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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 02/11/2021 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 37

    Seduta del 2 novembre 2021

     

    Il giorno 2 novembre 2021 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. PG.2021.23974 del 27/10/2021, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente, dei Vicepresidenti Palma Costi e Gabriele Delmonte, e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari, Matteo Daffadà, Stefano Caliandro, Nadia Rossi (PD); Giulia Pigoni (BP),  Federico Alessandro Amico (ERCEP); Maura Catellani, Michele Facci, Andrea Liverani, Fabio Rainieri (Lega); Silvia Piccinini (M5S); Michele Barcaiuolo (FDI); Silvia Piccinini (M5S); nonché degli altri partecipanti in via telematica a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 18 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    6

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    assente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    assente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    Sono presenti: la consigliera Katia TARASCONI in sostituzione di SONCINI; Valentina STRAGLIATI in sostituzione di RANCAN.

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste il segretario: Enzo Madonna

    Funzionario estensore: Agata Serio


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    3934 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Norme in materia di agricoltura sociale". (Delibera di Giunta n. 1383 del 06/09/2021)

    (Relatore consigliere Stefano Caliandro - Relatore di minoranza consigliere Fabio Rainieri)

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    Partecipano

     

    Alberto Alberani Legacoop E-R

    Matteo BadialiVicesindaco, Comune di Zola Predosa

    Giorgia Bartoli Tecnico, Confagricoltura Emilia-Romagna

    Riccardo BreveglieriDirettore Forum Terzo Settore

    Eugenia FazioAvvocato, Federazione Regionale Coldiretti Emilia-Romagna

    Alessandro Ghettiufficio legislativoColdiretti Emilia-Romagna

    Francesca MatteiAssessora, Comune di Rimini

    Manuel QuattriniVice-direttore CIA - Agricoltori Italiani E.R.

    Gianni RighettiAssessore, Comune di Molinella

     

    PRESIDENTE RONTINI. Do per ora esaurito l’appello.

    Do il buon pomeriggio ai nostri graditi ospiti, che hanno accolto l’invito della Commissione a partecipare all’udienza conoscitiva. Come vedete, le nostre sedute, per l’impossibilità di stare ancora tutti in aula per i numeri dei partecipanti alla Commissione e le limitazioni ancora esistenti, legate al Covid, ci impediscono di stare tutti contemporaneamente in aula, quindi ci sono alcuni colleghi collegati da remoto.

    Se qualcuno dei colleghi deciderà di partecipare ai nostri lavori raggiungendoci in aula o collegandosi da remoto lo farà.

    Mi scrive non nella chat la collega Marchetti. Io sinceramente nella mia chat non ho visto che è presente. Ecco la consigliera Marchetti che si è prenotata per dire che è presente, benissimo.

    Stavo dicendo che comunque daremo evidenza degli eventuali colleghi che decidessero di raggiungerci sia in aula che da remoto.

     

    3934 – Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Norme in materia di agricoltura sociale". (Delibera di Giunta n. 1383 del 06/09/2021)

     

    PRESIDENTE RONTINI. Come dicevo prima, abbiamo come primo punto all’ordine del giorno il progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Norme in materia di agricoltura sociale”.

    Da alcune settimane l’Assemblea legislativa ha iniziato l’iter di approfondimento su questo progetto di legge. Sono stati nominati relatore il consigliere Stefano Caliandro e relatore di minoranza il consigliere Fabio Rainieri, entrambi qui seduti in prima fila, a cui passerò la parola, chiedendo ad entrambi, così come agli ospiti, di potersi attenere sui sette, otto, dieci minuti. Poi, naturalmente non togliamo la parola a nessuno, è un piacere rivederci anche in presenza e sapere che in diversi avete raccolto il nostro invito.

    Partirei quindi dal relatore, Stefano Caliandro.

     

    CALIANDRO. Buon pomeriggio.

    Ringrazio la presidente per la calendarizzazione pronta del provvedimento legislativo, e gli uffici tecnici dell’assessorato, nonché l’assessore, per aver ripreso un argomento di grande importanza come la legge che oggi condividiamo in udienza pubblica, perché rappresenta, a mio giudizio, lo spaccato ventennale di un provvedimento di riforma costituzionale che ha fortemente rafforzato il ruolo delle Regioni.

    Penso alla modifica del Titolo V della Costituzione e del relativo articolo 117, e del modo attraverso il quale la discussione su temi di così grande importanza è stata localizzata in politiche territoriali.

    La modifica del Titolo V ha consegnato nel corso del tempo già importanti provvedimenti legislativi: penso alla legge su temi attinenti evidentemente l’agricoltura sociale, alla legge 4 del 2009, quella che introdusse la possibilità di avere degli agriturismi, quindi di allargare lo stesso oggetto sociale dell’intervento in agricoltura, e successivamente il dibattito è diventato un dibattito diverso.

    Questa diversità, sulla quale si incentra oggi il nostro provvedimento legislativo, è una diversità che è stata coltivata… Il termine giusto è “coltivata”. Perché? Perché se è vero che l’Unione europea, con la sua Agenda 2030, ha dato un grande stimolo sull’argomento di sviluppo e di iniziativa relativo all’agricoltura sociale, non vi è dubbio che un grande impeto è stato dato dal regolamento 1308 del 2013, a seguito del quale il legislatore nazionale è intervenuto sulla legge 141 del 2015. Un provvedimento, quindi, che porta con sé tutta una serie di discussioni, con ricaduta a pioggia su quello che lo stesso oggetto dell’agricoltura sociale deve avere nei nostri territori rurali.

    Chi discute, quindi, oggi del ruolo multifunzionale del provvedimento sa che il percorso è stato lungo e ha visto anche degli investimenti prima di tutto comunitari, e successivamente anche, evidentemente, delle autonomie locali.

    È un passaggio tutt’altro che scontato, questo, perché il fatto di poter agire direttamente questa attività amministrativa e legislativa da parte del legislatore regionale è un’occasione di grande importanza, perché mette alla prova i nostri stessi uffici tecnici e amministrativi.

    Da qui, il plauso nei confronti di chi segue la macchina comunitaria e la macchina regionale per creare le occasioni di sviluppo per i nostri territori. Potremmo dire, sostanzialmente, che il tema dell’agricoltura sociale è un tema molto comunitario, è un tema che ci permette, un po’ come tutti i temi legati all’agricoltura, una discussione a 360 gradi su quelle che sono le sacche di resistenza, ma soprattutto le possibilità di sviluppo del settore agricolo.

    Sul tema dell’agricoltura sociale, in buona sostanza, si sviluppa una rappresentazione di maggiore evidenza di quello che è il percorso di integrazione che vogliamo dare alle realtà territoriali più in difficoltà (i nostri territori rurali) e allo stesso tempo per rispondere ad una mission politica e amministrativa che sappia tener conto delle varie fragilità.

    Esistono fragilità dell’impresa agricola, ma esistono altrettante fragilità, evidentemente, del mondo che si muove intorno al Terzo settore. È in questo connubio di interessi, in questa possibilità di moltitudini di interventi che si inserisce il primo provvedimento del 2015 che citavo a livello nazionale, e l’impegno politico preso già dalla scorsa legislatura, e finalmente realizzato in questa, di arrivare ad un progetto di legge.

    L’assessore Mammi, in buona sostanza, ripercorre, con l’impegno di fronte al quale mette la Giunta e tutto il Consiglio ad una discussione odierna, un dibattito che chi segue i lavori da anni conosce meglio di noi, ovverosia la potestà legislativa in materia agricola, ma soprattutto l’inserimento di quelle fasce più deboli che nel nostro ordinamento hanno bisogno di essere integrate.

    Da questo punto di vista, quindi, che il legislatore nel corso del tempo abbia scelto delle tecniche di intervento di più grande interesse, è rappresentato dal fatto che noi abbiamo la possibilità di avere utenti diversi tra di loro: penso ai disabili, agli anziani, ai detenuti, alle persone cosiddette fragili, ma soprattutto al ruolo che viene attribuito anche dalla nostra stessa legge regionale, agli enti pubblici, alle cooperative sociali, nonché ai consumatori responsabili.

    È in questa sinergia del provvedimento regionale che ritengo si trovi la più grande possibilità di sviluppo e di crescita del mondo agricolo sociale del nostro territorio. Sappiamo che chi fa agricoltura, in questi anni, lo fa con grande difficoltà, così come chi si occupa di Terzo settore lo fa con grandi difficoltà, diverse, perché la società cambia, ma diverse anche rispetto alla multifunzionalità alla quale deve ambire un progetto di legge.

    Questo progetto di legge, col suo articolato, è stato ampiamente masticato nelle trattative che hanno anteceduto la discussione, rispetto alla quale il Consiglio oggi si vede partecipe. Ma questa occasione è stata evidentemente quella di stabilire che l’oggetto primario non è solo il cibo, l’oggetto primario non è soltanto la coltura, ma l’oggetto primario è la nuova creazione di opportunità, quindi è una legge di grandi opportunità.

    Resta il fatto che perché vi sia un’interconnessione possibile, così come cerchiamo di porla all’evidenza del nostro legislatore regionale, occorrerà fare anche degli ulteriori salti qualitativi. Il legislatore nazionale, così come dovremmo fare anche noi, non dà per scontato il fatto che il ruolo silente dell’Amministrazione possa essere soltanto ratificatorio. La legge regionale non commette questo errore. Anzi, è propulsiva di nuove iniziative, e credo che anche l’interesse che ha suscitato da parte degli attori sociali impegnati in entrambi i settori, quello agricolo e quello sociale, ne testimoni la bontà.

    Credo, in buona sostanza, che aver attinto a 1,3 milioni di euro dal progetto di sviluppo rurale, e l’investimento di 75.000 euro fatti dalla nostra Giunta regionale rappresentino quel rapporto che esiste tra zona rurale e fragilità, rappresentino un investimento di prospettiva sul quale noi, fra tre anni, in questa Commissione, torneremo a vedere lo stato di avanzamento, così come descritto evidentemente dal legislatore.

    Ma perché questo sia possibile, quindi, perché il territorio europeo, che cerchiamo di arare, sviluppare, seminare in questo periodo, e con questa legge, abbia il suo sbocco naturale, occorre evidentemente che ci sia un’interconnessione maggiore. Un’interconnessione con il settore del lavoro, per estendere le agevolazioni che portano all’inserimento lavorativo, per estendere anche la possibilità di attingere a quelle stesse fonti di incremento.

    Occorre evidentemente discutere, come in parte fa anche la legge nazionale, i temi legati al principio di legalità e di lotta alla mafia, quindi utilizzare i terreni confiscati alla mafia, riprendere un dibattito che in questa Regione ha avuto una fase embrionale, e che non è mai stato sviluppato a sufficienza, come quello dei terreni, o della Banca della terra, che sono inutilizzati e possono essere messi al servizio della nostra comunità e dei nostri cittadini, per svolgere azioni socialmente responsabili.

    Infine, occorre evidentemente che, così come il legislatore nazionale ci chiede di fare, siamo noi promotori di un’interconnessione territoriale sul ruolo che devono svolgere gli enti locali: penso per esempio ai bandi delle mense scolastiche, ai prodotti derivanti dall’agricoltura sociale, che possono essere un prodotto di nicchia, ma soprattutto un prodotto qualificante per il territorio.

    In buona sostanza, il pregio di questa legge non è soltanto l’articolato, del quale pure bisogna saper discutere, ma il pregio di questa legge, a mio giudizio, sta nella capacità di avere una visione completa, circolare del ruolo che il legislatore regionale deve avere.

    Io credo che avere una testimonianza di più di 50 aziende, che già possono essere etichettate, ricondotte evidentemente ai temi dell’agricoltura sociale, sia un fatto di grande importanza, come un fatto di grande importanza è che queste aziende di cui parliamo sono in larga parte cooperative sociali. Esiste già, cioè, in una prima fase, in un primo approccio, una grande consapevolezza della mission. Occorre evidentemente che questa mission sia interattiva, sia una mission che dia la possibilità di sviluppare alcune attività diverse.

    Su questo, evidentemente, senza perdere il senso della ruralità dell’agricoltura, anche gli interventi in materia di edilizia strumentale, ripresi dal legislatore regionale nella nostra proposta che poniamo alla vostra attenzione, costituiscono un fatto nuovo, costituiscono la possibilità di ragionare in maniera diversa.

    Diciamoci la verità, quindi, l’elenco delle fattorie didattiche, così come il legislatore nazionale e regionale cerca di fare, distinguendole evidentemente dall’agricoltura sociale nelle definizioni dell’articolo 1, costituisce, a mio giudizio, un’occasione di ridefinizione del nostro perimetro stesso di azione politica e amministrativa.

    Cerco di stare nei tempi che ci siamo dati con la presidente Rontini. Noi abbiamo una grande occasione. Abbiamo l’occasione di rendere attuativo il nostro posizionamento comunitario, di rendere di prospettiva il nostro finanziamento, la nostra interazione in un mondo agricolo molto difficile, molto complicato, tanto più al tempo dei grandi cambiamenti climatici. C’è un passaggio, per esempio, nella legislazione, che a me piace molto, rispetto alla cultura, anche ambientale. Noi sappiamo benissimo che coltivare la terra aiuta anche a prevenire le malattie della terra. C’è quindi una frontiera nuova rispetto al modo in cui utilizzo le fragilità e la tutela del territorio. Per fare questo, evidentemente, occorrerà la capacità di cucire piuttosto che quella di strappare, occorrerà la capacità di seminare.

    Questo provvedimento è evidentemente la semina di buone intenzioni sui temi della socialità, ma soprattutto è una grande occasione anche sulla multifunzionalità dell’impresa agricola. Dobbiamo aiutare l’impresa agricola, dobbiamo aiutare a renderla più tecnologica, e ci sono esempi recenti, svoltisi anche qui, in questo territorio, che rappresentano quanto avanti sia l’impresa agricola dal punto di vista tecnologico. Ma dobbiamo saperlo fare anche ricordandoci quella vocazione stessa che l’Europa ci chiede nel finanziare questi provvedimenti, ovverosia, una capacità di tenuta di insieme delle fragilità rurali, così come quelle delle persone. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie al relatore, Stefano Caliandro.

    La parola adesso al relatore di minoranza, Fabio Rainieri, che può decidere se intervenire dal posto o da qua, come preferisce. Lo stesso vale anche per gli stakeholder esterni.

    Nel frattempo, comunico che il consigliere Marco Fabbri è presente, lo ha segnalato nella chat dell’applicazione; il consigliere Facci Michele ci ha raggiunti in sala. Penso che la chat del Collaborate abbia qualche problema, lo segnalo ai tecnici, perché ho visto con ritardo arrivare i messaggi che mi erano stati anticipati dai consiglieri, informalmente via WhatsApp.

    Prego, consigliere Rainieri.

     

    RAINIERI. Grazie, presidente.

    Innanzitutto voglio ringraziare lei e i tecnici della Commissione, gli Enti e le associazioni che sono qui con noi oggi a darci un contributo per migliorare questa legge, che è una novità per la Regione Emilia-Romagna. È una legge che non c’era, una legge che può aiutare a migliorare il contributo che gli agricoltori danno al nostro sistema economico.

    Molto spesso, anche in questa Assemblea, abbiamo discusso sul fatto che alcuni pensano che gli agricoltori siano quasi dei delinquenti, degli assassini, degli inquinatori, mentre sappiamo tutti benissimo che viene da ben altre parti l’inquinamento e tutto quello che ci gira attorno.

    In tutto questo, qualcuno potrebbe dire: cosa c’entra l’agricoltura sociale? C’entra. Le persone che beneficeranno di questa possibilità di entrare a far parte di un mondo poco conosciuto e molto bistrattato credo possano essere il miglior veicolo nei confronti delle altre persone e degli altri Enti, penso alle scuole, alle università, alle stesse carceri, a tutto il mondo che graviterà attorno all’agricoltura sociale, per veicolare un messaggio che non sempre è corretto nei confronti del mondo agricolo.

    Questa è una legge che non c’era, come ho detto prima, una legge che si rifà alla legge n. 141/2015 nazionale, che scorpora le aziende agricole sociali, che in parte erano all’interno dell’elenco delle aziende agrituristiche, e farà un albo proprio.

    È una realtà importante a cui andiamo a dare una legislazione. Questa legge, però, rischia di creare qualche problema alle aziende che vogliono entrare a far parte di questo mondo, soprattutto dal punto di vista della regolamentazione dei documenti, delle pratiche che servono, quindi la burocrazia che gira intorno al nostro sistema legislativo. Chiederemo, quindi, poi ne parlerò con il collega relatore di maggioranza, Caliandro, perché abbiamo qualche idea, come eventualmente ‒ oggi sicuramente avremo un aiuto anche dalle persone che ascolteremo ‒ migliorare tutte le questioni burocratiche che, in alcuni casi, disincentivano le aziende a intraprendere determinate iniziative.

    Vorremmo che questa legge fosse ‒ parlo da consigliere regionale ‒ più partecipata dall’Assemblea legislativa. È una legge che propone la Giunta, ma è una legge che, come si legge nella clausola, ha una parte di controllo che deve essere fatto dall’Assemblea. La legge dice “ogni tre anni”. Noi proporremo ogni due, come fanno in altre Regioni, dove hanno già iniziato un percorso di questo tipo.

    Un’altra questione è quanti soldi effettivamente vengono stanziati. Nella legge non c’è scritto. Il collega ha dato un paio di cifre. Quanti sono questi soldi che verranno stanziati? Ed effettivamente per fare che cosa? E poi i tempi di adeguamento per le aziende che vogliono o vorranno entrare in questo percorso. I soldi sono pochi, se queste sono le cifre. Se vogliamo incrementare e vogliamo far sì che il sociale entri anche in agricoltura, cosa che c’è già, forse molto più di quanto non sia conosciuto, se vogliamo dare una legislazione che chiarisca anche questa fase, bisogna dare la possibilità al legislatore di essere anche parte in causa attiva e non solo propositiva, confermando le parole con i fatti, quindi mettendoci una somma sostanziale. La parte burocrazia, quindi, la parte dei soldi, la parte del tempo per adeguare le aziende agricole. Siamo in un momento in cui trovare le materie prime, non solo per l’alimentazione, ma anche per i fabbricati, e le materie umane, anche... Oggi scarseggiano ferro e tutto il resto, ma scarseggiano anche le imprese che hanno la possibilità... Per fortuna, dico. Vuol dire che hanno lavoro. Questa non è una nota polemica, ma esattamente il contrario. Come prevede la legge, un anno nei tempi di adeguamento delle aziende potrebbe essere difficoltoso da raggiungere. Se partiamo con la parte burocratica, che, come sappiamo benissimo, lo dicevo all’inizio, è una delle parti più significative di tutti gli insediamenti o gli sviluppi che le aziende vogliono fare, non solo quelle agricole, ma in questo caso stiamo parlando di agricoltura, oggi viene a mancare anche la possibilità di reperire materiale tecnico e le imprese in grado di darti in questo tempo la possibilità di un adeguamento.

    Per tutto questo, noi siamo contenti e favorevoli per il fatto che la Regione abbia deciso di istituire una legge che dà anche un albo di queste aziende. Dall’altra parte, però, insieme al collega, insieme alla presidente e a tutto lo staff della Commissione, vorremmo cercare di migliorare per fare in modo che questa legge diventi altamente attrattiva per le aziende agricole.

    In più, bisogna anche valutare le difficoltà dovute ai territori in cui si andrà a insediare questo tipo di nuova attività. Anche su questo credo che con il collega di maggioranza ci sarà grande spazio di valutazione. Oggi avremo grandi e tante indicazioni sulle quali tutta la Commissione e tutti i colleghi potranno ragionare e cercare di dare un input migliore a questo provvedimento.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliere Rainieri.

    Ringrazio entrambi i relatori, il relatore di maggioranza per la precisa illustrazione e il relatore di minoranza che ci ha anticipato alcuni terreni di lavoro che derivano dalla loro parte politica, su cui auspichiamo sempre ci sia la possibilità insieme di fare passi avanti.

    Faccio una precisazione. Avrei dovuto farla all’inizio della seduta. È in corso anche la Giunta regionale. È il motivo per cui l’assessore Mammi non è qui con noi. Ha partecipato alle altre sedute sul progetto di legge. Abbiamo insieme condiviso e calendarizzato le altre date della Commissione. La prima, quella di lunedì prossimo, quando svolgeremo la discussione generale sul provvedimento, che poi avrà tutto il tempo, perché andremo in aula per l’approvazione... Per consentire alla I Commissione di dedicare tutto il tempo necessario all’approvazione del bilancio di previsione, abbiamo eliminato alcune sedute d’aula, non arrivando per il 23, perché avremmo dovuto fare le corse, e non ci piace, perché vogliamo sempre che tutti i consiglieri di maggioranza e di minoranza abbiano il tempo necessario per poter approfondire, migliorare, emendare. Andremo in aula a fine dicembre con questo provvedimento. Ci sarà, poi, lo spazio per fare gli altri passaggi.

    Ne approfitto per fare una precisazione sul tema delle risorse. Chiaramente, c’è un passaggio che riguarda le risorse, le misure di sostegno all’articolo 9. Nell’illustrazione della settimana scorsa l’assessore Mammi si è preso l’impegno sulla parte “investimenti”, quindi non sulla formazione o sulle altre misure previste, di provvedere dal PSR, da questo primo biennio di transizione, 1,3 milioni. I numeri che citava il relatore, quindi, fanno riferimento a questo primo impegno, con la specifica anche dell’assessore, che era un primo impegno.

    Della discussione generale dell’8, ho detto e che andremo in aula a fine dicembre ho detto.

    Prima di passare la parola alla prima persona che ha chiesto di intervenire, che si era prenotata, dico un’ultima cosa: se le associazioni, gli enti, coloro che oggi partecipano vorranno farci avere anche eventuali contributi scritti per dettagliare meglio le loro proposte, ben volentieri. Le inviate alla mail da cui avete ricevuto la convocazione per l’udienza conoscitiva di oggi, cioè SegrComII@Regione.Emilia-Romagna.it. Sarà nostra premura, con l’ausilio della segreteria e dei funzionari, che colgo l’occasione per ringraziare, inviarli poi a tutti i commissari.

    Sarà poi reso disponibile anche il resoconto integrale dell’udienza conoscitiva, perché per prassi i verbali sono asciutti, sintetici, ma dell’udienza conoscitiva, oltre alle registrazioni – anche perché i nostri lavori per scelta della Presidenza si svolgono sempre in diretta streaming – è però fornito il resoconto integrale, parola per parola, degli interventi.

    A questo punto, ho parlato anche troppo. Vi chiedo scusa, ma penso fossero alcune comunicazioni di servizio utili al prosieguo dei nostri lavori. Ho parlato troppo perché appunto l’udienza conoscitiva, mi piace ricordarlo, è l’unico momento in cui noi consiglieri ascoltiamo: ascoltiamo chi dall’esterno ha competenze, si occupa dei temi che trattiamo e può fornire a noi contributi utili.

    Do quindi la parola a Francesca Mattei, che so essere collegata, assessora del Comune di Rimini. Buon pomeriggio. Provi a parlare, così capiamo se in aula e da remoto la sentono bene.

    Noi in aula, ad esempio, non la sentiamo. Non si spaventi, è un classico. Le auguro buon lavoro, visto che vi siete appena insediati in Comune. Questo è un classico che ci ha accompagnato nell’ultimo anno e mezzo: probabilmente deve alzare il volume del suo microfono; se ho detto cose sbagliate chiedo a Claudio di farmi un segno. Deve alzare lei il volume.

    Vediamo il labiale, ma non sentiamo. C’è una “rotellina” a sinistra in basso, dove c’è il microfono: bisogna alzare al massimo il volume.

     

    MATTEI, assessore del Comune di Rimini. Mi sentite?

     

    PRESIDENTE RONTINI. Benissimo. Buongiorno, assessora. A lei la parola.

     

    MATTEI, assessore del Comune di Rimini.  Buongiorno a tutti.

    Il mio intervento sarà breve. Volevo ringraziarvi per il lavoro che avete fatto. Anche se mi sono appena insediata all’interno della Giunta del Comune di Rimini, da tempo il Comune stava aspettando una normativa in materia, che speriamo presto possa essere approvata ufficialmente. Sono numerosi gli studi, anche a livello accademico, di progetti di questo genere. Fra, l’altro, a livello informale, io credo che siano più di una cinquantina i progetti attivi nella nostra Regione che risaputamente è una delle più attive dal punto di vista del cooperativismo e di questi progetti di inclusione.

    Io sono assolutamente d’accordo con quello che hanno affermato i nostri consiglieri regionali, che stanno lavorando a questo progetto di legge, che hanno lavorato al progetto di legge, ovvero, che è necessario integrare lo sviluppo del mondo agricolo assieme a quello sociale. Entrambi sono dei mondi, dei settori che hanno bisogno di essere implementati, di interagire da un punto di vista di vista multifunzionale, e si può raggiungere, in questo modo, un mutualismo che altrimenti non si avrebbe.

    Sono d’accordo anche con quello che è stato detto per quanto riguarda i fondi. È quindi necessario che la Regione, una volta messa a punto questa legge, proponga anche un supporto dal punto di vista sia tecnico, ma anche finanziario. Come sappiamo, infatti, il Terzo settore è da sempre un ambito che stenta ad andare avanti: ovvero, questi progetti non devono essere semplicemente dei tentativi, ma devono essere portati avanti, e portare un vero impatto sul territorio.

    Concludo qui. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Grazie all’assessora Francesca Mattei del Comune di Rimini.

    Passiamo adesso alla dottoressa Giorgia Bartoli, di Confagricoltura Emilia-Romagna, che è qui in sala. Se vuol venire qua, come preferisce lei, come è più comoda (là non ci sono i microfoni in tutti i banchi).

     

    BARTOLI, Confagricoltura Emilia-Romagna. Grazie, presidente, buon pomeriggio a tutti.

    Vi ringrazio a nome di Confagricoltura Emilia-Romagna per questa opportunità che ci è stata data oggi e per l’illustrazione di questa importante legge che si attendeva da tempo.

    Il testo di cui discutiamo oggi è già stato oggetto di un ampio approfondimento interno a Confagricoltura Emilia-Romagna, ed è stato trattato in due diverse occasioni nella Consulta agricola regionale, il 21 maggio e il 4 giugno.

    In quella sede abbiamo presentato alcuni emendamenti che sono stati in parte accolti e su cui quindi non mi soffermo ulteriormente in questa occasione.

    In linea generale, Confagricoltura accoglie favorevolmente questo progetto di legge, che in altre Regioni – Lombardia, Veneto, Liguria, Abruzzo – è già stato approvato da diverso tempo. Per incentivarne lo sviluppo, il ruolo della Regione Emilia-Romagna sarà fondamentale nell’agevolare e nel rafforzare le relazioni tra gli imprenditori agricoli, i servizi sociosanitari, gli enti pubblici competenti per territorio e i soggetti del Terzo settore, affinché i progetti di agricoltura sociale si moltiplichino e siano coronati da successo.

    Pur condividendo quindi gli obiettivi della legge e l’attuale impianto della bozza di proposta legislativa, segnaliamo che molti aspetti vengono demandati alla Giunta dopo l’approvazione della legge. Cito i criteri necessari per l’esercizio delle attività di agricoltura sociale, le modalità di svolgimento della stessa, le procedure amministrative e di controllo applicabili, la modulistica a supporto, nonché il periodo di eventuale sospensione volontaria dell’attività, i requisiti soggettivi aziendali, le competenze professionali e formative, i criteri e le modalità per l’iscrizione all’elenco, eccetera.

    Come già evidenziato in sede di Consulta agricola regionale, ribadiamo anche oggi la nostra richiesta di essere coinvolti nella definizione dei contenuti degli atti di Giunta, che non trattano aspetti marginali ma determinanti per l’effettiva applicazione sul territorio dell’attività legata all’agricoltura sociale.

    Inoltre, evidenziamo che in data 6 luglio abbiamo indirizzato una comunicazione all’attenzione dell’assessore Mammi e del direttore generale Mazzotti, segnalando che la delibera di Giunta n. 1693 del 2009 avente ad oggetto la legge regionale n. 4 del 31 marzo 2009 “Disciplina dell’agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole”, al punto 11 dell’allegato A, cita le attività sociali nell’ambito delle attività agrituristiche. In particolare, si annoverano le attività rivolte all’ospitalità della prima infanzia, nidi, asili, educatrici familiari, le attività rivolte alla riabilitazione e all’inclusione lavorativa di soggetti a bassa contrattualità, la presa in carico di soggetti deboli, come gli anziani, per favorirne la socializzazione, e le attività di accoglienza complementari per utenti assistiti dai servizi sociosanitari.

    Dato che la nuova bozza di legge sull’agricoltura sociale si inserisce nel contesto dell’articolato esistente, si sottolinea la necessità di fornire chiarimenti necessari affinché i limiti cui l’operatore agrituristico oggi deve sottostare (per esempio, per l’ospitalità massimo 12 camere, per la somministrazione dei pasti giornalieri/mese 50 pasti al giorno) nello svolgimento della sua attività ordinaria, non entrino nel conteggio della connessione qualora un operatore agrituristico decida di implementare una delle attività previste dalla nuova legge sull’agricoltura sociale, che prevede ospitalità degli utenti, per evitare difformità di comportamento tra un imprenditore agricolo semplice e un imprenditore agricolo che è anche operatore agrituristico, facendone esplicito riferimento nell’articolo 16 (Disposizioni transitorie finali) dell’attuale bozza di legge.

    Avrei anche una proposta di emendamento. Non so se leggerla in questa sede o inviarla.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Lo faccia. Se poi ci invia tutto, la ringraziamo.

     

    BARTOLI, Confagricoltura Emilia-Romagna. La proposta è quella di inserire il punto 1-bis nell’articolo 16, in cui si dice: “Le attività sociali svolte nell’ambito dell’attività agrituristica, se prevedono ospitalità degli utenti interessati, non rientrano nei limiti in termini di numero di camere e numero di pasti da poter somministrare, di cui agli articoli 5 e 6 della legge regionale 31 marzo 2009”.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei.

    L’Assemblea legislativa prende in carico un progetto di legge nel momento in cui la Giunta delibera. La Giunta, giustamente, anche per il tramite della Consulta agricola, fa tutto un percorso di approfondimento prima di depositare formalmente un progetto di legge.

    Noi, come Assemblea legislativa, che facciamo un altro lavoro, non siamo, naturalmente, a conoscenza dei carteggi, degli scambi, delle proposte, insomma di tutto questo. Per noi il percorso parte nel momento in cui la Giunta ha deliberato. Quindi, se vuole, eventualmente, che noi, anche in maniera più puntuale, possiamo avere contezza di quanto lei ha citato, ci può inoltrare anche il precedente carteggio, in modo che possiamo fare, durante l’iter, una valutazione complessiva. Noi non lo abbiamo, come è normale che sia, perché da noi il libro parte dalla deliberazione della Giunta. Bene fa la Giunta, prima di depositare un progetto di legge, a fare una serie di confronti, di incontri, a coinvolgere la Consulta. Questo vale per quanto diceva la dottoressa Bartoli, ma anche in generale.

    Ci sono sia Eugenia Fazio che Alessandro Ghetti, di Coldiretti Emilia-Romagna.

    Dottoressa Fazio, prego, a lei la parola. Buongiorno.

    Oggi le prime tre sono donne. Finalmente. Non me ne vogliano i relatori uomini, a cui dopo darò la parola, però ci fa piacere.

     

    (interruzione)

     

    PRESIDENTE RONTINI. Sì, rimaniamo con la mascherina qui in sala. Prego.

     

    FAZIO, Coldiretti Emilia-Romagna. Buonasera, presidente. Buonasera, consiglieri relatori. Buonasera a tutti i presenti.

    Grazie, innanzitutto, per l’opportunità di questo intervento che, come anticipato dalla presidente, svolgo a nome della Federazione Coldiretti Emilia-Romagna.

    Parlerò un pochino a braccio. Questa occasione ci permette di esprimere alcune brevissime riflessioni sul progetto di legge in parola. Un articolato che sosteniamo, perché strumento in grado di favorire nuove opportunità occupazionali di reddito, ma ‒ veniva detto in precedenza ‒ quale espressione della multifunzionalità dell’impresa agricola.

    La formulazione di questo articolato ‒ che abbiamo guardato ‒ è sicuramente adeguata ai princìpi generali dati dal quadro della legge nazionale, soprattutto in termini di soggetti legittimati e di attività, che pone l’accento su alcuni elementi anche innovatori rispetto al quadro generale, rispetto a questa cornice. Sicuramente quello sulla semplificazione, ripreso dall’articolo 7, è elemento che potrebbe essere anche ripreso, quando se ne parlerà, sul Patto per il lavoro e per il clima. Potrebbe essere prodromico. Potrebbe essere un primo esempio veramente di semplificazione e di aiuto.

    Secondo me è molto importante la parte sulla professionalità. Le attività dell’agricoltura sociale, che possiamo sintetizzare come attività rieducative terapeutiche, d’inserimento nel mondo del lavoro e di inclusione sociale, pedagogiche, servizi di assistenza alla persona, necessitano di persone professionali, di collaborazione. Anche la questione della collaborazione delle reti è un aspetto innovativo che viene ripreso nel progetto di legge. È un’opportunità sicuramente di reddito, ma è anche un’opportunità di valore. Queste attività necessitano di azioni, di progetti, di percorsi di riconoscimento che, purtroppo, fino ad oggi mancavano. Eravamo ristretti nell’articolato della legge n. 4/2009. Questa espressione, quindi, oggi è importantissima. La condividiamo e la sosteniamo.

    È un provvedimento, secondo noi, va detto infine, che rappresenta un esempio di attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale. L’argomento torna, però nel contesto attuale non lo possiamo dimenticare. Riteniamo non si debbano più dare per scontate azioni quali produrre cibo ed erogare servizi. La nostra società non se lo può più permettere. Abbiamo dimostrato che lo possiamo fare, lo dobbiamo fare, necessitiamo di azioni, lo stiamo facendo insieme. È per questo che accogliamo con grande favore l’articolato così come è stato pubblicato.

    Grazie mille dell’opportunità. Grazie dell’intervento.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a voi. Procediamo con Gianni Righetti, assessore del Comune di Molinella.

     

    (interruzione)

     

    PRESIDENTE RONTINI. No, scusate. Ha ragione. Grazie, Agata. Chiedo scusa.

    Andiamo in ordine di iscrizione. Si era iscritto prima Manuel Quattrini, vicedirettore della CIA Emilia-Romagna. Buon pomeriggio.

     

    QUATTRINI, vicedirettore CIA Emilia-Romagna. Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutti i presenti. Come CIA Emilia-Romagna volevamo intervenire per esprimere una particolare...

    Si sente? Più vicino?

     

    PRESIDENTE RONTINI. Noi la sentiamo bene, ma è legato ai colleghi collegati online e soprattutto alla registrazione, che poi dà il via anche al resoconto integrale. Grazie.

     

    QUATTRINI, vicedirettore CIA Emilia-Romagna. Ripartiamo.

    Innanzitutto volevamo esprimere, come CIA Emilia-Romagna, una particolare soddisfazione, un ringraziamento e un apprezzamento nei confronti di questo progetto di legge.

    Per quanto ci riguarda, come CIA, già nel novembre scorso (2020) avevamo avuto diverse interlocuzioni con l’assessore Mammi. Ci eravamo già confrontati. Avevamo anche presentato una nota scritta, dove auspicavamo l’avvio dell’iter legislativo. Ed eccoci qua in aula.

    Di agricoltura sociale di sicuro non iniziamo a parlare oggi. Sono ormai alcuni decenni che affrontiamo il tema e abbiamo contezza, registriamo diverse esperienze più o meno significative della nostra penisola, anche esperienze più o meno concentrate in alcune regioni del nostro territorio. La legge nazionale n. 141/2015 già da un bel inquadramento, nel senso che rende piuttosto chiara la materia, ma noi crediamo che la Regione Emilia-Romagna, con questo progetto di legge, faccia un ulteriore importante e significativo passo in avanti.

    Cercherò di stare nei tempi. Non la voglio fare troppo lunga. Cercherò di tenere un’esposizione abbastanza articolata. L’agricoltura sociale è un mondo. Il relatore ha toccato una serie di punti. Alcuni, però, li vorrei riprendere, perché riteniamo ci siano aspetti davvero importanti all’interno di questa legge dell’agricoltura sociale. Parliamo dell’inserimento socio-lavorativo dei lavoratori con disabilità, dei lavoratori svantaggiati. Questo è sicuramente un passaggio molto importante, sul quale dovremo spingerci molto oltre. Mi sto riferendo al mio settore, al settore agricolo, quello che noi rappresentiamo.

    Non possiamo sicuramente dimenticare il tema collegato alle terapie, i percorsi terapeutici con l’utilizzo degli animali; non solo l’utilizzo degli animali nei percorsi terapeutici, ma anche tutto il tema delle coltivazioni delle piante.

    Una delle sfaccettature estremamente importanti dell’agricoltura sociale è il mondo delle fattorie didattiche, dove si parla di educazione ambientale e di educazione alimentare. Perdonatemi, sull’educazione ambientale, ha monopolizzato le nostre politiche dei prossimi anni, perché è il tema che dovremo assolutamente affrontare e che stiamo cercando con non poche difficoltà di affrontare.

    Questo contesto ci consente di fare educazione ambientale nelle nostre aziende agricole, quindi “ambientale” non solo è intesa come l’ambiente collegato alle nostre produzioni agricole, ma ambientale a livello anche più generale.

    Per ultimo, ma sicuramente non in ordine di importanza, il tema della terza e della quarta età, collegato all’ospitalità e agli alloggi. Questo è un altro argomento. Purtroppo, la nostra popolazione sta invecchiando, lo sappiamo tutti, non voglio perdere tempo nell’intervento, dilungandomi su questi aspetti. Poter ragionare in un futuro non troppo lontano di ospitalità per la fascia della terza e della quarta età è sicuramente una grande opportunità.

    Noi riteniamo che nell’agricoltura sociale ci sia un potenziale ancora in gran parte da esprimere. Per noi questo progetto di legge, quindi, è un grande passo in avanti per la Regione Emilia- Romagna.

    Vista l’importanza che tale fenomeno sta assumendo e visti gli enormi benefici sociali e anche economici che ne possono derivare – lo ha detto prima chi mi ha preceduto, i benefici economici sono tutti ancora da esplorare, ma sicuramente i benefici sociali sono già molto ben inquadrati all’interno della legge – noi siamo molto felici che le Istituzioni abbiano colto l’effettivo potenziale dell’agricoltura sociale.

    A questo proposito, avendo questa occasione, intendo ribadire il fatto che in tutte quelle attività che la Regione sta già portando avanti e che vorrà portare avanti in termini di sensibilizzazione e divulgazione, CIA Emilia-Romagna c’è sicuramente, come partner dell’Emilia-Romagna e come parte attiva su questi aspetti.

    Politica agricola innovativa. In agricoltura sociale si parla moltissimo di innovazione, chi mi ha preceduto ha toccato l’argomento. Per noi è qualcosa di nuovo, che dobbiamo esplorare meglio, che dobbiamo approfondire. L’idea, però, di affrontare noi un percorso nuovo, come mondo agricolo, di approfondire questo aspetto, insieme a politiche di welfare che vedono come settore primario l’agricoltura e come interlocutore privilegiato, noi crediamo possa essere la ricetta giusta.

    Ripeto, non la voglio fare molto lunga, però ci sono altri punti che vorrei toccare rapidamente. C’è il tema delle opportunità. All’interno di questa legge, noi cogliamo un’opportunità che è molto importante, ovvero la possibilità che la Regione ha di promuovere specifici programmi nell’ambito della multifunzionalità, cioè attingendo a risorse dei piani di sviluppo rurale. Ci sarà davvero bisogno di interventi finanziati con risorse pubbliche per ammodernare, riorganizzare, mettere a norma tutta una serie di locali per quelle imprese che vorranno avventurarsi da un certo punto di vista verso il mondo dell’agricoltura sociale.

    Questa quindi è un’opportunità sicuramente importante. Poi ci sono tutti i temi delle priorità, prima il consigliere Caliandro ne ha toccati alcuni: c’è il tema delle mense scolastiche e ospedaliere, dove noi andiamo a inserire delle priorità per quanto riguarda l’approvvigionamento delle derrate alimentari, cioè dei prodotti agroalimentari. Sono passaggi che questa legge va in qualche modo a mettere in evidenza, e che noi riteniamo essere molto importanti. Per non parlare del discorso degli enti pubblici, che potranno mettere tra le priorità le aziende che fanno agricoltura sociale, nell’assegnazione dei terreni.

    Sono quindi tutti aspetti che vanno secondo noi nella giusta direzione. Metterei un attimo a margine – comunque è un passaggio estremamente importante anche questo – il fatto che si possa prevedere la concessione, a titolo gratuito, anche per gli operatori dell’agricoltura sociale, dei beni immobili confiscati alla criminalità organizzata. Speriamo che di questi ce ne siano pochi, perché altrimenti evidenzierebbero uno scenario non troppo piacevole.

    Mi avvio alla conclusione, sperando di essere stato più o meno nei tempi. Noi crediamo seriamente che le imprese agricole possano offrire un contributo importante per lo sviluppo sociale del territorio, creando valore aggiunto a tutti i soggetti coinvolti.

    In assenza o ad integrazione di attività e servizi forniti da altri soggetti pubblici o privati, le imprese agricole possono diventare baricentriche, soprattutto nei territori svantaggiati. Noi crediamo, e ne abbiamo già anche evidenziato due passaggi nella Consulta agricola, che per i territori svantaggiati, le nostre zone svantaggiate, molto spesso collinari e appenniniche, il tema dell’agricoltura sociale possa essere davvero qualcosa di nuovo, un volano, un’innovazione che può dare reddito per quei contesti, ma soprattutto avere una forte valenza di carattere sociale. Per noi quindi nei territori svantaggiati ci deve essere una sorta di priorità, senza dimenticare, e mi avvio veramente alla conclusione, che le imprese hanno un cuore che si chiama reddito e che senza reddito non si può sopravvivere.

    Sembra una banalità, ma quando ci si approccia a percorsi nuovi, questa noi pensiamo debba essere sempre la parola d’ordine, siamo di fronte ad una delle tante sfide che il nostro settore agricolo, come anche altri settori, dovranno affrontare nei prossimi anni.

    La vorrei definire più che altro una sfida-opportunità. Il nostro Paese nei prossimi anni dovrà affrontare, e in particolare mi sto riferendo chiaramente alla nostra Regione, a questa Assemblea, una volta tanto, un percorso di lavoro insieme, in sinergia.

    Secondo noi l’agricoltura sociale è un contenitore che metterà alla prova davvero il sistema nostro: mi riferisco al fatto di lavorare insieme, tra le istituzioni, e non mi riferisco solo chiaramente alla Regione, ma mi riferisco agli enti locali, ai Comuni, alle Unioni dei Comuni, alle Amministrazioni, che saranno più o meno sensibili, o particolarmente sensibili al tema, noi, il mondo della rappresentanza agricola, le nostre imprese e il mondo del sociosanitario.

    Tutti insieme si può sicuramente fare qualcosa di nuovo e qualcosa di innovativo. Saranno il tempo e i fatti a giudicare questo. Speriamo quindi di ritrovarci fra tre anni e di avere un report che ci dimostri che tutto quello che è stato fatto, gli sforzi fatti finora, e l’impegno che ci metteremo, ci avranno dato qualche risultato. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie. Ringrazio il dottor Quattrini.

    Spero di non avervi spaventato, nel senso che la durata degli interventi era indicativa; prendetevi il tempo che serve, abbiamo piacere di ascoltarvi.

    Comunico che nel frattempo ci hanno raggiunti, l’hanno comunicato in chat, i consiglieri Pompignoli, Stragliati e Castaldini, che quindi partecipano ai nostri lavori.

    Ridarei la parola a Gianni Righetti, assessore del Comune di Molinella, se è collegato, perché aveva richiesto di intervenire, aveva interloquito anche con la segreteria, ma in questo momento pare non essere collegato.

    Provo a chiamare Matteo Badiali, vicesindaco del Comune di Zola Predosa.

    La segreteria diceva che Righetti, che avevo chiamato prima, ha telefonato dicendo che ha avuto un problema e che quindi non riesce a collegarsi. Lo ringraziamo, magari via mail gli facciamo una nota, dicendo che se ci vuole mandare quello che sarebbe stato l’oggetto della sua comunicazione lo leggeremo con attenzione.

    Anche Matteo Badiali per ora non risponde. Proverò dopo a richiamarlo. Vediamo se è collegato Riccardo Breveglieri, direttore del Forum del Terzo settore, che vedo collegato (perché poi qualcuno si collega con nome e cognome, qualcuno con guest, ospite, quindi non è facile capire).

    Riccardo Breveglieri è collegato. Eccolo qua, buon pomeriggio.

     

    BREVEGLIERI, direttore del Forum del Terzo settore.  Buon pomeriggio, non era previsto un intervento, vi chiedo scusa. Vi stavo ascoltando con attenzione, ma mi ero iscritto all’audizione per ascoltare.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Come ascoltatore. Va bene. Grazie. Abbiamo comunque avuto l’occasione di salutarla. Speriamo che i nostri lavori siano stati di un certo interesse per lei. Vale anche per il terzo settore: se avete comunicazioni e note da farci leggere, ben volentieri.

    Passiamo, adesso, a Gianluca Mingozzi, che è qui in sala, di Confcooperative Emilia-Romagna.

    Poi c’è Alberani, di Legacoop.

    Riproveremo a chiamare anche il vicesindaco di Zola Predosa, che non ha risposto. Poi dovremmo avere terminato la parte di udienza conoscitiva.

    Prego, a lei la parola.

     

    MINGOZZI, Confcooperative Emilia-Romagna. Ci eravamo accordati anche con il collega della Lega delle Cooperative, Alberto Alberani, che è qui in Sala, per alcuni interventi che riguardavano temi contenuti nella legge regionale, ma anche nella legge nazionale.

    Come ben sapete, come cooperazione sociale scontiamo un vulnus che proviene dalla legge nazionale, tale per cui vengono riconosciute le attività delle imprese che svolgono agricoltura sociale...

    Mi scuserete se entro immediatamente nel merito, senza tante premesse e preamboli. Credo che la necessità di essere brevi lo imponga.

    Stavo dicendo che questo problema, contenuto nella legge nazionale, inevitabilmente si ripercuote anche sulla legge regionale, proprio per il fatto che l’Amministrazione regionale e le leggi stesse che produce l’Amministrazione regionale sono subordinate alle leggi nazionali, per una questione di gerarchia. Sappiamo altrettanto bene che la legge nazionale impone dei limiti o, meglio, delle soglie minime di attività, tali per cui le cooperative sociali soffrono grandemente il problema. Anche se qualcuno aveva un tono abbastanza positivo, quasi trionfante, nei confronti degli interessi delle cooperative sociali, purtroppo le cooperative sociali sono in larga misura escluse da quest’area, per i motivi che dicevo.

    Chiaramente questa non è la sede per sollevare una questione di questo genere. Noi, a suo tempo, già avevamo fatto avere anche alla Giunta osservazioni di questo genere. Certo, ci corre l’obbligo, come si usa dire, sottolineare questo problema. Non so neanche se e come si potrebbe aggirare. Certo ‒ lo descriverà meglio il collega Alberani ‒ a noi della cooperazione viene in mente una questione, a questo proposito. Viene in mente il fatto che, comunque, i coltivatori diretti hanno una formazione, una competenza, un interesse abbastanza diverso rispetto a quello di offrire, gestire, condurre complicati servizi alla persona.

    Sono già arrivato alla conclusione, anche per non farvi perdere tempo. Il tema della collaborazione, degli accordi e anche, in qualche modo, della costruzione di questi servizi e di una progettazione anche territoriale ‒ è stato sottolineato anche questo aspetto negli interventi precedenti ‒ potrebbe e dovrebbe vedere, dal nostro punto di vista, una collaborazione stretta tra cooperazione sociale, soggetti del terzo settore, per prendere la parola all’amico Riccardo Breveglieri, e tutti gli altri soggetti del terzo settore con i coltivatori diretti, e non solo: anche con tutte le imprese che fanno agricoltura. Questo, probabilmente, non aggirerebbe il problema che citavo prima, ma certamente sarebbe una premessa per sviluppare, anche in questo ambito, non solo l’auspicata collaborazione, ma anche una nuova area di produzione dei servizi alla persona con, da un lato, l’opportunità offerta dalle attività agricole e, dall’altro, la competenza, la professionalità e l’esperienza dei soggetti del terzo settore, che da sempre, non solo in questa Regione, gestiscono servizi alla persona e servizi socioassistenziali.

    Con questo credo di aver detto tutto quello che mi spettava. Certo è che ci attendiamo soprattutto un risultato su quest’ultimo punto che sollevavo. Qualcosa è contenuto nell’articolato, però noi avremmo anche la possibilità di chiarirlo meglio. In questa direzione, magari, si potrà orientare anche, eventualmente, un report, che pensiamo di consegnare.

    Con questo ho concluso. Vi ringrazio. Buon lavoro.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie. Mi ha anticipato dicendo che invierete un report. Vale quanto si diceva prima. Naturalmente, le osservazioni a cui ha fatto riferimento, che avevate a tempo debito inviato alla Giunta, non sono state da noi visionate.

    Matteo Badiali, vicesindaco del Comune di Zola Predosa, che saluto, ha scritto in chat che ha ascoltato l’udienza conoscitiva, ha partecipato come uditore e non ha, al momento, interventi da porre.

    Passerei la parola ad Alberto Alberani, di Legacoop Emilia-Romagna, per l’ultimo intervento previsto.

    In sala ci sono anche Oppi Cinzia e Montanari Valeria, rispettivamente dipendente del Servizio politiche per le integrazioni sociali e della Segreteria dell’assessore Mammi.

    Prego.

     

    ALBERANI, Legacoop Emilia-Romagna. Grazie per il gradito invito. Sono sempre importanti le Commissioni aperte. So che ascoltate. È molto importante per noi partecipare. Più ne fate, meglio è. Fa bene questo incontro sui contenuti.

    Il 31 maggio abbiamo inviato un testo all’assessore, dopo la Consulta agricola, in cui abbiamo detto le cose che ha riferito il mio collega Gianluca Mingozzi. Dopo ci ritornerò.

    Voglio ricordare ‒ mi piace farlo ‒ che lunedì prossimo compiamo trent’anni. L’8 novembre 1991 uscì la legge delle cooperative sociali, e uscì riconoscendo che le cooperative sociali di tipo B, di inserimento lavorativo, lavorano nell’ambito di commercio, industria, agricoltura. Quindi, trent’anni fa una legge riconosce l’agricoltura sociale. Attenzione: la riconosce perché esisteva già.

    Io inizio a lavorare nel 1979 alla COPAPS di Sasso Marconi, una cooperativa agricola che decide di prendere ragazzi con disabilità a lavorare la terra. Perché andava di moda. Perché era il tempo dell’agricoltura, del sociale. Erano quegli anni lì (il 1977), quel mondo lì. Ve lo dico perché dopo dieci anni dalla nascita delle cooperative agricole sociali la legge delle cooperative sociali riconosce che le cooperative sociali fanno attività agricola sociale. Questo lo dico perché a noi è dispiaciuto moltissimo ‒ è inutile nasconderlo ‒ che la 141 abbia messo il paletto del 30 per cento e noi non siamo riconosciuti come operatori dell’agricoltura sociale. Anche se non siamo riconosciuti come operatori di agricoltura sociale, non smettiamo di fare attività agricola. Come sapete, in Sicilia tutte le cooperative di Libera sono agricole sociali. Tutte le cooperative dei beni confiscati in agricoltura fanno attività... Lo vedete alla Coop, dove andate a prendere i prodotti.

    Noi non smettiamo con questa legge. Non è che adesso non fai più agricoltura sociale perché c’è una legge che non ti riconosce operatore agricolo sociale. Come non mi riconosce? È da quarant’anni che lo faccio. Ci è dispiaciuto. Però ci hanno detto: “Se non avete il 30 per cento, non potete farlo”. Noi non riusciamo ad avere il 30 per cento. In Emilia-Romagna, lo scrivete nella legge, sono 50 le cooperative agricole sociali, però nessuna di queste... Io ne ho una, Il Bettolino, a Reggio Emilia, che vende il basilico in tutte le Esselunga, dappertutto, fa un pesto meraviglioso, che vi consiglio, prendetelo nei supermercati, e non è riconosciuta come cooperativa agricola, non è un operatore agricolo sociale. Perché? È questo che volevo condividere: perché il 30 per cento dei nostri lavoratori, per legge, per fortuna, sono persone svantaggiate, sono persone fragili. Attenzione, non fragili e vulnerabili della legge 14, sono proprio svantaggiati veri.

    C’è quindi necessità, nelle cooperative sociali di tipo B, di avere pluriattività, non solo specifica in agricoltura, ma industriale, ce l’hanno in tanti settori, ce l’hanno anche nell’attività sociosanitaria, quella di tipo A, chiamiamola così, e allora fanno fatica a raggiungere quel livello.

    Io non vengo qui a dire alla Regione Emilia-Romagna di cambiare la legge nazionale. So benissimo che la legge nazionale del 2015 è quella; la Regione deve dire, come giustamente dite all’inizio, noi partiamo da là. La cosa che però rilancio (che abbiamo scritto, poi ve lo mandiamo) è: proviamo ad istituire un albo specifico, a fare in modo che ci sia un riconoscimento, proprio perché la realtà esiste ed è quella, e come vi dico andrà avanti, anzi è in espansione. Noi stiamo aumentando moltissimo. Adesso penso al carcere di Piacenza, penso ad altre carceri in cui siamo andati per attivare attività agricole, a Castelfranco: le cooperative agricole sociali oggi esistenti, pur non riconosciute a livello nazionale, comunque continueranno ad operare.

    Nel momento in cui esce una legge regionale di questo tipo, quindi, quello che diciamo è che sarebbe utile e interessante prevedere, adesso non c’è, ma è una proposta che facciamo, appunto, anche l’istituzione di un apposito albo.

    Chiudo con una cosa che ho apprezzato, lo voglio dire. Io ho apprezzato il comma 3 dell’articolo 7 che dice: se vuoi aprire un servizio per bambini, da zero a tre anni, non è che li metti nell’aia a pascolare, ma stai dietro ai regolamenti che ci sono. Noi abbiamo degli asili-nido che hanno dei vincoli pazzeschi. Attenzione. Giustamente, qua si dice: se vuoi aprire un’attività sociale, rispetti i regolamenti che ci sono, per cui non è che tu prendi degli anziani, come adesso sta succedendo in tante case-famiglia un po’ strane, e li metti lì. Avete fatto bene, e io sono molto contento che ci sia questo comma 3 dell’articolo 7, perché disciplina come fare agricoltura sociale. Nel codice civile c’è scritto cos’è l’agricoltore e l’attività che fa; non c’è “sociale”. “Sociale”, quindi consiste nel prendere un po’ di qua, un po’ di là, faccio sociale e sono bello che a posto. No, devi rispettare le normative. Chiudo.

    Scusate se sono stato lungo. Dopodiché c’è l’articolo 2 del comma 5. Voi dite: facciamo un apposito atto in cui andiamo a identificare i criteri per l’esercizio, modalità di svolgimento, procedure amministrative, e quant’altro.

    Quello con cui voglio chiudere, e rilanciare, è che noi siamo molto a disposizione. Non ci è stata presentata, ieri l’altro, nella Commissione regionale del Terzo settore, dall’assessore Schlein, un punto; abbiamo parlato di tante cose, ma non l’abbiamo affrontato, siamo arrivati un po’ lunghi, anche oggi, infatti, a iscriverci. Facciamo che per ciò che riguarda l’atto, invece, proviamo a vedere se riusciamo ad avere un coinvolgimento, mettendo a disposizione l’esperienza che abbiamo da tanti anni. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Con l’intervento di Alberto Alberani abbiamo terminato qui l’udienza conoscitiva. Io nuovamente ringrazio tutti coloro che hanno raccolto il nostro invito, sia chi si è collegato solamente per ascoltare, sia chi è intervenuto. Avete dato un prezioso contributo al nostro approfondimento, all’iter che seguirà questo progetto di legge, rispetto al quale, come dicevo in apertura, ci prenderemo tutto il tempo necessario prima di andare in aula.

    Rinnovo l’invito, quindi, qualora già lo abbiate annunciato, ma anche a chi poi, magari rimuginando, deciderà di farlo, di far avere eventuali contributi anche scritti alla segreteria della Commissione.

    Ne approfitto per un’ultimissima comunicazione. La segreteria della Commissione invita alle udienze conoscitive i soggetti istituzionali o associativi che sono iscritti all’Albo della Commissione politiche economiche, ma che si rinnova di anno in anno, che può essere ampliato se i soggetti in determinati periodi dell’anno ne fanno richiesta.

    Naturalmente, la segreteria invita e scrive a quelle mail comunicate all’atto dell’iscrizione all’Albo. Se le vostre associazioni hanno, nel frattempo, modificato il referente, modificato l’indirizzo mail perché ci sono state delle fusioni (penso al riguardo a Confcooperative, che adesso è diventata Confcooperative Romagna, anche se è un esempio che non ha attinenza specifica); se per caso ci sono stati dei cambiamenti sui vostri indirizzi mail, se ce li comunicate, noi aggiorniamo anche la parte più burocratica. È capitato infatti qualche volta, nell’interlocuzione mia diretta con voi, o dei relatori, che qualcuno dicesse di non aver ricevuto l’invito, perché appunto noi scriviamo alla mail che abbiamo ricevuto all’atto della vostra iscrizione nel nostro Albo.

    Magari possiamo tranquillamente aggiornare, aggiungere una mail in più, perché il nostro intento, quando approcciamo un progetto di legge, è di ascoltare tutti i punti di vista che ci sono, sia i più positivi, sia quelli che portano sul nostro tavolo delle criticità, dei problemi, ci fanno delle osservazioni, ci allertano sulle cose, e poi la politica si prende la responsabilità di fare sintesi e di deliberare. Grazie.

     

     

    Il segretario

    La Presidente

    Enzo Madonna

    Manuela Rontini

     

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