Espandi Indice
Legislatura XI - Commissione IV - Resoconto del 19/05/2020 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 5

    Seduta del 19 maggio 2020

     

    Il giorno 19 maggio 2020 alle ore 10,00 è convocata, con nota prot. n. AL.8185.2020 del 13/05/2020, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali che si svolge in modalità “mista, ”, cioè con la presenza in sede, della Presidente, dei Vicepresidenti e di un membro per Gruppo assembleare [Stefania Bondavalli (BP), Lia Montalti (PD), Simone Pelloni (Lega)], nonché degli altri partecipanti ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n.3 del 27 marzo 2020.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    SONCINI Ottavia

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    MALETTI Francesca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    6

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    1

    presente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    BERGAMINI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    COSTA Andrea

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    Lucia Borgonzoni Presidente

    1

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    3

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    RONTINI Manuela

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    STRAGLIATI Valentina

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    2

    presente

    TARASCONI Katia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Maura CATELLANI, Palma COSTI, Matteo DAFFADÀ, Gabriele DELMONTE, Marco FABBRI, Luca SABATTINI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Marcella ZAPPATERRA.

     

    È presente l’assessore: Elly SCHLEIN (Vicepresidente e Assessora al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica).

     

    Partecipa: L. Mazza (Servizio assistenza territoriale).

     

    Presiede la seduta: Ottavia SONCINI

    Assiste la segretaria: Annarita Silvia Di Girolamo

    Funzionario estensore: Vanessa Francescon


     

    -Informativa della Vicepresidente e Assessora al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica Elly Schlein in merito al piano territoriale regionale atto alla riattivazione dei servizi sociosanitari e socioassistenziali per le persone con disabilità nei centri diurni, previsto all’art. 8 del DPCM 26 aprile 2020.

     

     

    Presidente Soncini

    Federico Amico. 

     

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Barcaiuolo Michele, presente.

    Bargi Stefano.

    Bergamini Fabio, presente.

    Bessi Gianni.

    Bondavalli Stefania, presente in sede.

    Bulbi Massimo.

     

    Caliandro Stefano.

     

    Consigliere Caliandro

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Consigliera Castaldini Valentina, presente.

    Costa Andrea.

     

    Consigliere Costa

    Presente. Buongiorno e buon lavoro.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno. Costi Palma.

    Catellani Maura.

    Sto facendo l’elenco anche dei non componenti della Commissione, come sempre.

    Catellani è presente. Buongiorno.

    Consigliere Daffadà Matteo.

    Delmonte Gabriele.

    Fabbri Marco.

    Facci Michele.

    Gibertoni Giulia.

    Iotti Massimo.

    Lisei Marco.

    Liverani Andrea.

    Consigliera Maletti Francesca, presente in sede.

    Marchetti Daniele, presente in sede.

    Marchetti Francesca.

    Mastacchi Marco.

    Montalti Lia, presente in sede.

    Montevecchi Matteo.

    Mastacchi Marco, presente.

    Montevecchi Matteo.

    Mori Roberta, buongiorno consigliera.

    Mumolo Antonio.

    Occhi Emiliano.

    Paruolo Giuseppe, era presente in sede un attimo fa, eccolo, buongiorno.

    Pelloni Simone, buongiorno.

     

    Piccinini Silvia, buongiorno.

    Pigoni Giulia.

     

    Consigliera Piccinini

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno.

    Pigoni Giulia, presente.

    Pillati Marilena.

     

    Consigliera Pillati

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno.

    Pompignoli Massimiliano.

    Rainieri Fabio.

    Rancan Matteo.

    Consigliera Rontini Manuela, buongiorno.

    Rossi Nadia, buongiorno.

    Sabattini Luca.

    Stragliati Valentina, buongiorno.

     

    Consigliera Stragliati

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno. Consigliere Tagliaferri Giancarlo.

    Consigliera Tarasconi Katia.

     

    Consigliere Tagliaferri

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno. Presente anche il consigliere Tagliaferri.

    Consigliera Tarasconi Katia.

     

    Consigliera Tarasconi

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Consigliere Taruffi Igor, presente.

     

    Consigliere Taruffi

     

    Presente. Buongiorno, presidente.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno, consigliere.

    Zamboni Silvia.

    Zappaterra Marcella.

    Richiamo chi non era presente fino a questo momento.

    Bargi Stefano.

    Bessi Gianni.

    Bulbi Massimo.

    Costi Palma.

    Daffadà Matteo.

    Costi Palma, presente.

    Daffadà Matteo.

     

    Consigliere Daffadà

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Daffadà presente.

    Delmonte Gabriele.

    Fabbri Marco.

    Facci Michele.

    Fabbri Marco, presente.

    Facci Michele.

    Iotti Massimo.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

     

    Consigliere Lisei

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Liverani Andrea.

    Marchetti Francesca.

     

    Consigliera Marchetti Francesca

    Presente.

     

    Presidente Soncini

    Montevecchi Matteo.

    Mumolo Antonio.

    Occhi Emiliano.

    Pompignoli Massimiliano.

    Rainieri Fabio.

    Rancan Matteo.

    Sabattini Luca.

    Zamboni Silvia.

    Zappaterra Marcella.

    Consigliera Zamboni, presente.

    Zappaterra Marcella.

    Bene. Abbiamo il numero legale, possiamo iniziare la seduta.

     

     

    Presidente Soncini

    Iniziamo la seduta della IV Commissione con il primo punto all’ordine del giorno: “Approvazione processo verbale n. 4 del 2020”.

    Se vi sono osservazioni le scrivete in chat, come sempre.

    Non avendo osservazioni, il verbale si intende approvato all’unanimità.

     

    Presidente Soncini

    Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno: “Informativa della Vicepresidente e Assessora al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica Elly Schlein in merito al piano territoriale regionale atto alla riattivazione dei servizi sociosanitari e socioassistenziali per le persone con disabilità nei centri diurni, previsto all’art. 8 del DPCM 26 aprile 2020”.

    La vicepresidente ho visto che era collegata. Vicepresidente, mi sente? Eccola.

     

    Vicepresidente e Assessora Schlein

    Buongiorno.

     

    Presidente Soncini

    Buongiorno. Le darei la parola immediatamente, vicepresidente, per l’illustrazione. Grazie.

     

    Vicepresidente e Assessora Schlein

    Grazie a lei, presidente.

    Oggi vi presentiamo il programma regionale per la riattivazione, nella fase 2 dell’emergenza Covid-19, delle attività sociali e delle attività sociosanitarie di cui all’articolo 8.

    Abbiamo lavorato molto con l’assessorato Sanità, con l’assessore Donini, che avete visto la settimana scorsa, per questo programma. L’abbiamo fatto in dialogo costante con gli enti locali, gli enti gestori dei servizi, i sindacati e naturalmente le associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

    Questo confronto è stato particolarmente prezioso in tutte le settimane anche della fase 1. Ci tengo a sottolinearlo, perché dobbiamo partire da una constatazione: le persone con disabilità e le loro famiglie hanno vissuto una vera e propria emergenza dentro l’emergenza. Se per tutti non è stato facile gestire le conseguenze delle ansie prodotte dalla situazione emergenziale in quanto tale, ma anche delle misure restrittive che sono state necessarie per contenere i contagi, ancora più difficile e ancora più doloroso è stato per le persone con disabilità e per le loro famiglie vivere queste misure restrittive.

    C’è preoccupazione, naturalmente, e c’è stata per la sospensione dei servizi educativi e dei centri diurni, che si è resa necessaria proprio perché sono dei centri di aggregazione di persone per le quali ancora più grave sarebbe la eventuale malattia Covid-19. Dobbiamo sempre partire da questo dato: l’interruzione delle routine quotidiane per molte persone con disabilità ha delle conseguenze molto impattanti, perché è una quotidianità fatta di percorsi educativi e scolastici, di relazioni con i propri contesti di cura sociosanitari. Naturalmente, in particolare ci siamo preoccupati delle persone con condizioni di elevata fragilità psichica e con quadri spesso associati anche a disturbi di comportamento, per cui queste misure restrittive di contenimento del virus e la prolungata permanenza in casa rischiavano anche di causare delle crisi comportamentali.

    La Regione è sempre stata a fianco delle famiglie e delle persone con disabilità, delle associazioni che naturalmente portano le istanze delle famiglie e delle persone con disabilità, e delle difficoltà particolari che hanno vissuto. Un confronto prezioso, dicevo, che ci ha portato già dall’inizio della fase 1 a portare questa voce al tavolo con gli enti locali, con i sindacati, con gli enti gestori.

    La sanità ha effettuato anche, nelle settimane di emergenza, un monitoraggio di quello che accadeva. Tutti i servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione sono stati disponibili anche per interventi di supporto a distanza. Naturalmente i centri di riferimento hanno tenuto i contatti con le famiglie, penso in questo caso alle famiglie con bambini ASD, riportando anche per chiarezza i recapiti telefonici a cui rivolgersi, anche per le urgenze, fornendo consigli utili anche alla gestione della crisi.

    Le AUSL, sulla base delle buone prassi portate avanti in alcuni territori, hanno anche predisposto, durante la prima fase, delle soluzioni utili a fronteggiare l’emergenza, legata ad esempio al ricovero del familiare caregiver della persona con disabilità, in modo anche da garantire sempre la presenza di personale con competenze adeguate all’interno delle strutture.

    Noi siamo intervenuti ben presto, all’inizio dell’emergenza, a chiarire, con una nota inviata alle AUSL e comunicandolo naturalmente all’esterno, che le persone con disabilità che hanno questi rischi di conseguenze comportamentali potessero uscire anche in fase 1, a piedi o in macchina, per esigenze di salute, eventualmente anche accompagnati con l’autocertificazione e la certificazione medica che le AUSL di tutta la Regione rilasciavano a questo scopo su richiesta dell’interessato o della sua famiglia.

    Abbiamo provato, in quelle settimane, anche a potenziare i servizi domiciliari e tutto quello che si potesse fare nell’ambito delle misure restrittive di sicurezza disposte a tutela della salute pubblica. Oltre a questo, nelle primissime settimane e prima che fosse approvato il decreto “Cura Italia”, ci siamo attivati con il Governo affinché vi fosse nel decreto una norma che prevedesse la possibilità di riconvertire parte dei servizi resi proprio nei centri diurni sospesi, di cui adesso vado a presentare il programma di riattivazione, una norma che dovesse con adeguata flessibilità prevedere la possibilità di riconvertire in altra forma quei servizi, di modo da non far mai venire meno un supporto necessario alle famiglie, anche durante la fase prima dell’emergenza.

    Quella norma prevedeva la possibilità di riconvertire i servizi in forma individuale, a distanza o domiciliare, o resa addirittura nei centri sospesi, ma naturalmente in rapporto individuale, uno ad uno, e con l’adozione di tutte le misure di sicurezza necessarie a garantire la massima tutela della salute sia degli utenti che delle operatrici e degli operatori.

    Veniamo al piano, il programma regionale per la riattivazione. Questo programma si basa sull’articolo 8 che – lo leggo – chiedeva che “le attività sociali e sociosanitarie erogate dietro autorizzazione o in convenzione, comprese quelle erogate all’interno da parte dei centri semiresidenziali per persone con disabilità, qualunque sia la loro denominazione, a carattere socioassistenziale, socioeducativo, polifunzionale, socio-occupazionale, sanitario e sociosanitario, vengono riattivate secondo piani territoriali adottati dalle Regioni, assicurando, attraverso eventuali specifici protocolli, il rispetto delle disposizioni per la prevenzione del contagio e la tutela della salute degli utenti e degli operatori”.

    Noi il piano l’abbiamo predisposto partendo proprio dalle azioni attivate già nelle settimane precedenti a livello regionale. Ricorderete che era un decreto del presidente della Giunta dell’8 marzo a sospendere dal 10 marzo le attività dei centri diurni, incentivando già, per quanto possibile, gli interventi domiciliari. Abbiamo cercato di rispondere ai bisogni delle persone assistite e delle loro famiglie. Con una nota della Direzione generale Cura della persona, salute e welfare, si sono fornite ai direttori generali di tutte le aziende USL, anche ai sindaci direttori di distretto della Regione, le prime indicazioni per i servizi territoriali sociosanitari e strutture residenziali, questo già il 20 marzo.

    È poi intervenuta il 27 aprile un’importante delibera, la DGR 406, con l’approvazione dei piani di contrasto alla diffusione del Covid-19 nelle strutture residenziali e presso il domicilio.

    Con un’ulteriore nota del 22 aprile sono state date alle aziende USL l’indicazione per la riprogettazione dei servizi e la remunerazione secondo l’articolo 48 del decreto “Cura Italia”. Si è ribadita anche la necessità di promuovere ulteriormente le attività individuali, anche con il personale dei centri diurni, secondo le priorità individuate dalla committenza pubblica, quindi da AUSL e dai Comuni, previa questa coprogettazione. Le buone pratiche poste in essere sono state segnalate dai direttori delle attività sociosanitarie e delle aziende USL al Servizio Assistenza Territoriale della Regione, per una diffusione di queste esperienze.

    Con la delibera di Giunta 404/2020 sono state poi approvate le linee guida per la riattivazione dei servizi sanitari territoriali e, in particolare, con l’allegato B sono state definite anche le indicazioni di carattere igienico-sanitario per garantire il distanziamento fisico.

    Ci sono poi da ricordare naturalmente le indicazioni emergenziali disposte dal Ministero della salute e dai Dipartimenti di salute mentale e dai servizi di neuropsichiatria infantile, e anche l’Istituto superiore di sanità e l’Osservatorio nazionale autismo sono intervenuti con delle loro utili indicazioni, che abbiamo anche preso a riferimento per stendere questo programma.

    Il tentativo è quello di intervenire in fretta per la riattivazione graduale dei servizi, perché il prolungamento di questa già lunga fase di isolamento rischierebbe di far perdere alle persone con disabilità le autonomie e il livello di partecipazione sociale raggiunti negli anni. La quarantena prolungata ha anche incrementato le difficoltà dei caregiver nella gestione delle persone non autosufficienti e con disabilità, in particolare quelle affette da demenza o da altre malattie degenerative. Quindi, la distanza fisica accompagnata dalla chiusura dei centri diurni e dei centri socio-occupazionali, in queste settimane di prima fase di emergenza, naturalmente ha prodotto effetti molto stressanti nei confronti sia delle persone con disabilità sia dei loro caregiver.

    Dunque, è particolarmente urgente – questo scriviamo – riattivare sia gli interventi a favore delle persone non autosufficienti sia gli interventi a sostegno dei caregiver e delle famiglie, che hanno sostenuto un lavoro di cura molto gravoso a causa della sospensione necessaria di questi servizi.

    Abbiamo preso a spunto anche utili indicazioni arrivate da un documento redatto dal gruppo unità di crisi ANFFAS sul Covid-19, che ci ricorda che il complessivo atteggiamento deve rimanere sempre improntato alla massima cautela e al più rigoroso rispetto di tutte le prescrizioni e indicazioni fornite dalle autorità competenti, avendo a cura la tutela della salute e della stessa vita delle persone con disabilità, dei familiari, degli operatori, dei volontari e di chiunque altro entri in contatto con i servizi.

    Gli obiettivi di questo programma sono essenzialmente due: avviare in ogni ambito distrettuale un processo di coprogettazione con gli enti gestori, per assicurare una riattivazione graduale dei servizi, assicurando tutte le misure e le verifiche necessarie a garantire la tutela della salute e la sicurezza degli utenti e degli operatori e operatrici; condividere e garantire l’attuazione di protocolli operativi per contrastare il contagio.

    Abbiamo deciso, inoltre, di garantire un sistema di mappatura della riattivazione dei servizi con monitoraggio regionale di livello distrettuale, attraverso gli Uffici di piano e i DASS e i DSP delle AUSL.

    La programmazione come funziona? Gli enti locali e le aziende USL assicurano, in ogni ambito distrettuale, una rimodulazione della rete territoriale dei servizi sociosanitari, in coprogettazione con gli enti gestori e previo confronto con le associazioni delle persone con disabilità e le organizzazioni sindacali.

    Bisogna poi considerare le specificità territoriali, le condizioni organizzative delle varie tipologie di servizio e le situazioni di bisogno e vulnerabilità delle diverse categorie di beneficiari. Gli enti locali e le aziende USL, tramite gli Uffici di piano e le UVM, assicurano pertanto un’analisi costante dei bisogni in ogni ambito distrettuale e individuano le priorità di intervento.

    Per i centri diurni per le persone con disabilità in ogni ambito distrettuale deve essere garantita la coprogettazione e le attività possono riattivarsi secondo le indicazioni di questo piano già a partire da questa settimana.

    Per i centri diurni per le persone anziane permangono ancora elementi che suggeriscono una maggiore cautela. Si prevede, dunque, di effettuare, fino a successive indicazioni, gli interventi in rapporto individuale uno a uno per le situazioni gravi ed urgenti, in particolare per le persone con demenza e rilevanti disturbi cognitivi e comportamentali, come già permetteva dal 18 marzo il decreto “Cura Italia”.

    I centri diurni, nella seconda fase dell’emergenza sanitaria, non possono condividere spazi e personale con le strutture residenziali per cui vale la delibera 406 del 27 aprile. Sulla base della programmazione distrettuale e delle priorità individuate a livello locale, gli Uffici di piano chiedono agli enti gestori dei centri diurni accreditati o convenzionati di formulare un progetto di servizio finalizzato a una ripresa graduale delle attività.

    All’aggiornamento del documento di valutazione dei rischi dovranno provvedere gli enti gestori, tenendo conto della prosecuzione del rischio Covid, con un protocollo di regolamentazione per il contenimento della diffusione del contagio che è da definirsi attraverso il confronto con le rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro e condiviso con gli RLS e gli RLST. Sarà garantito anche il rispetto di queste indicazioni dagli enti gestori dei servizi non accreditati o non convenzionati soggetti ad autorizzazione o comunicazione dell’avvio attività. Quindi, sono misure che riguardano la generalità dei servizi nella Regione.

    Misure di prevenzione per gli operatori. Naturalmente bisognerà disporre il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale da parte di tutte le operatrici e gli operatori. In questo abbiamo disposto che le aziende USL supportino le strutture in forma consulenziale e anche attraverso specifici percorsi di informazione, formazione e aggiornamento per tutti gli operatori e le operatrici, compreso il personale ausiliario, e monitorino anche l’adeguata fornitura dei dispositivi di protezione individuale. In occasione, poi, di sopralluoghi o di interventi di supporto clinico assistenziale nelle strutture, le aziende USL, con specifiche task force dedicate, evidenziano ai gestori eventuali inadempienze o inadeguatezze nei comportamenti e nell’applicazione delle misure di sicurezza, avvertendo anche il sindaco del territorio, e le stesse aziende vigilano anche sull’effettiva realizzazione delle azioni segnalate. In caso di inerzia, provvedono a segnalare il caso anche alla CTSS.

    Finanziamento e remunerazione delle attività. Naturalmente si fa riferimento al Fondo regionale per la non autosufficienza e al Fondo nazionale, comprese le risorse del Dopo di noi e della vita indipendente per gli interventi pertinenti, anche attraverso una modifica della programmazione già approvata, se necessaria. Si fa riferimento anche alle ulteriori fonti di finanziamento previste a livello distrettuale nel cosiddetto “quadro allargato” del Fondo regionale per la non autosufficienza, comprese le quote a carico degli enti locali, più ulteriori risorse che si renderanno disponibili per l’emergenza a livello nazionale e regionale.

    Avrete sentito, nella conferenza stampa del Presidente del Consiglio Conte, un riferimento a importanti risorse aggiuntive che arrivano proprio su questi servizi sociosanitari e in generale sul Fondo per la non autosufficienza.

    La Regione darà poi conto, con le successive comunicazioni, delle indicazioni puntuali anche per quanto riguarda le remunerazioni dei servizi.

    Gli interventi domiciliari e individuali nei centri diurni sono stati, nella fase iniziale dell’emergenza, riservati agli interventi più urgenti, ma anche per una prudenza da parte delle stesse famiglie. Per questo noi diciamo che serve oggi un maggiore impulso e una nuova modulazione degli interventi compensativi che erano già previsti dall’articolo 48 del decreto-legge del 17 marzo 2020. Vanno poi rimodulati i progetti individuali, aumentando gradualmente gli interventi presso i centri diurni o diretti al domicilio in spazi adeguati, con l’adozione di tutte le misure di sicurezza necessarie alla tutela e alla salute, sempre sia degli operatori che degli utenti e dei loro familiari, compreso l’utilizzo degli adeguati dispositivi di protezione individuale.

    Bisognerà garantire nell’accesso le priorità alle situazioni di maggiore gravità, tenendo conto dei bisogni assistenziali educativi e della capacità di cura del nucleo familiare. I progetti personalizzati e i sostegni da mettere in atto dovranno essere rimodulati verso un’accurata rivalutazione dei bisogni, dei desideri e delle aspettative della persona con disabilità e della famiglia, in modo tale che le risposte siano quanto più coerenti, accurate e personalizzate possibile, nel rispetto delle misure da attivare a tutela della salute.

    Abbiamo poi indicato alcune modalità di intervento attuativo che avevamo già ragionato a quel tavolo con gli enti locali, i sindacati, gli enti gestori e quindi quali modalità attuative.

    Ad esempio, per i servizi a distanza con contatto telefonico o videochiamate, abbiamo comunque richiamato quali sono le modalità attuative. Queste chiamate sono utili, è un segnale di vicinanza, servono per monitorare la situazione, per rilevare bisogni particolari, ad esempio, per quanto riguarda la consegna della spesa, dei pasti, dei farmaci. In regime di quarantena è stato, inoltre, offerto supporto psicologico, contatti e interventi anche in via telefonica o tramite web.

    I servizi individuali domiciliari vanno resi anche eventualmente in spazi esterni idonei, con particolare attenzione a tutte le misure necessarie alla tutela della sicurezza e della salute di operatori, utenti e famiglie, con particolare attenzione all’igiene delle mani, mettendo a disposizione degli operatori anche gel, soluzione idroalcolica o sapone liquido, l’utilizzo degli adeguati DPI, sanificando regolarmente gli spazi con un preciso impegno delle famiglie e dell’utente a sanificare gli spazi dove si svolgono le prestazioni e a comunicare tempestivamente la presenza eventuale di temperatura superiore ai 37,5 gradi o la comparsa di ogni sintomo correlabile al Covid-19, perché in questo caso, naturalmente, non potrà essere fatto l’intervento domiciliare.

    Per quanto riguarda, invece, i servizi individuali quelli resi in questi centri diurni di cui disponiamo, con questo programma, la riattivazione, non si potranno soltanto fare individuali, ma anche eventualmente in piccoli gruppi di utenti per un massimo di cinque utenti e con il rispetto naturalmente del distanziamento fisico e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

    Si segnalano, come buona pratica, anche gli interventi finalizzati a facilitare la comprensione del contesto da parte delle persone con disabilità, ad aumentare il più possibile la capacità delle persone assistite di fronteggiare l’emergenza a partire dalla spiegazione con modalità comprensibili delle norme di sicurezza. Abbiamo segnalato anche che alcuni interventi li abbiamo accompagnati nelle settimane di fase 1, alcune buone pratiche attivate dagli enti locali, penso a Rimini, penso a Faenza, Ferrara, Castel Bolognese e la stessa Bologna dove si sono individuati anche dei parchi dove, con ingressi contingentati, permettere, anche nelle fasi di prima emergenza, la possibilità di trovare un po’ di sollievo da parte delle persone con disabilità ed evitare appunto i rischi di crisi comportamentali.

    Per sostenere le persone a domicilio possono essere, infine, utilizzati gli assegni di cura, i contributi aggiuntivi e i progetti per la vita indipendente che vengono finanziati con le risorse del Fondo regionale per la non autosufficienza e con il Fondo nazionale.

    Quello che vi ho appena descritto e quasi letto è l’allegato A, cioè il programma regionale per la riattivazione nella fase 2 delle attività. C’è poi un allegato B, che è il protocollo operativo per la riapertura in sicurezza e la ripresa graduale delle attività nei centri diurni dove chiediamo naturalmente di tenere conto nella riprogrammazione del servizio del numero complessivo degli utenti, delle dimensioni dei centri, dell’articolazione degli spazi interni ed esterni e del livello di autonomia degli ospiti e la loro capacità di rispettare i comportamenti per contenere i rischi di contagio.

    L’ente gestore nella riprogettazione con la committenza pubblica propone agli utenti e alle famiglie una rimodulazione dell’attività del centro suddividendo gli utenti anche in piccoli gruppi stabili che frequentano il servizio su turni giornalieri e/o giornate alternate di frequenza su base settimanale nel rispetto del distanziamento. Qualora le condizioni della struttura lo consentano, possono essere compresenti nello stesso turno più gruppi di utenti che svolgono attività naturalmente in locali separati e con servizi igienici dedicati.

    La rimodulazione dell’attività sarà sottoposta a un monitoraggio, a un adeguamento continuo fino al ripristino completo delle attività ordinarie. Sarà prevista la possibilità di programmare l’apertura del centro anche nei fine settimana e nel periodo estivo o con un ampliamento della fascia oraria di apertura giornaliera per assicurare di dare quanta più risposta ai bisogni delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

    L’ente gestore può naturalmente concordare con la committenza un aumento dei normali rapporti operatori-utenti soprattutto per quegli utenti che, non potendo rispettare il distanziamento fisico, avranno bisogno di un rapporto con l’operatore o l’educatore di uno a uno. Le persone con disabilità e le loro famiglie si impegnano a comunicare tempestivamente all’ente gestore l’eventuale comparsa di sintomi compatibili al Covid e il contatto con persone Covid positive nei quattordici giorni precedenti, perché è essenziale un patto di fiducia tra le famiglie, le persone con disabilità e gli enti gestori per gestire questa fase 2 dell’emergenza, che richiede comunque la massima cautela e attenzione.

    Deve essere garantita comunque, gradualmente, a tutti gli utenti, la frequenza rimodulata del servizio o, su richiesta dell’utente o della sua famiglia, un progetto individuale con interventi anche alternativi a distanza o al domicilio, come vi dicevo prima.

    Il trasporto degli utenti deve essere effettuato garantendo la sanificazione dei mezzi, il distanziamento e l’utilizzo dei DPI da parte degli operatori e, se possibile, anche da parte degli utenti con disabilità. Non tutti naturalmente tollerano l’uso della mascherina. Nel caso di centri diurni contigui – alcune strutture sono accanto, sono adiacenti, sono comunicanti con strutture residenziali – dovranno essere assicurati accessi, spazi, attrezzature e personale completamente separati. Diamo poi le indicazioni di carattere igienico-sanitario per la prevenzione del contagio, che passano dalla pulizia e la sanificazione ambientale, alla disinfezione delle superfici, delle attrezzature, dei dispositivi, all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. Naturalmente, per gli operatori che siano a contatto con utenti che non tollerano l’uso della mascherina chirurgica sarà necessario utilizzare una mascherina FFP2 senza valvola.

    Nei locali destinati all’attività con gli utenti l’accesso è consentito ai soli operatori ed ospiti con la frequenza ridotta e programmata. Bisognerà limitare la compresenza negli stessi locali al solo operatore con l’utente o con il piccolo gruppo, massimo di cinque utenti, rispettando il distanziamento fisico in spazi che comunque sono ampi e ben areati.

    L’utilizzo di un unico punto di accesso e di controllo della temperatura per accedere alla struttura, il controllo della temperatura senza contatto, è concepito in modo da evitare ogni assembramento e anche, quando attuabile, separando l’entrata dall’uscita. Per gli ospiti che utilizzano il trasporto la temperatura viene controllata prima dell’accesso al mezzo di trasporto vietando l’accesso ai locali del servizio a chi risulti con temperatura superiore ai 37,5 gradi, igienizzazione frequente delle mani da parte di operatori ed ospiti, manutenzione e corretto utilizzo con pulizia settimanale dei filtri degli impianti di riscaldamento e raffrescamento e senza la funzione di ricircolo dell’aria, rispetto dei requisiti igienico-sanitari specifici in caso di preparazione, distribuzione e consumo dei pasti nelle strutture.

    In caso di comparsa di sintomi durante la frequenza al centro per gli utenti e gli operatori che possano far rientrare il caso nei criteri di caso sospetto positivo al Covid, l’ente gestore provvede all’isolamento immediato del caso sospetto e a informare immediatamente i familiari e il medico curante il quale contatta il Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP) per la programmazione dell’effettuazione del tampone e disporre le modalità di gestione e le precauzioni da adottare in attesa degli approfondimenti diagnostici, compreso l’immediato allontanamento del caso sospetto dalla struttura.

    Agli operatori, alle operatrici e agli utenti dei centri diurni sarà effettuato, con cadenza periodica concordata con le aziende USL, territorialmente competenti, il test sierologico per la determinazione dell’eventuale avvenuto contatto con Covid-19 secondo i protocolli vigenti.

    Questo è quello che dispone la programmazione. Presidente, avrei finito. Mi scuso per la lunghezza, ma è un documento corposo. Ascolto ben volentieri i consiglieri e le consigliere.

    Vi ringrazio.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, vicepresidente.

    Si è iscritto il consigliere Amico. Si prepari il consigliere Costa.

    Consigliere Amico, prego.

     

    Consigliere Amico

    Grazie, presidente. Grazie, vicepresidente Schlein, per l’illustrazione molto corposa dei provvedimenti che si vanno ad adottare per quanto riguarda una materia e un ambito piuttosto complesso.

    Mi sentite? Non mi vedo.

     

    Presidente Soncini

    La sentiamo.

    Ecco, nel momento in cui ci ha chiesto se la sentivamo non la sentiamo più.

    Consigliere Amico? Non mi sente. Consigliere Amico?

     

    Consigliere Amico. […]

     

    Presidente Soncini

    Mi sente adesso?

     

    Consigliere Amico

    La sento.

     

    Presidente Soncini

    Bene. Il problema è che lei ha parlato e l’hanno sentita i consiglieri che seguono la Commissione da remoto. Io qui ho cinque consiglieri che non l’hanno seguita, compresa la sottoscritta.

    Proporrei questo: se lei riuscisse, le chiederei, sinteticamente, per punti, di ripercorrere le cose che ha detto, perché è corretto che anche chi deve intervenire dopo di lei lo sappia e poi prosegua il suo intervento normalmente. Mi scusi, ma non riuscivo a mettermi in contatto nemmeno io. Grazie.

     

    Consigliere Amico

    Grazie, presidente. Lo capisco, anche perché siamo stati in diverse Commissioni vittime di questi problemi di carattere tecnico, che hanno addirittura sospeso le sedute per oltre un’ora. Giovedì scorso, per esempio, è stato così.

    Provo a essere molto sintetico nella prima parte, da cui ero partito, ovvero che le difficoltà affrontate durante la fase di lockdown sono state molte e molteplici, sia per quanto riguarda le famiglie, i soggetti gestori e gli enti locali, che nell’accompagnamento dell’interpretazione dell’articolo 48 del decreto “Cura Italia”. Si sono affrontate anche una serie di problematiche che, a oggi, sembrano essere superate dal decreto Rilancio; che l’attività di coprogettazione sia nella fase 1 o quella del lockdown così come nella attuale fase sembrano a volte richiamarsi come parole magiche, la parola “coprogettazione” sembra essere una parola magica, ma credo che in questo caso, con tutti quanti gli attori – ero arrivato a questo punto – le famiglie, i gestori, gli enti locali i sindacati, la Regione, le ASL sia stato fatto e siano state promosse delle modalità che consentono di arrivare a sostenere le persone con fragilità psichiche di disabilità, ma anche anziani in un concorso complessivo e generale di tutti quanti gli attori volto a risolvere il problema.

    Credo che in questo caso, come in altri casi, sia l’assessorato, così come tutti quanti gli attori abbiano dato tutti prova di provare ad accompagnare una fase molto complicata. Mi sembra di aver letto e di capire – quindi lo chiedevo alla vicepresidente Schlein – se effettivamente, oltre al Fondo regionale della non autosufficienza, ci sia un incremento dei fondi a livello nazionale per quanto riguarda il decreto “Rilancio”, proprio a favore delle strutture semiresidenziali, come verrà amministrato, se ci saranno risorse che arriveranno direttamente alla Regione per poterle poi dopo riproporre rispetto alla riformulazione così come credo che tutto quanto questo tema sia un tema che, a oggi, affrontiamo in questa modalità che io trovo convincente, ma che chiaramente avrà bisogno poi, successivamente, di fare un ripensamento anche nel prossimo assestamento di bilancio che andremo ad approvare in quel di luglio.

    Mi viene da dire che se noi dovessimo pensare anche a un orientamento più deciso delle risorse di bilancio, che era stato fatto prima del Covid, a oggi questo sicuramente è uno dei campi all’interno del quale dobbiamo cercare di dare maggiore consistenza e strutturazione, perché persone e famiglie non debbono assolutamente rinunciare non solo all’elemento di disservizio, ma anche alle possibilità di crescita personale e soprattutto di autonomizzazione delle persone con disabilità, che è la chiave attraverso la quale noi possiamo interpretare con fiducia anche lo sguardo nel futuro, perché tutti i meccanismi e le attività preventive e di abilitazione individuale credo servano sostanzialmente anche a dare una vita dignitosa alle persone, nonché ovviamente anche a rendere più facile il compito di coloro che li accompagnano nella loro vita, nelle loro difficoltà.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliere.

    Do la parola al consigliere Andrea

    Costa.

     

    Consigliere Costa

    Buongiorno. Mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Sì, benissimo in sala e anche da remoto.

     

    Consigliere Costa

    Grazie. Parto da un messaggio che mi è arrivato ieri sera ed è di una mamma di un ragazzino che ha una disabilità, che ovviamente ha vissuto queste settimane e questi mesi di estrema difficoltà: “Grazie mille per tutto. Grazie davvero di cuore. Mio figlio non sapeva più dove stare e adesso finalmente può anche lui ricominciare un percorso lungo e faticoso, ma ricco di sorrisi”.

    Penso che ci sia già dentro tutto. Avrei pochissimo da aggiungere. C’è davvero il senso del lavoro che è stato fatto nelle scorse settimane e che ci ha portato, a far data da ieri, a far ripartire alcune attività individuali o per piccoli gruppi. Non siamo assolutamente ancora arrivati a pieno regime a far funzionare tutti i servizi per come li avevamo conosciuti fino alla fine del mese di febbraio. Però, in quel messaggio c’è la speranza soddisfatta di tante famiglie di vedere finalmente pian pianino il ritorno alla normalità o quanto meno potersi incamminare lungo un percorso che ci porti alla normalità.

    Oggi, però, siamo in una sede istituzionale e quindi oltre ai sentimenti, che però è bello condividere, almeno io mi sono sentito di condividerli perché come emozionano me penso possano emozionare tutti i partecipanti a questa Commissione così importante e così delicata su una materia come quella che stiamo trattando oggi. Dicevo, siamo in una sede istituzionale ed è anche giusto soffermarci per qualche istante sulle disposizioni, sulle regole che ci sono state presentate nella relazione dalla vicepresidente Elly Schlein.

    In quel documento ci sono diverse cose che mi hanno convinto quando l’ho letto e che mi convincono oggi perché le vedo già messe in pratica, ma su questo tornerò dopo, nel territorio in cui vivo, che è quello gestito dall’Unione Bassa Reggiana e dal suo Ufficio di piano.

    Le cose che mi convincevano quando ho letto quel documento e che oggi mi hanno ulteriormente rafforzato nel convincimento ascoltando la relazione della vicepresidente riguardano prima di tutto il fatto che venga data grande centralità agli Uffici di piano come luogo di raccordo tra gli enti locali, i soggetti gestori e le famiglie degli utenti destinatari di questi servizi, Uffici di piano che si avvalgono del lavoro preziosissimo delle Unità di valutazione multidimensionale.

    Aver collocato dentro gli Uffici di piano la responsabilità della regia della coprogettazione, della rimodulazione dei servizi, del lavoro di raccordo tra famiglie, enti gestori ed enti locali, quindi del territorio, è assolutamente vincente. Perché dico che è assolutamente vincente? Perché posso narrarvi come la teoria della realizzazione pratica stia già funzionando.

    Tra ieri sera e questa mattina mi sono consultato con la responsabile dell’Ufficio di piano dell’Unione Bassa Reggiana, Enzo Malaguti, che mi dava conto di come, già a far data da ieri, alcuni servizi siano stati rimodulati e abbiano ricominciato la loro attività accogliendo sia in forma individuale a domicilio sia in forma individuale presso le sedi che abitualmente erano a disposizione dei servizi nei quali ospitavamo i centri diurni, sia di come, a far data dai prossimi giorni, ricominceranno le attività a piccoli gruppi grazie al lavoro di coprogettazione che è stato realizzato seguendo esattamente il decalogo, la traccia, la cornice che ci è stata raccontata prima dalla vicepresidente Elly Schlein.

    Aggiungo che, a tutela della sicurezza, tanto delle famiglie quanto degli utenti e quanto degli operatori a queste latitudini, si è anche pensato non solo di realizzare i test sierologici a carico degli operatori di questi servizi dei centri diurni in particolare piuttosto che dei centri socio-occupazionali per i quali si sta riavviando la macchina organizzativa, ma anche i tamponi sui ragazzi utenti di questi servizi, concordando con l’Azienda sanitaria locale, su appuntamento, il momento dell’esame diagnostico in modo che tutti possano accedere ai servizi a partire da una fotografia di sanità da parte di tutti che viene monitorata nel tempo attraverso tutti quegli elementi di triage che sono già stati raccolti.

    Perché da queste parti si è già potuto ricominciare esattamente dal 18 di maggio come viene indicato nella relazione? Perché la nostra Regione già sulla fine del mese di aprile con quella comunicazione che richiamava la vicepresidente, che è stata vissuta con vivo sollievo, dava indicazioni su come incominciare a ripensare a rimodulare i servizi al domicilio, a come avviare la fase di coprogettazione, tant’è che, ad esempio, da queste parti si sono istituiti tre gruppi di lavoro con famiglie, enti gestori e territorio e soprattutto richiamava – questo è stato vissuto con vivo sollievo – il tema della spesa storica di questi servizi che, in un certo qual modo, dava copertura agli enti locali, alle aziende sanitarie locali, anche agli Uffici di piano delle Unioni, nel rapporto con i soggetti gestori per così ragionare su come risolvere la mancata erogazione di servizi e di conseguenza anche le mancate entrate del periodo di lockdown.

    Aver dato quella comunicazione già attorno al 20-22 di aprile – vado a memoria, potrei sbagliare di qualche giorno – dicendo “guardate che la strada, ancora non ufficiale, formale, perché lo diventa con la relazione e con il piano che ci è stato presentato prima, però sarà così fatta” oppure  “guardate che rispetto al tema delle spese da sostenere faremo riferimento, dentro i fondi per la non autosufficienza, alla cosiddetta spesa storica, e quindi incominciate anche a riorganizzare i servizi secondo questo canovaccio, incominciate ad avviare una fase di coprogettazione che sia un momento partecipato caricando sugli Uffici di piano l’onere della regia” è stato fondamentale per farci trovare pronti alla data del 18 di maggio.

    È davvero giustissimo sottolineare quanto la difficoltà di ciascuno di noi in questo periodo di lockdown sia stata particolarmente acuta per quelle famiglie che hanno nel loro nucleo una persona con qualche tipo di disabilità e quanto sia stato ancora più difficile per quella persona.

    Ha detto bene la vicepresidente, la perdita di alcuni passaggi della quotidianità, di alcune consuetudini diventa elemento devastante nella vita di un ragazzo che stava seguendo un percorso di socialità, mediato dentro i nostri centri diurni dai nostri operatori. Quindi, è chiaro che prima si riavviavano questi servizi meglio era per tutti. Al contempo, andava fatto con intelligenza, proprio perché quegli utenti così fragili devono essere protetti più di ogni altro da ogni eventuale rischio. Cos’è che si poteva fare? Quello che esattamente si è fatto: dare indicazioni perché nel momento in cui sul piano nazionale fossero arrivate tutte le rassicurazioni e i protocolli tali per cui nella massima sicurezza quei servizi potevano essere riavviati noi ci si faceva trovare pronti, ed è quello che sta accadendo. Non è teoria, non è narrazione, non è propaganda, è la mera descrizione oggettiva della realtà, di quello che sta accadendo.

    Ho tenuto, come molti di voi, immagino, i rapporti con gli assessori al sociale del mio territorio e consentitemi di ringraziare – lo so che non è usuale, ma ci tengo a farlo per il lavoro che ha fatto – il vicesindaco di Guastalla, Matteo Artoni, che ha coordinato il tavolo degli assessori al welfare della Bassa Reggiana, perché questa relazione mi ha consentito in queste settimane di cogliere tutte quelle che erano le inquietudini, le perplessità, le ansie tanto degli amministratori locali quanto delle famiglie, oltre che dei soggetti gestori, in particolar modo ANFFAS che è già stata citata e che è una realtà estremamente importante, strutturata e radicata sul nostro territorio.

    Come ho raccolto le loro inquietudini, ansie, perplessità nelle ultime 48-72 ore ho invece raccolto con entusiasmo la spinta, la prontezza a far ripartire i servizi dentro alla cornice che questa Regione ha elaborato e che è diventata una cornice, una linea guida nazionale.

    Chiudo su questo. Consentitemi anche di fare un enorme plauso a tutti gli operatori che sui nostri territori sono coinvolti in questo ambito assolutamente peculiare e distintivo dei nostri territori, dei servizi, perché hanno affrontato il lockdown inventandosi, anche prima del tempo, alcune azioni, alcuni strumenti per non recidere il contatto e il legame con i loro utenti e con le loro famiglie, con le famiglie che seguono. Hanno collaborato alla fase di coprogettazione in maniera entusiastica e ieri mattina erano i primi a scalpitante perché potesse ricominciare qualche momento di scambio, di incontro e di socialità. È una ricchezza che tante volte resta invisibile. Io stesso mi sono trovato sorpreso quando un paio di mesi fa, partecipando agli Stati generali sulla disabilità del mio territorio, ci siamo trovati in una stanza con 80 operatori, 80 persone che quotidianamente entrano nelle case di qualcuno, o aprono un centro diurno, o gestiscono un’attività. Non ne avevo quasi contezza perché tante volte li viviamo come pezzi a sé stanti e parcellizzati dei servizi. In realtà, sono una realtà assolutamente importante ed enorme.

    Da ieri sono estremamente contento che anche questo pezzo sia ripartito, perché ce n’era estremamente bisogno. È ripartito in modo estremamente efficace. Ci sono ancora parti di servizi da riattivare, ci mancherebbe altro. Ho detto in apertura che non siamo ancora a pieno regime, ma l’entusiasmo che si coglie da parte delle famiglie e, in parte, da parte degli utenti, degli operatori e la bontà del percorso individuato, che loro ci raccontano, oggi mi fa essere particolarmente felice.

    Grazie per il lavoro che è stato fatto. Continuiamo con il metodo della partecipazione e del confronto con il territorio. Chiudo proprio su questo. Aver già immaginato nelle linee guida una fase di monitoraggio estremamente stringente penso sia l’elemento vincente. È il confronto che ci ha portato a farci trovare pronti al 18 maggio ed è il confronto che potrà farci trovare pronti di fronte a ogni qualsivoglia emergenza dovesse emergere nelle prossime settimane, nei prossimi mesi.

    La lascio come proposta alla Commissione, da discutere come e quando lo riterrete. Anzi, scusatemi per il poco rispetto dei protocolli formali, ma credo che questa Commissione potrebbe, nelle prossime settimane, chiamare in audizione alcune esperienze territoriali, alcuni Uffici di piano, alcuni soggetti gestori, per vedere come vanno le cose, quali sono gli elementi di forza, che cosa sta pienamente funzionando e cosa, magari, necessiterà di altri interventi, di altri ragionamenti, di altri approfondimenti.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie.

    Io ho iscritto il consigliere Pelloni. A seguire i consiglieri Marchetti Daniele, Tagliaferri, Castaldini, Montalti e Stragliati.

     

    Consigliere Pelloni

    Buongiorno a tutti, a chi è in sala e a chi è collegato. Grazie, presidente.

    Il documento è indubbiamente importante, soprattutto all’indomani di una ripartenza di questi servizi o della possibilità di una ripartenza di questi servizi. Sicuramente, sono punti positivi. È un sostegno concreto e diretto alle famiglie. Stiamo discutendo di servizi sospesi da 70 giorni, il che ovviamente ha messo in grave difficoltà le famiglie. Via via negli anni, nei centri diurni abbiamo assistito ‒ almeno negli ultimi decenni ‒ a questa situazione: chi è partito una decina d’anni fa faceva fatica a trovare persone disposte a usufruire, a godere di questi servizi. Via via negli anni, addirittura si sono create liste di attesa sui territori. Quanto più viene utilizzato e quanto più si conosce di questi servizi, tanto più vengono apprezzati. Indubbiamente, tutti gli operatori che collaborano e la conoscenza di questi servizi sono importanti.

    Dobbiamo prendere atto di una cosa. Lo abbiamo visto. Mi riferisco all’inadeguatezza di questo Governo. Anche su questi servizi la Regione ha dovuto sollecitare, ha dovuto scrivere linee guida. Sappiamo che la stragrande maggioranza dei ministri di questo Governo, se non quasi tutti, vengono da determinate latitudini e forse non sanno neanche di che cosa stiamo parlando. L’intervento di questa Regione probabilmente è stato fondamentale perché non c’è conoscenza e non si è edotti di questi servizi. Una nota di merito alla Regione, quindi, e una nota di demerito al Governo.

    Fin da subito noi, come Gruppo, abbiamo presentato, il 20 marzo, quando è stato varato, alcuni pacchetti a sostegno delle famiglie per i cosiddetti “voucher baby sitter”, quindi di sostegno per la parte più giovane della nostra società, però si erano completamente dimenticati che c’era una parte della nostra società, quindi tante famiglie che hanno, sì, bambini piccoli, ma hanno anche genitori con situazioni di non completa non autosufficienza, ma che comunque abbisognano di questi servizi. Quindi, senza questi servizi, soprattutto per tutti coloro che sono dovuti rimanere a lavoro... Sappiamo che in tutta la filiera dell’agroalimentare il lockdown non c’è stato. Per quanto riguarda i servizi pubblici, molti vengono fatti in smart working, ma non si sono fermati. Ovviamente, c’era e c’è bisogno di questi servizi, e c’era e c’è ancora bisogno di aiuti concreti, perché molti hanno dovuto sopperire alla mancanza di questi servizi autonomamente. Oggi, ve l’ho detto la scorsa settimana, vorrei essere piacevolmente smentito. Sarei contento di essere smentito. Io non conosco una persona che abbia ricevuto un voucher babysitter. Figuriamoci altri aiuti, soprattutto per una fascia che il Governo si è assolutamente dimenticato.

    D’altro canto, questi servizi, al pari delle CRA, delle RSA, quindi delle varie case di riposo, per intenderci, volgarmente dette, si riferiscono a ospiti di una popolazione fragile che questo Coronavirus, questa pandemia, ha duramente colpito. Lo spirito è quello di cercare di trovare tutte le precauzioni onde evitare quello che è stato, e sperando che non accada più. Solo nell’ultima parte ho visto due righe legate a questi accordi, anche alla fine dell’esposizione della vicepresidente. Secondo me è troppo vago, sono troppo generici questi accordi tra ASL per i test sierologici. I tamponi non sono menzionati.

    Per prevenire, eventualmente, che la riapertura dei centri diurni possa creare una situazione di contagio, dobbiamo “screenare “, come è scritto in maniera, a mio avviso, troppo generica. La Regione deve stabilire paletti un po’ più precisi e deve riuscire a garantire che questo controllo periodico venga effettivamente realizzato. Non è una questione numerica. Basta anche un singolo operatore, un singolo ospite. I casi di centri residenziali per anziani (e non solo) dove anche un solo operatore o un singolo ospite ha creato un danno, una strage incredibile sono molteplici in questa regione. Non è una questione di rapporto numerico (uno a cinque, uno a quattro, uno a sei, uno a otto). La questione è che basta un solo operatore asintomatico. Nell’allegato c’è scritto che i tamponi verranno fatti in presenza di sintomi, ma in presenza di sintomi è già tardi. Ovviamente, se l’operatore o l’ospite per svariati giorni ha frequentato il centro diurno con una situazione prima asintomatica e poi manifesta, quindi sintomatica, probabilmente arriviamo tardi.

    Ho parlato di uno spirito di collaborazione. Per la prima volta riceviamo un protocollo solo un’ora prima dell’informativa fatta in questa Commissione. È un passo avanti. Fino adesso non lo abbiamo mai ricevuto. Lo dico perché aiuterebbe. Sono state sentite le varie parti sociali, i soggetti gestori, gli Uffici di piano. Io vengo da una realtà in cui l’Ufficio di piano ha la gestione anche di tutto il fondo regionale e nazionale per la non autosufficienza. Quindi, comprendo, anzi condivido la centralità della gestione degli Uffici di piano.

    Chiudo questo capitolo e apro quello economico. Tutti i servizi a gestione diretta o a gestione in house, quindi tramite le ASP… Abbiamo presentato, come Gruppo, l’audizione delle nostre ASP, molte delle quali gestiscono questi servizi, a partire dai centri diurni, non solo per anziani, ma soprattutto per disabili. Abbiamo chiesto alla Presidenza di audire una rappresentanza delle ASP. Questi nuovi protocolli ben vengano, ma sappiamo già che molti di questi servizi (centri residenziali, centri diurni, centri semiresidenziali) per il pubblico sono antieconomici. La collettività, quindi, deve integrare quello che l’ospite paga con la propria retta mensile o annuale.

    A maggior ragione, se le spese per i soggetti gestori inevitabilmente aumentano (per processi di sanificazione, per un rapporto numerico inferiore rispetto al passato, per tante procedure che ci devono indubbiamente essere), dobbiamo ulteriormente essere più concreti rispetto alla sostenibilità. Non mi riferisco solo alla sostenibilità nel breve periodo. La proposta che abbiamo avanzato è di tagliare l’IRAP per le ASP. Riprendiamo qualcosa su cui non vogliamo assolutamente avere alcun tipo di paternità. Nella passata legislatura so che anche il Partito Democratico ha presentato questa proposta. Però è una scelta strutturale. Se noi oggi arriviamo con delle sovvenzioni una tantum, a queste aziende, a questi soggetti gestori non diamo una programmazione, non li aiutiamo nella programmazione. Se vogliamo che questi servizi ripartano, non sulle ali dell’entusiasmo perché sono stati chiusi 70 giorni... Sull’entusiasmo di riaprire, certamente. Sappiamo quanto in questi servizi sia importante, soprattutto per gli operatori che ci lavorano: o hanno una vocazione verso questo lavoro oppure diventa un lavoro difficilissimo. Non possono riaprire sulle ali dell’entusiasmo, con un contributo, piccolo o grande che sia, mentre strutturalmente sappiamo che alla fine dell’anno avranno o avremo (dico “avremo” perché molte sono aziende pubbliche) un deficit importante. Su questo aspetto vorrei portare, anche qui, questa discussione.

    Se la vicepresidente vorrà condividere anche con la nostra Commissione, visto che viene condiviso praticamente con tutti tranne che con questa Commissione, il momento della stesura... Da una lettura molto veloce ho trovato solo questa cosa, che può essere, a mio avviso, migliorabile. Mi riferisco allo screening. Potrebbe essere maggiormente puntuale l’indicazione della Regione, in maniera tale da prevenire anziché curare.

    Sul resto mi trova in buona parte d’accordo. Non deve aver paura di portarlo in Commissione, perché le minoranze vogliono fare la propria parte in maniera costruttiva.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliere Pelloni, per il suo intervento.

    Vicepresidente Daniele Marchetti, prego.

     

    Consigliere Marchetti Daniele

    Grazie, presidente.

    Sarò telegrafico, anche perché ha già detto sostanzialmente tutto il collega che mi ha preceduto e non ho molto da aggiungere. Chiederò, innanzitutto, una rassicurazione alla vicepresidente per quanto riguarda la compartecipazione degli utenti al pagamento delle rette per questi servizi sociosanitari, nello specifico i centri diurni.

    È vero. Come diceva il consigliere Pelloni, ci saranno nuove esigenze, ci saranno nuove azioni da mettere in campo per garantire tutta la sicurezza del caso, assolutamente doverosa. Dobbiamo stare attenti, però, a non sovraccaricare i cittadini, i parenti delle persone che vengono assistite all’interno di queste strutture. Chiedo innanzitutto una rassicurazione in tal senso alla Giunta regionale, per evitare che ciò avvenga.

    Ritengo anch’io importante il fatto che ci sia un coinvolgimento dei territori, dei distretti, degli Uffici di piano. In questo modo potremmo avere la possibilità di capire le esigenze dei singoli territori. È un punto che abbiamo sempre sostenuto anche nella passata legislatura. Infatti, abbiamo sempre lamentato un’eccessiva rigidità nell’utilizzo del Fondo regionale per la non autosufficienza. Ogni territorio ha le proprie esigenze e necessità. Quindi, è fondamentale ascoltare i territori, anche in questo caso, soprattutto in questo caso d’emergenza.

    Chiediamo, però, di non inventare chissà quale nuovo strumento, che potrebbe rallentare i lavori. Gli strumenti per coinvolgere e ascoltare il territorio, i distretti, gli Uffici di piano esistono già. Vi ricordo, infatti, che nel 2015 ‒ se non erro ‒ venne approvata una nostra proposta, con un emendamento presentato al collegato al bilancio di previsione 2016, vado a memoria, che ha istituito un sistema di ascolto e raccolta proposte e segnalazioni da parte delle associazioni, delle organizzazioni sindacali e degli stessi caregiver, in modo da raccogliere le opinioni sull’utilizzo del Fondo regionale per la non autosufficienza sui vari territori, per capire le varie sensibilità che abbiamo a livello regionale. È uno strumento che è sempre stato utilizzato un po’ a singhiozzo, lasciatemelo dire, probabilmente perché la paternità della proposta era della Lega. Vi chiedo di mettere da parte una volta per tutte queste divisioni su base ideologica e iniziare a utilizzare realmente ed efficacemente questo strumento, che potrebbe velocizzare i tempi senza prevedere nuove modalità d’ascolto dei territori.

    È una cosa che vi chiedo perché nella passata legislatura abbiamo visto che spesso non è stato utilizzato. Crediamo che in un momento come questo ci sia veramente pochissimo tempo da perdere, visto che c’è stata un’interruzione dei servizi importante, ovviamente per cause assolutamente comprensibili, ci mancherebbe. Però oggi dobbiamo essere in grado di tornare in pista il prima possibile. Utilizziamo gli strumenti che ci sono già, mettendo da parte le divisioni ideologiche, in modo da garantire nuovamente tutti questi servizi ai cittadini.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliere Daniele Marchetti.

    Consigliere Tagliaferri, prego.

    Buongiorno, consigliere. Non la sento. Provi a parlare?

     

    Consigliere Tagliaferri

    Mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Adesso sì. Prego.

     

    Consigliere Tagliaferri

    Grazie.

    Ho chiesto di intervenire perché mi sembra opportuno porre i riflettori anche su un punto in particolare. La Regione, a mio avviso, dovrebbe attivarsi, tra le varie attivazioni, anche per tutelare le persone affette da disabilità. So che lo sta facendo a molti livelli, giustamente, ma penso occorra anche incentivare il numero di test sierologici degli operatori che operano nelle apposite strutture.

    Come sappiamo, i pazienti con autismo e disabilità intellettiva sono tra i soggetti più a rischio di contagio, sia per le difficoltà di interazione con norme di distanziamento che di prevenzione da contagi, tra le quali anche l’uso di mascherina facciale, sia per aspetti sindromici e pluri-patologici che nei casi di soggetti con patologie complesse congenite li pongono in condizioni di maggior rischio in caso contraggano il Covid-19.

    Proprio ieri ho presentato un atto ispettivo per sapere se l’Esecutivo regionale intenda seguire un percorso di tutela della disabilità e percorsi assistenziali per le strutture aggregative, residenziali e semiresidenziali, avviando anche uno studio di sostenibilità e fattibilità di un modello tecnico-scientifico di attuazione ciclica di test diagnostici molecolari e/o eventualmente sierologici, quando, ovviamente, vi fossero indicazioni ministeriali scientifiche più definite, e sul personale impegnato nell’assistenza ai disabili nelle modalità e con l’estendibilità che si riterranno più opportune, previo confronto tra Istituzioni, cabina di regia sulle disabilità, unità di crisi e rappresentanti di associazioni o enti gestori.

    Ci tenevo a fare questa puntualizzazione.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliere Tagliaferri.

    La parola alla consigliera Castaldini.

     

    Consigliera Castaldini

    Buongiorno.

     

    Presidente Soncini

    Consigliera Castaldini, l’abbiamo vista per un attimo.

    È collegata o è andata via la connessione? Si è prenotata di nuovo. Potete riprovare a dare la parola alla consigliera Castaldini? Eccola.

     

    Consigliera Castaldini

    Scusate. Sono stata buttata fuori.

     

    Presidente Soncini

    Non volevamo assolutamente buttarla fuori. Prego.

     

    Consigliera Castaldini

    Certo, lo so.

    Ringrazio per questa relazione importante che arriva per mettere un po’ le pezze rispetto a una situazione gravissima che abbiamo vissuto in questi anni. Dovevamo aspettare il livello nazionale. A differenza di altri servizi, arriva oggi. Tutti i consiglieri, anche quelli di maggioranza, hanno chiesto di poter ‒ così ho sentito ‒ coinvolgere di fatto tutte le realtà territoriali che si occuperanno di un tema così importante.

    Io ho ascoltato con molta attenzione il messaggino mandato al consigliere Costa. Non mi scordo, però, i tanti messaggi che abbiamo ricevuto in questi mesi, soprattutto nella fascia minori, su un senso di abbandono, non della Regione Emilia-Romagna, che storicamente ha un Fondo per la non autosufficienza, forse uno dei più grandi a livello nazionale… Ogni tanto bisogna riconoscere il bene che c’è.

    La situazione che si è venuta a creare a livello nazionale ha visto contesti gravissimi, soprattutto nell’incapacità di capire che cosa vuol dire gestire la disabilità. L’impossibilità di far seguire i minori davanti a uno schermo, gestire la didattica a distanza è stata una ferita aperta in questi tre mesi. Chiunque di voi lo sa benissimo e ha vissuto una testimonianza diretta di questo, dell’impossibilità di vedere le relazioni consolidate dei bambini durante la scuola fruita normalmente.

    Bene. Facciamo un passo avanti. Ci sono delle preoccupazioni, questo è chiaro. La preoccupazione è quella di sostenere il più possibile i territori dal punto di vista economico. La domanda era se verranno aumentate le tariffe. Immagino già la risposta. Spero che sia “assolutamente no”. Il punto è chi aiuterà gli enti per sostenere una dinamica completamente diversa e rovesciata rispetto a quella a cui siamo abituati.

    Mi fermo alle dichiarazioni precedenti al Coronavirus, cioè quelle fatte dal presidente Bonaccini, di una grande alleanza con il terzo settore, di cui secondo me c’è sempre più bisogno, e di attenzione. Vorrei capire proprio le linee strategiche politiche dell’assessore Schlein su coloro che si prendono cura. Mi piace dirlo in italiano. In questo momento abbiamo bisogno di vivere sicuramente l’emergenza, ma di pianificare il futuro con centri di eccellenza. Dobbiamo ricercarla sia per quanto riguarda gli anziani sia per quanto riguarda la disabilità. Mi riferisco all’attenzione che noi poniamo ‒ spero sempre di più ‒ rispetto a chi ha avuto per tre mesi un ruolo fondamentale nel gestire la disabilità. Quali sono, quindi, le linee strategiche politiche per coloro che vengono definiti “caregiver” da parte della Regione Emilia-Romagna.

    Assessore, vorrei anche che lei facesse un attimo un punto, per me importantissimo, sulla fruizione scolastica ‒ metto insieme due temi che sono suoi ‒ e dello sport nel campo della disabilità. Questi sono due temi fortemente connessi, che chiedono da subito un lavoro della Regione Emilia-Romagna. Assessore Schlein, questo è un richiamo che in un certo senso mi dispiace tutte le volte fare. Per me non è un problema aver ricevuto due ore prima questo documento, perché capisco il lavoro che c’è. Lo capisco benissimo. Il punto è, avendo ricevuto questo documento oggi, qual è il ruolo che noi possiamo avere nel contribuire a costruire relazioni virtuose con tutti i Sindaci, con tutto il territorio, con tutto il terzo settore.

    Assessore Schlein, credo che noi potremmo essere buoni alleati, che l’opposizione potrebbe essere un buon alleato, soprattutto su temi come la scuola, le disabilità, l’inclusione sociale. Bisogna decidere che cosa fare per aiutare tutti i cittadini e per aiutare un territorio che ha bisogno di avere voce.

    Ribadisco l’appello: siamo qui per lavorare.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliera Castaldini.

    Do la parola alla consigliera Montalti.

    Si prepari la Consigliera Stragliati.

     

    Consigliera Montalti

    Grazie, presidente.

    Il lavoro, il percorso fatto dalla nostra Regione e dalla vicepresidente, che ringrazio, è stato complesso e corposo. Prima di tutto ha dovuto tenere conto dell’aspetto fondamentale: la salute e la non esposizione al rischio per le persone con disabilità, persone che possono essere più fragili di fronte al pericolo del Coronavirus. Voglio sottolineare questo aspetto perché sta proprio in questo elemento quello che è stato un approccio, da certi punti di vista, che ha messo al centro una cautela, un’attenzione maggiore rispetto ad altre situazioni e ad altre realtà.

    Oggi arriviamo con un documento molto corposo, molto dettagliato, frutto di un grandissimo confronto con il territorio. In questo non mi vedo assolutamente d’accordo con il consigliere Marchetti, che ho anche qui davanti. È anche più bello confrontarsi guardandosi negli occhi. La narrazione di una Regione che non ha fatto il confronto, non l’ha fatto nelle dovute sedi è un qualcosa che non corrisponde al reale. La vicepresidente è venuta più volte in questa Commissione e ci ha raccontato quello che è stato un lavoro complesso, difficile e l’intenzione di mettere sempre al centro, soprattutto quando si parla di servizi così importanti, il territorio rendendolo protagonista. Dal documento questo emerge in maniera chiarissima, ma è una cosa emersa già da due mesi, con questo obiettivo e questo sostegno, per esempio, alla ricoprogettazione, con questa centralità, anche in vista del futuro, di mettersi di nuovo a progettare attorno a un tavolo, che non è un tavolo solo di dimensione regionale, ma soprattutto un tavolo di dimensione territoriale.

    Ci tengo a sottolinearlo perché in questi mesi, in queste settimane ciascuno di noi è stato interpellato, interessato e coinvolto dalle associazioni, dai Comuni, dai servizi, perché l’attenzione e la sensibilità rispetto all’urgenza di dover riavviare questo tipo di servizi è stata altissima da parte della Regione e da parte di tutti noi che rappresentiamo i nostri territori. Un’attenzione alta, ma anche una prudenza, come dicevo prima, dovuta al tema sanitario.

    Oggi abbiamo un quadro molto chiaro, con una serie di regole, di linee di indirizzo e anche di possibilità che possono permettere ai territori di avviare, laddove non siano già partiti – in alcuni casi, lo diceva prima il consigliere Costa, sono già stati ampiamente avviati – una serie di servizi. Abbiamo quindi un ventaglio ampio di possibilità, con questa centralità del territorio, con l’esperienza che c’è nei nostri territori di dialogo e relazione con le associazioni e con le famiglie, ma anche con quella conoscenza veramente puntuale delle persone. Qui parliamo di servizi che davvero spesso vengono costruiti attorno alle persone e attorno alle famiglie.

    Oggi la sottolineatura e anche credo l’auspicio che sta emergendo comunque da tutti i nostri interventi è che la Regione – e la Vicepresidente, che ancora ringrazio – continui con questa attività costante di confronto con il territorio. Sappiamo che non si chiude oggi un percorso, ma oggi si apre una fase completamente nuova, in cui le famiglie avranno forse ancora più bisogno di vicinanza, di attenzione e di strumenti di sostegno. Quindi noi dobbiamo, come Regione, rilanciare quella che, da un lato, è una nostra sensibilità storica, ma dall’altro deve essere un impegno centrale, quello di stare vicino alle persone con disabilità, vicino alle famiglie, e dare massimo sostegno al territorio e servizi ai Comuni e a tutti gli operatori affinché, anche in una situazione che è diversa e più complessa, possano essere messi in campo quei servizi di massima qualità e vicinanza a cui fortunatamente come territori siamo abituati e a cui siamo anche pronti, ma sui quali adesso ancora di più c’è bisogno di un grandissimo lavoro di squadra.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliera Montalti.

    Consigliera Stragliati, prego.

     

    Consigliera Stragliati

    Grazie, presidente.

    Ringrazio la vicepresidente Schlein per la corposa relazione. Oggi è un momento molto importante. Si parla di una tematica di estrema importanza per tante persone e per tante famiglie e mi rammarica moltissimo che, a livello nazionale, il tema delle persone fragili, dei disabili, degli anziani sia stato veramente tralasciato. Ho già fatto presente anche in altre Commissioni la mancanza di empatia da parte del Presidente del Consiglio Conte nei confronti delle famiglie, soprattutto delle famiglie con persone fragili. Quindi, oggi questo documento è veramente importante. C’è ancora molto da lavorare. L’ascolto del territorio è assolutamente imprescindibile, del territorio ma anche delle famiglie.

    Mi permetto di segnalare alcune sollecitazioni che ho ricevuto da parte di enti gestori, di associazioni, da parte delle famiglie stesse che hanno vissuto, in questi mesi di lockdown, un vero e proprio incubo. Non dobbiamo dimenticare che le persone diversamente abili vivono di certezze, vivono di riferimenti, vivono di luoghi a cui sono legate e di persone che per loro rappresentano dei riferimenti imprescindibili. Ecco, in questi mesi tutto ciò gli è stato negato, quindi hanno subito anche disorientamenti significativi, che hanno messo in difficoltà sia loro che le loro famiglie, andando a compromettere di fatto la loro qualità di vita, che già sappiamo bene presenta tantissime difficoltà e tantissime fragilità. Oggi, in questa fase 2, è fondamentale che venga loro garantita la migliore assistenza.

    Mi segnalano la necessità – so che, da come ha riferito la vicepresidente Schlein, dipende poi da accordi con gli enti gestori – di affiancare agli interventi presso le strutture anche interventi domiciliari, che so essere già attivi, ma non tutti i familiari in questo momento se la sentono di mandare il proprio caro presso i centri diurni, in quanto hanno il timore che anche in questa fase possa avvenire il contagio, quindi chiedono che vi sia la possibilità di abbinare interventi presso le strutture e interventi domiciliari. Mi rendo conto che questa nuova programmazione di questi servizi è difficile, non è assolutamente semplice, ma queste famiglie meritano comunque la migliore assistenza, quindi questa ipotesi, per quanto mi riguarda, deve essere presa in considerazione.

    Ovviamente l’intervento domiciliare deve essere inteso come intervento al domicilio ma anche con uscite all’aperto. Fortunatamente so che, durante la fase di lockdown, ha funzionato bene anche la possibilità per i minori o per le persone con disabilità di uscire, nonostante le prescrizioni, perché, soprattutto per bambini che presentano disturbi del comportamento, stare sempre in casa è davvero molto difficile. Quindi, immagino che le risorse economiche per il personale andranno sicuramente implementate per l’acquisto dei DPI e anche per l’acquisto di nuove strumentazioni.

    In piena fase di emergenza, durante la fase 1, sono state tante le associazioni che si sono adoperate per sostenere economicamente queste realtà. Penso, ad esempio, al Rotary, ai Lions, che hanno messo in campo service finalizzati all’acquisto di tablet per garantire anche al domicilio il contatto con gli operatori dei centri diurni, tra operatori e utenti oppure anche nelle RSA, per garantire un contatto tra i pazienti e i propri familiari che erano a casa. Evidentemente ci sono anche delle carenze dal punto di vista economico che devono essere assolutamente compensate.

    Mi permetto anche di suggerire – mi fa piacere che la vicepresidente ne abbia parlato anche in questa Commissione – il supporto psicologico, che è assolutamente fondamentale. In questa emergenza abbiamo capito quanto sia importante supportare con professionisti sia le persone fragili ma anche e soprattutto i caregiver, soprattutto i familiari, che hanno vissuto anch’essi momenti di grande difficoltà. È importante il supporto psicologico a distanza, ma sappiamo bene che il setting in questo caso è assolutamente fondamentale, quindi, per quanto possibile che sia un supporto di tipo psicologico dal vivo, con l’adozione di tutte le dovute precauzioni.

    Chiedo che vi sia un’attenzione particolare per gli aspetti psicologici dei motivi che in questa fase sono assolutamente fondamentali, in quanto non tutti i servizi – mi risulta – dispongono di un supporto di questo tipo, e a maggior ragione durante una situazione così inedita e straordinaria ritengo che sia molto importante.

    È già stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto: un’adeguata campagna di screening è assolutamente fondamentale, con test sierologici e tamponi. Io ho depositato una risoluzione in tal senso – che non è ancora stata discussa perché durante le Assemblee legislative precedenti non vi è stato modo, non vi è stato il tempo, ma spero di poterlo fare – soprattutto per le province più colpite. Io sono di Piacenza e voi sapete bene che Piacenza ha pagato un prezzo altissimo al Coronavirus, a questa pandemia, quindi mi permetto di chiedere che venga effettuata un’adeguata campagna di screening sia a tutti gli operatori, agli utenti, ma anche ai familiari, perché dobbiamo assolutamente tutelarli nel miglior modo possibile.

    Ho parlato anche con l’assessore Donini, e mi fa piacere che mi abbia rassicurato da questo punto di vista, rispetto alla possibilità di considerare nuove sperimentazioni riguardanti anche test rapidi sulla saliva. Ho visto che stanno valutando anche nuovi ecografi, più duttili, più piccoli rispetto a quelli che sono attualmente in uso e in commercio. Quindi, la ricerca scientifica prosegue e ritengo che sia molto importante un continuo aggiornamento di tutte le strumentazioni all’avanguardia, per tutelare il più possibile la popolazione.

    Mi avvio alla conclusione. Consentitemi di ringraziare in questa sede le famiglie, che hanno svolto un lavoro immane e straordinario durante questa fase di emergenza, tutte le associazioni che si occupano di disabilità e tutti gli operatori che, in maniera instancabile, hanno lavorato cercando di mantenere un contatto frequente e costante con i propri utenti. Sappiamo che chi opera nel sociale lo fa per vocazione e non per questioni economiche, quindi, anche in questo caso hanno dimostrato grande sensibilità, grande abnegazione e grandissima solidarietà. A loro deve andare il più grande plauso, quindi la politica tutta deve adoperarsi e impegnarsi per sostenere il più possibile tutti i professionisti e le famiglie che si occupano di persone fragili. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliera Stragliati.

    La parola alla consigliera Rontini. Aspetti, consigliera, che non la sentiamo. In sala non la sentiamo, non so se da remoto la sentono.

     

    Consigliera Rontini

    Mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Adesso sì.

     

    Consigliera Rontini

    Ho alzato al massimo il volume del microfono. Faccio un intervento velocissimo perché la collega Montalti, che mi ha preceduto, ha già fatto il quadro per il Partito Democratico e così era intervenuto anche il consigliere Costa.

    Volevo ringraziare la vicepresidente Schlein per il lavoro fatto sin qui. Ho avuto modo, questa mattina, mentre erano in corso i lavori della Commissione, di dare un’occhiata al documento che per la sua segreteria, lei, presidente, ci ha fatto inviare e volevo fare solo una sollecitazione per quanto riguarda una delle parti finali del documento, che è quella relativa ai test sierologici. Chiedo in questo eventualmente la collaborazione dell’assessore Schlein per capire il tema appunto dei test sierologici agli operatori e alle operatrici dei centri diurni, di cui si dice che verranno effettuati con cadenza periodica, in maniera concordata con le aziende ASL territorialmente competenti, a seguito dell’eventuale avvenuto contatto con il Covid.

    Ecco, vorrei avanzare la richiesta – che penso poi sarà anche contenuta nel documento che stiamo scrivendo come Partito Democratico più complessivamente sul tema dei test sierologici – che questi test possano essere effettuati, dal punto di vista economico, a carico delle ASL. Penso che questa sia una richiesta che ci hanno avanzato anche le associazioni che riuniscono le famiglie delle persone con gravi disabilità e penso che questa possa essere una indicazione di cui ci facciamo carico, evitando che la cosa gravi sui gestori delle strutture, dei centri, per le motivazioni che negli interventi di ogni colore politico – mi pare di poter dire – che si sono susseguiti stamattina sono state evidenziate.

    Chiedo eventualmente alla vicepresidente se, quando vorrà replicare a tutti gli interventi, potrà fare un accenno anche a questa questione, con l’impegno che porteremo avanti come Partito Democratico su questo. Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliera.

    La parola alla consigliera Tarasconi. Poi ho iscritta Consigliera Piccinini.

     

    Consigliera Tarasconi

    Grazie, presidente. Ovviamente anch’io mi associo ai ringraziamenti alla vicepresidente per tutto il lavoro che è stato fatto.

    Casualmente la consigliera Rontini ha fatto un intervento… nel senso che mi accodo a quanto è stato detto dalla consigliera Rontini. Guardando il documento…

     

    Presidente Soncini

    Consigliera, non la sentiamo più in sala. Un attimo, provi a parlare. No, in sala non la sentiamo. Io non la sento, da remoto la sentono? La sentite da remoto? Sì, da remoto la sentono. C’è un problema in sala. Okay, lei prosegua e i consiglieri ascoltano da un computer acceso in sala.

     

    Consigliera Tarasconi

    Va bene. Sarò velocissima, promesso.

    Dicevo solo che l’ultima frase degli allegati A e B che ci sono stati mandati parla appunto dei test sierologici. Io ci tenevo a dire una cosa: qualsiasi riapertura deve avvenire con un piano di sorveglianza sanitaria, con tamponi e test ripetuti per ospiti e operatori. Senza questo le distinzioni tra disabili, anziani, bambini, 0-3 anni, non hanno senso.

    Io credo che sarebbe utile che la Regione dicesse alle aziende non tanto con cadenza periodica concordata; no, abbiamo indicazioni sul fatto che i centri diurni, le CRA, insomma ci sono luoghi davvero molto fragili. Lo abbiamo visto e l’abbiamo vissuto. Soprattutto in alcune zone particolarmente colpite credo che sarebbe importante mettere quella riga come premessa a tutto il resto. Va benissimo la coprogettazione, i servizi, va bene tutto, ma se noi non facciamo prima lo screening in modo regolare – io direi quasi militaresco – e preciso, con delle scadenze, e non abbiamo un piano specifico rischiamo che tutto il lavoro così duro che è stato fatto anche per arrivare a tutta questa coprogettazione diventi vano.

    Se non teniamo sotto controllo le persone che entrano in contatto con gli ospiti, soprattutto gli anziani – parlo soprattutto di loro, ma anche dei disabili – qualsiasi cosa noi facciamo diventerà vana. Quindi io chiederei, se è possibile, di avere una sorta di piano scritto, dettagliato, da parte della Regione, che dia indicazioni alle aziende, in modo che tra l’altro non ci siano disparità tra un’azienda e l’altra. Credo che questo sia fondamentale se parliamo di centri per anziani, centri per disabili, per una categoria che già è fragile.

    Dobbiamo essere noi a dare loro delle disposizioni molto chiare, molto nette, che devono essere messe in atto.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliera.

    Consigliera Piccinini, prego.

    Si prepari la collega Consigliera Maletti.

     

    Consigliera Piccinini

    Grazie, presidente. Mi sentite?

     

    Presidente Soncini

    Sì.

     

    Consigliera Piccinini

    Buongiorno a tutti. Sarò telegrafica. Purtroppo, non mi ritrovo nella narrazione entusiasta del collega Costa, perché dal territorio reggiano io ho un feedback totalmente opposto, purtroppo, proprio dall’Unione Bassa Reggiana, dove un comune in particolare pare che, al momento, non sia orientato a far ripartire il servizio per gli alti costi dei dispositivi di protezione. Questo è un problema. La motivazione a me sembra piuttosto strumentale, nel senso che, se non sbaglio, nel DL Rilancio ci sono 150 milioni per il potenziamento oltre che dei centri estivi, ma anche dei servizi di tipo socio-educativo.

    Ho un feedback che è totalmente diverso. Chiedo eventualmente all’assessora Schlein di fare un approfondimento su questo perché potrebbe essere un problema. C’è un aspetto positivo nel documento che ci avete mandato, che nessuno ha menzionato, che è quello del monitoraggio, particolarmente importante perché significa che dietro c’è una regia, c’è un controllo sulla riattivazione delle prestazioni. Chiedo se questo controllo e questa regia esistono anche per i servizi educativi e per la riattivazione della coprogettazione, naturalmente legando tutto al famoso articolo 48 del decreto Cura Italia che – ho avuto conferme su questo e ringrazio la vicepresidente Elly Schlein perché so che si era attivata e ha seguito la questione da vicino – verrà modificato. Si spera che questa riformulazione possa risolvere alcune resistenze che ci sono state in queste settimane sui territori.

    A questo proposito segnalo che sempre dalle parti del reggiano, purtroppo, c’è di nuovo un altro comune che si rifiuta di fare assistenza a una ragazzina disabile e di dare l’educatore domiciliare. Il monitoraggio lo chiedo anche per questo. Ci sono servizi che non stanno partendo e invece bisogna sollecitare i Comuni e spingerli il più possibile a farlo, ovviamente, in sicurezza. Per quanto riguarda i costi, e chiudo, è un tema che avevo già sollevato anche nell’ultima Commissione, perché da quello che ricevo io dal territorio mi viene detto che ci sono residenze per anziani che stanno già aumentando le rette, e questo non è accettabile. Non è accettabile per le residenze per anziani, non è accettabile quando si parla di riattivazione dei centri diurni e anche su questo chiedo delle rassicurazioni.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Consigliera Francesca Maletti, prego.

     

    Consigliera Maletti

    Buongiorno a tutti. Grazie alla vicepresidente Schlein e anche a tutti i dirigenti dell’assessorato per le linee guida che stanno elaborando, che hanno elaborato, perché danno un quadro chiaro rispetto alle proposte che possono fare gli enti gestori, coadiuvati dalle aziende USL e dai Comuni, da presentare agli Uffici di piano.

    Credo che questi mesi per le famiglie al cui interno c’era una persona anziana, fragile o non autosufficiente o persone diversamente abili siano stati mesi molto impegnativi. Una prova è stata anche la tragedia che è successa a Carpi, che ha visto coinvolta una cooperativa molto nota, molto strutturata, che aveva proposto una assistenza domiciliare a quel ragazzo di 37 anni, che per 19 anni, tutti i giorni o quasi, era andato a fare attività al proprio interno. Il papà, per tutelarlo da un punto di vista sanitario, ha detto “no, ci pensiamo noi”. Però dopo lui non ha più retto. Ha ucciso il ragazzo e si è ucciso anche lui. Ho sentito l’altro giorno i dirigenti di questa cooperativa. Stavano male, perché dicevano “potevamo spingere di più, dovevamo spingere di più, potevamo fare qualcosa”. Credo che nonostante le telefonate, un giorno sì e un giorno no, siano situazioni veramente molto difficili.

    Avere delle linee guida aiuta, anche se non sono esaustive. Ogni realtà, con le proprie specificità, sia delle persone ospiti, ma anche delle strutture, può avere necessità di risposte diversificate, personalizzate fino a cinque persone. Qui sta la grande capacità, la grande fantasia dei nostri territori, per poter lavorare insieme; territori che sono, però, stanchi.

    Ad esempio, negli Uffici di piano i dirigenti dei Comuni dell’azienda USL in questo periodo hanno gestito le strutture protette e sono molto provati.

    Per cui, chiedo anche all’assessorato di poter aiutare questi Uffici di piano, perché fanno fatica, alcuni fanno fatica, altri meno. Con i soggetti gestori magari possono trovare una quadra per dare risposta a queste famiglie e alle nostre comunità.

    C’è anche un dato economico su alcuni dei soggetti gestori. È vero, rispetto all’articolo 48 si stanno cercando delle interpretazioni, delle modifiche, come diceva la consigliera Piccinini. Però, i soggetti gestori, quelli meno strutturati, a cui gli uffici di distretto e le aziende USL non hanno ancora erogato niente fanno anche fatica anche solo ad avere delle risorse finanziarie per comprare i primi ausili per fare le prime sanificazioni, per fare le prime cose.

    Chiedo se fosse possibile anche sollecitare le varie aziende USL per essere attenti a queste dinamiche, anche perché, altrimenti, ci troveremo a rischiare la chiusura di alcuni soggetti, quelli più piccoli, che a volte sono quelli anche che riescono ad avere le innovazioni maggiori proprio perché hanno un appesantimento amministrativo e anche gestionale meno pesante.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, consigliera Maletti. Prima di dare la parola alla vicepresidente, vorrei fare questa osservazione perché gli interventi sono stati tanti: il sistema di welfare regionale dell’Emilia-Romagna nelle sue politiche si è sempre basato sul diritto universale alla presa in carico delle persone con disabilità. Penso anche al Piano socio-sanitario su cui abbiamo lavorato nella scorsa legislatura, alla valutazione multidimensionale, ai progetti individuali, alla progettazione individuale, a quanto la Regione ha investito sull’assistenza domiciliare, quindi su interventi davvero che vadano a guardare al progetto individuale e anche, ovviamente, in questo programma regionale si affronta proprio il tema di come fare, attraverso una maggiore flessibilità, a garantire la sicurezza, ma anche a valutare caso per caso.

    Semplicemente questo. Lei ha questa delega importante del contrasto alle diseguaglianze. Davvero credo che sia importante questo, perché dobbiamo evitare che in questo tempo in cui ovviamente le persone con disabilità, purtroppo, a partire dal tema dell’istruzione, occorrono parole chiare sul tema della scuola, penso anche all’inclusione delle persone con disabilità, il tema delle opportunità nel rientrare nei contesti di vita normale, è difficile…

    Lei diceva bene, ci sono alcune persone che purtroppo fanno fatica, non riescono a portare la mascherina, quindi pensate quanto diventa più difficile anche semplicemente ritornare nel contesto di vita normale, andare a fare una passeggiata, andare in qualche modo a ritrovare gli amici.

    Chiedo davvero che su questo – so la sua sensibilità, la sua competenza e attenzione – ci sia, da parte di una Regione che ha sempre avuto questa attenzione al diritto universale alla presa in carico della singola persona con disabilità, sempre l’attenzione che fino adesso ha davvero dimostrato. Grazie.

    Prego, a lei la parola per le risposte.

     

    Vicepresidente e assessora Schlein

    Grazie, presidente. Le chiederei, se è d’accordo, per alcune risposte anche più specifiche alle tante domande delle consigliere e dei consiglieri, che ringrazio davvero…

     

    Presidente Soncini

    Aspetti, vicepresidente, non la vediamo. La sentiamo, ma non la vediamo.

     

    Vicepresidente Assessora Schlein

    Eccomi.

     

    Presidente Soncini

    Adesso sì. Prego.

     

    Vicepresidente e Assessora Schlein

    Volevo solo chiederle se per alcune risposte più specifiche possiamo dare, prima che io replichi, la parola al dottor Luigi Mazza del Servizio assistenza territoriale, che ci sta seguendo e che, peraltro, ha seguito, e lo ringrazio per questo, tutto il lavoro di costruzione di questo programma e del relativo protocollo.

     

    Presidente Soncini

    Certamente.

    Prego, dottor Mazza.

     

    Vicepresidente e Assessora Schlein

    Interviene dalla postazione del dottor Righi.

     

    Presidente Soncini

    Eccolo, lo vediamo.

     

    Vicepresidente e Assessora Schlein

    Perfetto.

     

    Presidente Soncini

    È il dottor Mazza, lo conosciamo. Prego.

     

    Dott.Mazza

    Buongiorno.

    Dico alcune cose su alcuni temi che sono stati sollevati. In particolare, anche a livello tecnico, non solo a livello politico locale, serve l’approccio, che è stato richiamato varie volte, di un percorso graduale e un’azione di accompagnamento, che a livello regionale anche noi tecnici dovremo fare nei confronti degli Uffici di piano, delle aziende e dei colleghi che si troveranno ad applicare questo piano regionale. Del resto, il piano regionale interviene in un sistema di governance, quindi articolato su più livelli, ragion per cui richiamiamo la necessità di fare una programmazione di ambito distrettuale, dopodiché ogni soggetto o ente gestore farà un proprio piano per la riapertura, con un protocollo per la sicurezza, e si rapporterà con i Comuni, le aziende USL e la committenza nell’ambito delle convenzioni e dei contratti di servizio in essere.

    Ci troviamo di fronte a una situazione molto articolata sia per differenze tra territorio e territorio sia per situazioni che variano anche molto rispetto alle tipologie di servizio, quindi parliamo dei centri socioriabilitativi diurni, che sono servizi più strutturati. Parliamo anche dei centri socio-occupazionali e dei laboratori protetti, che sono meno strutturati.

    Giustamente i consiglieri ricordavano che abbiamo enti gestori di grandi dimensioni (cooperative o altre tipologie di enti) molto strutturati dal punto di vista tecnico e organizzativo ed enti, che comunque sono un punto di forza del nostro sistema, più piccoli e meno strutturati, di carattere familiare. Quindi, ogni problema deve essere affrontato con grande spirito di collaborazione. Quindi, serve molto un atteggiamento positivo nel processo di relazione tra gli enti gestori e i committenti pubblici.

    Dal punto di vista della sostenibilità complessiva del piano noi, anche dai riscontri e dal monitoraggio che già stiamo facendo con gli Uffici di piano, non prevediamo problemi in questa fase iniziale di sostenibilità. Noi stiamo dentro la spesa storica, dentro quello che era già previsto dalla programmazione territoriale nell’ambito dell’FRNA e FNA, e sappiamo anche che molti servizi sono stati sospesi e in molti casi non sono stati fatti interventi individuali, perché le situazioni erano diverse, come anche i bisogni. Quindi, abbiamo anche dei trascinamenti e abbiamo una situazione che, in questa prima fase, ci consente di far fronte a tutti i costi che gli enti gestori andranno a sostenere.

    È ovvio che, in relazione alle risorse che saranno disponibili per la programmazione 2020, potremmo adattare progressivamente il sistema di remunerazione, che poi dovremo anche adattare per far fronte a specifici problemi.

    Altro tema importante da richiamare è quello di dotare i piani territoriali di una visione ampia, come proposto anche dal piano regionale. Noi non ci siamo occupati esclusivamente del protocollo operativo per la sicurezza dei centri diurni, ma abbiamo voluto avviare, per la rete territoriale dei servizi sociali e sociosanitari, dunque nel complesso, un percorso complessivo di riattivazione. Quindi, anche a livello territoriale è importante, con tutti i soggetti pubblici e privati, avviare questo percorso di dialogo e confronto per una riapertura graduale e condivisa. In questo senso dobbiamo ripensare a tutti gli interventi che la nostra rete può offrire, dunque anche al sostegno ai caregiver, che sicuramente già in questa fase è possibile con gli interventi a distanza, individuali, in spazi appropriati. Ad esempio, gli assegni di cura sono ancora presenti. Sicuramente, nella riprogrammazione più ampia della fase 2, anche delle risorse dell’FRNA e FNA, sarà dato ampio spazio a questo tipo di interventi. Bisogna avere a tutti i livelli una visione ampia dei problemi e delle risorse disponibili.

    Rispetto a quello che ricordava il consigliere Marchetti, rispetto all’importanza del sistema di monitoraggio, è uno strumento già consolidato tuttora attivo nel Sistema regionale. Anche in questa fase può essere utilizzata questa opportunità che esiste a livello regionale di segnalare eventuali problemi attraverso l’Ufficio di piano e noi a livello regionale facciamo poi un monitoraggio e facciamo un report che viene anche portato in Assemblea.

    Il problema di questo monitoraggio è che magari dobbiamo fare una maggiore azione di informazione anche nei confronti delle associazioni per dire che questo canale di informazione è sempre disponibile e quindi molto spesso loro stessi non lo utilizzano. È per quello che, a volte, abbiamo anche meno segnalazioni. Infine, rispetto al finanziamento facciamo riferimento alle risorse dell’FRNA e FNA, alle quote degli enti locali. Non abbiamo fatto espressamente riferimento alle quote utenti perché, in questa fase, sicuramente, pensiamo che non sarà necessario ricorrere alla compartecipazione degli utenti.

    Questa è una decisione che compete soprattutto agli enti locali nell’ambito dei regolamenti locali. Però, pensiamo solo che in una prima fase della riapertura non è previsto il pasto ed è prevista una frequenza parziale del centro, a turni. Sicuramente, nella fase iniziale non è né necessario né opportuno ricorrere alla compartecipazione. Ho finito.

    Grazie.

     

    Vicepresidente e assessora Schlein

    Grazie.

     

    Presidente Soncini

    Grazie, dott. Mazza.

    Prego, vicepresidente.

     

    Vicepresidente e Assessora Schlein

    Grazie molte, presidente.

    Come dicevo prima, ringrazio i consiglieri per l’articolato confronto. Proverò a rispondere il più possibile alle diverse sollecitazioni. Parto dalla prima, dal consigliere Amico che chiedeva lumi in riferimento a queste ulteriori risorse che sono state stanziate dal Governo.

    Faccio riferimento all’articolo 111 che abbiamo visto e che non è ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Però, dalle ultime bozze, sperando che siano confermate, naturalmente – sono state annunciate anche in conferenza stampa – risulta proprio un articolo 111 per l’assistenza ai servizi per la disponibilità. Esso dispone che lo stanziamento del Fondo per le non autosufficienze sia incrementato di ulteriori 90 milioni di euro per l’anno 2020, di cui 20 milioni destinati alla realizzazione di progetti per la vita indipendente, che sapete essere progetti particolarmente importanti. Il secondo comma prevede che il Fondo per l’assistenza alle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare sia incrementato di ulteriori 20 milioni di euro per l’anno 2020.

    Il terzo comma riguarda proprio l’oggetto del programma regionale che abbiamo oggi discusso e dice che al fine di garantire misure di sostegno alle strutture semiresidenziali comunque denominate dalle normative regionali è istituito un fondo denominato “Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali per persone con disabilità” volto a garantire il riconoscimento di un’indennità agli enti gestori delle medesime strutture nel limite di spesa di 40 milioni di euro per l’anno 2020.

    Come vedete, c’è stato un significativo aumento, che valutiamo positivamente, proprio nel contesto di quello che vi ha spiegato il dottor Mazza: per la chiusura della fase 1 non prevediamo alcun tipo di difficoltà. Naturalmente, queste risorse aiuteranno molto in questa fase 2 anche nella rimodulazione, come prevista dal programma, di questi importanti servizi.

    Avete citato un tema che mi è molto caro, cioè quello dell’articolo 48, che ha avuto una vicenda travagliata, come sapete, perché siete anche voi, consigliere e consiglieri, in contatto costante con i territori. Noi avevamo cominciato a tracciare quello che poi è confluito in gran parte anche in questo programma già a marzo; avevamo costruito ‒ vi ricorderete ‒ quel tavolo con gli enti locali, gli enti gestori, i sindacati per discutere, tavolo che poi si è allargato alle associazioni rappresentative delle persone con disabilità.

    La Regione, quindi, si è mossa subito, anzi ha spinto e ha accompagnato l’inserimento di quella norma. Naturalmente, però, quella norma non era perfetta, ha creato forti difficoltà interpretative tra enti locali ed enti gestori. Quindi, abbiamo lavorato sodo per migliorarla con il Governo, per superare queste difficoltà interpretative, e abbiamo risolto, finalmente, anche questo tema con il decreto Rilancio che cambia l’articolo 48 nella direzione che avevamo auspicato, cioè quella di una facilitazione, di una mediazione tra le difficoltà degli enti locali e quelle degli enti gestori.

    Su questo la Regione, in realtà, per parte sua non ha avuto problemi. Noi già da aprile avevamo chiesto alle AUSL di procedere subito alle coprogettazioni e ai pagamenti dell’articolo 48, però abbiamo voluto anche accompagnare tutti i territori per risolvere positivamente anche questa vicenda.

    Abbiamo fatto ‒ lo avete segnalato, e vi ringrazio ‒ un capillare lavoro di confronto, per scrivere questo programma, anche con le associazioni, che ringrazio, in particolare le Federazioni, la FISH e la FAND, rappresentative di tante realtà che lavorano sulle disabilità, ma anche ANCI, gli enti gestori e i sindacati che hanno dato un loro contributo. Abbiamo provato a raccogliere, in sintesi, in questo testo le tante sollecitazioni che ci sono arrivate. Questo lavoro di ascolto, di confronto e di sintesi richiede qualche giorno, ma assicura una risposta a misura delle persone e dei loro bisogni, che è quello che ci interessava molto, vista la delicatezza che avete ben raccontato anche voi, anche tramite le vostre esperienze personali e i contatti con le famiglie, che anche noi abbiamo avuto. Sono situazioni ‒ lo ricordava la consigliera Maletti ‒ estremamente complesse, difficili e dolorose, di cui bisogna avere grande rispetto e cercare di muoversi con tutti gli strumenti di supporto a nostra disposizione.

    L’ultima questione sull’articolo 48 la segnalava anche la consigliera Piccinini. Quello è il diverso tema dei servizi educativi e di sostegno che gestiscono direttamente i Comuni. È vero che ci sono state quelle difficoltà. Speriamo che il fatto che finalmente la norma sia migliorata sblocchi la situazione e preveda velocemente anche la riattivazione di importanti servizi che pur non rientrano direttamente nel programma regionale che stiamo discutendo, ma riguarda la riattivazione dei servizi sociosanitari nelle strutture semiresidenziali, nei centri diurni.

    Il consigliere Costa diceva che è importante basare il ruolo degli Uffici di piano come raccordo. Sono molto d’accordo con lui. Abbiamo dato questo ruolo, anche a livello distrettuale, della rimodulazione per uniformare il più possibile le risposte a livello distrettuale e, con questo programma, anche a livello regionale.

    Ringrazio il consigliere Pelloni, il quale poneva una questione sui test sierologici. I test sierologici sono utili per testare l’eventuale avvenuto contatto. Come sapete, i protocolli attuali non prevedono di per sé il test da tampone nasofaringeo a chi non abbia i sintomi, a chi non sia sintomatico. Se, invece, il test sierologico risultasse positivo, l’AUSL farebbe anche il tampone, e lo farebbe a suo carico. Diceva che è un passo avanti aver condiviso il protocollo. Da questo punto di vista, volevo rassicurare i consiglieri, scusandomi anche per lo scarso preavviso dell’invio. Avendolo prima l’avremmo condiviso anche con voi prima. Lo stavamo rifinendo per tener conto di tutte le osservazioni arrivate fino a questa notte alle 3,30. Per questo vi è arrivato soltanto questa mattina. Se ci fosse arrivato prima, ben volentieri l’avremmo condiviso con voi prima. Abbiamo raccolto tutti i contributi arrivati. È stato un lavoro molto complesso.

    Anche il consigliere Marchetti segnalava l’importanza dell’ascolto dei territori. Sono molto d’accordo. Dell’FRNA ha già parlato il dottor Mazza, quindi non ci ritorno.

    La consigliera Castaldini parlava di “coloro che si prendono cura”. Ha ragione, spesso è meglio utilizzare le parole italiane. Come sapete, siamo la prima Regione ad aver fatto una legge sulle persone che si prendono cura, cioè i caregiver. Confermiamo anche in questa fase, come ha anticipato il dottor Mazza, tutti gli strumenti di sostegno. Mi ha chiesto di fare un punto importantissimo anche sul tema della fruizione scolastica e dello sport. È vero, pian piano in questa fase 2 di ripresa stiamo mettendo insieme tutti gli importanti pezzi da questo punto di vista. Sullo sport e l’attività motoria c’è un’attenzione particolare, che noi abbiamo chiesto anche al Governo. Penso ai temi dei centri estivi. Abbiamo inserito proprio un paragrafo specifico, poi confluito anche nelle linee guida nazionali, sull’inclusione delle persone con disabilità, dei bambini e dei ragazzi, in questo caso, con disabilità, nei centri estivi. Lì si svolge attività motoria. Già qualche settimana fa ‒ era ancora, forse, marzo, l’inizio di aprile ‒ abbiamo avuto alcuni confronti con le associazioni rappresentative delle persone con disabilità e le loro famiglie, a cui abbiamo invitato anche Melissa Milani, del Comitato Paralimpico, che ci sta dando una gran mano a immaginare l’attività motoria in questa fase per le persone con disabilità.

    Nelle settimane dell’emergenza hanno [] e per questo l’abbiamo coinvolta, per diffondere meglio le informazioni anche alle persone con disabilità e alle loro famiglie con il ruolo delle associazioni, proprio perché hanno fatto delle attività anche in videoconferenza, con corsi anche molto interessanti di danza e di attività motoria rivolti proprio alle persone con disabilità. Abbiamo dovuto esercitare anche qui grande creatività e grande responsabilità.

    La consigliera Rontini e la consigliera Tarasconi sollevavano ancora il tema dei test. Gli operatori e le operatrici, essendo a tutti gli effetti operatori e operatrici sociosanitari, già fanno parte della platea sottoposta con priorità al test sierologico sistematico da parte della sanità. Su richiesta delle famiglie, abbiamo aggiunto anche la previsione dei test sierologici per gli utenti, ma su questo dobbiamo, in realtà, ancora integrare quei protocolli che si rivolgevano solo agli operatori e alle operatrici. Ci lavoriamo da subito, il documento è fresco. Abbiamo voluto inserire questa previsione perché ci era stata richiesta. Adesso i nostri servizi, i nostri tecnici lavoreranno all’integrazione dei protocolli visti.

    Ultimo punto. La Presidente Soncini mi ha detto di continuare ad avere questa attenzione. Continueremo ad avere questa attenzione. Su questo tema in particolare ho già mandato una richiesta anche alla direttrice Petropulacos per capire meglio come possa funzionare il tema dei sierologici nel contesto dei centri diurni, della riattivazione dei servizi. L’attenzione in generale la manterremo. L’abbiamo chiesto anche alle ministre. Registro con favore anche una maggiore attenzione che permea le disposizioni del decreto Rilancio nel loro complesso.

    L’ultima cosa che volevo citare ‒ l’ha detto anche la consigliera Stragliati ‒ è la questione di affiancare agli interventi nelle strutture anche agli interventi domiciliari. []

     

    Presidente Soncini

    Vicepresidente, un attimo. Non la sentiamo più. L’abbiamo persa quando ha parlato dell’affiancamento degli interventi di struttura agli interventi a domicilio. Un attimo.

    Non so se da remoto la sentono, ma noi in sala no.

    Provi. È strano, improvvisamente è mancata.

    In sala non la sentiamo. Da remoto sappiamo se la sentono? Sennò possiamo accendere il computer e sentirla da qui.

     

    Vicepresidente e Assessora Schlein

    Ve lo scrivo.

     

    Presidente Soncini

    Adesso la sentiamo. Perfetto.

     

    []

     

    Presidente Soncini

    Grazie, vicepresidente, anche per questo ringraziamento importante. Le auguriamo e auguriamo a tutti noi un buon lavoro. A presto.

    La Commissione è terminata.

     

     

    Espandi Indice