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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 01/07/2021 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 17

    Seduta dell’1 luglio 2021

     

    Il giorno 1 luglio 2021 alle ore 14,30 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. AL.2021. 15299 del 24/06/2021, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali che si svolge in modalità “mista” con la presenza in sede del Presidente e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Marchetti Francesca, Rontini Manuela e Sabattini Luca (PD), Taruffi Igor (ERCEP), Bargi Stefano e Pelloni Simone (Lega), Mastacchi Marco (RCPER), Piccinini Silvia (M5S), nonché degli altri partecipanti in via telematica ai sensi della deliberazione dell’Assemblea legislativa n. 3 del 27 marzo 2020 e a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 18 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    9

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    assente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RONTINI Manuela

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    È presente l’assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Paolo CALVANO.

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Udienza conoscitiva

     

    sugli oggetti

     

     

    3586 -Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge di assestamento e prima variazione generale al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2021-2023". (Delibera di Giunta n. 892 del 14 06 21)

    3587 -Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: "Assestamento e prima variazione al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2021-2023". (Delibera di Giunta n. 893 del 14 06 21)

    (Relatore Consigliere Rontini Manuela)

    (Relatore di minoranza Consigliere Bargi Stefano)

     

    3588 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: “Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2022-2024”. (Delibera di Giunta n. 891 del 14 06 2021)

    (Relatore Consigliere Sabattini Luca)

    (Relatore di minoranza Consigliere Bargi Stefano)

     

     

    partecipano

     

     

    AMOROSO Antonio, Segretario regionale CISL Emilia-Romagna

    BATRESI Marco, Vicedirettore ENS

    MONTRONI Daniele, funzionario Alleanza delle Cooperative italiane dell’Emilia-Romagna

    RUSCONI Gianluca, Vicedirettore Confindustria Emilia-Romagna

     

     

    Massimiliano POMPIGNOLI, Presidente della Commissione I. Iniziamo i lavori della Commissione convocata in udienza conoscitiva.

    Vi è già stato mandato tutto il materiale.

    Iniziamo con l’appello.

    Bargi Stefano, presente in sala.

    Sabattini Luca, presente in sala.

    I due vicepresidenti.

    Bessi Gianni.

     

    Consigliere Gianni BESSI. Presente. Buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Bondavalli Stefania.

    Castaldini Valentina.

    Catellani Maura.

     

    Consigliera Maura CATELLANI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Costi Palma.

     

    Consigliera Palma COSTI. Presente. Buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Fabbri Marco.

     

    Consigliere Marco FABBRI. Buongiorno. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Gerace Pasquale.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

    Marchetti Daniele.

    Marchetti Francesca, presente in aula.

    Mastacchi Marco. L’ho visto qui prima. È collegato.

    Occhi Emiliano.

    Pelloni Simone

    Piccinini Silvia, presente in sala.

    Pigoni Giulia.

    Ecco il consigliere Mastacchi.

     

    Consigliera Giulia PIGONI. Presente, presidente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Rancan Matteo.

    Rontini Manuela, presente in sala.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Taruffi Igor.

    Zamboni Silvia.

    Come di consueto, chi volesse segnalare la propria presenza lo scriva in chat.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Oggi, come dicevo, affrontiamo l’udienza conoscitiva sul pacchetto assestamento, collegato e DEFR.

    Sono qui presenti anche i relatori di maggioranza e di minoranza, quindi Rontini Manuela e Bargi Stefano, per il pacchetto legato a bilancio, collegato e assestamento, e Sabattini Luca e sempre Bargi Stefano, come relatori, per il DEFR.

    È presente anche l’assessore Calvano.

    Hanno chiesto di intervenire nell’udienza conoscitiva, e le abbiamo iscritte, quattro persone, che interverranno nel seguente ordine: dottor Rusconi, vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna; dottor Amoroso Antonio, segretario regionale della CISL Emilia-Romagna; dottor Montroni Daniele, funzionario Alleanza delle cooperative italiane dell’Emilia-Romagna; dottor Batresi Marco, vicedirettore dell’Ente Nazionale Sordi.

    A conclusione dell’udienza conoscitiva, l’assessore Calvano farà il suo intervento.

    Nel frattempo, prima di far intervenire gli ospiti, direi di dare la parola ai relatori, prima alla consigliera Rontini, poi al consigliere Sabattini e infine al consigliere Bargi, per illustrare i tre oggetti. Poi inizieremo con l’udienza conoscitiva.

    Prego, consigliera Rontini.

     

    Consigliera Manuela RONTINI. Grazie, presidente.

    Ci dice quanto tempo abbiamo?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Io direi 7-8 minuti.

     

    Consigliera RONTINI. Va bene. È stato parco, ma capisco. Anch’io, quando siedo là, sono così. Eventualmente ha facoltà di battere sul microfono se ci dovessimo prolungare a lungo, almeno per quanto mi riguarda.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Certo.

     

    Consigliera RONTINI. Del resto, in merito al testo della manovra di assestamento, la procedura, la prassi con cui questa Regione ha attitudine al confronto con le parti sociali nella fase di costruzione delle politiche, è nota.

    Colgo l’occasione per salutare coloro che hanno accettato l’invito della Commissione. Oggi vogliamo dare spazio soprattutto a loro, all’ascolto di quello che ci diranno, delle proposte, dei suggerimenti per migliorare, laddove possibile, ulteriormente questa proposta, che si inserisce in un quadro ancora condizionato dalla pandemia.

    I dati che anche Unioncamere e Prometeia ci hanno messo sotto gli occhi, su cui poi entrerà il collega Sabattini, approcciando il DEFR, quindi restituendoci il quadro socioeconomico e politico in una sua maggiore completezza, ci raccontano che, rispetto alla previsione di fine dicembre, quando abbiamo costruito la proposta di bilancio, gli effetti delle politiche pubbliche, quindi sia del bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna che delle misure messe in campo dal Governo nazionale, hanno portato l’andamento del PIL al meno 9 per cento rispetto al meno 10 che avevamo individuato. Questo ci mette sotto gli occhi anche la pregnanza, l’importanza delle nostre politiche, delle scelte e delle azioni che facciamo con l’approvazione del bilancio, che come sappiamo bene o male cuba il 10 per cento del PIL della nostra Regione.

    Prima di entrare nel dettaglio delle misure che andiamo a finanziare non solo con il progetto di legge di assestamento di bilancio e delle misure con cui lo accompagniamo, cioè con il collegato, raccontiamo, così come ha fatto l’assessore, il pacchetto complessivo dovuto agli ulteriori ristori nazionali, allo sblocco e allo svincolo dell’avanzo vincolato, agli ulteriori investimenti che riusciremo a mettere in campo grazie ad ulteriori manovre espansive dal punto di vista della spesa non corrente e anche dalla possibilità di andare a contrarre nuovi mutui.

    Ci tengo a sottolineare un dato che, secondo me, dà il valore del lavoro messo in campo dall’assessore Calvano, dai suoi uffici. Sono stati valutati con anticipo, in fase di rendiconto, quelli che potevano essere effetti complicati sul bilancio 2021 e sono state messe in campo delle contromosse, cioè degli accantonamenti, decisi fin dalla fase di rendiconto, che ci consentono di affrontare i prossimi sei mesi senza tagliare le entrate, senza aumentare per il sesto anno e oltre consecutivo l’imposizione fiscale nei confronti della popolazione emiliano-romagnola; ci consentono di fare anche, in questo periodo, considerando quello che è successo laddove c’è stata una contrazione delle entrate da tassazione sui redditi piuttosto che la sospensione, voluta dal livello nazionale, dell’attività dell’Agenzia delle entrate sul recupero dell’evasione una manovra in espansione, che nel complessivo delle misure cuba all’incirca 500 milioni di euro.

    Ci tengo, infine, a sottolineare un’altra cosa. Siamo all’indomani, tra l’altro, dell’approvazione avvenuta ieri in Aula di due documenti strategici per impostare le politiche con cui vogliamo rilanciare e rendere protagonista l’Emilia-Romagna nella fase post Covid, il DSR e l’S3, che non sono altro che il Documento strategico regionale per la programmazione delle nostre politiche di indirizzo e di come andiamo ad utilizzare le risorse europee nazionali e le altre che riusciremo a far atterrare nel territorio per sostenere le politiche di sviluppo.

    In queste settimane si è sviluppata un’interlocuzione con il livello nazionale, con l’Europa, con le altre Regioni in Conferenza Stato-Regioni, che ci porterà ad avere nel prossimo settennato, che poi è già iniziato, per quanto riguarda il FESR e l’FSE 2 miliardi e 48 milioni di euro. Nella scorsa programmazione le risorse a disposizione erano 1 miliardo e 268 milioni. Lo dicevo anche l’altro giorno in Aula. Penso che ciascuno di noi abbia in testa nei territori, nelle proprie comunità quelli che sono contenitori, quelle che sono politiche, quelle che sono azioni che noi abbiamo finanziato nello scorso settennato, grazie al FESR e grazie all’FSE; noi avremo a disposizione il 60 per cento di risorse in più nei prossimi sette anni (che oramai sono sei). Questo comporterà la necessità di attrezzarci, come Enti pubblici, per spenderle, e per spenderle bene, perché siano occasione di ripartenza e di nuova e buona occupazione. Questo è un dato importante.

    Così come la trattativa gestita dall’assessore Mammi, da una parte, e dal ministro Patuanelli, dall’altra, sul FEASR, sul Piano di sviluppo rurale, che come sapete ha una dinamica diversa perché per i prossimi due anni va in continuità con il precedente. Rispetto a quando abbiamo iniziato, anche in Commissione Politiche economiche, a vedere le prime fotografie sui prospetti delle risorse, che parlavano di 380 milioni a disposizione per il prossimo biennio, ci porteranno, invece, ad avere 408 milioni, perché iniziano ad essere operativi criteri più oggettivi rispetto a quella che è l’attuale fotografia dell’agricoltura in Emilia-Romagna.

    Nel dialogo con il Governo si è riusciti, poi, ad ottenere risorse importanti, fondamentali, legate al tema dell’alluvione di Nonantola e risorse per l’ultimo giro la dico così di ristori per le attività che hanno subìto maggiormente le restrizioni dovute al Covid, le restrizioni dovute ai provvedimenti che a tutti i livelli Comuni, Regioni e Governo hanno dovuto adottare per cercare di limitare la pandemia.

    Velocemente, perché il tempo che ci ha dato il presidente è poco, entro nel dettaglio delle voci.

    Su sanità e welfare, noi, con questo assestamento, mettiamo a disposizione ulteriori 20 milioni di euro, su due macrotemi che già avevamo lo ricorderete ampliato in fase di bilancio di previsione. Aumentiamo il Fondo sociale regionale, perché abbiamo contezza delle difficoltà, delle fragilità che ci sono a seguito del Covid nei territori. Andiamo ad aumentare di un milione di euro i Fondi per la povertà educativa, con particolare riguardo alla fascia degli adolescenti, che sono quelli che hanno subìto di più gli effetti delle restrizioni, della DAD, della perdita di socialità. Aumentiamo ulteriormente di un milione le risorse per eliminare le barriere architettoniche e di un milione ulteriormente le risorse per il terzo settore.

    Sul tema imprese e turismo, alcune misure che ci tengo a sottolineare riguardano ulteriori risorse, 3 più 1,2 milioni che erano rimasti, per mettere di nuovo al lavoro il sistema dei Consorzi Fidi, che anche nella fase del primo lockdown ha lavorato con efficacia per dare liquidità alle imprese. Aumentiamo le risorse per le imprese in montagna, per favorire l’attrattività in montagna. Ripartiranno anche i Fondi rotativi Starter ed Energia: sono Fondi rotativi, quindi rientrano le risorse dei prestiti. Quindi, facciamo sì che nuovi investimenti delle imprese in termini di efficientamento energetico e risparmio energetico possano partire e accompagnare l’Emilia-Romagna verso gli obiettivi europei sulla transizione ecologica. Ci sarà tutto un pacchetto ulteriore non entro qui nel dettaglio; lo faremo in Commissione Politiche economiche di nuovi ristori, a partire dalla filiera del wedding, che è stata oggetto anche di atti assembleari che richiedevano attenzione al tema. Vedo che qui c’è la consigliera Francesca Marchetti, che si è occupata, insieme ad altri colleghi, di questo tema. Così come vogliamo far partire nuovamente gli investimenti sul settore alberghiero, per la riqualificazione delle strutture.

    Su scuole e trasporti, accompagniamo con 1,5 milioni il rafforzamento dell’offerta formativa nelle scuole. 500.000 li avevamo già in precedenza. Quindi, 2 milioni di euro per una scuola più a trecentosessanta gradi. Così come manteniamo fede all’impegno che avevamo preso fin dall’approvazione del programma di mandato rispetto alla gratuità del trasporto scolastico. Così come diamo risposta questo so essere un tema caro anche al presidente Pompignoli, oltre che alla sottoscritta all’aeroporto di Forlì.

    Partiranno a breve le prime azioni previste nel PAIR per quanto riguarda l’efficientamento e il miglioramento della qualità dell’aria, che riguardano i mezzi elettrici. Anche questa era un’istanza frutto di un impegno della consigliera Piccinini (anche lei qui in aula), di cui avevamo discusso in sede di bilancio di previsione.

    Così come partirà un lavoro di nuova mobilità sostenibile, nuove piste ciclabili, cuciture di quei tratti a seguito di urbanizzazioni che a volte mancano e non consentono di fare lunghi percorsi.

    Vado a chiudere velocemente sullo sport. Qualche giorno fa in Commissione V il dottor Manghi ha anticipato quelle che saranno le tre nuove misure che metteremo in campo, i due filoni che riguardano i grandi eventi sportivi e la promozione dell’attività motoria di base, insieme a ristori per le ASD, le Associazioni sportive dilettantistiche, che hanno risentito del calo delle iscrizioni.

    C’è un incremento di risorse anche per quanto riguarda la cultura, dalla promozione alla legge sulla memoria, al rilancio di ATER e di ERT. Così come sulla cultura, dove come dicevo prima il PSR in continuità ha bisogno già nel 2021 e nel 2022 di un maggiore cofinanziamento, mettiamo a disposizione 8 milioni di euro. L’assessore Mammi e il presidente Bonaccini hanno anticipato le linee guida di investimento di queste due annualità, condivise nella Consulta agricola. C’è l’idea di aprire diciannove nuovi bandi tra il 2021 e il 2022; di dare, tra le altre cose, risposta a 200 giovani nuovi agricoltori; di aumentare la superficie di biologico.

    Proseguiremo con più forza anche la lotta alle nutrie, con le Polizie provinciali, con uno stanziamento di 500.000 euro di risorse aggiuntive, e andremo ad aumentare anche la promozione del Made in Emilia-Romagna, del nostro Made in Italy di qualità, anche qui con uno stanziamento aggiuntivo di 500.000 euro.

    Infine, per arrivare a quella cifra di 500 milioni di euro (altrimenti vi chiederete da dove viene fuori), oltre ai 130 sull’alluvione di Nonantola, c’è una straordinaria ripartizione di FSC pari a 120 milioni e lo sblocco dell’avanzo vincolato per oltre 100 milioni di euro.

    Un’ultima considerazione finale. Il collegato, come avete visto già dallo scorso assestamento, non finanzia più nuove azioni, nuove politiche, ma va più che altro a rendere più efficace la nostra azione amministrativa, in linea con la legge di assestamento, da una parte, e il DEFR, dall’altra. Quindi, le modifiche ad alcune norme contenute nel progetto di legge collegato da una parte non comportano nuovi oneri per il bilancio regionale, dall’altra vanno ad integrare, sulla sanità, penso, la costituzione del Registro per l’epilessia, la costituzione del distretto turistico Modena-Bologna, piuttosto che la possibilità di accreditamento dei centri dell’innovazione nel nuovo sistema di istruzione e formazione professionale, oltre che prorogare, mettendolo in pari con quella che sarà la conclusione della programmazione comunitaria attuale, il programma triennale in materia di offerta di percorsi di istruzione e formazione professionale.

    Ho finito. Naturalmente, vi ho detto i titoli. Siamo disponibili, insieme al relatore di minoranza Bargi, ad approfondire, nel tempo che avremo da qui alla convocazione dell’Aula. Tra l’altro chiedo al presidente Pompignoli se dopo vuole, ma non ha bisogno che glielo dica io, di ricordare anche le date che ci siamo dati per la presentazione degli emendamenti. Così i contributi esterni, oltre a quelli delle persone che interverranno dopo di noi, possono arrivarci in tempo utile perché le forze politiche, noi di maggioranza faremo la nostra parte, valutino eventualmente se tradurle in proposte emendative. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Rontini.

    Ne approfitto, e visto che mi ha lanciato l’assist, lo colgo subito. Termine per la presentazione degli emendamenti è il 9 luglio per la Giunta e il 12 luglio per i consiglieri. Sappiamo che noi in Commissione licenziamo il testo il 14 luglio e andremo poi in aula il 20, 21 e 22, che sono le date previste per licenziare il testo in aula.

    Questi sono i tempi, che sono molto stretti, lo comprendo. Cerchiamo però di fare al meglio il nostro lavoro; i relatori sicuramente lo faranno. Passo la parola al consigliere Sabattini.

     

    Consigliere Luca SABATTINI. Grazie, presidente.

    Ringrazio anch’io tutti i soggetti che hanno deciso di partecipare a questa udienza conoscitiva. È chiaro che la presentazione del Documento di economia e finanza è la presentazione di un documento, ci tornerò dopo, di oltre 600 pagine, che non consente un’illustrazione puntuale, ovviamente su tutti i singoli temi.

    È il primo atto propedeutico alla formazione del bilancio 2022 e discende, come sapete, dal Documento di economia e finanza del Governo centrale. È il documento, a cascata, di riferimento per il Documento unico di programmazione.

    Vado sulle parti più di differenza rispetto a quello che era il Documento di programmazione del 2021. Anche allora ero relatore di questo importante documento di programmazione, che aveva tre principali pilastri: quello della salute, la lotta alla disuguaglianza e la salvaguardia dell’occupazione del nostro tessuto economico. Ci trovavamo nel pieno della pandemia. Non che la pandemia, ovviamente, sia passata, oggi, ma ci troviamo sicuramente in uno scenario diverso.

    Il DEF 2022 è un documento diverso. Oltre che ribadire questi princìpi, questi obiettivi, che rimangono ovviamente centrali, ne introduce uno ancora più importante, il tratto distintivo di tutto quanto il documento, che è la ripartenza. Una ripartenza che non è una ripartenza a condizioni di un anno e mezzo fa, ma si basa su una complessità che è estremamente diversa rispetto a prima, e si inserisce, come ricordava la collega prima, all’interno di un percorso che ci ha visti protagonisti, oltre che nella gestione della pandemia, nella costruzione di una serie di documenti strategici. Se ricordate anche per l’esperienza che avevamo fatto nella scorsa legislatura, oltre che l’aggiornamento di quel patto per il lavoro che è diventato il Patto per il lavoro e per il clima, oggi ha visto il Documento Strategico regionale la conclusione della discussione che abbiamo fatto ieri, il documento dell’S3 di strategia di formazione intelligente.

    È un documento, questo, molto migliorato rispetto al passato, e di questo ringrazio tutti quanti gli uffici e l’assessorato perché ci dà un quadro di contesto certamente, ma ci spinge anche ad una fase di discussione diversa anche rispetto al passato, cioè raccoglie l’elemento centrale della complessità nel cercare di superare quell’elemento di programmazione lineare, che vedeva le risorse applicate ad una linea che doveva dare degli effetti, con la volontà e lo sforzo enorme di cercare di mettere insieme tutte quelle che possono essere le opportunità rispetto allo scenario, quindi le informazioni, i dati, i confronti, che ci richiedono oggi di mettere in campo delle politiche che agiscono soprattutto sulle interdipendenza delle singole linee.

    Questo è uno sforzo non soltanto di costruzione di documenti strategici programmatori, ma è anche uno sforzo di introdurre all’interno della nostra discussione, una modalità diversa. Credo che questa sia una sfida per quello che già il Patto per il lavoro e per il clima aveva tracciato, cercando di concentrare anche il nostro confronto all’interno di un modello di discussione, frutto di una complessità e delle interdipendenze.

    È un documento estremamente complesso e, come dicevo, è migliorato anche grazie, credo, allo sforzo che questa pandemia ci richiede, quello di non lasciare nessuna opportunità non programmata. Se è vero infatti, ce lo siamo detti tante volte, che ancora non abbiamo chiaro… Sappiamo che ci saranno tante risorse che arriveranno; non sappiamo ancora come i livelli istituzionali conseguenti rispetto al Governo potranno giocare la loro partita. Però sappiamo certamente che senza sapere in quale direzione guardare e senza una programmazione, non saremo in grado di poterli mettere a terra. Un pezzo, ci possiamo dire, del DEF 2022 è un pezzo di attuazione già del PNRR, del Next Generation EU e della programmazione del settennato, perché da questo elemento di programmazione generale non si può prescindere.

    Abbiamo già costruito le fondamenta. Per chi, come ricordava anche prima la collega, ha in questo territorio una responsabilità in più, io dico, quella di far vedere che le cose si possono fare, l’abbiamo fatto in tante fasi della storia della Regione Emilia-Romagna, abbiamo una responsabilità, essendo anche una Regione che è riuscita a collocarsi all’interno dello scacchiere sia europeo che nazionale, in una maniera sicuramente più positiva, trascinando anche questo rimbalzo.

    Tutti i dati che sono ampiamente dettagliati all’interno del Documento di programmazione e finanza ci rappresentano che vedranno la Regione Emilia-Romagna, oggi, prevedere un rimbalzo del proprio prodotto interno lordo più forte rispetto a quello della media nazionale. Questo però non deve essere un vanto, deve essere una responsabilità, e in questa responsabilità passa la programmazione. Una programmazione che si sposa, ovviamente, con i documenti strategici, l’abbiamo richiamato prima, ma che ne declina anche le applicazioni e le azioni. Questa è la parte in più, che traccia, dagli obiettivi strategici, le azioni conseguenti e i tempi di applicazione, con una consapevolezza, essendo noi rappresentanti politici e organi di rappresentanza: che non esiste una programmazione che con la velocità delle trasformazioni che stiamo vivendo possa essere scritta nella pietra. Quindi, serve anche una grande capacità di poter riadattare queste programmazioni e anche le azioni conseguenti, frutto di quello che metteremo in campo nell’immediato, e le interdipendenze che ne deriveranno successivamente.

    Quadro economico complessivo, quindi, che ovviamente vede affrontare le scelte strategiche come le sfide, come quelle della crisi demografica, che per il primo anno colpisce anche la Regione Emilia-Romagna, il grande impatto della transizione digitale, il contrasto alle disuguaglianze economiche, sociali, territoriali e di genere, e certamente il filo che unisce sia la programmazione europea, sia anche tutte le linee strategiche, la declinazione del concetto di sostenibilità, che non è solo una sostenibilità, ovviamente, ambientale, ma deve essere una sostenibilità ancorata al territorio nel quale questa viene applicata.

    Non entrerò nel merito degli indici e delle singole percentuali. Ovviamente mi tocca sottolineare che il Documento di programmazione finanziaria 2022 e il bilancio che ne conseguirà sono una pietra miliare di quella che potrà essere la nostra ripartenza, dal punto di vista strategico. Abbiamo un’occasione storica, che parte ovviamente dalla conclusione della campagna vaccinale. I dati economici che citavo prima ci mettono sicuramente in una condizione più ottimistica rispetto alla discussione che facevamo un anno fa. Abbiamo questa grande responsabilità delle risorse e anche del cambio di paradigma di programmazione economica che anche dal punto di vista continentale è avvenuto. In questo contesto, ovviamente, vi sono anche importantissimi dati di ulteriori investimenti. Partiamo da un incremento rispetto ai 14,3 miliardi previsti all’interno del DEF nelle varie categorie. È un incremento di quasi 900 milioni di investimenti ulteriori. Badate, gli investimenti sono ovviamente necessari per rappresentare, dal punto di vista pratico e fattivo l’orientamento di tutto il documento, quello della crescita. Io lo vorrei declinare anche in un concetto di crescita che non è una crescita soltanto dal punto di vista economico, come neanche le disuguaglianze, o le cuciture che dovremo fare sono soltanto di carattere economico; per dirla con uno slogan: la volontà di tradurre quel concetto di crescita popolare che includa tutti e includa anche la complessità con la quale stiamo vivendo. Questo si traduce ovviamente nella scelta, fatta già l’anno scorso, ma declinata, e su questo concludo, in maniera più dettagliata all’interno del documento di quest’anno, di introdurre degli obiettivi di cambiamento.

    La scelta di introdurre questo elemento di programmazione all’interno delle pubbliche amministrazioni si sposa con quello che stanno facendo le imprese e tutte le organizzazioni complesse: mettere in fila delle azioni di continua correzione per poter raggiungere gli obiettivi, al contesto che muta.

    Abbiamo una sfida, come dicevamo prima, epocale, non soltanto per il nostro territorio, ma credo anche per tutto il Paese. Credo, come con il modello di relazioni che abbiamo costruito all’interno della nostra Regione, che sia assolutamente fondamentale il contributo che vorrete portarci oggi, sia per il miglioramento del testo, ma soprattutto su come riusciremo a tradurre gli obiettivi che avete anche condiviso, con la firma del Patto per il lavoro e per il clima, che necessitano di essere messi a terra, nella maniera più veloce possibile, ovviamente sempre rispettando quei princìpi di legalità che fanno parte anche dalla necessità di costruire e continuare ad avere, per la stragrande maggioranza delle condizioni, un territorio dove vengono rispettate la legalità e la concorrenza leale fra tutti quanti i soggetti. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Sabattini.

    Prima di passare la parola al consigliere Bargi, segnalo anche la presenza del consigliere Pelloni in aula.

    Prego, consigliere Bargi.

     

    Consigliere Stefano BARGI. Grazie, presidente, cercherò di essere brevissimo, in fin dei conti sono stati illustrati nel dettaglio i documenti che vengono posti all’attenzione dei portatori di interesse oggi.

    Brevissimo è anche il tempo che abbiamo a disposizione per affrontare in maniera straordinaria, rispetto al passato. Mi sia concesso, come prima nota di colore, di dire che questo ci costringe quindi ad una marcia forzata su documenti che per loro natura non sono così agevoli da poter essere affrontati e discussi.

    Mi unisco ai saluti e ai ringraziamenti ai portatori di interesse, e qui faccio un’altra nota di colore. Se non è cambiato qualcosa fino a prima della Commissione (guardavamo gli iscritti), ci sono quattro persone iscritte a parlare. In passato io vengo dalla precedente legislatura, ricordavo che si svolgessero in maniera molto più partecipata questi incontri, lo sto vedendo da un po’ di tempo.

    Mi tengo il beneficio del dubbio che il Covid ovviamente abbia condizionato la partecipazione dei portatori di interesse, però c’è anche un altro elemento che un po’ tocca, e che sollevavo anche ieri in Aula, quando si parlava di DSR S3, ovvero, la preponderanza del Patto del lavoro e del clima (che circa ogni sei parole del DEF compare), che evidentemente sta diventando, ancor più del Patto del lavoro del mandato precedente, uno strumento di bypass rispetto al dialogo e al confronto che dovrebbe invece avvenire all’interno di questa sede, e che ci porta a cozzare un poco con i concetti di democrazia, secondo me.

    Ritengo, infatti, che soprattutto chi porta interesse, e a volte non ha l’interesse collimante con la Giunta, e vuole dire la sua, dovrebbe dirlo in questa sede, nella quale il Consiglio, che è l’organo eletto che ha la facoltà di poter intervenire sugli atti amministrativi, quanto sui progetti di legge, possa svolgere al meglio il proprio ruolo. Anche perché poi noi non è che non facciamo gli incontri, molti portatori d’interesse ci conoscono bene, però a porte chiuse ci dicono delle cose, dal Patto di lavoro a volte ne emergono altre, e non si capisce bene come dovrebbe svolgersi esattamente la discussione in questa Regione.

    Questa, quindi è la seconda nota di colore.

    Venendo invece agli oggetti, per quanto riguarda l’assestamento e il suo collegato, visto che sono relatore di entrambi i due sottogruppi di oggetti che abbiamo in discussione oggi. Per quanto riguarda l’assestamento, sicuramente ci vengono portati, e ringrazio, anche perché rispetto al mandato precedente abbiamo la possibilità di fare un confronto molto maggiore sull’iniziativa complessiva della Giunta. Ringrazio quindi ovviamente l’assessore Calvano, che ci rende sempre molto aggiornati anche su quelli che sono i fondi derivanti da enti superiori come lo Stato, e che ci viene consentito di impiegare da parte della Regione. Se però devo restare nel ruolo minimo di consigliere regionale a quelle che sono le risorse libere sul bilancio regionale, da parte principalmente di minori spese che, al di là degli accertamenti delle entrate legate al rendiconto, sbloccano quindi la possibilità di utilizzare fondi per iniziative in Regione, siamo circa su 50 milioni, che derivano fondamentalmente da quelle due sacche che, lo ricordavamo anche nei bilanci precedenti, fanno un po’ da cuscinetto per l’assestamento, ovvero gli interessi sull’anticipazione di cassa che non viene mai impiegata perché la Regione evidentemente gode di buona salute in termini finanziari, quindi vengono previsti i bilanci, che poi in parte vengono rimodulati con l’assestamento e sbloccati. Idem avviene per le famose spese per investimento autorizzate con contrazione di mutui, che poi non vengono usati perché si riesce a fare diversamente. Questo “giochino”, passatemi il termine, poco da ragioniere, consente di poter effettuare sempre delle manovre un po’ sostanziose in fase di assestamento. In particolare, all’interno di questa manovra notavo i 4,6 milioni per il progetto Bike to work rispetto ai 2,3 a favore del fondo di finanza agevolata per sviluppo e crescita delle imprese, che stridono un po’ rispetto al periodo storico in cui viviamo, se non altro perché a noi piacerebbe, lo dico già come proposta, ma poi la concretizzeremo come emendamenti, vista la bella iniziativa fatta sull’attrattività delle imprese della Regione, giocando oggi ce l’ho col termine “giocare” sulla legge 14/2014, poter attrarre investimenti in attività produttive in Regione. A noi piacerebbe molto che questo tipo di approccio… Qualche tempo fa vedevo che veniva fatto questo nuovo bando per attrarre investimenti per attività che assumono dai 20 dipendenti in su con contratti stabili, sempre giocando sulla legge 14.

    Chiaramente, si parla di investimenti molto sostanziosi. Sarebbe bello poter immaginare di allargare, di ampliare, già è stato detto forse anche in passato, lo strumento dell’attrazione anche per attività più piccole e medio-piccole. Anche perché questo consente di dare una leva forte ad un settore fortemente colpito, lo vediamo scusate se faccio qualche salto, ma in fin dei conti parliamo di programmazione dai dati del DEFR, soprattutto per quanto riguarda il commercio, che è il settore più martoriato. Ha avuto chiaramente una impennata negativa dovuta al periodo Covid, ma già negli anni precedenti, pre-Covid, l’andamento non era affatto positivo nella nostra Regione. Io penso quindi a realtà che pian piano vanno svanendo in favore, magari della grande distribuzione, o dell’e-commerce, e qui c’è tutto un grande tema sul quale o noi apriamo il capitolo, oppure, se lasciamo che il mercato vada per la sua strada, il che è positivo, allora bisogna che ci interroghiamo anche su quanto grande distribuzione e e-commerce possono portarci a livello di moltiplicatore. Se cioè l’attività, la partita IVA chiude, con quello che comporta, con le risorse magari da portare alla famiglia/indotto, dipendenti e quant’altro ce lo portano anche i grandi posti di lavoro massivi, ma magari con salari e contratti sicuramente meno interessanti, portati dalla grande distribuzione e/o delle e-commerce. C’è quindi tutto un grande tema, però noi abbiamo una visione che sicuramente protende al mantenimento di quello che era il tessuto nostro, legato alle piccole e medie imprese, quindi sarebbe bello poter andare anche in questa direzione.

    Venendo al collegato, per andare comunque veloce, anche perché giustamente siamo qui per ascoltare oggi. Il collegato è un po’ più striminzito, passatemi anche questo termine, rispetto al passato. Questa però la ritengo una cosa corretta, lo dicevamo nel mandato precedente: quando c’erano dei collegati che sembravano dei testi sacri per numero di articoli e per incidenza anche sulla finanza regionale, questa volta, è stato anticipato dall’assessore Calvano, il collegato, anche per richiesta della Corte dei conti, se non ricordo male, non contiene articolati che hanno un impatto sulle finanze della Regione, ma sono piccoli aggiustamenti di legge che comunque hanno anche impatti importanti su alcune tematiche.

    In particolare, ne ho segnati due: uno riguarda in realtà quattro articoli, l’altro è l’articolo 3. L’articolo 3 va a modificare la legge per la montagna. Qui, mi vien da dire, viene fatto un piccolo passo indietro rispetto al tema della possibilità per i Comuni di ricevere i finanziamenti della Regione, e non le Unioni. Qui c’era stato, su questo stesso identico articolo, già una bagarre, se non ricordo male, legata al bilancio previsionale 2021, o il suo collegato, se non ricordo male, comunque l’anno scorso, legato al fatto che noi chiedevamo, come Gruppo, di poter (più che estendere) consentire, ancora, anche ai Comuni non facenti parte di Unione, di ricevere (si parla in questo caso di Comuni montani) i contributi non solo le Unioni, perché ci sono diversi Comuni ancora non facenti parte delle Unioni, che quindi, ad oggi si trovano nel limbo di non poter partecipare ai bandi contenuti che vengono chiaramente realizzati con gli articoli della legge 2 del 2004, perché comunque ritenevamo che fosse, anche dal punto di vista proprio politico, più corretto consentire a entrambe le casistiche, Unioni e non, di poter continuare.

    Qui c’era la spinta unionista forte della Giunta “unionista” è un termine che un po’ ricorda la guerra civile americana, che spingeva molto più per le Unioni. Questo lo vedo come un passo indietro. Ci si è accorti che altrimenti per determinate spese, in questo caso legate alla viabilità in caso di maltempo, eventi meteorologici, non c’è più la possibilità di intervenire, quindi si fa un passo indietro specifico. Intanto si introduce la possibilità di finanziare spesa corrente e non investimenti, il che chiaramente già apre un altro scenario, ma lo tengo a parte. Però si fa un piccolo passo indietro riconoscendo quindi ai Comuni ancora un ruolo importante.

    Gli articoli 6, 7, 8 e 9, invece, portano in legge un tema che da qualche anno si stava sviluppando, della destinazione turistica Bologna-Modena, sulla quale entrerò molto nel dettaglio, perché i dettagli ce li abbiamo, e non mi sembra il caso oggi di fare il dibattito. Su questo tema faccio la sparata generale che avevamo già fatto a suo tempo, quando si iniziò a parlare, ovvero, si perde un’occasione, a mio avviso, di poter sviluppare una destinazione turistica, avente come realtà iscritte le provincia di Modena, Reggio e Ferrara, poteva dare anche un’impronta storico-culturale a quella del Ducato Estense, e che poteva portare oltre i piani qui contenuti: Food Valley, Motor Valley… Bisogna capire con l’investimento cinese a Reggio, forse si è spostato anche l’asse della Motor Valley, rispetto a Modena-Bologna, per dirne una, ma questo lo butto a mo’ di battuta. Si perde la possibilità di integrare la Food Valley, la Motor Valley, che comunque a livello turistico vede forse la sua punta di diamante nella provincia di Modena, per via della Ferrari, integrarla con l’elemento storico-culturale, sul quale peraltro insistono finanziamenti ministeriali, il cosiddetto Cantiere Estense –  tra l’altro, il ministro Franceschini non è un ministro targato Lega – che sta proseguendo, sia per quanto riguarda la cantierizzazione, mentre lo vediamo un po’ più statico in quel milione, se non ricordo male, che era destinato al marketing e alla promozione territoriale. Secondo noi, questo è un peccato. Questo sarà poi il finale del mio ragionamento, un ragionamento che svilupperemo nella Commissione opportuna, quando sarà il momento. È peccato perdere questa occasione, in un momento anche importante per cercare di rilanciare, magari riazzeriamo alcune tematiche, dobbiamo rilanciarci, su queste province.

    Venendo al DEFR, cerco anche qui di volare e chiudere, giustamente il collega Sabattini non entra nei singoli obiettivi strategici, perché ci sono, solo di quelli, almeno 500 pagine, e dovremmo stare qui molto più a lungo di quanto ci è consentito e sicuramente non svolgeremmo la funzione di ascolto, che è quella prioritaria.

    Voglio dire solo questo: c’è un po’ in tutti gli strumenti programmatici, in parte lo accennavo anche ieri, sugli DSR ed S3, questo tendenziale appiattimento sulle risorse cosiddette straordinarie dell’Unione Europea: mi riferisco, ovviamente, a Next Generation EU. Questo appiattimento lo vedo non del tutto positivo. Se uno va a prendere le risorse destinate a noi, le mette a terra col PNRR, 191 miliardi, dico come non positivo perché l’anno scorso in Italia c’era chi si strappava le vesti dando per sicuri 209 miliardi, e già sono 191. Parliamo di uno strumento che non è ancora stato ratificato da tutti gli Stati membri. Parliamo di uno strumento che non ha ancora le bocce ferme, però ci stiamo già un po’ esaltando, parliamo di rimbalzi ed effetti sull’economia reale. Basta fare due calcoli. L’Università Cattolica di Milano ha esternato qualche dato, dicendo: sì, togliendo la parte a debito, che ovviamente è debito e va ripagato, la parte di sovvenzione d’Italia sono circa 70 miliardi, poco meno; se a questo andiamo ad aggiungere di positivo gli interessi che non dobbiamo pagare perché se contraessimo noi la stessa cifra a mercato pagheremmo di più di quello che ci consente di fare l’Unione con questo strumento, ci sono circa 24 miliardi risparmiati. Quindi ci avvicineremmo ai 94 miliardi, ma se da questi cominciamo a togliere gli elementi negativi, ovvero il fatto che noi partecipiamo a queste sovvenzioni con il 12,8 per cento (circa 45 miliardi), se ci mettiamo che nel prossimo settennio all’Europa dobbiamo dare come contribuente netto 20 miliardi, e di questi, stando alla contribuzione di oggi, cioè l’1-2 per cento di PIL che può diventare il 2, per via della Brexit, quindi potrebbe esserci un aumento; se a questo aggiungiamo l’eventuale introduzione di tasse, non tasse, che potrebbero essere introdotte, lo sappiamo, per poter andare a rifinanziare il Recovery Fund e a restituire i soldi che prendiamo sul mercato, calcolatrice alla mano, ecco, capite che l’impatto di questo strumento sulla nostra economia rischia di essere veramente limitato rispetto a quanto invece stiamo esaltando oggi.

    Stiamo narrando una visione di mondo, quindi, che forse non è quella che i numeri ci dicono. In più c’è da aggiungere il fattore tempo. I contributi che arriveranno a partire, forse, in maniera massiva, sostanziale dall’anno prossimo, con l’obbligo di metterli a terra, soprattutto per la parte degli investimenti, entro il 2023, cosa che dobbiamo essere capaci di fare. Su questo sicuramente bisognerà puntare, perché siamo infilati qui, questo è lo strumento che abbiamo. Però attenzione all’appiattimento, quindi a non prevedere comunque di autogestire la situazione ed aspettare solo ed esclusivamente la manna dal cielo, che non c’è, evidentemente; ma occhio anche alla necessità, a questo punto, di mettere a terra queste risorse. Qui sicuramente la pianificazione ci viene incontro, con tutti i dubbi che sollevava Sabattini sul fatto che oggi si possa pensare di pianificare tutto con distanze temporali particolarmente ampie.

    Chiuderei qui il mio intervento, anche perché mi sono già dilungato troppo.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bargi.

    Io comincerei a dar voce a chi è in attesa e si è collegato per intervenire.

    Partirei, come avevo già detto in precedenza, dal dottor Rusconi Gianluca vicedirettore Confindustria Emilia-Romagna. Vediamo se è collegato.

    Ecco, la vediamo. La sentiamo un po’ piano, se aumenta un po’ l’audio...

     

    Gianluca RUSCONI, vicedirettore Confindustria Emilia-Romagna Grazie, presidente, e grazie anche all’assessore Calvano per l’audizione, che è importante perché la sessione di assestamento di bilancio rappresenta un momento in cui verificare quelle che sono state le scelte fatte con la manovra di fine anno rispetto all’evolversi del quadro economico, quindi, comprendere se è necessario apportare delle modifiche rispetto agli obiettivi che si vogliono raggiungere.

    A questo riguardo, dobbiamo innanzitutto prendere atto della scelta di utilizzare come politiche di bilancio quelle che sono risorse, avanzi di amministrazione non gravati da vincoli o da obbligazioni per andare a fornire forme di sostegno a quelle categorie più colpite dall’emergenza Covid, è una misura assolutamente condivisibile, ed è una misura che riteniamo importante.

    Così come riteniamo importante la conferma degli impegni finanziari sul versante sanitario, momento quanto mai imprescindibile vista la situazione pandemica, ma soprattutto, visto il fatto che sulla sanità occorrerà investire ancora per diverso tempo, e in modo [].

    Fatta questa premessa, quindi, d’inquadramento, vorrei entrare più nel merito delle scelte, delle misure contenute da un lato nel bilancio vero e proprio, dall’altro nel collegato. Come diceva prima il consigliere Bargi, se mi consente una battuta, se riusciremo a tornare in presenza anche nelle udienze e nei lavori in Aula, per quanto riguarda Confindustria sarà un piacere per noi partecipare sempre più ai lavori. Ciò detto, mi perdonerete la battuta, la misura che prima il consigliere Bargi enfatizzava, ossia la legge sull’attrattività, anche in questo caso apprezziamo lo sforzo e l’impegno per dare ancora continuità a questa misura.

    È una misura che sicuramente sta dimostrando tutta la sua bontà, una legge che come Confindustria abbiamo fortemente voluto nel 2014, e che oggi ci sta dimostrando che è uno strumento molto valido, ma è valido soprattutto per garantire che cosa? Non solo crescita economica, ma soprattutto crescita legata allo sviluppo dell’occupazione: occupazione nelle imprese, nelle filiere, e noi pensiamo di occupazione di qualità.

    Veniva prima citato dal consigliere il riferimento al fatto che i bandi prevedono un impegno da parte delle imprese di assumere almeno 20 persone con contratti stabili: significa che il concetto dell’investimento produttivo è fortemente legato al concetto dello sviluppo occupazionale. Questa è una sfida che noi cogliamo, e che la misura contenuta nel bilancio conferma nella sua finalità. Peraltro, almeno per quanto ci riguarda, veniamo periodicamente intervistati da colleghi di altre Regioni che non hanno questa legge, e che stanno cercando di convincere le rispettive Giunte regionali a dotarsi di uno strumento analogo. Vuol dire che abbiamo colto nel segno.

    Dicevo misure finanziarie, per che cosa? Da un lato per mettere in sicurezza il sistema, citavo prima il sistema, per esempio, sanitario; dall’altro…

     

    [interruzione audio]

     

    Presidente POMPIGNOLI. Dottor Rusconi, abbiamo qualche problema a sentirla. Riproviamo un attimo a riprendere le fila del discorso.

    Non la sentiamo. Proviamo a vedere con i tecnici di ripristinare l’audio, se fosse possibile. Nel frattempo, segnalo la presenza del consigliere Taruffi e della consigliera Castaldini, che non è indicata in chat.

    Non riusciamo a sentirla. Sarebbe interessante capire… Io lo vedo, Rusconi, ma… Proviamo a scollegarci e a ricollegarci. Se no, diversamente… Proviamo. Non si sente l’audio.

    Da remoto si sente perfettamente. Non sentiamo noi qui in aula, non sentono i consiglieri. Da remoto si sente bene, probabilmente è un problema qui in aula.

    L’auspicio di tornare in presenza è sempre più forte per poter procedere celermente sempre con i lavori. Dottor Rusconi, passo al prossimo e cerchiamo di capire se riusciamo… Perfetto.

    Proviamo col dottor Amoroso Antonio, CISL.

    Vediamo come va. Proviamo a sentire se il collegamento è migliore. Dottor Amoroso Antonio. Proviamo.

     

    Antonio AMOROSO, segretario regionale della CISL Emilia-Romagna. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. La sentiamo e la vediamo.

    Prego.

     

    AMOROSO. Ringrazio il presidente e la Commissione tutta per l’occasione e l’opportunità che ci viene data. Premetto che questo intervento è svolto anche a nome dei colleghi di CGIL e UIL, confederali dell’Emilia-Romagna.

    Abbiamo esaminato le documentazioni, l’impianto della manovra, che concentra gli spazi finanziari a noi è parso su funzioni e settori specifici che sono stati considerati prioritari, ovviamente nei limiti delle disponibilità finanziarie di un assestamento di bilancio.

    I settori prioritari sono sanità e welfare, rilancio delle imprese, un’attenzione particolare al turismo, la scuola, i trasporti, l’ambiente, lo sport, la montagna, la cultura, l’agricoltura. Ci è parso che l’impianto della manovra sia predisposto in termini espansivi, nonostante l’effetto sulle entrate, dovuto ovviamente al calo del PIL, al rallentamento delle attività di riscossione dell’Agenzia delle entrate. Tutto ciò ha comportato, ovviamente, un mancato recupero di evasione di entrate. Però, pur apprezzando questa scelta di fondo, vorremmo indicare cinque punti che riteniamo degni di maggiore attenzione. Il primo lo prendo un po’ partendo da un quadro nazionale, diciamo così. Com’è noto alla Commissione, una delle nostre più forti preoccupazioni in questi giorni, nei giorni scorsi era riposta sui rischi che sarebbero derivati a carico delle lavoratrici, dei lavoratori, delle famiglie per effetto dello sblocco dei licenziamenti paventato dal 1° luglio; uno sblocco di licenziamenti senza contropartite.

    Questa è stata una delle principali motivazioni e preoccupazioni che sono state peraltro alla base delle manifestazioni di rilievo nazionale che abbiamo organizzato sabato 26 giugno a Torino, Firenze e Bari.

    Avevamo giudicato insufficiente la mediazione che era stata raggiunta in sede governativa sullo sblocco dei licenziamenti. Poi, la trattativa serrata con il Presidente del Consiglio del 29 giugno ha consentito il prolungamento di 13 settimane della cassa integrazione, seppur selettiva, ma soprattutto la sigla di un avviso comune trilaterale tra il Governo, le parti sociali, sindacali, quindi imprenditoriali con cui le parti si sono impegnate sostanzialmente all’utilizzo degli ammortizzatori sociali in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro, quindi cassa integrazione, contratti di solidarietà, difensivi ed espansivi, intese di riduzione e rimodulazione dell’orario di lavoro. Le parti hanno anche auspicato e si impegnano, ognuno per quanto di competenza, sulla base di principi condivisi, a una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali e all’avvio delle politiche attive del lavoro collegate a processi di formazione permanente e continua al fine di rafforzare misure e azioni di accompagnamento dei lavoratori nelle transizioni tra posti di lavoro.

    Questa delle politiche attive sapete che è una materia nella quale la Regione ha una sua propria competenza e quindi interessa anche, ovviamente, questo livello di governo. Ciononostante, nonostante questa trattativa, pur in un quadro di maggiore attenzione alla tutela del lavoro, come ho sommariamente descritto, sono comunque prevedibili situazioni che richiederanno ristrutturazioni aziendali, anche pesanti, la necessità di programmare percorsi di riadattamento professionale dei lavoratori, cali di reddito e comunque, arriveranno, nonostante tutto, anche dei licenziamenti.

    Chiediamo quindi alla Regione di riservare, nell’occasione dell’assestamento di bilancio, per lavoratrici e lavoratori colpiti dalla crisi, la destinazione di risorse e comunque misure mirate, collettive e individuali a loro dedicate per una più efficace presa in carico e accompagnamento dall’uscita dalle difficoltà. Ragioniamo sia di ammortizzatori e di politiche passive, ma anche di politiche attive.

    La necessità di proteggere il lavoro, peraltro duramente colpito dalla pandemia, con la possibilità di perdita di posti di lavoro, è stato un impegno già esaminato e assunto anche nel verbale di incontro che dedicammo al bilancio preventivo del novembre scorso, anche in considerazione e in coerenza ai contenuti del Patto per il lavoro e del clima. Restando sempre nell’ambito della difesa del lavoro, vorremmo ricordare e ricordiamo alle lavoratrici e ai lavoratori dello spettacolo, della cultura e dello sport che hanno potuto usufruire di pochissimi ristori e sono sicuramente quella parte del mondo del lavoro, quelle persone che più a lungo e duramente sono state colpite dalla crisi e che meriterebbero, per queste ragioni, risorse e misure specifiche a loro dedicate.

    Terzo problema, il problema della casa e delle politiche abitative. A seguito della mini proroga del decreto-legge n. 41, convertito nella legge n. 69, dal 1° luglio potranno essere eseguiti gli sfratti il cui provvedimento sia stato emesso prima del 20 febbraio 2020. Capite questo cosa significa collegato magari allo sblocco dei licenziamenti?

    Poi, a partire da settembre, diventeranno esecutivi quelli decisi nel corso del 2020. Tutto questo avverrà senza che siano state previste misure adeguate alla gestione di un fenomeno che colpirà migliaia di famiglie. La nostra convinzione come confederazioni sindacali, unitamente ai sindacati di riferimento nostri e degli inquilini (SUNIA, SICET, UNIAT), è che le politiche per la casa abbisognano di profondi interventi e investimenti strutturali di medio-lungo periodo, anche a causa della pluridecennale assenza di programmazione per l’incremento di alloggi di edilizia residenziale pubblica e dell’edilizia residenziale sociale, soprattutto da parte dello Stato centrale.

    Tuttavia, nell’emergenza dovuta allo sblocco degli sfratti esecutivi a causa delle norme citate, per le quali siamo mobilitati con iniziative diffuse nei territori, incontri con le Prefetture, ovviamente per sensibilizzare il Governo, per le ragioni che dicevo prima, ci stiamo mobilitando perché queste norme vengano modificate, ma nel breve periodo è indispensabile dedicare maggiore attenzione al fondo affitti.

    Chiediamo alla Regione di valutare e provvedere ad incrementare. A tale proposito, nonostante gli sforzi finanziari di Regione e Comuni del nostro territorio, che si sono già prodotti e da noi apprezzati, segnaliamo che l’ultimo bando del contributo affitto che i Comuni hanno gestito ha fatto emergere che le famiglie residenti in Regione in difficoltà a pagare l’affitto sono cresciute fino a quasi 52.000 unità. Purtroppo, con le risorse stanziate si potrà rispondere positivamente solo al 20 per cento delle domande presentate.

    Quarto punto. Sono cinque, ormai arrivo.

    Abbiamo apprezzato che nella manovra di assestamento è confermata la dotazione del Fondo regionale per la non autosufficienza, secondo quello che era previsto nel bilancio preventivo. Tuttavia, continuiamo a sollecitarne l’incremento per rispondere all’aumento della popolazione anziana e fragile, che ha pagato un prezzo enorme durante la pandemia. Il tema della non autosufficienza e il governo delle politiche necessarie a prevenirla, le misure e i servizi che sono volti a prendersi carico delle persone che necessitano di assistenza sociale e sociosanitaria hanno bisogno di un’attenzione dinamica, in costante adattamento e innovazione, a fronte dei fenomeni sociali che evolvono in questo settore.

    Non sono oggi la sede né il momento, e non abbiamo il tempo per approfondire questo tema, ne siamo consapevoli. Tuttavia, essendo questa sessione dedicata anche al Documento di economia e finanza, e comprende ovviamente un orizzonte di programmazione pluriennale, crediamo valga almeno la pena sottolineare che questo argomento necessita, partendo dal sistema di politiche sociali e sociosanitarie sin qui realizzate, di una visione aggiornata di sistema.

    L’esperienza regionale dell’Emilia-Romagna, sia in campo sociale che in campo sociosanitario, certamente rappresenta un punto di riferimento, anche a livello nazionale, in modo particolare per quanto attiene al sistema dell’accreditamento delle strutture sociosanitarie. Ma proprio questa nostra esperienza, l’esperienza del fare, sta facendo emergere che vi sono fragilità da superare, elementi da migliorare, settori e fenomeni non adeguatamente coperti e assistiti. Una necessità di rinnovamento, quindi, che emerge anche da virtuose sperimentazioni distrettuali, che si sviluppano nei territori, dove queste, in ragione certamente delle potenzialità date dalla programmazione, dagli indirizzi contenuti nel vigente Piano sociale e sanitario, dai modelli di governance che vi sono contenuti. Ma proprio da tali presupposti i piani di zona territoriali traggono la spinta per realizzare, accanto ad azioni che sono consolidate e stabili, talora rigide, largamente diffuse e valide certamente, nuove soluzioni per far fronte ai bisogni assistenziali emergenti.

    L’ultimo punto, e sarà più breve: riteniamo infine che non possa essere dimenticato il tema della valorizzazione del personale sanitario, che opera nelle strutture pubbliche, il quale, per effetto delle nuove, necessarie e indispensabili assunzioni del personale sul 2020, rischia paradossalmente e ingiustamente, in ragione di meccanismi e vincoli normativi, di percepire un salario aziendale più basso rispetto agli anni precedenti. Questo avverrà proprio nel 2021, ovvero il periodo nel quale è stato loro richiesto di profondere il massimo sforzo e sacrificio.

    Io vi ringrazio per l’attenzione, anche a nome di CGIL e UIL. Vi farò avere magari anche questo intervento, che come avrete capito è anche scritto, quindi potete averlo agli atti. Vi ringrazio.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei. Se ci fa avere l’intervento, molto volentieri, così lo distribuiamo anche ai consiglieri.

    Riproviamo con il dottor Rusconi, che dovrebbe aver ripristinato l’audio e risolto la problematica.

     

    Dott. RUSCONI. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. La sentiamo, dottore.

     

    Dott. RUSCONI. Cercherò di essere molto rapido, adesso tolgo anche il video, in modo tale che almeno tengo banda per l’intervento.

    Stavo dicendo, siamo assolutamente convinti della bontà della misura sulla legge 14, ma allo stesso tempo, abbiamo necessità di rafforzare le misure di sostegno agli investimenti, quelli più legati al pacchetto delle misure europee.

    Proprio ieri l’Assemblea ha approvato il DSR S3. Ora dobbiamo accelerare circa l’approvazione dei POR, quindi ci aspettiamo un coinvolgimento pieno ed effettivo per contribuire a definire misure in grado di intercettare in concreto le linee di investimento delle imprese.

    La nostra riflessione, però, non attiene solo al tema pacchetto Misure finanziarie. Accanto alle misure finanziarie, che sono imprescindibili, come dicevo prima, per il sostegno agli investimenti, c’è anche l’esigenza di avere misure di natura giuridico-amministrativa, che possano consentire di far atterrare quegli investimenti effettivamente sui nostri territori

    Qui si pone ancora l’accento sulla questione semplificazione, che lo stesso Presidente Bonaccini ha ripreso ieri nel suo intervento in Aula, in occasione del dibattito sul DSR, anticipando che a breve, nei prossimi giorni, il Patto per il lavoro verrà convocato per la presa visione di un patto specifico sulla semplificazione.

    Vorrei, al riguardo, essere molto trasparente rispetto a questo tema. Occorre mettere in campo con urgenza un pacchetto di interventi che semplifichino in modo tangibile e immediato l’operato di cittadini ed imprese. Noi come Confindustria siamo pronti, abbiamo già fatto la nostra parte, almeno per ora, proponendo alla Giunta regionale un pacchetto, esattamente un anno fa, di proposte puntuali e dettagliate. Alcune sono state in qualche modo già anche fatte proprie dal Parlamento, col decreto semplificazioni 76 del 2020, specie per i profili dell’edilizia. Su altri ambiti c’è ancora molto lavoro da fare: penso al tema della formazione, penso al sistema dei bandi di incentivazione proprio legato ai POR, penso alle misure di internazionalizzazione, penso al tema dell’ambiente, penso al tema del territorio e della governance istituzionale. Resta molto, cioè, ancora da fare.

    A questo riguardo, ben venga un patto per la semplificazione, che definisca una cornice di riferimento, un metodo di lavoro, gli ambiti di intervento e poi di monitoraggio. Occorre accelerare, quindi questo è l’invito che noi rivolgiamo quest’oggi alla Commissione.

    Per quanto riguarda, nello specifico, il progetto di legge di assestamento di bilancio, il collegato, vorremmo richiamare la vostra attenzione su una disposizione. Come diceva il consigliere Bargi, il collegato è molto asciutto, è un collegato di poche norme. Noi abbiamo sentito l’esigenza di richiamare la vostra attenzione sull’articolo 4. L’articolo 4 interviene in materia di formazione e di accreditamento. In particolar modo, l’articolo 4 dispone in maniera un po’ tranchant l’accreditamento dei centri per l’innovazione, che oggi rappresentano, tutti insieme, circa 14 soggetti in modo ancora un po’ eterogeneo.

    A questo riguardo, la prima riflessione è un po’ di metodo. Effettivamente non si comprende perché questa urgenza, cioè questo intervento legislativo che ha un carattere d’urgenza allegato all’assestamento, non si comprende l’inserimento di questa norma con un intervento di accreditamento tout-court dei centri per l’innovazione, quando è tuttora in corso un confronto, un approfondimento tecnico per quanto riguarda la definizione dei nuovi criteri di accreditamento che, ricordo, partiranno dal priamo gennaio 2023.

    Nel merito, noi capiamo e condividiamo lo spirito, cioè quello di creare una maggiore sinergia tra la componente rete regionale per la formazione e quella per l’innovazione e trasferimento tecnologico. Questa sinergia però va costruita, ad esempio, attraverso la definizione dei criteri di accreditamento, non crediamo attraverso un intervento legislativo così tranchant. Sarebbe forse più lineare, stimolando questa collaborazione, questa compartecipazione nella progettualità attraverso una partnership che si possa creare, peraltro già prevista per legge, attraverso lo strumento della delega, che gli enti di formazione possono utilizzare attraverso la delega e i centri per l’innovazione, piuttosto che un accreditamento ex lege. Anche perché ricordo che agli enti di formazione oggi viene richiesto sostanzialmente di avere almeno il 51 per cento della propria attività riferita alla formazione, e non è detto che gli enti di ricerca questo lo abbiano, e hanno una serie di vincoli, soprattutto di natura di solidità economica, organizzativa e strutturale.

    Per evitare che questo sistema si metta in conflittualità, cioè enti di formazione, centri di ricerca e di innovazione, per andare poi ad attingere risorse pubbliche della formazione, forse sarebbe più auspicabile un ripensamento rispetto a questo intervento legislativo, e un lavoro più accurato nelle sedi tecniche circa i criteri di accreditamento, favorendo e sviluppando nel frattempo questa sinergia che è fondamentale per accrescere le competenze dei profili professionali che verranno impiegati nel mondo del lavoro nel prossimo futuro.

    Ho terminato. Mi dispiace che ci sia stato quel contrattempo legato all’audio.

    Grazie, presidente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, dottor Rusconi.

    Passiamo al prossimo intervento del dottor Montroni Daniele, Alleanza delle cooperative italiane dell’Emilia-Romagna. Vediamo se è collegato. Sì, è collegato. Sentiamo se si sente. Si sente un po’ male, forse deve abbassare un po’ l’audio.

     

    Daniele MONTRONI, Alleanza delle Cooperative italiane dell’Emilia-Romagna. Mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo.

     

    MONTRONI. Grazie, presidente, grazie anche all’assessore Calvano.

    Io intervengo a nome dell’Alleanza delle cooperative dell’Emilia-Romagna, che dà una valutazione positiva della proposta del Documento di economia e finanza regionale, che in coerenza con il Patto per il lavoro e per il clima, e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e la programmazione dei fondi europei, posiziona, riteniamo, dalla lettura di questi documenti, la Regione nelle condizioni di intercettare, di promuovere e di governare le sfide che il post Covid ci consente.

    Esprimiamo altresì un apprezzamento anche per la manovra di bilancio, in sede di assestamento, che come diceva la relatrice Rontini, può contare su oltre 500 milioni aggiuntivi, di cui 100 derivano, e questa è una scelta che condividiamo particolarmente, dallo sblocco degli accantonamenti frutto dell’avanzo degli anni precedenti.

    Una valutazione positiva, dunque, che si fonda su temi e questioni di rilevanza strategica che io richiamo brevemente perché sono funzionali, invece, a fare qualche sottolineatura ai documenti. In primo luogo, la scelta di investire sulle persone. È una scelta condivisibile perché il capitale umano, se consideriamo lo scenario demografico che sta dentro il documento e le sfide che sono contenute nel Documento di economia e finanza regionale, rappresentano una risorsa su cui investire con grande determinazione, se vogliamo assicurare a questa Regione tassi di crescita impegnativi, così come sono stati indicati. Riteniamo, quindi, che la Regione debba essere attrattiva anche su questo versante, il versante del capitale umano, della capacità di attrarre intelligenze, e nel contempo di riconoscere la vocazione delle città e con essa gli atenei, le grandi infrastrutture della cultura e dell’innovazione.

    Si assume la posizione ecologica come un processo trasversale, da promuovere e sostenere, investendo risorse impegnative nella produzione di energia da fonti rinnovabili, anche qui, con obiettivi sfidanti, perché si afferma che si vuole arrivare entro il 2035 alla decarbonizzazione, che significa il 100 per cento di energia prodotta da fonti rinnovabili. Credo, nel momento in cui si fa questa affermazione, che si assume un impegno molto forte e pregnante. Si fanno scelte precise e puntuali nelle aree montare, nell’economia circolare per ridurre, recuperare e riutilizzare i rifiuti, nella prevenzione del dissesto ecologico, nella mobilità sostenibile. Anche la rivoluzione digitale viene declinata come un processo trasversale, quindi assunta come fattore decisivo per la competitività e la coesione dei territori.

    Si investe sulla riqualificazione e sulla rigenerazione urbana anche attraverso la promozione delle comunità energetiche, che sono per noi un elemento di grande importanza. Dicevo: sono obiettivi che condividiamo, perché richiamano sfide che richiedono la cooperazione, il mondo delle imprese cooperative protagoniste con progetti innovativi e di grande valore sul piano della sostenibilità ambientale e della promozione del benessere sociale. Ci sono poi altre due questioni che ci vedono particolarmente attenti, che vorrei sottolineare: il lavoro e il welfare. Il lavoro di qualità, che va promosso e sostenuto lungo tutta la filiera, e compone la catena del valore economico e sociale del sistema produttivo dei servizi.

    Sono ancora troppe le situazioni, e lo sottolineo, che evidenziano criticità e che destano grande preoccupazione su questo punto. Così come va sostenuto il pluralismo imprenditoriale. Ci fa piacere che nel Documento di economia e finanza si dica che trova nella cooperazione e nel lavoro sociale un fattore non solo identitario, ma anche di sviluppo e di efficienza e qualità. Dicevo il welfare, il welfare come strumento di equità sociale e di contrasto alle disuguaglianze e alle nuove vulnerabilità sociali.

    Qui vorrei sottolineare che la pandemia ha evidenziato che occorre muoverci in una direzione, e lo riteniamo importante: la necessità cioè di andare sempre più verso la coprogettazione dei servizi, coinvolgendo in modo attivo il terzo settore, la cooperazione sociale, non solo la cogestione, ma anche la coprogettazione nei servizi sociali.

    Ci pare quindi evidente che il Documento di economia e finanza mette in campo un complesso di azioni e di risorse che rappresentano una sfida molto impegnativa per il sistema economico e sociale, pubblico e privato della Regione. In questo contesto vorrei richiamare alcune questioni che per noi invece rivestono particolare importanza e che riteniamo debbano essere sottolineate. Lo richiamava già il dottor Rusconi: il tema della semplificazione. Nel documento il tema è posto in modo ricorrente. Abbiamo già discusso e condiviso le linee di indirizzo del documento verso il Patto per la semplificazione. Ci fa piacere che il Presidente Bonaccini ieri abbia annunciato, a breve, la presentazione dell’atto che va in questa direzione. Sappiamo benissimo tutti che semplificare è una cosa complicata, ma è indispensabile se vogliamo raggiungere gli obiettivi dei tempi dettati dal Piano nazionale di resilienza e dei tempi dettati anche dal Documento di economia e finanza che discutiamo oggi.

    Così come sappiamo che semplificare non è solo sburocratizzare. Io faccio mie le sottolineature che faceva il dottor Rusconi prima. Su questo anch’io rimando alle osservazioni che abbiamo fatto in sede di discussione delle linee di indirizzo del documento che citava.

    Qui occorre uno sforzo eccezionale e uno sforzo urgente che occorre mettere in campo se vogliamo riuscire ad elevare il buon livello di qualità dell’azione amministrativa e dei processi decisionali nel loro complesso, buono, nella nostra Regione, ma non ancora sufficiente.

    Abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione, includendo in questa non solo la Regione, perché il problema non è solo la qualità amministrativa della Regione, ma una pubblica amministrazione che è fatta di un insieme di soggetti che concorrono nel processo decisionale. Abbiamo bisogno di una pubblica amministrazione la cui competenza e preparazione diventano sempre più condizione essenziale per assicurare un’applicazione delle norme su tutto il territorio regionale, omogenea, imparziale, e soprattutto orientata al raggiungimento degli obiettivi.

    Non ci sfugge che nel dire questo ribadiamo che il processo di semplificazione non deve produrre una deregolamentazione, ma al contrario deve essere un’occasione per innalzare il livello della legalità [].

    La seconda questione riguarda lo sviluppo locale territoriale, le aree interne montane, cooperative di comunità. Come abbiamo osservato nel Documento strategico regionale, le politiche per le trasformazioni urbana, quelle per le aree interne montane e più generale quelle di sviluppo locale, è necessario che siano non soltanto partecipate e condivise con le comunità locali nella fase della programmazione, ma anche implementate il più possibile attraverso i soggetti privati, secondo il principio della sussidiarietà orizzontale.

    Terzo punto, le infrastrutture. Il Documento conferma l’importanza del potenziamento, il completamento delle infrastrutture portuali, ferroviarie, aeroportuali, autostradali, stradali, delle ciclovie. Qui rispettare le tempistiche che il Documento di programmazione si dà è per noi un fattore decisivo, ed è decisivo per rendere ambientalmente sostenibili i tassi di crescita economica attesi e auspicati. Senza quelle infrastrutture, senza il completamento e il potenziamento di quelle infrastrutture, noi rischiamo di non riuscire a reggere quei tassi di crescita per una regione manifatturiera, che quindi produce beni che richiedono materie prime e ha una forte propensione all’esportazione. Quindi, per noi quel tema è particolarmente importante.

    È una scelta giusta per noi realizzare la zona logistica semplificata nel porto di Ravenna, che deve rappresentare l’occasione non solo per promuovere lo sviluppo dei nodi intermodali della piattaforma logistica regionale, ma anche per pensare in modo integrato a una politica industriale per una logistica sostenibile, semplice, sicura; una logistica che coinvolga l’insieme delle filiere. Noi abbiamo visto, anche di recente, quanto sia importante investire nella logistica, che rappresenta un pezzo importante anche delle politiche di decarbonizzazione del nostro territorio.

    Quarto e penultimo tema: sostegno al credito per le imprese. È positivo l’intervento a favore dei Consorzi Fidi. Diamo, ovviamente, un giudizio positivo. Rispetto a quest’ultimo tema, auspichiamo un rifinanziamento del Fondo di garanzia per il credito destinato al rating del capitale circolante delle imprese cooperative relativo all’emergenza Covid-19. Lo chiediamo senza l’emanazione di un nuovo bando, per semplificare le procedure e rendere maggiormente tempestivo l’effetto delle garanzie.

    L’ultima questione riguarda il ristoro e i sostegni alle imprese. Apprezziamo la scelta di incrementare le risorse finalizzate a ristorare le imprese e i settori ancora esclusi, i più penalizzati. Benissimo i 30 milioni, di cui 6 per la montagna e 24 destinati ai settori che sono stati più penalizzati nel momento del Covid. Chiediamo che a queste risorse si aggiunga uno stanziamento apposito destinato ai servizi sociosanitari analoghi a quelli accreditati, che contribuiscono e hanno contribuito a sostenere il sistema regionale dei servizi alla persona e che sinora non hanno avuto alcun sostegno perché non compresi nei codici ATECO né dal Governo né dal sistema regionale.

    Mi fermo qui. Vi ringrazio per l’attenzione. Queste erano le considerazioni che ci premeva far pervenire alla Commissione. Grazie ancora per l’invito.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei per l’intervento.

    Abbiamo l’ultimo intervento, quello del dottor Batresi Marco.

    Sono collegate anche le interpreti, credo, Santoro Tiziana e Caimi Sonia. Vediamo un attimo. Per l’Ente Nazionale Sordi è collegato il vicedirettore. Li vediamo tutti.

    Non la sentiamo.

     

    Tiziana SANTORO, interprete Lingua dei segni italiana. Ora mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Proviamo ad alzare un pochettino di più la voce.

     

    SANTORO, Certo.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Ecco, così la sentiamo bene.

     

    SANTORO, Vedete anche il vicepresidente dell’ENS, Marco Batresi?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Perfetto. Buongiorno. Benvenuto.

    Prego.

     

    SANTORO, Buongiorno a tutti. La connessione è un po’ lenta.

    L’interprete Sonia Caimi eventualmente può essere tolta, se volete alleggerire. Anche il mio video. È sufficiente il video del dottor Batresi, così lo potete vedere e potete sentire la mia voce mentre lo traduco.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Purtroppo, non è possibile. Come le ho spiegato, viene inquadrato chi parla. Il sistema, purtroppo, non si riesce a modificare.

     

    SANTORO, Aspettiamo il dottor Batresi. Forse si è disconnesso. Io non lo vedo.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Lei lo riesce a vedere dal sistema?

     

    SANTORO, Io non riesco a vederlo. Lo devo chiamare direttamente e [...] WhatsApp.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Aspetti un attimo.

    La connessione del dottor Batresi non è buonissima, mi dicono i tecnici. Quindi, se la manteniamo così come sta facendo, secondo me riusciamo a fare un ottimo lavoro.

     

    SANTORO, Sì, però è sparito.

    Eccolo qua. Dovreste riuscire a vedere anche lui.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Così è perfetto.

     

    Marco BATRESI, Ente Nazionale Sordi. Buongiorno a tutti. Gentilissimo presidente e membri della Commissione, vi salutiamo tutti.

    Voglio iniziare prima di tutto chiedendovi se è stata distribuita la nota che abbiamo inviato via mail...

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, confermo. È stata distribuita.

     

    Dott. BATRESI Comincio il mio breve intervento. Intanto vi spiego chi siamo. Noi siamo l’Ente Nazionale Sordi, un’associazione storica per la protezione dei sordi, in particolare per quello che riguarda l’inclusione nella società e il cercare di rendere protagoniste le persone sorde per tutti i servizi di accessibilità, di integrazione, di inclusione.

    Purtroppo, ripetiamo spesso questo argomento nei nostri interventi. La sordità è una disabilità invisibile, però bisogna continuamente ricordare che cosa vuol dire essere sordi. Inoltre, l’Emilia-Romagna, come situazione, come sensibilità, purtroppo è ancora abbastanza carente, in generale. Per questo abbiamo voluto presenziare anche oggi questa Commissione, per rilevare alcune criticità che ancora evidenziamo e per farle presenti a voi, come Commissione, in modo che i vostri interventi possano anche prevedere alcuni interventi economici riguardo a queste situazioni di criticità.

    Sappiamo che esiste una legge regionale dell’Emilia-Romagna, la n. 9/2019, che ha dato disposizioni in merito all’inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditive diverse. Con questa disposizione legislativa è stata data la possibilità di avere anche dei finanziamenti tramite bandi, la compartecipazione tramite bando. L’ENS, come Ente regionale, ha partecipato con due progetti, secondo noi veramente utilissimi e importanti: il servizio di interpretariato e di segretariato sociale e attività varie che riguardano l’inclusione sociale delle persone sorde in qualsiasi contesto, sorde, di qualsiasi grado di sordità e qualsiasi tipo di sordità.

    Nel mese di dicembre 2020 c’è stata la delibera della Regione che riguardava il 4 dicembre 2020 l’approvazione del sostegno tramite bando. Però, c’è stata un’approvazione, un riconoscimento solo parziale di quello che era stato previsto. È stato un passo comunque importante.

    Volevo condividere con voi alcune riflessioni che possono farvi decidere anche per eventuali emendamenti. Ci sono persone che creano la possibilità di formare le persone sorde, di garantire loro l’accessibilità dal punto di vista del parlato, della conoscenza ed è importante.

    In ogni provincia abbiamo una sezione provinciale dell’Emilia-Romagna. Questa struttura, che dà la possibilità di garantire l’accessibilità dei servizi, l’elaborazione di progetti, deve essere in un qualche modo elaborata in modo continuativo. Il problema è che, appunto, la partecipazione tramite bando ha una scadenza, quindi si va per progetto e quindi la formazione del personale che lavora a questi servizi, che devono essere in un qualche modo continuativi e permanenti, non ci può essere, perché è una formazione che è provvisoria e in un qualche modo chi viene formato non ha la sicurezza di poter continuare, perché si deve procedere sempre via bando. Però, se ci pensiamo bene, queste persone, preparate adesso tramite queste esperienze create dall’ENS possono in un futuro anche eventualmente entrare nelle pubbliche amministrazioni e creare servizi proprio all’interno delle pubbliche amministrazioni.

    Si creerebbe quindi una sorta di personale qualificato da parte di questa associazione. Ci vogliono queste persone, assolutamente, quelle che lavorano, ad esempio, in questo caso, nel Segretariato sociale.

    Un altro punto vorrei aggiungere, di cui si è molto parlato: l’accessibilità alle informazioni. Il Consiglio regionale ha proposto e abbiamo lavorato insieme a varie associazioni per creare piena accessibilità di informazione a livello regionale per quello che riguarda le notizie dei telegiornali con la sottotitolazione e con l’interprete di lingua dei segni, servizio di interpretariato, perché, ad esempio, io sono una persona sorda, io sono bilingue, nel senso che conosco la lingua dei segni e anche uso l’italiano parlato.

    Voglio ricordare che l’ENS è aperto a qualsiasi tipo di sordità: sordi segnanti e sordi che usano la parte oralista, fanno l’oralismo, cioè parlano soltanto, perché è aperto a tutti i tipi di sordità.

    Abbiamo già cominciato a collaborare con Corecom dalla Regione Emilia-Romagna. Abbiamo già fatto degli incontri, però siamo ancora bloccati per via del Covid, purtroppo e questo non ha permesso di portare avanti la progettazione. Il problema è questo, che bisogna ricordare che in eventi come il terremoto che c’è stato in Emilia-Romagna, che ha creato grosse difficoltà per le persone sorde, perché non sapevano cosa stesse succedendo, dove avere informazioni, soprattutto le persone anziane, che non hanno la tecnologia o comunque le capacità più rapide per acquisire le informazioni e poi il Covid-19, che ha dato creato moltissime difficoltà.

    Non abbiamo persone in Emilia-Romagna qualificate nei gruppi di lavoro di emergenza, che conoscono la sordità e le persone sorde. È per questo che noi vorremmo proporre di inserire nel gruppo della Protezione civile oppure nel gruppo di crisi regionale una persona sorda, competente ovviamente, che conosca la struttura della Protezione civile, noi già conosciamo degli esperti in questo senso, in modo che possa entrare in questi gruppi e fare una consulenza nel come poter creare delle linee guida, di come comportarsi nel comunicare con le persone sorde in caso di emergenza. Servirebbe molto. Ci sarebbe questa necessità, ma servono ovviamente risorse. Questo personale va pagato e quindi le risorse ci devono essere.

    L’altro problema legato al Covid è stato quello delle mascherine. Da poco tempo ci sono le mascherine trasparenti. Il Ministero della disabilità ha riconosciuto di poterle utilizzare, ma non è sufficiente, perché in ambito sanitario…

    Infatti, noi come Consiglio regionale abbiamo parlato già con l’assessore Donini e ci stiamo ancora lavorando sul progetto, perché bisogna cercare fondi relativi a questo per creare accessibilità alle persone sorde in caso di ricovero in pronto soccorso, in caso di emergenza, perché purtroppo in quei casi lì la mascherina trasparente non viene usata in ambito sanitario e crea problemi di comunicazione. È un ambito molto importante. Puntiamo sempre ad una buona collaborazione. Noi, come persone sorde siamo aperti a collaborare con voi per una scelta condivisa, anche scelte economiche che possano però permettere a tutte le persone sorde di essere sempre più autonome.

    Un altro problema tecnico, che prevede un costo aggiuntivo, è la mobilità, la mobilità via treno, via autobus. Non ci sono segnalazioni di tipo visivo, cambio binario oppure annullamento della tratta, del viaggio, del mezzo. La persona sorda si ritrova senza l’informazione immediata, perché sono solo comunicazioni uditive.

    Grazie alla tecnologia si sono fatti grandi passi avanti in questo, perché non dimentichiamoci che ci sono persone di mezza età e anziani che non è che abbiano tantissima esperienza nell’essere agevoli, nell’uso tranquillo della tecnologia. Dobbiamo pensare anche a loro, però la tecnologia ci aiuta. Bisogna arrivare a guardare sempre la vita quotidiana. Spesso i servizi pubblici, le pubbliche amministrazioni hanno numeri a cui chiamare, numeri verdi o numeri di telefono dei servizi per attivare eventualmente un servizio o chiedere informazioni.

    Si può ora almeno creare servizi con progetti Avatar, in modo che possano dare una risposta, Avatar con la lingua dei segni in modo che possano dare le risposte alle persone sorde.

    Un altro elemento molto particolare è l’acquisto dei tablet, dei PC portatili. È prevista un’agevolazione al 50 per cento per i sordi, ma è legata all’ISEE. La tecnologia è molto avanzata. I sordi hanno estremamente necessità di queste tecnologie nuove.

    Questo tipo di rimborso del 50 per cento da parte della Regione c’è solo però… Il problema è l’ISEE.

    Le nostre proposte sono di togliere il fatto del 50 per cento e togliere anche il limite dell’ISEE, darlo praticamente a titolo gratuito o comunque con un limite massimo di spesa e far pagare alle persone sorde la differenza, perché serve proprio alla comunicazione quotidiana delle persone sorde. È uno strumento di abbattimento delle difficoltà.

    Per gli anziani, come dicevo prima vi starete chiedendo per gli anziani come si potrebbe fare nel Lazio è stato creato un progetto che permette di organizzare delle squadre di istruzione alle persone anziane, con persone ovviamente qualificate, che conoscono la lingua dei segni, che comunichino adeguatamente con le persone sorde, per insegnare loro in modo specifico l’uso del loro apparecchio.

    Un altro punto in cui c’è una grossa difficoltà sono le persone anziane nelle case di riposo, isolate, perché purtroppo gli operatori, gli assistenti comunicano in forma verbale e non sono preparati nel comunicare con le persone sorde, quindi sono proprio ancora di più in isolamento comunicativo.

    Bisognerebbe proprio organizzare dei corsi specifici oppure creare dei progetti in cui due, tre, quattro anziani sordi possono essere inseriti in una stessa struttura, in modo che si sentano meno soldi, e prevedere una formazione per gli operatori. Ecco, questi sono possibili interventi. Ovviamente sono aspetti di base.

    Ringrazio per questa possibilità di dialogo. Grazie, comunque per la possibilità che ci avete dato, come adesso, con la presenza dell’interprete: voi potete ascoltare e vedere me tradotto dall’interprete. Questo è un momento di accessibilità che ha dato a me la possibilità di ascoltare il vostro confronto. Sono ancora sempre disponibile per ulteriori confronti in merito al bando regionale o in merito alle altre questioni che sono relative ai nostri progetti.

    Vi chiedo di rispondere fattivamente al riconoscimento di risorse economiche adeguate, con meno ritardi, perché siamo un’associazione, una ONLUS APS, non abbiamo nostre risorse. Abbiamo le quote dei nostri soci sordi. Quindi, è poco. Il bando ci permette di fare, però i soldi arrivano sempre in ritardo ed è per questo che bisognerebbe accelerare questo meccanismo.

    Vi ringrazio per l’attenzione. Ho concluso.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei. Grazie anche all’interprete. Buona giornata.

    Intanto chiamo l’assessore Calvano, se vuole chiudere i lavori di quest’udienza conoscitiva. Vi ricordo, come sempre, così lo ripetiamo ogni tanto, i termini per la presentazione degli emendamenti: 9 luglio la Giunta, 12 luglio, ore 13, i consiglieri, così diamo tempo agli uffici che pazientemente per il 14 mi daranno il testo comparato per la votazione.

    Assessore Calvano, prego.

     

    Paolo CALVANO, assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale. Grazie, presidente. Grazie ai relatori. Grazie a coloro che sono intervenuti, perché le udienze conoscitive, così come gli incontri che in questi mesi, anche propedeutici nell’ambito del Patto per il lavoro e per il clima, ma anche propedeutici alla manovra di assestamento abbiamo fatto, che hanno certamente aiutato l’Assessorato e me nell’arrivare a definire la manovra che vi è stata proposta e ben raccontata dai relatori. Mi riferisco sia alla parte dell’assestamento e del collegato che del DEFR. Ringrazio anche per aver colto lo spirito con il quale ci siamo mossi in questi mesi, sia nel corso del 2020 che nel corso di questo 2021, cioè quello di provare a sbloccare tutto ciò che poteva essere sbloccato, riallocare tutto quello che poteva essere riallocato per garantirne l’utilizzo e usare al meglio tutte le risorse a disposizione, cercando di non lasciarne inutilizzata nessuna. Abbiamo utilizzato questo principio un po’ su tutte le politiche, dal welfare alle imprese. Cito il caso del welfare, ad esempio proprio sul Fondo regionale della non autosufficienza, richiamato giustamente da CGIL, CISL e UIL.

    L’anno scorso abbiamo molto insistito sulla necessità che i residui che erano all’interno delle aziende nei distretti venissero utilizzati il più possibile. Siamo consci del fatto che una quota residuale di risorse del Fondo regionale autosufficienza, che viene calcolato intorno al 5 per cento, sia giusto e inevitabile che rimanga a disposizione nelle casse delle aziende per affrontare le emergenze. Tutto ciò che va oltre il 5 per cento, e quindi rischia di essere una quota residuale eccessiva, credo che debba essere assolutamente utilizzata. L’anno scorso questo principio lo abbiamo sancito. Riteniamo che sia giusto percorrerlo anche quest’anno. Perché dico questo? Perché noi abbiamo voluto confermare assolutamente, anche in fase di assestamento, le risorse che avevamo indicato per il Fondo regionale della non autosufficienza che sono, per quanto riguarda le risorse regionali, 457 milioni di euro.

    A fronte della richiesta di aumentare quel fondo, abbiamo messo alla base, anche nel confronto con le parti sociali, la necessità di un monitoraggio attento dell’andamento dei residui, perché, ovviamente, ancor prima che aumentare ulteriormente le risorse del fondo, credo che sia assolutamente necessario arrivare alla spesa di tutte le risorse che ci sono a disposizione, fatto salvo i residui funzionali del 5 per cento.

    Sbloccare tutte le risorse possibili – è stato più volte citato lo sblocco avanzo – ad esempio è una delle strategie che abbiamo utilizzato per le politiche della casa per le quali riteniamo indispensabile far sì che tutti gli alloggi popolari a disposizione dei Comuni e delle ACER possano essere messi a disposizione e non rimanere vuoti.

    Per questo nel 2020 abbiamo investito 10 milioni di euro per la ristrutturazione di una parte del patrimonio edilizio, di edilizia residenziale pubblica. Così abbiamo fatto nel corso del 2021 – credo che a breve avverrà la ripartizione fra le diverse ACER – e così abbiamo intenzione di fare per i prossimi anni di durata della legislatura, perché, a fronte della giusta osservazione fatta sul fatto che verranno avanti, probabilmente con lo sblocco degli sfratti, situazioni molto complicate credo che dobbiamo essere nelle condizioni, come pubblico, di poter rispondere nel miglior modo possibile, non solo con il sostegno all’affitto che abbiamo ovviamente confermato, ma anche mettendo a disposizione una adeguata dote di patrimonio pubblico di edilizia residenziale pubblica, per poter fronteggiare le situazioni di massima emergenza.

    Affinché quelle cose che dicevamo prima potessero essere realizzate, cioè lo sblocco di tutto ciò che può essere sbloccato, la riallocazione delle risorse, così come l’utilizzo al meglio di tutte le risorse a disposizione, condividiamo anche con chi è intervenuto il fatto che i processi di semplificazione siano indispensabili. Il percorso che abbiamo cominciato dopo la firma del Patto per il lavoro e per il clima è andato avanti e anch’io confido, come ha detto il presidente, che si possa addivenire in tempi rapidi alla sottoscrizione del Patto per la semplificazione, anche perché il confronto con le categorie e il confronto con le parti sociali è stato un confronto importante in questi mesi, che ci ha aiutato e ci aiuterà a predisporre un’idea di Patto per la semplificazione che prova ad agire nel semplificare l’azione della pubblica amministrazione per via amministrativa e organizzativa ancor prima che legislativa, perché a volte, quando si vanno a sommare leggi ad altre leggi, c’è il rischio che, anziché semplificare, si vada un po’ a complicare. Questo non significa che non si debbano mettere in campo interventi legislativi, lo abbiamo fatto in alcuni settori, lo faremo certamente anche in altri. Lo faremo anche per applicare una parte delle cose che sono contenute nel DL 77 sulla semplificazione, perché quanto previsto dal Governo che, a mio avviso, ha fatto un passo avanti nel momento in cui ha trovato la condivisione da parte di tutte le forze sociali e imprenditoriali, credo che debba trovare poi una ricaduta anche in quello che faremo a livello locale. Quindi, se ci sarà bisogno anche di norme applicative, di interventi applicativi del DL 77, credo che sia nostro dovere metterli in campo per rispondere agli obiettivi che il Governo o che il Paese ha, in particolare in termini di necessità di mettere a terra e di spesa rapida delle enormi risorse straordinarie che ci sono state messe a disposizione.

    Su questo mi permetto un’osservazione rispetto a quello che diceva Bargi. Sul PNRR davvero ci troviamo in presenza di uno sforzo che è superiore, molto superiore, in termini reali oltre che nominali, a quello che è l’intervento che è stato messo in campo con il Piano Marshall nell’immediato dopoguerra.

    Abbiamo, però, al contempo, la necessità di far sì che queste cose trovino messa a terra nel tempo più rapido possibile. Per questo dicevo i processi di semplificazione che passeranno inevitabilmente per l’interoperabilità delle banche dati, per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, per il rafforzamento in termini di competenze della pubblica amministrazione. I percorsi messi in campo anche dalla Regione in questo senso, che hanno portato a nuove assunzioni per quasi 1.000 persone e altre che arriveranno anche sul versante dirigenziale a breve, vanno nella direzione di un rafforzamento di competenze che è indispensabile per la Regione, così come lo è per gli enti locali.

    Dentro la manovra di assestamento, lo diceva bene anche la relatrice Rontini e il relatore Sabattini, c’è un’idea importante di ripartenza e di rilancio, che passa attraverso politiche per l’attrattività e il sostegno alle imprese. Il pacchetto, mettendo insieme il riutilizzo dell’avanzo e l’assestamento, è un pacchetto importante di metà legislatura, così come c’è un pacchetto importante sul versante formativo. Non lo abbiamo ricordato nel fare la manovra di assestamento perché, in realtà, sono stati confermati i 10 milioni di euro che il collega Colla metterà a disposizione del sistema formativo per qualificare il sistema stesso, nella logica di quel rilancio delle politiche attive del lavoro finalizzate a fronteggiare problemi occupazionali che ci saranno non solo in termini quantitativi, ma anche in termini di raccordo tra domanda e offerta di lavoro.

    In tal senso, una serie di misure previste anche nel PNRR, come ad esempio l’investimento molto forte sugli ITS, credo vadano proprio nella direzione giusta, nel momento in cui si vogliono creare le condizioni affinché chi esce dal sistema dell’istruzione e della formazione possa in qualche modo intercettare immediatamente nuove opportunità di lavoro e per far sì che le imprese che hanno bisogno di determinate competenze le possano ritrovare immediatamente tra coloro che completano dei percorsi di istruzione o di formazione. Sono politiche attive per far sì che le persone possano intercettare nuove opportunità di lavoro e anche attenzione a chi ha pagato più di altri la crisi.

    C’è stato un richiamo alla necessità di tenere un occhio di attenzione ai lavoratori dello spettacolo, della cultura, ai lavoratori anche dello sport. È evidente che questo è un intervento che assume dimensioni notevoli. Solo i lavoratori dello spettacolo sono 17.000 persone iscritte nel registro ex ENPALS dell’INPS. È evidente che sono interventi che noi possiamo mettere in campo nella misura in cui riusciamo a utilizzare per questo il Fondo sociale europeo, un utilizzo straordinario del fondo che abbiamo fatto, ad esempio, nel corso del 2020, lo ricorderete, per i tirocinanti dove abbiamo messo a disposizione 11 milioni di euro.

    Credo che o nel completamento della programmazione dell’FSE, tenendo conto delle risorse che si possono avere ancora a disposizione, poche in Emilia-Romagna perché le abbiamo spese praticamente tutte o nella fase di nuova programmazione, credo che un occhio di attenzione a chi ha sofferto di più durante la fase di maggiore emergenza vada assolutamente tenuto.

    Queste sono alcune osservazioni in merito a quanto è emerso dall’audizione e dall’udienza conoscitiva di oggi. Altre meritano, ovviamente, un approfondimento anche da parte della Giunta, anche rispetto all’osservazione fatta sull’inserimento o il riconoscimento che ai Centri per l’innovazione dell’opportunità di poter utilizzare la legge n. 12 del 2013. È chiaro che sulle modalità con cui la potranno utilizzare rinvio a un confronto più diretto con il collega Colla. In termini di risorse, mi preme sottolineare che il dato che ricordava Manuela Rontini in termini di accrescimento di risorse per l’FSE e il FESR credo che ci aiuti ad evitare che questo tipo di allargamento che facciamo vada a danno di qualcuno e che quindi siamo nelle condizioni di far sì che questo tipo di operazione diventi un’operazione win-win, quindi non un’operazione in cui qualcuno ci guadagna e qualcuno ci perde, ma un’operazione in cui tutti ci possono guadagnare. È chiaro che sulle modalità rinvio, inevitabilmente, come è giusto che sia, a un confronto con il collega Colla, che, oltretutto, su questo ha dato ampia disponibilità a capire, insieme ai portatori di interesse, come poter fare le cose nel miglior modo possibile.

    Aggiungo un’ultima considerazione, sempre legata al sistema del welfare. Lo avevo dimenticato prima. Insieme all’assestamento, al DEFR e al collegato, arriverà in Aula entro la fine del mese, quindi per quella seduta, anche la legge che la Giunta ha approvato pochi giorni fa per riconoscere al sistema delle ASP un contributo straordinario per gli sforzi fatti per la loro attività di sviluppo e razionalizzazione del 2000 e del 2021, con un contributo straordinario che, al momento, in legge abbiamo riconosciuto di 4 milioni per tre anni, quindi complessivamente di 12 milioni di euro. Poi vedremo se la discussione in aula determinerà eventuali ritocchi. In tal senso c’è la disponibilità della Giunta a verificare, vista la delicatezza del tema e le finalità sul versante sociale e del welfare, questo tipo di operazione. Questo a completamento delle misure che i relatori hanno ben illustrato e che avremo modo di approfondire poi anche nelle prossime Commissioni.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore.

    Direi di chiudere questa udienza conoscitiva, ringraziando gli intervenuti e gli ospiti. Ci vediamo il 7 per la discussione di questi argomenti.

    Grazie e buona serata a tutti.

     

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