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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 01/12/2021 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 26

    Seduta dell’1 dicembre 2021

     

    Il giorno 1 dicembre 2021 alle ore 14.30 è convocata in udienza conoscitiva, con nota prot. n. PG.2021.26890 del 26/11/2021, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede dei Vicepresidenti e di un membro per Gruppo assembleare [Bessi (PD), Catellani, Marchetti D., Pelloni (Lega), Piccinini (M5S), Taruffi (ERCEP), Zamboni (EV)] a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 18 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    10

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    presente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

    È altresì presente l’assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale Paolo CALVANO.

     

    Partecipano alla seduta: L. Rossi (Direttore generale Confindustria Emilia-Romagna), F. Zanone (Alleanza delle Cooperative Emilia-Romagna).

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon

     

     

     

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

    sugli oggetti:

     

    4185 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2022". (Delibera di Giunta n. 1704 del 25 10 21)

    (Relatore Consigliere Sabattini Luca)

    (Relatrice di minoranza Consigliera Catellani Maura)

     

     

    4276 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2022". (Delibera di Giunta n. 1909 del 15 11 21)

     

    4277 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2022-2024 (Legge di stabilità regionale 2022)". (Delibera di Giunta n. 1910 del 15 11 21)

     

    4278 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2022-2024". (Delibera di Giunta n. 1911 del 15 11 21)

     

    (Relatore Consigliere Sabattini Luca)

    (Relatore di minoranza Consigliere Bargi Stefano)

     

     

    Partecipano

     

    ROSSI Luca Direttore generale Confindustria Emilia-Romagna

    ZANONI Francesco Funzionario Alleanza delle Cooperative

     

     

    Massimiliano POMPIGNOLI, Presidente della Commissione I

    Buon pomeriggio.

    Iniziamo facendo prima l’appello. I due vicepresidenti sono a fianco a me, quindi Bargi Stefano e Sabattini Luca.

    Bessi Gianni, è presente.

    Bondavalli Stefania, buongiorno.

    Castaldini Valentina.

    Catellani Maura è presente.

    Costi Palma, buongiorno.

    Fabbri Marco.

    Gerace Pasquale.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

    Marchetti Daniele è presente in sala.

    Marchetti Francesca.

    Mastacchi Marco.

    Montevecchi Matteo.

     

    Consigliere Matteo MONTEVECCHI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Occhi Emiliano.

     

    Consigliere Emiliano OCCHI. Presente, presidente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Pelloni Simone.

     

    Consigliere Simone PELLONI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Piccinini Silvia.

    Pigoni Giulia.

     

    Consigliera Giulia PIGONI. Presente, presidente, buon pomeriggio.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Rancan Matteo.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Taruffi Igor.

     

    Consigliere Igor TARUFFI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Zamboni Silvia.

     

    Consigliera Silvia ZAMBONI. Buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Chi volesse segnalare la sua presenza, lo scriva in chat.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Oggi, come vi dicevo, abbiamo fissato la Commissione per l’udienza conoscitiva sulla Nota di aggiornamento del DEFR, sul bilancio e il relativo collegato.

    Abbiamo due interventi, in udienza conoscitiva, di Confindustria e di Alleanza Cooperative, poi vi dirò chi interverrà. Prima, però, di passare agli interventi, direi di regolarci come segue. Intanto, benvenuta consigliera Piccinini. Farei introdurre gli argomenti, che trattiamo insieme, Nota aggiornamento del DEFR e bilancio collegato, in un unico intervento, ai relatori di maggioranza, il consigliere Sabattini, e di minoranza, per quanto riguarda il DEFR, la consigliera Catellani e per quanto riguarda il bilancio, il consigliere Bargi.

    È presente anche l’assessore Calvano, disponibile, eventualmente a intervenire qualora si rendesse necessario il suo intervento. Poi apriamo con gli interventi dell’udienza conoscitiva, ed eventualmente con le repliche.

    Darei quindi la parola al consigliere Sabattini, come relatore di maggioranza, per il suo intervento.

     

    Consigliere SABATTINI. Spero di star bene.

    Grazie, presidente. Grazie a chi ha deciso di partecipare ad una udienza conoscitiva importante sull’atto più importante che ogni anno è il bilancio regionale.

    Per quello che riguarda la Nota di aggiornamento al DEFR, descrive il contesto economico- finanziario che oggi ci troviamo a vivere, e che è in netto miglioramento rispetto a quelle che erano le previsioni fatte nel documento precedente, ad aprile, con un rialzo di oltre l’1,4 per cento, un rialzo che ci porta a vedere il traguardo del raggiungimento del PIL complessivo pre-pandemia all’interno dell’anno 2022.

    Stessa cosa vale per la previsione per il nostro territorio regionale, che vede la nostra Regione assestarsi con una crescita del 6,5 per cento, contro una previsione più prudenziale che era contenuta nella Nota nel DEFR del 5,5.

    Cosa spinge questa ripresa vigorosa dell’economia sopra le previsioni? Certamente la prima voce è da una parte il contesto, l’effetto positivo, oltre che sul tema sanitario e della salute della popolazione; responsabili sicuramente, l’avvento dei vaccini e la campagna vaccinale vigorosa fatta in regione Emilia-Romagna e nel Paese; e dall’altra parte, sicuramente gli investimenti, che ovviamente hanno come fonte principale lo stimolo delle politiche messe in campo dalle Istituzioni, continentali e nazionali, di un protagonismo anche del pubblico che cambia un po’ l’approccio politico avuto negli anni passati, e ovviamente il clima di maggior fiducia che oggi riscontriamo, e che quindi porta a importanti investimenti, che spingono da una parte le esportazioni, oltre che una ripresa anche della domanda interna. Nella nostra Regione, come nel Paese, ci sono elementi di forte positività, portando anche l’export regionale ai livelli pre-pandemia.

    Per quello che riguarda il quadro economico generale, il mantenimento delle politiche monetarie e fiscali espansive e il continuo supporto della Banca centrale europea, l’allentamento delle restrizioni sanitarie producono questo quadro che ci restituisce un aggiornamento del DEFR, anche regionale, tutto positivo, con degli inserimenti, all’interno del documento, che riguardano l’aggiornamento dello scenario economico-finanziario, l’aggiornamento del quadro finanziario pluriennale, con la programmazione dei fondi europei 2021-2027, oltre alle azioni fatte per il contrasto alla pandemia.

    Parto da qui, come introduzione, per l’intervento breve sul bilancio. Non c’è dubbio che la Nota di aggiornamento introduca degli elementi che al di là delle risorse a disposizione del bilancio regionale oggi ci troviamo nella condizione di dover programmare e determinare l’efficacia delle politiche delle programmazioni che stiamo mettendo in campo, con un quadro di risorse in evoluzione da una parte, ancora non completamente definito, che non trova all’interno dei documenti di bilancio la sua cognizione completa.

    È chiaro che questo è un pezzo anche del limite della discussione che facciamo in queste settimane, non avendo ancora chiaro come si chiuderà questa battaglia che ha visto anche l’Assemblea acquisire un pezzo del protagonismo con risoluzioni che abbiamo approvato nel corso del 2021, che richiede, credo assolutamente in modo corretto, un protagonismo degli Enti regionali soprattutto guardando dal punto di vista emiliano-romagnolo e che ci aiuta anche a fare in modo che le tante risorse e le tante opportunità che si potranno cogliere all’interno del territorio con queste importanti risorse non vadano ad aumentare quelle che sono le disuguaglianze territoriali ed economiche che vi sono all’interno anche del nostro territorio.

    È chiaro che il bilancio segue, ovviamente, i documenti strategici, dal Patto per il lavoro e per il clima al Documento strategico regionale, perché in quei documenti traccia le politiche sulle quali abbiamo costruito il bilancio 2022, che vede anche per quest’anno il non aumento della pressione fiscale. Una priorità su tutte, oltre a quella degli investimenti e della spesa sanitaria, è la priorità, come scelta politica, del cofinanziamento ai fondi europei 2021-2027. Poi tornerò su alcune cifre di sistema. Priorità all’utilizzo delle risorse oggi già messe a disposizione dal PNRR, a mantenere e a consolidare la spesa sociale nel triennio anche con le iniziative intraprese nel corso del 2021 e, ovviamente, a cercare di incentivare il più possibile gli investimenti, pubblici da una parte e privati dall’altra, proprio per fare in modo che le risorse che vengono messe a disposizione possano funzionare effettivamente da moltiplicatore.

    Solo qualche dato. Per quello che riguarda la spesa sanitaria, nel bilancio sono stanziati 9,8 miliardi, quindi il 76 per cento del bilancio complessivo. Il cofinanziamento dei fondi europei, parliamo di circa 200 milioni complessivamente, di cui 40 milioni nel 2022, che ci permetteranno di dispiegare la forza della programmazione europea in modo consistente anche nel 2022. Il rafforzamento delle politiche sociali con la conferma dello stanziamento importante che il bilancio regionale fa al Fondo della non autosufficienza. Il continuo delle politiche già messe in campo negli scorsi anni per l’assistenza alle famiglie e alle condizioni di maggiore fragilità, come il Fondo affitti, il Fondo nidi, il Fondo per l’investimento per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Ma non si ferma qui, le azioni per il sostegno alle famiglie, come l’entrata a regime della gratuità del trasporto pubblico locale per gli under 19 con ISEE sotto i 30.000 euro, la conferma del progetto “Mi Muovo”, la copertura del 100 per cento delle borse di studio, tratto distintivo e, credo, qualificante della Regione Emilia-Romagna. È, ovviamente, come dicevamo, un bilancio che incentiva e incoraggia la ripartenza dopo un biennio particolarmente duro sia per le piccole e medie imprese, che per le grandi imprese.

    Il rafforzamento delle politiche sul turismo e il supporto al commercio e a quello dell’agricoltura. E qui si inseriscono le politiche per il sostegno agli investimenti del settore alberghiero, grazie a un accordo con la BEI per la costruzione dei fondi di garanzia per gli investimenti in ristrutturazione. La conferma sulla legge n. 41. L’approvazione, già avuta in Giunta, dei POR, sia POR FESR che POR FSE. Per quello che riguarda l’agricoltura, abbiamo fatto con il PDL Omnibus lo stanziamento degli 8 milioni. Ma anche qui vediamo un importante cofinanziamento dei bandi che si dispiegheranno con il FEASR per lo sviluppo rurale nel biennio di transizione per la nuova programmazione 2021-2022 per oltre 400 milioni.

    Sono ovviamente confermate le politiche per quello che riguarda la montagna e le aree interne, con un ulteriore finanziamento di 2,5 milioni di euro per le imprese in montagna come potenziamento della telefonia. Vengono introdotti alcuni elementi di novità, che sono anche stati inseriti nell’agenda degli obiettivi ambientali e di sostenibilità delle politiche fatte dall’Assessorato all’ambiente, come il progetto “Bike to work”, come il progetto di 4,5 milioni di alberi.

    C’è una parte importante, che gli interlocutori che abbiamo davanti conoscono molto bene, che riguarda forti investimenti anche nelle infrastrutture, che vedono negli investimenti più importanti le opere che speriamo possano vedere finalmente il loro compimento nell’arco del 2022, penso soprattutto alla Cispadana, all’ulteriore finanziamento per il Tecnopolo di Bologna. Investimenti ulteriori per gli impianti sportivi. Inseriamo anche un capitolo nuovo di 5 milioni per gli stanziamenti per gli investimenti in contenitori culturali.

    È, ovviamente, un bilancio che ha tanti elementi per noi di positività, anche se non sono tutti elementi di positività, e dobbiamo fare un elemento di chiarezza su questo. È un bilancio regionale sempre più ingessato su spese fisse, che lasciano un margine di discrezionalità sempre minore. Questo oggettivamente è un problema, che non nasce nel bilancio 2022. Anche qui, è ancora più importante il coinvolgimento del livello regionale nello stanziamento e nell’amministrazione delle nuove risorse che verranno dal PNRR, ma anche come il nostro territorio potrà intercettare le risorse che direttamente dalla Commissione europea verranno messe in campo con altri fondi, come – ne abbiamo prova ogni settimana – dei bandi che i Ministeri in senso generale stanno predisponendo e stanno facendo uscire.

    È chiaro che riuscire a organizzare la partecipazione agli investimenti su tutto il territorio regionale permetterebbe, credo, di raggiungere con maggior forza e soprattutto con un lavoro maggiormente collegiale e coerente, e magari permetterebbe a noi di essere elementi compensativi nel quale vi fossero azioni non giustamente finanziate, proprio con l’obiettivo che questa deve essere un’opportunità per tutto il territorio regionale e non soltanto per una parte di esso.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Sabattini.

    Prima di dare la parola alla consigliera Catellani, relatrice di minoranza sul DEFR, comunico che sono presenti anche i consiglieri Gibertoni, Gerace, Marchetti Francesca, Castaldini, Tagliaferri e Fabbri, che hanno segnalato la loro presenza in chat.

    Ricordo, inoltre, che l’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi ha inviato le proprie osservazioni, così come le faranno anche i sindacati.

    Consigliera Catellani, prego, per quanto riguarda la nota di aggiornamento del DEFR.

     

    Consigliera Maura CATELLANI. Grazie, presidente. Grazie agli stakeholder che oggi sono presenti. Grazie anche al collega Sabattini, che ha ben rappresentato il contenuto della Nota d’aggiornamento, quindi mi risparmia la sintesi dello stesso.

    Mi limito al contenuto che per assunto dovrebbe avere il documento, quindi integrare al DEFR 2022 gli obiettivi di cambiamento 2022 del triennio di riferimento del bilancio.

    In sintesi, la Nota non è altro che lo strumento attraverso il quale si aggiornano le previsioni economiche di finanza pubblica del DEFR, in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico.

    Ci si aspetta quindi di aprire questo documento e trovare tutti i passaggi utili per il collegamento tra gli eventi dell’ultimo periodo, in continuità con quanto analizzato nel DEFR del mese di giugno. In premessa, la Nota descrive uno scenario economico in vigorosa ripresa, aggettivo che il collega Sabattini ha usato parecchio, prima, grazie al contenimento della pandemia e grazie al fatto che le politiche monetarie e fiscali sono rimaste largamente espansive, e in tal senso si fa il plauso soprattutto all’Europa, più ancora chiaramente, che agli altri territori.

    I dati Prometeia prevedono un incremento del 10,5 per l’industria, del 20,8 per le costruzioni, complice anche il superbonus, del 4 per cento per i servizi. Minimo l’incremento per l’agricoltura e sulle esportazioni, in aumento tutte, con la sola eccezione del settore moda, che però aveva già ampie contrazioni in precedenza.

    Si dice sul commercio che tra i principali nostri partner ci sono gli Stati Uniti, la Francia e la Germania. Il capitolo sulle esportazioni purtroppo è stato tagliato, a un certo punto, quindi non si riesce bene a leggere il valore di incremento del primo semestre. Evito però di stare sui numeri e vado in realtà sulla parte più di attualità, che ci può interrogare di più. In Germania, principale partner, la ripresa è collegata al contenimento del Covid; stiamo entrando nell’ennesima ondata, con ogni conseguente già conosciuto. Mi chiedo se parlare di “vigoroso” possa essere anche in proiezione, tale, quali siano le prospettive e quali siano le soluzioni, cioè come mai, sapendo che ormai siamo veterani di questa pandemia, non c’è nessunissimo passaggio su quelle che possono essere poi le conseguenze dell’eventuale ricaduta della pandemia nella quale sembra stiamo rientrando.

    La premessa della Nota conclude raccontando, e non uso il termine “raccontando” a caso , che sul fronte programmatorio la Nota evidenzia l’ulteriore sforzo dei nostri assessorati per una maggiore integrazione degli obiettivi strategici di competenza del Patto per il lavoro e per il clima, di talché circa un terzo degli obiettivi strategici della Nota è stato aggiornato al fine di tenere conto dei cambiamenti prodotti nello scenario di riferimento.

    Parto dal piano occupazionale. Non si legge un passaggio formale sulle politiche del lavoro negli obiettivi strategici, se non un fugace passaggio a pagina 37, 41 e 42. Si legge di diversi obiettivi sul tema della formazione, ma sulle politiche del lavoro e occupazionali in senso generale, nulla. È una carenza molto, molto grossa, soprattutto per quanto diceva anche il collega Sabattini, prima, cioè che c’è tanta incertezza, o meglio, non c’è tanta chiarezza su quelli che sono i fondi. Questo, quindi è sicuramente un aspetto sul quale a mio avviso negli interventi strategici qualcosa doveva assolutamente emergere, invece non c’è nulla.

    Mi chiedo come si possa chiudere il cerchio, anche in correlazione al bilancio, del quale parlerà poi il collega Bargi dopo, senza fare un’analisi anche di questo settore. È chiaro che il nostro Gruppo rispetto a questo tema cercherà di dare il proprio apporto e il proprio supporto.

    Ritorno sugli obiettivi strategici. Alcune relazioni mancano completamente, quindi non è verosimile che gli assessori non abbiano niente da dire o da puntualizzare in un periodo così fervente di cambiamenti, anche legati, ovviamente, al tema Covid, dietro al quale spesso ci si nasconde. In un periodo che soffre delle contrazioni pandemiche, quantomeno si deve immaginare una serie di osservazioni su quello che sarà il prosieguo.

    Alcune relazioni sono l’esatta copia, neppure di quanto era scritto nel DEFR, ma nella Nota di aggiornamento dell’esercizio precedente. Alcune sono l’esatta copia semplicemente con dei cambiamenti delle mission, quindi del timing, chiaramente a detrimento, anziché a vantaggio, di quelle che sono le varie progettazioni.

    Noi come analizziamo la Nota, come la analizzeremo? Esattamente come abbiamo fatto l’altra volta. In questo caso quindi io faccio semplicemente una discussione generale sulla Nota e sui contenuti della nota, e andremo su ogni Commissione a identificare ed individuare tutti i punti che maggiormente ci interessano, quindi, Commissione per Commissione.

    Ho avuto uno scambio con una collega del PD, qualche giorno fa, proprio sulla Nota di aggiornamento. Volevo rassicurare sul fatto che i nostri interventi e i nostri emendamenti ci saranno e saranno numerosi, anche se si tratta soltanto della Nota di aggiornamento.

    Un ultimo passaggio sul PRT 21-23. L’insistenza verso le fusioni, questo è un punto sul quale probabilmente sono un po’ maniacale io, per me è diventato quasi un assioma, quasi un dogma. Si legge che i percorsi di fusione sono sospesi negli ultimi anni per effetto, oltre che dell’emergenza, anche del susseguirsi di tornate elettorali che non hanno favorito la possibilità di avviare nuovi percorsi, i quali hanno bisogno di un maggiore coinvolgimento delle popolazioni e di maggiore cura nei processi di partecipazione e coinvolgimento.

    Mi permetto di dire all’assessore competente, che ovviamente è l’assessore Calvano, che a mio avviso, prima di proseguire in queste insistenze, che ben poco hanno di economico, ma secondo me hanno molto di politico, forse dovremmo veramente ascoltare di più le esigenze dei territori che tanto vi sembrano reticenti. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Catellani.

    Consigliere Bargi, su bilancio e collegato.

     

    Consigliere Stefano BARGI. Grazie, presidente.

    Intanto mi sia concessa la solita, ormai di routine nota di biasimo rispetto alla partecipazione all’udienza conoscitiva. Lo dicevo già durante l’assestamento: qualcuno faceva notare che quando si potrà tornare in presenza, magari si recupererà qualche intervento in più, ma vedo che si fa ancora fatica e quella che doveva essere una situazione straordinaria, legata al momento storico, tende a diventare un po’ più strutturale. Uso questo termine, visto che dopo parliamo di spesa pubblica, ed è qualcosa che secondo me in qualche modo bisogna che superiamo. I casi sono due: o c’è una sorta di bypass, che io faccio presente spesso e volentieri, soprattutto quando si parla di Patto per il lavoro e per il clima rispetto all’Assemblea legislativa, che è il luogo di sintesi politica, e quindi c’è un dialogo diretto con l’Amministrazione, che già di per sé produce il 99 per cento, almeno stando ai dati del mandato precedente della proposta legislativa della Regione; oppure, il ruolo del consigliere regionale viene un po’ meno.

    Detto questo, ed entrando invece nel merito del documento di bilancio, cercando di essere più veloce possibile, visto che oggi è la giornata dedicata all’ascolto, emergono subito, chiaramente, da questo documento, le incertezze e le difficoltà legate principalmente alla sanità, dovute al periodo storico che stiamo vivendo. Infatti, quella che viene definita una situazione non ordinaria ma emergenziale nella relazione del bilancio, viene fatto ben presente come, intanto ci sia la criticità legata al 2021, nota anche a mezzo stampa. La Conferenza delle Regioni è stata ben chiara rispetto alla mancanza di fondi per poter coprire le spese straordinarie necessarie e quelli che vengono definiti quindi scostamenti necessari per far fronte all’emergenza sul 2021, che però ci lascia un’incertezza sulla quale bisogna costruire su basi ipotetiche il bilancio sul 2022.

    Viene specificata la necessità di un finanziamento eccezionale per andare a salvaguardare gli equilibri del Sistema sanitario nazionale. Evidentemente c’è questa difficoltà già di fatto nota, a livello anche dei media nazionali, che ricade ovviamente anche sulla nostra Regione e che, evidentemente, ci fa partire con delle basi un po’ meno stabili di quelle che vorremmo, probabilmente.

    Su questo però ci viene fatta presente una nota, che si riallaccia alla strutturalità che dicevo prima. Attenzione cioè quando si gestiscono momenti straordinari come questo per quanto riguarda la nuova spesa pubblica. La tendenza è quella di iniziare, per motivi emergenziali, e poi mantenerla in maniera strutturale; vuol dire che questi trasferimenti dovrebbero essere continuativi nel tempo da parte dell’ente centrale, o in qualche modo bisogna trovare come coprirli. Attenzione, quindi anche a come andiamo poi a imbastirla e il modo in cui la gestiamo, questa spesa pubblica. Anche perché, soprattutto sul fronte della sanità, si trattasse di personale, e dopo vengo ad un passaggio sul personale, ritengo importante soffermarci un attimo, visti anche gli allarmi lanciati più volte sui pronti soccorsi, penso solo alla mia provincia, dove più volte sono arrivate richieste per la difficoltà di trovare anche sostituti. Potrebbe magari avere una sua logica, perché vai a rafforzare un’offerta importante che in questo momento, e chissà ancora per quanto, soffrirà, invece, per il resto, bisogna che poniamo un po’ di attenzione.

    C’è il passaggio sulla paura legata alla fiscalità derivata, ovvero le nuove proposte di variazione, di modifica del sistema fiscale nel nostro Paese, che, nel nostro caso, deve mettere le mani sull’IRPEF e, di conseguenza, incidere anche sull’addizionale, che, in base ad alcune proposte emerse, dovrebbe diventare una sorta di sovrattassa, quindi più legata al gettito dell’imposta originale, piuttosto che comportarsi come un’aliquota in più, come oggi. Quindi, perde l’autonomia.

    In realtà, la forte derivazione dei bilanci regionali è già, a mio avviso, presente oggi. Il solo fatto che noi, nel momento in cui lo Stato va a mettere mano alla fiscalità generale, anche propria, andiamo a lamentare questo problema di derivazione, è evidente che è già così ed è già strutturale oggi, tant’è che ad aliquote base, parliamo di imposte, che vanno a finanziare la sanità, se vuoi spingere un po’ di più per poter avere più liquidità come Ente, la sola possibilità è aumentare le aliquote. Che poi è quello che la Regione Emilia-Romagna ha fatto in passato, non dico spingendosi ai massimi, ma sicuramente è una di quelle che ha spinto di più sull’acceleratore a livello italiano. Infatti, tutti gli anni sentiamo la manfrina del “noi non aumentiamo le tasse”. E ci mancherebbe altro. Anche perché, visto il periodo storico, già, di fatto, la Regione Emilia-Romagna le incamera. Non sto qui a discutere se sia giusto o sbagliato, perché, da non monetarista, ritengo che la spesa pubblica partecipi, anche quando qualcuno tende a definirla non fruttifera, a comporre l’insieme del PIL. La famosa “G” nella formulina del PIL è la spesa pubblica. Comunque, ha un suo perché.

    Attenzione, però, a questo tema di derivazione, perché questo pone l’accento su una questione. Non è tanto la richiesta di autonomia sull’applicazione dell’articolo 119 della Costituzione, che oggi è la formula che ci permette di dare più autonomia e, di conseguenza, più responsabilità al governo di un Ente come la Regione. Forse bisognerebbe andare oltre, con una proposta molto più seria di revisione del Titolo II della Costituzione.

    Parlavo prima del personale, sempre a proposito di spesa strutturale. Qui viene fatto presente un incremento di spesa per il personale sul bilancio 2022-2024 giustificato dal PNRR, quindi dalla capacità di gestire questo nuovo strumento, dai fondi europei (questa Regione si fa sempre un vanto della capacità di andarli a catturare; pensavo, quindi, fosse qualcosa di assodato, senza bisogno di spingerci ulteriormente), dai fondi comunitari e via discorrendo.

    Questa spesa, dopo aver accumulato... Tra l’altro, c’è anche il tema delle stabilizzazioni, che vengono prorogate dal collegato, seguendo la normativa nazionale, per carità. Comunque, apriamo a un percorso di aumento, anche in questo caso, della spesa pubblica, in questo caso per il personale non sanitario. I temi espressi nella relazione non riguardano il comparto sanitario. Quando noi abbiamo già assorbito quello delle Province, quello dell’Ente commissariale, per il terremoto, quello dei Centri per l’impiego, insomma abbiamo già assorbito solo negli ultimi anni, da quando c’è stata la riforma Delrio, un certo quantitativo di personale, bisognerebbe, forse, a volte fermarsi un attimo, capire qual è la situazione, razionalizzare dove è necessario, che non vuol dire “tagliare”, ma vedere un attimino come sfruttare al meglio, in questo caso, le professionalità, ma anche rivalutare un attimino la nostra spesa, per poter poi decidere come proseguire. Altrimenti, se ogni volta che arriva una spesa nuova la rendiamo perpetua prima o poi ci si strozza o, comunque, la coperta tende a diventare sempre più corta.

    C’è il tema della transizione ecologica, che chiaramente la fa da padrona, tanto sui documenti del DEFR e della nota di aggiornamento quanto sul bilancio, dove il tema viene posto come un cardine fondamentale per questa Regione. A proposito di derivazione, in questo caso politica, del bilancio regionale, è evidente che, purtroppo, anche da questo punto di vista... Dico “purtroppo” nel senso che, ovviamente, sarebbe più bello poter avere più autonomia. La politica te le indica, l’Unione europea quando non lo Stato, e di conseguenza noi tendiamo ad avere un ruolo ‒ mi spiace dirlo ‒ da passacarte. Siamo bravi ad andare a prendere i fondi europei, ma sono indirizzati su politiche scelte da altri. E qui perdonatemi se faccio una digressione su casa mia, ma viene dal distretto ceramico, dal quale è partito quello che chiamerei senza mezzi termini un grido di dolore rispetto alla situazione dell’aumento dei costi dell’energia.

    Non so se lo sapete, ma molte realtà stanno spingendo sulla produzione, oggi, anche a costo di far saltare le ferie di Natale, perché poi cosa succede? Se uno ci arriva a riempire i magazzini, se capita che se la vedono brutta, possono arrivare al fermo produttivo, per poter superare il momento. C’è un motivo molto logico: se per produrre arrivi ad avere un prezzo che non è più competitivo, ovviamente ti vai a mettere fuori mercato da solo. Piuttosto, producono ora che riescono a produrre a un prezzo che gli consenta di rimanere sul mercato, per poi svuotare i magazzini dopo, ma questo è un danno sociale che ci troviamo a pagare noi.

    Poi c’è il tema dell’automotive. Ora, nessuno mette in discussione i princìpi dell’economia sostenibile, per carità, tutti penso che vogliamo vivere in un mondo che si autosostenga. Ma come dite nella relazione, cioè che è necessario fare dei momenti di assestamento di queste politiche, mi dispiace dire che partiamo già con un momento di assestamento. È importante cominciare fin da subito. A me dispiace, sembra che la Regione non abbia percepito il momento di difficoltà, intervenire su un settore ben preciso, che oggi soffre molto, ma domani ce ne possono essere tranquillamente altri. L’automotive, tra l’altro, è sempre nella nostra provincia, quindi ricade un po’ sempre sul nostro territorio.

    In questo caso, per quanto riguarda lo sviluppo economico, prendiamo per positivo lo stanziamento straordinario sulla legge 14 del 2014 (parlo della legge sull’attrattività degli investimenti, ovviamente): 40 milioni in tre anni. Dico solo una cosa: anche qui non c’è una menzione, a mio avviso è una carenza. Poi, capisco che la Regione abbia strumenti limitati, ma un minimo credo che si possa indirizzare, anche perché vogliamo arrivare primi, e sarà bello su questo tema arrivare primi: parlo del reshoring.

    L’Unione europea stessa, nel documento post Covid-19, pone quello che loro chiamano il nearshoring, perché chiaramente loro hanno una visione comunitaria. Vediamo che una delle altre difficoltà che è emersa, forse anche accentuata dalla crisi sanitaria, poi tradotta in crisi economica, ovvero la crisi deli supply chain, appunto delle catene del valore, sta colpendo pesantemente il nostro continente, e anche i nostri leader teutonici ne soffrono.

    Il tema viene già posto, diventerà importante, c’erano alcune analisi, adesso non ricordo di che facoltà milanese, mi sfugge, facendo anche un passaggio, sentendo le aziende che hanno delocalizzato negli anni, è un fenomeno che era partito già negli anni Settanta con le aziende statunitensi che andavano di là dal confine per pagare meno il fattore produttivo del lavoro. Questo ha interessato anche l’Italia, ce ne sono tanti, oggi, almeno il 10 per cento degli intervistati, cominciano a dire “torneremmo anche volentieri indietro”. Magari sfruttando questa legge, non dico provvedimenti nuovi, si potrebbe pensare di introdurre anche una forma di premialità verso il ritorno sul territorio, anche in generale italiano, ma anche europeo.

    Visto che a volte i nostri vicini europei, sia sul tema del fattore lavoro, sia sul tema del fattore capitale ci fanno un po’ di dumping, potremmo provare a spingere, a portare a casa noi qualche attività: sicuramente non fa male.

    C’è il tema degli appalti, o meglio, c’è il tema della prevenzione della criminalità, del crimine organizzato, dove noi continuiamo a finanziare iniziative sulla cultura della legalità, cittadinanza responsabile, che vanno benissimo; ci sono le case della legalità, tra l’altro, adesso, oggetto di una mia interrogazione perché sono dei fondi regionali nel caso del modenese, dati per un impianto fotovoltaico, che non è mai stato montato, e continuiamo a pagare le bollette.

    In questo caso, se noi non cominciamo a intervenire sul tema degli appalti, anche cercando magari di, passatemi il termine, operare una sorta di protezionismo, legato alle aziende, magari, del territorio, per cercare di cominciare a essere… So anch’io che tramite scatole cinesi è difficile, però cercando di cominciare a intervenire anche sul tema degli appalti, è difficile che solo con le case della legalità riusciamo ad essere incisivi. Non dico risolvere, per carità, non compete nemmeno alla Regione, ma così non riusciamo ad essere incisivi nell’andare a limitare.

    C’è ancora il progetto di legge sulla Memoria del Novecento, che viene finanziato per 1,4 milioni di euro. C’è un progetto di legge, che io lo definisco gemello, quello che finanzia anche, ad esempio, le attività di rievocazione storica, di interesse culturale per la Regione Emilia-Romagna, che invece è, passatemi il termine, un po’ più snobbato, anche perché per potervi accedere deve durare almeno da dieci anni il tuo evento, che credo sia un termine molto ampio. Ci poteva stare all’inizio, oggi forse basterebbero anche cinque anni. Già che uno regga e dimostri di avere un evento di tiratura di questo tipo, sicuramente è già di valore. Credo che valga anche sul fronte del turismo, anche della mobilità interna per poter creare un po’ di dinamismo anche in questa stagione di riapertura, nel tentativo di tornare a riavere una vita normale.

    Ci sono le cooperazioni internazionali. Noi continuiamo ad avere progetti, finanziamo anche all’estero. Qui l’ho detto già, sulla variazione con i 150.000 euro che andavano ad Emergency per l’ospedale in Afghanistan. Se vogliamo seguire un principio di sussidiarietà affinché abbia senso anche l’autonomia, perché io noto molta confusione su cos’è l’autonomia, ma lo dicevo già da quando se ne è iniziato a parlare in questa Regione. È ovvio che la cooperazione internazionale è di competenza statale. La Regione forse dovrebbe puntare di più ad altre competenze, ad altri obiettivi politici, che rientrano più nelle sue corde e nelle sue competenze.

    C’è sempre il tema del riordino territoriale, per concludere, perché ce ne sarebbe all’infinito, giustamente c’è tutto lo scibile regionale all’interno del bilancio. Faccio un veloce passaggio su questo: non possiamo continuare a scordarci dei Comuni, puntando tutto su unioni e fusioni. Abbiamo capito che in Emilia-Romagna si va avanti col freno tirato, ma c’è anche un perché. Non abbiamo i Comuni da 300 abitanti che possono avere sulle Alpi lombarde o venete, addirittura c’è quello di 14 abitanti. Noi siamo in una condizione molto diversa: ci sono tanti Comuni, anche di dimensioni non così trascurabili, anche perché, quando cominci a girare anche sui 10.000 abitanti c’è già in realtà un ente ben strutturato. Pensare di escluderli, o cercare di limitarli all’infinito, strozzandoli per cercare di favorire in tutti i modi unioni e fusioni non è secondo noi la strada più corretta.

    Ben venga quindi aiutarli economicamente a farsi la fusione, o a farsi l’unione. Però, quando arrivano i sostegni, qua si parla di risorse del PNRR, ai progetti del PNRR, mi sembrerebbe assurdo escludere progetti che arrivano da Comuni anche “sfusi”, o fuori dalle unioni. Ricordo che ce ne sono diversi in territorio montano, ad esempio; sarebbe una follia, sarebbe una limitazione per delle realtà che rappresentano diverse decine di migliaia di cittadini che non possono trovarsi esclusi.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bargi.

    Direi di passare agli interventi. Il primo intervento è di Confindustria, del direttore generale Luca Rossi. Poi lasceremo la parola ad Alleanza Cooperative, a Francesco Zanoni.

     

    Luca ROSSI, direttore generale Confindustria. Intanto, buon pomeriggio a tutti, presidente, consiglieri, assessori. Mi fa particolarmente piacere poter essere qua, in effetti, dopo tanti mesi.

    Come sempre in questa occasione, coglieremo i provvedimenti anche per la loro ampiezza, per fare un po’ il punto della situazione rispetto ad alcune delle traiettorie della politica regionale, ovviamente, quelle connesse con la programmazione finanziaria.

    Come veniva ricordato prima, alcune settimane fa sono state riviste al rialzo le stime di crescita del PIL per l’Emilia-Romagna nel 2021, che oggi è al più 6,5 per cento. Solo tre mesi prima la stima di aumento era al 6 per cento, a riprova della forte accelerazione dell’attività economica in questa seconda parte dell’anno, benché i dati di settembre non siano così incoraggianti.

    La crescita della nostra Regione si conferma più sostenuta rispetto all’incremento nazionale, e leggermente più elevata anche di quella delle altre Regioni italiane del nord. Si attende un recupero dei livelli pre-Covid nel 2022 e nel 2023. Se le previsioni saranno confermate, il valore del PIL sarà superiore di oltre il 3 per cento di quello del 2019.

    Investimenti ed export. Come è stato ricordato, sono i principali artefici della forte crescita dell’Emilia-Romagna, che in questi ambiti si conferma competitiva anche rispetto alle regioni europee di riferimento. Se guardiamo all’export, ad esempio, nel primo semestre del 2021 in Emilia-Romagna è cresciuto del 24,4 per cento rispetto al 2020, meglio di tutte le principali regioni tedesche e francesi. Questa performance si conferma, anche se confrontata con gli andamenti del 2019, testimoniando una volta di più la capacità competitiva delle nostre imprese, risultato di un sistema produttivo e di filiere che continua a investire e a innovare. L’Emilia-Romagna con queste regioni leader si deve misurare e con loro confrontare la nostra forza, ma anche le nostre debolezze.

    Tutti noi siamo ben consapevoli di come questa accelerazione, se supportata dalla realizzazione di investimenti pubblici previsti da misure in grado di accelerare gli investimenti privati, specie sull’innovazione, il capitale umano e la transizione energetica, e da una vera incisiva spinta riformista a tutti i livelli istituzionali rappresenta un’occasione unica e irripetibile anche per l’Emilia-Romagna.

    Non ci sfugga che l’obiettivo deve essere quello di spostare strutturalmente il Paese e la Regione su un più alto sentiero di crescita, a rischio di risvegliarci quelli di prima con un debito insostenibile.

    Dobbiamo, dunque, guardare al futuro consapevoli dei nostri punti di forza, ma senza distogliere l’attenzione da alcuni fattori di contesto che presentano criticità molto rilevanti.

    La situazione demografica non è favorevole. Negli ultimi anni ha accelerato il trend di invecchiamento della popolazione regionale, con una drastica riduzione del peso dei giovani. I giovani adulti tra i venti e i trentaquattro anni sono solo il 15 per cento della popolazione totale. Su 4,4 milioni di abitanti in Emilia-Romagna gli occupati sono meno del 45 per cento e il tasso di occupazione è uno dei più elevati del Paese. Ciononostante, parliamo di meno della metà della popolazione che sta attivamente operando sul mercato del lavoro. Anche il saldo migratorio estero di giovani istruiti è negativo e nel Paese continuano a coesistere territori caratterizzati da elevata disoccupazione, specie giovanile, ed aree in cui la carenza di personale, come questa, si fa ogni giorno più rilevante.

    La demografia è un fattore a cui prestare molta attenzione, in quanto il potenziale di crescita di una regione si misura anche in base al proprio capitale umano. Nel lungo periodo, proprio la qualità e la quantità di capitale umano possono fare la differenza in termini di crescita sia nel mercato del lavoro, sia nella produttività, sia nella capacità di produrre domanda di un sistema economico. L’invecchiamento demografico va contrastato sia in termini di politiche di welfare, di servizi alla famiglia, di integrazione, sia sul fronte dell’attrattività giovanile.

    L’accelerazione del cambiamento tecnologico evidenzia anche la centralità delle competenze scientifiche e tecnologiche, la cui incidenza sul totale dei laureati in Emilia-Romagna, che è il 21 per cento oggi, è largamente inferiore a quella della Lombardia e di molto al di sotto di quella della Germania. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro in termini di competenze richieste riguarda sempre più imprese e sempre più figure professionali.

    Non possiamo, poi, non sottolineare ancora una volta come la questione infrastrutturale sia rilevante e critica anche per l’Emilia-Romagna. L’elenco delle opere prioritarie è ben noto, da tempo ne parliamo: il Corridoio Tirreno-Brennero, la Cispadana, la mitica Campogalliano-Sassuolo, il Porto di Ravenna, il Passante di Bologna. Sono opere fondamentali per la mobilità delle persone e delle merci per il territorio regionale e per tutto il Paese. Eppure, da decenni, pur con le buone notizie che sembrano arrivare in questi giorni, siamo in attesa che si possa avviarne la realizzazione. Parliamo spesso di opere i cui iter decisionali e progettuali sono conclusi da anni, oggi con un’ulteriore complicazione, e cioè che la loro realizzazione si scontra con costi crescenti e piani economici e finanziari spesso da aggiornare.

    Un altro tema su cui voglio richiamare l’attenzione e fare alcune riflessioni, come è già stato fatto dai relatori sia della maggioranza sia della minoranza, è quello della transizione energetica. Si tratta di un cambiamento che certamente parte da obiettivi alti e visione di lungo periodo, che hanno necessariamente anche un carattere di astrazione. La sfida è quella di poter cambiare radicalmente il rapporto tra l’attività dell’uomo e le risorse, in un contesto iper-complesso in cui coniugare differenti sensibilità, ma soprattutto diversi stadi di sviluppo economico e sociale e di opportunità.

    L’impatto della transizione verso un’economia ad impatto zero è enorme anche per aree come l’Emilia-Romagna, che dell’Europa è una delle grandi regioni manifatturiere. È un impatto maggiore e più radicale di quanto probabilmente riusciamo ad immaginare. Pensando all’Emilia-Romagna, sono molti i settori industriali che potrebbero potenzialmente esserne rivoluzionati, dall’auto alle ceramiche, dalla chimica ai materiali da costruzione, solo per citarne alcuni. Stiamo parlando di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro.

    Il rischio di un’accelerazione, a prescindere da tutto, è quello di ritrovarci con un sistema economico meno competitivo e con minore occupazione, mettendo a rischio le nostre eccellenze e aumentando le diseguaglianze tra i territori e tra le persone. L’effetto sarebbe quello di ritrovarci, poi, con minori risorse da investire nella sostenibilità e nell’innovazione, meno opportunità per le imprese di innovare, in una società in cui si spezza il legame tra la sostenibilità ambientale e la coesione sociale.

    Dobbiamo anche, come Regione, accompagnare le aziende verso nuovi modelli di produzione a ridotte emissioni climalteranti, in particolare la CO2, con uso di energie rinnovabili e, quindi, con impatti ambientali più sostenibili. Per fare questo occorrono risorse per sostenere gli investimenti e un quadro regolatorio adeguato a garantire la realizzabilità in tempi ragionevoli e certi.

    Nessuno di questi elementi è sufficiente, se non abbiamo chiara la consapevolezza che tutti insieme devono poter procedere celermente e in modo organico. Prendo, ad esempio, il tema della sostenibilità degli investimenti nelle rinnovabili. Purtroppo, i dati ci consegnano un arresto dello sviluppo delle energie rinnovabili anche nella nostra regione, che risale a prima della pandemia, il periodo 2015-2017. Il fotovoltaico e l’eolico restano tra le fonti su cui puntare, ma anche in questo caso occorre rivedere complessivamente il quadro regolatorio. L’enorme incertezza dell’iter autorizzativo rende molto difficile investire in questa direzione, come peraltro è il caso di biomasse e biogas. Anche in Emilia-Romagna, come nel resto del Paese, stiamo giustamente spingendo l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, senza però aumentare la capacità di produzione. Non è tema rinviabile ulteriormente.

    Abbiamo, oggi, una disponibilità di risorse mai registrate nella storia della nostra Regione, sia attraverso il PNRR sia, soprattutto, attraverso i fondi strutturali, sui quali è in corso la predisposizione dei POR. In questo senso fondamentale e molto apprezzabile è lo sforzo addizionale che la Regione ha messo in campo per assicurare il cofinanziamento regionale alle risorse comunitarie.

    Sul versante regolatorio, registriamo con grande interesse e apprezzamento il lavoro che l’assessore Calvano sta portando avanti con competenza e determinazione, su cui sentiamo come profondamente nostro l’impegno a dare concretezza alle misure previste nel Patto per la semplificazione.

    È con questa lente che vogliamo leggere il bilancio previsionale 2022 e, ancora di più, il triennale 2022-2024 e l’aggiornamento del Documento di finanza regionale, il bilancio in cui si incrociano contingenze, emergenze e visioni di medio-lungo periodo, in cui è chiaro il rischio che, in assenza di adeguate coperture strutturali alla spesa sanitaria aggiuntiva, rischiamo di trovarci con spazi sempre più ridotti per dedicare risorse alle politiche regionali non sanitarie. Abbiamo, purtroppo, dovuto prendere atto che la spesa sanitaria per fronteggiare la pandemia, che speravamo circoscritta al 2020, si è consolidata nel 2021 e tale sarà ancora almeno nel prossimo anno. Vorremmo anche fare grande attenzione a evitare che si ricada nelle tentazioni del passato per cui, a livello di Paese, si è finiti per finanziare la spesa sanitaria aggiuntiva attraverso l’allungamento dei tempi di pagamento o la revisione dei contratti in essere, come è accaduto, ad esempio, per il settore farmaceutico.

    Ritroviamo nel bilancio previsionale del 2022 la conferma di stanziamenti importanti sulla formazione, sulle piccole imprese, sugli investimenti strategici, sull’IRAP nei Comuni montani, richiamando l’attenzione sulla necessità di continuo rigore rispetto alla frammentazione della spesa, in particolare da due punti di vista. Il primo riguarda la necessità di concentrare ogni euro sulle vere priorità e il secondo riguarda la necessità di avere sempre chiara la filiera della spesa pubblica, cioè la consapevolezza che su alcuni interventi è opportuno coordinare le misure con i livelli nazionali e territoriali per evitare frammentazione e dispersione di risorse, aumentandone l’efficacia.

    Anche le spese per la gestione delle risorse delle politiche diventa elemento di grande attenzione. Da questo punto di vista, la pandemia è stata, purtroppo, cattiva maestra e temo che, in alcuni casi, il desiderio, corretto e condivisibile, di sostenere a tutti i livelli le tante attività e le persone colpite abbia finito per diminuire l’efficacia complessiva di talune azioni.

    Credo, in conclusione, che mai come prima d’ora ci troviamo in una situazione in cui abbiamo chiaro il senso di marcia, condiviso con il Patto per il lavoro e per il clima, l’agenda delle cose da fare, le risorse per realizzarle e l’impegno a creare un quadro regolatorio coerente per accelerare il percorso.

    Non dobbiamo perdere nessuna occasione programmatoria, finanziaria e normativa per perseguire con determinazione questa strada.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Segnalo intanto la presenza del consigliere Mastacchi.

    Chiamo Francesco Zanoni, funzionario di Alleanza delle cooperative, per il suo intervento. Grazie.

     

    Francesco ZANONI, Funzionario Alleanza delle cooperative. Buonasera a tutti. Buonasera, presidente, consiglieri, assessore e gentili colleghi.

    Ci tengo innanzitutto a sottolineare che l’intervento che svolgerò è a nome dell’Alleanza delle cooperative italiane. Non sarà un intervento di così ampio respiro come quello del collega precedente, ci riserviamo di presentare anche una nota scritta più precisa delle considerazioni che sto per avanzare.

    Mi permetterete comunque di fare alcune considerazioni anche non strettamente collegate all’oggetto della manovra, perché è un’occasione per dare alcuni suggerimenti, fare alcune sottolineature che sono strettamente collegate, sebbene non così puntuali.

    Innanzitutto, siamo nella condizione di dover assolutamente avanzare alcune note positive, cioè l’apprezzamento per non aver aumentato la pressione fiscale, se per alcuni è scontato, dal nostro punto di vista va comunque evidenziato, così come è importante secondo noi sottolineare ancora una volta l’impegno per quanto riguarda il cofinanziamento dei fondi strutturali, perché l’impegno della Regione aumenta per il prossimo settennato.

    Questo per noi è un elemento centrale e non così scontato in questo caso, proprio perché aumenta l’impegno sia in termini relativi che in termini assoluti, e, per quanto riguarda il mondo imprenditoriale, è chiaro che i fondi strutturali sono una voce molto importante.

    Una terza considerazione positiva riguarda gli strumenti a sostegno del mondo delle imprese e, per quanto riguarda ogni forma di impresa, e in particolare per quanto concerne lo sviluppo delle aree interne e le zone montane, alle quali noi teniamo in modo particolare come cooperazione.

    Per quanto riguarda la spesa sociale, abbiamo un occhio di riguardo rispetto a questa voce, che rimane inalterata, quindi dal nostro punto di vista è un aspetto positivo per quanto concerne il completamento di alcuni impegni, alcuni progetti e alcune politiche che sono in corso, così come per noi è importante anche la voce che riguarda le risorse destinate alla difesa del suolo e alla sicurezza del territorio.

    Questi da un lato hanno effetti positivi sulla vita dei cittadini e delle imprese, dall’altro mettono in moto investimenti, quindi creano occasioni di lavoro per le imprese, le imprese dell’Emilia-Romagna, come ci auguriamo in questo caso, se saranno capaci di cogliere questa opportunità.

    Un’ultima considerazione di carattere più positivo. Nel Piano degli investimenti 2020-2022 abbiamo evidenziato l'incremento delle risorse destinate agli interventi in Regione, che raggiunge la cifra di 16.700 milioni. È sicuramente un fatto positivo aver evidenziato e quantificato tali investimenti, ma occorrerà avere la forza da parte delle Istituzioni ai diversi livelli di impiegarli, una capacità di spesa delle Istituzioni ai diversi livelli.

    Da questo punto di vista crediamo che, per quanto concerne le procedure, per quanto riguarda la semplificazione amministrativa, si possa dare una spinta a questa capacità di spesa e che il Patto per la semplificazione, che abbiamo sottoscritto con il tavolo del Patto per il lavoro e per il clima, possa dare impulso alla capacità di accelerare le procedure.

    Vengo ora ad alcuni nodi critici, che secondo noi occorre approfondire, cosa che ci auguriamo possa arrivare a compimento nei prossimi mesi.

    Innanzitutto, c’è una preoccupazione, che abbiamo tutti e che ho colto anche negli interventi precedenti, che riguarda la capacità di governance regionale rispetto ai diversi strumenti che si intrecciano, come i fondi strutturali PNRR e le risorse regionali strettamente intese. È chiaro che questa aleatorietà che grava su tutto il sistema deriva soprattutto dal fatto che il PNRR è ancora in parte un punto interrogativo rispetto a quello che potrà essere il futuro, a quanto la Regione potrà incidere sulla gestione delle risorse da un punto di vista anche formale, a quanto la Regione riuscirà a coordinare i diversi soggetti e le Istituzioni anche locali sul territorio regionale.

    Questo è un punto importante, l’abbiamo colto tutti all’interno del Patto per il lavoro e per il clima e abbiamo chiesto l’istituzione di una cabina di regia, perché crediamo che ciascun soggetto possa contribuire per la propria parte a realizzare questa governance. La preoccupazione è quella che da un lato si rischia di sovrapporre iniziative, dall’altro rimangono scoperte altre aree e altri ambiti di intervento.

    Vado velocemente al secondo punto. Prima si è fatto riferimento alla spesa sociale e alla spesa sanitaria. È chiaro che gli investimenti sulla sanità territoriale sono fondamentali, perché abbiamo visto quanto è importante la sanità sul territorio. Le case della salute, strutture territoriali, vanno sicuramente potenziate (il PNRR interverrà anche su questo) e nello stesso tempo dobbiamo pensare anche alla spesa corrente e a quanto nel medio-lungo periodo queste strutture e i servizi che erogano possano funzionare nel modo migliore, perché ci troveremo con strutture molto potenziate, quindi i servizi dovranno essere pensati in coerenza, in modo da avere nel tempo gli effetti attesi.

    Da questo punto di vista, come cooperazione non possiamo non fare un accenno all’opzione di metodo della sussidiarietà rispetto alla progettazione dei servizi, sia sociali che sanitari. Anche qui facciamo riferimento all’opzione della co-progettazione dei servizi legati a questo, anche se non è strettamente materia di bilancio sottolineiamo questo aspetto.

    Un altro punto che, dal nostro punto di vista, è ancora critico, perché l’abbiamo chiesto varie volte, è il tema dei ristori per i servizi non accreditati, che non hanno avuto ristori dalle fonti di finanziamento sia regionali che nazionali, ma hanno svolto comunque un servizio encomiabile. Parlo dei servizi sociali, assistenziali e sociosanitari delle RSA non accreditate, tanto per fare un esempio concreto, che non hanno avuto alcun ristoro. Lo abbiamo chiesto varie volte, chiediamo di riuscire a trovare in questa fase una modalità, anche per dare un segnale rispetto all’impegno che hanno profuso durante la fase critica della pandemia.

    Un altro nodo è quello dei tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione. In questo caso faccio riferimento ad un aspetto specifico, per il quale chiederemo presto un incontro urgente all’assessore Corsini e al servizio deputato della Regione, aspetto che riguarda il trasporto pubblico locale.

    Durante la ripresa dei servizi nel 2021, la capacità di carico degli autobus era scesa di percentuale e i soggetti privati, in particolare le cooperative, hanno messo a disposizione 500 pullman a potenziamento dei servizi del trasporto pubblico locale e questi servizi sono stati finanziati dallo Stato e le risorse per il 2021 sono già arrivate alla Regione. Non è quindi la Regione che deve pagare le imprese, ma la Regione deve far transitare tali risorse attraverso le agenzie, che poi dovranno pagare i soggetti.

    Ad oggi, dobbiamo pagare gli stipendi e parliamo dei mesi di febbraio e marzo 2021, e siamo in grossa difficoltà. Non voglio dire che gli enti di formazione siano già abituati a prendere delle mazzate e a fare da banca (faccio una battuta non simpatica), ma in questo caso abbiamo cooperative che sono veramente in grave difficoltà, e non soltanto cooperative, perché parliamo di cifre importanti, e oltretutto sono risorse che lo Stato ha già trasferito.

    Qui volevo fare una domanda all’assessore, per il quale c'è questo mito, secondo il quale la Ragioneria il 20 novembre chiude, tira giù la saracinesca, e chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori (mi passi la battuta da bar). Se anche rispetto a questo tema si volesse dare una risposta, potremmo capire meglio come arrivare a tale soluzione.

    Un ultimo richiamo a tutti i progetti sui fondi strutturali, incentivi alle imprese, strumenti di sostegno alle iniziative imprenditoriali. Come cooperazione ci auguriamo che un’attenzione particolare venga data, come credo avverrà sicuramente, alle cooperative di comunità, ai progetti workers buyout, quindi di creazione di cooperative da precedenti imprese in chiusura, nonché incentivi alle Comunità energetiche, che secondo noi sono uno strumento e un’occasione di sviluppo economico e sociale importante per il prossimo futuro.

    Ci riserviamo di presentare un documento più preciso, intanto per alcuni aspetti, se potessimo avere qualche risposta anche immediata, ringraziamo l'assessore, il presidente e i consiglieri. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei dell’intervento.

    Non ci sono più interventi in programma, quindi chiedo se l’assessore Calvano voglia intervenire e rispondere alle domande rispetto alle sollecitazioni che sono state avanzate.

    Prego, assessore Calvano.

     

    Paolo CALVANO, assessore al Bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale. Grazie, presidente, grazie ai relatori, grazie soprattutto agli intervenuti, che ringrazio non solo per essere intervenuti oggi, ma per quello che abbiamo provato a fare in questi mesi, nel senso che le occasioni di confronto anche sul bilancio, ma non solo sul bilancio, sono state tante, dal mio punto di vista proficue e dovranno continuare ad essere tante e altrettanto proficue nei prossimi mesi.

    Lo dico perché, per poter far sì che l’Emilia-Romagna continui ad avere segnali di ripresa e di ripartenza come quelli che abbiamo, seppur in un momento di grande difficoltà, credo che lo sforzo che hanno fatto le imprese, da quelle più piccole a quelle più grandi, quelle che hanno investito e che puntano sull’Emilia-Romagna, sia stato uno sforzo enorme, che ci ha consentito di raggiungere questi livelli di crescita del Prodotto Interno Lordo, che nel 2021 segneranno un valore superiore a quello nazionale.

    Se questa cosa sta avvenendo in Emilia-Romagna, c’è davvero un grande grazie che dobbiamo dire al mondo del lavoro, generalmente inteso dall’impresa ai lavoratori, ma credo che sia anche il frutto di quella che quando studiavo all’Università era definita Institutional atmosphere, cioè l’atmosfera istituzionale e sociale che insieme abbiamo provato a creare e che oggi conta più del prezzo del terreno piuttosto che delle agevolazioni largamente intese nelle scelte di investimento delle imprese.

    Oggi le imprese si chiedono se c’è un’atmosfera sociale che è in grado di sostenere la loro crescita e i loro investimenti, e il Patto per il lavoro e per il clima è stato proprio questo, cioè la creazione di un contesto sociale, istituzionale e relazionale che fosse attrattivo per chi decide di arrivare e investire in Emilia-Romagna.

    A questo abbiamo affiancato tutte le politiche che stiamo provando a mettere in campo, dai fondi europei nella stagione 2014-2020 a quella che verrà, 2021-2027, agli strumenti più prettamente emiliano-romagnoli, come la legge sull’attrattività, che ha proprio lo scopo (lo dico anche in relazione a quello che diceva il relatore Bargi) di attrarre nuove imprese e di spingerle ad investire in Emilia-Romagna, perché noi chiediamo a queste imprese di investire in ricerca e nella creazione di nuova occupazione e, in funzione di questo, mettiamo a disposizione risorse nei loro confronti. Parlo delle grandi imprese, perché la legge n. 14 si rivolge sostanzialmente a loro.

    Quindi creazione di un’atmosfera adeguata all’investimento e strumenti che possono accompagnare le scelte che le imprese vanno a fare. Nella creazione di questo clima c'è anche questo sforzo che stiamo provando a fare tutti insieme sulla semplificazione. Ammetto che obiettivamente quella sulla semplificazione è quasi un’ultima chiamata, perché ne abbiamo parlato tanto, e lo dico anche da amministratore, mi è già capitato di dirlo, facevo il sindaco di un piccolo Comune che aveva e fortunatamente ha ancora una grande area industriale e il tema (allora avevo 26 anni) era la semplificazione, oggi ne ho 43 ed è la semplificazione, quindi su questo siamo davvero di fronte a un’ultima chiamata.

    La semplificazione sull’accesso ai fondi europei e sulle modalità di rendicontazione, la semplificazione nel rapporto tra imprese e cittadini, con tutto quello che è la galassia della Pubblica Amministrazione anche su settori delicati come l’ambiente, l’edilizia, sono un passaggio su cui ci siamo presi degli impegni, un passaggio che dobbiamo provare a concretizzare il più rapidamente possibile, sapendo che vanno fatti dei passi uno dietro l’altro, però bisogna cominciare fare quel percorso. Mi pare che il Patto abbia delineato una strategia, confido anche (ammetto di aver avuto qualche segnale in questo senso, ma vanno ulteriormente approfonditi) che abbia creato una cultura della semplificazione, cioè un atteggiamento della Pubblica Amministrazione volto a facilitare il rapporto tra imprese e cittadini, professionisti e Pubblica Amministrazione, senza mai abbandonare, perché non è nell’interesse di nessuno (questo è un dato condiviso nel tavolo del Patto per il lavoro e per il clima), quell’idea di rispetto delle regole, che ha caratterizzato da sempre il tessuto economico e sociale dell’Emilia-Romagna.

    In questo quadro, quindi, confidiamo davvero di poter intercettare quel percorso, così come oggi ci dicono i dati, di crescita, e di poterlo anche ulteriormente rafforzare.

    Nella nota di aggiornamento al DEFR, che, mi permetto di dire, è una nota di aggiornamento al DEFR, quindi non riproponiamo quello che abbiamo scritto nel DEFR, aggiorniamo un pezzo delle cose che abbiamo scritto nel DEFR, perché quello è il documento di partenza, abbiamo aggiornato il dato sugli investimenti, che è un dato in continuo aggiornamento, perché il PNRR ma non solo offriranno tante altre opportunità di investimenti, che cadranno in Emilia-Romagna e non necessariamente saranno fatti dalla Regione, ma saranno fatti dall’insieme delle Istituzioni emiliano-romagnole o anche delle Istituzioni non emiliano-romagnole, ma che nei loro investimenti insistono in Emilia-Romagna, il sistema delle autostrade piuttosto che il sistema delle ferrovie.

    Nel DEFR cosa si nota? Abbiamo provato a fare insieme a Prometea l'operazione di capire, nel momento in cui questi investimenti andranno a terra, cosa possano determinare come effetto moltiplicatore sulla crescita della Regione, e i dati che ci sono ci devono portare a dire che bisogna farlo in fretta perché, se lo facciamo, l’effetto sull’economia reale va oltre il mero investimento, determina un elevato valore aggiunto sia su occupazione che su creazione di ricchezza.

    Oggi, la fretta o la voglia che queste cose vadano a terra è ancora più forte, a partire dalla sollecitazione arrivata anche oggi sul tema delle infrastrutture strategiche, che da quelle che conosciamo, su cui il Patto per il lavoro e per il clima ha un’unanimità di consensi, dalla Cispadana ad altre, si è arricchita di importanti investimenti sul versante ferroviario, che abbiamo messo in campo anche utilizzando risorse esclusive di bilancio.

    Torno a citare il ruolo del Patto per il lavoro e per il clima e lo collego al PNRR. Mi spiego. Nel PNRR, come sapete, a livello nazionale è stata costruita una serie di cabine di regia e una di queste è il Tavolo del partenariato. In Emilia-Romagna lo abbiamo, li abbiamo anticipati nel momento in cui abbiamo costruito il Patto per il lavoro e per il clima.

    Sul PNRR cosa stiamo facendo? Stiamo provando a fare un po’ di monitoraggio (abbiamo dato questo mandato a un ufficio) di quello che sta arrivando in Emilia-Romagna, perché non vi nego che un pezzo delle cose passano per la Regione Emilia-Romagna, cioè l’ammontare di investimenti sulla sanità e altri passa per l’Emilia-Romagna, l’edilizia popolare è passata per l’Emilia-Romagna, c’è un piano di 124 milioni che stiamo redigendo e manderemo al Governo, i fondi della sanità passeranno per l’Emilia-Romagna e per il territorio, i fondi per l’acquisizione di mezzi sostenibili per il trasporto pubblico locale passeranno per la Regione, ma ce ne sono tanti altri che ci passano sopra.

    Fortunatamente, nell’ultimo decreto è stata costituita una cabina di regia Stato-Regioni, in funzione di alcuni progetti strategici che le Regioni potranno mettere avanti, che ci servirà, perché la necessità che avete espresso oggi è una necessità che abbiamo anche noi, provare a far sì che gli strumenti non si sovrappongano, ma si completino.

    Se quindi c’è un investimento forte, sul versante PNRR, su determinate questioni che magari ne lascia indietro altre, si possa arrivare con gli altri strumenti a completare e a chiudere il cerchio.

    Abbiamo quindi messo in campo una struttura di monitoraggio, che non ci dice solo quanti soldi arrivano (passatemi il termine), ma anche che tipo di interventi vengono finanziati e quindi come si può andare al loro completamento.

    Aggiungo un ulteriore elemento, partendo da alcune considerazioni che faceva il relatore Sabattini. La spesa delle Regioni è molto condizionata dalle entrate, si obietterà che tutta la spesa è sempre molto condizionata dalle entrate, sì, ma c’è una differenza tra lo Stato e la Regione: lo Stato può decidere di fare deficit, se lo fa sulle spese produttive aumenta il PIL e quindi se lo può consentire, noi non possiamo fare deficit, possiamo fare alcune spese "in indebitamento", ma che comunque vanno a pesare sul conto economico in termini di pagamento di interessi, quindi è evidente che noi non possiamo fare politiche in deficit.

    Questo è un tema che pone grande attenzione nei confronti dei bilanci, soprattutto nel momento in cui aumenta la spesa per quelle che noi consideriamo cose imprescindibili. Per noi l’attuazione dei fondi europei è una cosa imprescindibile, quindi, se servono centinaia di milioni di euro di compartecipazione, bisogna che li troviamo, perché quei milioni di euro determinano un effetto moltiplicatore di cinque volte superiore in termini di risorse, molto più di cinque volte in termini di effetti sociali e di ricadute sul territorio, per cui non possiamo venir meno a quell’impegno.

    Le strategie di bilancio passano per la definizione di alcune priorità e questa è indubbiamente una di quelle priorità, come del resto (provo a chiudere, dando una risposta su due questioni) tutto il tema della sanità e dei servizi di carattere sociale.

    È ovvio, infatti che noi abbiamo un obiettivo, vedere la Regione che torna a correre e a crescere, quindi che si produca maggiore ricchezza, anche superiore a quella che avevamo in epoca pre-Covid, ma che questo venga a distribuirsi nel modo più equo possibile tra le persone. Su questo, la spesa sociale, da un lato, e l’universalità della spesa sanitaria, dall’altro, sono un elemento centrale.

    Sulla sanità mi permetto di fare questo appunto, che vale per tutti, è un elemento di discussione che, come Regioni, abbiamo messo sul tavolo, è stato il presidente Fedriga ieri, raccogliendo l’appello di tutti i presidenti, a dire "caro Governo, bisogna che sulla sanità facciamo ancora di più". Se andiamo a leggere la nota di aggiornamento al DEF, si nota che la curva dell’andamento della spesa sanitaria, quindi l’incidenza della spesa sanitaria sul PIL, è cresciuta ovviamente molto nel 2020-2021, ma nel 2023-2024 torna ad essere il 6,3 per cento del PIL.

    La dico così: il PNRR ci chiederà di investire 20 miliardi come sistema della sanità su nuove strutture e nuovi servizi, e poi per farli funzionare teniamo il 6,3 per cento del PIL? Le due cose non stanno insieme, quindi ci sarà sicuramente necessità di cambiare la spesa, non si può pensare che con il 6,3 per cento sul PIL, quindi con lo stesso valore pre-Covid, si facciano le politiche sanitarie del post-Covid.

    È questo il punto su cui credo serva un momento di confronto, anche perché questo dato del 6,3 per cento che ha l'Italia di incidenza della spesa sanitaria sul PIL non è uno dei dati europei più alti, ma non lo dico io, lo dice Eurostat, lo dicono tutte le statistiche che fanno l'analisi dei bilanci statali.

    Su questo punto, quindi, ha fatto bene il presidente Fedriga, ma ha fatto bene il presidente Bonaccini quando, nei giorni scorsi, su questo è tornato in maniera molto forte, proprio alla luce di questo dato, cioè di una spesa sanitaria che rischia di tornare a livelli pre-Covid in termini di incidenza sul PIL, quindi non in termini assoluti dove ovviamente c’è un’evoluzione, ma in termini di incidenza sul PIL, e questo non si incrocia adeguatamente con quello che dovremmo fare con il PNRR.

    Detto questo, in questo bilancio si parla molto sia di investimenti che di spesa, dobbiamo fare in modo che quella spesa corra. Mi sono permesso oggi una battuta parlando del bilancio, evidenziando che "a volte, tra lo stanziare e il fare, c’è di mezzo un sacco di roba", quindi dovremo fare in modo che dallo stanziamento alla spesa non ci sia troppa distanza.

    Lo dico anche rispetto ai tempi di pagamento, che misuriamo dal momento in cui (parlo della Ragioneria) ci arriva la fattura e facciamo il pagamento, e i tempi sono indubbiamente stretti, la nostra Ragioneria su questo dato lavora molto bene, ma è sul flusso che porta la fattura che si deve provare a capire cosa fare.

    Oggi, non ho una risposta rispetto a questo tema del trasporto pubblico locale, però sono pronto a confrontarmi con voi insieme al collega Corsini su questo punto, quindi ritenetemi ad adiuvandum per il ruolo che ricopro in un eventuale incontro nel quale provare a capire cosa fare, perché anch’io, da assessore al bilancio e con una competenza trasversale, tengo a fare in modo che si possa agire anche su quel flusso per poter accelerare i pagamenti. Noi non abbiamo infatti alcun interesse a tenere i soldi in cassa, abbiamo interesse a fare in modo che la liquidità degli emiliano-romagnoli possa tornare agli emiliano-romagnoli, e la spesa pubblica, se va così, aiuta l’economia a crescere, non rimane spesa che rischia di essere improduttiva.

    Mi sono segnato alcune cose che ci avete posto, vi sono ovviamente grato se riuscite anche a girarci le relazioni, perché rimangono un punto su cui poi lavorare sia in fase di discussione sul bilancio che nei mesi successivi, quindi anche questa questione che è stata posta rispetto ai ristori dei servizi non accreditati, per poi capire se ci sono ulteriori risposte che possono essere date dai colleghi assessori e quindi dagli altri assessorati.

    Nel dire questo, vi ringrazio per i contributi non solo di oggi, ma per quelli che in questi mesi sono emersi, perché, come dicevo all’inizio, ci hanno aiutato, spero, a rendere più efficace l’azione delle Istituzioni.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore Calvano.

    A questo punto chiuderei questa udienza conoscitiva, ringraziando anche i relatori e chi è intervenuto.

    Noi ci aggiorniamo per lunedì 6, con la discussione su bilancio, collegato e DEFR.

    Grazie e buona giornata.

     

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