente, quindi ogni consigliere che verrà chiamato dalla consigliera Montalti riceverà una scheda e potrà lì indicare il delegato effettivo e il delegato supplente.
A questo punto, prima di passare con l'elenco e con le votazioni, passo la parola alla consigliera Zappaterra, prego.
ZAPPATERRA. Grazie Presidente.
La nostra proposta è di Stefano Caliandro consigliere effettivo e Silvia Piccinini come consigliere supplente.
PRESIDENTE (Petitti). Perfetto.
A questo punto passiamo all'elenco dei vari Consiglieri.
consigliere Facci.
FACCI. Solo per semplificazione e anche per maggiore chiarezza, dichiaro che non parteciperò al voto e non ritirerò la scheda, quindi potete anche non chiamare la prima e la seconda volta.
Riteniamo che questo procedimento sia del tutto inutile, nonché viziato, in quanto viziato a monte, credo che l'abbiamo già espresso in queste ore e le motivazioni, quindi, esprimo la non partecipazione al voto come Gruppo Indipendente.
PRESIDENTE (Petitti). Va bene consigliere Facci.
Prego consigliera Montalti.
(La consigliera-segretaria Montalti procede all’appello dei consiglieri per l’inserimento della scheda nell’urna)
MONTALTI, consigliera-segretaria UP. Amico Federico (presente); Bargi Stefano (non partecipa al voto); Bergamini Fabio (assente); Bonaccini Stefano (presente); Bondavalli Stefania (presente); Bulbi Massimo (presente); Caliandro Stefano (presente); Castaldini Valentina (non partecipa al voto); Catellani Maura (non partecipa al voto); Cavalli Stefano (assente); Costa Andrea (presente); Costi Palma (presente); Cuoghi Luca (non partecipa al voto); Daffadà Matteo (presente); Dalfiume Mirella (presente); Delmonte Gabriele (non partecipa al voto); Evangelisti Marta (non partecipa al voto); Fabbri Marco (presente); Facci Michele (non partecipa al voto); Felicori Mauro (presente); Franchi Romano (presente); Gerace Pasquale (presente); Gibertoni Giulia (assente); Liverani Andrea (non partecipa al voto); Marchetti Daniele (non partecipa al voto); Mastacchi Marco (non partecipa al voto); Montalti Lia (presente); Montevecchi Matteo (assente); Mori Roberta (presente); Mumolo Antonio (presente); Occhi Emiliano (non partecipa al voto); Paruolo Giuseppe (presente); Pelloni Simone (assente); Petitti Emma (presente); Piccinini Silvia (presente); Pigoni Giulia (presente); Pompignoli Massimiliano (non partecipa al voto); Raimondi Raffaella (presente); Rainieri Fabio (non partecipa al voto); Rancan Matteo (non partecipa al voto); Rebecchi Pier Giorgio (presente); Rontini Manuela (assente); Rossi Nadia (presente); Sabattini Luca (presente); Scagnelli Benedetta (presente); Soncini Ottavia (presente); Tagliaferri Giancarlo (assente); Taruffi Igor (presente); Zamboni Silvia (presente); Zappaterra Marcella (presente).
Seconda chiamata: Bergamini Fabio (assente); Cavalli Stefano (assente); Gibertoni Giulia (assente); Montevecchi Matteo (assente); Pelloni Simone (assente); Rontini Manuela (assente); Tagliaferri Giancarlo (assente).
PRESIDENTE (Petitti). Diamo l'esito delle votazioni: 43 presenti, 7 assenti, non hanno partecipato al voto 14.
Abbiamo 28 voti per il delegato effettivo Stefano Caliandro e 27 voti per la Delegata supplente Silvia Piccinini.
PRESIDENTE (Petitti). Dopo questa votazione, passiamo alla seconda delibera, la n. 8552 e agli ordini del giorno con i relativi emendamenti che insistono su questa delibera.
Partiamo dall’ordine del giorno 1 a firma Pelloni e Mastacchi su cui insistono 5 proposte di emendamento.
Mettiamo in votazione l'emendamento 1 a firma Pelloni e Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 fino a Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 a firma Pelloni e Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma del consigliere Pompignoli.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma dei Consiglieri Mastacchi, Pelloni. Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo adesso in votazione l'ordine del giorno 8552/1 a firma Pelloni e Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all’ordine del giorno 2, sempre a firma Mastacchi e Pelloni su cui insistono 6 emendamenti.
Il primo emendamento a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo adesso in votazione l'ordine del giorno 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 2 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all’ordine del giorno 3 a firma Facci, su cui insistono 6 proposte di emendamento.
La prima proposta di emendamento è a firma dei Consiglieri Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 firma Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Siamo adesso alla votazione dell’ordine del giorno 3 a firma Facci.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L'ordine del giorno 3 a firma Facci è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all’ordine del giorno 4 a firma Pompignoli su cui ci sono 7 proposte di emendamento.
La prima a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 a firma Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 a firma Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 firma Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo adesso in votazione l'ordine del giorno 4 a firma Pompignoli.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L'ordine del giorno 4 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all’ordine del giorno 5 a firma dei Consiglieri Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri su sui insistono 6 proposte di emendamento.
La prima è a firma dei Consiglieri Mastacchi, Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 a firma Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo quindi in votazione l'ordine del giorno 5, Cuoghi, Evangelisti, Tagliaferri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
L'ordine del giorno 5 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all’ordine del giorno 6, sempre a firma Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri.
Su questo insistono 6 proposte di emendamento.
La prima proposta di emendamento è a firma dei Consiglieri Pelloni e Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 6 Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 6 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all’ordine del giorno 7 a firma dei Consiglieri Tagliaferri, Cuoghi ed Evangelisti, con 8 proposte di emendamento su questo ordine del giorno.
La prima Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 sempre a firma Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 8 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 7 a firma Tagliaferri, Cuoghi, Evangelisti.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 7 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all'ordine del giorno 8 a firma del consigliere Rancan, su cui insistono 6 proposte di emendamento.
La prima è a firma di Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 8 a firma Rancan.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 8 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo all'ordine del giorno 9 a firma Occhi, con 7 proposte di emendamento.
La prima Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 a firma Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 a firma dei Consiglieri Mastacchi e Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 9 a firma Occhi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 9 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 10 a firma Delmonte su cui insistono 7 emendamenti.
Il primo sempre a firma Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 10 a firma Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 10 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all'ordine del giorno 11 a firma del consigliere Bergamini su cui ci sono 7 proposte di emendamenti.
La prima Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 a firma Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 respinto.
Mettiamo in votazione l'ordine del giorno 11 a firma Bergamini.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L'ordine del giorno 11 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all'ordine del giorno 12 a firma della consigliera Catellani su cui insistono 7 proposte di emendamento.
La prima è Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7 a firma Bargi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 12 respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 13 a firma del consigliere Rainieri.
Insistono 7 proposte di emendamento.
La prima è Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 7.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
RAINIERI. Voto elettronico sull’odg 13.
PRESIDENTE (Petitti). Mettiamo in votazione l’ordine del giorno 13 di Rainieri con voto elettronico.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 voti contrari, 13 favorevoli.
L’ordine del giorno 13, a firma Rainieri è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo adesso arrivati all’ordine del giorno 14 a firma del consigliere Marchetti Daniele, su questo insistono 6 proposte di emendamento.
La prima è Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno 14 a firma Marchetti Daniele.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L’ordine del giorno 14 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 15 a firma Liverani, su cui insistono 6 proposte di emendamento.
La prima è Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno 15 a firma Liverani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L’ordine del giorno 15 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 16 a firma Bargi.
Sei proposte di emendamento.
La prima è Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Siamo arrivati alla votazione sull’ordine del giorno 16 a firma Bargi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L’ordine del giorno 16 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all’ordine del giorno 17 a firma della consigliera Castaldini.
Su questo insistono sempre 6 proposte di emendamento.
La prima è Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 2 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 4 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 5 Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Emendamento 6 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento respinto.
Siamo alla votazione sull’ordine del giorno 17 a firma della Castaldini.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L’ordine del giorno 17 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Ordine del giorno 18 a firma dei Consiglieri Cavalli e Delmonte, con 3 proposte di emendamento.
La prima a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Proposta di emendamento 1 respinta.
Proposta di emendamento 2 a firma Pelloni Mastacchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento 2 respinto.
Emendamento 3 Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L'emendamento 3 è respinto.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno 18 a firma Cavalli e Delmonte.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
L’ordine del giorno 18 è respinto.
PRESIDENTE (Petitti). Siamo arrivati all'ultimo ordine del giorno, il 19, a firma del consigliere Montevecchi.
Su questo insistono due proposte di emendamento.
La prima Mastacchi Pelloni.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento 1 respinto.
Emendamento 2 a firma della consigliera Catellani.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Emendamento 2 respinto.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno 19 a firma Montevecchi.
Favorevoli.
Contrari.
Astenuti.
Ordine del giorno 19 respinto.
Come abbiamo fatto per la precedente delibera, mettiamo adesso in votazione la delibera 8552 con dispositivo elettronico, così come emendata.
Dichiaro aperta la votazione sulla delibera.
Dichiaro chiusa la votazione.
Esito: 27 voti favorevoli, 15 contrari.
La delibera è approvata.
(La delibera oggetto 8552 è approvata con voto elettronico a maggioranza dei presenti)
Abbiamo la votazione dei delegati.
Prego consigliere Rainieri.
RAINIERI. Non so se gridare al miracolo o se farle i complimenti per aver fatto lavorare questa notte i tecnici che sono riusciti stamattina a far inserire il timer per il tempo per la votazione: complimenti in tutti e due i casi.
PRESIDENTE (Petitti). Passiamo alla votazione dei delegati effettivi e supplenti.
Chiamo nuovamente qui la consigliera Montalti.
Come prima riceverete una scheda dove potrete indicare il delegato effettivo e il delegato supplente.
Passo, pertanto, la parola per l'elenco per la chiamata dei vari Consiglieri alla consigliera Montalti.
Prego consigliera.
(La consigliera-segretaria Montalti procede all’appello dei consiglieri per l’inserimento della scheda nell’urna)
MONTALTI, consigliera-segretaria UP. Amico Federico (presente); Bargi Stefano (non partecipa al voto); Bergamini Fabio (assente); Bonaccini Stefano (assente); Bondavalli Stefania (presente); Bulbi Massimo (presente); Caliandro Stefano (presente); Castaldini Valentina (non partecipa al voto); Catellani Maura (non partecipa al voto); Cavalli Stefano (assente); Costa Andrea (presente); Costi Palma (presente); Cuoghi Luca (non partecipa al voto); Daffadà Matteo (presente); Dalfiume Mirella (presente); Delmonte Gabriele (non partecipa al voto); Evangelisti Marta (non partecipa al voto); Fabbri Marco (presente); Facci Michele (non partecipa al voto); Felicori Mauro (presente); Franchi Romano (presente); Gerace Pasquale (presente); Gibertoni Giulia (assente); Liverani Andrea (assente); Marchetti Daniele (non partecipa al voto); Mastacchi Marco (non partecipa al voto); Montalti Lia (presente); Montevecchi Matteo (assente); Mori Roberta (presente); Mumolo Antonio (presente); Occhi Emiliano (non partecipa al voto); Paruolo Giuseppe (presente); Pelloni Simone (assente); Petitti Emma (presente); Piccinini Silvia (presente); Pigoni Giulia (presente); Pompignoli Massimiliano (non partecipa al voto); Raimondi Raffaella (presente); Rainieri Fabio (non partecipa al voto); Rancan Matteo (non partecipa al voto); Rebecchi Pier Giorgio (presente); Rontini Manuela (assente); Rossi Nadia (presente); Sabattini Luca (presente); Scagnelli Benedetta (presente); Soncini Ottavia (presente); Tagliaferri Giancarlo (assente); Taruffi Igor (presente); Zamboni Silvia (presente); Zappaterra Marcella (presente).
Seconda chiamata: Bergamini Fabio (assente); Bonaccini Stefano (assente); Cavalli Stefano (assente); Gibertoni Giulia (assente); Liverani Andrea (assente); Montevecchi Matteo (assente); Pelloni Simone (assente); Rontini Manuela (assente); Tagliaferri Giancarlo (assente).
PRESIDENTE (Petitti). Bene, abbiamo gli esiti della votazione: 41 presenti, 9 assenti.
I voti per il delegato effettivo Stefano Caliandro sono 27, i voti per il delegato supplente Silvia Piccinini sono 27.
OGGETTO 8548
Elezione del Presidente della Commissione assembleare V "Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità". (187)
(III scrutinio: elezione del consigliere Giuseppe Paruolo)
PRESIDENTE (Petitti). Ora si procede con la terza votazione, come previsto dall'articolo 33, comma 4 dello Statuto, legato alla relativa elezione del Presidente della Commissione V.
Ricordo che è sufficiente la maggioranza dei voti dei componenti l'Assemblea.
Ricordo anche che nella giornata di ieri non è stata raggiunta la maggioranza dei 4/5 per cui l'elezione si tiene di diritto oggi, cioè il giorno successivo.
Ricordo anche che ieri è stato richiesto su questo punto il voto segreto e quindi oggi si prosegue all'elezione sempre con voto segreto.
Chiamo nuovamente qui la consigliera Montalti.
Prego consigliere Caliandro.
CALIANDRO. La ringrazio Presidente.
Mi corre l'obbligo vista la procedura istituzionale che abbiamo messo in campo per l'avvio del processo referendario, così come la elezione a scrutinio segreto che per due volte ha visto delegati da parte dell'Assemblea, me e la collega Piccinini, di ringraziare quest'Assise sia nella sua composizione di maggioranza che di minoranza e con l'impegno di rappresentare la volontà espressa da un dibattito lungo, faticoso, agguerrito rispetto ai contenuti, ma non meno nelle motivazioni, per rappresentare le ragioni dell'Emilia-Romagna davanti alla Corte di Cassazione e la Corte Costituzionale per rappresentare le ragioni di un regionalismo differenziato più equilibrato, …
(interruzione)
CALIANDRO. … perdonatemi, questo è il senso della restituzione, prendiamo un impegno e un mandato, cari colleghi…
(interruzione)
CALIANDRO. …no, ma è un mandato, lei deve riconoscere che si tratta di un mandato e io voglio ringraziare per il mandato ricevuto.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Va bene consigliere Caliandro…
CALIANDRO. La politica è fatta di alcuni passaggi istituzionali fondamentali, si riceve un mandato per la rappresentanza.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). … però scusate, ma un attimo, abbiamo fatto parlare tutti per 24 ore…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …è un ringraziamento che hanno voluto fare i consiglieri… dopo le passo la parola, consigliere Rancan.
CALIANDRO. …dal punto di vista istituzionale si ringrazia l'Assemblea per il mandato di rappresentanza.
Deve sapere che è la prima volta che avviene in questa Assemblea e sono onorato, caro collega, seppur voi vi siete opposti legittimamente, ma siete stati sconfitti.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Piccinini.
PICCININI. Grazie Presidente.
Intervengo brevemente semplicemente per ringraziare l'Aula e i Colleghi che hanno deciso di affidare alla sottoscritta questo incarico insieme al collega Caliandro.
Un incarico che porterò e porteremo avanti con grande senso di responsabilità, anche per le cose importanti che sono state dette qua dentro e per l'importanza del tema e per le ricadute che questo avrà.
E quindi ci tenevo semplicemente, se me lo consente, di ringraziare i Colleghi e quest'Aula per appunto, per l'incarico che hanno deciso di affidarmi, come dicevo, che porteremo avanti insieme al consigliere Caliandro.
PRESIDENTE (Petitti). consigliere Rancan.
RANCAN. Grazie Presidente.
Io intervengo invece per non ringraziare chi è stato eletto perché ovviamente per noi quella elezione è illegittima, come sono stati illegittimi gli atti posti all'ordine del giorno.
Quello che faccio rilevare è che ora capisco come mai la consigliera Piccinini, la Presidente Piccinini nel caso, ha strattonato il regolamento, prendendo posizioni illegittime.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Per favore, ascoltiamoci tutti, c’è spazio per tutti… ma lei non urli dopo parla lei, consigliere Rainieri, stia calmo, stia calmo…
RANCAN. La Piccinini ha preso il peggior difetto della sinistra, ossia quello di fare le cose a suo uso e consumo.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Io dico a tutti di calmarsi, anche a lei consigliere Rainieri…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …ma io non la guardo, stia sereno, consigliere Rancan prosegua…
RANCAN. …detto ciò…
(interruzione)
RANCAN. …sì, sì, ma ricominciamo, finiamo anche domani, tanto guardi ci sono i pdl, la discussione generale, emendamenti, tutto quello che volete.
Allora, questo per dire che così capiamo come mai la consigliera Piccinini si è presa…
(interruzione)
RANCAN. …o la butta fuori o altrimenti mi fa parlare.
PRESIDENTE (Petitti). Guardi, non ho buttato fuori nessuno in queste 24 ore e abbiamo sentito di tutto, quindi, stiamo calmi.
(interruzione)
RANCAN. …sì, sì, ma abbiamo proprio sentito di tutto…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …no guardi, ma guardi…
RANCAN. … un clima idilliaco, perfetto…
PRESIDENTE (Petitti). …prego consigliere Rancan, io vorrei far parlare il consigliere Rancan…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …ma lei sta facendo… disturba molto…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …grazie, molto gentile, prego consigliere Rancan.
RANCAN. …va be’, una volta che sono moderato, allora chiudo e ribadisco ora quindi capiamo perché la consigliera Piccinini ha strattonato il Regolamento a suo uso e consumo, convocando illegittimamente…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …abbiamo capito…
RANCAN. …ma non ho finito, posso finire?...
(interruzione)
RANCAN. …mi faccia finire
PRESIDENTE (Petitti). …no, però così, lo capite tutti che così non si può parlare…
RANCAN. …ma lo deve dire alla Piccinini...
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). …così non si può parlare…
RANCAN. …se c’è silenzio io finisco, poi parlerà qualcun altro
PRESIDENTE (Petitti). …prego consigliere Rancan, prosegua…
RANCAN. …che ha convocato quindi illegittimamente quella commissione…
(interruzione)
RANCAN. …la può buttare fuori, per favore? Perché io capisco che la Piccinini ormai sulle regole se ne freghi, oltretutto essendo Presidente della commissione che non ha mai fatto niente in questa legislatura.
(interruzione)
RANCAN. …no, no, io parlo della Presidente, perché si ricordi che la vicepresidenza, in questo atto soprattutto, è stata succube della sua Presidenza.
In ogni caso, poi non entriamo ancora in dibattito, poi capisco che quando si dice la verità si dà fastidio, in ogni caso voglio dire questo e chiudo, finalmente spero, ha fatto tutto questo perché alla fine voleva essere votata dalla maggioranza…
(interruzione)
RANCAN. …ma dai…
PRESIDENTE (Petitti). … abbiamo capito il concetto però…
RANCAN. …ma mi faccia finire…
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). … io però ho passato la parola al consigliere Rancan, perché lei parla sotto, consigliere Rainieri?...
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). … decido io cosa devo fare, prego consigliere Rancan, vorrei fare finire l’intervento perché io tempo intanto è finito…
RANCAN. …e quindi basta, perché voleva essere votata dalla maggioranza come delegata per andare a depositare questa richiesta di referendum abrogativo, punto. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie consigliere Rancan.
Consigliere Rainieri.
RAINIERI. Grazie Presidente.
Intanto la inviterei a farsi sostituire dalla Vicepresidente di turno perché vedo che stamattina è un po' stanca rispetto alla nottata che ha fatto.
Sto parlando io e lei mi ascolta, perché ho io la parola.
PRESIDENTE (Petitti). Impari l'educazione e a rivolgersi con rispetto alla Presidenza, abbia molto rispetto, davvero la invito al rispetto.
RAINIERI. È lei che non porta rispetto né ai Consiglieri di quest'Aula né ai cittadini fuori da questa Aula.
(interruzione)
PRESIDENTE (Petitti). Stiamo toccando dei livelli veramente surreali.
RAINIERI. Ha toccato dei livelli, il massimo di quest’Aula, esattamente, non c'è mai stata una Presidenza così.
Sto parlando, quindi se mi fa parlare Presidente. Ecco non mi interrompa per favore…
(interruzioni)
RAINIERI. Presidente li fa stare zitti, se no io sto qui fino a stasera, se lei non mi dà il mio tempo, tre minuti …
PRESIDENTE (Petitti). Ha tre minuti.
RAINIERI. …netti, netti, io continuo, sto qua fino a domani mattina. Ecco, per favore, faccia ripartire il tempo.
PRESIDENTE (Petitti). … per piacere vada avanti...
RAINIERI. …no per piacere lo dice a qualcun altro e non a me.
Si ricordi che io sono comunque un consigliere in quest'Aula e lei mi sta vietando di utilizzare il mio tempo che ho a disposizione per l'intervento e non fa stare zitti i suoi colleghi di Partito, semplicemente per una questione partitica e la reinvito a scendere da quel posto perché lei oggi non è in grado di gestire l'Aula.
Ha fatto tutta la notte a tenere i tempi della votazione con un telefonino quando invece abbiamo visto che il timer funziona benissimo.
Ha dato la parola a due colleghi fuori dall'ambito dell'intervento.
Più tardi faremo anche una ampia discussione sul suo operato, però le ripeto che lei, in queste 48 ore di Aula non si è comportata come Presidente super partes.
Quindi, secondo me lei, che è stanca giustamente perché è stata bravissima, ha presieduto tutte le ore da quando abbiamo aperto fino adesso, oggi non è più in grado di presiedere.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Piccinini.
PICCININI. Grazie Presidente.
Io mi trovo un po' in imbarazzo rispetto anche a delle parole pesanti che sono state utilizzate rispetto alla condizione di chi presiede e di chi interviene.
Detto questo ci tenevo a specificare, siccome sono state spese delle parole inesatte e poco corrette, che io non ho chiesto nessun ruolo, nessuna nomina, ma evidentemente sono i consiglieri che hanno votato in un procedimento democratico, esprimendo delle preferenze; dopodiché io credo, ma non sta a me dirlo, parlerà chi ha fatto questa scelta, credo che evidentemente fosse giusto in qualche modo coinvolgere anche le minoranze.
È chiaro che all'interno delle minoranze ci sono forze politiche che questo referendum non lo vogliono perché hanno votato contro ed è agli atti; ci sono forze politiche come il Movimento 5 Stelle che l'indizione del referendum abrogativo la chiede, la vuole e l'ha sottoscritta e credo che il ragionamento che ha mosso chi in qualche modo ha scelto anche la sottoscritta per presentare e depositare la richiesta di referendum, credo che le motivazioni siano esattamente queste.
Quindi per piacere, intervenire sempre attaccando sul personale, credo che sia molto scorretto e dequalificante per chi esplicita quelle che sono semplicemente congetture.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie, a questo punto io procederei con il voto relativo alla presidenza della commissione V e quindi invito la consigliera Montalti a procedere, consigliera Zappaterra, ho visto che non c’era più, prego consigliera, mi scusi, consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. Vorrei essere chiara, poi sono anche un po' pentita perché più volte durante questa seduta abbiamo assistito ad atteggiamenti verbali e a comportamenti non degni del contegno che va tenuto in quest'Aula.
L'articolo 86 del regolamento avrei voluto richiamarlo un sacco di volte ma mi sono sempre trattenuta perché ogni volta che capitava un'aggressione mi dicevo “speriamo che sia l'ultima e possiamo andare avanti”.
Abbiamo quasi finito l'Aula, ma potrebbe essere ancora molto lunga e siamo ancora a questi atteggiamenti: non è più accettabile, lo dico perché se stiamo qua altre quattro ore, l'articolo 86 del Regolamento chiede al Questore di intervenire e anche di sospendere chi continua ad utilizzarlo questo atteggiamento, perché adesso basta.
Sulla questione dell'indicazione della collega Piccinini del Movimento 5 Stelle come consigliere supplente, permettetemi, al di là del fatto che è ancora un gruppo di minoranza che vi piaccia o che non vi piaccia, non appartiene alla maggioranza che governa questa Regione, non l'abbiamo costretta a sottoscrivere i quesiti referendari, a partire da una forza politica che ha una posizione molto chiara su questi temi, abbiamo tutto l'interesse, come facciamo sempre, quando ci rivolgiamo ai cittadini e offriamo un'opportunità ai cittadini a tenere una coalizione più ampia possibile su quei temi, non ho capito dove sia lo scandalo e se per una motivazione politica per la quale il Movimento 5 Stelle sostiene i quesiti referendari avete deciso di attaccare nel suo ruolo di Presidente dopo che la procedura è stata perfetta, regolare, legittima e per di più congiunta a quella del Presidente della Commissione Prima della Lega, cioè non sapete più cosa dire.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Catellani.
CATELLANI. Grazie Presidente.
Cercherò di usare un tono molto dolce: ad azione, reazione.
Lo dico con la collega Zappaterra, perché l'aggressione probabilmente verbale che voi ci addebitate dipende da un'aggressione costante che in queste 24 ore c'è stata nel manipolare in maniera aggressiva, costantemente, rimpallandovi da là a lì il Regolamento della Regione Emilia-Romagna a vostro vantaggio e a nostro detrimento, dopo è chiaro che un pochino i toni si alzano, quindi l'aggressione arriva perché prima di tutto siete voi, ma voi lo fate all'interno del sistema istituzionale.
È stata un'aggressione vostra continua, istituzionale, a partire dalla Commissione di qualche giorno fa fino all'aula di ieri e di oggi.
Dopodiché collega Piccinini, che il suo nome io sono anche contenta che ci sia, ma se è uscito dal cilindro così chiaro che c'è un accordo precedente.
Altra cosa collega Piccinini, non vorrei più sentire, poi dopo la collega Piccinini può dire tutto ciò che vuole, che però sia un partito di opposizione no, perché non si riesce a sentire; i 5 Stelle qua dentro non è un partito di opposizione, perché così le cose ce le diciamo chiare, da cinque anni a questa parte, ma oggi più che mai, più che mai e quando parlo io chiedo, per favore alla collega di non parlarmi sotto perché lo fa sempre e anche questo è un atteggiamento passivo-aggressivo.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Piccinini prego.
PICCININI. Sostenere che, come dire, ci siano stati a seconda di qualcuno, a parere di qualcuno delle violazioni e che quindi queste giustificano anche degli attacchi verbali violenti, mi sembra un po' azzardato.
Poi se ho capito male mi scuso, ma se è questo che si voleva sostenere io credo che si sia andati oltre.
Dopodiché io invito la collega Catellani andarsi a guardare le votazioni del Movimento 5 Stelle rispetto a tutti gli atti da cinque anni a questa parte. Si renderà conto che le cose che ha detto sono semplicemente delle fesserie.
PRESIDENTE (Petitti). Passo la parola alla consigliera Montalti per procedere con l'elezione del Presidente della Commissione V.
Ricordo che per la prima votazione è necessaria la maggioranza assoluta e quindi 26 voti eventualmente e successivamente possiamo eleggere il Presidente della Commissione V con la maggioranza relativa, quindi passo la parola alla consigliera Montalti.
Invito nuovamente i consiglieri Costi, Soncini e Marchetti.
(La consigliera-segretaria Montalti procede all’appello dei consiglieri per l’inserimento della scheda nell’urna)
MONTALTI, consigliera-segretaria UP. Amico Federico (presente); Bargi Stefano (non partecipa al voto); Bergamini Fabio (assente); Bonaccini Stefano (assente); Bondavalli Stefania (presente); Bulbi Massimo (presente); Caliandro Stefano (presente); Castaldini Valentina (presente); Catellani Maura (non partecipa al voto); Cavalli Stefano (assente); Costa Andrea (presente); Costi Palma (presente); Cuoghi Luca (assente); Daffadà Matteo (presente); Dalfiume Mirella (presente); Delmonte Gabriele (non partecipa al voto); Evangelisti Marta (non partecipa al voto); Fabbri Marco (presente); Facci Michele (assente); Felicori Mauro (presente); Franchi Romano (presente); Gerace Pasquale (presente); Gibertoni Giulia (assente); Liverani Andrea (non partecipa al voto); Marchetti Daniele (non partecipa al voto); Mastacchi Marco (non partecipa al voto); Montalti Lia (presente); Montevecchi Matteo (assente); Mori Roberta (presente); Mumolo Antonio (presente); Occhi Emiliano (non partecipa al voto); Paruolo Giuseppe (presente); Pelloni Simone (assente); Petitti Emma (presente); Piccinini Silvia (presente); Pigoni Giulia (presente); Pompignoli Massimiliano (non partecipa al voto); Raimondi Raffaella (presente); Rainieri Fabio (non partecipa al voto); Rancan Matteo (non partecipa al voto); Rebecchi Pier Giorgio (presente); Rontini Manuela (assente); Rossi Nadia (presente); Sabattini Luca (presente); Scagnelli Benedetta (presente); Soncini Ottavia (presente); Tagliaferri Giancarlo (assente); Taruffi Igor (presente); Zamboni Silvia (presente); Zappaterra Marcella (presente).
Seconda chiama: Bergamini Fabio (assente); Bonaccini Stefano (assente); Cavalli Stefano (assente); Cuoghi Luca (assente); Facci Michele (assente); Gibertoni Giulia (assente); Montevecchi Matteo (assente); Pelloni Simone (assente); Rontini Manuela (assente); Tagliaferri Giancarlo (assente).
PRESIDENTE (Petitti). Abbiamo i risultati della votazione: i voti per il consigliere Giuseppe Paruolo sono 27 quindi il consigliere Giuseppe Paruolo è eletto Presidente della Commissione V.
OGGETTO 5177
Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Disposizioni generali sull'eliminazione delle barriere architettoniche in ambito pubblico". (11 05 22) A firma dei Consiglieri: Pompignoli, Liverani, Catellani, Bergamini, Facci, Bargi, Marchetti Daniele, Rancan, Delmonte, Occhi, Rainieri, Pelloni, Stragliati, Montevecchi.
(Sull’ordine dei lavori)
PRESIDENTE (Petitti). Proseguiamo adesso con l'ordine del giorno della seduta, siamo arrivati all'oggetto 5177, progetto di legge di iniziativa Consiglieri recante: "Disposizioni generali sull'eliminazione delle barriere architettoniche in ambito pubblico". (11 05 22) A firma dei Consiglieri Pompignoli ed altri.
C'è la richiesta del consigliere relatore Massimo Pompignoli, ai sensi dell'art. 32, comma 3, del Regolamento interno dell'Assemblea legislativa.
Trascorsi centottanta giorni dalla nomina del relatore senza che la Commissione competente abbia esaurito l'esame in sede referente di un progetto di legge, questo può essere portato all'esame dell'Assemblea.
È pervenuta inoltre una proposta di ordine del giorno di non passaggio all'esame dell’articolato a firma del consigliere Costa.
consigliera Zappaterra.
ZAPPATERRA. Presidente, grazie.
Sull'ordine dei lavori e per una dichiarazione, anticipando che abbiamo depositato una mozione di revoca del Vicepresidente Ranieri che avremmo abbinato alla mozione di revoca già depositata dai Colleghi di minoranza.
Questo premesso, ho proposto al collega Rancan se fosse disponibile ad anticipare la discussione e la votazione sulla revoca alla Presidente, mettendo in coda i progetti di legge.
Non ho avuto la disponibilità e mi dispiace, ma dopo 24 ore di maratona d'Aula, con 1300 emendamenti ai quali abbiamo dato la maggioranza mediamente tra i 26 e i 28, quindi, una maggioranza assolutamente qualificata, senza saltarne neanche uno; dopo che è stata occupata l'Aula, dopo che siamo praticamente stati presi in ostaggio e noi veniamo pagati anche adeguatamente, ma sono stati presi in ostaggio i lavoratori dell'Assemblea, i funzionari di quest'Aula; abbiamo gli uffici pieni di carta; discutendo emendamenti rispetto ai quali i proponenti non c'erano o se la dormivano, non so dove fossero.
Allora, Presidente, noi siamo disponibili con i gruppi di minoranza, ma non a disposizione.
Quindi lo dico adesso, lasceremo l'Aula e faremo mancare il numero legale per rispetto a chi ha lavorato 24 ore ed è disponibile a lavorare ancora, lo faremmo anche noi, ma non a comodo dei punti all'ordine del giorno dei gruppi di minoranza.
La dittatura delle minoranze oggi l'abbiamo vista abbastanza bene.
(interruzione)
ZAPPATERRA. Non era previsto l'ostruzionismo in Capigruppo.
PRESIDENTE (Petitti). consigliera Evangelisti.
EVANGELISTI. Io chiedo la parola sull'ordine dei lavori.
Non l'abbiamo fatto come gruppo di Fratelli d'Italia fino ad oggi, da ieri fino ad oggi, lo facciamo però in questo momento perché credo che la situazione di quest'Aula sia inaccettabile: è inaccettabile perché non è ammissibile che nell'Assemblea legislativa, nel luogo in cui i partiti si dovrebbero confrontare, ci sia costantemente un clima di questo tipo.
Non è accettabile nemmeno la generalizzazione che viene fatta: noi abbiamo partecipato ai lavori, siamo stati anche noi da ieri mattina alle 9,30 fino ancora ad adesso.
Il nostro gruppo è stato presente, ha garantito il voto, abbiamo esercitato, riteniamo in modo legittimo, i nostri diritti di Consiglieri; abbiamo adottato alcune scelte per fare la nostra opposizione magari diversa dagli altri gruppi, però sinceramente non ci sentiamo di condividere una responsabilità.
Abbiamo sempre mantenuto un certo profilo, non abbiamo chiesto adesso alcuna inversione dell'ordine dei lavori; siamo ancora qua per discutere l'ordine del giorno, quindi, francamente anche questa presa di posizione di non garantire il numero legale, di uscire dall'Aula, di chiedere l'inversione, non lo comprendo.
Io credo che anche chi segue i lavori pretenda da noi un minimo di responsabilità e vorrei dire anche di serietà.
Siamo qua da ieri mattina, terminiamo i nostri lavori, decidiamo come terminarli, ma facciamoli.
Dobbiamo avere rispetto prima di tutto di noi stessi, poi avremo anche dei doveri di colleganza e poi abbiamo una forma di rispetto nei confronti di questa istituzione e dei cittadini, che dobbiamo osservare tutti e tutti insieme.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Rancan.
RANCAN. Sapete qual è la verità: che il fil rouge di tutto quello che è stato negli ultimi giorni le ultime settimane, questa è la dimostrazione che il PD e la maggioranza utilizzano le istituzioni a loro uso e consumo.
Quando ci sono dei punti che interessano loro rimangono, quando ci sono dei punti che democraticamente interessano alle opposizioni, se ne vanno e scappano, ma sapete perché scappano? perché sono stufi e stanchi di stare in aula dopo, poverini, 24 ore di lavoro.
Perché sono stufi e stanchi, poverini, devono andare a letto, a riposarsi, devono andare a mangiare, devono andare a fare colazione, devono andare a fare i loro comodi.
Noi non siamo come loro.
Noi siamo qua ancora dopo 24 ore, che ne dica la consigliera Zappaterra, molte volte dorme più lo sveglio del dormiente, e sicuramente ce ne siamo accorti in queste ore di lavoro.
La verità è che questa è una maggioranza dittatoriale secondo cui ciò che sta succedendo oggi è che per la maggioranza esiste solo la maggioranza del PD.
È una vergogna.
Ma i cittadini lo devono sapere, devono sapere che la maggioranza è stanca di lavorare, che la maggioranza è stufa di parlare di cose che interessano ai cittadini, che la maggioranza vuole andare a dormire perché secondo loro l'opposizione li ha tenuti troppo qua a lavorare.
La verità è solo questa.
Quindi che esca bene questo messaggio.
Mi fa piacere che si faccia alle 10 questo lavoro, perché abbiamo la possibilità di avere una bella copertura mediatica e la possibilità di dire a tutti, adesso questa foto è venuta bellissima, benissimo, faremo vedere a tutti dov'è la maggioranza.
Guardate, io credo che uno sfregio più grande alle istituzioni come questo non sia mai stato compiuto.
Questo significa che per la maggioranza, ripeto, valgono solo gli atti della maggioranza, ma l'abbiamo visto in tutta la legislatura.
Il consigliere Mastacchi, lo ricordo bene, quando voleva discutere le risoluzioni non è mai stato concesso; avete sempre utilizzato, questa è la dimostrazione, la Regione a vostro uso e consumo perché probabilmente non avete voglia di lavorare.
PRESIDENTE (Petitti). Grazie.
consigliere Facci.
FACCI. Grazie Presidente.
Io trovo questa situazione enormemente imbarazzante perché ci si sottrae a un confronto dialettico che in quest'Aula dovrebbe essere la regola.
Ma credo che quello che sia grave, Presidente Petitti, è il fatto che la sua maggioranza si sia sottratta a una discussione, perché è evidente che la maggioranza non voleva rinviare i due Pdl per i quali tra l'altro, è già stata presentata la richiesta di non passaggio al voto dell'articolato.
La maggioranza non voleva discutere sulla questione della mozione di sfiducia.
Indipendentemente dal merito, indipendentemente dai risultati.
E il fatto che la maggioranza non sia rimasta in quest'Aula a difendere quelle posizioni che fino a ieri avevano sostenuto come legittime e quindi la regolarità della Commissione della scorsa settimana, la regolarità dell'iscrizione all'ordine del giorno dei due oggetti sul referendum e quindi la regolarità conseguentemente di tutto quello che abbiamo fatto in queste ore, il fatto che non siamo venuti qui a difendere queste posizioni dimostrano, essi stessi, che non erano convinti della bontà della loro tesi e rafforza, questa fuga, la bontà della nostra posizione sul fatto che l'Aula che abbiamo fatto in questi due giorni, e spiace a noi per primi che siano stati messi a lavorare in maniera repentina tutto il personale che è stato costretto a fare straordinari, fotocopie e quant'altro.
Il problema è che quest'Aula non doveva essere tenuta.
Il problema è che l'aula su questo referendum non doveva esserci perché era ab origine una procedura non consentita, una procedura non corretta che purtroppo lei ha avallato e questo è il motivo per il quale noi abbiamo presentato quella mozione di sfiducia. Purtroppo lei l'ha avallato.
In buona fede Presidente, io le riconosco la buona fede, lei ha avallato una procedura illegittima, forse mal consigliata, verosimilmente mal consigliata, ma l'ha avallata.
Questo vizio si è trascinato e oggi questa è la dimostrazione.
La maggioranza di fronte alla discussione di merito sulla regolarità della condotta, perché non tanto si mette in discussione la sfiducia alla Presidente, si mette in discussione una procedura che la Presidente in questi giorni ha sostenuto.
La maggioranza è fuggita, la maggioranza di fatto non è venuta qui a sostenere alcun tipo di posizione differente, rafforzando la bontà e la fondatezza delle nostre critiche.
Questo ha un significato politico molto preciso.
Dopodiché se vi sarà, quando sarà e verosimilmente potrà esservi una verifica secondo il regolamento che prevede precisi criteri e termini per la richiesta della verifica del numero legale, sicuramente verrà assolta.
Ma questa maggioranza si deve assumere la responsabilità politica di non avere portato a conclusione un percorso di chiarezza e trasparenza sulle regole, perché noi con la mozione di sfiducia che la maggioranza vorrebbe impedire di discutere, sicuramente impedisce di votare ma non di discutere perché la discussione è sempre consentita, Presidente, lei lo ha sempre ricordato che la verifica del numero legale, laddove vi siano i presupposti, può essere chiesta solo al momento del voto, non al momento della discussione.
Dico semplicemente che si è persa l'occasione per fare chiarezza su quello che è successo e confermando che questa Aula di fatto è stata un'Aula assolutamente illegittima, inappropriata e appunto questa scelta machista della Presidente Zappaterra che ovviamente l'ha imposto a tutto il suo emiciclo di quest'aula, ha determinato poi quello che abbiamo visto in termini di spreco di risorse, spreco di energia e naturalmente di tempo per tutti.
Ecco, questo sicuramente va ricordato e va sottolineato.
PRESIDENTE (Petitti). Comunque, consiglieri, lo vedete tutti, siamo 12 Consiglieri in aula ed è evidente che non abbiamo il numero legale, vista la scelta della maggioranza e quindi io sono tenuta a chiudere la seduta proprio perché non c'è il numero legale, come dice l'articolo 65 comma 6, quindi noi non siamo in condizione di continuare una seduta con 12 consiglieri con la maggioranza che non è più presente in aula.
(interruzioni)
PRESIDENTE (Petitti). È chiusa la seduta.
La seduta ha termine alle ore 10,10 di mercoledì 10 luglio 2024
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Stefano BONACCINI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Valentina CASTALDINI, Maura CATELLANI, Stefano CAVALLI, Andrea COSTA, Palma COSTI, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADÀ, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Marco FABBRI, Michele FACCI, Mauro FELICORI, Romano FRANCHI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Daniele MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI, Antonio MUMOLO, Emiliano OCCHI, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI, Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Massimiliano POMPIGNOLI, Raffaella RAIMONDI, Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Pier Giorgio REBECCHI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Benedetta SCAGNELLI, Ottavia SONCINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Igor TARUFFI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.
Hanno partecipato alla seduta:
il presidente della Giunta Stefano BONACCINI;
il sottosegretario alla Presidenza Davide BARUFFI;
gli assessori: Paolo CALVANO, Andrea CORSINI, Barbara LORI, Alessio MAMMI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta il consigliere Fabio Bergamini.
Votazioni elettroniche
OGGETTO 8542
Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione". A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Pigoni, Zamboni, Bondavalli, Caliandro, Fabbri, Costa, Dalfiume, Mori, Bulbi, Montalti, Maletti, Costi, Sabattini, Rossi, Daffadà, Mumolo, Gerace (185)
Emendamento n. 7 a firma dei consiglieri Zappaterra, Amico, Piccinini, Zamboni
Presenti 37
Favorevoli 28:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; FRANCHI Romano; GERACE Pasquale; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PETITTI Emma; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RAIMONDI Raffaella; REBECCHI Pier Giorgio; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SCAGNELLI Benedetta; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Contrari 9:
CASTALDINI Valentina; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone
Assenti 13:
BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CATELLANI Maura; CAVALLI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; TAGLIAFERRI Giancarlo
Deliberazione oggetto 8542
Presenti 41
Favorevoli 28:
AMICO Federico Alessandro; BONACCINI Stefano; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FRANCHI Romano; GERACE Pasquale; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PETITTI Emma; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RAIMONDI Raffaella; REBECCHI Pier Giorgio; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SCAGNELLI Benedetta; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Contrari 13:
BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; OCCHI Emiliano; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo
Assenti 9:
BERGAMINI Fabio; CAVALLI Stefano; FELICORI Mauro; GIBERTONI Giulia; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; PELLONI Simone; RONTINI Manuela; TAGLIAFERRI Giancarlo
(votazioni elettroniche ad emendamenti e ordini del giorno abbinati: depositate agli atti)
OGGETTO 8552
Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione di parte della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" pubblicata in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 150 del 28 giugno 2024. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Zamboni, Bondavalli, Pigoni, Caliandro, Costi, Sabattini, Dalfiume, Mumolo, Rossi, Bulbi, Costa, Daffadà, Gerace, Fabbri, Mori (186)
Emendamento n. 53 a firma dei consiglieri Zappaterra, Amico, Zamboni, Pigoni, Piccinini
Presenti: 36
Favorevoli 28:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FELICORI Mauro; FRANCHI Romano; GERACE Pasquale; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PETITTI Emma; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RAIMONDI Raffaella; REBECCHI Pier Giorgio; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SCAGNELLI Benedetta; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Contrari 8:
CASTALDINI Valentina; CUOGHI Luca; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone
Assenti 14:
BARGI Stefano; BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CATELLANI Maura; CAVALLI Stefano; DELMONTE Gabriele; GIBERTONI Giulia; MARCHETTI Daniele; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo; RONTINI Manuela; TAGLIAFERRI Giancarlo
Deliberazione oggetto 8552
Presenti: 42
Favorevoli 27:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; CALIANDRO Stefano; COSTA Andrea; COSTI Palma; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FABBRI Marco; FRANCHI Romano; GERACE Pasquale; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PETITTI Emma; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; RAIMONDI Raffaella; REBECCHI Pier Giorgio; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SCAGNELLI Benedetta; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Contrari 15:
BARGI Stefano; CASTALDINI Valentina; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; POMPIGNOLI Massimiliano; RAINIERI Fabio; RANCAN Matteo
Assenti 8:
BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CAVALLI Stefano; FELICORI Mauro; GIBERTONI Giulia; MONTEVECCHI Matteo; RONTINI Manuela; TAGLIAFERRI Giancarlo
(votazioni elettroniche ad emendamenti e ordini del giorno abbinati: depositate agli atti)
Emendamenti
OGGETTO 8542
Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione". A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Pigoni, Zamboni, Bondavalli, Caliandro, Fabbri, Costa, Dalfiume, Mori, Bulbi, Montalti, Maletti, Costi, Sabattini, Rossi, Daffadà, Mumolo, Gerace (185)
Emendamento 7, a firma di: Zappaterra, Amico, Piccinini, Zamboni
«La proposta di deliberazione oggetto assembleare n. 8542 è così sostituita:
"L'Assemblea legislativa
Vista la proposta di richiesta di indizione di referendum abrogativo per deliberare l'abrogazione totale della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione", pubblicata in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 150 del 28 giugno 2024, formulata dai consiglieri: Marcella Zappaterra (Partito Democratico), Federico A. Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista), Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), Silvia Zamboni (Europa Verde), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini Presidente), Giulia Pigoni (Italia Viva - Il Centro - Renew Europe); Stefano Caliandro, Palma Costi (Partito Democratico)
Preso atto del parere espresso dalla commissione referente "Statuto e Regolamento" di questa Assemblea legislativa;
Premesso che:
questa Assemblea legislativa richiede di indire il seguente referendum abrogativo nella convinzione che l'intervento legislativo, dichiaratamente finalizzato a fissare principi e procedure per l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, contraddice in realtà l'esigenza di un'autentica riforma in senso autonomistico, alterando l'equilibrio dei rapporti tra le Regioni e tra le Regioni e lo Stato;
- la Regione Emilia-Romagna ha convintamente aderito a tutte le iniziative, anche in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, tese a sostenere lo sviluppo di modelli autonomistici, a condizione dell'intangibilità dei principi fondativi della Costituzione, quali la promozione delle autonomie, l'unità e l'indivisibilità della Repubblica di cui all'articolo 5 della Costituzione;
- su questa base, le Regioni hanno sostenuto le iniziative volte al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia a condizione del pieno rispetto dei principi di uguaglianza e solidarietà, senza pregiudizio al principio di coesione nazionale;
- la Regione Emilia-Romagna, nella passata Legislatura, aveva avanzato una propria proposta di autonomia, sulla base di un ricco e proficuo confronto avvenuto in Assemblea legislativa, assunto a partire dalla risoluzione assembleare n. 5321 del 3 ottobre 2017, che dava mandato al Presidente per l'avvio delle trattative con il Governo nazionale;
- analogo e proficuo confronto per l'elaborazione della proposta era intervenuto con le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali del territorio regionale in seno al Tavolo del Patto per il Lavoro;
- i successivi sviluppi del disegno di legge recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" si sono posti tuttavia in contraddizione con l'affermazione dei sopra richiamati principi, tanto che, in sede di espressione del parere delle Regioni nella Conferenza unificata del 2 marzo 2023, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 sul medesimo disegno di legge, la Regione Emilia-Romagna, unitamente alle regioni Campania, Puglia e Toscana, ha espresso voto contrario;
- nel successivo iter parlamentare non si sono determinate condizioni migliorative del testo di legge tali da superare le maggiori criticità evidenziate, tanto che numerose disposizioni della Legge n. 86/2024 sono suscettibili di sindacato da parte della Corte costituzionale per la loro ridondanza sull'esercizio delle competenze legislative regionali;
- l'individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) assume particolare rilevanza in quanto presupposto necessario per il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, che — nell'impianto della Legge n. 86/2024 — viene limitata ad alcune materie, con forte pregiudizio per l'unità giuridica ed economica dell'ordinamento;
Ciò premesso e considerato
Visto l'articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352;
Previa votazione palese mediante dispositivo elettronico che dà il seguente risultato:
(Consiglieri assegnati alla Regione - n. 50)
presenti …
favorevoli …
contrari ...
astenuti ...
delibera di richiedere referendum, ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione e a norma della legge n. 352 del 1970, per abrogare la legge 26 giugno 2024, n. 86 "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione";
indicando come segue, i termini del quesito che s'intende sottoporre alla votazione popolare:
- Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione"?;
e dando mandato alla Presidente dell'Assemblea legislativa di comunicare la presente deliberazione ai Consigli regionali di tutte le altre Regioni, con invito all'adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all'iniziativa referendaria.
Quindi l'Assemblea
con votazione segreta, a mezzo schede, che dà questi risultati:
- per il delegato effettivo
presenti n. …
assenti n. …
voti a favore del consigliere ………… n. …
schede bianche n. …
schede nulle n. …
- per il delegato supplente
presenti n. …
assenti n. …
voti a favore del consigliere ………… n. …
schede bianche n. ...
schede nulle n. ...
designa nelle persone dei consiglieri
- …………, effettivo
- …………, supplente
i propri delegati che, di concerto con i delegati di almeno altri quattro Consigli regionali, provvederanno a presentare e depositare la richiesta di referendum
delibera inoltre di pubblicare sul BURERT il presente atto".»
(Approvato)
(testo emendamenti preclusi e testo emendamenti agli ordini del giorno abbinati: depositati agli atti)
OGGETTO 8552
Richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione di parte della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" pubblicata in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 150 del 28 giugno 2024. A firma dei Consiglieri: Zappaterra, Amico, Piccinini, Zamboni, Bondavalli, Pigoni, Caliandro, Costi, Sabattini, Dalfiume, Mumolo, Rossi, Bulbi, Costa, Daffadà, Gerace, Fabbri, Mori (186)
Emendamento 53, a firma di: Zappaterra, Amico, Zamboni, Pigoni, Piccinini
«La proposta di deliberazione oggetto assembleare n. 8552 è così sostituita:
"L'Assemblea legislativa
Vista la proposta di richiesta di indizione di referendum popolare per deliberare l'abrogazione della legge 26 giugno 2024, n. 86, recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione", pubblicata in Gazzetta Ufficiale serie generale n. 150 del 28 giugno 2024, formulata dai consiglieri: Marcella Zappaterra (Partito Democratico), Federico A. Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa Ecologista e Progressista), Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle), Silvia Zamboni (Europa Verde), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini Presidente), Giulia Pigoni (Italia Viva — Il Centro — Renew Europe); Stefano Caliandro, Palma Costi (Partito Democratico)
Preso atto del parere espresso dalla commissione referente "Statuto e Regolamento" di questa Assemblea legislativa;
Premesso che:
- questa Assemblea legislativa richiede di indire il seguente referendum abrogativo nella convinzione che l'intervento legislativo, dichiaratamente finalizzato a fissare principi e procedure per l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, contraddice in realtà l'esigenza di un'autentica riforma in senso autonomistico, alterando l'equilibrio dei rapporti tra le Regioni e tra le Regioni e Io Stato;
- la Regione Emilia-Romagna ha convintamente aderito a tutte le iniziative, anche in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, tese a sostenere lo sviluppo di modelli autonomistici, a condizione dell'intangibilità dei principi fondativi della Costituzione, quali la promozione delle autonomie, l'unità e l'indivisibilità della Repubblica di cui all'articolo 5 della Costituzione;
- su questa base, le Regioni hanno sostenuto le iniziative volte al riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia a condizione del pieno rispetto dei principi di uguaglianza e solidarietà, senza pregiudizio al principio di coesione nazionale;
- la Regione Emilia-Romagna, nella passata Legislatura, aveva avanzato una propria proposta di autonomia, sulla base di un ricco e proficuo confronto avvenuto in Assemblea legislativa, assunto a partire dalla risoluzione assembleare n. 5321 del 3 ottobre 2017, che dava mandato al Presidente per l'avvio delle trattative con il Governo nazionale;
- analogo e proficuo confronto per l'elaborazione della proposta era intervenuto con le rappresentanze istituzionali, economiche e sociali del territorio regionale in seno al Tavolo del Patto per il Lavoro;
- i successivi sviluppi del disegno di legge recante "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione" si sono posti tuttavia in contraddizione con l'affermazione dei sopra richiamati principi, tanto che, in sede di espressione del parere delle Regioni nella Conferenza unificata del 2 marzo 2023, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 sul medesimo disegno di legge, la Regione Emilia-Romagna, unitamente alle regioni Campania, Puglia e Toscana, ha espresso voto contrario;
- nel successivo iter parlamentare non si sono determinate condizioni migliorative del testo di legge tali da superare le maggiori criticità evidenziate, tanto che numerose disposizioni della Legge n. 86/2024 sono suscettibili di sindacato da parte della Corte costituzionale per la loro ridondanza sull'esercizio delle competenze legislative regionali;
- l'individuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP) assume particolare rilevanza in quanto presupposto necessario per il riconoscimento di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, che — nell'impianto della Legge n. 86/2024 — viene limitata ad alcune materie, con forte pregiudizio per l'unità giuridica ed economica dell'ordinamento;
Ciò premesso e considerato
Visto l'articolo 75 della Costituzione della Repubblica Italiana;
Vista la legge 25 maggio 1970, n. 352;
Previa votazione palese mediante dispositivo elettronico che dà il seguente risultato:
(Consiglieri assegnati alla Regione - n. 50)
presenti …
favorevoli ...
contrari …
astenuti …
delibera di richiedere referendum, ai sensi dell'articolo 75 della Costituzione e a norma della legge n. 352 del 1970, per abrogare talune disposizioni della legge 26 giugno 2024, n. 86 "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione";
indicando come segue, i termini del quesito che s'intende sottoporre alla votazione popolare:
Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, "Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione", limitatamente alle seguenti parti: art. 1, comma 2, limitatamente alle parole "relative a materie o ambiti di materie riferibili ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale", nonché alle parole "nella normativa vigente alla data di entrata in vigore della presente legge o sulla base della procedura di cui all'articolo 3", nonché alla parola "relativi"; art. 4, comma 1, primo periodo, limitatamente alle parole "concernenti materie o ambiti di materie riferibili ai LEP di cui all'articolo 3", nonché alla parola "medesimi"; art. 4, comma 2 "2. II trasferimento delle funzioni relative a materie o ambiti di materie diversi da quelli di cui al comma 1, con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie, può essere effettuato, secondo le modalità, le procedure e i tempi indicati nelle singole intese, nei limiti delle risorse previste a legislazione vigente, dalla data di entrata in vigore della presente legge."?;
e dando mandato alla Presidente dell'Assemblea legislativa di comunicare la presente deliberazione ai Consigli regionali di tutte le altre Regioni, con invito all'adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all'iniziativa referendaria.
Quindi l'Assemblea
con votazione segreta, a mezzo schede, che dà questi risultati:
- per il delegato effettivo
presenti n. …
assenti n. …
voti a favore del consigliere ……………… n. …
schede bianche n. …
schede nulle n. …
- per il delegato supplente
presenti n. …
assenti n. …
voti a favore del consigliere ……………… n. …
schede bianche n. …
schede nulle n. …
designa nelle persone dei consiglieri
- ………………………, effettivo
- ………………………, supplente
i propri delegati che, di concerto con i delegati di almeno altri quattro Consigli regionali, provvederanno a presentare e depositare la richiesta di referendum
delibera inoltre
- di pubblicare sul BURERT il presente atto".»
(Approvato)
(testo emendamenti preclusi e testo emendamenti agli ordini del giorno abbinati: depositati agli atti)
Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno
Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:
INTERROGAZIONE
8570 - Interrogazione a risposta scritta per sapere quali sono gli esami diagnostici, effettuati a carico dell'AUSL di Parma, i cui esiti non possono essere resi disponibili ai pazienti tramite il fascicolo sanitario elettronico, o per altra via telematica, e per quali motivi.
A firma del consigliere: Rainieri
MOZIONE
8611 - Mozione di revoca ai sensi dell'art. 3, comma 1 bis del Regolamento interno, nei confronti del Vicepresidente dell'Assemblea legislativa.
A firma della consigliera: Zappaterra
(Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 11 prot. PG/2024/19132 dell’11 luglio 2024)
LE PRESIDENTI |
LA SEGRETARIA |
Petitti - Zamboni |
Montalti |