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Legislatura X - Commissione I - Resoconto del 13/05/2019 pomeridiano

    Resoconto n. 15

    Seduta del 13 maggio 2019

     

    Il giorno 13 maggio 2019 alle ore 14,00 è convocata, con nota prot. n. AL.2019.11309 del 9/5/2019, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    3

    presente

    BERTANI Andrea

    Vicepresidente

    Movimento 5 Stelle

    3

    presente

    POLI Roberto

    Vicepresidente

    Partito Democratico

    6

    presente

    ALLEVA Piergiovanni

    Componente

    L’Altra Emilia Romagna

    1

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    BOSCHINI Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    CALVANO Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    CARDINALI Alessandro

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    FACCI Michele

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    GALLI Andrea

    Componente

    Forza Italia

    1

    assente

    IOTTI Massimo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    MOLINARI Gian Luigi

    Componente

    Partito Democratico

    6

    assente

    MUMOLO Antonio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PRODI Silvia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    PRUCCOLI Giorgio

    Componente

    Partito Democratico

    2

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Nord Emilia e Romagna

    2

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico

    3

    presente

    SASSI Gian Luca

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia

    1

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Sinistra Italiana

    2

    presente

    ZOFFOLI Paolo

    Componente

    Partito Democratico

    1

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Enrico CAMPEDELLI in sostituzione di Alessandro CARDINALI, Luciana SERRI in sostituzione di Gian Luigi MOLINARI, Marcella ZAPPATERRA in sostituzione di Giorgio PRUCCOLI.

     

    Partecipano alla seduta: Francesco Raphael Frieri (Direttore Generale Risorse, Europa, Innovazione, Istituzioni), Cristiano Annovi (Resp. Serv. Sviluppo delle Risorse umane e organizzazione), Sonia Uccellatori (CISL), Paolo Palmarini (UIL), Pietro Sturniolo (CISAL), Fiorenza Rossi (SGB), Maurizio Mainetti (Direttore Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile).

     

     

    Presiedono la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI e Roberto POLI

    Assiste la segretaria: Samuela Fiorini


    omissis

     

    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

     

    -     Audizione dei rappresentanti delle Organizzazioni sindacali sul progetto di legge:

    8124 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione”. (Delibera di Giunta n. 367 del 11 03 19)

    Relatore consigliere Luca Sabattini

    Relatore di minoranza consigliere Michele Facci

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI - Presidente della Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali.

    Iniziamo la Commissione. Come primo adempimento c’è la votazione sulla richiesta dei consiglieri Piccinini e Bargi della richiesta streaming di audizione dei rappresentanti delle sigle sindacali sul progetto di legge 8124. Chi è a favore sulla richiesta streaming? Chi è contrario? Chi si astiene? Perfetto, quindi autorizziamo la diretta streaming. Prima di dare la parola alle sigle sindacali, approviamo il processo verbale n. 13 del 2019. Chi è a favore? Chi è contrario? Chi si astiene? È approvato.

    Oggi, come sapete dalla convocazione, c’è l’audizione dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali sul progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante: “Disposizioni urgenti in materia di organizzazione”. Sono presenti i due relatori, consigliere Sabattini, di maggioranza, e consigliere Facci, di opposizione.

    Prima di dare la parola alle sigle sindacali – so che la segreteria sta prendendo i nominativi per intervenire e vi dico che l’intervento sarà per ogni sigla di circa dieci minuti, non di più – lascerei la parola ai due relatori, prima al consigliere Sabattini e poi al consigliere Facci, per introdurre l’argomento, anche se è già abbastanza noto, viste le Commissioni che abbiamo già svolto, poi partiamo con l’audizione. Prego, consigliere Sabattini.

     

    Consigliere Luca SABATTINI - Relatore

    Grazie, presidente. Buongiorno a tutti e grazie a tutte le sigle sindacali e all’Amministrazione per aver accolto il nostro invito di audizione. Riprendiamo la discussione del pdl sulle disposizioni organizzative. È un pdl, come abbiamo detto le volte scorse, non particolarmente corposo. Nella seduta di oggi, che ha portato allo slittamento dei tempi anche per la presentazione degli emendamenti e a seguito della discussione che faremo oggi, oltre ad ascoltare le sigle sindacali invitate a questo momento di audizione, come eravamo d’accordo con il consigliere Facci, relatore di minoranza, direi di sfruttare la seduta di oggi, oltre che appunto per l’elemento di ascolto delle sigle sindacali, anche per un’illustrazione fatta dal direttore Frieri e dal dirigente Annovi sullo stato dell’arte degli elementi organizzativi della nostra Regione, e quindi le tappe successive che ci aspettano. Poi lascerei, appunto, la parola alle organizzazioni sindacali, ovviamente propedeutiche alla discussione puntuale dei temi affrontati da questo pdl, proprio raccogliendo le sollecitazioni venute dalla discussione e dall’illustrazione che abbiamo fatto la volta precedente con l’obiettivo, piccola nota organizzativa per i nostri lavori, di darci, a seguito della Commissione di oggi, due o tre giorni ancora per la presentazione degli emendamenti, per poi arrivare alla prossima Commissione per la discussione degli emendamenti e il voto finale, per consentire di riuscire ad andare in Aula per il 28 di maggio, come da accordi. L’introduzione, l’illustrazione, l’abbiamo fatto la volta scorsa. Se il presidente è d’accordo, lascerei la parola alla struttura, prego.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Aspetti, che prima passo la parola al consigliere Facci e poi al direttore. Prego, consigliere Facci.

     

    Consigliere Michele FACCI - Relatore di minoranza

    Grazie, presidente. Va benissimo che diamo la precedenza agli ospiti. D’altronde, la seduta è stata calendarizzata apposta per ascoltare le parti sindacali, quindi credo che prima iniziamo quest’audizione e meglio sarà.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie, consigliere Facci. Il dottor Frieri vuole dire qualcosa? Prego.

     

    Dott. Francesco Raphael FRIERI (Direttore Generale Risorse, Europa, Innovazione e Istituzioni)

    Grazie, presidente. Buongiorno. Noi siamo qui per ascoltare e per riferire, ovviamente, alla Giunta laddove ci siano delle scelte che voi vorrete suggerire. Io mi limito semplicemente a elencare i titoli di quello che questo dispositivo sta prevedendo e a inserirlo in un contesto generale, che è quello dei vincoli e delle opportunità che abbiamo in questo nuovo piano di approvvigionamento di capitale umano che ci aspetta per i prossimi anni, anche a causa delle contingenze date dal massiccio pensionamento e dal ritiro in quiescenza.

    L’articolo 1, come sapete, prevede la possibilità di utilizzare, ovviamente all’interno del territorio regionale “in modo promiscuo”, delle graduatorie. Faccio notare a tutti le due righe, giusto per non ingenerare equivoci, conclusive del comma 1, in cui si dice espressamente che questo vale laddove ciò sia coerente con il proprio piano triennale del fabbisogno di personale. Tradotto, vuol dire che le persone non sono tutte uguali, ci sono dei profili professionali, l’azienda sanitaria “X” tra aziende sanitarie o la Regione stessa potrà trovare la possibilità con apposita convenzione di utilizzare un’altra graduatoria laddove il suo piano del fabbisogno non preveda o preveda in misura minore una professionalità che invece viene ricercata da un altro soggetto che sta in un’altra posizione.

    Quest’articolo non vuole esimere, ovviamente, l’ente – lo dico a scanso di equivoci – dal formulare nel nostro caso un originale e anche una proposta, e parlo dell’ente Regione in senso stretto, di famiglie professionali che difficilmente per le stesse famiglie potrà mai conoscere la necessità di operare con questo stesso articolo, anche perché, se lo facessimo, ci priveremmo di tutte le quote di riserva, di cui dirò fra poco, che invece ci permettono di dare vita anche a grandi opportunità di crescita per i nostri dipendenti nelle diverse tipologie di collocazione.

    L’esempio che possiamo fare di spiegazione del perché di quest’articolo è: nel caso in cui ci fossero enti tra loro paritetici in termini di piani del fabbisogno – se volete parlare di sanità, vi chiediamo di operare un’audizione ad hoc con la direzione sanità, perché sicuramente ne sapete più di quanto ne sappiamo io e il dottor Annovi giustamente delle preoccupazioni e anche degli sforzi che sta compiendo quel comparto, contratto diverso dal nostro – l’esempio tipico che potrebbe esserci è quello di una specializzazione estremamente specifica che non è ricompresa nelle sei famiglie professionali di cui stiamo parlando per una numerosità che è una o due posizioni. Siccome, come diremo fra poco, stiamo parlando di oltre 800 posizioni nel triennio che vengono cercate, non ha senso imbastire una procedura concorsuale in cui ci aspettiamo migliaia di persone per raccogliere una o due posizioni. Questo rallenterebbero semplicemente l’approvvigionamento delle posizioni di cui si diceva prima.

    L’articolo 2, invece, serve a perimetrare, a seguito di un accordo sindacale che abbiamo avuto, esattamente i titolari dell’accesso a una riserva, prevista in un numero massimo pari al 30%, prevista dall’articolo 35, comma 3, del 165, dei lavori somministrati, dei dipendenti da agenzie di somministrazione di lavoro che abbiano operato esclusivamente presso la Regione Emilia-Romagna, o comunque in forza alla Regione Emilia-Romagna, quando si sono occupati per esempio di ricostruzione, quindi presso il Commissario.

    Questa perimetrazione serve ad autorizzarci a includere, a seguito appunto di un accordo che abbiamo siglato, ma contemporaneamente a chiarire qual è il perimetro. Non sono tutti somministrati che a vario titolo dovessero rivolgersi… Costoro potranno semplicemente partecipare ai concorsi in senso lato.

    Ricordo a tutti che il volume complessivo delle riserve, stante il decreto Madia, non può superare il 50%. Lo dice anche il 165. Della stessa acqua stiamo parlando, e quindi dobbiamo contemperare tutte le richieste, ma comunque questa quota complessiva in ogni caso non potrebbe superare il 50%.

    L’articolo 3, invece, introduce e autorizza la possibilità di corrispondere incentivi ex articolo 113, comma 5, del codice dei contratti d.lgs. n. 50, su cui c’è una lunga e variegata stratificazione e andirivieni di disposizioni, perché viene prevista per la prima volta la possibilità di estendere gli incentivi ex Merloni anche a dipendenti che abbiano operato nel campo dei servizi, non soltanto della progettazione, della contrattualistica, adottino provvedimenti finali, e nel nostro caso anche in particolare di una agenzia, Intercent-ER, che opera prevalentemente per un altro comparto, che è quello sanitario, che vede il 60% del suo volume di attività rivolto al comparto sanitario.

    L’articolo 4 precisa meglio un intervento fatto in sede di bilancio, credo di collegato alla manovra di bilancio, della 43. Era di qualche giorno prima la modifica della legge regionale 43, che prevedeva di estendere la disciplina dell’Assemblea legislativa all’intera Giunta in materia di condizione necessaria del possesso del titolo di studio per l’inquadramento in un determinato profilo professionale, ma precisando correttamente alcuni termini perché non sorgesse mai il dubbio che coloro che avessero avuto accesso a quel profilo professionale prima che questa norma entrasse in vigore e prima che entrasse in vigore anche il 150 del 2009 vedessero in un qualche modo pregiudicati i loro inviolabili diritti acquisiti. Questo è il punto. Quindi, è soltanto una precisazione per rendere più efficace quella stessa posizione che l’Assemblea ha preso in quel momento in accordo con la Giunta.

    L’articolo 5 dispone, ovviamente, l’entrata in vigore di tutti questi dispositivi.

    Passo ad alcuni dati che credo possano esservi utili in questa valutazione.

    In questo momento, stiamo calcolando tutte le quote… Voi sapete che possiamo sostituire per il 2019 il 100% dei cessati. Probabilmente, a normativa invariata, avremo la “liberalizzazione” stante il tetto di spesa compatibile delle assunzioni. Teniamo sempre presente che, però, il tetto di spesa per sua natura è basato sulla spesa storica. C’è una norma che, in realtà, lo supera e permette di abolirlo, che oggi è in gestazione, ma se rimane in vigore quel tetto di spesa, anche la liberalizzazione in sé per sé del turnover non produrrà degli effetti incrementativi nelle pubbliche amministrazioni italiane.

    È, invece, nel DDL Crescita in gestazione una norma che prevede il cosiddetto scorrimento dinamico, cioè oggi possiamo assumere soltanto sulla base dei cessati dell’anno precedente. Se, invece, questa disposizione entrasse in vigore, questo permetterebbe, laddove quota 100 privasse l’ente di un’improvvisa assenza, un ritiro in quiescenza, di assumere immediatamente con una quota anche prima della conclusione dell’anno solare.

    Noi ci aspettiamo la domanda: quante sono per ora le assunzioni che avete stimato complessivamente?

    Giusto per dare qualche dato e qualche ordine di grandezza anche al fine di trarre delle conclusioni sulla drammaticità, sono 826 quelle che noi stiamo stimando oggi per il triennio, le quali sono comprensive anche di alcune mobilità, ma sono comunque assunzioni che l’ente dovrà affrontare.

    Questo, però, vuol dire che sono verosimilmente le stesse posizioni, le cessazioni che ha più o meno – in realtà, sono un po’ meno, ma a livello di spesa sono questo – l’ente stesso.

    Qui sto considerando, ovviamente, tante posizioni. La cosa che voglio dire è che è evidente che l’ente ha interesse a procedere il prima possibile, non solo per dare opportunità di crescita ai propri dipendenti, ma anche perché, se un ente che conta nel consolidato circa 4.000 dipendenti, considerando tutti gli altri aggregati, ha una perdita così significativa, vuol dire che presto in molti uffici ci troveremo di fronte a una condizione di crollo e di impossibilità di erogare i servizi essenziali degli uffici stessi. Questo si sta verificando sia sul personale del comparto sia in alcuni casi sui capi servizio, perché l’arrivo di quota 100 ovviamente ci sta improvvisamente privando senza grande anticipo anche di personale dirigente, ovviamente in misura enormemente maggiore.

    A questo proposito, l’orientamento assunto già in passato dagli accordi sindacali che abbiamo sottoscritto, e penso a quello del 2 agosto del 2017, prevede che la Regione contempli la possibilità di un concorso interno, che ovviamente insisterà sul 20% delle quote assunzionali totali. Preferiremo utilizzare questa via, anche se bandita contemporaneamente e successivamente, perché evita ai nostri colleghi di doversi… quelli che sono già interni eletti, quindi colleghi di ruolo, che abbiano il titolo di studio per accedere al livello a cui si vanno a candidare, ma non cambierebbe se operassimo una riserva per la stessa quota. Sempre il 20% è. Si potrebbe sfruttare, invece, tenendo conto di tutta una serie di richieste, l’altra potenziale riserva fino a un massimo del 30%.

    Questi riservatari potenziali sono quelli che voi già conoscete, i somministrati di cui avete detto, i tempi determinati e i co.co.co., di cui al comma 2 dell’articolo 20 del DL n. 75 del 2016, oggetto a loro volta di un accordo sindacale, quello del 2 agosto del 2017. In questo modo, riteniamo di avere sfoltito molto il precariato che vi è all’interno dell’ente, o almeno quella parte di precariato che svolgeva funzioni di supporto, funzioni continuative, e che in qualche modo subiva la condizione di precarietà. Cosa diversa, invece, sono i co.co.co. o eventuali collaborazioni di persone o di professionisti che vogliano mantenere un rapporto saltuario con l’ente stesso, ed è giusto che lo possono continuare ad avere.

    Se così è, proporremmo alla Giunta, anche per ragioni di volume di cessazioni, di prevedere – abbiamo già iniziato a condividerlo, pur non essendo oggetto di contrattazione, con la nostra RSU e le delegazioni sindacali – un concorso anche di livello C, seppur di dimensioni minori nel piano dei fabbisogni. Faccio presente che nel piano dei fabbisogni vigente è previsto soltanto un piano assunzionale per i livelli D. Questo permetterebbe di avere due quote di riserva ex articolo 35, comma 3, del n. 165, rispettivamente per i livelli D di 130 posizioni e per i livelli C, da un primo calcolo spannometrico, di 58 posizioni. Ovviamente, gli stessi troverebbero la possibilità, non soltanto di partecipare come riservatari dopo aver superato tutte queste stesse prove ai concorsi per il 30%, ma anche di poter usufruire della possibilità di partecipare al concorso interno dedicato. Quindi, pur dovendo procedere con grandi velocità, grazie anche allo scorrimento dinamico, ci sono grandi opportunità di crescita anche di quelle che una volta si chiamavano progressioni verticali, che, come sapete, il 150 del 2009 ha abolito.

    È inutile dire che i direttori generali e i dirigenti di quest’organizzazione, i direttori di agenzia, ci tengono molto anche all’altro 50% di nuove assunzioni, perché è necessario procedere perché abbiamo questi crolli in termini di volume di personale.

    Due ultime precisazioni.

    Le progressioni verticali non esistono più, quindi l’eventuale vittoria che ci auguriamo anche eventualmente della quota esterna, che nulla vieta di vincere anche a un candidato che ha già un rapporto a tempo indeterminato con l’ente, non prefigura che la stessa persona sia inquadrata esattamente con le stesse attività e gli stessi obiettivi nella stessa posizione di scrivania. La vittoria di una persona – lo dico a scanso di equivoci – presuppone di essere parte del personale a disposizione del piano dei fabbisogni, quindi verrà assegnata laddove la struttura ne abbia fatto richiesta per le professionalità per cui ha vinto, per la famiglia disciplinare per cui ha vinto. Quindi, non si tratta solo di aumenti di stipendi, ma di crescita professionale.

    La seconda precisazione è che noi abbiamo un servizio di supporto con il professore… Ci siamo rivolti, abbiamo fatto un avviso, e ci siamo rivolti a uno dei migliori professori di diritto del lavoro e di diritto amministrativo di questo ateneo, professor Pizzoferrato, che voi conoscerete, della più antica università d’Europa che è l’università di Bologna. Dopo diverse valutazioni, il parere che da noi è stato richiesto prefigura l’impossibilità di operare qualsiasi discriminazione qualitativa, così esplicito subito una domanda che suppongo sarebbe arrivata, in termini di preselezione a qualsivoglia candidato. Tradotto, che cosa voglio dire? Se il concorso è o interno esterno o con quota di riserve, tutti i concorrenti hanno le stesse prove, qualsiasi sia il livello. La preselezione non può essere saltata o ridotta per nessun concorrente nello stesso concorso. Questo minerebbe, a giudizio del professore, la validità del concorso stesso. Noi dobbiamo prendere atto di questo parere, cioè non possiamo interloquire, tra l’altro a quel livello, per un servizio di cui ci siamo approvvigionati.

    Questo fa sì che le riserve di cui ho parlato operino soltanto a valle, quando la graduatoria è composta, per decidere come si scorre quella graduatoria e non per decidere che cosa succede a monte. Non so se mi sono spiegato. Qualcuno mi guarda male. Noi prendiamo atto e non potremmo fare altrimenti.

    Io ho finito. Sono stato lungo. Mi dispiace.

     

    Presidente POMPIGNOLI

    Grazie. Iniziamo con le sigle sindacali. Sono state chiamate tutte le sigle sindacali, CGIL, CISL, UIL, CISAL, SGB, USB e Fedirets. Sono presenti CISL, UIL, CISAL e SGB. Io partirei dalla CISL, con Sonia Uccellatori. La farei accomodare qua. Prego, dieci minuti.

     

    Sonia UCCELLATORI - CISL

    Grazie, presidente. Salve a tutti. Innanzitutto, ringrazio a nome della CISL di averci dato l’opportunità quali organizzazioni sindacali di essere auditi. Dunque, ringraziamo il presidente e i relatori di quest’opportunità e di poter parlare di una tematica così importante legata al mondo del lavoro. Passando a un’analisi puntuale della proposta di legge che ci avete sottoposto e analizzando in ordine l’articolato normativo, andremo con la lettura dell’articolo 1.

    Rispetto a tale articolo, non possiamo che apprezzarne e condividerne il contenuto, in quanto riteniamo che il poter superare il limite che ha posto la legge finanziaria, la n. 145 del 2018, rispetto all’opportunità di collegare lo scorrimento delle graduatorie di concorso al piano triennale dei fabbisogni, in un momento in cui, come diceva il dottor Frieri, anche la quota 100 sta ponendo il tema per tutte le amministrazioni coinvolte di non avere un numero ben definito e definibile di necessità, di fabbisogni assunzionali ben determinato, sia opportuno al fine di garantire l’erogazione dei servizi da parte della Regione, delle agenzie e degli enti regionali, soprattutto per il settore del comparto sanità, e dunque del nostro servizio sanitario regionale, ove il turnover è elevatissimo. Dunque, non possiamo che apprezzare il fatto che come Regione Emilia-Romagna ci risulti che siamo i primi a proporre una norma di questa natura.

    Rispetto all’articolo 2, evidenziamo come sia il recepimento dalla nostra analisi di una normativa già posta dal livello nazionale, ovvero dal DL n. 148 del 2017, e accolga una richiesta che già avevamo fatto e il contenuto di un accordo sindacale sottoscritto il 2 agosto 2017, in cui si concordava appunto anche con l’Amministrazione regionale di poter verificare tutte le opportunità che vi sarebbero state per stabilizzare il personale che già prestava servizio presso la struttura commissariale della Regione. Dunque, c’è un apprezzamento anche in questo.

    Poi cogliamo l’occasione, visto anche l’intervento nell’illustrazione da parte sempre del dottor Frieri di tale articolato, perché questo provvedimento si innesta nel percorso e nella previsione del piano dei fabbisogni di questa Amministrazione regionale. Apprendiamo oggi dei numeri che ci sono stati forniti, che però al tavolo di trattativa a oggi non avevamo in maniera certa. Riprendiamo degli accordi regionali che abbiamo sottoscritto unitariamente, quello del 2 agosto 2017, ma ne abbiamo sottoscritto anche uno il 4 marzo 2018 alla presenza dell’assessora Petitti.

    Noi siamo qui a ribadire la richiesta di rispettare quanto inserito all’interno di quegli accordi sindacali, ovvero, avendo un’apertura da parte del decreto legislativo n. 75 del 2017, la cosiddetta legge Madia, di poter appunto valorizzare finalmente anche il personale interno a questa Amministrazione nella misura del 20%, rispetto alla possibilità delle vecchie progressioni verticali, dunque di selezioni riservate al personale interno, riteniamo che sia un’occasione imprescindibile al fine di valorizzare questi professionisti dell’Amministrazione regionale.

    Dunque, nel ribadire questo, rispetto alla restante riserva del 30%, siamo a chiedere sempre, come scritto anche in quest’ultimo accordo, il rispetto della normativa nazionale, e dunque del DPR n. 487 del 1994, ma anche dell’accordo regionale vigente sottoscritto nel 2 novembre 2015, dove l’utilizzo delle riserve è ben definito e va anche a indicare le modalità con cui esse vengono applicate.

    Possiamo dire che cogliamo positivamente il percorso di condivisione che abbiamo fatto con questa Regione. Chiediamo, però, che quegli accordi non rimangano solamente messi per iscritto, ma vengano assolutamente praticati anche nella forma. Non è scontato un percorso di condivisione, però non altrettanto è scontato che nella pratica poi vengano rispettati tali accordi.

    Infine, rispetto all’articolo 4 che ci avete sottoposto, riteniamo opportuno evidenziare come a nostro avviso la lettura di quest’articolo non sia così chiara. Riteniamo che possa indurre una lettura fuorviante che non rispetti il dettato normativo previsto dall’attuale decreto legislativo n. 150 del 2009, attualmente ancora in vigore, rispetto all’inquadramento anche di quel personale a tempo indeterminato di questa Regione che presta servizio presso le strutture speciali che ha ottenuto un inquadramento anche senza il possesso del titolo di studio oggi richiesto, ma che allora ha effettuato una selezione interna ante riforma Brunetta, e che dunque ha avuto un inquadramento nel profilo professionale ove non era richiesto allora quel titolo di studio oggi attualmente previsto dalla normativa. Comunque, non è possibile dimensionare tali lavoratori. Dunque, riteniamo che vi sia la necessità di riformulare l’articolo 4 con un contenuto più chiaro se l’obiettivo, come abbiamo sentito dal dottor Frieri, era quello di poter ottemperare a una normativa e di evitare il demansionamento di questi lavoratori.

    Vi ringraziamo per l’opportunità che ci avete dato. Auspichiamo che l’intervento avuto in questa sede vi sia utile per il proseguimento della discussione. Grazie di quest’attenzione.

     

    Presidente Roberto POLI - Vicepresidente della Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali

    Grazie a lei anche per il pieno rispetto dei tempi che ci siamo dati. Adesso chiamerei Paolo Palmarini per la UIL.

     

    Paolo PALMARINI - UIL

    Grazie, presidente. Grazie dell’invito. Sicuramente, quello oggetto di oggi è un tema di estremo interesse dal punto di vista sindacale, perché è sotto gli occhi di tutti come le pubbliche amministrazioni in termini generali stiano soffrendo di una situazione abbastanza evidente, vale a dire l’anzianità di servizio della stragrande maggioranza dei dipendenti. Se mettiamo in relazione questo alle richieste che stanno pervenendo, o almeno stanno pervenendo nei nostri patronati, di accesso alla pensione rispetto al tema quota 100, è evidente che tutti gli strumenti utili per dare continuità e qualità ai servizi delle pubbliche amministrazioni devono essere valutati nel modo migliore possibile. Infatti, è del tutto evidente che c’è un tema anche di trasferimento delle conoscenze. È evidente che, dal momento in cui il personale si reca in pensione, sarebbe opportuno, sarebbe buona norma, sarebbe logico che vi fosse anche un percorso di affiancamento utile a trasferire quelle conoscenze che non sempre si acquisiscono all’interno dei percorsi di studio.

    Detto ciò, per quello che riguarda i temi che ci vengono proposti, noi riteniamo che il progetto di legge vada sostanzialmente nella direzione da noi auspicata, vale a dire quella di dare una continuità e una possibilità assunzionale all’ente Regione, alle agenzie, agli enti pubblici della nostra Regione, ma anche al settore della sanità, dove in particolar modo, rispetto ai temi proposti all’articolo 1, è evidente come sia necessario evitare che si faccia un concorso ogni cinque minuti, e quindi si predispongano graduatorie che possono essere utilizzate per un numero superiore a quello che normalmente sembrerebbe oggi debba essere fatto nell’ambito dell’ultima legge di stabilità.

    Benché, però, Frieri abbia detto in premessa che si tratta di utilizzo di graduatorie di aziende, enti o agenzie dell’Emilia-Romagna, chiedo se la formulazione all’articolo 1, in particolar modo al comma 2, sia sufficientemente chiara. Per quello che ci riguarda, è chiaro il titolo, nel senso che si parla di graduatorie delle aziende, degli enti, delle agenzie dell’Emilia-Romagna, poi al comma 2 si dice che, in accordo tra amministrazioni, tutti i soggetti di cui al comma 1 possono utilizzare graduatorie. La nostra richiesta è che sia chiaro nella formulazione che ci riferiamo a utilizzo di graduatorie di enti, aziende o agenzie predisposte nel contesto della Regione Emilia-Romagna, questo onde evitare equivoci rispetto all’utilizzo di graduatorie al di fuori della Regione Emilia-Romagna.

    Per quello che riguarda gli altri articolati, quindi articolo 2, articolo 3 e articolo 4, non abbiamo particolari osservazioni, se non quelle già poste dalla CISL, posto che non esiste il termine “demansionamento”, se sia sufficientemente chiaro nell’articolato dell’articolo 4 il principio di carattere generale che il direttore generale ci ha esposto nell’ambito della proposta oggetto della discussione di oggi.

    Poi è evidente, ma questo esula dal ragionamento in questo contesto, che quest’articolato dà possibilità assunzionali che poi vanno colte appieno nell’ambito del rispetto degli accordi che si raggiungono nel contesto dei vari contesti aziendali, compreso il tema della sanità. Se c’è bisogno, la UIL coglie positivamente l’invito fatto da Frieri se si intende fare anche uno specifico focus sulle questioni che riguardano il tema della sanità.

    Quindi, ringraziamo di quest’invito e speriamo che quest’articolato possa dare quei risultati che auspichiamo in termini di superamento di un precariato che eravamo abituati a conoscere in particolar modo nel mondo della scuola, ma che negli ultimi anni abbiamo purtroppo conosciuto anche nel mondo degli enti pubblici in generale e nel mondo della sanità. Grazie.

     

    Presidente POLI

    Grazie a lei. Salutiamo il dottor Frieri, che ci lascia, lascia i lavori della Commissione. Chiamerei Pietro Sturniolo della CISAL, prego.

     

    Pietro STURNIOLO - CISAL

    Grazie, presidente. La mia organizzazione, la CISAL, ringrazia per quest’invito, che ci consente di dare un contributo a questa proposta di legge, che dai tempi che sono stati detti sembra che vada in porto abbastanza presto. Si parla di 28 maggio. Già questo è un buon auspicio.

    Da parte nostra, esprimiamo anzitutto un parere positivo, perché finalmente il problema del precariato viene affrontato di petto e viene risolto effettivamente. Gli articoli 1 e 2, in particolare, nei propri ambiti, danno questa possibilità di dare precedenza alle assunzioni definitive di chi da anni lavora alla Regione e ha lavorato in forma precaria. Solo con questa legge, probabilmente, troverà compimento la sua definitiva situazione nell’ambito dei lavori Regione.

    L’articolo 2, prorogando fino alla conclusione della stagione concorsuale 2019 i contratti di quelli assunti con contratto flessibile presso la Regione o presso la struttura commissariale per il sisma, il terremoto del 2012, consente così la partecipazione – questo è un punto favorevole – alle procedure concorsuali che la Regione intende bandire. Anche questo è in funzione della sistemazione dei precari che si trovano in Regione.

    Per quanto riguarda l’articolo 3, riteniamo importante la precisazione che specificamente si vuole far riferimento al Servizio sanitario nazionale. Proprio questo settore ha particolare bisogno di sistemare situazioni di lavoro. Questa specifica individuazione e precisazione in un articolo di legge è importante al fine della soluzione dei problemi.

    Per quanto riguarda l’articolo 4, siamo sulla stessa linea espressa già dai colleghi della CISL e della UIL, cioè riteniamo che quest’articolo debba essere scritto in maniera diversa, in maniera più chiara e precisa, perché potrebbe portare a qualche interpretazione che poi andrebbe contro i desideri, i diritti dei colleghi, che si vedrebbero demansionati se, a nostro parere, restasse questa dicitura. Riteniamo che debba essere riformulato in maniera proprio più chiara e precisa.

    Nel complesso riteniamo, quindi, validissima questa proposta di legge. Chiediamo che al più presto, con emendamenti appropriati e il minimo possibile, venga portata avanti in Giunta e quindi definitivamente anche in Assemblea legislativa.

    Questo consentirebbe di sistemare situazioni che noi auspichiamo poi passino, una volta approvata, una volta divenuta legge, attraverso i tavoli sindacali, perché con la contrattazione, con le organizzazioni sindacali di Regione, possa effettivamente raggiungere quegli obiettivi che si vogliono finalizzare con questa proposta di legge.

    Per noi il giudizio è positivo, con qualche eccezione per quanto riguarda la dicitura dell’articolo 4, che riteniamo debba avere più precise indicazioni proprio per evitare equivoci che andrebbero contro i lavoratori interessati. Grazie.

     

    Presidente POLI

    Chiamerei Fiorenza Rossi, per la SGB.

     

    Fiorenza ROSSI - SGB

    Buongiorno a tutti. Il mio sarà un velocissimo intervento. L’impianto non può che trovarci d’accordo, perché tutto quello che può agevolare il superamento del precariato e comunque la valorizzazione del lavoro delle persone va sempre bene.

    Un paio di puntualizzazioni. Questa proposta di legge, per quanto ci riguarda, è un riconoscimento che il lavoro somministrato dato dalla Regione Emilia-Romagna, in realtà, era un lavoro dipendente e di questo spero che se ne tenga conto. Ormai la situazione è questa. Abbiamo avuto un sacco di interinali con delle grandi aspettative, giustamente, però questa non è la modalità corretta per le relazioni contrattuali.

    Questo è un punto. Questa norma dovrebbe essere utile solo per sanare la situazione di adesso e sarebbe utile che nel progetto di legge ci fosse un’indicazione che non deve più succedere. I contratti, nel pubblico, come nel privato, devono avere la formula corretta.

    Il lavoro somministrato, se inizialmente poteva avere una temporanea necessità per l’urgenza – il sisma non aspetta le procedure – dopo tutti questi anni poteva essere messo a regime in maniera corretta. Questo è un elemento veramente molto importante.

    L’altro dubbio che abbiamo è sul discorso del superamento del precariato. Non è che questa legge supera il precariato. Questa legge in qualche maniera riscontra un dato oggettivo, cioè che il precariato, purtroppo, in questi anni si è consolidato anche nella Regione Emilia-Romagna e ha necessità di trovare poi uno sviluppo, una stabilità. Come la legge Madia, il decreto n. 75/2017, lo ha dato, anche qui, giustamente, seguiamo quel percorso che è assolutamente corretto. Il precariato si combatte all’inizio, cioè non creandolo.

    Un conto è la necessità di avere del lavoro temporaneo (maternità, picchi di lavoro, periodi molto brevi di impossibilità di assunzioni), però anche questa dovrebbe essere una tematica quantomeno citata nel progetto di questa legge per far vedere che non è una modalità che d’ora in poi la Regione Emilia-Romagna avrà rispetto al personale. È una modalità per chiudere questa partita. Noi questo progetto lo vogliamo vedere in questi termini.

    Una piccola nota tecnica, che non abbiamo ben capito, è rispetto alla valorizzazione del personale interno. Nella relazione il dottor Frieri ha parlato di una riserva del 20%, per il personale interno, che si traduce in un concorso interno, che non è un concorso interno, ma una selezione interna. È abbastanza diverso, perché la selezione interna della Madia, sempre il decreto n. 75/2017, non prevede idonei, diversamente dalle graduatorie che giustamente questo progetto ritiene di poter utilizzare anche nei periodi successivi, lì dove ci fossero delle necessità non programmate al momento del bando dei concorsi. Questo è un conto.

    La norma dice che le riserve per gli interni, il personale interno, le categorie inferiori, potrebbero arrivare a un massimo del 50%; una percentuale che viene ridotta per una percentuale pari e per eventuali altre riserve. Vediamo gli interinali, vediamo il comma 2, articolo 20 del decreto n. 75/2017.

    Noi ci domandavamo se è già stato fatto un conteggio da parte dell’amministrazione, che tutte queste riserve altre coprono il 30% dei posti messi a concorso. È una domanda che ci facciamo perché come qualcuno prima di noi, mi sembra il collega della CISL, ha fatto notare, i numeri, anche se solo in maniera un po’ generica, sono già stati dati qui oggi.

    Fino ad oggi noi né a livello aziendale, né ad altri livelli sapevamo quanti fossero i posti prevedibili. Se ricordo bene, la delibera della Giunta, l’ultima, parlava di 385, una cosa di questo genere. Se si arriva a 800 siamo assolutamente contenti, però ci poniamo un sacco di altre domande. Questa del 20 e 30% è più una domanda di chiarimento. Grazie.

     

    Presidente POLI

    Molte grazie anche a lei. A questo punto le organizzazioni sindacali presenti sono state sentite tutte. Chiederei, cortesemente, qualora lo riteniate di qualche utilità, per noi lo sarebbe, di inviare alla segreteria della Commissione I il testo dell’intervento e le note che voi avete qui illustrato oggi. La segreteria della Commissione poi provvederà a inviare tutto ai commissari in modo da renderlo utile al lavoro che dobbiamo fare noi nel prosieguo della discussione della legge.

    Vi propongo di fare in questo modo. Darei la parola al dottor Annovi per eventualmente qualche chiarimento o qualche indicazione, poi al relatore di minoranza, il collega Facci, al relatore di maggioranza per chiudere poi i lavori della Commissione su questo punto e proseguire con il punto successivo. Prego, dottore.

     

    Dott. Cristiano ANNOVI - Resp. Serv. Sviluppo delle Risorse umane e organizzazione

    Do alcune risposte su dei dubbi che sono stati segnalati. Poi, spero di chiarirli tutti. Parlo della proposta di legge. Il testo ha proprio la finalità di poter scorrere le graduatorie, articolo 1, in virtù di una pluralità di cose: intanto la incertezza e la difficoltà di programmare con quota 100 quelli che saranno i reali fabbisogni definitivi.

    Abbiamo stimato in quest’ultimo mese, dirò dopo i numeri, ma essendo una opzione totalmente volontaria, che coinvolge, ai nostri fini di programmazione, sia chi è già, di fatto, a un passo dalla pensione il prossimo triennio…

    Noi sappiamo chi nel triennio andrà in pensione perché ha tutti i requisiti con la Fornero. Noi abbiamo poi una delibera che collochiamo nuove pensioni, quindi qui abbiamo certezze, ma coinvolge anche collaboratori che maturano i diritti oltre il 2021 sui quali noi non abbiamo alcuna visibilità. Per cui, se esercito un’opzione in anticipo noi non abbiamo bandito sulla loro cessazione, quindi dovremmo rifare i concorsi. Questo è un enorme problema.

    L’altro elemento che ci rende necessario scorrere le graduatorie riguarda il fatto che sta cambiando anche fortemente la normativa. È stato depositato in questi giorni un decreto legge già in Gazzetta ufficiale – lo ha accennato prima Frieri – il Decreto Crescita, che prevede il superamento, presumibilmente dal 2020, del modello di contingentamento delle assunzioni pubbliche che è stato in vigore fino ad oggi.

    Voi sapete che ordinariamente si assumeva in funzione dei cessati dell’anno precedente un numero di dipendenti per costo equivalente pari al 25% nel 2017, a 75 nel 2018, poi elevato al 100, e nel 2019 è il 100% dei dimessi. Dirò dopo che c’è già una modifica su questa norma.

    In teoria, se il decreto così com’è viene convertito ed escono entro 60 giorni i DPCM applicativi, di fatto, o dal 2019 o dal 2020, perché dipende cosa dirà il DPCM, la programmazione delle assunzioni passa dal numero dei cessati al tetto di spesa complessivo. Quindi, di fatto, libererà risorse perché per gli enti che sono sotto al limite che verrà fissato, che ancora non conosciamo, qualora sia sotto, si può continuare ad assumere anche se non ci sono cessati, il che vuol dire che se uno ha le graduatorie può immediatamente concorrere le graduatorie. Perché questo è oltremodo necessario? Perché con il sistema che è stato comunicato, ed è già stato applicato l’anno scorso, di stabilizzazioni, riserve per precari, quindi superamento del precariato, ma anche sistema di progressioni verticali, in realtà, nell’attuale modello, il fabbisogno assunzionale non viene soddisfatto, cioè ad una testa che esce non si assume un dipendente in ingresso, perché le progressioni non sono un dipendente in più, sono giustamente dei riconoscimenti di valorizzazione di carriera, tanto è vero che si prevedrà nel Piano dei fabbisogni di sottrarre, come ha già anticipato il direttore, il 20% e quindi dedicarlo agli interni; significa che, però, se escono 100 dipendenti, ne entreranno solo 80, perché un 20% sono dipendenti che già operano. È vero che passano di categoria, ma poi liberano il posto della categoria di appartenenza. Quindi, ho un D in più, ma un C in meno, quindi il saldo di teste non aumenta.

    Avendo da recuperare alcuni anni di blocco delle assunzioni, i precari, quando vengono assunti, di fatto, non aumenta l’organico regionale. Viene sostituita una tipologia di spesa, ma, di fatto, non cambia. Se si passa a regime finanziario e non più a teste, automaticamente è possibile proseguire nelle assunzioni. Se abbiamo le graduatorie che possiamo scorrere, evidentemente, il fabbisogno è tale per cui lo faremmo. Questo è l’articolo 1.

    Alcune precisazioni sull’articolo 2. È proprio una semplicissima perimetrazione. La legge così com’era formulata, il decreto fiscale n. 148 del 2017, non chiariva se noi potevamo bandire o no concorsi con riserva per i somministrati, perché diceva “l’Amministrazione che procede e che ha fatto i contratti”. Siccome il Commissario è un’Amministrazione diversa dalla Regione, così come fu fatto per i tempi determinati in processo di stabilizzazione, così si è fatto per evitare di dire, per noi Amministrazione, la somma dei due.

    L’altro elemento è “che lavorano presso l’Amministrazione”. Cosa significa? Che hanno lavorato e che lavorano, perché sono due le condizioni, presso i servizi regionali. Parliamo comunque dei riservatari, di 31 unità, che hanno tutti i requisiti possibili.

    Sull’articolo 4 – non dico dell’articolo 3 perché è stato richiesto dal MEF di apportare una modifica a una parola – esistono due formulazioni possibili. Una è quella che avete trovato nel testo, che chiarisce che non si obbliga ad applicare, a richiedere il titolo di studio a uno che è già di categoria, acquisita anche senza titolo di studio in passato, perché altrimenti la lettura attuale vieta di andare in struttura speciale a un dipendente che è in struttura ordinaria oppure obbliga a demansionare uno dei due. Con il demansionamento si va in Ufficio provinciale del Lavoro per danni.

    Una formulazione è quella che è stata fatta. Altre formulazioni possono esistere, che la rendono più chiara. Non spetta a me né proporla né a votarla. Esistono formulazioni alternative. L’importante è che portino allo stesso risultato di non produrre effetti negativi sui dipendenti.

    Sono state fatte domande sui numeri e sulle riserve. Ovviamente, sono a disposizione. I numeri sono, ahimè, ballerini e sono ballerini in virtù di due elementi. Sono stati ballerini, adesso si stanno stabilizzando intorno a quel numero che diceva il direttore, cioè 826 da concorso nel triennio, vorrei chiarirlo, perché il piano è triennale e i posti messi a disposizione saranno triennali con assunzioni scaglionate in funzione di chi si dimette nel triennio.

    Il fabbisogno complessivo, solo per concorsi, è 826 per i limiti che dicevo prima. Poi ci saranno altri 150 in parte già in fase di conclusione in parte da bandire, mobilità da altri enti, perché questi permettono di acquisire risorse oltre le dimissioni, che sono neutre ai fini dei vincoli attuali.

    I numeri perché sono cambiati molto negli ultimi 60 giorni? In virtù di due cose. La prima cosa è che è stato approvato in via definitiva ed è stato convertito in legge il decreto legislativo n. 4, reddito di cittadinanza e quota 100, e quindi questo ha messo in condizione gli aventi diritto di poter fare le domande. Quindi, sono un po’ accelerate le domande anche se le nostre stime combaciano. Noi avevamo stimato nell’arco dell’anno un’ottantina di maggiori pensionamenti, siamo già a 40, quindi più o meno siamo in linea. Anzi, forse leggermente sottolinea ed è per questo che potrebbero cambiare di qualcosa a maggio.

    L’altro motivo vero per cui i numeri sono cambiati moltissimo in termini proprio di quantità, quindi di fatto aumentati del 30%, è perché il DL n. 4 porta all’articolo 14-bis una novità rilevantissima ai fini delle capacità assunzionali degli enti. Fino ad oggi io potevo assumere. Nel 2019 il totale in termini di costo dei cessati è 2018. Quindi, chi cessava quest’anno poteva essere assunto quest’altro anno. Nel triennio vuol dire che i cessati 2021 li potevo assumere solo nel 2022. L’articolo 14-bis permette di assumere sulla stima dei cessati nell’anno in corso. Per trascinamento significa che per i cessati del 2021 anticipo di un anno la loro assunzione, quelli del 2020 di un anno. Quindi, il trascinamento in avanti fa lievitare i costi di circa 300-350 unità. Per questo siamo passati da circa 500 complessivamente nel triennio tra D e C a oltre 800 assunzioni.

    Questo è l’effetto vero per cui i numeri… È il combinato delle due cose, cioè la combinazione dei due elementi. Oggi la gente fa domanda perché la legge è certa, è approvata, convertita in via definitiva e l’altro è che io, di fatto, recupero un anno intero di assunzioni nel triennio. L’effetto delle due cose ha fatto lievitare i numeri.

    L’ultima risposta è in merito, invece, a come vengono applicate e calcolate le riserve. Lo ha spiegato già il dottor Frieri. Su questo numero contingente e complessivo di 826 unità – sono i dati di oggi, per cui perdonateci se poi alla fine saranno quattro in più o cinque in più o in meno, stiamo facendo i calcoli definitivi per arrivare a fine mese – il 20% di questi 826 viene sottratto dai concorsi e posto a selezioni interne, quota per i D e quota per i C. I D partiranno subito e i C partiranno in autunno per essere poi completati all’inizio dell’anno prossimo.

    Di ciò che resta, quindi della parte che va a concorso, il 30% residuo, applicando il 165, la Madia, congiuntamente sarà dedicato alle classi di riservatari, quindi verranno applicate le classi di riservatari – derivano da più leggi le riserve – ancora di nuovo per i dipendenti interni di categoria C, quindi hanno due carte da giocare i dipendenti regionali di categoria C con laurea idonea, ovviamente o i dipendenti di categoria B con diploma idoneo a partecipare ai concorsi di categoria C e tutte le classi di precari con questa sequenza.

    Il nostro Regolamento attualmente, in vigore dal 2015, prevede che le classi di riservatari devono avere questa cadenza progressiva: prima i disabili, poi gli eventuali militari congedati con onore che partecipano ai concorsi – è una norma nota e devo dire che queste due categorie sono quasi mai presenti nei concorsi, però lo impariamo alla fine del concorso, perché lo devono anche passare il concorso – poi i dipendenti interni di categoria inferiore con il titolo di studio idoneo, che ovviamente abbiano passato il concorso, e poi tutte le altre categorie di precari, se non si interviene sulla normativa, a pari grado. Questo è sostanzialmente il quadro.

    È evidente che i potenziali riservatari sono più dei posti messi a riserva. Bisognerebbe avere un numero infinito. Peraltro, noi non possiamo sapere quanti saranno con precisione gli interni che parteciperanno, per una serie di motivi. Uno: bisogna avere la laurea. Due: bisogna avere voglia di studiare e perdere, magari, mezza estate a studiare. Terzo motivo: hanno già il canale degli interni, per cui qualcheduno, probabilmente, fa il concorso interno e non è detto che partecipi due volte o che si ritiri a metà del percorso. Lo impareremo alla fine. Allo stesso modo, non sappiamo se le tre famiglie di precari di cui si parlava (co.co.co., tempi determinati, somministrati) parteciperanno. Noi stimiamo il massimo dei riservatari, oggi, in campo e mettiamo a disposizione nei bandi il massimo possibile dei posti riservabili. Oltre quelli non si può andare, sennò si invalida la procedura.

    Credo di aver risposto ai due quesiti fondamentali. Nei prossimi giorni forniremo, in occasione di un incontro sindacale, i numeri di dettaglio, probabilmente all’inizio della prossima settimana.

     

    Presidente POLI

    La ringrazio, dottor Annovi. Mi scuso con la collega Piccinini. Non avevo visto la sua richiesta. Collega, se vuole intervenire, prego.

     

    Consigliera Silvia PICCININI

    Grazie, presidente. Davo per scontato che, a un certo punto, la parola andasse anche ai consiglieri.

    Andrò in ordine sparso, perché le cose sono tante. Intanto, ringrazio i sindacati che oggi sono venuti qui e si sono assunti la responsabilità di esprimere in questa sede la propria opinione. Noto la mancanza significativa di un sindacato, una mancanza abbastanza di peso, direi. Mi riferisco alla CGIL. Vorrei capire se è un’assenza motivata. Quello di oggi credo sia un appuntamento importante. Quindi, non posso fare a meno di notare questa assenza e di chiedermi il perché.

    Comincio parlando dei numeri. A me dispiace che vengano dati solamente in questa occasione. Sarà tre volte che chiedo dati sull’analisi organizzativa, sui fabbisogni. Va bene, arrivano oggi. Chiedo cortesemente di non confrontarsi solo con i sindacati (è giusto farlo). Anche noi vorremmo avere la quantificazione e vorremmo poter votare in aula in maniera consapevole questo progetto di legge, conoscendo anche quello che c’è dietro, non solo al testo che dovremo votare.

    Per quanto riguarda l’articolo 1, capisco la posizione dei sindacati che, in qualche modo, apprezzano questo testo. Effettivamente, si risponde a un problema generale, ossia quello del precariato, però non posso fare a meno di notare anche aspetti giuridici rispetto a questo progetto di legge. Intanto l’articolo 1, pur comprendendone la ratio, è un aggiramento della norma nazionale ‒ diciamocelo ‒ che apre, dal mio punto di vista, un margine di discrezionalità nella scelta delle persone da una graduatoria rispetto a un’altra. Questo, forse, non è correttissimo. L’altro aspetto critico è che noi applichiamo questo principio per la Regione Emilia-Romagna perché siamo legislatori, però mi sembra di capire che non vale lo stesso principio, per esempio, per le Amministrazioni comunali, che potenzialmente potrebbero avere gli stessi problemi che abbiamo noi.

    L’articolo 2 lo lascio per ultimo. Passo all’articolo 4. Si è detto sotto più voci che si tratta di un articolo scritto male. Anche secondo me ‒ lo avevo già detto ‒ è un articolo scritto male, ma non per le motivazioni che venivano portate qui oggi. È scritto male perché si rischia di avere l’effetto contrario. Voi togliete la frase in cui si dice che non è riferito al personale di ruolo, ma questo potrebbe causare un fatto: se io sono una C di ruolo e non ho la laurea, se questa categorizzazione indicata in legge non mi riguarda, vengo assunta nelle strutture speciali e posso essere inquadrata in D. Quello che proponevo, e lo ripeto a beneficio di tutti, è lo spartiacque tra il prima e il dopo la legge Brunetta. Credo che questa specifica vada assolutamente inserita.

    Arrivo all’articolo 2, che è quello, forse, più problematico. Alcune considerazioni le abbiamo già esposte nelle sedute precedenti. I relatori lo sanno. Lo diceva anche il dottor Annovi. La legge è abbastanza chiara. Faccio riferimento a quelli del sisma. Non ho capito se per “precari” intendete anche altri.

    (Voci fuori microfono)

    Okay. Siccome non è stato specificato, in questo modo ci capiamo.

    In maniera molto chiara, nella norma nazionale si stabilisce che chi ha diritto alla quota riservata deve essere titolare di un contratto stipulato presso l’Amministrazione che bandisce il concorso e deve avere almeno tre anni continuativi di attività presso quella stessa Amministrazione. È molto chiara. I lavoratori del sisma hanno un contratto con un’agenzia di somministrazione e con un’agenzia interinale. Noi avevamo proposto la possibilità per loro di fare un concorso e di considerare nel loro caso un punteggio maggiore per l’esperienza pregressa. L’avete fatto tante volte. L’avete fatto per i concorsi per i dirigenti. Sappiamo tutti i risultati che questi concorsi hanno avuto. Lo sanno, forse, meglio di me i sindacati.

    Portare avanti una formulazione di questo tipo significa anche discriminare altri lavoratori, senza considerare il fatto che, per esempio, i lavoratori di ERVET, che sono più Regione della Regione, vengono ancora una volta esclusi. Rispetto all’articolo 2, la criticità riguarda la possibilità di creare disparità con altri lavoratori che, magari, avrebbero diritto a una quota riservata. Penso, per esempio, a tutto quel personale che adesso verrà assunto. Non so se sia già stato assunto o meno, ma era in previsione. Sono anche loro lavoratori precari che si devono sobbarcare tutta la questione della riscossione dei canoni idrici, per esempio, per una mala gestione dell’Amministrazione regionale, che non riesce più a far fronte a questo aspetto. Ritengo che questo sia un articolo... Intanto, è una possibilità che prevede la legge, non è un obbligo. Capisco ci sia l’intenzione di voler stabilizzare chiunque, anche perché ci avviciniamo alle elezioni. Non ce lo nascondiamo.

     

    Presidente POLI

    Collega Piccinini...

     

    Consigliera PICCININI

    Sì, chiudo.

     

    Presidente POLI

    Ci avviciniamo tutti alle elezioni. Non divaghi e concluda il suo intervento. Tra l’altro, abbiamo il direttore dell’Agenzia regionale protezione civile, che in queste ore, come tutti sappiamo, ha un po’ di problemi da affrontare, per il punto successivo. Le considerazioni politiche, casomai, va bene che siamo in diretta streaming, le riserviamo per un’altra occasione.

     

    Consigliera PICCININI

    Faccio solo presente che voi, oggi, li considerate lavoratori della Regione. A me, che sono una consigliera, quando faccio un accesso agli atti per avere informazioni da parte della struttura del Commissario, mi viene detto che quella è una struttura non regionale. A me le risposte, per esempio, non vengono date. C’è anche questa contraddizione.

    Io sono contenta se si va verso le stabilizzazioni, però non creiamo discriminazioni. Senza considerare il fatto che questo penalizza anche possibilità di crescita per gli interni, che credo abbiano non dico più diritto, ma avrebbero, sì, diritto ad accedere a queste progressioni verticali.

    Mi fermo qui, per il momento. Lo chiedo per l’ennesima volta: vorrei avere quei dati, che chiedo da un po’ di tempo, e vorrei allo stesso modo, prima dell’aula, avere un confronto anche al di fuori della Commissione. Non ho capito se ci sia la possibilità o no. Questa è una nostra richiesta. Vediamoci e cerchiamo di capire la questione nel merito. Nonostante siano pochi articoli, sono importanti e vanno discussi nel dettaglio. Credo che una Commissione non basti. Chiedo la disponibilità, di nuovo, al relatore di poterci vedere anche in separata sede, perché sono cose che vanno esaminate bene.

     

    Presidente POLI

    Grazie. Dottor Annovi, proseguiamo o ritiene...

    (Voci fuori microfono)

    Va bene. Chiedo al relatore di minoranza, collega Facci, se intende intervenire.

     

    Consigliere FACCI

    Ringrazio anch’io chi è intervenuto per aver portato il proprio contributo a una materia che, al di là della stringatezza dell’articolato, è comunque complessa.

    Condivido le osservazioni della collega Piccinini. Se qualcuno ha fretta, io non ce l’ho. Si tratta di una materia importante e delicata che riguarda il rapporto di lavoro di decine e decine di persone che, ovviamente, hanno legittime aspettative. Il fatto che occorra, che sia doveroso, che sia, a mio avviso, una nostra prerogativa ‒ non uso il termine “diritto” perché è improprio, ma “prerogativa” dei consiglieri, quantomeno quelli di opposizione ‒ verificare che tutti i provvedimenti e tutte le materie che vengono a noi sottoposte ricevano o possano ricevere il dovuto vaglio, il dovuto approfondimento, tenendo presente questo, anch’io dovrò fare tesoro di quello che oggi ci è stato detto.

    Vorrei articolare e ragionare bene sulle varie osservazioni. Il fatto, per esempio, che venga da più parti evidenziata una poca chiarezza e una possibilità di equivocità di una disposizione normativa imporrebbe una riscrittura. Voi parlate di Aula il 28 e il 29. Io ho riserve sul fatto che si debba a tutti i costi andare in Aula il 28 e il 29. Io voglio andare in Aula quando il provvedimento è ben istruito, è ben conosciuto, è ben condiviso nella sua completezza, non certamente nel merito.

    La mancanza di un’associazione sindacale come la CGIL è sicuramente significativa. Non ne conosco il motivo. Non ho retropensieri, però sicuramente può essere indice di un’ulteriore attenzione che, anche da parte nostra, va rivolta a questa materia.

    Lo dico al presidente facente funzioni della Commissione oggi. Auspico che quantomeno le note ‒ mi pare vi siano ‒ da parte delle associazioni sindacali che sono intervenute oggi possano essere messe a disposizione della Commissione o, comunque, vi sia il tempo di verificare la deregistrazione. Al netto di questo, credo che comunque vadano fatti alcuni approfondimenti, sicuramente in Commissione. Un approfondimento fuori Commissione, come quello abbozzato dalla collega Piccinini, non sarebbe, secondo me, rispettoso del ruolo che la Commissione deve avere. Una particolare forma deve, secondo me, essere rispettata su questa materia. È questo ciò che oggi mi sento di evidenziare.

    Comunque sia, credo che le osservazioni fornite oggi per quanto riguarda la poca chiarezza di alcuni passaggi normativi di questo progetto debbano essere prese assolutamente in considerazione. A mio parere, occorre porvi rimedio.

     

    Presidente POLI

    Grazie, collega Facci. Prego, collega Piccinini. Lei ogni tanto ha dei ricordi. Si dimentica e poi torna. Le ricordo che non siamo in discussione generale. Siamo in audizione.

     

    Consigliera PICCININI

    Due cose veloci. Per me non c’è nessunissimo problema a discuterne in Commissione, però vorrei discuterne con i documenti alla mano. Altrimenti, è anche inutile vederci. A questo proposito, chiedevo anche se è possibile avere il parere dell’università che si citava prima. Vorrei anche porre una domanda. Forse ho capito male. All’interno della riserva del 20% degli interni sarà prevista la preselezione. Ho capito bene?

     

    Presidente POLI

    Prego, collega Sabattini.

     

    Consigliere SABATTINI

    Bisogna che ci capiamo. Io tendo ad avere un atteggiamento normalmente diverso quando faccio il relatore. Abbiamo cominciato a parlare di questo pdl un mese fa. Abbiamo organizzato l’audizione con i sindacati, come d’accordo, integrata anche con uno studio al quale abbiamo chiesto, giustamente, rivolgendoci all’Amministrazione, di venirci a rappresentare il più possibile i conteggi e fin dove erano arrivati. Non c’entrava con il pdl. Era un accordo tra gentiluomini. Lo sapevate tutti. Questo pdl deve andare entro la fine di maggio, perché c’è un problema che riguarda ‒ ve l’ho detto anche l’altra volta ‒ principalmente l’articolo 1 per il tema della sanità e dello scorrimento delle graduatorie. Io tendo a essere collaborativo con tutti. Non ho ricevuto una telefonata da parte di nessuno in merito all’approfondimento del testo.

    (Voci fuori microfono)

    No. Mai chiesto. Voglio provare a fare un incontro. Io ti ho detto “guarda che vengono”; “Sì, okay. Va bene”. Se c’è bisogno, continuiamo. Abbiamo una settimana, due settimane davanti per fare ulteriori approfondimenti, ma non si usa in modo pretestuoso, questo approfondimento che dobbiamo fare, collegato a un tema di chiarezza. Testimone l’ufficio e testimone il dottor Annovi. L’articolo 4, secondo me, dobbiamo riscriverlo in maniera più chiara. È un articolo di due righe. Secondo me, ce la possiamo fare in un tempo ragionevole. Sette giorni per scrivere due righe, secondo me, possono essere sufficienti, anche perché siamo tutti d’accordo sul significato di quell’articolo.

    Seconda cosa. Questo pdl ha una scelta politica. Una. Possiamo essere d’accordo o non d’accordo. I numeri dei concorsi rappresentano un chiarimento ulteriore che viene dato alla Commissione, ma questo sta al di là delle competenze del legislatore regionale. Noi dobbiamo fare le norme quadro. La parte organizzativa spetta alla struttura. Esiste una divisione tra ruolo politico e ruolo gestionale. Non è che non te li voglio dare, però deve essere chiaro che noi qui non decidiamo se ne assumiamo 500, ne assumiamo 600, ne assumiamo 700. Il mischione in campagna elettorale può anche funzionare, ma se vogliamo fare ‒ come è corretto quando siamo qua dentro ‒ gli istituzionali a tutti gli effetti, noi abbiamo un compito che sta all’interno di questo perimetro.

    Qui si tratta di fare una scelta: vogliamo o non vogliamo dare la possibilità a chi ha operato nella struttura commissariale di beneficiarne? Questa è la scelta. È una possibilità. Ha ragione la consigliera Piccinini. È una possibilità. Siamo d’accordo o non siamo d’accordo? Non si può andare a messa e stare a casa, come si dice dalle mie parti. Non si può parlare di tutela del precariato senza prendere una decisione. O la prendiamo o non la prendiamo. Quell’articolo ci sta nel momento in cui prendiamo una decisione. Se non la prendiamo, ognuno di noi si assume la responsabilità di non prenderla. Poi la sostiene, però. Non si può dire tutto e il contrario di tutto, perché non è serio.

    Sono quattro articoli. Abbiamo tutto il tempo, se vogliamo lavorarci, per chiarire i dubbi. Per quanto riguarda l’articolo 4, è pronta la bozza di un possibile emendamento per la sua riscrittura, bozza che vi sottopongo a seguito dell’audizione di oggi. Se vi è necessità di ulteriori chiarimenti tecnici, credo che la disponibilità del dottor Annovi ci sia, per avere tutte le informazioni necessarie, fermo restando che il nostro compito è un altro.

    Ribadisco alla Presidenza della Commissione, considerata la discussione che abbiamo fatto in precedenza, che nella prossima seduta dobbiamo arrivare alla conclusione della discussione per permettere al pdl di passare in Aula nella seduta del 28, come da accordi presi da parte di tutti nel corso della discussione precedente. Se serve qualche giorno in più per gli emendamenti, non c’è problema. Possiamo arrivare fino a venerdì, per tenerci anche soltanto un giorno di conclusione.

    La CGIL mi aveva chiamato per farmi sapere che era impossibilitata a venire, ma le posizioni sono state espresse oggi. Non è successo nulla in particolare. Ci eravamo sentiti e mi avevano rappresentato l’accordo complessivo sul pdl in oggetto.

     

    Presidente POLI

    Ringrazio nuovamente i rappresentanti delle organizzazioni sindacali che sono stati qui oggi con noi. Li ringrazio anche per la puntualità e per il rispetto dei tempi, cosa che a volte, invece, noi non facciamo. Ringraziamo il dottor Annovi. A voi buon lavoro e buon proseguimento.

    Chiedo ai componenti della Commissione un minuto necessario all’interruzione della trasmissione in streaming. Dopodiché, farei entrare il dottor Mainetti per il punto successivo.

     

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