Espandi Indice
Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 21/03/2022 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 8

    Seduta del 21 marzo 2022

     

    Il giorno 21 marzo 2022 alle ore 15.00 è convocata, con nota prot. n. PG/2022/7983 del 16/03/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche, che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente, della Vicepresidente Palma Costi e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Federico Alessandro Amico (ERCEP); Emiliano Occhi, (Lega); Valentina Castaldini (FI); Silvia Zamboni (EV); Silvia Piccinini (M5S); Marco Mastacchi (RCPER); Michele Barcaiuolo (FDI); nonché degli altri partecipanti in via telematica a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti dei Gruppi del 18 marzo 2021 e della successiva decisione dell’Ufficio di Presidenza dell’Assemblea legislativa.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    6

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    2

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SONCINI Ottavia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

    Sono presenti i consiglieri: Lia MONTALTI, Giancarlo TAGLIAFERRI

     

    Sono altresì presenti Vincenzo Colla, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione ed Elly Schlein, Vicepresidente e Assessore al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica: Patto per il clima, welfare, politiche abitative, politiche giovanili, cooperazione internazionale allo sviluppo, relazioni internazionali, rapporti con l’UE

     

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon

    Funzionario estensore: Agata Serio

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    Esame testi abbinati

    3471 -Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: “Interventi regionali di promozione e sostegno dell’istituzione delle comunità energetiche rinnovabili”. (28 05 21)

    A firma dei Consiglieri: Occhi, Liverani, Pompignoli, Marchetti Daniele, Stragliati, Bargi, Catellani, Pelloni, Bergamini, Rancan, Montevecchi, Delmonte, Facci, Rainieri

     

    4530 -Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Promozione e sostegno della produzione e dell'autoconsumo di energia rinnovabile e misure per il superamento della povertà energetica". (14 01 22)

    A firma della Consigliera: Piccinini

     

    4741 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Promozione e sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e degli autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente". (Delibera di Giunta n. 189 del 14/02/2022)

    TESTO BASE

    (Relatrice consigliera Silvia Piccinini - Relatore di minoranza consigliere Emiliano Occhi)

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    Intervengono

    Gianluca Rusconi, Vicedirettore Confindustria;

    Fabrizio Ghidini, Vicepresidente Federconsumatori Emilia-Romagna

    Luigi Castagna, Presidente Confservizi E-R

    Matteo Carassiti, Illumia s.p.a

    Emily Marion Clancy, Vicesindaco Comune di Bologna

    Mauro Modanesi, Presidente Consorzio Cervia Parcheggi

    Barbara Lepri, Direttrice Legacoop E-R per Alleanza Cooperative Italiane Emilia-Romagna

    Guido Zama, Direttore Confagricoltura

    Gianluca D’Agosta, Ricercatore ENEA

    Carlo Lugli, Presidente D. E. S. Modena

    Barbara Maccato, Responsabile relazioni industriali del Confartigianato Emilia-Romagna

    Simona Acerbis, Direttrice Agenzia Territoriale per l'energia e la sostenibilità di ParmaLegacoop E-R

    Claudia Carani, Project manager AESS

    Francesco Berni, Comune di Reggio Emilia

    Isabella Debbia, Ingegnere Ricerca e sviluppo AIMAG S.P.A

    Francesco Corvaro, Professore Struttura Commissariale Sisma 2016

    Giacomo Vincenzi, Assessore e Vicesindaco Comune di Camposanto

    Marco Pasi, Confesercenti

     

    PRESIDENTE RONTINI. Spendo due veloci parole iniziali, più che altro per alcune informazioni utili anche a voi per il percorso. Come sapete, c’era un impegno di questa Regione, che avevamo messo nero su bianco già nel Patto per il lavoro e per il clima, di approvare nel corso della legislatura una legge in materia di promozione e sostegno delle comunità energetiche rinnovabili.

    Nei mesi scorsi, a prima firma del consigliere Occhi, che poi è stato nominato relatore di minoranza, è stato depositato un progetto di legge recante “Interventi regionali di promozione e sostegno dell’istituzione delle comunità energetiche rinnovabili”.

    Anche la consigliera Silvia Piccinini, che è la relatrice del provvedimento, ha poi depositato una proposta di legge recante “Promozione e sostegno della produzione e dell’autoconsumo di energia rinnovabile e misure per il superamento della povertà energetica”.

    Infine, anche la Giunta, il 14 febbraio scorso, ha deliberato la proposta di legge, che poi è stata assunta come testo base dalla Commissione. Quindi, ci confrontiamo su quella, con l’idea, condivisa con i relatori, a cui a breve lascerò la parola, di provare ad arrivare in aula per l’approvazione entro la fine di aprile.

    Nella scorsa seduta c’è stata in Commissione l’illustrazione. Nelle prossime settimane ci dedicheremo alla discussione generale e poi entreremo nel merito del provvedimento. Quindi, dico anche a tutti voi, che siete nostri privilegiati interlocutori, che se, oltre alle cose che ci racconterete nel corso del pomeriggio, avete intenzione di farci avere suggerimenti, proposte, le potete far recapitare alla mail da cui avete ricevuto l’invito alla seduta di oggi pomeriggio, che è la mail della Segreteria della Commissione. Dopodiché, la struttura provvederà ad inviarle a tutti i commissari, a tutti i membri della Commissione, affinché ne possano prendere visione e possano, eventualmente, decidere di trasformare qualcuna delle vostre proposte in emendamenti migliorativi del provvedimento.

    Da parte mia, visto il largo coinvolgimento con proposte diverse, ma non troppo, da parte di varie forze politiche, l’auspicio è che si possa arrivare a un provvedimento largamente condiviso dall’Assemblea legislativa.

    Inutile dire che siamo arrivati a discutere di questo provvedimento in un momento che ulteriormente complica il Paese, la Regione Emilia-Romagna sul tema dell’energia, del caro prezzo, dei costi elevati, che forse, quindi, ci può spronare ‒ diciamo così ‒ a legiferare in materia, per dare strumenti utili sia alle famiglie sia ai cittadini sia alle nostre imprese, e farlo nel più breve tempo possibile.

    Nel frattempo, nelle prossime settimane tornerà, per essere completata qui in Commissione, la discussione che riguarda il Piano energetico regionale e il nuovo triennio di attuazione del provvedimento, quindi anche su quello poi avremo la possibilità di confrontarci.

    Per ora ho finito, ci sono 23 richieste d’intervento, quindi senza togliere spazio a nessuno vi invito, se riuscite, a stare in interventi che possano stare in una decina di minuti, con la massima disponibilità a farci avere successivamente il materiale. Ci sono alcune necessità anche in termini di orari, che mi sono state evidenziate e a cui cercheremo di andare incontro perché ci interessa ascoltarvi.

    Io dico sempre che durante la legislatura, relatori a  parte, le udienze conoscitive sono i momenti in cui noi consiglieri, che siamo abituati a parlare molto, ascoltiamo, quindi oggi siamo qui per ascoltarvi, per capire cosa pensate di questa proposta di legge e come pensiamo di portarla a breve al risultato, nel tentativo, come dicevo prima, da una parte di proseguire nella direzione che il legislatore europeo e nazionale hanno tracciato in merito al tema delle comunità energetiche, della transizione ecologica, di efficientamento e di autosufficienza, dall’altra in termini di transizione energetica che sia sostenibile per tutti i soggetti che la praticano.

    Darei la parola per il primo intervento alla relatrice del provvedimento, la consigliera Silvia Piccinini. Segnalo che è presente in aula anche il consigliere Barcaiuolo, e si è nel frattempo, segnalandolo nella chat, collegato anche il consigliere Michele Facci.

    Prego, consigliera Piccinini.

     

    CONSIGLIERA PICCININI. Grazie, presidente.

    Saluto i colleghi consiglieri, l’assessore Colla, che ringrazio di essere qui, e saluto ovviamente tutti i nostri ospiti oggi particolarmente numerosi, segno che la materia è ovviamente di interesse, su cui c’è grande attenzione.

    Ne parliamo oggi anche perché questo è un tema di estrema attualità, come sapete meglio di me, che però ci deve spingere ad accelerare sulle rinnovabili.

    Le comunità energetiche non nascono oggi, sulla carta sono nate più di due anni fa, in mezzo c’è stata una pandemia, quindi sono nate in sordina e al di fuori degli addetti ai lavori forse sono ancora poco note.

    Oggi, ci troviamo alle prese con una guerra atroce, che però, purtroppo o per fortuna, ha messo a nudo tutta la fragilità del nostro modo di produrre energia. Di politica energetica potremmo parlare per ore, soprattutto dei mancati investimenti di questi 10-15 anni sulle rinnovabili, che non è oggetto della discussione odierna, però dobbiamo anche dirci che il nostro modello non può più reggere, se non al prezzo di dover dipendere da altri (oggi la Russia, domani l’Algeria), dalle forniture e da rischi di scompensi geopolitici che danneggiano la nostra economia e anche tutti quei soggetti e quei settori che da quel modello centralizzato dipendono.

    È vero, invece, che le comunità energetiche e i gruppi di autoconsumo rispondono positivamente alla serie di criticità che dicevamo prima, che sono insite in un sistema centralizzato basato sulle fonti fossili, che ricordo essere limitate, non infinite. Le comunità energetiche e i gruppi di autoconsumo ribaltano completamente questo paradigma, passiamo da modello accentrato ad un modello decentrato e diffuso, dove il cittadino è produttore e consumatore dell’energia che condivide, e i vantaggi, che credo conosciate molto bene, sono quello economico in primis, che è la leva che dovrebbe far partire le comunità energetiche e che sensibilizza anche il cittadino rispetto ai propri comportamenti energetici. C’è un tema ambientale e quindi questi strumenti dovrebbero e devono dare una spinta alla diffusione del fotovoltaico, quindi alla produzione di energia sostenibile per fare meno ricorso alle fonti fossili dall’estero e garantirci sempre di più indipendenza energetica.

    C’è un tema anche di competitività delle piccole e medie imprese. Mi rendo conto che parlarne oggi possa sembrare fuori luogo nella situazione in cui ci troviamo, nella crisi energetica ed economica in cui ci troviamo, però come Istituzione dobbiamo anche darci in qualche modo una prospettiva.

    Siamo anche una regione manifatturiera, quindi questa è una grande opportunità per le piccole e medie imprese. Per gli enti locali significa liberare risorse per altri investimenti e, naturalmente, dal punto di vista sociale, aiutano a ridurre le diseguaglianze sociali, a combattere la povertà energetica e a creare anche inclusione.

    La nostra legge regionale, per arrivare all’oggetto della discussione di oggi, si muove ovviamente nel solco della normativa europea e nazionale e non potrebbe che essere così, però ritengo che all’interno di questo testo di legge ci siano elementi di innovazione e altri io credo potremo provare ad introdurli.

    Il quadro è quello che conoscete. La direttiva RED II sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, che introduce qualcosa che, sembra banale dirlo, ma che fino a ieri era vietato, ovvero condividere l’energia prodotta in maniera sostenibile. C’è stato il recepimento del famoso 42-bis del Milleproroghe a fine 2019, con tutta una serie di limitazioni legate, per esempio, alla potenza degli impianti ai 200 chilowatt e un perimetro di aggregazione ridotto, più un’altra serie di variabili su cui si stanno attendendo risposte dai decreti attuativi, legate al recepimento definitivo della direttiva RED II. Quindi, anche la nostra legge regionale comincerà a dispiegare i propri effetti quando sarà completata la definizione della disciplina normativa nazionale. Il testo di questa Regione è un testo, come avete visto, molto snello, che ovviamente individua strumenti per facilitare la diffusione delle comunità energetiche e dell’autoconsumo collettivo. Questo, naturalmente, è l’obiettivo primario che si pone, con strumenti molto concreti, a partire dai contributi per l’acquisto degli impianti, ma anche degli impianti di accumulo. Sapete meglio di me l’importanza di far coincidere la produzione con il consumo e quindi gli impianti di accumulo in questo senso sono fondamentali e tutta un’altra serie di attività, come la predisposizione dei progetti, la formazione, che è un tassello fondamentale di quelli che io chiamo i facilitatori di comunità energetiche, anche per gli enti locali che, in questa fase, possono e, dal mio punto di vista, devono svolgere un ruolo fondamentale di promotori di questo strumento.

    Per quanto riguarda la formazione, così ve lo anticipo già, credo sia fondamentale – in questo immagino un’implementazione della legge – tenere dentro anche i centri di formazione, che anche in questo senso possono svolgere un ruolo importante. Quindi, attività informative, di promozione e di partecipazione. Anche qui, sulla partecipazione, è un momento preliminare importantissimo su cui dovremmo lavorare anche grazie alla legge sulla partecipazione di cui si è dotata questa Regione, che dovrà incentivare questi percorsi di aggregazione dei soggetti che andranno poi a costituire le comunità energetiche.

    Infine, un accento e un’attenzione particolare questo progetto di legge lo pone sui temi che avevo già anche anticipato, cioè la povertà energetica, l’inclusione sociale, quindi incentivi maggiorati per quelle configurazioni che tengono dentro questi elementi. Li vedete all’articolo 4, sono cinque configurazioni che tengono conto anche di un’esigenza che era nata dal Movimento 5 Stelle, che oggi vediamo realizzata all’interno di questo testo.

    Questa legge si regge su due pilastri. Uno è quello delle comunità energetiche, che trova già strumenti finanziari. E qui voglio citare anche un ordine del giorno, che è stato approvato, a mia prima firma, in cui si prevede uno stanziamento di risorse non inferiore a 12 milioni di euro al 2027 per le comunità energetiche. Però è vero anche che c’è l’autoconsumo collettivo. Su questo io ho immaginato, e credo si possa lavorare in questo senso, a un Fondo rotativo regionale, così vi anticipo anche questo aspetto di cui vorrei che quel testo tenesse conto, un Fondo rotativo regionale che possa aiutare tutte quelle famiglie, tutti quei cittadini che non hanno la possibilità economica di fare l’investimento iniziale. Quindi, un fondo che possa coprire queste spese, ripagato con la quota incentivante, che va a creare questo fondo, che andrà a incentivare nuovi impianti in un circolo virtuoso. Così diamo gambe alla legge nel suo complesso.

    Come Regione abbiamo una grande sfida davanti. Attenzione. Questo lo voglio sottolineare, visto che il momento è complesso e complicato. Naturalmente, ci sono delle esigenze oggettive da affrontare, però attenzione a non fare battaglie di retroguardia; anzi, ad avere una visione lungimirante. C’è bisogno di raggiungere anche quelli che sono gli obiettivi europei di decarbonizzazione. Teniamoli sempre bene a mente.

    Dopodiché, credo che questo sia un testo forse più avanzato rispetto perlomeno a quelli che ho visto io a livello regionale. Grazie anche al vostro contributo, credo si possa fare davvero un buon lavoro e migliorarlo ancora di più. Credo che in questo la Regione Emilia-Romagna possa giocare la sua partita. Credo che, come Regione, abbiamo davvero tutte le carte in regola per guidare al meglio questo cambiamento. Confido nella collaborazione reciproca, anche di tutti voi che avete interessi diretti o indiretti acché questo strumento parta sul serio, si concretizzi e diventi strutturale anche nella nostra regione.

    L’approccio è quello giusto. Oggi è il momento di ascoltare le vostre osservazioni. Credo che tutti insieme potremo fare un buon lavoro.

    Grazie a tutti.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliera Piccinini.

    La parola al consigliere Emiliano Occhi, relatore di minoranza.

    Do evidenza del fatto che ci ha raggiunti in aula anche il consigliere Marco Lisei e che si è collegato il consigliere Giancarlo Tagliaferri.

    Per gli interventi degli stakeholders, il primo intervento è quello di Confindustria Emilia-Romagna.

     

    CONSIGLIERE OCCHI. Grazie, presidente.

    Ringrazio gli intervenuti. Sarà fondamentale anche il vostro apporto per rendere questa legge ancora più forte e utile negli strumenti e nelle intenzioni che ha.

    La situazione attuale la conosciamo, purtroppo, tutti. È precipitata nell’ultimo mese. È una questione che da qualche anno, circa un paio d’anni, lo vedevamo... Innanzitutto, la questione della differenziazione delle fonti di approvvigionamento energetico della seconda manifattura europea, che è il nostro Paese. Sicuramente, quindi, la difficoltà, che c’è stata anche negli ultimi vent’anni, di provare a trovare delle fonti energetiche alternative e anche il fatto di riuscire a fare in modo che le energie rinnovabili entrino nella quotidianità. È importante. Abbiamo degli obiettivi al 2030, obiettivi anche molto sfidanti, che più di qualcuno ha definito potenzialmente difficili da realizzare. È necessario mettere in campo degli incentivi, anche in questo caso, incentivi non solo economici, ma anche sociali. Le energie rinnovabili devono iniziare a far parte della nostra quotidianità, non solo dei cittadini, ma anche delle imprese.

    Noi abbiamo la necessità di portare l’energia rinnovabile a un aumento, perché, come sapete tutti, si parla di questi 70 giga watt di rinnovabili che dovremmo installare entro il 2030 come sistema Paese, attualmente ne installiamo meno di 1, e sia la normativa europea da cui trae fondamento la legislazione nazionale (recentemente c’è stato un recepimento totale della normativa europea) e siamo ancora in fase di applicazione, c’è stata nei primi due anni una fase interlocutoria di applicazione che ha permesso di verificare le problematiche di questa introduzione delle comunità energetiche, che in Italia esistono da una ventina d’anni, che però erano degli esperimenti embrionali di alcune comunità.

    Noi abbiamo questi obiettivi molto sfidanti. Il PNRR, che si inserisce all’interno di questa nostra forma di incentivazione, permetterà, nelle intenzioni del Governo, di raggiungere 2 giga watt di rinnovabili entro pochi anni, finanziando le comunità energetiche e, nella migliore delle ipotesi, di arrivare entro il 2030 a 7 giga watt, che è un decimo del nostro obiettivo nazionale.

    L’obiettivo è arrivare a fare in modo che le energie rinnovabili diventino una parte importante del nostro approvvigionamento energetico, delle fonti energetiche del nostro Paese. Non credo potranno essere le uniche, ma una parte sicuramente molto importante.

    La questione è poi riuscire a coinvolgere le comunità e i cittadini. Questa è stata la cosa più difficile negli ultimi anni, anche perché il discorso della povertà energetica purtroppo è divenuto ancora più pregnante negli ultimi mesi, quindi questo potrà incentivare aziende, cittadini, comunità a dare un loro apporto e un ruolo importante anche nei Comuni.

    La legge regionale, così come le altre leggi regionali che vanno a dettagliare meglio gli obiettivi nazionali, assegna un importante ruolo ai Comuni come fonte di comunità, perché queste comunità energetiche rinnovabili possono essere l’inizio di altro, perché qualcuno sta già pensando, oltre all'energia, ai rifiuti, quindi sono degli incubatori di energie positive da parte delle comunità, che avranno il fine di rendere i cittadini più consapevoli dei loro consumi energetici, perché, nel momento in cui sei coinvolto nei tuoi consumi energetici, vai ad interessarti di più delle eventuali forme di risparmio energetico che la tecnologia mette a disposizione.

    Parlo della tecnologia perché questa deve andare di pari passo con la normativa. In questo caso vediamo che l'enorme sviluppo delle ultime tecnologie, delle smart grid negli ultimi anni ha permesso e permetterà uno sviluppo delle comunità energetiche.  Sono stati realizzati dalle multiutility di questa Regione importanti progetti sperimentali, alcuni utilizzano vecchie tecnologie, altri utilizzano già le nuove tecnologie messe a disposizione. La normativa recentemente quindi è cambiata, come sapete, si può arrivare fino a 1 megawatt di potenza dell’impianto, l’ambito non è più legato alla piccola cabina di trasformazione in bassa e media tensione, ma alle cabine primarie, quindi avremo a disposizione circa 2.000 di queste cabine primarie, 2.000 di questi territori sovracomunali, in cui diffondere ancora di più le nostre comunità energetiche, quindi abbiamo degli obiettivi importanti e ci sono degli importanti finanziamenti e la Regione potrà inserirsi all’interno di questa necessità.

    Volevo chiudere su due fattori. Il primo è il ruolo dei Comuni, ma anche delle strutture tecniche che dovranno accompagnare le comunità, specialmente le più piccole, quelle che vogliono formarsi, perché è necessaria anche una struttura tecnica, amministrativa, burocratica dei privati, ma che i Comuni possano ricevere. Il ruolo della Regione sarà sicuramente importante, per coadiuvarsi insieme ai Comuni.

    Stiamo parlando di energie rinnovabili come se energie rinnovabili fosse uguale a fotovoltaico. In realtà, anche qui la tecnologia è migliorata, è aumentata. Sicuramente il fotovoltaico è la forma di energia rinnovabile più modulabile, che ci permette di fare pannelli piccoli, grandi, praticamente fino al megawatt delle comunità energetiche, quasi in continuo.

    Ci sono però anche altre forme di energia, come le biomasse, come altri tipi di energie rinnovabili, il biogas, il biometano di ultima generazione. Anche qua, territorio per territorio è necessario riuscire a implementare tutte le forme di energie rinnovabili; dipende dal territorio.

    Se noi prendiamo le esperienze che ci sono state, per esempio, nei paesi delle Alpi, come nelle nostre comunità energetiche dell’Alto Adige, o della Valle d’Aosta, vediamo che in quei casi l’idroelettrico è molto importante, così come è molto importante la biomassa per la manutenzione dei boschi.

    Non fermiamoci quindi esclusivamente ad una forma di energia rinnovabile, non c’è l’equazione esclusivamente col fotovoltaico – attualmente nei nostri territori è così –, però utilizziamo anche tutto quello che la tecnologia ci permette per arrivare a diffondere al massimo le energie rinnovabili. Ricordiamoci sempre infatti che quello dei 70 gigawatt al 2030, è comunque un obiettivo che ci siamo posti, che ci dobbiamo porre, dandoci comunque la possibilità di realizzarlo.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliere Occhi.

    Grazie ai relatori che sono stati puntualissimi anche nei tempi.

    Come dicevo, il primo intervento è quello di Gianluca Rusconi, vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna. C’è qui anche l’avvocata Bertolani, sempre di Confindustria, che saluto.

    Si prepari Renza Barani di Federconsumatori.

    Prego.

     

    RUSCONI, vicedirettore Confindustria Emilia-Romagna. Buon pomeriggio.

    Innanzitutto, grazie, presidente, per questa audizione.

    Il ringraziamento è sentito per l’attenzione che ci ha voluto riservare su un tema che per noi è molto importante, non tanto e non solo per il momento difficile, molto complicato che le imprese stanno attraversando in questo momento; ma il tema è importante perché vorremmo provare a capire e a condividere la strategia che come sistema vogliamo portare avanti.

    Dico la strategia perché la premessa di fondo che mi permetto di fare è che è solo attraverso questa udienza conoscitiva che noi siamo messi in condizioni di poter esprimere alcune valutazioni. Il Patto per il lavoro prevede questo progetto di legge come uno dei primi interventi; il Patto per il lavoro prevede una modalità di confronto, di concertazione tra i firmatari, ma in questa occasione non c’è stata. Non c’è stato nessun confronto preventivo fra i vari firmatari, almeno, che io sappia, che sia a nostra conoscenza, quantomeno non con l’organizzazione d’impresa, e questo crediamo che sia un elemento non positivo, quantomeno se si vuole perseguire e continuare sugli obiettivi e i contenuti del Patto che abbiamo sottoscritto.

    Il ringraziamento alla presidente Rontini quindi è particolarmente sentito, perché questa è la sede unica che ci consente di poter esprimere alcune valutazioni.

    Cerco di tracciare il mio intervento su tre direttrici: la direttrice amministrativa, quella tecnologica e quella competitiva. Parto dalla prima, quella amministrativa. Ho molto apprezzato che i due consiglieri relatori abbiano citato il ruolo delle imprese, le imprese al centro di tante attività. Mi permetto però di segnalarvi che non c’è un articolo, un comma, una riga, nel progetto di legge di cui stiamo discutendo, che parli di imprese: che sia stata una dimenticanza? Forse una svista?

    Non so quale sia stato il minimo comun denominatore che ha caratterizzato i lavori, però è totalmente assente l’impresa, e non solo manifatturiera. L’amico Zama di Confagricoltura ha evidenziato anche quelle del mondo agricolo, e arrivo alla prima sottolineatura, la matrice amministrativa.

    Questo progetto di legge è il primo, di un certo rilievo, che ci troviamo ad affrontare dopo il Patto per la semplificazione. Il Patto per la semplificazione, che è stato sottoscritto nell’autunno scorso, dà degli indirizzi molto concreti, molto pragmatici su quelle che sono le leve da attivare per semplificare. Uno dei temi principali dove occorre semplificare è proprio quello dell’energia ed è proprio quello sulle rinnovabili. Uno dei fattori di ostacolo alla realizzazione di questi impianti non è la leva economica, non è la capacità di poter progettare impianti, è la capacità di metterli a terra e farli funzionare. Non sono i dati di Confindustria, sono i dati del GSE, sono i dati di ARPAE. Vi invito a estrapolare i dati delle autorizzazioni rilasciate da inizio legislatura ad oggi sulle rinnovabili, su tutte le diverse matrice di fonti. Come possiamo parlare di comunità se non mettiamo mano alla leva amministrativa? Non c’è una norma che intervenga sulla leva amministrativa. Il legislatore nazionale, con il decreto-legge n. 17/2022, ci ha dato alcuni spunti utili, togliendo permessi e autorizzazioni sui pannelli fotovoltaici sui tetti. Ma non è, come diceva il consigliere Occhi, solo il fotovoltaico l’unica fonte rinnovabile. Puntiamo, ad esempio, molto sulle bioenergie, che sono per noi l’elemento strategico per cercare di rendere autonoma e autosufficiente questa regione. E abbiamo le capacità e le potenzialità. Quindi, la leva amministrativa è la prima componente su cui mi permetto di richiamare l’Amministrazione regionale, anche per coerenza con i contenuti del Patto per la semplificazione.

    Il secondo fattore è quello tecnologico, e lo ricordava prima il consigliere Occhi nel suo intervento. Non pensiamo che siano solo i pannelli fotovoltaici sui tetti dei condomini la soluzione per le comunità energetiche più ottimale. C’è un tema di fondo importante, che è quello legato al tema delle cabine, primarie e secondarie, che mette in sinergia i gestori della rete e che deve necessariamente comportare un dialogo proprio per andare a intercettare i punti di allacciamento.

    La riflessione che noi cerchiamo di porre è quella di creare una domanda aggregata molto grande, significativa, che possa coprire centinaia di famiglie, ma che possa coprire anche le imprese, avendo in questa maniera il modo per abbattere gli oneri di sistema. Se noi facciamo allacciamenti diffusi, avremo solo aumenti degli oneri di sistema, e gli oneri di sistema oggi ci stanno facendo vedere che sulla bolletta hanno un impatto non indifferente, oltre alla componente materia prima. Se noi sviluppiamo un ragionamento per cui aggreghiamo domanda, però domanda corposa, e certamente sono le imprese quelle che possono aggregare domanda, potremmo avere minor punti di allacciamento e minori oneri di sistema.

    Terzo fattore. Cerco di stare nei tempi. Non ho l’orologio sottomano, per cui mi affido a lei.

    Il terzo importante fattore che noi vorremmo richiamare alla vostra attenzione è l’elemento competitivo. Quando parlo di elemento competitivo mi riferisco non tanto e non solo alla componente aiuti. Se una cosa abbiamo imparato in campo energetico è che non sono necessari solo gli aiuti economici, sono necessarie anche le condizioni di natura legislativa, di natura programmatoria e di natura amministrativa che consentono l’investimento. Ma se parliamo di aiuti, dovremo necessariamente fare un approfondimento sul combinato disposto aiuti alle Regioni con quelli del GSE. Dovremo necessariamente valutare la cumulabilità degli incentivi dell’uno e dell’altro, per non lasciare gli operatori a un certo punto con una serie di domande infinite, o con dei recuperi, o con delle revoche di aiuto. Dovremo necessariamente intercettare il fabbisogno di risparmio energetico attraverso i titoli di efficienza energetica e gli aiuti che la Regione andrà a dare. Tutto questo nel disegno di legge non c’è, purtroppo. Un’istruttoria, un approfondimento ulteriore credo – ci permettiamo di dare questo suggerimento – sia necessario.

    Ci sono altri due elementi che ci permettiamo di richiamare alla vostra attenzione: il tema degli aiuti e il tema degli aiuti agli Enti locali. Gli Enti locali possono essere un fantastico soggetto che stimola queste iniziative, perché ha la componente amministrativa e ha la capacità di conoscenza del territorio e delle diverse situazioni. Però, anche in questo caso cerchiamo di andare in coerenza con gli obiettivi che la Regione sta indicando, ad esempio, in tema di economia circolare con il Piano rifiuti, il passaggio alla tariffa puntuale e gli aiuti che vengono dati. Cerchiamo di vedere se gli aiuti che stiamo dando su questo tema intercettano quei Comuni virtuosi e non solo, purtroppo, il 30 per cento che dal 2015 ad oggi sono passati a tariffa puntuale in tema di gestione dei rifiuti. Prima si parlava di esperienze innovative. Bisogna che le cose si parlino e che i temi siano in sinergia.

    L’invito che vi avanziamo, dunque, è quello di guardare cosa dice il Piano rifiuti e coerentemente incentivare quei Comuni che stanno andando in quella direzione.

    Aggiungo un’ultima osservazione. Non abbiamo ben capito perché queste comunità non possono avere fine di lucro quando né la direttiva, né la norma nazionale lo vietano. Anzi, tutt’altro.

    Ricordo che il lucro innanzitutto non è una parolaccia, non è una cosa che possa essere additata come un fattore negativo. Anzi, può essere quel fattore che stimola e aiuta a mettere a terra investimenti. È la capacità di poter avere risorse economiche per realizzare impianti di una certa soglia, che può alimentare la realizzazione di una comunità e quindi portare benefici anche a quelle categorie più disagiate come il progetto di legge vuole stimolare. Mi permetto una sottolineatura. È difficile immaginare che persone che sono con situazioni di ISEE molto critiche possano avere la forza di sostenere investimenti come quelli che sono necessari per raggiungere i giga che diceva prima il consigliere. È anche un po’ imbarazzante pensare di andare a intercettare queste categorie, penso solo al tema della privacy, per poterle inserire in comunità al fine di avere un vantaggio economico. Proviamo a ribaltare il ragionamento e proviamo a dire che chi si impegna a restituire benefici a queste categorie può avere un qualcosa in più, senza necessariamente bisogno di inglobarle in aspetti e in forme giuridiche per persone che riescono a fatica ad arrivare alla fine del mese.

    Arrivo a concludere. Le nostre osservazioni sono, purtroppo, un po’ critiche, perché crediamo che si possa fare molto su questo tema, mettendo mano a tutta la cornice legata allo sviluppo delle rinnovabili. Noi ci crediamo perché abbiamo un necessario bisogno di dare uno stimolo soprattutto sull’autosufficienza energetica.

    Attraverso questi strumenti ci possono essere le condizioni per avere anche ritorni positivi in termini ambientali, oltre che economici e sociali come ho detto prima.

    Mi scuso se ho superato i miei tempi e lascio alla Commissione…

     

    PRESIDENTE RONTINI. È stato esattamente nei dieci minuti, posto che è un termine organizzativo mio, non è perentorio. Vale per lei e vale per gli altri. Ringrazio.

    Va detto che fin da subito, nel momento successivo in cui la Giunta ha deliberato il dottor Rusconi mi ha chiesto di poter prevedere un momento pubblico di confronto. Era nelle cose, ma, visto che l’aveva chiesto anche formalmente con lettera, così come l’avevo ricordato in Commissione, lo faccio oggi.

    La parola a Renzo Barani, presidente di Federconsumatori Emilia-Romagna. C’è il vicepresidente. Saluto Renza Barani e do la parola a Fabrizio Ghidini, che è il vicepresidente. Si prepari Luigi Castagna, presidente di Confservizi Emilia-Romagna. Prego.

    Il materiale – poi mi taccio – che ha consegnato Confindustria vi verrà (parlo con i consiglieri, con i commissari) inviato nella giornata di domani, insieme a quello che già altri soggetti che pure oggi non sono in udienza ci hanno fatto avere. Le chiedo scusa, le do la parola.

     

    GHIDINI, vicepresidente Federconsumatori Emilia-Romagna. Ringrazio per l’invito. Negli ultimi mesi i costi per le famiglie per l’energia elettrica, il gas e anche per i carburanti sono raddoppiati, forse anche più che raddoppiati.

    Da anni la povertà energetica è un fenomeno in crescita. In questi mesi sono tante le iniziative messe in campo da Federconsumatori Emilia-Romagna, insieme alle altre associazioni dei consumatori, a tutela degli utenti, in questa fase difficilissima e inedita.

    I problemi per l’ambiente sono innumerevoli e in progressivo aggravamento, e le misure concrete per porvi rimedio fino ad ora sono al di sotto delle necessità. Gli obiettivi prefissati, anche in sede internazionale, non sono stati raggiunti.

    Non dobbiamo nemmeno nasconderci che grandi sono gli interessi economici e finanziari che ostacolano la transizione energetica.

    Il conflitto in atto per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ci ricorda tragicamente come la nostra società e il nostro tenore di vita poggino su equilibri precari. Vediamo anche che nell’attuale modello energetico la speculazione finanziaria agisce tra le pieghe di un sistema complesso e distante dai cittadini, e a pagare i costi è sempre l’ultimo anello della catena.

    Fuori da ogni retorica, perché con i tempi che corrono sarebbe del tutto inappropriata, le comunità energetiche, nella loro accezione, nella loro matrice originaria, possono rappresentare un’effettiva opportunità per il futuro e aprire a loro volta ulteriori prospettive. Parliamo di scelte consapevoli, della possibilità di scelte consapevoli per i cittadini. Lo sviluppo delle energie rinnovabili, l’abbandono delle energie fossili, l’indipendenza rispetto ai grandi produttori e venditori e l’affrancamento dalla speculazione finanziaria.

    Rispetto agli obiettivi fissati, alla luce degli eventi anche di queste ultime settimane, noi pensiamo che occorra accelerare il processo di realizzazione delle comunità energetiche. Per questo motivo, una legislazione di carattere regionale in una realtà come la nostra, dove l’istituzione è autorevole ed efficiente, costituisce uno snodo indispensabile per dare impulso alla nascita delle comunità sul nostro territorio. Le comunità possono essere costituite in diverse forme. In questa prima fase iniziale, per avviare rapidamente il processo, noi facciamo particolare riferimento a quelle promosse dagli Enti locali, senza, però, per questo dimenticarci di sostenere anche le altre modalità attraverso cui è possibile costituire comunità energetiche.

    Abbiamo avuto modo di incontrare, nelle settimane e nei mesi passati, l’assessore Colla e la vicepresidente della Regione Elly Schlein, prima che la proposta di legge fosse licenziata in Giunta. In quella sede abbiamo espresso il nostro favore e incoraggiamento. Oggi ci misuriamo con il testo predisposto dalla Giunta. Il giudizio che noi esprimiamo è positivo. Della proposta apprezziamo lo spirito, gli obiettivi, sia in termini ambientali che in termini di vantaggio economico per gli utenti, e apprezziamo gli strumenti che sono messi in campo.

    Non vogliamo, però, limitarci agli apprezzamenti. Le associazioni dei consumatori e degli utenti pensano anche di poter offrire un contributo attivo, candidandosi a far parte del Comitato tecnico permanente indicato dall’articolo 6 della proposta di legge e di poter essere tra quei soggetti che collaborano attivamente con la Regione per realizzare iniziative di comunicazione e di partecipazione rivolte ai cittadini, come previsto dall’articolo 3 del testo.

    Infine, ma dal nostro punto di vista la cosa riveste molta importanza, proponiamo alcune integrazioni al testo in consultazione, che riprendono alcuni concetti: 1. l’importanza di una gestione trasparente e democratica delle comunità energetiche; 2. il tema della partecipazione attiva degli utenti e degli strumenti attraverso cui essa si attua; 3. è necessario prevedere che ogni comunità energetica si doti, oltre che di un Regolamento, di una Carta dei servizi che disciplini il rapporto tra comunità energetiche e aderenti, definendone bene diritti e doveri.

    Noi pensiamo che l’integrazione di questi punti possa rendere la legge davvero completa, andando ad articolare aspetti cruciali, che finora sono stati solo abbozzati, ma che ora vanno affrontati.

    Grazie per l’attenzione. Rimaniamo a disposizione della Commissione per ulteriori interlocuzioni e per approfondire le proposte che abbiamo in questa sede avanzato.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a voi. Se volete, potete lasciarci copia dell’intervento, eventualmente. Ce la mandate via mail. Tenete comunque conto ‒ mi rivolgo in questo momento ai consiglieri ‒ che verrà fatto, come è nostra prassi fare per le udienze conoscitive, il resoconto integrale di quello che viene detto, che verrà inviato prossimamente via mail ai consiglieri. Grazie.

    Prima di dare la parola a Luigi Castagna, che si può accomodare, segnalo la presenza anche dei consiglieri Catellani e Liverani ai nostri lavori.

    Dopo Luigi Castagna, si prepari Piergiacomo Sibiano.

     

    CASTAGNA, presidente Confservizi Emilia-Romagna. Buonasera e grazie per l’invito a questo incontro di approfondimento del progetto di legge.

    Come è stato detto, ci sono tante buone ragioni per favorire la nascita e la diffusione delle comunità energetiche: l’indipendenza energetica, la sicurezza energetica, che è un altro elemento importante, il contrasto all’aumento dei costi energetici, la promozione di comportamenti virtuosi dal punto di vista energetico, sia da parte di singoli cittadini che del mondo delle imprese.

    Un'idea sulla quale occorrerà lavorare oggi e in futuro è quella di favorire l’autonomia energetica delle famiglie e delle imprese. Io penso (lo dico in modo molto sintetico) che noi dovremmo ragionare in questi termini: così come negli anni '60 e '70 siamo diventati autonomi dal punto di vista della mobilità (ogni famiglia ha investito per comprarsi la macchina), altrettanto dovremmo fare nei prossimi 10 anni per diventare autonomi dal punto di vista energetico. Ogni soggetto, ogni persona, ogni famiglia deve pensare che la produzione dell’energia che consuma è un dovere familiare, anche perché la comunità europea prevede che, per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni al 2050, oltre il 50 per cento degli utenti elettrici dovrà essere auto produttore, quindi dovremo avere 15 milioni di tetti fotovoltaici, adesso ne abbiamo 1 milione. Questo è l’obiettivo che ci dà l’Europa per raggiungere la decarbonizzazione al 2050.

    La diffusione dell’autoproduzione energetica in forma collettiva, come propone la legge, o in forma individuale (teniamo conto che siamo la Regione di villettopoli, abbiamo una diffusione estrema delle case singole) è tanto più rapida e penetrante in funzione della differenza di costo che c’è fra energia autoprodotta ed energia che si consuma in rete, se questa differenza a vantaggio dell'energia autoprodotta cresce, aumenta il numero di persone che andranno a dotarsi di sistemi di autoproduzione individuale o collettiva.

    Detto questo, quali sono i fattori sui quali lavorare? Ne individuo due principali per ottenere questo risultato, da un lato (veniva ricordato da Confindustria, da Rusconi) facilitare il percorso amministrativo, cosa importante perché la facilitazione del percorso, lo snellimento delle procedure aiuta a realizzare investimenti e aiuta quindi anche la costituzione delle comunità, dall’altro ridurre i costi di gestione delle comunità energetiche.

    Per ridurre i costi di gestione, occorre pensare non a piccole comunità, ma provare a lavorare sull’obiettivo del mega watt, cioè l’obiettivo massimo, perché i costi gestionali, che uno produca 50 o 900 kW, sono sostanzialmente identici e incidono molto sul costo elementare dell’energia, quindi è stato positivo l’innalzamento dei costi della potenza installabile, perché è uno di quei fattori che tende ad incidere sulla riduzione dei costi.

    Quanto poi ai costi di gestione, incide anche la forma giuridica con cui si costituisce la comunità energetica. Fra le varie forme possibili (spa, srl, cooperativa, fondazione, eccetera), almeno dal nostro punto di vista, come rappresentante delle utility, la forma dell’associazione si presenta come quella che ha la più facile gestione amministrativa, quindi, i minori costi di gestione.

    Come è stato già detto, ma voglio ripeterlo e aggiungere anche un altro argomento, nella nascita delle comunità energetiche un ruolo decisivo lo hanno i Comuni. Se i Comuni mettono a disposizione aree, superfici di oggetti edilizi di propria proprietà, o spazi in cui collocare, possono favorire la nascita delle comunità. Ma secondo me devono essere anche promotori dell’aggregazione dei cittadini e delle imprese, e qui sono d’accordo con Confindustria, che se vogliamo raggiungere il megawatt, bisogna mettere insieme, praticamente, dall’artigiano, al commerciante, alla piccola azienda del territorio.

    Fra l’altro, il PNRR prevede una significativa quantità di risorse (2,2 miliardi) per finanziare le comunità energetiche nei Comuni inferiori ai 5.000 abitanti. Come sarà possibile in questi Comuni così piccoli mettere assieme da un lato la disponibilità delle famiglie, delle aziende di tutti i tipi, della pubblica amministrazione, ovviamente, con le competenze tecniche? Un Comune da 5.000 abitanti incontra difficoltà a trovare nei propri uffici le competenze tecniche per gestire il processo complesso legato alle comunità energetiche.

    Noi pensiamo allora, per esempio, che sarebbe stato utile che la legge prevedesse una forma di incentivazione per i Comuni, in modo che, come prevede la legge, entro un anno pianifico le aree da mettere a disposizione, le superfici da mettere a disposizione, incentivando, perché se uno non lo fa, nessuno gli può dire niente. Vuol dire che non hai rispettato la legge, ma è una scadenza che non ha nessuna conseguenza, quindi è un fatto squisitamente volontario. In questi casi, se io metto a disposizione un incentivo, probabilmente anche i tre cittadini che si mettono insieme per fare la comunità possono rivolgersi alla propria Amministrazione e dire: hai la possibilità di ricorrere a qualche risorsa, prova a muoverti.

    Vado ad ultime mie considerazioni e vengo al ruolo delle utility. Sono convinto, siamo convinti, come aziende di servizi pubblici locali, che le nostre aziende possano avere un ruolo importante. Faccio anche qui alcune brevi considerazioni. Pensate, per esempio, al tema della progettazione; c’è il tema della gestione dell’appalto, perché quando si parla di un impianto da 500 chilowatt, 700 o alcune centinaia, non è poi così semplice progettarlo, occorrono competenze. Poi bisogna fare un appalto; poi bisogna gestirle, poi bisogna fare la direzione lavori, poi bisogna avere l’autorizzazione del Comune, poi bisogna seguire l’appalto, bisogna costruire rapporti con il gestore di rete, bisogna progettare la piattaforma informatica per la razionalizzazione della produzione dei consumi elettrici della comunità, cosa complessa anche dal punto di vista tecnologico, quindi, gestire i flussi energetici all’interno della comunità energetica. C’è il rapporto col GSE, che non è sempre facile. Occorre competenza per avere rapporti con il GSE.

    Soprattutto, ed è questo l’elemento decisivo, occorre investire. Si può investire cercando di fare la comunità che va a trattare con la banca, oppure avere un soggetto, che è un partner tecnico-amministrativo, che ti gestisce tutta la partita, compreso il finanziamento. Alcune nostre aziende sono in grado di essere il partner operativo e amministrativo delle comunità energetiche. Ed è quello il messaggio che voglio lanciare. Noi abbiamo la fortuna di avere in questa regione delle aziende che sono in grado di gestire dalla “a” alla “z” la partita, per conto delle comunità. Le aziende non possono partecipare alle Comunità, ma possono essere il partner tecnologico e amministrativo per la gestione di tutte queste fasi.

    C’è un’ultima questione che volevo sollevare, poi ho finito. Sarebbe opportuno che le risorse che la Regione mette a disposizione per questa operazione, risorse che ancora non sono state quantificate, a favore delle comunità energetiche fossero attribuite direttamente al partner tecnologico, perché in questo modo si risparmia nella gestione delle risorse. Del resto, se sono date al partner tecnologico direttamente le risorse dell’eventuale contributo, non ancora definito, dato che non si sa bene quali saranno i meccanismi demandati a forme regolamentari – certamente se passano dalla comunità e dalla comunità al partner tecnologico, ebbene lì ci devi pagare delle tasse sopra –, se vanno direttamente al partner tecnologico, quelli sono soldi in più che vanno a ridurre il costo energetico e, quindi, a favorire la nascita delle comunità.

    Ciò che volevo dire in definitiva è che le utility sono in grado di essere collaboratori affidabili delle comunità, affiancatori affidabili delle comunità energetiche, perché possiedono le caratteristiche più importanti di conoscenza del territorio, rapporti con la pubblica amministrazione, conoscono utenze e consumi dell’utenza e in molti casi nella nostra regione gestiscono anche le reti di distribuzione. Per questo, c’è la possibilità che le comunità energetiche, se sceglieranno anche la collaborazione con i gestori dei servizi energetici regionali, possano avere una buona possibilità di successo.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Anche in questo caso interviene per Illumia (spero di aver azzeccato l’accento) Matteo Carassiti.

    Saluto, invece, Piergiacomo Sibiano.

    Dopo interverrà la vicesindaca del Comune di Bologna, collegata da remoto, Emily Clancy.

    Prego.

     

    CARASSITI, Illumia. Intanto anch’io ringrazio per questa opportunità la Presidenza e la Regione, perché è comunque una testimonianza di essere in qualche modo all’avanguardia su un tema che oggi, anche dal nostro punto di vista… Io rappresento Illumia, una società del territorio, ci occupiamo di vendita di energia e gas in tutta Italia e abbiamo una società che si occupa di servizi di efficienza energetica, ed è essenzialmente con questa veste che partecipiamo con interesse a questa audizione. Dicevo, l’interesse è perché oggi riteniamo che le comunità energetiche rappresentino nel panorama elettrico una delle novità più affascinanti, perché sono quelle che concretamente possono andare nella direzione di raggiungere quegli obiettivi che da anni ci raccontiamo della produzione distribuita, della partecipazione della domanda al mercato e potenzialmente anche alla fornitura di servizi di bilanciamento e quant’altro.

    Quello che vediamo è che il progetto è assolutamente interessante, nello stesso tempo c’è, secondo noi, un grande rischio che possa rimanere un sogno molto bello, ma di difficile attuazione perché, anche per come è studiato il piano di incentivi, quello almeno che è dato sapere oggi sulla base del regolamento dell’Autorità, la struttura di incentivo è una struttura che, pur apprezzando il tentativo e lo sforzo, non è che rappresenta un acceleratore senza dubbio e senza minacce. In particolare, di nuovo, per come è strutturato l’incentivo, rimane, come grossa minaccia all’efficacia di questo meccanismo, il tema degli investimenti relativi alla realizzazione di una comunità energetica. Nella misura in cui ci sia anche un soggetto terzo, sia questa una ESCo, sia una banca che finanzia, che in qualche modo finanzia i capex, gli investimenti per la realizzazione del fotovoltaico o di altre – sono d’accordo, non è mono-tecnologia – fonti rinnovabili, questo avviene mangiando buona parte dell’incentivo, come oggi è disegnato. In altri termini, se è vero che uno degli aspetti di incentivo e di spinta alla realizzazione delle comunità energetiche, oggi più che mai deve essere la capacità di trasmettere ai partecipanti della comunità un effettivo risparmio, se non c’è un adeguato intervento e contributo sulla parte investimenti, questo risparmio, quando ci sarà, è portato avanti almeno di sei, sette, otto anni. Per i primi anni di vita della comunità buona parte del beneficio va nella remunerazione dei costi finanziari, mettiamola così.

    Questo, secondo me, è il primo tema ed è molto importante che la Regione in qualche modo lo abbia affrontato. Non entro nel merito, in questo momento, anche perché, onestamente, non ne ho le competenze, nel senso che non l’ho letto così in dettaglio.

    Sicuramente l’attenzione da parte della Regione a destinare delle risorse sui capex, sugli investimenti è fondamentale. Più ce n’è, meglio è. Banalizzo, non dico nulla di incredibile, ma è così, nel senso che davvero, dal nostro punto di vista, questo è un acceleratore per realizzare una cosa fondamentale. Peraltro, la comunità energetica, per come lo immaginiamo noi, ma non solo noi, è da intendersi in qualche modo come una sorta di organismo vivo che cambia ed evolve nel tempo. Nel giorno in cui parte una comunità energetica si fanno alcune simulazioni, alcune idee di intervento, anche dell’incentivo, di capacità, ma è evidente che non appena parte una comunità energetica dall’istante successivo lo sforzo di chi la gestisce deve essere quello di massimizzare la quantità di energia auto consumata virtualmente, così da massimizzarne l’incentivo. Questo è, dal nostro punto di vista, l’altro aspetto fondamentale delle comunità energetiche, ovvero, che potenzialmente possono diventare veramente degli incubatori culturali di efficienza energetica. Oggi se ne parla tanto, ma se poi la cosa è rilasciata alla decisione del singolo, c’è quello più sensibile, quello meno, quello che ha più disponibilità, quello meno.

    La comunità energetica, da questo punto di vista, può diventare davvero un bacino di coltivazione, di cultura, di efficienza energetica che oggi è assolutamente fondamentale.

    Detto questo, do proprio tre flash.

    Lato Regione, le tre priorità che noi vediamo sono sicuramente quello che già accennavo, il discorso del contributo sugli investimenti, fondamentale per accelerare lo sviluppo e per raggiungere gli obiettivi anche che ci si è detti a livello di sviluppo delle rinnovabili sul territorio.

    Altro tema già citato è il tema amministrativo, la semplificazione e la velocità nelle procedure di autorizzazione e di realizzazione. L’Italia è al palo per lo sviluppo delle rinnovabili non perché manchino progetti, non perché manchino soggetti interessati ad investire, ma semplicemente perché non si riesce a portare a terra l’investimento.

    Questo assolutamente è fondamentale. L’altro aspetto perché le comunità energetiche, tanto più nella fase iniziale, partano è fondamentale individuare dei soggetti promotori, cioè dei soggetti attorno a cui si possa poi dopo aggregare domanda e anche domanda residenziale.

    Sicuramente la pubblica amministrazione deve giocare questo ruolo, deve essere messa nelle condizioni di poterlo giocare, quindi sia nella fase di autorizzazione e velocizzazione, ma anche proprio nel diventarne parte attiva della comunità energetica. Quindi, anche da questo punto di vista, l’intervento legislativo e i successivi interventi debbono, dal nostro punto di vista, cercare di incentivare e stimolare il più possibile le Amministrazioni per fare questo. Da un lato ci sono le Amministrazioni e dall’altra parte questo ruolo di promozione e di avvio è ovviamente quello delle imprese. Già veniva ricordato. Sono assolutamente d’accordo. La scala della comunità energetica non è indifferente rispetto alla sua capacità, poi, di generare benefici a tutti i partecipanti. Da questo punto di vista, è fondamentale il coinvolgimento delle imprese, che dall’altra parte possono essere, allo stesso modo della Pubblica Amministrazione, un elemento di velocizzazione e di incentivo.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Adesso proviamo a fare intervenire da remoto la vicesindaca di Bologna.

    Si prepari per l’intervento successivo Mauro Modenesi.

    Eccola qua, la vediamo. Buon pomeriggio. Prego, a lei la parola.

     

    CLANCY, vicesindaca del Comune di Bologna. Grazie mille per questa opportunità di intervento.

    La legge che state discutendo è una legge molto importante per la nostra Regione, ma sicuramente anche per il Comune Bologna, perché ci aiuta e si intreccia a doppio filo con la candidatura che come Comune di Bologna abbiamo presentato per la missione della Commissione Europea delle 100 città a impatto climatico neutro entro il 2030, con l’obiettivo di arrivare allo 0 netto di emissioni entro quella data.

    Nell’agenda dei primi 100 giorni del nuovo mandato, infatti, abbiamo candidato Bologna fra le prime 100 città europee, che puntano alla neutralità carbonica entro il 2030, e qui si dovrà costruire un contratto programma, condiviso tra tutti i soggetti coinvolti da questa grande sfida, tra cui la Regione, come le Istituzioni, le imprese, il mondo della ricerca, le associazioni, i cittadini e le cittadine.

    Abbiamo definito un programma per la decarbonizzazione, che individui con chiarezza gli strumenti, le azioni e i tempi verso la neutralità climatica di Bologna, accelerando il tasso di conversione alla produzione locale di energie rinnovabili, che siano chiaramente il fotovoltaico, le biomasse, l’idrogeno, anche attraverso l’identificazione di missioni strategiche da condividere con le società partecipate, e la sperimentazione di comunità energetiche diffuse nel territorio metropolitano.

    L’obiettivo dichiarato di questo programma è il raggiungimento, entro 8 anni, dell’equilibrio fra gas climalteranti emessi e quelli riassorbiti. Le iniziative funzionali a questo scopo saranno molteplici, toccheranno tutti i campi della vita cittadina, dalla mobilità all’efficientamento energetico degli edifici, dall’illuminazione pubblica ai rifiuti, all’installazione di impianti di energia rinnovabile.

    In questi anni abbiamo già visto le emissioni aumentare sempre di più in diversi ambiti della nostra vita quotidiana, dalle case alle auto fino agli ambienti di lavoro. Ora, però, dobbiamo accelerare in una direzione diversa, quella della riduzione delle emissioni.

    Grazie ai fondi del PNRR e al quadro normativo del Green Deal, abbiamo le risorse per farlo, quindi a Bologna abbiamo deciso di cogliere questa opportunità, come stanno facendo tanti altri Comuni italiani. Entro marzo sapremo se l’Unione europea ci avrà selezionati fra le 100 città campione, ma, se la candidatura avesse esito negativo, noi continueremo a darci questo piano, questo orizzonte che abbiamo costruito, per arrivare alle emissioni a zero netto nel 2030.

    Questa legge ci permette di fare un passo avanti sicuramente utile, e secondo la relatrice, come molti di voi condividono, necessario. Come sapete, le comunità energetiche hanno come prima condizione da realizzare la diffusione locale di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e in questo senso l’Amministrazione comunale di Bologna intende perseguire, con strumenti regolatori generali e investimenti sul patrimonio pubblico, la riqualificazione del patrimonio edilizio e la realizzazione di distretti di energia positiva, i cosiddetti PED, integrando negli edifici impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, a partire da geotermico e fotovoltaico, anche sfruttando appieno le opportunità offerte dai finanziamenti e dalle detrazioni fiscali straordinarie del nostro periodo, quindi il PNRR, il PON Metro, l’Ecobonus del 110 per cento.

    Come Comune di Bologna speriamo che questa legge impronti un primo impianto normativo, a cui potranno seguire ulteriori interventi per accedere a finanziamenti e per permetterci come Amministrazioni locali di intervenire sul patrimonio pubblico esistente di proprietà comunale, per dare impulso ad azioni costitutive di comunità all’interno dei condomini di proprietari privati, dei cittadini e delle cittadine.

    In relazione ad azioni dirette da parte dell’Amministrazione, anche attraverso ACER, è stato avviato un percorso volto alla graduale installazione diffusa di impianti di produzione di energia rinnovabile integrati agli edifici pubblici comunali, promuovendo l’autoconsumo dell’energia prodotta, creando le condizioni di base per lo sviluppo di comunità energetiche, a partire dagli alloggi di edilizia residenziale pubblica della nostra ERP, in cui sono maggiori sia le fragilità sociali che la povertà energetica.

    Penso infatti che questa strategia di investimento pubblico possa essere un importante elemento trainante per lo sviluppo di una transizione locale verso le fonti rinnovabili e di comunità energetiche, anche per il settore privato.

    L’obiettivo quantitativo che ci siamo posti è quello di arrivare ad attuare il potenziale di installazione di 400 megawatt di potenza di fotovoltaico in copertura negli edifici presenti in città rispetto agli attuali 35,5 da fonti GSE, che sono da destinare in gran parte all’autoconsumo, riducendo conseguentemente non solo i costi cittadini per l’energia ma anche il bilancio emissivo della città tutta.

    Ora più che mai, soprattutto in questa fase di difficoltà di approvvigionamento dell’energia, è importante ripensare il modello di produzione, anche in questo senso. L’aumento dei prezzi odierni è chiaramente legato al costo del gas, che si ripercuote in modo diretto sulla bolletta del gas per il riscaldamento e per cucinare, per l’utilizzo che viene fatto quotidianamente nella vita dei cittadini e cittadine, ma anche in modo indiretto, sul costo dell’energia elettrica, perché come sappiamo, una quota importante viene prodotta con il gas naturale.

    Tutto quello che permette di evitare il ricorso alla fonte fossile ovviamente porta un beneficio economico, che se due anni fa era difficile da vedere sul medio e breve periodo, oggi diventa un beneficio economico enorme e immediato.

    In sintesi, come Comune di Bologna, vediamo in senso estremamente favorevole le azioni di sistema e le misure di sostegno e promozione per la costituzione e lo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul nostro territorio.

    Siamo interessati, siamo disponibili alla partecipazione ai tavoli per definire i criteri di erogazione e per valutare anche quali siano le migliori modalità di realizzazione, iniziative di comunicazione, informazione e partecipazione dei cittadini e delle cittadine sui temi dell’energia rinnovabile, dell’autoconsumo, della condivisione dell’energia e sulle forme dell’efficientamento energetico. Grazie mille quindi, restiamo a disposizione.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei anche per la disponibilità manifestata dal Comune di Bologna di collaborare e lavorare insieme, visto che gli obiettivi riguardano tutti.

    Adesso do la parola a Mauro Modanesi, presidente del Consorzio Cervia parcheggi. Saluto anche il vicepresidente Luca Foschi. Poi, Barbara Lepri e Lino Franzini. Entrambi, Lepre e Franzini hanno la necessità di fare l’intervento entro le 17. Fino adesso siete stati tutti massimamente collaborativi.

    Mi scuso, so che non mi rende simpatica ogni tanto ripetere il tema dei tempi, ma mi tocca.

    Prego, dottor Modanesi.

     

    MODANESI, presidente Consorzio Cervia parcheggi. Buonasera a tutti. Ringrazio per l’invito la presidente che ci ha fatto questo onore.

    È stato molto interessante ascoltare chi mi ha già preceduto, perché alcuni degli spunti che sono stati proposti rientrano fra le osservazioni che noi abbiamo presentato e già depositato all’attenzione della Commissione.

    La prima cosa che ci interessa dire è che per rendere pienamente operativa ed effettivamente fruibile la grande opportunità costruita dagli strumenti dell’autoconsumo e della comunità energetica, auspichiamo che la legislazione regionale adotti una definizione di questi strumenti che sia la più ampia possibile. Dobbiamo cioè cercare di avere le maglie larghe e non strette. questo perché su queste tematiche, ormai anche sul discorso dell’autosufficienza e dell’autonomia, sempre più stringente che abbiamo, di riuscire a produrre da fonti rinnovabili energia, per mille motivi, non ultimo la guerra in corso, è chiaro che noi dobbiamo accelerare il più possibile i tempi, avendo l’urgenza di riuscire ad avere strumenti di riferimento capaci di darci queste risposte.

    Quindi, proprio a questo proposito suggeriamo di sottoporre a vincoli in modo molto limitato e solo in modo indispensabile, onde evitare che i limiti normativi possano limitare la diffusione delle CER.

    A questo proposito, come è già stato proposto da altri relatori, onde impedire il pieno raggiungimento dei fini legislativi, suggeriamo di individuare come punto di riferimento per quanto riguarda il limite territoriale delle comunità energetiche rinnovabili unicamente la cabina di trasformazione primaria, come è già stata, fra l’altro, individuata anche da recenti decreti nazionali. In questo modo, anche se riteniamo strategica la promozione e la proattività dell’Ente locale, si evita che eventuali intoppi tecnici impediscano la reale realizzazione sul territorio comunale di una o più comunità energetiche interessate a questo riguardo. D’altronde, se individuiamo il Comune che è interessato, se non c’è la cabina primaria in grado di poterlo supportare, o una cabina primaria che interessa più territori comunali, si comincia a mettere in moto un conflitto di interessi che è bene evitare, o comunque di aspetti anche normativi. A proposito, dunque, della semplificazione amministrativa, che sposiamo fin da subito, è chiaro che meno paletti mettiamo su questo campo e più facilmente riusciamo ad andare in velocità a realizzare questi obiettivi.

    Dico questo perché, ad esempio, il settore turistico della nostra costa adriatica, a cominciare dalle strutture ricettive e balneari, potrebbe già ora promuovere la nascita di comunità economiche energetiche regionali, in quanto molte di queste strutture dispongono già di impianti fotovoltaici, che sono già presenti sia sulle strutture ricettive sia sulle strutture balneari, e non solo, e altre se ne doteranno a breve termine grazie alla recente legge n. 152/2021. È una legge recentissima, che ricordo in particolare mette a disposizione fondi per la digitalizzazione delle strutture ricettive e per l’efficientamento energetico degli edifici. Il bando di gara è stato fatto, è iniziato il 28 febbraio e in poco tempo deve essere portato a compimento. Quindi, sotto questo aspetto il settore turistico amplierà di molto queste opportunità e possibilità.

    Il medesimo ragionamento si potrebbe fare con riferimento a un settore molto presente nel nostro territorio, ovverosia il settore dell’artigianato di produzione e dei servizi. Naturalmente, come dicevo prima, rimane determinante, per raggiungere questo scopo, l’azione proattiva degli Enti pubblici territoriali, sempre che, però, abbiano intenzione e voglia e vengano messi in condizioni, anche con adeguate incentivazioni, di fare il loro lavoro sotto questo aspetto, o comunque se ricevono input anche dalle imprese, PMI o altro, locali, come diceva il rappresentante di Confindustria che mi ha preceduto, questo aiuterebbe ad accelerare i processi per arrivare a questo scopo.

    Per quanto riguarda la maggiorazione dei contributi – io parlo per la vocazione turistica della nostra regione, con particolare riferimento alla costa adriatica – si ritiene opportuno che la legge regionale proceda alla maggiorazione dei contributi per la realizzazione di comunità energetiche rinnovabili e all’attivazione di autoconsumo collettivo che coinvolgano soprattutto, nel nostro caso, imprese turistiche ricettive, balneari, artigianali e – aggiungiamo – cooperative sociali, perché sono molto ben presenti nel territorio. Noi, grazie anche alla comunità presente a Cervia, abbiamo fin da subito iniziato la nostra attività con il pubblico, con il privato e con il privato sociale, e quindi riusciamo a fare comunità già oggi in questo senso per le iniziative che abbiamo fino ad ora intrapreso. Questo aiuterebbe, secondo me, ad avere come promotori iniziali di questa cosa le imprese presenti sul territorio, ma anche a essere in grado, rispetto a persone o servizi non autosufficienti e soprattutto con la presenza anche dell’ente locale, di allargare il più possibile il beneficio derivante dalla comunità anche ad altri soggetti, che altrimenti da soli potrebbero non essere in grado di operare in partenza.

    Terzo, le aree dove installare gli impianti, che nel nostro caso sono prevalentemente fotovoltaici, perché non è che abbiamo altre aree dove poter fare questo sulla costa adriatica.

    A questo scopo riteniamo che sia importante e fondamentale che vengano individuate quanto prima le aree dove far installare gli impianti a servizio delle comunità energetiche ovunque sia possibile, con il minor limite di vincoli derivanti da questa attuazione.

    A tale proposito, vi segnalo tutti i Park&Ride, perché noi costruiamo e gestiamo i Park & Ride di prossimità nel Comune di Cervia per le imprese turistiche associate. Siamo in grado di realizzare, per arricchire l’offerta delle imprese turistiche, tutto ciò in un’ottica di mobilità e sosta ecosostenibile.

    Già oggi tutti i nostri Park&Ride dispongono di strutture di copertura dei posti auto pertinenziali idonee all’installazione di pannelli fotovoltaici. Quindi, noi siamo tecnicamente pronti a poter dar vita immediatamente, in dimensioni in questo momento contenute, ma siamo disponibili ad allargarle in maniera importante rapidamente, perché ogni nostro parcheggio può installare velocissimamente fino a 200 chilowatt, e ne abbiamo già fatto uno, uno si aprirà fra due mesi e l’altro lo faremo in corsa, siamo in grado di mettere insieme già una minima massa critica, in aggiunta totalmente ai pannelli fotovoltaici che sono già sui tetti dei nostri associati albergatori, di dare un impulso importante in questa direzione.

    A questo proposito, se è possibile, mando un video che dura due minuti per farvi capire come sono fatti i nostri Park&Ride.

     

    (Segue proiezione video)

     

    MODANESI, presidente Consorzio Cervia parcheggi. Manca il sonoro.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Forse è un po’ rallentato. Io direi di far così, nel senso che, quando trasferiamo ai consiglieri il materiale, mandiamo anche il video o il link, in modo che lo vediamo a velocità corretta e non rallentata e sentiamo anche l’audio, così percepiamo la valenza dell’intervento nella sua completezza.

     

    MODANESI, presidente Consorzio Cervia parcheggi. Possiamo arrivare al finale, così si vede il risultato ottenuto.

    Questo era per farvi capire, con un esempio concreto, che se si progettano, tramite idee appropriate, innovazioni su questo terreno, che inizialmente sono state pensate per l’ecosostenibilità della sosta e della mobilità, questo, oggi, in modo adeguato, può essere assolutamente allargato anche all’utilizzo delle stesse energie che si possono ottenere con produzione da fonti rinnovabili anche in modo più allargato.

    Volevo dire che in questo momento il nostro Consorzio associa una quindicina di albergatori che rappresentano l’80 per cento del ricettivo strettamente cervese. Abbiamo in corso altre domande e a breve arriveremo anche a una ventina. Stiamo realizzando complessivamente oltre 500 posti auto pertinenziali, quindi di competenza degli alberghi, che fanno standard urbanistico per ottenere poi tutte le possibilità di riqualificazione che ne potrebbero derivare e competere. In questo modo siamo in grado di dare questi servizi innovativi ai clienti degli hotel associati.

    L’innovazione più importante che abbiamo già introdotto è quella di riuscire ad aver fatto un parcamento con iCloud, che permette all’auto di ogni cliente di entrare e uscire a suo piacimento, e di consentire all’albergatore di poter prenotare e consentire questa possibilità a ciascun suo cliente, prima ancora di arrivare, quindi con la massima possibilità.

    Va da sé che ogni parcheggio è dotato anche di colonnine di ricarica elettrica e di Park&Ride, perché, una volta che il cliente ha parcheggiato, se si vuole muovere sul territorio, lo può fare tranquillamente con biciclette, motorini o altro, sempre in promozione elettrica. Grazie per l’attenzione.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Barbara Lepri, direttrice di Legacoop Emilia-Romagna, che però interviene a nome dell’Alleanza delle cooperative.

    Si prepari da remoto Lino Franzini, presidente della municipalità di Ramiseto. Prego.

     

    LEPRI, Alleanza delle cooperative. Grazie mille. Buonasera, presidente. Buonasera, relatori e consiglieri. Grazie per l’invito e anche per questa attenzione per il rispetto dell’orario. Grazie davvero.

    Come Alleanza delle cooperative italiane, siamo impegnati da tempo su questi temi energetici. Prima la pandemia e ora la guerra, già richiamata dai precedenti interventi, rendono impellente il bisogno di mettere in campo delle nuove strategie energetiche per ridurre la dipendenza del nostro Paese e dell’economia dalla dipendenza europea, percorsi già avviati nel tempo che oggi hanno subìto però una fortissima accelerazione.

    La produzione di energia e il consumo da parte di imprese e cittadini devono essere radicalmente ripensati, quindi questa trasformazione è resa necessaria e urgente a causa di molteplici fattori che abbiamo rilevato nel breve, medio e lungo periodo.

    Le difficoltà della transizione energetica vedono le imprese e i cittadini e, per quello che ci riguarda, le nostre cooperative, già da mesi impegnati a trovare delle contromisure per la crescita vertiginosa dei costi e per limitare quindi l’impatto sulla propria competitività e redditività.

    Il sistema dell’Alleanza delle cooperative italiane dell’Emilia-Romagna, con tutte le sue declinazioni regionali, territoriali e settoriali, si sta muovendo già dal 2021 con delle progettualità per supportare le cooperative associate, per rinnovare il proprio profilo energetico e rafforzarne la resilienza. Ci aspettiamo che nel corso del 2022 la progettazione e la costituzione di comunità energetiche rinnovabili, grazie all’accelerazione dei provvedimenti legislativi e di adeguati supporti finanziari, possano diventare degli strumenti per il raggiungimento degli obiettivi previsti all’interno del PNRR alla missione n. 2, che prevede rivoluzione verde, transizione energetica, ma intercettare anche i fondi che la Regione metterà a disposizione, attraverso il programma del Fondo europeo di sviluppo regionale 2021-2027.

    Le Comunità energetiche per noi diventano quindi uno strumento centrale di transizione, capace di attivare processi di innovazione digitale, in quanto darà la possibilità di raccogliere dati energetici, analizzarli e quindi renderli indispensabili per il funzionamento di Comunità energetiche, ma possono diventare anche uno strumento di innovazione sociale, in quanto possono strutturare nuove forme di partecipazione all’interno di comunità civili, diventando quindi un asset strategico della rigenerazione urbana e del rilancio delle comunità in aree rurali e soprattutto decentrate, quindi aree interne, aree di degrado urbano e altro.

    Venendo al progetto della legge regionale, l’Alleanza delle cooperative che qui rappresento apprezza molto l’iniziativa legislativa, ne condivide il carattere promozionale che, nell’ambito della potestà legislativa regionale, fornisce strumenti utili all’attuazione della normativa europea e italiana, tuttora in corso di completamento.

    In questo quadro, vediamo il progetto della legge regionale come una grande opportunità per promuovere la forma cooperativa e lo sviluppo di comunità energetico attraverso questo strumento, la cooperazione. Riteniamo che la forma cooperativa rappresenti una delle forme ideali e tipiche, che meglio si adatta, dal punto di vista sia giuridico-societario sia economico-organizzativo, al raggiungimento dello scopo sociale, che viene individuato all’interno delle direttive europee e dei decreti legislativi che definiscono ambiti e confini delle comunità energetiche.

    Si richiamano infatti all’interno di questi strumenti la democraticità, la partecipazione, l’assenza di scopo di lucro, come richiamato proprio prima da alcuni colleghi, la mutualità, che sono proprio i princìpi che rappresentano la cooperazione, che vanno proprio reinterpretati all’interno di un’ottica di comunità energetiche.

    Per garantire la sostenibilità economica delle comunità energetiche, è stato richiamato anche prima, cioè come si possono sostenere questo tipo di attività, noi riteniamo che la cooperativa sia in grado di integrare, nella stessa iniziativa imprenditoriale, diversi servizi accessori da offrire alla comunità e ai cittadini che entrano a far parte della comunità:  gestione della comunità, manutenzione degli immobili, servizi abitativi di vario genere, servizi di vicinato, tanti altri servizi che possono proprio rientrare e relazionarsi all’interno del territorio dove le comunità energetiche nascono. Riteniamo quindi che questa legge, insieme peraltro alla futura legge sulle cooperative di comunità che verrà sottoposta all’approvazione nei prossimi mesi, possa aprire per noi una nuova stagione dove la cooperazione e la comunità pongono al centro le persone – lo stiamo dicendo da tempo – al fine di attivare processi di condivisione sui temi dell’innovazione e della sostenibilità.

    Per tale motivo, riprendendo anche quanto riportato all’interno dei vari documenti europei, chiediamo di esplicitare la forma cooperativa tra i soggetti che possono attivare forme di comunità energetiche per valorizzare i princìpi partecipativi dei cittadini.

    La cooperazione, quindi, e  io, appunto, che sono qui a rappresentarla, è pronta a mettere in campo competenze e professionalità per avviare insieme alle istituzioni, quindi anche all’attività del pubblico, progetti capaci di affrontare sia il tema della povertà energetica, sia la transizione ecologica verso le energie rinnovabili, la riduzione della dipendenza dalle fonti di approvvigionamento dall’estero, che è appunto tra le principali cause richiamate all’inizio dell’impennata dei costi dell’energia.

    Alla luce di queste considerazioni, noi abbiamo stilato poi un documento con vari emendamenti (che vi faremo avere al termine di questa seduta attraverso la posta elettronica). Richiamo solo alcuni punti: all’articolo 1 viene richiamata la finalità di perseguire l’indipendenza e l’autonomia energetica; all’articolo 2, laddove si esplicita l’obiettivo primario delle comunità energetiche rinnovabili ci pare più appropriato indicare il fine di ridurre la dipendenza energetica e combattere la povertà energetica, e non l’efficienza energetica solamente; rileviamo, ma crediamo si tratti anche di un refuso il fatto che non siano stati ricompresi gli enti religiosi all’interno della normativa, come invece è previsto dalla DL n. 199; all’interno dell’articolo 3, oltre a quanto già indicato, il sostegno attraverso contributi alle comunità di energie rinnovabili, “che si impegnano a sviluppare la loro base associativa di autoconsumatori”, riteniamo vadano incentivate quelle che promuovono le migliori configurazioni istituendo un premio.

    Vi è poi la necessità, a nostro parere, di coinvolgere le associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative nella promozione delle iniziative per la formazione e il potenziamento delle professionalità che vengono coinvolte nella fase di avvio, costituzione e gestione delle comunità energetiche (come peraltro è indicato all’articolo 3).

    Le ultime due questioni che velocemente richiamo sono: la prima, all’articolo 4, dove si promuove e si sostiene, attraverso una maggiorazione dei contributi concedibili, le comunità energetiche, noi chiediamo che siano ricomprese anche quelle costituite in forma cooperativa, in quanto la forma cooperativa, in questo caso, ha lo scopo di favorire e valorizzare lo scambio mutualistico tra comunità energetica e soci consumatori di energia. Tra l’altro, questa proposta riteniamo sia coerente con gli obiettivi e le finalità della legge n. 6/2006 della Regione.

    La seconda e ultima considerazione attiene all’articolo 6. Riteniamo quindi che il tavolo tecnico permanente debba avere tra i suoi compiti anche quello di monitorare e avanzare proposte in materia di semplificazione amministrativa e procedimento autorizzativo. Anche questo è stato richiamato da alcuni colleghi (scusate, ma con la mascherina è davvero impegnativo parlare). La Regione, quindi, attraverso il Patto per la semplificazione, ha messo in atto una serie di azioni importanti volte a rendere le pubbliche amministrazioni soggetti facilitatori, nel pieno rispetto della normativa vigente. Ecco, con questa proposta di legge si intende concorrere al raggiungimento di un obiettivo di decarbonizzazione prima del 2050 e il 100 per cento di energie rinnovabili entro il 2035, com’è indicato nel Patto per il lavoro e per il clima. Quindi, la costituzione delle Comunità energetiche, sia per la novità che rappresentano, che per i soggetti che vengono coinvolti, richiede, a partire dalla fase autorizzativa, una forte attenzione e azione proattiva degli Enti che sono chiamati al rilascio di pareri, concessioni, permessi e ogni altro atto amministrativo. Quindi, qui occorre un monitoraggio del procedimento autorizzativo di particolare importanza per correggere delle procedure che risultano poi inefficienti in alcuni casi e soprattutto rimuovere lungaggini burocratiche eliminando atti amministrativi dove non sono strettamente necessari.

    Vi ringrazio molto per l’attenzione. Come dicevo prima, vi faremo avere un documento con i vari emendamenti. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei.

    Mi hanno segnalato che Lino Franzini non è attualmente connesso, nonostante noi siamo nei tempi. Mi dispiace. Magari può far avere – lo dico anche riferendomi al consigliere che ci aveva segnalato il contatto – un testo scritto o qualche riflessione scritta, che metteremo a disposizione degli altri colleghi.

    Chiederei, a questo punto, di intervenire a Guido Zama, direttore di Confagricoltura Emilia-Romagna, così da terminare gli interventi di coloro che sono qui in presenza.

    Si prepari da remoto Gianluca D’Agosta.

    Prego.

     

    ZAMA, direttore Confagricoltura Emilia-Romagna. Grazie, presidente.

    Riteniamo questo incontro particolarmente importante e utile, per questo abbiamo ritenuto di partecipare e di dare un contributo per ora verbale, che poi vedremo di trasformare anche in un contributo scritto.

    Parto dalla sua considerazione iniziale secondo cui sarebbe importante giungere a un progetto condiviso tra i proponenti, perché ogni progetto presenta degli aspetti che meritano di essere assorbiti in un complesso più generale. Auspico che, fatto questo lavoro da parte della Commissione e del Consiglio, si possa arrivare a un secondo confronto con le parti per recuperare quello che diceva il collega Rusconi, cioè una mancanza di confronto nella costruzione, perché essendo molto rilevante e strategico questo progetto di legge e le sue finalità forse conviene pensarci bene due volte e partire col piede giusto, piuttosto che arrivare presto a emanare una legge e poi doverci tornare sopra per vari motivi.

    Dico questo perché sono un po’ vecchio del sistema e ho ben presente quando nella passata legislatura di qualche anno fa si fece il Piano regionale strategico per l’energia, dove già allora si proponeva di raggiungere un’autosufficienza di produzione in regione, anzi di diventare addirittura una regione che esportava energia rinnovabile, siamo nel 2022 e stiamo parlando di esigenze energetiche della nostra regione e stiamo qui riflettendo su come fare. Forse è il momento di superare certe situazioni critiche e dare un obiettivo comune. Vogliamo essere una regione autosufficiente nella produzione di energia da fonti rinnovabili, sì o no? Se questo è l’obiettivo, dobbiamo essere coerenti nel tradurlo in ambito operativo. Altrimenti, rischiamo di trovarci qui fra dieci anni – spero di no – a dover discutere dei problemi di recupero energetico e dei costi che la società civile e le imprese devono sostenere per stare sul mercato.

    Allora cosa chiedo io? Chiedo che, nel momento in cui si fa una riflessione su questo obiettivo, ci sia anche un’analisi di com’è la stratificazione normativa della nostra Regione in tema di concessioni e autorizzazioni, perché quello che veniva detto prima, le procedure di semplificazione, implica anche un’analisi tra quella che è un’intenzione e quello che le norme fatte nel passato, ma presenti attualmente poi rendono inapplicabile. Pertanto, nell’analisi della creazione di queste Comunità energetiche forse vale la pena di capire e di analizzare quali sono i vincoli che permangono, per poterli superare. Faccio due esempi. Nella zona del Parmigiano Reggiano è vietato per gli allevamenti produrre impianti di biogas, quindi di produrre energia per autoconsumo. È vietato. Se non rimuoviamo questo aspetto, è inutile parlare di comunità energetiche. Qui non si parla neanche dell’impresa, se devo produrre l’energia di cui ha bisogno.

    Secondo aspetto. Quando si parla di comunità energetiche, è vero che c’è un tema del cittadino, ma è anche vero che i principali consumatori di energia sono le imprese. Riuscire a fare una comunità energetica tra imprese sarebbe un fattore portante per la nostra economia. Quindi, non si può escludere nella costruzione di questo progetto il ruolo che possono svolgere le imprese e le rappresentanze che le imprese hanno nel contesto.

    Per cui, nel famoso tavolo di concertazione, forse, oltre a tutta una serie di figure rappresentative della società, sarebbe importante inserire anche quelli che rappresentano le imprese, perché sono produttori e consumatori. Quindi, ritengo che abbiano un giusto ruolo e debbano essere riconosciute.

    Un ultimo aspetto. Come veniva detto, l’incentivo a volte è importante, ma non è esaustivo. La burocrazia molte volte affossa qualsiasi tipo di idea e mettere insieme persone in una comunità voi sapete che è complesso. Un esempio tipico è il condominio. Non so chi di voi vive in condominio. La vita condominiale è complessa. Ora, avere un sistema di comunità energetica che deve essere gestito occorre fare in modo tale che non diventi un luogo dove poi ci siano delle forme conflittuali.

    Va costruita per renderla più fluida possibile. Le forme che devono essere utilizzate dipendono anche dalle finalità. Se è una finalità, come diceva il collega Rusconi, che può avere anche un ruolo di vendita del prodotto, quindi non essere solamente no profit, occorre un ruolo societario. Se deve avere un ruolo di no profit, la forma è associativa, perché non ha nessuna finalità di vendita e quindi perché fare una forma complessa di norme societarie che poi ha tutta una serie di vincoli? Va pensato bene qual è il ruolo che vogliamo dare a questo sistema e come questo sistema viene finanziato, perché, come veniva detto, fare un impianto, oggi in particolare, e lo vediamo con l’effetto del Superbonus nel sistema economico, ha dei costi. Se questi costi, che devono avere un’energia, che viene ceduta a prezzi agevolati, non si ripagano, non trovate nessuno che ci mette dei soldi. Per cui, diventa importante capire come gestirlo e, oltretutto, come gestire il tema del fondo rotativo perché se ho l’energia e faccio una comunità dovrei farla calibrata per i consumi di cui ho bisogno. Quindi, se consumo tutta l’energia di cui ho bisogno, nel fondo rotativo non ci va niente. Quindi, come lo alimentiamo?

    Per cui, e concludo, è importante partire con il tema di questa legge, è importante darci una norma, secondo me è importante fare un passaggio successivo dove, a norme assemblate, a progetto aggregato, si comprende bene dove si vuole arrivare.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie.

    Mi fa piacere che sia anche lei qua con noi. Avevo capito che era collegato da remoto.

    Gianluca D’Agosta, ricercatore dell’ENEA, prego.

    Si prepari Anna Baldini, segretaria regionale, rappresentante legale di Cittadinanzattiva Emilia-Romagna, collegata da remoto, a meno che, anche in questo caso, non ci sia una sorpresa.

    Prego.

     

    D’AGOSTA, ricercatore ENEA. Grazie dell’opportunità. Io sono Gianluca D’Agosta e lavoro in ENEA sulle comunità energetiche da circa due anni e mezzo, cioè più o meno da quando è stata approvata la normativa europea sul clean energy package. Quindi, di esperienza ne abbiamo maturata un pochettino. Il nostro ruolo è piuttosto tecnico, nel senso che, come ente di ricerca, stiamo affrontando un po’ tutti quanti gli aspetti legati allo sviluppo e alla realizzazione delle comunità energetiche.

    Abbiamo apprezzato moltissimo sia i primi tentativi della legge che istituiva le comunità energetiche, quindi la fase sperimentale, anche se la dimensione ci ha impedito poi di realizzare il progetto su cui stavamo lavorando, che era quello di realizzare una grande comunità energetica nella zona di Pilastro-Roveri, quindi Bologna.

    Abbiamo rimodulato i nostri tentativi di sviluppare le comunità energetiche, seguendo la normativa italiana. Adesso la nuova normativa ci stimola ad aumentare l’impegno per la realizzazione della comunità energetica. Questo ci ha portato ad accumulare una serie di esperienze e di problematiche tecniche, ma non solo, da affrontare verso la comunità energetica, e devo dire che uno degli elementi fondamentali che abbiamo visto è la formazione e l’informazione del cittadino, che è fondamentale soprattutto nella fase iniziale, e il ruolo che l’Istituzione può svolgere per supportare questo tipo di comunità, nel senso che l’ambito energetico nelle abitazioni spesso è visto come la telefonata che ricevo dall’operatore economico che vuole vendermi energia, quindi, quando propongo come argomento l'energia, vengo immediatamente visto come quello che vuole vendere qualcosa che in realtà io ENEA non posso vendere.

    Secondo me, quindi, la normativa dovrebbe andare nella direzione di favorire gli Enti locali, ma anche alle realtà locali, nel supportare questo tipo di procedimento, soprattutto quello che riguarda la parte di formazione e informazione del cittadino, che poi è uno degli elementi fondamentali della Comunità energetica, così come la vede la comunità europea, quindi in quell’ambito.

    L’esperienza accumulata in ENEA ci permette anche di mettere a disposizione degli strumenti che semplificano il lavoro di realizzazione di una comunità energetica da parte dei singoli cittadini. È chiaro che come ENEA non ci poniamo in contrapposizione alle industrie o aziende che vogliono fare questo come mestiere, quindi alle varie ESCo, adesso Sorgenia è uscita con una proposta commerciale piuttosto interessante, quindi non è il nostro ruolo, però ENEA si può porre, anche a livello regionale, come un elemento di confronto e di stimolo tecnologico verso tutti coloro tutti coloro che vogliono fare una comunità energetica in questo ambito.

    Dal punto di vista normativo, il mio sentire è che la Regione Emilia-Romagna debba supportare la Comunità energetica come impatto sociale sul territorio, quindi come riqualificazione dei territori anche montani piuttosto che territori disagiati delle città. Questo perché la parte economica o finanziaria è supportata già dalla legge nazionale, quindi in quell’ambito probabilmente la Regione deve avere una sensibilità maggiore laddove il legislatore nazionale non ne ha avuta.

    L’ultimo elemento che risulta cruciale dal punto di vista tecnico per ENEA, che è un problema fondamentale, è quello della gestione dei dati. I dati energetici sono dati che non vengono resi disponibili, sono difficili da ottenere e soprattutto vanno gestiti con particolare attenzione, perché sono dati personali, possono diventare dati sensibili.

    Il supporto della Regione, per capire quali meccanismi si possano mettere in campo per la gestione dei dati e l’utilizzo all’interno della comunità energetica, secondo me è fondamentale, perché altrimenti rischiamo di avere mancanza di informazione e di sensibilizzazione dei cittadini.

    Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei.

    Il prossimo intervento, come avevo detto, è quello di Anna Baldini, segretario regionale di Cittadinanzattiva Emilia-Romagna. Vediamo se i tecnici riescono a fare il collegamento.

    In attesa di capire se c’è, passiamo a Carlo Lugli, presidente di DES Modena, a cui passo la parola direttamente dal dispositivo. Prego.

     

    LUGLI, presidente DES Modena. Sono qui per parlare di un processo in corso, che interessa tutto il mondo dell’economia solidale e si è concretizzato già da alcuni anni in incontri che facciamo con la Regione per parlare di argomenti che ci stanno molto a cuore.

    Il gruppo di lavoro che io rappresento si interessa di energia, energia che proprio con questa legge rappresenta una forte evoluzione di idee che già noi avevamo parecchi anni fa, quindi con la possibilità di creare e formare comunità energetiche è nelle nostre corde da parecchio tempo.

    Finalmente abbiamo una legge che a breve avrà i suoi decreti attuativi, e abbiamo strumenti e competenze per dare un contributo sensibile allo sviluppo di quelle che saranno – le sintetizzo in acronimo – le CER e le UC.

    I soggetti appartenenti all’economia solidale rappresentano quella parte attiva, anche se minoritaria, della nostra società, che da molto tempo si occupa di consumo consapevole e realizza buone pratiche anche in ambito energetico. Fra questi soggetti, quelli che hanno maggiormente contribuito alla definizione e allo sviluppo di buone pratiche in ambito energetico sono i GAS, i gruppi di acquisto solidale, che già realizzano acquisti collettivi di merci e anche di servizi da oltre 27 anni. Nell’ambito dei lavori del Forum 2021, si è sviluppato questo gruppo di lavoro che ha avanzato proposte, proprio in campo energetico. Fra queste c’è la richiesta di coinvolgere e sostenere i GAS, che già molto spesso sono costituiti come associazioni di sviluppo sociale e culturale, sostenendoli quindi come soggetti in grado di formare e promuovere comunità energetiche in molti territori della regione.

    Come effetto non secondario di questa prospettiva c’è lo sviluppo di informazione e comunicazione a favore della collettività. Trattandosi di temi piuttosto complessi, poter disporre di un fonte avanzato che concretizza comunità energetiche è senz’altro beneficio per tutta la comunità.

    Altro argomento che ci preme molto, e che si preoccupa, anche, è il discorso che riguarda l’informazione e la comunicazione cui già altri interlocutori hanno accennato. L’intero argomento trattato da questa proposta di legge che oggi stiamo discutendo è caratterizzato da una forte complessità che si manifesta in ambito tecnico, economico, fiscale e sociale. Certamente quest’ultimo aspetto, presidente, ha una sua fragilità, perché la maggior parte delle persone non è abituata a partecipare e ad esprimersi in incontri con altri cittadini. Spesso si cita questo argomento a proposito delle assemblee di condominio, dove difficilmente l’amministratore ha qualità di facilitatore, generando così isolamento fra i condomini e difficoltà nel risolvere i conflitti.

    Per sua natura, la comunità energetica rinnovabile contiene elementi rivoluzionari perché introduce la possibilità di creare relazioni fiduciarie, quindi un dialogo costruttivo fra i soci. Si rendono perciò necessarie nuove figure professionali da formare e far operare in tutti i territori, con lo scopo di far conoscere la legge di cui stiamo discutendo, e raccogliere manifestazioni di interesse.

    Per incontri informativi e per accogliere manifestazioni di interesse occorrono competenze tecniche, amministrative e fiscali, insieme ad una maturata esperienza di facilitatore. Inoltre, la Regione dovrà realizzare documentazione informativa, cartacea e video, almeno su due, se non tre livelli, per consentire l’apprendimento del tema, anche a diversi livelli culturali degli interlocutori.

    Infine, il gruppo di lavoro tematico energia chiede che fra i componenti del tavolo tecnico previsto dalla legge in discussione possa partecipare anche un rappresentante delle reti di economia solidale della nostra Regione. Questo sì, è un piccolo gruppo di argomenti che ho sintetizzato in queste mie poche parole per rappresentare due temi importanti: uno è quello di far partire abbastanza velocemente le comunità energetiche, e quindi da rappresentare stimolo ed esempio da verificare e da conoscere meglio; l’altro aspetto è quello della comunicazione e dell’informazione, per la quale sarà opportuno senz’altro coinvolgere tutte le nostre Amministrazioni comunali e anche la Regione, ovviamente, per le parti di cui ho parlato.

    Direi che altri argomenti non intendo portarli in campo in questo momento. Certamente siamo in attesa di poter vedere concretamente un avvio positivo di questo processo, grazie ad una legge che complessivamente ci sembra abbastanza positiva. Grazie tante a tutti e buona serata.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei.

    Proviamo a richiamare Anna Baldini, che però, almeno con il suo nome e cognome, non risulta essere collegata.

    Passerei, quindi, a Elisabetta Brunelli, presidente delle Associazioni di proprietà edilizia.

    Si prepari Barbara Maccato, a nome di Confartigianato Emilia-Romagna.

    Anche Elisabetta Brunelli non vedo collegata, sempre relativamente al suo account.

    Diamo, allora, la parola a Barbara Maccato, responsabile delle relazioni industriali di Confartigianato Emilia-Romagna. Buon pomeriggio.

     

    MACCATO, responsabile relazioni industriali Confartigianato Emilia-Romagna. Parto veloce, anche perché credo che ormai gli ascoltatori siano un po’ provati dopo il numero importante di interventi.

    In via generale, è opportuno premettere che il PDL che avete posto alla nostra attenzione si colloca all’interno di un pacchetto europeo di misure che configurano un mercato elettrico decentrato e distribuito, in cui si chiede al consumatore di assumere un ruolo sempre più attivo, sia in forma singola che in forma aggregata. In questo nuovo paradigma futuro di mercato i clienti hanno il diritto di partecipare in qualità di clienti attivi, ossia in forma individuale, aggregata o tramite Comunità energetiche rinnovabili, o dei cittadini produrre, accumulare o vendere energia elettrica autoprodotta, partecipare a meccanismi di flessibilità o di efficienza energetica senza essere assoggettati a procedure o ad oneri discriminatori e sproporzionati, ovvero oneri di rete che non rispecchino i costi.

    Il principio del massimo coinvolgimento di tutti i soggetti dovrebbe, inoltre, discendere dalle aspettative che il nostro sistema Paese ripone sulle Comunità energetiche. Secondo l’Electricity Market Report 2020 del Politecnico di Milano, considerando uno scenario intermedio di sviluppo di Comunità energetiche rinnovabili e di configurazioni di autoconsumo collettivo nel quinquennio 2021-2025, potenzialmente le due configurazioni energetiche porterebbero a installare circa 3,5 gigawatt di fotovoltaico e coinvolgere potenzialmente tra le 150.000 e le 300.000 utenze non residenziali e oltre un milione di utenze residenziali, e ridurre di circa 23 milioni di tonnellate le emissioni di CO2. Sono, quindi, obiettivi estremamente ambiziosi.

    Un’ultima considerazione credo sia opportuna sul ruolo che le Comunità energetiche rinnovabili possono svolgere per contenere al momento ed evitare in futuro le pesanti conseguenze del caro energia. Il contesto di guerra che stiamo vivendo determina dei rischi immediati e attuali per la sopravvivenza stessa del nostro sistema produttivo, che rischia di non arrivare all’appuntamento con il futuro, se non pesantemente compromesso. Non è immaginabile che le imprese possano, nel medio e nel breve periodo, assorbire i prezzi di Borsa del mercato elettrico che, vi ricordo, nella giornata del 10 marzo scorso, ha toccato i 388 euro per megawattora, quando, nello stesso mese dello scorso anno, il prezzo medio nazionale si attestava a 60 euro a megawattora.

    L’autoproduzione, individuale e condivisa, può rappresentare una via verso la sopravvivenza. Pertanto, è quanto mai indispensabile che gli strumenti, come le comunità energetiche rinnovabili, vengano messi a terra in maniera semplice, fruibile, burocratizzata e aperta alla massima partecipazione di tutti i soggetti che possono avervi interesse.

    Un passaggio veloce su quelli che, a nostro avviso, sono degli emendamenti che potrebbero essere apportati al testo che ci è stato consegnato. Noi riteniamo che all’articolo 1 debba trovare uno spazio concreto una visibilità dell’impresa che noi non abbiamo rintracciato in nessuna delle parti del testo di legge.

    Data la caratterizzazione del nostro sistema economico, a particolare vocazione manifatturiera, ravvisiamo la necessità di un’attenzione specifica e mirata, volta a incentivare la creazione di comunità energetiche tra le PMI, soprattutto in un momento come quello attuale, in cui devono essere messe in campo alternative valide, concrete e percorribili per ridurre la bolletta energetica e per consentire alle imprese di affrontare la congiuntura sfavorevole con il minor danno possibile.

    L’articolo 2 forse è quello che noi ravvisiamo essere il più critico. Infatti, mal comprendiamo questo vincolo che è stato inserito e che riguarda il non fine di lucro che viene posto all’interno del progetto di legge. Questa previsione, questo avviso si pone in contrasto con la direttiva europea e afferma che le comunità energetiche hanno lo scopo principale di offrire ai membri, ai soci o al territorio in cui la comunità opera benefici ambientali, economici e sociali a livello di comunità.

    Le ragioni alla base delle scelte europee sono chiare. L’obiettivo della decarbonizzazione dell’economia al 2050 è impegnativo e per raggiungerlo è necessaria la collaborazione di tutti.

    La direttiva RED che le ha previste si colloca, infatti, all’interno del Green New Deal, che ha posto degli obiettivi europei sfidanti, recepiti dal nostro Paese con il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima.

    Adesso noi stiamo attendendo quelle che saranno anche le modifiche allo stesso Piano. Comunque, in attesa della revisione, è previsto che comunque già oggi una quota del 37 per cento di fonti rinnovabili sia sui consumi finali lordi di energia al 2030. Poiché l’Italia poteva contare nel 2020 su 56 gigawatt di potenza rinnovabile installata, questo obiettivo si traduce nella necessità di aumentare a 58 gigawatt di nuova potenza.

    In questa prospettiva, l’esclusione dello scopo, sebbene non principale, di lucro costituisce un grave vulnus, in particolare per le piccole imprese e le associazioni che le rappresentano, sia in termini di partecipazione che di agenti promotori delle comunità energetiche rinnovabili sul territorio, in contrasto sia con la lettera che con lo spirito della normativa europea.

    Ad adiuvandum rispetto alle considerazioni precedenti, credo sia utile ricordare che gli incentivi che oggi costituiscono la cosiddetta componente drenata da AGOS nelle bollette delle famiglie e delle imprese rispetto alla quale le imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, rappresentano degli importanti contribuenti in quanto consumano un terzo e pagano circa la metà del gettito imputato ad usi industriali.

    Ricordo che nel 2020, ultimo anno di cui sono disponibili i dati, il costo è stato di circa 10 miliardi.

    Con il vincolo dell’assenza di scopo di lucro si mina quindi la possibilità di partecipazione in capo ai soggetti che con le loro bollette maggiormente sono chiamati a contribuire al loro finanziamento e hanno sostenuto maggiormente, dal 2010 in poi, lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese.

    Inserire quindi uno specifico requisito disincentivante, non rintracciabile nella norma primaria, in un momento come quello attuale a nostro avviso è poco comprensibile.

    All’articolo 3, dato che gli Enti locali saranno elementi fondamentali per la costituzione delle comunità energetiche e dato che è prevista anche la possibilità di sostegno alla creazione delle comunità energetiche attingendo dai fondi strutturali, in particolare dal FESR, non sarebbe del tutto sbagliato inserire all’interno del testo di legge la previsione di una premialità nei confronti di quegli Enti locali che hanno messo in atto politiche ambientali, in linea con le indicazioni della Regione.

    Come ricordava prima il collega Rusconi, ad esempio, i Comuni virtuosi che hanno adottato la tariffa puntuale in linea con quanto indicato dal Piano rifiuti regionale.

    Ulteriore considerazione. Crediamo che vada trovata una soluzione nei confronti dei centri storici, che ad oggi sono rimasti prevalentemente esclusi dall’efficientamento energetico del 110 per cento per ragioni strutturali, che hanno impedito che queste aree potessero attingere a quel tipo di misura, rischiano ancora una volta di essere esclusi, perché sapete che con le semplificazioni introdotte nell’ultimo DM 1722 le uniche aree escluse dalla semplificazione sono i centri storici, in ragione dei vincoli delle Sovrintendenze.

    È vero che c’è una salvaguardia sul piano architettonico, tuttavia rileviamo che deve esserci una particolare attenzione perché, se i centri storici non verranno coinvolti pienamente dall’efficientamento energetico e dalla possibilità di attingere da fonti rinnovabili, abbassando le bollette, rischiano una marginalità e uno svantaggio.

    Ultima considerazione, e concludo. Abbiamo rilevato all’articolo 5, la previsione di un Registro di comunità energetiche, che a nostro avviso costituisce un aggravio sul piano degli adempimenti ed è in contrasto con quanto previsto nel Patto della semplificazione, promosso dalla Regione.

    Grazie, Presidente.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei, dottoressa Maccato.

    Procediamo con Simona Acerbis, che ho visto collegata, direttrice dell’Agenzia territoriale per l’energia e la sostenibilità di Parma.

    Prima di darle la parola, provo a fare un punto della situazione degli interventi che ancora avanzano, in modo da dare a chi sta aspettando il quadro della situazione.

    Dopo l’architetta Simona Acerbis abbiamo il professor Corvaro, Claudia Carani di AES, Francesco Berni del Comune di Reggio Emilia, Isabella Debbia di Aimag, Giacomo Vincenzi del Comune di Camposanto, mentre Giovanni Baroni per un imprevisto non riesce a collegarsi e manderà un intervento, e infine Marco Pasi di Confesercenti.

    Ci tengo però a specificare che l’ordine degli interventi, sia di coloro che sono intervenuti dalla sala che di coloro che lo stanno facendo da remoto, viene fatto a seguito delle prenotazioni che arrivano alla struttura tecnica della Commissione.

    Abbiamo raccolto quelle due-tre sollecitazioni quando ci sono state segnalate rispetto ai tempi.

    Prego, Simona Acerbis, a lei la parola. Grazie.

     

    ACERBIS, direttrice Agenzia territoriale per l'energia e la sostenibilità di Parma. Grazie e buonasera a tutti e a tutte. Intervengo a nome dell’Agenzia territoriale per l’energia e la sostenibilità di Parma che ha come fine statutario il supporto agli enti soci che sono comuni, quindi enti locali, per la realizzazione di politiche energetiche locali, che è stata impegnata in questi anni a sviluppare molte progettualità inserite nei piani per l’energia sostenibile e il clima, rivolte soprattutto a rafforzare il rapporto tra le istituzioni e i cittadini per aumentare il coinvolgimento e la consapevolezza di questi ultimi riguardo alla transizione energetica.

    Colgo quindi l’opportunità che mi è stata data per richiamare l’attenzione su due punti che ritengo rilevanti, della proposta di legge approvata dalla Giunta, almeno dal nostro osservatorio. Vi riporterò un attimo a terra rispetto ai ragionamenti che sono stati fatti, molto utili fino adesso. Il nostro osservatorio, intendo quello dell’Agenzia, nella sua veste di One stop shop per la riqualificazione energetica dei condomini, un’esperienza che l’associazione sta sperimentando da fine 2020 nell’ambito di un progetto europeo che ha come capofila il Comune di Parma attraverso lo sportello energie e condomini supporta gratuitamente amministratori e condomini, fornendo informazioni, servizi tecnici e servizi di facilitazione del processo decisionale in assemblea di condominio.

    Vi riportavo solo questa cosa, perché dei 44 condomini che hanno aderito al progetto, nessuno ha affrontato il tema dell’autoconsumo condominiale, ancor meno delle comunità energetiche rinnovabili. Il richiamo alle opportunità offerte dalla normativa, sia in tema di incentivazione fiscale che di incentivi diretti sul costo dell’energia, noi lo abbiamo sempre espresso nelle nostre relazioni di fattibilità, ma non ha suscitato, almeno fino adesso la curiosità o l’interesse dei condomini o degli amministratori. Questo per dire che almeno fino a ieri, oggi, come ricordavano e come sappiamo bene rispetto alla cronaca, questo tema della produzione di autoconsumo non era ancora entrato nel novero delle possibilità che un normale cittadino considera quando prende decisioni importanti come quella di una riqualificazione energetica profonda del suo immobile. Quindi, gli eventi che nell’ultimo mese hanno sicuramente sensibilizzato stampa e opinione pubblica, possono essere l’occasione per suscitare l’interesse ed agire per la costituzione di CER, o di configurazioni di autoconsumo collettivo.

    Per questo plaudo alle indicazioni della proposta di legge che indica all’articolo 3, ai commi 2 e 3, la promozione di iniziative e il potenziamento di professionalità pubbliche coinvolte nei processi di costituzione delle CER, e il potenziamento degli sportelli informativi sui territori. A questo proposito, invito quindi l’assemblea a riflettere di considerare, tra i soggetti ai quali indirizzare la formazione, e coi quali stipulare accordi per il potenziamento degli sportelli energia, oltre che ai Comuni e ad ANCI Emilia-Romagna, anche alle agenzie locali per l’energia che già operano sui territori di riferimento.

    Attraverso questi effettivamente potrà anche essere favorita la partecipazione dei soggetti locali con il compito di informazione, formazione, cambiamento dei comportamenti da consumatore a prosumer, che è necessario per arrivare alla realizzazione di una CER di successo.

    L’individuazione di sportelli informativi che agiscono da veri e propri incubatori per le CER diventa fondamentale sia per la valorizzazione di tutte le relazioni che si possono creare tra le due tipologie di soggetti interessati che per catalizzare informazioni ed opportunità legate ai territori stessi. Proprio stamattina, ad esempio, c’è un invito all’Agenzia, vista chiaramente come rappresentante delle Istituzioni locali a partecipare ad un incontro informativo con le parrocchie della diocesi di Parma, che vogliono cominciare a ragionare sulla loro partecipazione attiva alla costituzione di CER. Questa opportunità, rispetto al settore che rappresenta, per il numero di soggetti coinvolti e coinvolgibili, è una straordinaria occasione di divulgazione, che non si sarebbe creata se non ci fosse stato un presidio territoriale di riferimento inserito ormai nel comune sentire dei cittadini, un punto di riferimento che i cittadini sanno di poter contattare. Quindi, sfruttare legami e collaborazioni che si sono create, ad esempio qui a Parma, con lo Sportello Energia e Condomini tra cittadini, operatori economici, associazioni di categoria ed Enti territoriali, non potrà che essere un valore aggiunto per il raggiungimento degli obiettivi posti dalla legge. Per questo, ritengo molto positive le indicazioni di cui all’articolo 3, che devono essere viste anche nell’ottica di una sinergia tra settori di competenza che difficilmente l’Ente locale riesce a mettere insieme.

    Voglio dire questa cosa. Un altro punto chiave che ritengo di sottolineare è il valore sociale e territoriale delle CER. Quindi, l’intento di contrastare, attraverso la promozione di comunità energetiche rinnovabili, i fenomeni della povertà energetica e dello spopolamento di zone montane interne, secondo me, per l’esperienza che stiamo vedendo anche sul campo, rappresenta il valore aggiunto di questa proposta.

    L’agenzia, in effetti, su questi due temi sta lavorando ad alcuni progetti dal 2018 e le esperienze in corso ci consentono di ribadire l’importanza, soprattutto nei comuni piccoli, di un supporto in grado di dialogare o far dialogare settori come il tecnico e il sociale, che vanno solitamente ognuno per la propria strada, un supporto che non si può inquadrare in una pura fornitura di servizi, ma in una collaborazione continua con gli Enti locali per mettere a terra progetti che hanno necessità di un così forte coinvolgimento dei cittadini.

    Vi dico per esperienza, perché stiamo portando avanti alcuni progetti sulla povertà energetica, che non è facile contattare le famiglie in povertà energetica e, a volte, non è neanche facile individuarle e renderle soggetti attivi di un meccanismo virtuoso che potrà aiutarle a – cito il titolo di un nostro progetto – consumare meno, per vivere meglio. Non è facile neanche per i Comuni piccoli pensare a soluzioni che prevedano investimenti autonomi. A malapena questi Comuni chiudono il bilancio. Quindi, devono essere supportati con competenze, risorse e anche idee. Per questo, penso che sarà importante prevedere, con misure di promozione e sostegno, la valorizzazione di quelle realtà esistenti che possono, per esperienza o vocazione, favorire la creazione delle comunità energetiche non solo da un punto di vista prettamente tecnico, ma anche di relazioni, riconosciute per un ruolo di terzietà rispetto ai soggetti in gioco.

    Ultimissima cosa. Mi sento di porre ad una riflessione dei consiglieri e dell’Assemblea la possibilità di una maggiore specificazione, all’interno dell’articolo 4, dell’opportunità, oltre che di individuare tipologie di comunità energetiche rinnovabili che potranno ricevere un sostegno maggiorato, di avere nei propri regolamenti misure specifiche per la riduzione della povertà energetica, in particolare per quelle fattispecie di comunità energetiche che premiano configurazioni generali, come, ad esempio, quelle legate ai territori montani o quelle degli Enti che hanno adottato politiche di sviluppo di energie rinnovabili.

    Qui chiudo. Vi ringrazio per l’attenzione e vi saluto.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei per il contributo.

    Ne approfitto, visto che ha fatto un cenno al tema delle parrocchie, per far presente che penso che all’articolo 2 del progetto di legge regionale, dove è riportato l’articolo 31 del decreto-legge n. 199/2001, vada riportata la formulazione integrale dell’articolo 31 del decreto legislativo, quella che comprende anche gli enti religiosi, che nel testo della proposta di legge erano evidentemente, invece, saltati.

    Facciamo adesso intervenire il professor Corvaro, della struttura commissariale Sisma 2016. Eccolo qua. Proviamo anche l’audio per capire se funziona bene. Professor Corvaro, la vediamo, se vuole provare a intervenire. Professore, la vediamo. Vuole provare a intervenire? Evidentemente c’è qualche problema di collegamento.

    Intanto proviamo a passare a Claudia Carani, project manager di AESS.

    Chiedo ai tecnici se possono contattare il professor Corvaro per capire se riusciamo anche a sentirlo.

    Intanto vediamo collegata Claudia Carani.

     

    CARANI, project manager AESS. Sono Claudia Carani e rappresento AESS, Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile. Siamo un’associazione di Comuni con sede a Modena e abbiamo circa 130 soggetti pubblici che sono associati ad AESS.

    Siamo coordinatori di un progetto sperimentale di comunità energetica a Bologna, nel quartiere Pilastro-Roveri, che prende il nome di Geco. Questo progetto coinvolge anche l’Università di Bologna ed ENEA.

    Abbiamo accolto con gioia la legge regionale, perché in qualche modo va ad accelerare un percorso faticoso, molto faticoso degli ultimi due anni, dove abbiamo vissuto una fase di sperimentazione che non ha portato assolutamente a creare comunità energetiche in Italia, dove la comunità scientifica ha discusso ampiamente sulle opportunità e le potenzialità, però devo dire che non esistono attualmente attive comunità energetiche, se ne sono registrate alcune, ma nessuna è realmente funzionante in Italia.

    Dobbiamo assolutamente passare a una fase operativa. La fase operativa ci deve permettere di realizzare impianti sufficienti a soddisfare la domanda di energia delle famiglie e delle imprese. Sicuramente, come veniva menzionato prima, le coperture, i tetti delle imprese e degli enti pubblici, palestre e scuole, sono maggiormente idonei a ospitare impianti che possano soddisfare la domanda di energia anche delle famiglie e soprattutto a ridurre i costi di installazione, di realizzazione e di progettazione. Dobbiamo cercare, quindi, di facilitare questi percorsi mettendo a sistema anche gli incentivi che ci sono già in essere.

    A noi sembrava ovvio poter utilizzare la detrazione IRPEF del 50 per cento di cui godono i cittadini per realizzare un impianto di perequazione energetica, quindi andando a installare l’impianto in una copertura vicina. Questo è previsto dalla legge, ma l’Agenzia delle entrate, attraverso un interpello, lo ha vietato. Quindi, anche i modelli che potrebbero essere sostenibili dal punto di vista finanziario e in qualche modo finanziari capex iniziali poi si vanificano dietro la normativa che viene in qualche modo adottata anche dall’Agenzia delle entrate, nella possibilità di non utilizzare gli incentivi fiscali. Quello che vorremmo che fosse fatto è veramente semplificare al massimo i modelli che possono essere realizzati e utilizzati dai cittadini per fare in modo che possano in qualche modo cooperare con le imprese e dare un valore aggiunto a queste comunità energetiche, perché altrimenti manca il movente per mettersi assieme i cittadini con le imprese e per costituire queste entità giuridiche.

    Un altro tema è la semplificazione, che deve assolutamente essere adottata per realizzare questi impianti. Non sono impianti fotovoltaici che, ricordiamo, sono impianti che producono energia non dispacciabile. Abbiamo bisogno di integrare più fonti energetiche mettendo a sistema anche impianti che producono con continuità energia, quindi che non dipendono dalla disponibilità del sole e che hanno bisogno di batterie, quindi componenti aggiuntive, per rendere fruibile l’energia.

    La proposta di legge ci sembra molto buona e ringraziamo per l’elaborazione di questo documento. Vorremmo però che recuperasse anche il tema delle comunità energetiche di cittadini e banca, in particolar modo citando il decreto legislativo 210 del 2021, che all’articolo 14 introduce il tema delle comunità energetiche dei cittadini.

    Anche queste potranno essere legate alla produzione di energia da fonti rinnovabili e anche questo decreto legislativo dovrà essere attuato attraverso dei decreti attuativi che dovrebbero essere emanati a giugno di quest’anno.

    Questa legge è importante perché darà la possibilità di rendere più flessibile il mercato elettrico, così come viene citato all’articolo 2, comma d), perché questo comma dell’articolo 2 parla di "energia eccedentaria, che può essere accumulata e venduta anche tramite accordi di compravendita di energia elettrica rinnovabile direttamente o mediante aggregazione". Questo aspetto non è previsto dalle comunità energetiche da rinnovabili, ma dalle comunità energetiche dei cittadini, quindi è importante che venga recuperato dal decreto legislativo n. 210/2021.

    Ci piacerebbe anche come agenzia essere più partecipi nel tavolo permanente che verrà costituito, per portare riscontri ai bisogni dei Comuni che sono associati ad AESS.

    Ci è poco chiaro all’articolo 5 come dovrà essere realizzato il bilancio energetico delle comunità e chi sarà il responsabile di questa attività, che forse è un po’ erosa, e come verrà valorizzato questo report che dovrebbe essere prodotto ogni anno.

    Questi sono i temi che avevamo individuato e che presenteremo come emendamenti alla normativa regionale. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a Claudia Carani. Saluto anche l’altra persona che ci avete evidenziato, il vostro ricercatore seduto a fianco a lei.

    Passiamo a Francesco Berni, funzionario del Comune di Reggio Emilia, che ci ha anche anticipato del materiale che nei prossimi giorni provvederemo ad inviare ai consiglieri.

     

    BERNI, funzionario Comune di Reggio Emilia. Benissimo. Grazie.

    Per quanto riguarda il Comune di Reggio Emilia, manifestiamo un profondo interesse rispetto a questo provvedimento, anche in merito a un progetto che abbiamo attivato, che si chiama City Science Office, un’unità organizzativa che avrà sede nei chiostri di San Pietro al centro di Reggio Emilia. Nasce da un accordo di collaborazione fra Comune di Reggio Emilia, l’Università LUISS di Roma e il soggetto gestore, cioè il gestore dei Chiostri di San Pietro, che è un laboratorio aperto, finanziato con fondi di sviluppo regionale, quindi fondi FESR 14-20. Per far che cosa? Per costituire una piccola unità di ricerca, costituita da tre dottorandi che la voteranno per sviluppare delle ricerche applicate rispetto a innovazione urbana e amministrativa.

    Fondamentalmente quindi abbiamo attivato un dottorato di ricerca. Questi tre ricercatori – è in corso la selezione – dovranno lavorare su tre ricerche applicate nel territorio. Una di queste ricerche sarà proprio sulle comunità energetiche. Rispetto a questo, quindi, noi vorremmo manifestare il nostro interesse anche a posizionarci e a candidarci come caso studio anche rispetto alla legge, in particolare perché una linea di ricerca sarà proprio su questo tema delle comunità energetiche, quindi una ricerca applicata, stiamo creando dei gruppi di lavoro interno all’Amministrazione di Reggio, ma anche dei gruppi con degli stakeholder esterni locali, quindi dei portatori di interesse, perché vorremmo che questa ricerca avesse anche un’applicazione concreta.

    Individueremo quindi dei quartieri pilota, su cui sperimentare le comunità energetiche e far sviluppare questa ricerca applicativa, a cui potremmo dare anche gambe, provando a creare poi qualcosa di concreto sul territorio. Per questo c’era il nostro interesse in merito alla legge.

    La ricerca probabilmente avrà un taglio anche da un punto di vista di ricerca sui temi della governance e giuridico-amministrativo, perché l’applicazione della legge comporta anche modelli organizzativi, come si diceva anche prima, rispetto alle persone che vengono coinvolte, associazioni, eccetera, proprio per mettere a terra questo tipo di sperimentazione.

    Questo è il tema. Ho cercato di essere più breve possibile, anche per dare spazio anche agli altri contributi.

     

    PRESIDENTE RONTINI. È stato super sintetico, super efficace. La ringraziamo. Nella giornata di domani, insieme agli altri, invieremo anche il suo contributo, le sue slide ai consiglieri. Grazie e buon lavoro.

    Proseguiamo con Isabella Debbia, ingegnere reparto ricerca e sviluppo di AIMAG. Eccola qua.

     

    DEBBIA, ingegnere ricerca e sviluppo AIMAG. Grazie, presidente, grazie a tutti per l’invito, porto i saluti dell’ingegnere De Battisti, direttore generale di AIMAG e del presidente Verasani.

    Tenevamo, come AIMAG, oggi ad essere presenti per mostrare l’interesse che abbiamo ormai da tempo sul tema delle comunità energetiche. Sarò breve. Molte delle osservazioni che avevamo sono in realtà già state illustrate dai relatori precedenti. In particolare, condividiamo le osservazioni illustrate dal presidente Castagna, che ringraziamo.

    AIMAG come multiutility da tempo ha promosso gli investimenti nelle fonti rinnovabili sul proprio territorio, e può vantare un forte legame con i propri Comuni e con i cittadini, elemento che riteniamo fondamentale per la promozione delle comunità energetiche di cui oggi ragioniamo. Siamo interessati al tema delle comunità energetiche e dell’autoconsumo collettivo, temi che stiamo affrontando già da diverso tempo. In particolare l’interesse è andato via via crescendo dopo la pubblicazione del decreto legislativo n. 199 del 2021, che ha esteso i confini delle CER, le possibilità ad esse associati, confini che ora sono riferiti alla cabina di trasformazione primaria con la stessa linea di trasmissione che può alimentare anche Comuni attigui, prevedendo anche la possibilità di CER di dimensioni sovracomunali.

    Nei mesi scorsi abbiamo già avviato le interlocuzioni con i Comuni del nostro territorio. Diversi si sono mostrati interessati e hanno iniziato a ragionare sull’individuazione di aree su propri edifici o parcheggi da mettere a disposizione per la realizzazione di impianti fotovoltaici per la progettazione di CER, proprio per progettare e poi avviare dei piloti sul nostro territorio, in coerenza proprio con quanto previsto dalla proposta di legge regionale.

    Riteniamo fondamentale, comunque, che ci sia una struttura tecnica forte a supporto delle stesse e che vada oltre la struttura riferita solo a quella del Comune stesso, ma che ci sia proprio un partner tecnico solido e con competenze specifiche, e AIMAG si sta strutturando proprio in tal senso, come indicato prima anche dal presidente in generale, prevedendo quindi di affiancare le CER sia nella progettazione del fotovoltaico, che nell’analisi dei consumi delle utenze e nella gestione, dando un supporto di tipo giuridico-amministrativo alle stesse.

    È importante, a nostro avviso, che il ruolo di realtà come la nostra venga anche inquadrato da parte della Regione. Abbiamo apprezzato che la Regione si sia già espressa con una proposta di legge sul tema delle comunità energetiche e che abbia previsto un contributo che vada oltre al contributo di tipo economico. A nostro avviso, risulta fondamentale l’azione di promozione e comunicazione che può avviare nei confronti dei cittadini, che dovranno cambiare il proprio ruolo assumendo un ruolo attivo all’interno delle stesse e dovranno fornire informazioni circa i loro consumi e dare disponibilità a entrare all’interno delle comunità stesse.

    È fondamentale anche aver previsto la formazione di personale, di figure all’interno delle Amministrazioni comunali che avranno, altresì, un ruolo di primo piano all’interno delle comunità, così come la possibilità di condividere le best practice già presenti sul territorio, cosa che in questo momento vediamo avere molta difficoltà a recepire soprattutto cosa già è stato fatto e da parte di chi. Condividere, invece, queste pratiche potrebbe essere utile anche per replicare soluzioni già esistenti in modo più facile.

    Come è già stato indicato da diversi relatori che mi hanno preceduto, come AIMAG riteniamo che tra le azioni che la Regione può fare ci sia sicuramente e sia fondamentale la semplificazione dell’iter autorizzativo e amministrativo, che potrà sicuramente facilitare gli investimenti.

    Ricordiamo, inoltre, che le comunità energetiche vanno intese in un senso più ampio, non solo come scambio e condivisione di energia elettrica rinnovabile, ma anche come altre forme di energia, che possono essere per noi e per il nostro territorio interessanti. Così come riteniamo fondamentali i servizi ancillari e funzionali che la CER può offrire, come i servizi di ricarica dei veicoli elettrici.

    Come AIMAG stiamo monitorando i bandi del PNRR per i nostri Comuni. Diverse risorse arriveranno per i Comuni sotto i 5.000 abitanti per quanto riguarda le comunità energetiche e vogliamo dare un supporto tecnico ai Comuni proprio per fare in modo che parte di queste risorse arrivi sul nostro territorio. Riteniamo, comunque, che la Regione debba prevedere delle risorse complementari anche per i Comuni virtuosi che non rispettano il limite dei 5.000 abitanti.

    Abbiamo apprezzato i maggiori contributi che sono previsti per i Comuni che hanno approvato piani strategici di adattamento ai cambiamenti climatici, anche se riteniamo che sia utile esplicitare meglio e dettagliare questo aspetto per capire chi può usufruire di questa maggiorazione.

    Nelle scorse settimane abbiamo già condiviso i nostri suggerimenti tecnici […]

     

    PRESIDENTE RONTINI. Vediamo se riusciamo a ristabilire il collegamento.

    Proseguiamo col professor Corvaro.

     

    CORVARO, struttura commissariale Sisma 2016. Perfetto. Scusate.

    Grazie per l’opportunità di intervenire. Io mi occupo delle questioni energia legate all’area sisma, quindi al cratere 2009-2016 Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria. In modo particolare, a breve partiremo con un bando energia che andrà a supportare impianti da rinnovabile e, in modo particolare, in futuro, le CER. Perché in futuro le CER? Perché dal GSE abbiamo avuto modo di comprendere che prima di settembre non usciranno i decreti attuativi. Quindi, in questo momento andremo a puntare sulla condivisione di qualsiasi forma di energia. Dico questo perché ho visto dalla vostra proposta che parlate di CER, di autoconsumo, secondo quanto previsto dal decreto RED II, ma volevo sottolineare due altre possibilità di condivisione dell’energia. Una riguarda i sistemi di condivisione del calore, altrettanto importanti e altrettanto strategici quanto mai in questo periodo, in modo particolare, secondo quanto previsto dal decreto legislativo del 4 luglio 2014, n. 102, che prevede proprio la possibilità non solo di condividere l’energia elettrica attraverso le CER, ma anche calore e freddo, attraverso le reti di teleriscaldamento e tele-raffrescamento. Noi abbiamo integrato nei nostri bandi anche la possibilità di incentivare chi va a condividere calore.

    Secondo aspetto. Il decreto legislativo dell’8 novembre 2021, il n. 210, prevede anche le comunità energetiche di cittadini che sono leggermente diverse rispetto alle CER, perché lavorano su tutte le forme di energia e non solo su quelle strettamente rinnovabili.

    Sicuramente la parte che ci ha visto più concentrati su questo lavoro delle CER è stato come poter coinvolgere i partner privati. Ho sentito già diversi interventi su questo. Noi agiamo su una realtà che spesso è molto complessa, in difficoltà da eventi sismici devastanti. I Comuni sono piccoli, non hanno le strutture, non hanno le capacità per fare le pur semplici operazioni. Per tale motivo abbiamo pensato di introdurre nel bando di prossima uscita il partenariato pubblico-privato, ai sensi della parte IV del Codice dei contratti pubblici, tanto che ci stiamo spingendo nell’andare a prevedere la realizzazione degli impianti, oltre che su immobili pubblici, ad uso pubblico, che è il grosso del bando, anche su quelli privati, localizzati in aree o nuclei industriali, prevedendo un accordo pubblico/privato.

    Noi spingiamo molto sulle CER per farle partire a ritmo pieno per due motivi: 1) perché andremo a supportare anche quelle piccole e medie imprese che sono alla base del nostro tessuto produttivo; 2) perché confidiamo che questo possa essere di aiuto ai Comuni, per spendere effettivamente i soldi per realizzare gli impianti.

    Il Commissario è molto presente e molto deciso sulla necessità di mettere a terra questi impianti, e, prevedendo sempre la possibilità che il Comune possa, laddove abbia le possibilità, fare da solo, prevedere la sinergia con il privato secondo noi è una carta vincente, quindi abbiamo studiato a lungo questa tematica. Se avete bisogno di particolari, ulteriori approfondimenti, li possiamo tranquillamente fare, dato che la nostra è una struttura a servizio del Governo, una struttura governativa.

    L’ultimo aspetto su cui vi volevo far riflettere, qualora pensiate possa essere uno spunto di discussione, è la questione del DNSH, del Do No Significant Harm, perché permea tutto il PNRR. Noi, che gestiamo un fondo parallelo al PNRR e non dovremmo sottostare a questo obbligo, abbiamo comunque deciso di sposarlo, e ricordo che tutto quello che riguarda il rinnovabile rientra nel regime 1 del DNSH, quindi un livello superiore al non fare male all’ambiente, ma fare qualcosa di positivo, richiamarlo, prevederlo e iniziare quantomeno a farlo passare agli Enti locali, agli Enti territoriali secondo me è un buon punto di lavoro e un buon punto su cui ragionare.

    Per il resto, la struttura della proposta di legge è pertinente, molto ben strutturata. Se volete, questa ipotesi di coniugare pubblico e privato potrebbe essere quella scintilla che attiva meglio tutto il discorso sulle CER, che comunque non sono semplici da istituire, c’è bisogno di un’importante struttura che supporti o l’Ente privato o l’Ente pubblico per realizzare e poi soprattutto gestire CER e impianti.

    Per questo, secondo noi, il privato può dire la sua nella gestione e nella manutenzione futura degli impianti.

    Mi fermo, scusate per i problemi di connessione, buona serata a tutti.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei, professor Corvaro. Ci ha fatto piacere, dopo qualche tentativo, riuscire ad ascoltare il suo intervento. Rimaniamo in collegamento anche rispetto alla disponibilità che ci ha dato. Grazie.

    Abbiamo Giacomo Vincenzi, vicesindaco del Comune di Camposanto, e Marco Pasi, di Confesercenti. Poi provo a far richiamare le due persone che non erano connesse.

    Dopodiché, diamo la parola alla vicepresidente Elly Schlein.

    Giacomo Vincenzi, ci sente?

     

    VINCENZI, vicesindaco Comune di Camposanto. Buonasera a tutte e a tutti.

    Grazie, intanto, per questo invito, per questa possibilità e per questa illustrazione molto approfondita e dettagliata, un percorso di partecipazione che sicuramente porterà buoni frutti per la buona riuscita della legge regionale.

    Come avete già detto, il tema è di strettissima attualità, lo sapete meglio di me.

    Io vorrei solamente portare, in questo mio brevissimo intervento, le considerazioni dei piccoli Comuni. Come abbiamo potuto vedere, nella discussione di oggi, sicuramente un soggetto che non vorrei definire il convitato di pietra, ma sicuramente tirato in ballo più e più volte, è il ruolo degli enti locali, in particolare dei Comuni.

    Io rappresento un Comune di 3.000 abitanti, quindi sotto la fatidica soglia dei 5.000 abitanti, che permette anche di ricevere ulteriori finanziamenti, ulteriori possibilità. Di questo siamo consapevoli e sentiamo anche, passatemi il termine, il peso della responsabilità nel cercare di intercettare tutte queste risorse che sono lì fuori.

    Come saprete, però, non posso tacere la grande difficoltà che abbiamo nell’andare a costruire progetti, rendendoli in tempi brevi attuabili e sostenibili anche dal punto di vista soprattutto del personale dei Comuni. Quello che a mio modesto parere, quindi, manca, in questo schema di legge, è un’attenzione ulteriore alla dotazione di personale dei piccoli Comuni, in particolare. Per  i Comuni in generale va benissimo, però mi permetto di sottolineare verso i piccoli Comuni perché altrimenti l’efficacia e la pervasività di questo disegno di legge, delle comunità energetiche, potrebbero rimanere un po’ monche.

    Noi avremmo bisogno, credo, di una struttura tecnica dedicata, non so in quali forme, se nella forma della struttura centralizzata, modello sisma 2012, o in qualche forma di flessibilità verso gli enti che ne fanno richiesta. Le nostre strutture comunali fanno fatica a rispondere alle richieste che giustamente vengono da questo disegno di legge, perché la comunità energetica, lo avete già detto tutti, è un ente nuovo, eterogeneo, complicato e non può essere altrimenti, non si può cambiare questa natura e questa essenza della comunità.

    Noi quindi siamo sicuramente a disposizione e desiderosi anche di mettere in campo questo strumento nuovo, ci stiamo muovendo preliminarmente con il nostro gestore, con la nostra multiutility AIMAG, avete sentito anche voi le parole dell’ingegner Debbia prima. Siamo, direi, molto ben supportati, da questo punto di vista, in termini di consulenza tecnica, disponibilità e interesse, e questo è già un primo punto importante.

    Abbiamo bisogno di quel supporto agli enti locali, che può venire da una struttura tecnica dedicata, o di incentivi per l’assunzione di personale dedicato, perché potrebbe essere l’elemento che davvero dà ulteriore slancio a questa iniziativa molto importante.

    Io credo che questo nuovo soggetto e la Comunità energetica prenderanno piede, sono convinto di questo, sia per il momento che stiamo vivendo, sia per la sensibilità che c’è nella cittadinanza. Sono d’accordissimo con gli incentivi che prevede la legge regionale a favore degli enti del terzo settore, ad esempio, perché in questo momento viviamo una fase molto delicata di tenuta del tessuto sociale, del volontariato, dell’associazionismo in generale in seguito alla pandemia e adesso con la crisi energetica. Quindi, è necessario sostenere il terzo settore anche in questa forma, e sono molto d’accordo.

    Credo che i punti di valorizzazione che la legge regionale vuole dare alle Comunità energetiche rispetto alla normativa nazionale siano giusti. Ripeto, chiederei un’attenzione ulteriore sul tema del personale, perché noi piccoli Comuni ci troviamo in una situazione di difficoltà, che viviamo anche quotidianamente lato bandi PNRR. Su questo mi permetto un breve inciso. Però, questo disegno di legge, che è così importante e che potrebbe davvero dare un nuovo volto alla nostra regione e anche a tutta l’Italia, ha bisogno di questa attenzione.

    Per il resto, direi che la strada che è stata individuata sia assolutamente positiva e da parte dei Comuni, ripeto, l’attenzione e la sensibilità credo ci sia tutta.

    Vi ringrazio per questa possibilità e vi auguro buon lavoro. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie al vicesindaco del Comune di Camposanto.

    Ho visto che si è ricollegata Isabella Debbia di AIMAG. Quindi, le chiedo se vuole provare a chiudere l’intervento che prima, per problemi di connessione, aveva dovuto interrompere. Eccola qua.

     

    DEBBIA, ingegnere ricerca e sviluppo AIMAG. Dicevo semplicemente che come AIMAG stiamo monitorando i bandi PNRR per i nostri Comuni, tra cui, appunto, Camposanto. Ringrazio per l’intervento il Vicesindaco. Sono in arrivo delle risorse importanti limitate ai Comuni sotto i 5.000 abitanti, che avranno bisogno di un supporto tecnico, e ci offriamo di dare loro questo supporto anche per permettere ad alcune risorse di arrivare sul nostro territorio.

    Riteniamo comunque importante che la Regione preveda delle risorse complementari che vadano a supporto anche dei Comuni virtuosi interessati ad approfondire il tema della CER che non rispettano il vincolo dei 5.000 abitanti.

    Abbiamo apprezzato la maggiorazione dei contributi che è prevista anche verso i Comuni virtuosi che hanno approvato piani e strategie integrate di adattamento ai cambiamenti climatici, ma riteniamo che questo aspetto possa essere meglio dettagliato in modo da capire chi può rientrare e godere di tali maggiorazioni.

    Come AIMAG abbiamo già condiviso, nelle scorse settimane, alcune note e approfondimenti tecnici. Rimaniamo, comunque, a disposizione. Siamo interessati ad avere un ruolo attivo per il territorio regionale, per la promozione delle CER e anche nella definizione delle azioni a sostegno delle stesse.

    Grazie mille.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a lei.

    Mi pare che Anna Baldini, Elisabetta Brunelli e Giovanni Baroni non siano collegati, quindi abbiamo l’ultimo intervento da parte di Marco Pasi, di Confesercenti, che saluto con affetto, oltre a ringraziarlo per la pazienza.

     

    PASI, Confesercenti. Grazie, presidente. Grazie a tutti i componenti della Commissione per questa opportunità. Buonasera a tutti.

    Mi pare, per essere anche abbastanza sintetico, visto l’orario, che i tre progetti di legge che sono in discussione oggi, su cui avete deciso di ascoltare i portatori di interesse, siano tutti all’interno delle finalità che sottintendono alla promozione e alla costituzione delle comunità energetiche, quindi, nella sostanza, la riduzione della dipendenza energetica e l’obiettivo di combattere naturalmente questo fenomeno dei cambiamenti climatici.

    I progetti di legge vanno nella direzione giusta. Mi sembra un intervento tempestivo da parte della nostra Regione, molto opportuno. Rispetto all’insieme delle cose che ci vengono proposte, poi sarà compito dell’Assemblea e dei consiglieri fare sintesi, mi limito a individuare alcuni princìpi che, secondo me, dovrebbero entrare a far parte del provvedimento che poi l’Assemblea approverà.

    Il primo credo che debba fare riferimento a una logica di favorire e di includere i soggetti, favorire la costituzione delle comunità e includere tutti i soggetti interessati. Da questo punto di vista, secondo me, per quel che riguarda la definizione di comunità energetiche, credo che sia opportuno riferirsi al decreto legislativo n. 199. Nella sostanza, si tratta di soggetti di diritto autonomo, senza vincoli.

    Per cui, che sia la forma giuridica individuata quella dell’associazione piuttosto che della società o della società cooperativa, credo che debba rimanere nella determinazione di chi la Comunità energetica la promuove e la sostiene.

    Abbiamo bisogno che questo sia un fenomeno che diventi, per quanto possibile, passatemi il termine, di massa. Quindi, non ci pare opportuno mettere delle restrizioni sulla possibilità di costituzione di questi soggetti.

    Il secondo tema, poi, che è anche collegato a questo, perché naturalmente scegliere un profilo giuridico piuttosto che un altro ha anche delle implicazioni da un punto di vista degli scopi e delle finalità da raggiungere da parte del singolo soggetto, è il tema degli incentivi. Credo che all’interno della legge vada codificato il principio della necessità di incentivi che devono essere di due aspetti, da una parte economici, sicuramente e dall’altra parte c’è quello delle agevolazioni e delle semplificazioni amministrative.

    Pensavo, ad esempio, a tutto il tema dei centri storici, che credo debbano essere oggetto di particolare attenzione, perché all’interno dei centri storici c’è un grande utilizzo, un grande anche spreco alle volte di energia. Comunque, ci sono delle esigenze energetiche molto robuste.

    È chiaro che se si riuscisse a promuovere la costituzione diffusa delle comunità energetiche all’interno dei nostri centri storici, riusciremmo a ottenere dei risultati molto interessanti anche da un punto di vista quantitativo.

    Siccome parliamo di realtà dove difficilmente il singolo edificio è in grado di attivare una produzione di energia rinnovabile importante, proprio perché è una conformazione urbana, un tipo di edificio anche storico, alle volte non proprio moderno, credo che proprio il concetto di comunità energetica dovrebbe essere lì particolarmente agevolato.

    Credo che poi l’individuazione degli incentivi precisi debba essere oggetto di provvedimenti successivi anche di volta in volta verificati anche in coordinamento con gli incentivi nazionali, perché ormai sono cose abbastanza concrete. Le voci si rincorrono, ma anche più o meno testi abbozzati. Quindi, ci sarà sicuramente una politica nazionale di incentivi.

    Credo che necessariamente gli incentivi regionali debbano raccordarsi con questi. Però, credo che la legge debba contenere perlomeno la codificazione del principio, quindi la necessità degli incentivi che devono essere almeno di questi due aspetti.

    Queste erano le cose principali, però ce ne sono altre due che mi pare importante recuperare in quello che sarà il testo definitivo.

    Vediamo con molto favore l’istituzione di un Registro regionale dei soggetti, credo che sia utile dal punto di vista della rilevazione statistica, ma anche della possibilità di avere un confronto e quindi delle opzioni di lavoro costruttive, dall’altra parte anche l’istituzione di un tavolo di partecipazione, che abbia questo ruolo di coordinamento, di analisi e di individuazione anche delle politiche.

    Credo che debba vedere la partecipazione, anche in questo caso, più ampia possibile dei soggetti interessati, senza preventivamente avere delle esclusioni, anche se mi pare che la declinazione del testo della Giunta sia abbastanza esaustiva, però il principio è che abbiamo bisogno anche in questo caso di includere e favorire la partecipazione.

    Grazie per l’attenzione.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie a Marco Pasi. Grazie a tutti gli intervenuti.

    Prima di chiudere ricordando alcune indicazioni organizzative, passerei la parola alla vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, che è stata in aula per molto tempo, ma è stata collegata ai nostri lavori fin dall’inizio, quindi ha ascoltato le tante sollecitazioni a cui non vogliamo naturalmente dare risposta oggi, avremo tempo di farlo nell’iter che ci porterà ad approvare la proposta di legge prima in Commissione e in aula, anche raccogliendo sollecitazioni e spunti però se vuole raccogliere alcune di queste e raccontarci alcune cose, le ascoltiamo volentieri.

     

    VICEPRESIDENTE E ASSESSORE SCHLEIN, Grazie, presidente. Grazie, naturalmente, a tutte e tutti coloro che hanno contribuito, a partire dai relatori, che ringrazio perché quella di oggi è stata una bella discussione.

    Io avevo anche la Giunta concomitante, ma ho davanti una tabella molto ricca, con gli appunti puntuali che tutti gli interventi hanno voluto fare, e lo spirito era proprio questo, cioè noi abbiamo provato a fare una prima proposta che ci aspettiamo che, grazie al lavoro di questa Commissione e poi di questa Assemblea, ma anche grazie all’ascolto degli interventi di grande competenza che sono arrivati oggi possa arricchirsi ulteriormente, diventare ancora più efficace.

    Certo, sappiamo bene che ci muoviamo entro certi margini, nel senso che non è che si aspettasse la legge regionale per potere già fare eventualmente una comunità energetica. Fortunatamente, seppur con ritardo, è arrivato il recepimento nazionale della direttiva 2018 n. 2001, ma proprio per questo vediamola come un’opportunità per darci, entro il solco della normativa europea e nazionale da cui naturalmente non possiamo discostarci troppo, il margine di arricchire e valorizzare il contributo che Regione Emilia-Romagna può e deve dare per una efficace e capillare diffusione di questi importanti strumenti, come avete sottolineato in tanti interventi.

    Non è possibile – e non è il mio ruolo - oggi provare a fare sintesi dei tanti contributi articolati, ma so che l’attento orecchio dei nostri relatori sicuramente avrà raccolto molti elementi. Mi limito a sottolineare alcuni punti che sono tornati in diversi interventi, a partire dal ruolo centrale delle Amministrazioni comunali. Siamo consapevoli che possiamo affrontare e vincere questa sfida soltanto insieme, è uno dei motivi per cui ci siamo presi (l’avete visto nel testo proposto dalla Giunta) l’impegno di fare un lavoro insieme a loro di mappatura di quali possano essere gli spazi idonei, le superfici idonee per metterle a disposizione di queste comunità.

    Forse le esperienze più interessanti che mi vengono in mente da quelle che ho potuto incrociare in questi anni di esperienza sono state proprio di Comuni, che si sono messi all’opera insieme, costruendo percorsi partecipati di comunità, e sono riusciti a raccogliere gran parte della comunità, perché hanno capito, e ha capito la comunità, che è anche un fatto di – win-win, direbbero gli inglesi – convenienza reciproca: da un lato si riesce a contribuire all’aumento della produzione di energia pulita e rinnovabile, nel senso che ci siamo ricordati anche quest’oggi –  e di questi tempi, poi, con il dramma della guerra in Ucraina lo capiamo – quanto sia importante investire sulla indipendenza energetica, ma anche sul contrasto alla povertà energetica, quindi risparmi in bolletta, e al contempo costruisci comunità intorno per l’autoproduzione, per l’autoconsumo e in qualche modo riesci anche a ridurre drasticamente le emissioni climalteranti.

    Molto bene, quindi, alcune di queste sottolineature; alcune cose possiamo sicuramente intervenire a migliorarle e a correggerle, e questo sarà il percorso che aspetta il lavoro dei consiglieri e delle consigliere, naturalmente, con tutto il supporto della Giunta regionale, delle strutture mie e anche di quelle dell’assessore Colla

    Alcune altre cose mi hanno colpita, ma non stupita, perché sono elementi centrali, e sono alcuni interventi che hanno insistito sul problema della formazione delle competenze adeguate Dentro e fuori, naturalmente, sia nel pubblico che nel privato è necessario riuscire a farle vivere davvero, queste comunità, riuscire a farle camminare

    Mi è piaciuto anche chi ha fatto riferimento a degli incubatori di cultura di efficienza energetica, così come avere sentito da più interventi la necessità, ma su questo naturalmente non possiamo lavorare da soli, e lo stiamo chiedendo anche a livello nazionale, sulla semplificazione degli iter burocratici autorizzativi, perché è chiaro che ne sentono un gran bisogno le imprese, e tutti coloro che anche nelle comunità si stanno muovendo in questa direzione

    Ci sarà poi il tempo per ragionare anche su altri elementi che ci avete consegnato oggi, che possono senza dubbio arricchire questo testo, ma sono contenta che l’ampia partecipazione che si è registrata a questa audizione, e di questo ringrazio davvero la Commissione, mi dimostri, ci dimostri proprio che è stato colto lo spirito con cui intendiamo lavorare insieme a questo progetto di legge regionale, perché, come qualcuno ha sottolineato, per evitare che rimanga sulla carta e viva davvero nei territori, è necessario che lavoriamo in squadra, che lavoriamo in rete, con la molteplicità di punti di vista, di soggetti e di competenze che possono effettivamente mettere a terra, costruire queste comunità energetiche sui nostri territori Noi ci siamo

    Grazie

     

    PRESIDENTE RONTINI Grazie alla vicepresidente Elly Schlein.

    Grazie ai relatori della proposta di legge. Grazie a tutti gli intervenuti, sia a coloro che erano qui nella sala, sia a tutti quelli che si sono collegati da remoto; grazie anche a coloro che avevano risposto all’invito della segreteria della Commissione, che pur non prendendo la parola hanno però seguito i nostri lavori collegati in streaming. Sapete che per scelta della presidenza le sedute di questa Commissione si svolgono tutte in streaming pubblico, quindi ringrazio velocemente Stefano Ricciardi, presidente di CNA, Dario Bernardi, sindaco del Comune di Porto Maggiore, Mario Bernardi, segretario regionale di ABI Emilia- Romagna, Enrico Ferretti, Sindaco del Comune di Ventasso, Elisabetta Brunelli, che aveva segnalato, quindi questo è stato un errore mio, che avrebbe seguito in streaming ritirando la richiesta di intervento, Eugenia Fazio, Sara Magrini e Alessandro Ghetti di Coldiretti Emilia-Romagna, Angelo Giostri, del Comitato per l’ambiente di Caorso, Riccardo Breveglieri, direttore del Forum del terzo settore, che per un sopraggiunto impegno rispetto alla prima comunicazione ha seguito i lavori collegato in streaming senza riuscire a partecipare, Sergio Olivero, del Politecnico di Torino e Antonio Gurrieri di Confcommercio Emilia-Romagna.

    Ringrazio e saluto anche tutti gli altri che magari hanno seguito i nostri lavori. Recupereranno il video del pomeriggio di oggi, dal momento che sarà disponibile on line, e tutti coloro che in un qualche modo ci accompagneranno nell’iter, nel percorso di approvazione.

    Sono state già consegnate alcune osservazioni da parte di Confindustria, Federconsumatori, dal Consorzio Cervia parcheggi, dal Comune di Reggio Emilia, da ABI Emilia-Romagna queste sicuramente. A partire dalla giornata di domani, sarà premura della segreteria farle avere a tutti i consiglieri. Poi, assieme ai relatori stabiliremo i tempi utili anche al deposito degli emendamenti, utili alle forze politiche perché possano visionarli e capire quale orientamento prendere, utili anche alla Segreteria per poterci mettere in condizione di avere un documento di lavoro che ci faccia affrontare adeguatamente quella seduta di Commissione. Comunque, questo è un lavoro che faremo a margine.

    Nuovamente grazie a tutti. Grazie anche a tutti i consiglieri che sono ancora qui in polivalente per l’attenzione e per la premura.

    Buona serata.

     

    La seduta termina alle ore 18,30.

    Espandi Indice