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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 23/02/2022 pomeridiano

     

    Resoconto integrale n. 3

    Seduta del 23 febbraio 2022

     

    Il giorno 23 febbraio 2022 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. PG/2022/5211 del 16/02/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente, dei Vicepresidenti Sabattini e Bargi e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Catellani, Occhi (Lega), Marchetti F. (PD), Pigoni (BP), Taruffi (ERCEP) a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 18 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    10

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    assente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    TARUFFI Igor

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    Sono altresì presenti la consigliera segretario dell’Ufficio di presidenza con delega in materia di politiche europee Lia MONTALTI (PD), i consiglieri Michele BARCAIUOLO (FDI) e Manuela RONTINI (PD).

     

    Partecipano alla seduta: i parlamentari europei on. P. De Castro e on. E. Gualmini; G. Di Federico (Professore ordinario di diritto dell’Unione Europea – Università di Bologna); P. Mambriani (Confindustria Emilia-Romagna); M. Molinari (Responsabile dell’Ufficio a Milano del Parlamento europeo).

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

    sulle iniziative di competenza regionale del Programma di lavoro 2022 della Commissione europea

     

    partecipano

     

    Giacomo

    Di Federico

    Professore ordinario di diritto dell’Unione Europea – Università di Bologna

    Pietro

    Mambriani

    Confindustria Emilia-Romagna

     

     

    Massimiliano POMPIGNOLI, Presidente della Commissione I. Buongiorno a tutti. Iniziamo l’udienza conoscitiva per la Sessione europea. Partiamo con l’appello.

    I due vicepresidenti, Bargi e Sabattini, sono presenti in aula.

    Bessi Gianni.

    Bondavalli Stefania.

     

    Consigliera Stefania BONDAVALLI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Castaldini Valentina.

    Catellani Maura, presente in aula.

    Costi Palma, buongiorno.

    Fabbri Marco, buongiorno.

    Gerace Pasquale.

    Gibertoni Giulia.

    Lisei Marco.

    Marchetti Daniele.

    Marchetti Francesca.

    Mastacchi Marco, presente.

    Occhi Emiliano.

    Pelloni Simone.

     

    Consigliere Simone PELLONI. Presente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buon pomeriggio.

    Piccinini Silvia, presente.

    Pigoni Giulia.

    Rancan Matteo.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Taruffi Igor.

     

    Consigliere Igor TARUFFI. Presidente, buongiorno.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno.

    Zamboni Silvia.

    Sono presenti anche Montalti Lia, quale membro dell’Ufficio di Presidenza proprio sulle relazioni con l’Europa, e la Presidente della II Commissione, Rontini Manuela.

    Chi volesse comunicare la propria presenza lo scriva in chat, così lo segniamo come presente.

    Oggi iniziamo con l’udienza conoscitiva sulle iniziative di competenza regionale del Programma di lavoro 2022 della Commissione europea.

    Vi indico un po’ la scaletta di questa udienza conoscitiva: abbiamo un cappello introduttivo, che verrà fatto dalla consigliera Montalti dell’Ufficio di Presidenza con delega agli affari europei, poi interverranno gli stakeholders. Abbiamo due richieste di intervento, Giacomo Di Federico, professore ordinario di diritto dell’Unione europea all'Università di Bologna, e Pietro Mambriani, Confindustria Emilia-Romagna.

    In collegamento (li saluto già) sono presenti Anna Lisa Boni, assessore del Comune di Bologna, Juri Magrini, assessore del Comune di Rimini, Beatrice Farinelli, consigliere al Comune di Goro in rappresentanza del Sindaco, Sandrine Labory, professore associato Dipartimento Economia e Management dell’Università di Ferrara, Gianluca Rusconi, Confindustria Emilia-Romagna, Stefano Bellei, segretario generale Unioncamere, Matteo Nicolini, Cosmed Emilia-Romagna, Chiadini Luca, presidente regionale ANMIL, Stefania Leoni, referente Programmi europei cooperazione territoriale, Sabrina Rosati, project manager Fondazione E35 per la progettazione internazionale, Luca Lombardi, Compagnia delle opere Emilia-Romagna, Maria Rosa Franzoni, PerLeDonne Imola, Roberta Fadda, segretario nazionale della Federazione italiana fitness e dell’International Dance Association.

    Darei la parola alla consigliera Montalti per l’introduzione di questa sessione di lavori e poi partiremo con gli interventi degli stakeholders e successivamente dei parlamentari europei che sono già in collegamento, Paolo De Castro ed Elisabetta Gualmini.

    Nel frattempo, segnalo la presenza della consigliera Pigoni e anche della presidente Rontini, che ho già indicato.

    Prego, consigliera Montalti.

     

    Consigliera Lia MONTALTI. Grazie, presidente. Mi sentite, vero?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo bene.

     

    Consigliera MONTALTI. Intanto voglio ringraziarla come presidente della I Commissione e ringraziare anche tutti gli ospiti presenti che interverranno e anche coloro che hanno deciso di partecipare a questa udienza conoscitiva, che è il primo passo del percorso che annualmente come Assemblea legislativa portiamo avanti nella nostra Sessione europea.

    Per noi è un momento e un passaggio importante, perché abbiamo strutturato e ci confronteremo dentro le Commissioni e poi in Assemblea legislativa su quello che è il programma della Commissione europea per quest’anno, un passaggio importante perché per noi diventa anche un momento sostanziale di confronto per incrociare e capire come indirizzare le politiche e la programmazione regionale anche alla luce dello scenario delle politiche e delle normative europee.

    Il programma di lavoro della Commissione di quest’anno ha sei obiettivi prioritari, che riguardano il Green Deal europeo, con tutta una serie di misure importanti che verranno messe in campo.

    Su questo abbiamo già iniziato un lavoro di confronto, in particolare per quanto riguarda il pacchetto “Pronti per il 55%”, che abbiamo analizzato negli scorsi mesi all’interno delle Commissioni e che vede tutta una serie di direttive e regolamenti nuovi, modifiche e innovazioni rispetto alla normativa precedente, e che vedrà, nei prossimi mesi e nei prossimi anni, importanti interventi e quindi anche impatti rispetto a quello che è il territorio e l’economia emiliano-romagnola.

    Dentro questo primo punto c’è anche tutto il tema dell’economia circolare, che affronteremo anche con il percorso del nuovo Piano rifiuti, così come è un elemento importante quello del Fondo sociale per il clima, Fondo che la Commissione ha proposto per cercare di intervenire sugli impatti derivanti dalla lotta al cambiamento climatico, sulle fragilità, quindi, ad esempio, anche sul tema, molto attuale al momento, della cosiddetta “povertà energetica”.

    Andando in maniera molto rapida, il secondo dei sei obiettivi prioritari riguarda l’Europa pronta per l’era digitale. Qui è al centro degli obiettivi della Commissione l’esame della politica di concorrenza, quindi tutto un lavoro su come rafforzare la presenza dell’Unione europea rispetto ad alcuni settori strategici. Penso ad esempio al lancio del programma per i semiconduttori, che è stato lanciato dalla Presidente della Commissione europea proprio alcuni giorni fa.

    Il terzo punto riguarda il tema dell’economia al servizio delle persone. Qui c'è anche tutta una serie di strumenti nuovi su cui sta lavorando il Parlamento europeo. Un esempio è quello del reddito minimo, di cui immagino ci parleranno anche gli europarlamentari presenti, Gualmini e De Castro, che approfitto per salutare.

    Il quarto punto è un’Europa più forte nel mondo, con il tema estremamente attuale dell’Unione europea della difesa e anche della strategia delle relazioni internazionali europee. Infine, la promozione dello stile di vita europeo con un'attenzione al quadro delle politiche sanitarie e farmaceutiche europee piuttosto che al tema dell’università.

    Ho fatto una carrellata rapidissima, poi avremo tempo e modo nelle prossime settimane di affrontare all’interno delle Commissioni, anche in maniera più specifica e tematica, gli ambiti che possono vedere protagonista e direttamente coinvolta la nostra Regione, ma ci tenevo anche a contestualizzare un quadro di riferimento politico, legato al nuovo programma di lavoro della Commissione europea.

    Chiudo il mio intervento con una riflessione sul perché è importante avviare questo percorso oggi e sul perché stiamo anche cercando di potenziare sempre di più gli strumenti di partecipazione.

    Da più di un anno è stata avviata la Rete europea regionale dell’Emilia-Romagna, uno strumento per cercare di coinvolgere il più possibile gli stakeholders in maniera puntuale e costante sui temi che possono interessare per la loro natura strategica e per l’opportunità la Regione e il territorio emiliano-romagnolo. La Rete ha già avuto diversi momenti di incontro e di confronto e sempre di più verrà attivata. All’interno della Rete sono i firmatari del Patto per il lavoro e per il clima, gli Enti locali, la rete degli Europe Direct e i soggetti che, a vario titolo, concorrono con l’Emilia-Romagna allo sviluppo e all’implementazione delle nostre politiche europee.

    Stiamo cercando di utilizzare sempre di più queste modalità per far sì che la nostra partecipazione alle politiche europee non rimanga solo una partecipazione istituzionale, ma venga il più possibile condivisa con la comunità emiliano-romagnola. La Sessione europea è la vera opportunità che noi abbiamo, come dicevo anche nella mia introduzione, per andare ad individuare quelli che possono essere gli ambiti di lavoro e di opportunità in una prospettiva futura.

    Chiudo, questa volta davvero, ricordando il passaggio importante che c’è stato poche settimane fa in Assemblea legislativa, con l’approvazione del programma regionale del FESR e del programma regionale del FSE, con i 2 miliardi di fondi europei che la nostra Regione ha a disposizione da qui al 2027. Sono risorse importanti e fondamentali per dare sostanza alle politiche europee e alle politiche regionali.

    In tutto questo, continuare a riflettere insieme e a ragionare su come portare la voce emiliano-romagnola a Bruxelles è un passaggio fondamentale per poter davvero far sì che le politiche europee non rimangano al di sopra dei territori, ma vedano i territori, le Regioni e i cittadini sempre più protagonisti. Questo è il nostro impegno di oggi, che porteremo avanti anche dentro la Sessione europea nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.

    Grazie e buon lavoro.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Montalti, per aver spiegato anche l’iter che ci porterà ad affrontare la Sessione europea in seduta solenne in Aula.

    Ora partiamo con gli interventi degli stakeholders. Dovrebbe essere collegato Giacomo Di Federico, professore ordinario di Diritto dell'Unione europea dell’Università di Bologna.

    Buongiorno, professore, le lascio la parola.

     

    GIACOMO DI FEDERICO, professore ordinario di Diritto dell'Unione europea dell’Università di Bologna. Grazie mille. Grazie innanzitutto per avermi dato questo spazio.

    Volevo semplicemente segnalare dalla mia prospettiva, che mi occupo non solo dell’Unione europea, ma in particolare di salute, due aspetti che richiamo e sottopongo alla vostra attenzione e sono due sviluppi abbastanza recenti.

    Parto da quello un po’ meno recente, che è quanto l’Unione stia investendo sulla salute elettronica o digitale, l'eHealth, come la conosciamo, e sulle app di mHealth. Questa è una delle idee centrali dietro alla proposta della Presidente della Commissione di creare un’Unione della salute, questo presuppone naturalmente a livello nazionale, ma per quanto riguarda l’Italia anche a livello locale, per motivi che non ho bisogno di chiarire in questo momento, un impegno in termini di digitalizzazione e di interoperabilità.

    So che ci sono dei progetti di piccola scala per consentire questa interoperabilità. Penso, ad esempio, alle cartelle cliniche, al fascicolo elettronico, e a tutto quello che ne consegue. Da questi piccoli progetti occorrerebbe ragionare in termini un po’ più ampi, per poter garantire il raggiungimento di questa interoperabilità che ci viene chiesta dall’Europa, con evidenti benefici non solo per il sistema sanitario, ma soprattutto per i pazienti.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Professore, la interrompo un secondo, perché si è abbassato l’audio. Se riesce ad alzarlo un pochino...

     

    Prof. DI FEDERICO, Ci provo. Adesso è meglio?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Un pochino di più. È proprio basso. Forse dalla regia? Non so se chi è collegato da casa riesce a sentirla meglio. Provi a parlare, professore.

     

    Prof. DI FEDERICO, Per riprendere da dove forse mi avete perso, cercavo di sottolineare l’importanza di cominciare a ragionare su progetti di più ampio respiro a livello di interoperabilità per quanto riguarda gli strumenti di salute digitale (penso in particolare al fascicolo elettronico), perché il futuro, quello che ha in mente la Presidente della Commissione europea quando parla di unione della salute, è proprio quello di consentire, per il vantaggio dei sistemi sanitari quanto dei pazienti, una maggiore condivisione dei dati.

    Questo è funzionale non solo ad una piena ed effettiva libera circolazione sul territorio dell’Unione, ma, ripeto, anche a ricadute a livello di costi e di benefici per i soggetti coinvolti.

    In secondo luogo, mi sentivo di sottolineare l’importanza di un nuovo Regolamento, il n. 2282 del 2021, sulle tecnologie sanitarie. Questo, a mio avviso, è uno degli sviluppi più interessanti, visto che si è passati da un sistema di tipo volontario a un sistema invece giuridicamente più solido, che troviamo all’interno di questo Regolamento.

    Fa parte o può essere inquadrato nella più ampia strategia dell’Unione europea in materia di farmaci e mira a stimolare gli investimenti in materia di tecnologie sanitarie da parte degli Stati, mira a garantire un uso migliore e più efficiente delle risorse, una migliore qualità dei servizi, quindi di nuovo a vantaggio dei pazienti, mira in sostanza a mettere insieme gli Stati nella ricerca di quelle tecnologie che dovrebbero segnare i prossimi anni in termini di investimento e di ottimizzazione dei risultati.

    Questo, ricordo, è un Regolamento che entrerà in vigore a gennaio 2025 e tocca evidentemente materie di competenza regionale, ed è per questo che io intanto sensibilizzavo rispetto a questo sviluppo normativo.

    Sono naturalmente disponibile a chiarire, qualora ci fossero delle richieste di approfondimento. Per il momento mi fermerei qui per non sottrarre ulteriore tempo ai lavori.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, professor Di Federico.

    Ora vediamo se è collegato Pietro Mambriani, di Confindustria Emilia-Romagna.

    Eccolo, buongiorno.

     

    PIETRO MAMBRIANI, Responsabile Politiche Industriali ed Europa - Confindustria Emilia-Romagna. Buongiorno, mi sentite?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Provi ad alzare un po’ il volume.

     

    Dott. MAMBRIANI. Così va meglio?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, va meglio così. Prego.

     

    Dott. MAMBRIANI. Grazie, buongiorno a tutti. Saluto la Commissione, i consiglieri e gli onorevoli collegati. Vi ringrazio per l’organizzazione dell’audizione su temi ovviamente di interesse.

    Come diceva prima la consigliera Montalti, il Programma della Commissione europea del 2022 si concentra sulle due transizioni, quella verde e quella digitale, e accelera su questi due fronti.

    Noi, come Confindustria Emilia-Romagna e come Confindustria, anche con la nostra delegazione di Bruxelles, stiamo seguendo molto da vicino i temi trattati (penso ad esempio alle singole proposte del pacchetto “Fit for 55” attualmente in discussione a livello europeo), quindi abbiamo costruito e stiamo costruendo un dialogo costruttivo su questi temi.

    Per quanto riguarda le iniziative del 2022, segnaliamo in particolare quelle che riguardano l’abbattimento delle emissioni di CO2 nei trasporti e nella logistica e le iniziative sulle microplastiche.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Dottor Mambriani, scusi, riesce ad alzare un po' l’audio? Qui in Aula non riusciamo a sentirla benissimo.

     

    Dott. MAMBRIANI, Responsabile Politiche Industriali ed Europa - Confindustria Emilia-Romagna.  Mi sentite meglio?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo meglio.

     

    Dott. MAMBRIANI.Come dicevo, nel 2022 l'iniziativa sulle microplastiche è un’iniziativa importante, che va monitorata, se non altro per il valore che ha per il settore nel nostro territorio.

    Per quanto riguarda invece la transizione digitale, le iniziative del 2022 si inseriscono nel solco della strategia digitale 2019. Anche in questo caso, con i colleghi di Bruxelles e di Roma stiamo seguendo tutte le iniziative su queste tematiche e auspichiamo che le due iniziative tengano in considerazione alcuni punti generali, un quadro legislativo in linea con le esigenze delle imprese, quindi una normativa semplificata, la neutralità tecnologica, una proporzionalità di intervento e un supporto finanziario proporzionale agli obiettivi.

    Questo per quanto riguarda la parte 2022 delle proposte della Commissione europea. Venendo alla programmazione regionale e a quanto ricordava la consigliera Montalti, adesso sono centrali i due programmi FESR e FSE. Qui vorremmo sollevare solo due punti metodologici. In primo luogo, ora che abbiamo approvato i due programmi, sarà importante, secondo noi, instaurare un vero e proprio dialogo anche verticale, di dettaglio, sulla definizione dei bandi e dei criteri di selezione per l’utilizzo delle risorse.

    Il secondo punto metodologico riguarda la complementarietà rispetto alla programmazione regionale e alla programmazione nazionale, cioè il PNRR. Ovviamente sappiamo tutti dell’ingente aumento di risorse per quanto riguarda il FESR, il FSE e l'aggiunta del PNRR, e su questo è apprezzabile lo sforzo della Regione in termini di cofinanziamento, quindi la complementarietà tra le programmazioni per evitare sovrapposizioni ed inefficienze è fondamentale. Su questo accogliamo con favore il fatto che sia stata istituita una cabina di regia regionale sul PNRR, in modo che dal punto di vista delle Amministrazioni ci sia un coordinamento, che permetta di utilizzare in modo efficace le risorse e di creare anche un territorio attrattivo per le risorse nazionali.

    In questo senso, però, secondo noi è necessario fare un passo ulteriore, cioè coinvolgere anche la parte privata, perché il coordinamento e l’efficacia della Pubblica Amministrazione sono fondamentali, però, se non si coinvolge anche la parte privata nella programmazione e nella condivisione delle priorità e delle opportunità per le imprese, secondo noi manca un pezzo. La complementarietà deve essere legata anche all’utilizzo delle risorse, ovvero PNRR e programmazione regionale, secondo noi, ma questo è ovviamente un obiettivo condiviso di tutti, devono avere al centro la competitività.

    Dico questo perché negli ultimi due anni, nella parte fronte programmazione regionale e fronte fondi regionali, le imprese, vuoi per il ritardo e la programmazione precedente, vuoi perché siamo una Regione virtuosa che impegna le risorse nei tempi stabiliti, sono appunto due anni che, se si esclude la legge n. 14, la parte privata, le imprese hanno avuto poche occasioni di sostegno da parte delle risorse regionali.

    Lato PNRR, stiamo iniziando a vedere l’implementazione dei primi bandi. Mi riferisco a quelli della ricerca, che purtroppo si stanno focalizzando tutti sulla parte pubblica, con un coinvolgimento dei privati e delle imprese a dir poco marginale. Tenevamo quindi a sottolineare l’importanza e la centralità della competitività delle imprese e quindi di tutto il territorio nell’utilizzo delle risorse sia regionali che nazionali, ovviamente utilizzate in modo complementare.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Ora passiamo agli interventi dei due onorevoli parlamentari europei. Il primo è l'onorevole Paolo De Castro. Vediamo se è collegato.

     

    Paolo DE CASTRO, parlamentare europeo. Eccomi. Buongiorno, presidente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Buongiorno, onorevole, le lascio la parola.

     

    On. DE CASTRO. Innanzitutto, rivolgo un ringraziamento a tutti i colleghi della Regione, agli amici che ho sentito nominare prima, un ringraziamento particolare a Lia Montalti per questo coinvolgimento che ci ha voluto assicurare questo pomeriggio.

    Naturalmente, avendo un impegno prevalentemente nella Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo e nella Commissione Commercio internazionale, vi parlerò degli argomenti che stiamo affrontando e che intercettano in qualche modo l’impegno della Regione.

    In modo particolare, si tratta della nuova Politica Agricola Comune, la riforma della PAC, che abbiamo approvato dopo tre anni di negoziato pochi mesi fa, che ha visto un lungo negoziato in Conferenza Stato-Regioni per la identificazione del PSN, del Piano Strategico Nazionale, e l’accordo tra le Regioni e lo Stato in merito a questa applicazione, perché una delle novità rilevanti di questa nuova PAC è proprio la costruzione di questi Piani strategici nazionali, che dovranno implementare la riforma, tenendo conto delle varie realtà locali e regionali differenti.

    La continua frequentazione e il rapporto attraverso l’assessore e tutti gli organi della Regione mi hanno visto in qualche modo partecipe nelle varie difficoltà applicative. Ci sono stati indubbiamente, durante tutto l’iter della riforma, momenti di particolare complessità, perché c’è stata l’idea iniziale della Commissione di escludere totalmente le Regioni nel rapporto con le Istituzioni europee e far diventare di fatto i Piani di sviluppo rurale un unico Piano di sviluppo rurale nazionale. Al contrario, si è riusciti a mantenere un ruolo nella concertazione con Bruxelles, restituendo alle Regioni quell'importante ruolo applicativo e di gestione dei Piani di sviluppo rurale, anche se il tutto ha inquadrato all’interno di un Piano strategico nazionale che evidentemente affronta una sfida rilevante.

    La sfida è legata all'applicazione di una riforma che vede maggiormente presenti tutti gli strumenti di politica ambientale (penso agli ecoschemi che sono stati introdotti e alle varie forme di ecoschemi che a livello di Stato e Regioni sono stati definiti), in cui è rilevante il ruolo della nostra Regione, perché la componente zootecnica è importante sia da latte che da carne, e una delle difficoltà applicative di questa nuova riforma è rappresentata dagli effetti della redistribuzione degli aiuti, cioè Bruxelles ci chiede di redistribuire gli aiuti non più legati ai premi storici, ma legati ad una effettiva distribuzione sulla base dei territori.

    Non sarà quindi più possibile continuare ad avere pagamenti molto elevati in alcuni settori e in alcuni territori, ma questi dovranno essere redistribuiti in modo uguale in tutto il territorio nazionale. Si tratta di un passaggio che quasi tutti gli Stati membri hanno già fatto, ma rispetto al quale il nostro Paese era in ritardo e che questa riforma, accelerando questo processo, renderà complicato, più che per gli effetti della riforma, per effetto della redistribuzione degli aiuti.

    L’accordo raggiunto mi pare positivo, anche con un protagonismo importante della Regione Emilia-Romagna, dove gli effetti sulla zootecnia sono stati in parte compensati da ecoschemi dedicati al settore zootecnico in modo specifico.

    Oltre questo grande tema su cui non mi dilungo, anche se ci sarebbe tantissimo da dire, trattandosi di una riforma che mette in campo per il nostro Paese circa 50 miliardi di euro in 7 anni, fino al 2027, 50 miliardi di euro compresa la quota di cofinanziamento, ed evidentemente sia la parte ambientale che la parte economica che la parte sociale (mi piace sottolinearlo in questa sede, perché è una delle novità di questa nuova PAC che entrerà in vigore il 1 gennaio 2023, il prossimo anno) vede per la prima volta inserito un principio di condizionalità sociale, cioè il rispetto delle regole sul lavoro come condizione per accedere agli aiuti PAC, cosa che storicamente avevamo tentato nel mondo sindacale a livello europeo senza però riuscirci.

    Questa riforma ha permesso questo passo importante, per cui d'ora in avanti si vedranno gli aiuti solo nella misura in cui saranno rispettate le regole sulla sicurezza del lavoro, sugli standard dei lavoratori, su tutto quello che è l’impianto di tutela del mondo dei diritti dei lavoratori, un fatto rilevante per il nostro Paese, ma per tutta l'Europa.

    Oltre a questi tre grandi asset, ambientale, economico e sociale, la PAC riguarda l'insieme degli strumenti per rendere più forti e più competitive le nostre imprese, le nostre cooperative. Qui ci sono davvero tantissime novità che riguardano il mondo del vino, il mondo dell’ortofrutta, settori rilevanti della nostra Regione, che godranno, grazie a questa riforma, di una serie di strumenti di gestione dell’offerta, che potranno rafforzare tutta la fase di immissione del prodotto sul mercato, cosa particolarmente rilevante in questa fase delicata, con un aumento dei costi così alti, legati all’aumento del costo dell’energia, dei trasporti e delle materie prime, che dovranno gestire questa situazione di rilevante difficoltà.

    È anche un paradosso, perché, se da una parte la nostra Regione continua ad avere una leadership fortissima nelle esportazioni del settore agroalimentare (il nostro Paese, come sapete, ha superato l’anno scorso i 52 miliardi di euro di export nel settore, quindi ormai le esportazioni del settore alimentare sono seconde soltanto alla meccanica all’auto), nello stesso tempo vediamo una compressione dei margini, che sta mettendo in ginocchio le imprese, quindi abbiamo ordini importanti da rispettare, ma costi di produzione talmente alti che non si riesce a farli diventare obiettivi aziendali.

    Due note, prima di finire, su alcune emergenze. Voglio ricordare l’impegno, a partire dallo stesso presidente Stefano Bonaccini, per quanto riguarda la correzione che abbiamo fatto, è l’occasione per sottolinearlo, insieme alla collega Elisabetta Gualmini, il gioco di squadra che abbiamo svolto come eurodeputati italiani dei vari Gruppi per quanto riguarda l’approvazione di quel documento importantissimo che riguarda il Piano europeo di lotta contro il cancro, all’interno del quale c’erano alcuni elementi che preoccupavano tutto il mondo produttivo vitivinicolo europeo, perché non era stata messa in sufficiente luce la differenza sostanziale tra il combattere l’abuso di vino, di birra e di alcol in generale e un uso consapevole e moderato.

    Questo è stato corretto, devo dire, su iniziativa nostra, italiana, sono stati gli emendamenti da noi preparati assieme ai colleghi Dorfmann e Tolleret che hanno consentito di raggiungere una maggioranza molto forte in Aula.

    Naturalmente accanto a questa che fa parte delle cose fatte, ne esistono ancora tante da fare, a partire dal drammatico sistema di etichettatura nutrizionale che preoccupa tutto il sistema produttivo italiano e non solo italiano. Sono infatti ormai 9 i Paesi che, insieme all’Italia, sono preoccupati della ipotesi francese del Nutriscore, questo sistema di etichettatura che rischierebbe di condizionare il comportamento del consumatore piuttosto che informare. Noi siamo profondamente contrari, c’è stata una presa di posizione dello stesso presidente Draghi molto forte in Aula, rispondendo alla Camera non molto tempo fa a questo tipo di domanda, ma naturalmente la Commissione dovrà fare le sue scelte.

    Noi ci auguriamo che la commissaria Kyriakides, responsabile per questo tema, non metta nei prossimi mesi sul tavolo del Parlamento e del Consiglio una proposta di armonizzazione dell'etichettatura nutrizionale europea che possa ispirarsi al sistema francese, ma che invece possa ispirarsi al sistema italiano del Nutrinform, che è un sistema forse meno tollerato, ma certamente più utile a compiere scelte consapevoli piuttosto che indirizzare i consumi da una parte o dall’altra, dando delle pagelle al cibo senza tener conto delle reali quantità consumate.

    Questo metterebbe a rischio tutti i nostri principali formaggi, l'olio extravergine di oliva, perché avrebbero tutti l’etichetta rossa, al contrario di bevande gassate, patatine fritte o altri prodotti iperlavorati, che sarebbero contrassegnati da un’etichetta verde.

    Questa è una delle altre battaglie su cui siamo tutti impegnati come reputazione italiana, che vedrà nei prossimi mesi un ancor più forte gioco di squadra, perché ci auguriamo che la stessa maggioranza con cui abbiamo ottenuto le modifiche al Cancer Plan possa essere utilizzata e raggiunta anche quando si tratterà di votare per un sistema di etichettatura nutrizionale che sia più equilibrato e più ispirato alla dieta mediterranea e non ai sistemi alla francese come sono stati ipotizzati. Sembra che gli stessi francesi si stiano rendendo conto: recentemente lo stesso Ministro Julien Denormandie ha detto in aula “[…] è un sistema che così come proposto non funziona, va aggiustato”, quindi ce lo auguriamo.

    Infine, i due grandi obiettivi 2022 sono i due nuovi atti legislativi che stanno per arrivare, entrambi di particolare importanza per la nostra Regione Emilia-Romagna: uno è il nuovo Regolamento europeo sulla promozione dei prodotti alimentari; l’altro è il nuovo Regolamento europeo sulle indicazioni geografiche.

    Come sapete bene, l’Emilia-Romagna è una delle prime Regioni, insieme al Veneto, ad avere il primato, come numero, delle denominazioni di origine, e soprattutto come dimensione economica delle denominazioni d’origine: basti citare i nostri Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, aceto balsamico; stiamo parlando di miliardi di euro di fatturato e di export.

    Questo nuovo Regolamento dell’Unione europea sembrerebbe essere ispirato ad una semplificazione eccessiva, non a quella tutela che invece noi vorremmo maggiormente garantire.

    Analogamente, per la promozione, che è un altro importante asset degli strumenti dell’Unione europea, l’Italia è fra i principali Paesi beneficiari. Questa modifica vorrebbe in qualche modo limitare l’accesso a questi fondi per tutti i prodotti che in qualche modo sono visti come pericolosi o dannosi alla salute: mi riferisco al consumo dell’alcol e al consumo della carne. Questo, ovviamente, è tutto da dimostrare, scientificamente, c’è un grande dibattito su questo. Il voto che abbiamo espresso sul Cancer Plan spero possa indirizzare meglio la Commissione. C’è un’iniziativa a livello di Consiglio: proprio l’altro ieri, in Consiglio agricoltura, l’Italia, assieme a ben altri 17 Paesi europei ha firmato un documento contro il tentativo, da parte della Commissione, di limitare l’accesso a tutti i prodotti zootecnici e ai prodotti a base di alcol ai fondi della promozione.

    Speriamo, come mi auguro, che questi due atti legislativi siano ispirati sempre più da solide basi scientifiche, e non da umori o da sentiment che in qualche modo hanno colto nell’opinione pubblica un certo sostegno.

    Mi fermo qui. Naturalmente, noi italiani giocheremo su questi due dossier un ruolo importante. Mi auguro e spero che addirittura qualcuno di noi possa diventarne il relatore ufficiale per il Parlamento europeo.

    Grazie di questa opportunità. Se ci saranno domande, presidente Pompignoli, ovviamente noi siamo qui, pronti a rispondere.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, onorevole De Castro, per la sua relazione.

    Passerei la parola, ora, all’onorevole Gualmini. Ben ritrovata, buongiorno. Non la sento, però.

     

    Elisabetta GUALMINI, parlamentare europea. Mi sentite

     

    Presidente POMPIGNOLI. Adesso, sì. La sentiamo.

     

    On. GUALMINI. Perfetto. Troppo forte l’audio?

     

    Presidente POMPIGNOLI. È un pochino forte. Ha le cuffie, per caso? Se riesce con le cuffie, secondo me si sente molto meglio, di solito.

     

    On. GUALMINI, Così?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Proviamo così. Prego.

     

    On. GUALMINI. Okay. Intanto grazie.

    Lo sento sempre molto disturbato.

    Provo a prendere le cuffie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Provi con le cuffie, secondo me riesce meglio con l’audio.

     

    On. GUALMINI. Intanto, grazie per questo invito, ringrazio moltissimo lei, presidente Pompignoli, tutti i consiglieri, naturalmente Lia Montalti, che ha un po’ tenuto le fila di questa sessione.

    Per me è un piacere quindi raccontarvi quello che abbiamo fatto a Bruxelles in questi due anni e mezzo, ormai metà del mandato, sostanzialmente, è trascorso, e quello che intendiamo fare anche in relazione alle politiche e al ruolo che la Regione Emilia-Romagna può giocare e sta giocando a livello europeo.

    Naturalmente, nello scorso anno, soprattutto nella Commissione bilancio e nella Commissione lavoro e politiche sociali di cui faccio parte, ci siamo impegnati su tutte le risposte, più o meno emergenziali, alla fase di grande crisi economica e di grande recessione causata dall’emergenza sanitaria. Sostanzialmente, quindi, sia nella Commissione bilancio che anche nella ECON, economica, di cui faccio parte come membro sostituto, l’impegno è stato quello di stabilizzare le risorse di Next Generation EU.

    Come sapete, è un dispiegamento di risorse finanziarie davvero gigantesco, di cui stanno beneficiando sia i Governi che, sperabilmente, anche le Regioni, anche se la gestione è decisamente accentrata, e quindi la stabilizzazione delle risorse finanziarie per la ripresa e anche l’individuazione dei meccanismi che consentono poi di ripagare questa mobilitazione straordinaria di finanziamenti.

    Come sapete, abbiamo assistito anche a grandi cambiamenti da parte delle Istituzioni europee, molti di questi completamente inattesi. Mi riferisco proprio alle regole economiche, al quadro macroeconomico in cui l’Unione europea si è mossa. Ad oggi, come Commissione ECON siamo impegnati, insieme alla presidente Tinagli, a negoziare la revisione del Patto di stabilità e crescita che, come sapete, è stato immediatamente interrotto, a seguito della pandemia. Si tratta di capire se e quando verrà ovviamente rimesso in vigore, sperabilmente non nella versione "austerity, cioè rigorista che abbiamo conosciuto in passato.

    Anche con il commissario Gentiloni, quindi, entro il 2023 dovremo capire bene che tipo di obblighi e di paletti verranno assegnati ai bilanci, alla possibilità di investimento degli Stati, quindi poi, a catena, anche delle Regioni.

    Il mio impegno corre sostanzialmente su tre grandi binari. Il primo è quello che riguarda i piani, la dimensione sociale dell’Unione europea, che ha un collegamento abbastanza diretto con gli Stati nazionali, e in parte anche con le Regioni. In particolare, due grandi atti legislativi su cui lavoreremo nel corso del prossimo anno sono da un lato la direttiva sul salario minimo; dall’altro, lo strumento legislativo, quindi la direttiva, ancora una volta, sui lavoratori delle piattaforme.

    Di quest’ultimo provvedimento, tra l’altro, io sono relatrice, quindi ci occuperemo di tutto ciò che ha a che vedere anche con la regolazione dell’intelligenza artificiale, la gestione degli algoritmi, poi il loro impatto sulle condizioni di lavoro, in particolare sulla tutela, sui diritti dei lavoratori. Anche nella Regione Emilia-Romagna abbiamo assistito a casi clamorosi, tipo licenziamenti su WhatsApp, o anche, nel caso della logistica, a protezioni al di sotto della dignità, appunto, per i lavoratori.

    Questa importante direttiva, soprattutto quella sui lavoratori delle piattaforme, cercherà di ripristinare un quadro legislativo di fondo che possa anche creare convergenza tra i 27 Paesi europei, all’interno del quale stabilire delle regole di dignità sulle condizioni di lavoro, in una fase in cui i lavoratori alle prese con algoritmi e con piattaforme virtuali stanno aumentando in maniera esponenziale.

    Ancora, si citava prima, sempre nell’ambito sociale, oltre alla direttiva sul salario minimo, che però ha un riverbero più diretto sul livello nazionale, stiamo lavorando, ovviamente, sulla cosiddetta Unione della salute. La menzionava il professor Di Federico. Questo è un altro progetto importante su cui, tra l’altro, la Presidente della Commissione, Ursula von Der Leyen ha insistito molto, sin dall’inizio del suo mandato, e naturalmente durante l’evolversi dell’emergenza sanitaria.

    Com’è noto, le Istituzioni europee non hanno competenze dirette in materia sanitaria, anzi, io ritengo che debbano rimanere saldamente nelle mani delle Regioni, anche se ogni tanto intravvediamo qualche disegno più o meno nascosto, più o meno visibile, di centralizzazione del nostro Paese.

    L’idea da parte delle Istituzioni europee di coordinare meglio, dalla ricerca all’acquisto dei vaccini, alla distribuzione dei dispositivi medici, dei farmaci o di altro, quindi di spingere verso una maggiore omogeneità, naturalmente è un elemento importante in ambito sanitario e sociosanitario, così come si è dimostrato durante la pandemia.

    Un secondo binario su cui lavoreremo molto nel 2022 è quello che riguarda le cosiddette risorse proprie dell’Unione europea, cioè le nuove entrate del bilancio comunitario che serviranno per finanziare il Piano per la ripresa con cui oggi noi abbiamo a che fare.

    Naturalmente, i 235 miliardi che sono arrivati in Italia non sono gratis, ma vanno in qualche modo garantiti e anche restituiti, sia sotto forma di prestiti a lungo termine, che anche in termini di contributi da parte dei bilanci nazionali. Tuttavia, quello che si sta cercando di fare è rafforzare l’autonomia fiscale dell’Unione, delle Istituzioni europee, introducendo delle nuove imposte che invece che andare direttamente a prendere denaro nelle tasche delle famiglie e dei cittadini, possono agire su quella realtà (grandissime imprese, multinazionali del web, multinazionali fisiche) che sino ad oggi hanno fatto profitti notevolissimi senza ovviamente contribuire in maniera equa.

    Ecco perché stiamo lavorando su tre grandi imposte per i prossimi due anni, che sono la tassa sul digitale, la revisione del sistema di scambio delle quote di emissione e la tassa sul carbonio alle frontiere: due imposte verdi, quindi, e un’imposta sulle grandi multinazionali, che ci consentiranno di raccogliere quelle risorse necessarie per poter anche sostenere il grande investimento finanziario fatto.

    Questo secondo punto si collega a un terzo, su cui sto tuttora lavorando: il grande pacchetto che ci consentirà di perseguire l’obiettivo della sostenibilità ambientale con il “Fit for 55”, che vede l’ingresso di queste imposte verdi e tutta una roadmap per arrivare sperabilmente alla neutralità del nostro continente, e comunque per avanzare sulla lotta al cambiamento climatico.

    Qui però vorrei dirvi, e qui la Regione Emilia-Romagna ha un ruolo davvero rilevante, che è chiaro che noi siamo impegnati ad abbracciare la transizione verde, ma senza un’eccessiva demagogia/ideologia. La transizione ecologica, cioè, va fatta, ovviamente, va messa in atto; ma bisogna farlo in maniera graduale, con buonsenso, con equilibrio, in modo che soprattutto alcuni settori produttivi, settori industriali particolarmente forti della nostra Regione non siano completamente penalizzati dalle richieste dell’Unione europea.

    Come sapete, sono stata nominata Presidente dell’Intergruppo sulle Ceramiche Unite Europee. Chiaramente stiamo lavorando moltissimo per una transizione ecologica equilibrata, affinché il passaggio dal carbone ad altre energie, ad altri modi di produzione – penso all’idrogeno e alle energie rinnovabili – certamente avvenga, ma senza che le imprese debbano chiudere da un giorno all’altro, o debbano lasciare a casa decine di migliaia di lavoratori.

    Questo lo sottolineo perché alcuni comparti della nostra Regione, certamente quello della ceramica, ma penso anche a quello del packaging e ad altri, sono impegnati nella transizione, ma devono anche avere le mete, le strategie e i tempi per poter assecondarla, senza avere ripercussioni rilevanti. Considerate anche che l’Europa, anche se fa tutti i compiti a casa ed è la prima della classe, produce emissioni per l’8-9 per cento a livello globale. Noi quindi possiamo essere i migliori del mondo, ma finché non arrivano Russia, Cina e Stati Uniti, francamente, non risolveremo questo problema.

    Dal punto di vista del pacchetto relativo al Green New Deal, stiamo lavorando, lo faremo in modo sensato ed equilibrato. Naturalmente, vi terremo aggiornati su tutto questo.

    Chiudendo, è una fase di grandissima trasformazione, con molte luci da parte delle Istituzioni europee, che forse hanno dimostrato di sapersi svegliare in una fase storica in cui occorreva darsi da fare per dare una mano a famiglie, cittadini. Lia ha citato anche il reddito minimo: ancora non c’è un provvedimento su questo, probabilmente ci sarà nel 2023, quindi un’Unione che si fa più vicina alle proprie comunità, ed è un bene. Ma è un’Unione con ancora tante ombre. Lo vediamo adesso, nella politica estera, in questi balbettii anche sulla crisi russo-ucraina, lo vediamo sulla gestione dei migranti. È quindi un’Unione che fra luci ed ombre deve districarsi, ma che speriamo vada avanti nel migliore dei modi possibili.

    Mi fermo qua. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, onorevole Gualmini, del suo contributo.

    Chiuderei con l’intervento del dottor Molinari, responsabile dell’ufficio a Milano del Parlamento europeo, che è sempre presente nelle nostre audizioni, e che ringrazio, ovviamente.

    La vedo, ma non la sento.

     

    Maurizio MOLINARI, responsabile dell’ufficio a Milano del Parlamento europeo. Adesso mi sente?

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, la sentiamo. Buongiorno.

     

    Dott. MOLINARI. Eccoci. Buonasera a tutti. Buonasera alla presidente e a tutti i consiglieri presenti, agli eurodeputati, agli stakeholders

    Io ho ascoltato tutti gli interventi. Veramente, ogni volta che mi capita di parlare di fronte all’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna, come dico sempre, mi sento un po’ a casa, nel senso che avendo studiato all’Università di Bologna, sede di Forlì, è sempre un po’ come una mia seconda, terza o quarta Regione.

    Dopo aver ascoltato gli interventi dell’onorevole De Castro e dell’onorevole Gualmini, ho veramente poco da aggiungere, se non che questi appuntamenti sono sempre stati importanti. Definire un canale di comunicazione continuo e stabile fra Europa e territorio penso che sia uno dei modi con cui far sentire l’Europa più vicina alle Regioni. Se cioè noi continuiamo a percepire l’Europa come l’Europa di Bruxelles, sentivo l’onorevole De Castro che parlava del Nutriscore, parlava della PAC, l’onorevole Gualmini parlava della direttiva dei rider delle piattaforme, del salario minimo, ebbene, i processi legislativi, il risultato di questi processi legislativi non sono cose che vengono elaborate in un iperuranio a Bruxelles, che ci cadono in testa, ma sono cose che in primo luogo i nostri deputati europei, ma in generale tutti i portatori di interessi, i decisori politici a livello nazionale e regionale contribuiscono a formare.

    Venire qui da voi, anche se purtroppo ancora on line e non in presenza, spiegare quello che sta succedendo, spiegare gli ultimi sviluppi, spiegare le priorità legislative, secondo me è fondamentale. Sono contento che ci sia sempre una buona risposta da parte degli eurodeputati, in particolare oggi con gli onorevoli Gualmini e De Castro.

    In un momento in cui, dopo la pandemia siamo forse ad un’altra svolta della storia, in un momento di tensioni, in una situazione geopolitica molto complessa, è ancora più importante confrontarsi e capire che l’Unione europea è sì l’Unione europea che sta cercando sempre più di trovare il suo ruolo nel mondo, di trovare sempre più una dimensione globale, di agire da attore geopolitico importante e influente; ma è anche l’Unione europea che poi dal livello europeo entra nelle nostre vite, per esempio col PNRR, quindi a livello nazionale, ma anche a livello regionale.

    Come giustamente faceva notare l’onorevole Gualmini, i fondi straordinari che sono stati stanziati con il PNRR, col Next Generation EU, per far fronte alla pandemia non sono regali, ma sono cose che sono state ottenute grazie ai negoziati politici, fondi che dobbiamo dimostrare di essere in grado di spendere.

    La Regione Emilia-Romagna è una di quelle Regioni che di solito è più virtuosa in questo. Spero rimanga tale e spero che anche le Regioni meno virtuose diventino sempre più virtuose nella spesa dei fondi, che sono fondi che in parte dovremo rimborsare.

    Qui chiudo veramente. Non so se ci saranno domande, soprattutto per gli onorevoli Gualmini e De Castro. Io penso che questi momenti siano importanti per dare un po’ di concretezza. Adesso magari c’è un po’ meno bisogno rispetto a qualche anno fa, perché più concreto di oltre 200 miliardi penso che ci sia poco, ma per dare la sensazione concreta che veramente l’Unione europea non è un qualcosa che piove dall’alto, da Bruxelles, né che ci sono delle persone oscure che si occupano della redazione di direttive, di regolamenti, del negoziare su dossier complicati. L’Unione europea è qualcosa che coinvolge tutti noi, anche la vostra Regione, tutti i giorni, e in tantissime aree. Più momenti di questo tipo ci sono, quindi, secondo me meglio è; più il canale di comunicazione resta aperto, e con la Regione Emilia-Romagna è sempre molto aperto, meglio è.

    Vi ringrazio davvero tanto per l’opportunità. Resto in ascolto se ci sono domande, ripeto, soprattutto per gli onorevoli.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, dottor Molinari.

    Chiedo ai commissari eventualmente presenti e anche a quelli collegati se vi sono delle domande, così cerchiamo di capire e comprendere, se vogliamo fare qualche intervento.

    Nel frattempo, per quanto riguarda la programmazione dei lavori, ringrazio intanto il responsabile degli uffici, la dottoressa Cirielli e la dottoressa Lucertini per l’ottimo lavoro che è stato fatto proprio sulla Sessione europea, e che verrà fatto nel prosieguo di questi mesi.

    Sulla programmazione dei lavori poi ci fermeremo per dare una scaletta rispetto alle prossime Commissioni, anche con l’Ufficio di Presidenza della Commissione I, quindi con i due vicepresidenti presenti, al fine di fare il punto sulla questione e avere poi una programmazione che ci porterà in Aula più avanti.

    Non vedo richieste di intervento da parte dei commissari presenti. Ringrazio pertanto ovviamente tutti gli intervenuti, gli europarlamentari, il dottor Molinari e gli stakeholders.

    Chiudo questa udienza conoscitiva. Riprenderemo successivamente, appunto, nella Sessione europea per affrontare e riparlare di nuovi argomenti. Cosa importante, qualsiasi tipo di osservazione che vorrete mandare proprio sulla tematica legata alla Sessione europea, la potete mandare alla posta elettronica della segreteria della Commissione bilancio.

    Grazie a tutti e buona giornata.

     

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