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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 03/03/2021 pomeridiano

    Resoconto n. 4

    Seduta del 3 marzo 2021

     

    Il giorno 3 marzo 2021 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. AL.2021.4942 del 25/2/2021, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente, dei Vicepresidenti e di un membro per Gruppo assembleare [Catellani (Lega), Occhi (Lega), Pelloni (Lega)], nonché degli altri partecipanti ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 3 del 27 marzo 2020.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    9

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    6

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    IOTTI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    assente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

    Sono altresì presenti la presidente dell’Assemblea legislativa Emma PETITTI, la consigliera segretario dell’Ufficio di presidenza con delega in materia di politiche europee Lia MONTALTI (PD), la consigliera Manuela RONTINI (PD) e la vicepresidente e assessora al Contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica: Patto per il clima, welfare, politiche abitative, politiche giovanili, cooperazione internazionale allo sviluppo, relazioni internazionali, rapporti con l’UE Elly SCHLEIN.

     

    Partecipano alla seduta i Parlamentari europei on. Rosanna Conte e on. Paolo Borchia.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

    sulle iniziative di competenza regionale del Programma di lavoro 2021 della Commissione europea

     

    partecipano

     

    Michela

    Zanetti

    Sindaco, Comune di Fornovo di Taro

    Pietro

    Mambriani

    Responsabile Politiche industriali ed Europa, Confindustria Emilia-Romagna

    Avv. Michela

    Guerra

    Linea Rosa Adv - Ravenna

     

    Massimiliano POMPIGNOLI, Presidente della Commissione I. Iniziamo con l’appello per questa udienza conoscitiva.

    Bargi Stefano, presente in sala.

    Sabattini Luca.

    Bessi Gianni.

     

    Consigliere Gianni BESSI. MI sente, presidente?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

     

    Cons. BESSI. Buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Bondavalli Stefania.

     

    Consigliera Stefania BONDAVALLI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Castaldini Valentina.

    Catellani Maura, presente in sala.

    Costi Palma.

    Daffadà Matteo. Eccolo, buongiorno.

    Fabbri Marco.

     

    Consigliere Marco FABBRI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Presente.

    Gibertoni Giulia.

    Iotti Massimo. Ecco, il consigliere Iotti. Buongiorno.

    Lisei Marco.

    Marchetti Daniele.

    Marchetti Francesca.

     

    Consigliera Francesca MARCHETTI. Buongiorno, presidente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Mastacchi Marco.

     

    Consigliere Marco MASTACCHI. Eccomi, presidente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Occhi Emiliano, presente in sala.

    Pelloni Simone, presente in sala.

    Piccinini Silvia.

    Pigoni Giulia.

     

    Consigliera Giulia PIGONI. Presente, presidente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Rancan Matteo.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Taruffi Igor.

    Zamboni Silvia.

    È arrivato anche il consigliere Sabattini.

    Come sempre, chi volesse dichiarare la propria presenza lo scriva in chat, anche per chi non è componente della Commissione.

    A fianco a me abbiamo anche la presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, e la vicepresidente, Elly Schlein.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Iniziamo oggi con l’udienza conoscitiva sulla Sessione europea e, quindi, sul Programma di lavoro 2021 della Commissione europea.

    Come tutti gli anni, noi affrontiamo questo argomento con il sentire da parte di tutti quelli che hanno richiesto interventi, quindi degli stakeholder, sul Programma di lavoro 2021. Abbiamo già diversi interventi che sono stati prenotati. Ci saranno anche alcuni parlamentari europei della Circoscrizione Nord-Est presenti, che daranno, anche loro, il contributo.

    Vi annuncio intanto il programma di questa giornata: partiremo con i saluti da parte della presidente dell’Assemblea e della vicepresidente, a seguire Lia Montalti, consigliera dell’Ufficio di Presidenza con delega agli affari europei, e Maurizio Molinari, che vedevo già collegato, che è responsabile dell’Ufficio a Milano del Parlamento europeo. Dopo questi saluti, inizieranno gli interventi degli stakeholder.

    Abbiamo già ricevuto, ovviamente, chi vorrà intervenire. Abbiamo Michela Zanetti, sindaco del Comune di Fornovo di Taro, Valentina Montalti, assessore all’ambiente del Comune di Cesenatico, Giorgio Sagrini, sindaco del Comune di Casola Valsenio, Pietro Mambriani, responsabile Politiche industriali ed Europa di Confindustria Emilia-Romagna, Piero Ingrosso, responsabile Relazioni esterne, comunicazione, innovazioni e progetti di Legacoop Bologna, Mario Bernardi, segretario della Commissione regionale dell’ABI, e Michela Guerra, avvocato Linea Rosa Ravenna. A seguito di questi interventi, interverranno anche i parlamentari europei, in questo ordine: Rosanna Conte, Paolo Borchia ed Elisabetta Gualmini, che ha mandato un contributo, che qui verrà letto dalla consigliera Montalti.

    Questo è il programma odierno dei lavori.

    Passerei adesso la parola, per i saluti, alla presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti. Prego, presidente.

     

    Emma PETITTI, presidente dell’Assemblea legislativa. Grazie, presidente Pompignoli. Grazie a tutti i partecipanti, a tutti gli stakeholder che hanno deciso di portare i loro contributi, le loro osservazioni.

    Questa è un’udienza conoscitiva molto importante, perché costituisce il principale momento partecipativo, quello propedeutico allo svolgimento della Sessione europea. Sappiamo che le consultazioni dei vari gruppi portatori di interessi, le associazioni di categoria, gli Enti locali e i rappresentanti della cosiddetta “società civile” sono per noi molto importanti.

    L’Assemblea legislativa, che è l’organo della rappresentanza democratica di questa Regione, come recita l’articolo 27 dello Statuto regionale, rappresenta per noi un aspetto molto rilevante, quello di dare voce, istanza alle esigenze e alle richieste del nostro territorio. Quindi, per noi questa tredicesima edizione della Sessione europea rappresenta anche un’occasione importante, in un momento, tra l’altro, storico molto difficile, e non solo per la nostra Regione, ma per il Paese e per tutto il mondo purtroppo, legato all’emergenza Covid. Questa possibilità di intrecciare quelle che sono esigenze e, quindi, istanze appartenenti a mondi diversi rappresenta l’occasione anche per rivedere quello che è il nostro ruolo all’interno della dimensione europea. Poi meglio di me dirà la vicepresidente Schlein anche per il suo portato legato alla dimensione europea. Sappiamo perfettamente che il ruolo dell’Assemblea, in questi anni, è stato un ruolo sempre estremamente propositivo e costruttivo, in cui anche aver costruito relazioni e aver voluto darsi e darci obiettivi strategici ben precisi ha aiutato a costruire questo percorso e questo stesso momento.

    La relazione sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale, che è stata predisposta dalla Giunta, e su ciò che la Regione intende fare in merito a quelle che sono le iniziative preannunciate dalla Commissione europea credo che sia uno degli aspetti fondamentali, su cui noi dobbiamo, anche come Consiglio regionale, porre la nostra attenzione.

    Sappiamo benissimo che c’è una novità importante: per la prima volta, la Sessione europea vedrà il coinvolgimento della Rete europea regionale, uno strumento con cui portiamo a compimento tutta la progettualità della nostra legge di procedura e di partecipazione al processo decisionale europeo. Qui credo che ci sia stato proprio il ruolo fondamentale dell’Assemblea legislativa in questi anni. La rete, infatti, di cui fanno parte i firmatari del Patto per il lavoro e per il clima e tutte le Unioni dei Comuni dell’Emilia-Romagna nasce proprio con questo obiettivo, cioè quello di rafforzare gli strumenti partecipativi al processo decisionale europeo attraverso la valorizzazione delle relazioni con tutti gli stakeholder del nostro territorio. Crediamo che questo strumento, che è uno strumento di autentica, vera partecipazione democratica, ci possa permettere di entrare in quelli che sono gli aspetti che riguardano anche la formazione del diritto e delle politiche dell’Unione europea, cioè avere questo ruolo assolutamente di merito, assolutamente sulle questioni che interessano anche la nostra regione.

    Voglio ricordare che il mese di maggio, oltre ad ospitare la presentazione in Aula della risoluzione di indirizzo, sarà anche un mese dedicato all’Europa. Infatti, noi sappiamo che, oltre a celebrare quella che sarà la festa dell’Europa, ci sarà l’avvio della Conferenza sul futuro dell’Europa, Conferenza annunciata per il 9 maggio 2020 dalla presidente Von der Leyen e poi rimandata, come sappiamo, di un anno a causa del Covid, che ci consentirà di esprimerci, ma anche di ascoltare la voce dei cittadini europei, la loro idea su quello che ritengono più importante in questa fase storica per l’Unione europea.

    Come Assemblea legislativa avremo un ruolo importante, perché il nostro Centro che si occupa di politiche europee nel radicamento territoriale, cioè il Centro Europe Direct della Regione Emilia-Romagna, che ha sede presso l’Assemblea, è stato nominato come hub della Conferenza, insieme ad altri centri europei. Crediamo che questo sia un riconoscimento per il lavoro del nostro Centro Europe Direct, ringraziando chi lo guida e chi segue tutte le attività che vengono svolte, che sarà chiamato anche dalla Direzione generale comunicazione della Commissione europea a coordinare in Emilia-Romagna le attività relative. Quindi, ancora una volta l’Emilia-Romagna diventa un centro focale in questo stesso lavoro.

    Credo che tutto questo vada riconosciuto come un lavoro che ha trovato forza in una serie di attori, intrecciando quelle che sono vocazioni, quelle che sono formazioni, quelli che sono contributi che ci sono arrivati dai territori, ma anche da tutta la rete formativa del nostro territorio, e crediamo che il legame tra l’Italia e l’Europa, in questa fase storica, sia da rilanciare in maniera molto forte e importante. Ecco perché momenti come questi, momenti come quelli che avremo a maggio rappresentano per noi un’opportunità. Nella negatività di questa fase, nella negatività dell’evento della pandemia, noi sappiamo che possiamo anche cogliere delle opportunità, possiamo vincere delle sfide, che non sono solo sanitarie, sono sociali ed economiche, sono anche legate alle relazioni personali e umane, quindi noi vogliamo far sì che questa occasione, come anche quella di oggi, dove ascoltare gli stakeholder, ci può aiutare anche a fare meglio come Istituzioni, venga vissuta in questo modo.

    Ringrazio per l’attenzione e, ovviamente, rinnovo il mio ringraziamento soprattutto per la partecipazione a questa giornata.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, presidente Petitti.

    Prima di passare la parola alla vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein, vi dico anche qual è il programma che ci porterà alla conclusione di questi lavori esattamente il 5 maggio 2021. Il 22 marzo, di fatto, verrà avviata la Sessione europea con la programmazione, di qui andrà in tutte le Commissioni assembleari della Regione, per i pezzi ovviamente di propria competenza, e arriveremo, appunto, il 5 maggio a votare la bozza di risoluzione, che poi verrà presentata in Aula l’11 maggio 2021.

    Ricordo anche che sono pervenuti a questa Commissione contributi scritti, che poi saranno messi a disposizione di tutti i commissari, in particolar modo quello del Comune di Galliera e dell’Unione della Romagna Faentina. Chiedo, soprattutto a chi oggi non ha chiesto di intervenire, ma che vorrà partecipare e dare un suo contributo, di inviare queste eventuali osservazioni.

    Passo adesso la parola alla vicepresidente Elly Schlein.

     

    Elly SCHLEIN, vicepresidente della Giunta. Grazie mille, presidente Pompignoli.

    Ringrazio la presidente dell’Assemblea Emma Petitti, che ha già perfettamente raccontato con quale spirito l’Assemblea legislativa, anche quest’anno, ma l’intera Regione Emilia-Romagna, vuole affrontare, con grande serietà, questa nuova Sessione europea per il 2021.

    Ci eravamo visti e confrontati nel corso della Sessione europea del 2020 potendo già commentare alcuni elementi di svolta significativa nelle politiche europee di reazione alla pandemia che così violentemente ha colpito in modo simmetrico tutti i Paesi europei, simmetrico solo perché li ha colpiti tutti, anche se li ha colpiti – non dimentichiamolo – in maniera e in modi anche diversi. Eppure, ha costretto tutti i Paesi europei e le Istituzioni dell’Unione a mettere in campo delle risposte senza precedenti. Ne ricordo solo alcune brevemente: la general escape clause, che ha quasi subito sospeso il Patto di stabilità e crescita per mettere in condizioni i Paesi di affrontare l’emergenza e le spese che questa ha comportato; il programma SURE, il primo vero programma sugli ammortizzatori sociali e di sostegno al lavoro e all’occupazione, con una dotazione di 100 miliardi, di cui l’Italia è una tra i massimi beneficiari; il programma che è arrivato a seguito con il rafforzamento – finalmente, fatemi dire – del nuovo quadro finanziario pluriennale, accanto al Next Generation EU, questo piano straordinario di investimenti, che non cadranno a pioggia, ma orientati ad alcune priorità cruciali per il futuro, la transizione ecologica, tramite cui produrre anche opportunità di lavoro e di impresa nuova e di qualità, la trasformazione digitale, di cui c’è molto bisogno, anche perché renda più semplice e agevole i rapporti tra le pubbliche amministrazioni a tutti i livelli e la cittadinanza e le imprese, specialmente quelle piccole e medie, ma anche le micro. Ma questo settore dell’economia, tramite la digitalizzazione, può ambire anche a nuove sfide, ad aprirsi naturalmente anche a maggiori opportunità e a mercati più ampi in tutto il mercato unico europeo. Poi, la coesione sociale, priorità altrettanto qualificante del programma Next Generation EU, anche se forse è meno citata nel dibattito politico e mediatico, ma la voglio ricordare perché è essenziale. Il Next Generation EU mira anche a contrastare i divari che si sono acuiti a causa di questa pandemia, a partire da quelli sociali ed economici, per continuare con quelli di genere e generazionali, a cui prestare particolare attenzione nello sviluppo del piano e della sua declinazione nazionale, il famoso Piano nazionale di ripresa e resilienza, per continuare anche con i divari territoriali. Ne abbiamo diversi di fronti su cui impegnarci.

    La cosa molto significativa è che, rispetto a quando ci siamo visti l’ultima volta per la Sessione europea, anche in Regione Emilia-Romagna abbiamo alcune novità di estremo rilievo. La più rilevante ai sensi di questa discussione è proprio che, nel frattempo, a metà dicembre, abbiamo firmato, con tutto il sistema territoriale della Regione, dai Comuni alle Province, alle università, alle organizzazioni datoriali e professionali, alle organizzazioni di impresa, ai sindacati maggiormente rappresentativi, ma anche al terzo settore, per la prima volta alcune associazioni che si occupano di crisi climatica e di come affrontarla, abbiamo condiviso una cornice di obiettivi strategici che ben si intersecano con quelli delineati dalla Commissione europea sia nel Programma di lavoro 2021, sia naturalmente nei nuovi strumenti della programmazione 2021-2027, sia in quelli del Next Generation EU. Li voglio ricordare brevemente.

    Nel Patto per il lavoro e per il clima abbiamo messo al centro un grande investimento sulla conoscenza, sui saperi, sulla competenza, anche come strumento di emancipazione, ma anche di una modalità in cui stare in Europa e nel mondo a testa alta, anche a fronte dei competitor che abbiamo intorno a noi, delle grandi potenze che intorno a noi si muovono. Il tema della transizione ecologica, che ricordavo prima, è un altro degli assi di obiettivo strategico su cui tanto possiamo fare in termini di efficientamento energetico e di investimento sulle rinnovabili, sull’economia circolare, che produce risparmio tanto per le imprese quanto per le famiglie, e al contempo anche in nuovi settori di investimento strategici, penso a quelli che riguardano la mobilità sostenibile. Saluto con favore che sia stato rinominato recentemente il nuovo Ministero guidato da Giovannini, Infrastrutture e Mobilità sostenibili. Chiaramente alla denominazione, che dà il chiaro conto di una volontà politica che bene si allinea anche a quella manifestata dal livello europeo con il Green Deal e a quanto anche in Regione Emilia-Romagna stiamo facendo, dovranno seguire naturalmente anche le scelte e le politiche che coerentemente servano questi importanti e ambiziosi obiettivi.

    Brevemente volevo ripassare alcuni dei punti qualificanti di questo programma di lavoro che, come ben ricordava la presidente Petitti, ci hanno illustrato e ci ha illustrato anche chi rappresenta la Commissione europea in Italia. Antonio Parenti è venuto al primo incontro della Rete europea, che abbiamo radunato e incontrato per la prima volta qualche settimana fa insieme proprio con la presidente Petitti, ed è un altro momento di confronto costante con i nostri stakeholder. Devo dire, presidente Pompignoli, che sono molto felice che ci siano alcuni interventi preziosi già questo pomeriggio, quindi io proverò ad andare molto brevemente per lasciare soprattutto lo spazio a loro.

    Volevo però segnalare come il Green Deal europeo si sia arricchito, rispetto all’anno scorso, di altri obiettivi molto interessanti e importanti. Penso a quello della riduzione delle emissioni, rispetto ai livelli del ’90, di almeno il 55 per cento entro il 2030. Questo richiederà a tutti noi, ma anche al Paese, all’Italia, di rendere coerenti le nuove strategie a questo nuovo obiettivo. Inoltre, un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera, altro passo essenziale, e un piano d’azione europeo per l’economia circolare. È stato già presentato nel corso del 2020 e la Commissione intende procedere con misure attuative tanto su questo quanto sulle strategie sulla biodiversità e anche sulla cosiddetta “farm to fork”, dal produttore al consumatore, che sono molto rilevanti anche per un settore per noi strategico in regione, che è quello dell’agricoltura e dell’agroalimentare.

    Ancora, un’Europa pronta per l’era digitale, quindi vuol dire anche investire a livello europeo sull’intelligenza artificiale, sulla protezione dei dati, su un sistema europeo di identificazione elettronica e anche sull’aggiornamento di una strategia industriale per l’Europa. Ma, per non lasciare indietro nessuno, c’è una rinnovata attenzione, che credo estremamente rilevante, sui diritti di lavoratrici e lavoratori delle piattaforme digitali e della Gig economy. Non è accettabile che l’innovazione tecnologica, che produce un valore aggiunto così importante nelle nostre vite e nei processi produttivi, vada a polarizzare ulteriormente ricchezze, saperi e poteri, producendo anche antiche forme di sfruttamento e di lavoro sottopagato e non tutelato che non possiamo accettare. Quindi, molto bene che anche a livello europeo ci si stia ponendo questo grande tema.

    Sull’economia al servizio delle persone, ci si parla finalmente di una nuova garanzia europea per l’infanzia. Non dimentichiamo che infanzia, minori e adolescenza sono tra i più colpiti – lo vediamo, ahimè, amaramente proprio in questi giorni anche nel nostro territorio – dalle conseguenze della pandemia da Covid-19, quindi sicuramente anche quegli strumenti vanno rafforzati nell’ottica di attuare pienamente il pilastro europeo dei diritti sociali.

    Bene anche alcune iniziative che si sono prese sul tema del ruolo dell’Unione europea in ambito sanitario. Ricordo che questo è un tema su cui l’Unione storicamente non aveva mai avuto un tale proattivismo. Naturalmente bisognerà rafforzare e implementare… Non scordiamoci che abbiamo un tema dirimente per uscire dalla pandemia che è quello dei vaccini, su cui bisogna davvero dare una spinta in più. L’abbiamo visto anche nei dati di questi giorni: laddove si sono già fatti, e fatti in abbondanza, crollano i numeri dei contagi e questo è per noi estremamente rilevante in questa fase.

    Promozione dello stile di vita. Chiaramente abbiamo anche delle novità europee sul tema della sicurezza, sul tema dell’Agenzia biomedica di ricerca e sviluppo avanzati. Mi si consenta solo un commento: si sta lavorando su questo nuovo Patto sulle migrazioni e, non posso nascondere il fatto che mi sembra, dal punto di vista italiano, un passo indietro rispetto all’ambiziosa proposta che il Parlamento europeo aveva già in passato approvato per assicurare una equa condivisione delle responsabilità sull’accoglienza tra tutti i Paesi europei. Mi auguro che ci sia occasione, in questi anni, nel lavoro delle istituzioni europee, anche di ascoltare la voce dei territori e delle Regioni su questo Patto, perché possa migliorare la proposta iniziale.

    Ecco, questi sono i temi secondo me cruciali. Naturalmente non dimentichiamo che ci sarà un appuntamento di straordinaria rilevanza a livello europeo, che è la Conferenza sul futuro dell’Unione. La Regione Emilia-Romagna ha tutti gli strumenti, l’attenzione e la vocazione che guarda da sempre all’Unione europea. Non solo noi come Regione, non solo noi come Assemblea legislativa e Giunta regionale, ma anche il nostro sistema territoriale, che l’ha sempre dimostrato. Se andiamo a vedere l’utilizzo dei fondi europei, non solo abbiamo i dati che già conoscete sulla capacità nostra di impegno e di spesa, ma non dimentichiamo che siamo in grado di attrarre, tramite il nostro sistema di enti e di imprese sul territorio, una larga parte di investimenti tramite i fondi diretti, quelli che non passano attraverso i POR e la programmazione regionale, ma direttamente vi accedono le strutture e gli enti di ricerca. Per esempio, su Horizon abbiamo dei dati davvero rilevanti.

    Ecco, questi sono i temi su cui dovremmo andare a lavorare insieme. Questo sarà anche un anno in cui riprendere e proporre anche una nuova iniziativa di legge europea, perché su alcuni temi bisogna che naturalmente ci aggiorniamo ed adeguiamo anche ai profondi mutamenti in atto. Io mi rimetto a voi, faccio i migliori auguri a tutta l’Assemblea e anche naturalmente alle varie Commissioni per affrontare quello che sarà questa nuova sessione. Come Giunta, naturalmente, aspettiamo con grande attesa l’esito, che arriverà, come diceva il presidente Pompignoli, attorno al 5 di maggio, anche della vostra discussione e del vostro confronto.

    Vi ringrazio dell’ascolto e auguro a tutti e a tutti voi buon lavoro.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, vicepresidente.

    Passiamo la parola ora alla consigliera Montalti, consigliera dell’Ufficio di Presidenza con delega agli affari europei.

     

    Consigliera Lia MONTALTI. Grazie, presidente.

    Intervenire dopo l’intervento della vicepresidente, che è stato così completo ed esaustivo, non è semplice. Quindi, non voglio sovrappormi a tematiche che sono già emerse, ma voglio soprattutto dare testimonianza del lavoro che come Assemblea legislativa stiamo portando avanti con l’obiettivo di migliorare sempre di più il rapporto tra l’Emilia-Romagna e le Istituzioni europee, ma soprattutto il coinvolgimento degli stakeholder emiliano-romagnoli, dei territori e degli enti locali in quelle che sono le politiche europee.

    E perché lo facciamo? Lo facciamo non per un esercizio di virtù; lo facciamo perché siamo convinti – e lo sperimentiamo giorno dopo giorno, in maniera molto concreta, nel lavoro che portiamo avanti in Assemblea legislativa e come Regione – che sia necessario portare forte la voce dell’Emilia-Romagna all’interno delle Istituzioni europee, contribuire a quella che è la formazione delle politiche e vigilare affinché le nuove politiche e le nuove strategie europee siano un’opportunità per i territori emiliano-romagnoli e non vadano invece a rappresentare degli aspetti di criticità. Questo può essere fatto solo attraverso un lavoro costante di analisi, di confronto, di dialogo, e può essere fatto solo continuando quel percorso che abbiamo già da anni avviato, ma che va sempre di più rinforzato, di dialogo con gli stakeholder e con i territori emiliano-romagnoli, che devono essere assolutamente coinvolti sia nella fase di formazione delle politiche sia nella fase di sviluppo.

    Per essere più concreti, noi abbiamo davanti un percorso, un periodo che assolutamente è complesso, perché la pandemia ci sta mettendo a dura prova, perché sappiamo che nei prossimi mesi avremo anche tante problematiche da affrontare, e le stiamo già affrontando, sul fronte sociale ed economico. Però sappiamo anche che c’è un quadro di strumenti europei, anche nuovi; il cosiddetto Recovery Plan è quello di cui si parla di più, ma in realtà la vicepresidente ha dato l’idea di quanti siano gli strumenti che sono stati messi in campo e che si attiveranno nei prossimi mesi per sostenere la ripresa, e quante sono le politiche fondamentali anche per la ripresa del nostro territorio. Penso, per esempio, a tutta la dimensione della transizione digitale o al Green Deal visto come nuova opportunità di crescita e sviluppo, per esempio per i settori economici emiliano-romagnoli, per le nostre imprese. Allora, noi dentro quelle politiche, dentro quelle grandi strategie europee ci vogliamo stare, ma ci vogliamo stare non solo come Istituzione, ci vogliamo stare come comunità emiliano-romagnola, che lavora insieme, che si confronta, che costruisce una progettualità e che costruisce appunto dei percorsi congiunti.

    In tutto questo, noi ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi anche il percorso importante della nuova programmazione dei fondi europei gestiti direttamente dalla nostra Regione. Quindi, questo lavoro di dialogo, confronto costante che deve essere portato avanti con i territori e che ha anche degli strumenti di programmazione e degli strumenti strategici importanti, prima di tutto il Patto per il lavoro e per il clima, noi lo vogliamo portare dentro la Sessione europea. Per farlo c’è una novità, che è iniziata proprio poche settimane fa, ed è la Rete europea. Ce l’eravamo immaginata nella scorsa legislatura; io ho avuto la possibilità di fare da relatrice alla riforma dei rapporti tra l’Emilia-Romagna e l’Unione europea, e proprio all’interno di quella riforma era nata l’idea di una Rete europea che mettesse virtualmente attorno al tavolo tutti i soggetti che a livello emiliano-romagnolo possono contribuire allo sviluppo delle politiche, allo sviluppo delle nostre strategie in campo europeo.

    Questo è un metodo che dobbiamo e possiamo portare avanti proprio per diventare sempre più incisivi rispetto a Bruxelles, ma soprattutto per portarci a casa sempre più opportunità, perché sappiamo che il periodo che dobbiamo affrontare è un periodo complesso, ma sappiamo anche che la comunità emiliano-romagnola è una comunità forte, piena di risorse, quindi facendo un lavoro comune possiamo davvero garantirci l’opportunità di una ripresa insieme. Una ripresa che abbia questo sguardo, che per noi è importantissimo, alla coesione sociale, all’equilibrio sociale e anche a uno sviluppo e a una svolta verde che deve essere sempre più centrale rispetto a quelle che sono le scelte delle nostre Istituzioni. Quindi, oggi parte un percorso importante.

    Ringrazio il presidente Pompignoli che è sempre disponibile e che permette, anche in maniera agevole, di poter svolgere i lavori della Sessione europea. Speriamo davvero di poter migliorare sempre di più e di fare la differenza rispetto a quelle che sono strategie che noi vogliamo portare sempre più vicino ai territori.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Montalti.

    Io passerei la parola a Maurizio Molinari, come ultimo saluto, per poi iniziare gli interventi degli stakeholder. Non so se è collegato… È collegato.

     

    Maurizio MOLINARI, responsabile dell'Ufficio a Milano del Parlamento europeo. Buonasera a tutti.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buonasera, prego.

     

    MOLINARI. Grazie mille. È un piacere e un onore essere di nuovo con voi. È sempre veramente molto bello, è un po’ come tornare a casa. Come dico sempre, io ho studiato all’Università di Bologna, sede di Forlì, quindi è virtualmente un ritorno a casa. Purtroppo, da quando sono responsabile dell’ufficio di Milano del Parlamento europeo, questo ritorno a casa l’ho potuto fare sempre e solo virtualmente, per i motivi che sappiamo tutti, la pandemia insomma. Non ho mai potuto intervenire di persona alle sessioni dell’Assemblea legislativa, però è veramente un onore.

    Ringrazio intanto la presidente Petitti, il presidente Pompignoli, la consigliera Montalti, la vicepresidente nonché ex eurodeputata Elly Schlein. È sempre un piacere parlare dopo di lei, però, come giustamente diceva la consigliera Montalti, lei dice tutto e quindi dopo a noi non resta che fare dei brevi saluti. Ringrazio gli stakeholder che interverranno dopo di me e gli eurodeputati presenti, anche quelli che hanno mandato un contributo e che non possono essere presenti.

    Ripeto, dopo il discorso della vicepresidente Schlein c’è poco da aggiungere. Io vorrei fare solo qualche flash.

    Next Generation EU è un’opportunità incredibile, un’iniziativa da parte dell’Unione europea senza precedenti, sia per la portata che per le modalità. Io penso che se prima della pandemia ci avessero detto che l’Unione europea fosse stata in grado di approvare uno schema come il Next Generation EU avremmo tacciato chi lo avesse detto di fantapolitica. È una sfida senza precedenti, anche, a cui sono sicuro che la Regione Emilia-Romagna saprà rispondere benissimo, visto che siete fra le Regioni italiane più virtuose nell’utilizzo dei fondi europei, per quanto riguarda sia i fondi diretti che indiretti. Quindi, sono molto fiducioso che la Regione Emilia-Romagna farà tesoro di questo nuovo schema e di questi finanziamenti e di questi fondi che arriveranno.

    Stessa cosa posso dire sulla digitalizzazione, sul digitale e sulla svolta verde, quindi sul Green Deal. L’Emilia-Romagna è sempre stata all’avanguardia in questi settori e sono assolutamente convinto che lo resterà e che saprà sfruttare al massimo, sempre nell’ambito della prossima programmazione finanziaria, sempre nell’ambito del Next Generation EU, le opportunità che le verranno presentate. Ma non solo, saprà fungere da traino, saprà fungere da esempio virtuoso, saprà implementare progetti pilota. In questo senso il confronto con gli stakeholder e con gli eurodeputati mi sembra particolarmente interessante oggi.

    Un altro tema che pongo è quello dell’intelligenza artificiale. Se devo fare una previsione, penso che il 2021 – di intelligenza artificiale se ne parla da tanto tempo – possa veramente essere l’anno in cui l’intelligenza artificiale comincerà veramente a espletare tutto il suo potenziale. Anche su questo io penso che, come ricordava la vicepresidente Elly Schlein, col Patto clima lavoro e con tutte le altre iniziative che la Regione metterà in atto, con l’eccellenza dell’Università di Bologna e delle altre Università, sono sicuro che anche su questo vedremo nel 2021 degli sviluppi importantissimi.

    Ho lasciato le ultime due cose che volevo dire alla fine, non perché siano meno importanti, anzi forse sono le più importanti.

    I vaccini. Abbiamo visto in questi giorni molte polemiche sui piani vaccinali che vanno a rilento, sugli errori che avrebbe commesso la Commissione europea e su cosa si poteva fare diversamente. Io chiedo semplicemente di prendere tutto in prospettiva, nel senso che sono fiducioso che la campagna vaccinale accelererà. Credo che, se errori sono stati fatti, bisogna però valutare quando questi errori sono stati fatti come ci si è mossi, quindi come si è mossa la Commissione a marzo, aprile, maggio, giugno dell’anno scorso, non con le conoscenze che abbiamo ora. Continuo a credere che l’approccio europeo sui vaccini sia l’approccio giusto, ripeto senza assolutamente voler negare i problemi che ci sono stati, rallentamenti eccetera eccetera. Invito veramente a cercare di avere sempre un approccio più costruttivo che criticamente distruttivo, sperando che veramente le cose migliorino da adesso e nei prossimi mesi, perché qui si tratta di salvare vite. È una cosa importantissima questa campagna vaccinale e dobbiamo tutti sperare e tifare perché abbia un grande successo.

    Infine, la Conferenza sul futuro dell’Europa, cui hanno accennato tutti quelli che mi hanno preceduto. Ecco, qui abbiamo un ruolo tutti, avete un ruolo voi in Regione, stakeholder, tutti abbiamo un ruolo perché questa Conferenza sia un successo e non un fallimento. Questa Conferenza partirà con un momento di ascolto. Abbiamo visto come l’Unione europea ha potuto prendersi de facto tante competenze che pensavamo non potesse prendersi. In realtà se l’è prese un po’ de facto. Bene, male, tutto discutibile, però se l’è prese. Nessuno pensava a un piano vaccinale o a un’Unione europea che entrasse così nell’ambito sanitario. Si pensava solo a un coordinamento a livello sanitario, e invece… Nessuno pensava a un’Unione europea che potesse fare emissione di debito e invece è stato fatto. Quindi, la Conferenza sul futuro dell’Europa, indipendentemente dal fatto se poi prevederà e arriverà a una revisione dell’assetto istituzionale dell’Unione europea, è un momento fondamentale per le realtà come le Regioni, come la vostra Regione, l’Emilia-Romagna, per le associazioni, per le organizzazioni, per gli stakeholder per far sentire la propria voce e per fare in modo che questa Conferenza porti veramente dei frutti.

    Meno facciamo sentire le voci del territorio, le voci delle Regioni, meno questa Conferenza avrà senso. Io vi ringrazio tantissimo e lascio la parola agli stakeholder e agli eurodeputati.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie al responsabile dell’Ufficio del Parlamento europeo a Milano, Maurizio Molinari.

    Iniziamo con gli stakeholder. Passerei la parola a Michela Zanetti, sindaco del Comune di Fornovo di Taro. A seguire, Valentina Montalti.

    Vediamo se è collegata.

     

    Michela ZANETTI, sindaco del Comune di Fornovo di Taro. Buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. La sentiamo debolmente e non la vediamo.

     

    ZANETTI, sindaco del Comune di Fornovo di Taro. Mi vedete e mi sentite meglio?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Può alzare un po’ il volume?

     

    ZANETTI, sindaco del Comune di Fornovo di Taro. Posso provare.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Così va bene. Prego, sindaco.

     

    ZANETTI, sindaco del Comune di Fornovo di Taro. Ringrazio tutti. Ringrazio dell’opportunità. Questo invito mi ha molto interessato. Ho ascoltato con interesse gli interventi che si sono susseguiti in precedenza.

    Porto, con questo mio brevissimo intervento, l’interesse per tutto quello che riguarda la progettualità riguardante il Green New Deal. Ho una prospettiva relativa a un contesto montano in cui si combatte tra il cambiamento, l’esigenza di cambiamento rispetto non solo alla pandemia, ma anche allo stare dietro ai tempi. Abbiamo bisogno di connessione, abbiamo bisogno di trovare nuovi tipi di occupazione, abbiamo bisogno di sfruttare, ma soprattutto di avere degli strumenti pervasivi anche per territori decentrati per riuscire a cogliere tutte le opportunità di queste progettualità europee.

    Si sente nei territori la presenza di quella che è stata la progettazione europea e anche il lavoro della Regione molto preciso e puntuale sull’erogazione di fondi, sull’attivazione di linee progettuali riguardanti uno sguardo e una angolazione proprio relativa all’Europa. Da una parte c’è la necessità di essere dentro al sistema, quindi penso che il mio spunto sia soprattutto questo: i piccoli Comuni hanno le loro forme di organizzazione che funzionano e di questo sono grata a tutta una serie di persone che si impegnano attivamente in questo. Dall’altra parte c’è sempre un po’ la paura e il rischio di marginalità. Vogliamo stare dentro a questo sistema e soprattutto alla fase della proposta.

    Per quel che mi riguarda, oltre ai temi relativi alla transizione verde e alla transizione digitale, abbiamo bisogno di connessione, di banda larga, di essere connessi per stare dentro alle sfide di questo periodo e allo stesso tempo vediamo e sentiamo la necessità di individuare nuove forme anche relative al mondo del digitale e alla digitalizzazione. La pandemia ci ha dato un bello scrollone. Abbiamo visto le nostre potenzialità, siamo stati in piedi anche per quanto riguarda questo tema, quello del digitale, dell’essere connessi, della delocalizzazione del lavoro. Si lavorava da casa e si continua a lavorare da casa.

    Allo stesso tempo, però, abbiamo visto i limiti di quella che può essere l’infrastruttura e anche la competenza da costruire. Dall’altra parte sento il bisogno di esprimere in modo molto chiaro l’importanza di continuare a lavorare su obiettivi europei di democrazia, che devono trovare in questa nuova progettazione europea, nelle nuove azioni che ho letto e approfondito e ringrazio di aver messo a disposizione, un materiale ricchissimo che avrebbe bisogno forse di giorni di approfondimento per chi magari è nuovo come me alla progettazione e agli iter europei, però penso che i cittadini debbano pensare e approcciarsi alla visione europea con un rinnovato entusiasmo. Le progettualità di cui si sta parlando vengono percepite in modo positivo. Molto, secondo me, c’è ancora da fare per quanto riguarda proprio una visione unitaria e di scambio di Europa aperta, piena di opportunità.

    Il job shadowing abbiamo capito che è un obiettivo molto alto ancora per molti dei nostri territori, sia per gli enti pubblici, anzi soprattutto per gli enti pubblici, per la scuola, mentre l’apertura della nostra economia al mondo dell’Europa è decisamente maggiore, è molto più avanti, si scambia di più.

    Queste erano brevemente, parlando a braccio e per punti, le cose, che forse saranno anche un po’ ridondanti o poco chiare, che volevo dirvi, che volevo rappresentarvi. Vi ringrazio e vi auguro naturalmente buon lavoro.

    Grazie dell’opportunità.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, sindaco, del prezioso contributo.

    Passerei la parola a Valentina Montalti, assessore all’ambiente e ai progetti europei del Comune di Cesenatico. Vediamo se è collegata. A seguire, Giorgio Sagrini, sindaco del Comune di Casola Valsenio.

    Proviamo a passare la parola a Giorgio Sagrini, sindaco del Comune di Casola Valsenio, poiché non vedo collegata l’assessora del Comune di Cesenatico.

    Scaliamo e andiamo su Pietro Mambriani.

     

    Pietro MAMBRIANI, Confindustria Emilia-Romagna. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo. Prego.

     

    MAMBRIANI. Innanzitutto, volevo ringraziare la presidente Petitti, la vicepresidente Schlein, il presidente Pompignoli e i consiglieri collegati, nonché anche i parlamentari europei. Volevo fare alcune considerazioni prima sul programma di lavoro della Commissione e poi sulla programmazione dei fondi europei.

    Sono state citate prima dalla vicepresidente alcune delle iniziative che nel corso del 2021 la Commissione europea porterà avanti e che noi come Confindustria seguiremo nel dettaglio, soprattutto con il lavoro della nostra delegazione a Bruxelles, che appunto lavora molto bene anche con i parlamentari europei della nostra delegazione italiana.

    Si sono citate le iniziative per mettere in atto il Green Deal, la transizione ecologica, l’economia circolare, la revisione della strategia industriale europea.

    Ci fa molto piacere anche vedere, nella parte cosiddetta “REFIT”, la semplificazione degli aiuti di Stato, che, soprattutto per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione, sono molto spesso anche un vincolo per le imprese nello sviluppo delle risorse che dall’Europa arrivano sul territorio. Questo per quanto riguarda il programma di lavoro.

    Per quanto riguarda la Programmazione europea 2021-2027, sono state citate prima, ovviamente, tutte le risorse straordinarie che la Commissione ha messo in campo in questo periodo. In particolar modo per quanto riguarda i fondi strutturali, la Regione nelle prossime settimane, nei prossimi mesi lavorerà sugli strumenti per mettere in atto e per “utilizzare”, spendere questi fondi. Da una parte, il Documento strategico regionale e, dall’altra, i Piani operativi su FESR e FSE.

    Dal punto di vista del merito, come Confindustria, essendo noi firmatari del Patto per il lavoro, condividiamo, ovviamente, i princìpi generali di partenza della programmazione. Sarà importante, adesso, secondo noi, interloquire nel dettaglio rispetto alle azioni di investimento che i programmi operativi sceglieranno per l’utilizzo di questi fondi.

    Alcune considerazioni di carattere metodologico. La prima riguarda la semplificazione. Dal nostro punto di vista, sarebbe importante concentrarsi sulla semplificazione dei bandi, per quanto riguarda le regole di utilizzo dei bandi, perché negli ultimi tempi abbiamo riscontrato alcuni passaggi eccessivamente complessi sui vincoli della spesa, sulle procedure a sportello e altri elementi.

    In più, ci sentiamo di dare un piccolo suggerimento. A valle della programmazione dei due Piani operativi, potrebbe essere utile fare un programma annuale, un piano annuale che definisca risorse, strumenti di finanziamento e un calendario delle attività. In questo modo si avrebbe una visione annuale di quello che la Regione, attraverso i Piani operativi, andrà a presentare. Quindi, il primo punto riguarda la semplificazione.

    Il secondo punto attiene all’allocazione delle risorse. Noi abbiamo fatto una piccola ricerca rispetto alla programmazione 2014-2020, nello specifico sull’Asse 1 della ricerca e dell’innovazione del POR-FESR, e abbiamo notato come quasi l’80 per cento delle risorse sia stato rivolto ad attori pubblici del sistema regionale, che ovviamente sono una parte molto preziosa dell’ecosistema. Alla luce di questa considerazione, auspichiamo che nella programmazione prossima ci sia un bilanciamento rispetto all’allocazione delle risorse e che, quindi, vengano valorizzati i progetti delle imprese, progetti di ricerca industriale, che a nostro avviso sono molto importanti per la creazione di partnership pubblico-private, stimolano nuovi investimenti, forme di collaborazione, quindi, in definitiva, competitività del sistema.

    L’ultimo punto metodologico che volevo sottolineare riguarda la Rete Alta Tecnologia, che rappresenta il contesto entro il quale una parte della programmazione, nello specifico quella che riguarda il FESR, andrà a svilupparsi. Anche in questo ambito ci sentiamo di sottolineare l’esigenza, l’importanza di evitare ulteriori allargamenti e frammentazioni della rete, per evitare uno spezzettamento ulteriore, che andrebbe a complicare e a formare ulteriori livelli nel processo di utilizzo delle risorse.

    Questi sono tre appunti, tre suggerimenti metodologici sulla programmazione. Come dicevo all’inizio, la parte di merito è una parte che condividiamo, a partire dal Patto per il lavoro. Si parlava di competenza, di transizione digitale, di transizione verde. Secondo noi, come diceva la consigliera Montalti, che ringrazio, attraverso il coinvolgimento di tutti gli stakeholder, pubblici e privati, ora dobbiamo lavorare insieme per definire le azioni specifiche di investimento, che partono da questi punti in comune.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Ringrazio per l’intervento Pietro Mambriani, Responsabile politiche industriali ed Europa di Confindustria Emilia-Romagna.

    Vi ricordo che ogni intervento, ogni contributo è utile al fine di redigere la risoluzione che andremo a votare in Commissione. Quindi, più contributi arrivano più materiale abbiamo per costruire insieme una risoluzione che possa tener conto di tutte le istanze e le richieste.

    Passo la parola a Michela Guerra, per poi iniziare con gli interventi dei parlamentari europei.

    Michela Guerra, vediamo se è collegata. Eccola. Buongiorno.

     

    Michela GUERRA, associazione Linea Rosa. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo. Prego.

     

    GUERRA. Buonasera a tutti. Sono Michela Guerra. Oggi ho l’onore di parlarvi a nome di una delle tante associazioni a tutela delle donne e contro la violenza verso le donne che operano nel territorio della nostra Regione. Nella fattispecie, parlo di Linea Rosa, che afferisce al territorio della città di Ravenna.

    Per quanto riguarda l’argomento di cui stiamo parlando oggi, ci tenevamo a fare qualche osservazione. Naturalmente, parlando del terribile momento che stanno attraversando, le donne da quando è iniziata la pandemia, dovremmo snocciolare una serie di numeri, che immagino molti di voi conoscano già, se rimaniamo nell’ambito della vera e propria violenza. Voi sapete, però, che la violenza nei confronti delle donne si compone sia di violenza fisica vera e propria che di violenza psicologica, ma anche di violenza economica. La violenza economica scatta nel momento in cui una donna si trova nelle condizioni di dover dipendere dall’uomo o, comunque, da altri per la propria indipendenza, la propria sopravvivenza.

    Ecco allora che, nell’esaminare il programma, il piano Next Generation EU, abbiamo dovuto per forza fare un’osservazione. Secondo noi, quello che manca è proprio un focus sul lavoro femminile. O meglio, le donne sono state indubitabilmente i soggetti più colpiti dalla pandemia. I numeri li conoscete tutti, vengono ripetuti spessissimo. Quasi il 100 per cento, poco meno del 100 per cento delle perdite di lavoro da marzo 2020 trattano di occupazione femminile. Il carico per quanto riguarda la famiglia, per la stragrande maggioranza, quindi per i figli a casa, per seguire le attività in DAD, è ricaduto sulle donne, che hanno, quindi, dovuto porre in essere una serie di rinunce, anche sul piano professionale, sul piano lavorativo. Però, quando si va a leggere il Piano, si trova che l’allocazione di circa 700 miliardi di euro per le attività di ripresa economica dei Paesi va a toccare tutte quelle attività che sono da considerarsi prevalentemente di occupazione “maschile”.

    In particolare, non possiamo dimenticare che i settori maggiormente colpiti dalla pandemia, al di là delle bellissime e sicuramente condivisibili iniziative a favore della transizione, dal punto di vista del miglioramento del lavoro, della connessione, della possibilità di lavorare in rete, eccetera, in realtà, se andiamo nel concreto del nostro quotidiano, se andiamo nel concreto dei nostri territori, vediamo che chi ha sofferto di più questo anno terrificante sono stati i settori educativi di cura e tutela della salute, di alloggi e ristorazione, arte, cultura, intrattenimento e servizi domestici, ovviamente con il maggiore impatto sull’occupazione femminile. Così come sono per lo più donne le lavoratrici della sanità, dal punto di vista numerico.

    Ci si aspetterebbe quindi che le raccomandazioni del Piano possano sottolineare, o comunque porre l’attenzione, mettete un focus anche, in particolare, su quelle che possono essere le misure specifiche a favore proprio della ripartenza e del rinnovato entusiasmo verso la tutela non solo della donna, quanto alla sua salute e alla lotta contro la violenza, ma proprio per la possibilità che la donna possa finalmente vedere riconosciuto un ruolo paritario nel mondo del lavoro. Grazie a tutti.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei del contributo. Vediamo se sono collegati i parlamentari europei.

    Partirei da Rosanna Conte, del Gruppo identità e democrazia.

     

    Rosanna CONTE, Parlamentare europea. Buongiorno a tutti e grazie per l’invito.

    Un saluto particolare va senza dubbio al presidente della I Commissione, Massimiliano Pompignoli, che ha organizzato questa udienza, nonché alla vicepresidente della Regione, Elly Schlein, alla delegata dell’Ufficio di Presidenza per gli affari europei, Lia Montalti, e al responsabile dell’ufficio a Milano del Parlamento europeo, Maurizio Molinari.

    Naturalmente, il mio saluto va esteso anche a tutti i partecipanti a questo incontro, che rappresenta un’ottima occasione di scambio e di dialogo che possiamo avere con gli stakeholder, gli enti locali, le associazioni e i portatori di interessi provenienti proprio dal territorio.

    Eventi di questo tipo credo che siano centrali nel processo legislativo politico europeo perché ci aiutano a capire dove rivolgere la nostra attenzione e come poter contribuire ad avvicinare alla politica i cittadini e le loro istanze.

    Spesso, infatti, l’Unione europea viene percepita con distacco dai cittadini. Noi dobbiamo cercare di invertire questa percezione, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, e che rappresenta allo stesso tempo, però, un’occasione irripetibile per cambiare ciò che prima non andava bene.

    Ben vengano, quindi, occasioni e incontri di questo genere, e ringrazio ancora. Aggiungo, peraltro, che a me oggi interessava più ascoltare che parlare, in quanto penso che le istanze che provengono dal territorio e da quanti sono impegnati sui vari ambiti istituzionali, sociali ed economici sono quelle che ci aiutano di più e, quantomeno, sicuramente sono importanti per poter svolgere ancora meglio questo nostro ruolo in Europa.

    Io sono veneta e sono stata eletta nella circoscrizione che comprende l’Emilia-Romagna, Regione con la quale ho un rapporto particolare, come il presidente, sia perché mi legano ad essa agli anni degli studi universitari, sia perché ci sono territori che frequento abitualmente da sempre, oltre che per il fatto di apprezzare le varie eccellenze che ci sono, non ultime naturalmente quelle gastronomiche, che sono diverse da quelle venete.

    Proprio nei giorni scorsi, infatti, sono intervenuta in Parlamento a sostegno degli aceti balsamici di Modena e Reggio Emilia, tutelati dall’Unione europea con marchi DOP e IGP, dopo che la Slovenia ha notificato alla Commissione europea una norma tecnica nazionale in materia di produzione e commercializzazione degli aceti, che di fatto rende possibile la denominazione “aceto balsamico” per qualsiasi miscela di aceto di vino con mosto concentrato. Questo, a mio avviso, va contro i regolamenti comunitari.

    Al riguardo, infatti, ho presentato pure un’interrogazione affinché si impedisca un nuovo colpo al made in Italy. È inaccettabile che questo avvenga addirittura a causa di uno Stato membro dell’Unione europea. Detto ciò – e scusate questa mia lunga premessa – vengo al cuore del mio intervento, rilevando quanto sostanzialmente è già in qualche modo emerso, ovvero il fatto che il programma di lavoro della Commissione per il 2021 è un programma diverso da quello degli anni passati. Questo essenzialmente per due motivi: il primo è che si tratta del primo del nuovo settennato 2021-2027; in secondo luogo, è il primo dopo una crisi storica.

    Gli obiettivi della sostenibilità ambientale e della transizione digitale erano già stati individuati in precedenza, ma sono stati indirizzati e accelerati fortemente dalla pandemia. Più della metà dei fondi della Next Generation EU saranno dedicati a questi due aspetti. Non possiamo permetterci, quindi, che anche un solo centesimo di questi fondi venga sprecato. So che l’Emilia-Romagna rappresenta una certezza da questo punto di vista. Dobbiamo far sì che tutti gli obiettivi politici indicati dalla Commissione vengano tradotti in sostentamento reale per i cittadini, per migliorare la società in cui viviamo e per guardare al futuro con ottimismo.

    In questo processo, a mio modo di vedere, è centrale e fondamentale il ruolo, appunto, delle Regioni, che sono le principali Istituzioni che possono rendersi davvero conto di quali sono i bisogni dei cittadini e del territorio, indirizzando al meglio le politiche nazionali e quelle nostre europee. Come ben sottolineato dalla direzione dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, sono davvero numerose le iniziative del programma 2021 che rientrano in materia di competenza regionale o che potrebbero avere un forte impatto sulle Regioni. Oltre alle già citate transizioni verde e digitale, vorrei evidenziare l’obiettivo “Un’Europa più forte nel mondo”, con la promozione dello stile di vita europeo. Questi sono obiettivi ambiziosi, raggiungibili solo con l’effettivo coinvolgimento di tutte le Regioni e soprattutto mirando a ridurre le differenze attuali esistenti tra di esse, grazie ad una politica di coesione sempre più forte.

    In quanto membro della Commissione sviluppo regionale, ho avuto modo di constatare ulteriormente l’importanza delle Regioni, in particolare seguendo da vicino i lavori del nuovo Programma Interreg 2021-2027, che continuerà ad essere uno degli strumenti principali a sostegno delle Regioni nei prossimi anni, come dimostrato negli ultimi trent’anni.

    Per i lavori di Interreg abbiamo recepito le istanze del territorio della circoscrizione nord-est, cercando prima di individuare le necessità principali di piccole e medie imprese ed enti locali, per poi indirizzare il nostro orientamento verso un maggiore contributo dell’Unione europea nei progetti di cooperazione regionale territoriale, sia nella loro fase iniziale, che poi nel loro sviluppo successivo.

    Abbiamo garantito la continuità di programmi come Interreg Europe e Interreg MED, che dal 2021 si chiamerà Interreg Euromed, di cui l’Emilia-Romagna rappresenta uno dei maggiori e migliori beneficiari, oltre che un punto di contatto nazionale. Sono fermamente convinta che l’approccio da adottare sia questo, nell’ottica di un dialogo continuo nel tempo, che abbia a cuore gli interessi delle Regioni, del loro territorio e dei loro cittadini.

    Io rimango ovviamente a vostra disposizione per qualsiasi necessità e per nuove occasioni di scambio come quella di oggi. Desidero ringraziarvi ancora per questo invito, e sono certa che avremo modo di dialogare ancora riguardo le attività del Parlamento europeo e la centralità delle Regioni.

    Vi ringrazio ancora e buona continuazione dei lavori.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei, onorevole, per il contributo.

    Prenderemo spunto da quello che lei ha appena detto.

    Passiamo la parola all’onorevole Paolo Borchia, se è collegato.

     

    Paolo BORCHIA, Parlamentare europeo. Eccoci. Presidente, buon pomeriggio.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buon pomeriggio a lei. Prego, le lascio la parola.

     

    BORCHIA. Grazie, mi auguro che audio e video siano di sufficiente qualità. Innanzitutto, desidero ringraziarvi per l’opportunità concessa.

    Mai come ora credo che la fase di ascolto e la successiva fase di proposta siano imprescindibili. Si tratta di una fase storica straordinaria. Gli strumenti messi in campo sono straordinari, per cui anche la collaborazione tra i vari livelli istituzionali deve magari essere migliorata rispetto al passato. La logica dei compartimenti stagni credo che debba essere messa da parte, come credo debba essere messa da parte anche la logica dei campanili che, da un lato, tanto ci piace, ma dall’altro lato in qualche occasione ha rappresentato un ostacolo.

    Si tratta di una fase storica particolare. Nel mio intervento eviterò magari di sovrappormi con alcuni degli elementi che la collega Conte, che saluto, ha opportunamente sollevato. Si tratta di una fase nella quale alcuni elementi che in passato hanno rappresentato elementi di criticità, quali ad esempio il Patto di stabilità e crescita, sono stati temporaneamente accantonati, le maglie sulla disciplina degli aiuti di Stato sono state allargate, quindi ci auguriamo che l’Europa abbia la capacità e magari anche l’umiltà di guardarsi alle spalle, e soprattutto di cercare, nell’elaborazione delle future policy di fare qualche passo avanti facendo tesoro di quelli che sono stati gli errori che probabilmente sono stati commessi in passato.

    L’Italia è stato il Paese – ce lo dicono le cifre – che ha pagato il maggior pegno per quanto riguarda la pandemia, sia purtroppo in termini di perdita di vite umane, sia in termini di contrazione del PIL. Per questo motivo è anche il Paese che beneficerà di una quota maggiore degli strumenti messi in campo dall’Unione europea, Next Generation EU e Recovery and Resilience Facility in primo luogo. I numeri li conosciamo tutti: 209 miliardi in totale, che però non rappresentano un regalo ma rappresentano in larga misura l’indebitamento per le generazioni future. Su questo, dal punto di vista dell’allocazione della spesa pubblica su livelli mai visti in passato, sarà necessaria una grande responsabilizzazione, ma soprattutto una collaborazione multilevel a livello di istituzioni.

    L’Italia, storicamente, lo sappiamo, è sempre stata un contributore netto dell’Unione europea. Ci sono stati, in passato, e dobbiamo evitare che ci siano in futuro, aspetti che rischiano di rendere meno diretto il passaggio delle risorse dall’Unione europea allo Stato membro. Ancora meno diretto, poi, può essere il passaggio sui territori. Per quanto riguarda gli strumenti messi a disposizione, il 37 per cento dei fondi del cosiddetto Recovery Fund dovranno essere indirizzati verso la transizione green, mentre il 20 per cento sarà allocato verso la transizione digitale.

    Io credo che siamo tutti convinti che questi obiettivi siano totalmente legittimi e che debba essere fatto il massimo affinché vengano perseguiti nella maniera migliore. Poi, chiaramente, per quanto riguarda gli strumenti, magari potremmo aprire qualche discussione.

    Personalmente ritengo che il 20 per cento allocato per la transizione digitale sia una quota ragionevole. È importante che si investa affinché le imprese, a prescindere dalle dimensioni, possano usufruire delle migliori tecnologie per presentarsi ad armi pari a competere in uno scenario sempre più globale, sempre più interdipendente.

    Invece, per quanto riguarda il 37 per cento dedicato alle priorità green – ovviamente faccio un ragionamento scevro da ogni pregiudizio ideologico – probabilmente si tratta di una quota molto, molto importante, e forse per le caratteristiche del nostro Paese magari è eccessiva. Forse avremmo dovuto allocare in maniera più flessibile su altri capitoli di spesa. Comunque, al netto di questo siamo qui per discuterne, e chiaramente le varie sensibilità avranno modo di emergere nell’elaborazione finale del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

    Quando parliamo di transizione ecologica, di priorità green, penso che lo dovremo fare mantenendo i piedi per terra, cercando al massimo di essere pragmatici. Per quanto riguarda il programma di lavoro della Commissione, a volte, in passato, con i programmi passati magari abbiamo avuto l’impressione di scrivere non dico un libro dei sogni, ma magari di fissare delle priorità un po’ troppo lontane dalla realtà, con dei rischi che concretamente in qualche occasione hanno irrigidito gli investimenti del tessuto industriale.

    In ambito di ambiente e di energia, e mi avvicino quindi al core business della mia Commissione, che è la Commissione ITRE, che assume una serie di iniziative legislative che saranno oggetto di revisione nel 2021. Parliamo ad esempio della modifica sulla direttiva sull’efficienza energetica e della direttiva sulle rinnovabili. Anche qui, facciamo riflessioni che siano pertinenti con le necessità e le problematiche del territorio. Se parliamo della direttiva sull’efficienza energetica, in Italia abbiamo visto che il consumo di energia primaria ha raggiunto il suo punto più basso nel 2014. In seguito c’è stato un ritorno alla crescita della domanda fino al 2019. Chiaramente, il 2020 non lo prendiamo in considerazione visto che si è trattato di un anno molto particolare per le politiche industriali.

    Per quanto riguarda la direttiva sulle rinnovabili, in Italia nella produzione di rinnovabili siamo stati bravini perché siamo passati dall’11 per cento di rinnovabili nel mix energetico nel 2008, fino a oltre il 18 per cento nel 2017. Però, chiaramente in quel periodo c’è stata una forte incentivazione a pioggia su alcune tipologie di energie (l’eolico e il solare). Nel momento in cui per il 2030 viene posto un obiettivo del 32 per cento, chiaramente a mio parere il territorio dovrà fare i conti con quelle che sono le caratteristiche e i limiti del nostro Paese, della sua conformazione geografica. Per cui, la strada che io ritengo sia la più corretta è questa: quando si parla di una transizione così decisiva ed impattante per le attività umane ed economiche, si intende andare avanti gradualmente, perseguendo il principio della neutralità tecnologica. In quest’ottica rientra quindi perfettamente il progetto di Eni di Ravenna per la cattura, l’immagazzinamento e l’utilizzo dell’anidride carbonica. Questi sono investimenti virtuosi che vanno a creare i benefici per l’ambiente riducendo l’impatto della Co2, riutilizzando e adeguando le strutture preesistenti.

    Da questo punto di vista credo che questo sia un approccio corretto, per cui vi faccio i complimenti. Chiaramente, le tematiche da sollevare sarebbero molteplici, ma cerco di fare sintesi. Sempre nel 2021, la Commissione europea sarà chiamata ad aggiornare la sua strategia industriale. L’anno scorso, la Commissione ITRE è stata chiamata a redigere due relazioni di iniziativa, una, appunto, sul futuro della politica industriale in Europa, una sul futuro delle piccole e medie imprese, tematica sulla quale sono stato relatore.

    Chiaramente, visto che le comunicazioni relative sono state emanate dalla Commissione europea prima dell’esplodere della pandemia, l’auspicio è che i punti indicati come punti cardinali da parte del Parlamento europeo vengano presi in considerazione. Soprattutto, in fase di elaborazione di queste relazioni, quella del confronto con il territorio è stata una tematica […] che sono stati tenuti nella massima considerazione.

    Io mi fermerei qua, rimanendo ovviamente a vostra disposizione, qualora ci siano delle richieste di chiarimento, o in questa sede oppure a lato. Quindi vi ringrazio e auguro un buon lavoro a tutti quanti. Ascolterò con interesse gli interventi successivi. Grazie ancora.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei, onorevole, del contributo. Ovviamente, adesso abbiamo l’ultimo intervento, poi se lei rimane comunque a disposizione, verrà sicuramente contattato dalla Commissione per eventuali osservazioni in più sulla bozza di risoluzione che dovremmo andare poi a votare a maggio.

    Passerei adesso la parola alla consigliera Montalti, che illustra l’intervento dell’onorevole Gualmini, che ha mandato un testo scritto perché non poteva essere presente.

    Prego, consigliera Montalti.

     

    Consigliera MONTALTI. Grazie, presidente.

    Leggo l’intervento, che poi sarà depositato agli atti.

    “Gentilissimi,

     

    Purtroppo, non mi è possibile essere presente oggi, come avrei voluto, all’udienza conoscitiva della Commissione Bilancio, Affari Generali e Istituzionali sulle iniziative di competenza regionale del Programma di lavoro 2021 della Commissione europea.  Un’udienza a cui tenevo particolarmente ma che tuttavia mi vede impossibilitata a partecipare per la contemporanea presentazione del Rapporto di iniziativa europea sui Lavoratori delle piattaforme, di cui sono relatrice per il Gruppo dei Socialisti e Democratici.

     

    Ci tengo però con questo breve intervento a dare il mio personale contributo all’importante lavoro in sede referente della I Commissione: un lavoro che prepara la Sessione Europea, cioè il momento più rilevante di sintesi politica e istituzionale tra la Regione Emilia-Romagna e l’Unione Europa, e su cui è richiesto uno sforzo congiunto di tutte le forze politiche, ancora di più in questo momento drammatico. Stiamo affrontando infatti da un anno a questa parte la pandemia di Covid-19, uno dei momenti più difficili della nostra storia. Una crisi che ha sconvolto le economie, le scuole, il lavoro, le vite di tutti noi e dei nostri cittadini, in particolare di giovani e donne, anziani e persone con fragilità.

     

    Non è stato facile, ma come sapete nel corso di questa pandemia l’Europa ha saputo trovare soluzioni nuove, creative e solidali. Assumendosi compiti complessi pur nell’assenza di una competenza diretta della UE nel campo della salute. Le istituzioni europee, con il contributo determinante del Parlamento europeo, hanno messo in campo una serie di misure storiche in questi mesi: dalla sospensione del patto di stabilità, al programma Sure – il sussidio europeo contro la disoccupazione già in gran parte erogato al governo italiano -  fino al percorso di approvazione del Recovery Fund che si è chiuso poche settimane fa con l’approvazione del Regolamento e che ora rappresenta una grande opportunità di rilancio e ripresa per gli stati e le Regioni.

     

    Mi soffermo sul Recovery Fund: 750 miliardi, tra cui anche sovvenzioni a fondo perduto, a cui si aggiungono i 1.100 miliardi del bilancio pluriennale e i finanziamenti citati sopra per la disoccupazione, per le PMI e la linea speciale a favore della sanità per un totale di 2400 miliardi circa. Si tratta di un piano di investimenti senza precedenti a livello europeo. L’Italia, primo beneficiario del Recovery, può rilanciarsi solo con scelte programmatiche forti, condivise con le Regioni e gli enti locali che avranno un ruolo decisivo per l’intera strategia di rilancio dell’Europa e del nostro paese da qui al 2030. Il successo del piano di ripresa dipende davvero dalla nostra capacità di avere una visione condivisa sul futuro delle prossime generazioni: come incanalare le risorse in poche e chiare priorità, come gestirle in modo efficiente, senza sovrapposizioni o fondi a pioggia, come creare una governance multilivello snella e strutturata.

    L’implementazione dei fondi europei passa da queste priorità. E sarà fondamentale in particolare proprio il ruolo delle Regioni, che stiamo aiutando e consideriamo centrali per la ripresa e la crescita green e digitale dell’Europa. La Regione Emilia-Romagna può fare da guida nella fase di programmazione e messa a terra delle risorse europee, seguendo la strada già tracciata negli anni in cui ero vicepresidente e assessore al welfare e dove l’efficienza nell’uso delle risorse europee è stata presa a modello in tutto Europa.

     

    L’Europa c’è. E ha deciso di rafforzare la dimensione e il pilastro sociale, rispettando per ora le aspettative dei cittadini europei. Un pilastro sociale che si compone di ulteriori tasselli, su cui mi sto personalmente impegnando all’interno della Commissione Lavoro. Penso alla direttiva sul salario minimo, quella sui platform workers e la Child Guarantee, la ‘Garanzia bambini’ che vedrà proprio in Italia una delle prime sperimentazioni.

     

    Ma penso anche ad altri dossier rilevanti, approvati e discussi al Parlamento Europeo, che vanno nella direzione di una maggiore salvaguardia e tutela dei diritti dei cittadini europei: dalla Digital Tax europea, di cui sono relatrice ombra nella Commissione Lavoro, cioè un’imposta per le imprese digitali che mira a ripristinare l’equità fiscale e a garantire parità di condizioni nel mercato europeo. Ma anche al Digital service act - il nuovo corpus normativo dell’UE sui servizi digitali presentato a dicembre dalla Commissione Europea dopo un lavoro fatto in parlamento - che prevede strumenti per un’azione efficace a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini nell’uso delle nuove piattaforme.

     

    Ma ora come sapete è un momento cruciale per l’Europa nella lotta alla pandemia e nella strategia per accelerare le vaccinazioni.  L'approccio europeo ci ha permesso di evitare che solo paesi ricchi si accaparrassero la maggior parte dei vaccini e di accorciare i tempi di sviluppo del vaccino contro il Covid-19 grazie ad un massiccio finanziamento pubblico per la ricerca. Adesso però le case farmaceutiche, in particolare Astra Zeneca, devono onorare i loro obblighi contrattuali, senza alcuna scusante. Non sono ammissibili ritardi del 50% sulle consegne.

     

    Bisogna aumentare la capacità di produzione e agevolare tutte le soluzioni pratiche di concessione e condivisione delle licenze e dei brevetti. Ci vuole una vaccinazione su grande scala, anche mettendo in campo le risorse logistiche e le competenze dell’esercito e della protezione civile, come bene intende fare il governo italiano presieduto da Mario Draghi. Infine, l’introduzione di un passaporto vaccinale a livello europeo, che potrà consentire di viaggiare liberamente, almeno a chi ha già effettuato il vaccino, alleviando le perdite del nostro comparto turistico, drammaticamente colpito dal Covid e dalle restrizioni agli spostamenti E' evidente che la nostra ripresa economica e sociale dipenderà dalla diffusione dei vaccini. L'Unione Europea dovrebbe accogliere rapidamente le proposte messe sul tavolo dal governo italiano per accelerare la produzione dei vaccini. Non possiamo permetterci neppure un giorno di ritardo.

     

    Nel salutarvi, auspico che l’udienza di oggi possa darvi contributi utili nell’affrontare le questioni più urgenti per il futuro della Regione Emilia-Romagna e dell’Europa.

     

    Vi auguro dunque un lavoro proficuo e intenso,

    Elisabetta Gualmini”.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Montalti, del contributo.

    Abbiamo terminato gli interventi. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato a questa udienza conoscitiva. Ovviamente, se qualcuno vuole inviare contributi alla Commissione per arricchire la discussione e gli argomenti può farlo.

    Ringrazio ancora la vicepresidente, che è qui con me, per la sua presenza e per il suo intervento. Chiedo ai commissari di non scollegarsi perché facciamo la programmazione dei lavori per la Commissione I.

    Chiudiamo, di fatto, questa parte della Sessione europea.

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