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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 09/05/2022 pomeridiano

     

    Resoconto integrale n. 15

    Seduta del 9 maggio 2022

     

    Il giorno 9 maggio 2022 alle ore 14,00 è convocata, con nota prot. n. PG/2022/12500 del 05/05/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche in seduta ordinaria e, a seguire, in seduta congiunta con la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionale.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    assente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    assente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    È altresì presente Barbara Lori, assessora alla montagna, aree interne, programmazione territoriale, pari opportunità.

     

    Partecipano alla seduta: Gianfranco Torriero (Vice direttore generale ABI), Fabrizio Carta (Segretario Commissione regionale ABI Emilia-Romagna), Sergio Gatti (Direttore generale Federazione Italiana delle Banche di Credito Cooperativo), Mauro Fabbretti (Presidente Federazione Banche di Credito Cooperativo Emilia e Romagna).

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon

    Funzionario estensore: Agata Serio


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    -          Audizione dei rappresentanti di ABI (Associazione bancaria italiana) e della Federazione BCC dell'Emilia-Romagna sul tema: "La riorganizzazione della presenza degli istituti bancari in Emilia- Romagna: il presente e il futuro di un servizio essenziale per tutta la comunità"

     

    Presidente RONTINI. Buon pomeriggio. Invito i consiglieri ad accomodarsi, così riprendiamo, per quanto riguarda la Commissione Politiche economiche, i nostri lavori. Lo facciamo in seduta congiunta con la Commissione Bilancio. È qui, a fianco a me, il presidente Pompignoli, al quale a breve passerò la parola anche per illustrare l’oggetto di questa udienza conoscitiva che abbiamo voluto convocare assieme per audire i rappresentanti del sistema bancario in Emilia-Romagna, che saluto e che sono collegati da remoto.

    Ricordo ai consiglieri della Commissione Politiche economiche – non l’ho fatto prima, lo recupero adesso, scusandomi – che per quanto riguarda la seduta di martedì prossimo, in cui riprenderemo in mano il progetto di legge sulle comunità energetiche, avrete visto la mail arrivata nei giorni scorsi dalla Segreteria, ma ci tengo a puntualizzarlo anche in corso di seduta, la scadenza per il deposito degli emendamenti è stata fissata, assieme ai relatori, in giovedì 12 maggio, quindi fra tre giorni, alle ore 14, così da consentire alla Segreteria di presentare il documento di lavoro e a noi tutti di poterli analizzare nel merito.

     

    Presidente RONTINI. Passo la parola al presidente Pompignoli, che introdurrà i nostri graditi ospiti.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, Presidente.

    Oggi queste Commissioni congiunte sono state riunite per audire i rappresentanti delle associazioni bancarie. In particolar modo, abbiamo collegati l’ABI con Gianfranco Torriero e Fabrizio Carta, Federcasse con Sergio Gatti e BCC Emilia-Romagna con Mauro Fabbretti, che ci illustreranno un tema sorto come problematica all’interno dei vari territori. Il titolo è tutto rievocativo di una tematica sicuramente importante, quella legata alla chiusura degli sportelli bancari.

    Abbiamo visto che, nell’arco degli ultimi cinque anni, circa 10.000 sportelli sono stati chiusi, lasciando alcuni territori, soprattutto Comuni che già soffrono di carenza di servizi, privi dell’ennesimo servizio, che è quello, in questo caso, di uno sportello bancario. Vogliamo approfondire il tema nelle Commissioni congiunte proprio per comprendere lo stato dell’arte delle chiusure di questi sportelli bancari, capire se c’è una programmazione futura rispetto a queste chiusure, ritenendo importante per noi che ci sia un rapporto di collaborazione tra le Istituzioni, tra i Comuni e gli Enti locali, che oggi si trovano, ovviamente, i cittadini a proporre delle lamentele in ragione proprio della chiusura degli sportelli bancari. Questa è la tematica che vogliamo esporre oggi in Commissione attraverso l’audizione dei rappresentanti delle associazioni delle banche.

    Non li vedo collegati. Dal computer non li vedo, vediamo chi è collegato.

    Partiamo dall’ABI, con Gianfranco Torriero. Sono presenti in collegamento anche Mario Bernardi, sempre di ABI, Claudia Benedetti di Federcasse, Juan Lopez (Federcasse), Carmen Mazzilis (Federcasse), Francesco Barbieri (Federcasse).

    Vediamo se con Gianfranco Torriero è pronto il collegamento.

     

    Gianfranco TORRIERO, vicedirettore generale dell’ABI. Sono Torriero, vicedirettore generale dell’ABI. Saluto i presidenti e i componenti delle due Commissioni.

    Ringrazio anche a nome del presidente Patuelli per l’invito a questa importante audizione.

    Come già nei contatti che abbiamo avuto nei giorni scorsi con i membri della Commissione, ricordo solamente il ruolo dell’associazione. Ovviamente, è un’associazione volontaria di banche e intermediari privati. L’associazione non svolge una funzione né di indirizzo né di controllo nei confronti dei propri associati. Noi contribuiamo all’attività del mutuo bancario in un’ottica di analisi tecnico-giuridica ed economica, per creare le migliori condizioni di operatività delle banche, ma, nello stesso tempo, anche nei confronti della clientela.

    Da questo punto di vista, è un tema molto rilevante quello che riguarda l’assetto della rete territoriale. Sicuramente un primo aspetto che dobbiamo evidenziare è il ruolo che, sia a livello nazionale sia a livello di Regione Emilia-Romagna, ha svolto nel corso degli ultimi due anni, durante la pandemia, il settore bancario. È stato un ruolo rilevantissimo. Ne sono testimonianza la quantità rilevantissima di moratorie concesse e la quantità rilevantissima di finanziamenti garantiti concessi. Gli andamenti durante la pandemia hanno dimostrato che non c’è stata carenza di liquidità. Questo ha permesso, poi, una rapida ripresa delle attività produttive. Ne è testimonianza anche la forte dinamica del PIL che è stata registrata nel corso del 2021.

    Oggi abbiamo una nuova sfida, quella degli effetti derivanti dalla guerra, in particolare ciò che sta interessando l’Ucraina. Da questo punto di vista, siamo in attesa anche di un nuovo decreto-legge, il cosiddetto “aiuti”, che dovrebbe definire ulteriori misure a sostegno delle imprese. Le banche ne daranno pronta e piena attuazione.

    Se questo è il quadro generale, dove tutte le evidenze empiriche forniscono il supporto dato all’economia nazionale e all’economia dell’Emilia-Romagna, un tema centrale è anche quello degli assetti della struttura dell’offerta bancaria. Nel corso degli ultimi anni abbiamo registrato una riduzione delle modalità di presenza bancaria nella modalità tradizionale, cioè attraverso gli sportelli. Noi, che avevamo, a livello nazionale, 34.000 sportelli, oggi siamo scesi intorno a 27.000 sportelli. Questo è il risultato dei cambiamenti d’uso della banca, che, in qualche maniera, hanno visto ulteriore accentuazione anche durante la pandemia.

    Infatti, noi avevamo nel 2008 ‒ quindi prima della crisi finanziaria, come utilizzo della banca, che noi effettuiamo anno per anno, attraverso un monitoraggio, attraverso indagini di mercato ‒ circa il 91 per cento dei clienti che utilizzava direttamente lo sportello. Questi valori sono scesi abbondantemente sotto l’80 per cento nel corso delle ultime due rilevazioni. Questo sta a significare che lo sportello ha ridotto l’importanza, in termini di centralità, ma ha assunto una caratteristica fondamentale, soprattutto nel fornire servizi a più alto valore aggiunto.

    L’elemento importante, rilevante, è che se noi avevamo nel 2008 solamente il 72 per cento della clientela che utilizzava i canali cosiddetti “di relazione”, i canali “fai da te”, oggi questo valore, questa percentuale di clientela è fortemente aumentata. Siamo a valori intorno all’88 per cento. Quasi il 90 per cento della clientela utilizza sia la banca a distanza sia la banca in presenza. Questo è un fenomeno rilevante per cogliere, poi, i bisogni che vengono espressi quando si entra nella relazione con la banca.

    Recentemente, l’indagine dell’Osservatorio sul terziario di Manageritalia ha evidenziato la forte presenza degli sportelli in Emilia-Romagna, la terza regione per incidenza di sportelli ogni 100.000 abitanti. Questo dà la peculiarità della presenza bancaria in Emilia-Romagna. La stessa indagine mette in evidenza che il 96 per cento dei Comuni, ovvero 317, sono serviti da almeno uno sportello. La prima regione per presenza capillare di sportelli è l’Emilia-Romagna. Questo è un dato, una fotografia che deriva da questa recente indagine statistica.

    Ovviamente, come Associazione bancaria, riceviamo diverse segnalazioni sul tema della chiusura degli sportelli, non solo per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, ma per tutta un’altra serie di territori, in particolare collegati con i territori montani. Sotto questo profilo, abbiamo attivato in modo molto proficuo un confronto con l’associazione che raggruppa i Comuni montani, l’UNCEM, proprio per riuscire a individuare le soluzioni più efficaci, le soluzioni effettive per poter creare migliori condizioni di fruizione dell’offerta dei servizi bancari nei confronti della popolazione, soprattutto delle aree che possono essere considerate più periferiche.

    Sotto questo profilo, il primo tema rilevantissimo riguarda proprio la necessità di un rapporto diretto che i singoli sindaci devono avere con le realtà bancarie presenti sul territorio. Attraverso il dialogo diretto si possono trovare delle soluzioni. Uno degli elementi che nasceva proprio dal confronto con UNCEM è quello di riuscire a effettuare una mappatura dei bisogni dei territori che possono essere potenzialmente soggetti a riduzione degli sportelli. In realtà, i bisogni della clientela sono molto diversificati: vanno dai bisogni basici, come possono essere il prelievo o il versamento di somme in contanti, all’attività di disposizioni di pagamento o attività consulenziali per la sottoscrizione di un mutuo o di un investimento. Quindi, il primo elemento, da cui è emersa anche un’attività che ha preso in carico direttamente la situazione dei Comuni montani, è quello di riuscire a fare una mappatura di quelli che possono essere i bisogni espressi dalle popolazioni che possono essere interessate ad una riduzione degli sportelli.

    Questo è un tema importante perché oggi la risposta che viene data (quando segnalavo in precedenza come l’88 per cento della popolazione ha un utilizzo della banca, sia in presenza, sia a distanza) denota una crescita delle diverse modalità di utilizzo della banca, quindi una maggiore valutazione del rapporto banca/cliente, ma nello stesso tempo serve anche a cercare di capire, se ci sono delle fasce di clientela che non riescono a utilizzare le modalità a distanza, come poter venire andare incontro a queste esigenze della clientela.

    Sicuramente, quindi, questo è un elemento che segnaliamo ogni volta alle banche presenti nei territori soggetti a riduzione degli sportelli, tant’è che, come Associazione bancaria italiana, riceviamo le segnalazioni e immediatamente facciamo partecipi sia le nostre strutture territoriali, le nostre commissioni regionali, sia le stesse banche che stanno decidendo di chiudere gli sportelli.

    Per quanto riguarda il tema della tipologia dei servizi, questo è molto importante perché le risposte che possono essere date sono risposte molto differenziate. Se infatti le domande sono domande basiche, noi sappiamo, con le mappature che stiamo facendo, proprio confrontandoci con le singole banche, come ci possano essere delle risposte articolate, che possono prendere in considerazione la possibilità di poter offrire i servizi bancari attraverso i cosiddetti ATM evoluti (i cosiddetti “bancomat evoluti”, in modo gergale), ovvero delle apparecchiature degli ATM che permettono non solo di fare delle operazioni di prelievo e di […] del contante, ma anche di effettuare operazioni più complesse, come pagare bollette, effettuare il versamento di assegni, operazioni quindi di maggiore complessità.

    Dall’altro lato, sappiamo come in alcuni territori siano stati sviluppati anche degli accordi, se la necessità primaria è quella di mettere a disposizione risorse liquide, quindi denaro contante, attraverso degli appositi esercizi commerciali che o da un lato permettono la collocazione di un ATM o, dall’altro, con un accordo di [...], anche se di importo abbastanza contenuto, mettono a disposizione somme di denaro immediatamente disponibili per l’accordo che viene stipulato con la singola banca, quindi, una sorta di anticipo contante.

    Ci sono poi altre soluzioni che sono state sviluppate, ad esempio anche con unità mobili che sono presenti nei territori. Però, oltre al tema specifico delle soluzioni bisognerebbe, e questo è uno sforzo che stiamo facendo anche con le nostre indagini di mercato, cercare di capire effettivamente quali sono i bisogni che emergono. Infatti, solamente se riusciamo a mappare i bisogni che emergono con la possibilità da parte delle banche di poter offrire dei servizi adeguati per rispondere a questi bisogni, allora si riesce in qualche maniera ad evitare l’eventuale scelta, in via autonoma e [...] che la banca, nella definizione della storia degli sportelli, possa creare delle problematicità.

    Sotto questo profilo, per riassumere alcuni concetti, il primo elemento è una piena disponibilità, da parte delle associazioni bancarie, ogni volta che ci viene segnalato un problema, di riportarlo all’attenzione dei territori e delle banche operanti nei territori. Un secondo elemento fondamentale che noi richiamiamo è che non bisognerebbe tanto intervenire ex post ma ex ante. Ecco allora Il ruolo dell’attore principale, il Sindaco, che si può fare parte attiva anche del dialogo preventivo. Se ad esempio c’è un Comune con la presenza di un unico sportello bancario, probabilmente un’attivazione prima che vengano prese delle decisioni, per poter trovare delle soluzioni che possono rendere socialmente ed economicamente sostenibile la presenza dello sportello bancario in quel territorio diventa un passaggio fondamentale.

    Un terzo elemento, come dicevo e ribadisco, che spesso viene sottovalutato, è quello di cogliere i bisogni che vengono espressi da questi territori, perché ovviamente i territori hanno delle caratteristiche, e questo penso sia stato segnalato sempre dall’Unione delle Comunità montane, che hanno caratteristiche e bisogni nettamente differenziati.

    In alcuni casi quindi la risposta che si può dare, anche d’intesa con altri soggetti, può essere efficace per poter venire incontro soprattutto a quei bisogni che sono bisogni primari. L’ultimo tema è anche quello di poter identificare, sempre insieme alle singole banche, insieme ai Sindaci, delle soluzioni più generali, che però non possono non tener conto di quello che è il cambiamento in atto.

    Noi abbiamo un cambiamento che in qualche maniera va nell’ottica di un utilizzo sempre più ampio della banca a distanza, ma ci dobbiamo porre – e ce lo stiamo ponendo, come settore bancario – anche la questione di creare le condizioni per essere inclusivi, perché il rischio di avere l’utilizzo della banca a distanza, senza riuscire poi a coprire tutti i bisogni, soprattutto di alcune fasce di clientela, può determinare un’esclusione che sicuramente non è voluta dalle banche, non vuole essere delle banche. Bisogna trovare le condizioni, allora, ribadendo un concetto importante, per una sostenibilità che deve essere sociale ed economica nello stesso tempo.

    Sotto questo punto di vista, sicuramente l’impegno che mettiamo, sia come associazione che come singole banche, è molto importante. Le riflessioni che potranno essere sviluppate nel prosieguo di questa audizione potranno essere utili quindi anche per recepire eventuali ulteriori sollecitazioni dai componenti.

    Io mi fermerei qui. Sono a disposizione per eventuali domande.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Le chiedo la disponibilità di rimanere collegato, anche perché poi darò la parola ai vari commissari nel prosieguo dell’audizione, per eventuali domande e considerazioni.

    Immagino che lei abbia parlato anche per Fabrizio Carta, che era comunque presente nell’ordine degli interventi.

    Passerei la parola a Sergio Gatti, di Federcasse.

     

    Sergio GATTI, Federcasse. Grazie.

    Ringrazio la presidente Rontini e, presidente Pompignoli, ringrazio lei. Io penserei, se voi foste d’accordo, che sia più opportuno che inizi il presidente Fabbretti, che è Presidente della Federazione delle BCC dell’Emilia-Romagna, essendo lui il custode del territorio per quanto riguarda il nostro segmento di banche mutualistiche

    Io quindi chiudo il microfono, e sono a disposizione subito dopo.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Perfetto, grazie.

    Quindi, la parola a Mauro Fabbretti. Buon pomeriggio.

     

    Mauro FABBRETTI, presidente Federazione delle BCC Emilia-Romagna. Buon pomeriggio a voi.

    Ringrazio il direttore di Federcasse Sergio Gatti, collegato in video da Roma. Noi ovviamente come Federazione Emilia-Romagna abbiamo sede a Bologna e rappresentiamo le banche di credito cooperativo dell’Emilia-Romagna, che vanno da Rimini a Piacenza.

    Ringrazio in maniera particolare la Regione e, ovviamente, la I e la II Commissione per l’attenzione che riservano ai temi dell’economia, ai temi del lavoro, in questo caso al tema bancario.

    Giustamente, questi temi sono interconnessi, e sui nostri territori ovviamente vanno in armonia e tutti vanno considerati nella stessa direzione.

    Oggi abbiamo come tema la riorganizzazione della presenza degli istituti bancari in Emilia-Romagna, il presente, il futuro, un servizio essenziale per tutta la comunità. Già nei termini in cui avete posto la questione di oggi, c’è il tema del servizio essenziale. Lo abbiamo colto in maniera sostanziale nei nostri territori durante la pandemia.

    Prima il dottor Torriero evidenziava quanto è stato fondamentale e ovviamente necessario questo tipo di servizio, anche con le problematiche sanitarie. Direi che i nostri istituti, in particolar modo i nostri dipendenti, si sono prodigati in questo. Abbiamo cercato di trovare soluzioni per dare i servizi in continuità. Ovviamente, abbiamo avuto delle zone rosse nelle quali le difficoltà sono state tante. Però, vedo che a livello generale le nostre banche ne sono uscite sostanzialmente bene.

    L’altro tema che viene posto è la comunità. Le banche di credito cooperativo non solo in Emilia-Romagna, ma a livello nazionale, sono banche di comunità e la comunità diventa tale quando si considera il territorio assieme alle persone.

    Il credito cooperativo, essendo cooperativo, in Emilia-Romagna è molto presente, molto sentito in termini di soci. La caratteristica delle nostre banche è l’essere costituite da soci. Sono dieci banche che coprono più o meno tutte l’Emilia-Romagna con circa 130-140.000 soci.

    Questo ci permette di avere, in termini di comunità, in termini di conoscenza, un collegamento diretto. I bisogni che, ovviamente, vengono poi espressi dalle varie condizioni sia economiche che poi geopolitiche, in particolar modo nell’ultimo periodo, poi hanno riflessi ovviamente sulle nostre banche.

    Come Federazione delle banche di credito cooperativo in Emilia-Romagna noi abbiamo contatti quasi quotidiani con le nostre banche, quindi attiviamo un monitoraggio delle presenze sui territori, presenze che, pur con diverse difficoltà, sviluppano un tema anche di sostenibilità delle aree prevalentemente interne, cosiddette periferiche, dove, ovviamente, c’è un tema connesso con un presidio territoriale che è connesso anche allo spopolamento. Noi, però, in questo momento non registriamo assolutamente delle chiusure, anzi, abbiamo avuto un incremento di sportelli.

    Tutta la dinamica e i rapporti con le nostre banche sono a livello territoriale perché, ovviamente, essendo banche che agiscono sulle proprie comunità, ogni banca ha un collegamento diretto.

    Prima si parlava di sindaci. Bene, i sindaci quando hanno dei bisogni fondamentalmente bussano alle nostre banche, anche perché o sono soci o sono clienti ed essendo noi lì come sede, ovviamente, una soluzione, bene o male, la dobbiamo trovare, e la dobbiamo trovare proprio per il rispetto della comunità e per il rispetto degli sviluppi dei nostri principi e valori, ovviamente tutto compatibilmente con la sostenibilità economica.

    Abbiamo un centro studi che è presieduto dal direttore Sergio Gatti, a cui oggi diamo la parola, che ovviamente fa un monitoraggio oltre che della nostra regione, anche di tutto l’andamento delle banche di credito cooperativo a livello nazionale e lo raffronta anche con il sistema bancario.

    Dai dati che periodicamente trasmette il nostro centro studi a Roma teniamo sotto controllo anche il nostro andamento. Noi siamo disponibili, come in passato, a un confronto, a valutare le varie situazioni.

    La Regione attiva queste audizioni in modo tale che, ovviamente, riusciamo ad anticipare i percorsi e i processi. Le banche di credito cooperativo in generale sono state soggette a riforma e la riforma ha portato alla nascita di gruppi bancari a cui ogni banca aderisce. Questo ha un po’ appesantito il processo, le varie procedure. Adesso tutto è vigilato tramite BCE, Banca centrale europea. Quindi, anche in questi termini non avremmo bisogno di un apporto che la Regione ci può dare per quanto riguarda il tema del significato.

    Il dottor Gatti sicuramente spiegherà in maniera più approfondita questo dato che poi ci può essere utile. Io lo ringrazio, ringrazio ancora voi per quello che fate per il nostro territorio e penso che la Regione sia fondamentale. È un riferimento generale su questi temi, ma in termini generali. Noi rimaniamo a disposizione qui a Bologna per le vostre necessità e i vostri futuri incontri.

    Direi di passare la parola al dottor Gatti, che ci illustrerà i temi espressi finora.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Diamo la parola al dottor Gatti. Poi passiamo agli interventi dei consiglieri.

     

    Sergio GATTI, Federcasse. Eccomi di nuovo, Presidente. Grazie.

    Mi sembrava molto utile l’introduzione del presidente Fabbretti, che è anche presidente di una piccola BCC sull’Appennino romagnolo, quella di Sarsina.

    Io ringrazio di nuovo e ringrazio anche i commissari presenti. Ringrazio anche i colleghi e amici, Gianfranco Torriero e Fabrizio Carta. Cerco di essere molto rapido. Intanto noi abbiamo trasmesso e lasciamo, depositiamo, alle due Commissioni due documenti, uno che illustrerò per brevità partendo da pagina 9, quindi abbrevierò ulteriormente, che è quello proiettato. C’è una presentazione di alcune tavole numeriche proprio per fondare su basi oggettive alcune considerazioni. Poi, c’è anche una memoria, un pochino più discorsiva, argomentata, che riporta, in maniera approfondita, alcune riflessioni e che aiuta nella parte finale anche a sintetizzare alcune proposte che noi ci permettiamo di rivolgere e che potremo magari esplicitare meglio in fase di dibattito alla Regione Emilia-Romagna.

    Comincerei, quindi, dalla pagina 9. Già ringrazio la persona che mi aiuta, che è della Assemblea legislativa, a mandare avanti queste slide. Andiamo alla 9, appunto. Eccola qui.  Perfetto. Alcuni dati sono già stati presentati dal presidente Fabbretti. I dati sono al dicembre 2021 e sono comunque tuttora sostanzialmente gli stessi. Abbiamo dieci banche di credito cooperativo aventi sede legale e operatività assolutamente prevalente, se non esclusiva, nella vostra regione.

    Penso che sia utile rappresentare che sono banche autoctone, cioè di proprietà esclusiva delle comunità e sono tutte ultracentenarie. Questo è molto importante perché dimostra come, attraverso le vicende storiche e anche attraverso le evoluzioni, e oggi parliamo di una evoluzione/rivoluzione che è quella digitale, comunque le nostre cooperative bancarie abbiano saputo non soltanto adattarsi, ma crescere nel tempo anche la capacità di servizio e la capacità di finanziare il lavoro attraverso la finanza alle imprese: 397 sportelli, 162 comuni, 11 di questi comuni rappresentano, le nostre BCC, l’unica presenza bancaria. Sono tutti comuni con meno di 10.000 abitanti e il numero di comuni in presenza esclusiva con uno sportello, un’agenzia delle nostre cooperative bancarie si è quintuplicato nell’arco degli ultimi sette anni, dal 2015 ad oggi. Quindi, questa è una conferma ulteriore di quel fenomeno che oggi le due Commissioni stanno studiando.

    Tra il 2015 e il 2021 il numero di filiali delle nostre banche è comunque diminuito, anche se molto marginalmente, poco meno del 4 per cento, a fronte di una contrazione più importante, oltre il 29 per il resto dell’industria bancaria con cui condividiamo le sfide dell’evoluzione in termini di offerta. Condividiamo anche le forti spinte in termini di moral suasion anche da parte delle autorità. Quindi, il punto di equilibrio è forse uno dei temi fondamentali del dibattito di oggi, tra accompagnamento di un’evoluzione tecnologica, che è indispensabile, e anche accompagnamento delle persone non più giovanissime nella capacità di utilizzare strumenti digitali, ma anche convincimento, radicato da parte nostra, che occorre trovare un punto di equilibrio tra efficienza digitale ed efficacia relazionale di prossimità.

    Possiamo passare al dato successivo. Non commento tutti i dettagli. Possiamo passare alla tavola successiva, che dà sempre un quadro di informazioni strutturali. Qui, vedete, può sembrare soltanto una curiosità, ma è un altro angolo di visuale: tra il 2015 e il 2021 il numero delle nostre banche presenti nella “graduatoria” delle prime venti banche nella vostra regione per numero di sportelli è passato da due a nove. La quota di sportelli, sempre in termini percentuali, è molto superiore rispetto alle quote di mercato. Quindi, continua a esserci un radicamento, che noi definiamo necessario, perché c’è un quadro normativo nazionale che caratterizza in maniera molto scolpita la missione delle nostre banche, per cui non c’è nulla di straordinariamente eroico nel restare nei territori di cui le nostre cooperative bancarie sono espressione, ma occorre starci in maniera intelligente, in maniera sostenibile dal punto di vista economico, naturalmente sempre con un approccio lungimirante intergenerazionale, quindi con punti di equilibrio nuovi. Mi fermo un secondo qui. La quota di mercato generale medio ha picchi molto elevati nel settore dei prestiti del 10,8 per cento, quella dei depositi dell’11,1 per cento, ma la quota di sportelli è quasi del 18 per cento.

    Possiamo passare alla tavola successiva, la n. 11. Vedete qui dei dati sugli impieghi lordi, sugli impieghi vivi e sugli impieghi vivi a medio-lungo termine. Gli impieghi lordi erogati dalle nostre BCC alla clientela che risiede nella regione Emilia-Romagna sono cresciuti del 6,6 per cento su base annuale e siamo a 14,6 miliardi, gli impieghi vivi sono cresciuti del 7,6 per cento e siamo a 14,4 miliardi di euro, gli impieghi vivi a medio-lungo termine sono cresciuti addirittura dell’8,2 per cento. Quindi, capite che c’è un approccio nei confronti della finanza che crea lavoro, cioè quella finanza che passa attraverso il rafforzamento, l’innovazione, la resilienza. Siamo nella fase finale di una crisi e siamo entrati con tutti e due i piedi in un’altra di cui non conosciamo i confini, neanche la durata e neanche la gravità. Quindi, è particolarmente importante che questa capacità di accompagnamento nelle fasi di ciclo negativo si possa confermare. I dati, fino al 2021, lo hanno confermato.

    Passerei rapidamente alla tavola successiva. Qui in maniera abbastanza rapida vedrete due immagini con la variazione trimestrale degli impieghi lordi nella regione e degli impieghi vivi. Nel periodo più recente, cioè da settembre 2020 a dicembre 2021 – quei grafici si riferiscono a questo arco temporale – la dinamica congiunturale del credito che abbiamo messo a disposizione è stata nettamente più alta rispetto ai nostri concorrenti, che hanno naturalmente delle strategie comprensibilmente differenziate. Questo riguarda sia gli impieghi lordi sia quelli vivi. Quindi, anche in questo periodo così complicato, da settembre 2020 a dicembre 2021, quindi un anno e mezzo di pandemia, vedete a sinistra – la curva che ci interessa è quella blu, a destra è quella verde – c’è un andamento evidentemente diverso.

    Su questo punto mi sembra che ci sia chiarezza che i dati fotografano, farei quindi un passo avanti con la successiva tavola, dove potete vedere qual è la destinazione del credito. Fin qui abbiamo visto la massa del credito. Ora vediamo dove si dirige, dove viene canalizzato. C’è un primo segmento, che è quello delle famiglie consumatrici, dove l’incremento è cresciuto del 13,4 per cento, al netto delle sofferenze la variazione è del 13,8 per cento. Per le famiglie produttrici, che vengono anche classificate ufficialmente come microimprese, cioè fino a sei dipendenti, c’è una leggera diminuzione in termini di erogazione del credito, che comunque direi che è abbastanza controllata come diminuzione. Invece, in termini generali per le imprese, quindi quelle al di sopra di sei addetti, il trend è particolarmente significativo, con una crescita del 3,6 per cento.

    Possiamo passare alla successiva, tavola n. 14. Vedete alcuni istogrammi dove, con un punto di vista leggermente diverso, descriviamo gli impieghi lordi a clientela, con le rispettive quote di mercato, partendo – primo gruppo di istogrammi a sinistra – da dicembre 2020 e arrivando – ultimo a destra – a dicembre 2021. Quindi, a distanza di un anno mi interessa sottolineare quei picchi, e cioè se la quota nel mercato degli impieghi è pari in media al 10,8 per cento, nell’ultimo anno è nettamente più elevato per le microimprese con il 18 per cento. Sappiamo quanto sono diffuse anche nella vostra regione, e non soltanto, anche nel resto d’Italia. Tuttavia, quella contrazione non fa venir meno questa forte vicinanza rispetto a questo segmento più piccolo di impresa.

    C’è una scheda successiva sulle forme tecniche del credito, a pagina 15. C’è l’incidenza dei mutui. Non mi soffermerei in maniera particolare. Vedete, i mutui lordi erogati delle nostre banche sono aumentati del 7,7 per cento su base annuale. Al netto delle sofferenze, questa crescita risulta ancora più forte, l’8,5 per cento. Sono dati che poi eventualmente possiamo riprendere, ma serviva adesso per dare una prima rapidissima infarinatura.

    Farei adesso un passaggio alla successiva, che riguarda la qualità del credito. Quindi, prima sintesi: sono cresciute le quote di mercato, si è erogato credito a famiglie e imprese, vediamo qual è la qualità del credito. Vedete, la qualità del credito nel periodo che abbiamo preso in considerazione è buona. C’è stata, anzi, una significativa diminuzione su base annuale. Vedete, nelle prime righe viene riportato un meno 25,4 per cento. Quindi, qui è importante sottolineare come le banche di comunità, le banche dei territori riescano anche ad accompagnare questa maggiore attenzione, che poi è la loro missione normativa, nei confronti delle imprese e delle famiglie, anche dando un’attenzione alla qualità del credito, che è fondamentale, naturalmente. Il rapporto tra crediti deteriorati lordi e impieghi è in progressiva diminuzione ed è in questo momento in linea con la media dell’industria bancaria, 4,9 rispetto al 5 per cento. Quindi, siamo allo stesso livello.

    Non mi soffermerei su altri profili della qualità del credito, anche perché sono a vostra disposizione sia le schede sia io personalmente, e andrei direttamente a pagina 20, dove vediamo gli aspetti reddituali. Voi sapete che gli aspetti reddituali per il credito cooperativo sono particolarmente significativi. Noi non perseguiamo il lucro individuale, cioè la distribuzione di dividendi, ma riteniamo particolarmente importante l’efficienza operativa, l’efficienza gestionale, perché l’unica fonte di patrimonializzazione, sostanzialmente, per le nostre banche è quella dell’utile, che almeno al 70 per cento per norma deve essere destinato a riserve indivisibili, la media nazionale, che oltre il 90 per cento degli utili venga poi portato riserve. Questo spiega anche la forte patrimonializzazione media delle nostre banche.

    Vado subito ai commenti. L’utile del 2021 sul 2020 è immediatamente comprensibile. Sottolineo la crescita significativa del margine di interesse, anche delle commissioni nette. L’utile netto, che supera i 91 milioni di euro, è in crescita significativa rispetto all’esercizio 2020. Parliamo sempre di esercizi caratterizzati. C’è il rischio di abituarsi e c’è il rischio di [...] da fortissime limitazioni, per quanto riguarda l’operatività di tante aziende. Pensiamo a quanto sono importanti le filiere del turismo nella vostra regione. È significativo che, comunque, grazie anche alle provvidenze e alle misure pubbliche governative, in termini di moratorie (ci sono anche quelle volontarie, non solo quelle obbligatorie, quelle del credito assistite da garanzia pubblica), abbia contribuito a mantenere in vita anche settori molto esposti.

    La slide successiva ‒ mi avvicino rapidamente davvero alla conclusione; ce ne sono un altro paio ‒ riguarda la congiuntura bancaria. Possiamo vedere la scheda 21. Questa, essendo molto colorata, richiede un pochino più di attenzione. Vediamo se riusciamo a proiettarla. Sono le quote delle nostre banche nel mercato degli impieghi, per settori e per Provincia. Le vedete organizzate: sulla sinistra, Provincia di Rimini, ci sono le quote di mercato più importanti e sulla destra le quote di mercato sempre significative, ma meno importanti.

    Mi soffermo su alcuni colori. Facevo riferimento poco fa al colore del turismo, che è il colore azzurro. In provincia di Rimini il 46 per cento. Cosa vuol dire questo dato? Che il 46 per cento del credito erogato nella Provincia di Rimini in questo settore viene dalle nostre cooperative bancarie. Quindi, siamo al 50 per cento.

    Passiamo al secondo istogramma della Provincia di Rimini. Questo vale per tutto il resto delle Province. Mi soffermo su quella. Il 40 per cento ha a che fare con il credito all’agricoltura, il 35 per cento con costruzioni e attività immobiliari e il 25 per cento con il commercio.

    Vado, infine, all’ultimo istogramma di quel primo insieme della Provincia di Rimini, cioè quella tratteggiata, un po’ zigrinata, diciamo così. Il 28 per cento come media, quindi tutte le imprese di tutti i settori. Naturalmente, se andiamo a scomporre, per esempio, il dato del turismo o del commercio o dell’agricoltura, vediamo che nelle imprese fino a 6 e fino a 20 le quote di mercato salgono oltre il 50 per cento in questa Provincia e, naturalmente, nelle altre più o meno proporzionalmente.

    Aggiungo soltanto che questi 3-4 più alti istogrammi fanno riferimento a settori di mercato ad alta intensità di lavoro. Per questo noi diciamo che la nostra, oltre ad essere una finanza geo-circolare, cioè che per norma raccoglie risparmio in un territorio, che è il territorio di competenza di quella singola banca, e per norma deve erogare almeno il 95 per cento del totale dei crediti a persone fisiche, famiglie, imprese, Enti, associazioni di quel territorio (questo è il senso del geo-circolare), è anche una finanza per il lavoro, perché direttamente o indirettamente si finanzia chi crea lavoro.

    L’ultimissima, poco leggibile, purtroppo, slide, ma si potrà poi leggere con più attenzione in formato cartaceo, riguarda l’andamento della variazione annua degli impieghi Provincia per Provincia. È la slide n. 22. Vediamo se si riesce a vedere. Anche qui, sulla parte costiera ci sono quote di mercato non soltanto molto rilevanti, ma anche ritmi di crescita... Possiamo vedere Ravenna-Forlì-Cesena. In questo momento ci soffermiamo soltanto sul tassello blu scuro. Vedete che le quote di mercato a Forlì-Cesena sono cresciute del 7,2 per cento rispetto al resto dell’industria bancaria, che ovviamente fa scelte opportunamente diversificate, anche rispetto alle nostre.

    Non vado oltre proprio per non togliere spazio al dibattito.

    Aggiungo soltanto che, oltre a condividere ciò che il dottor Torriero diceva poco fa, nel senso che anche noi siamo a disposizione, in primo luogo, attraverso la nostra Federazione regionale, per ascoltare esigenze anche di diversa modulazione del servizio, anche in quei Comuni che cominciano ad essere sprovvisti, cerchiamo, ovviamente, di mantenere alta la guardia, ma ci sono a volte anche necessità normative, che accenneremo magari tra un attimo. Questa sarà la proposta che vi faremo, anche ‒ se voi riterrete ‒ di sostenere alcune proposte normative di modifica a livello europeo che consentano una diversa classificazione delle nostre banche, non soltanto nella vostra regione, ma in tutta Italia, in maniera più adeguata rispetto alle loro dimensioni, alla loro rischiosità e alla loro funzione-obiettivo, non solo economica, ma anche giuridica, essendo fondate nell’articolo 45 della Costituzione.

    Mi fermo qui. Resto a disposizione per eventuali risposte, anche insieme al presidente Fabbretti, naturalmente.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Ringrazio il dottor Gatti per l’intervento.

    Apro la discussione. Il primo a chiedere di intervenire è il consigliere Bulbi. Prego.

     

    Consigliere Massimo BULBI. Grazie. La ringrazio anche per aver organizzato questo momento sicuramente importante.

    Io sono un romagnolo, vengo dalla Romagna. La Romagna deve notoriamente la sua ricchezza a un sistema imprenditoriale fatto prevalentemente di piccole e medie imprese, che in tutti i settori costituiscono l’asse portante del nostro tessuto produttivo.

    Questa richiesta territoriale, in tutti questi anni, è stata possibile anche grazie al ruolo fondamentale degli istituti di credito locale. Hanno avuto un ruolo importante. Sostenere un sistema imprenditoriale fatto di un’impresa ogni 8,5 cittadini fa capire che cosa vuol dire avere banche che hanno una relazione quotidiana con il loro territorio. Dico questo perché, purtroppo, uno dei fattori che hanno sicuramente o possono sicuramente far retrocedere il livello della qualità della vita di imprenditori, di cittadini, di un territorio è proprio anche non avere quel supporto da parte degli istituti di credito, che hanno un ruolo fondamentale sia da un punto di vista economico, ma anche, e soprattutto, da un punto di vista sociale.

    Ho ascoltato gli interventi. Alcune parti le condivido molto, mentre altre parti non mi trovano assolutamente in sintonia. Anche perché ‒ ripeto ‒ vengo da un territorio che non solo conosco bene, ma che ho accompagnato dal 2006 fino a poco tempo fa, con dei ruoli istituzionali abbastanza importanti dal punto di vista territoriale. Sono stato il presidente della Provincia per 10 anni, nel pieno boom economico, della crisi economica, con la bolla immobiliare, eccetera. Fummo i primi a fare questo patto con gli istituti di credito e con tutte le società di rappresentanza, proprio per sostenere le imprese e le famiglie, anche anticipando la Cassa integrazione per le famiglie e anticipando, in termini di liquidità, le attività delle nostre imprese, soprattutto delle nostre piccole imprese, per cercare di traghettarle fuori da quel momento di difficoltà.

    Siamo, poi, arrivati agli ultimi anni. Tra l’altro, l’ho fatto da sindaco di un Comune piccolissimo, quindi so bene cosa vuol dire essere sindaci, visto che si è fatto riferimento al rapporto importante con i sindaci in quelle piccole realtà, che non sono né carne né pesce. Mi riferisco a quelle realtà che, ad esempio, non hanno la fortuna né di essere pianure né, tantomeno, di essere montagna. Spesso si trovano escluse dagli aiuti e dagli incentivi sia dell’uno che dell’altro, anche con delle penalizzazioni. Spesso viene considerata pianura... Ad esempio, parlavamo stamattina, ma non c’entra niente con oggi, della raccolta differenziata. Dall’altra parte, non hai quel numero di cittadini interessante per gli istituti di credito per essere lì presenti.

    La Romagna è stata massacrata in questi anni dal punto di vista degli istituti di credito. Io sono rimasto ancora ai presidi. Avevamo nove casse rurali solamente a Forlì e a Cesena. Oggi vedo che ne abbiamo dieci in tutta la regione. Avevamo due Casse di risparmio a Rimini e a Cesena molto importanti, oltre che a Forlì, quindi tre in tutto. Avevamo l’Istituto di Credito Romagnolo, che aveva inizialmente più attaccamento, sicuramente, di quello che ha adesso ai territori di periferia. Avevamo poi un’altra banca che è stata assolutamente non tanto penalizzata, mi verrebbe da dire, ma nei confronti della quale c’è stato un accanimento, l’istituto di credito di Romagna, che ha visto la fine che ha visto.

    Sostanzialmente, il credito locale nel nostro territorio è stato, come dicevo prima, massacrato (non mi vengono altre parole). Forse qui ci sono state anche due responsabilità della politica: la prima, e mi collego con la proposta che ha fatto alla fine il dottor Gatti, è di dire che la politica non si deve sicuramente interessare di alcune cose, quando si parla di banche, di gestione del credito, di nomine e di influenza nella scelta della governance: da questo, assolutamente, deve essere chilometri lontana. Non può però rimanere inerme di fronte al grave problema del depauperamento del territorio, soprattutto se non si è in grado di sostenere, ripeto, le famiglie e l’economia di tutto il territorio.

    Occorre quindi cercare di recuperare una serie di errori che ha fatto la politica nazionale, di Centrodestra e di Centrosinistra. Io quindi non sono di parte, adesso stiamo parlando di una cosa importante: non si è stati capaci di difendere dalle norme, partendo da Basilea I, Basilea II, Basilea III, il rating e tutto quello che vogliamo – adesso non stiamo qui a ripercorrerle –, norme europee che hanno penalizzato una banca come la bellissima Banca di Credito cooperativo di Sarsina, quella dell’amico Fabbretti, che ringrazio per questo esempio, anche per la capacità che ha di giocare ancora quel ruolo sociale ed economico della salvaguardia di un territorio alla stessa stregua di una banca nazionale, o addirittura internazionale.

    È chiaro che così non si è stati in grado di aiutarli. Se quindi anche noi – e dico “noi” intendendo la Regione – possiamo supportare e sostenere la richiesta di modificare normative europee a vantaggio degli istituti di credito del territorio, cioè istituti di credito in grado di supportare l’economia territoriale, per me è un grande risultato. In questo senso dico che la politica non può rimanerne fuori. Su questo quindi io sono non solo d’accordo, ma sono addirittura disponibile a cercare di capire come possiamo aprire una sinergia anche con chi rappresenta gli istituti di credito.

    La finisco qui. Ho cercato, non so se ci sono riuscito, di far capire che chi vive in quei territori, soprattutto di periferia, e chi amministra, visto che sono stati chiamati in causa i sindaci, quei territori, bisogna metterli in condizioni veramente di non essere buttati a mare dai propri cittadini, perché non in grado di difenderli. Quello – ed è stato anche uno dei motivi della richiesta di questa Commissione – che alcuni Sindaci ci stanno chiedendo, anche in questi giorni, è di aiutarli perché si chiude l’unico sportello. La banca a distanza non ti risolve i problemi della socialità. È per questo che ho detto che non sono d’accordo, dottor Torriero, perché la banca a distanza va bene per chi vive in dei posti dove… Dobbiamo sapere che ancora siamo indietro con le connessioni, e anche questo è un altro problema. Parlare di banca a distanza… Tanto è vero che io, devo dire la verità, mi son dovuto ricredere sul ruolo delle Poste, perché almeno in quelle realtà veramente isolate e difficili anche da raggiungere, stanno svolgendo un ruolo importante e hanno fatto un passo indietro, ecco perché le cito.

    Noi fino a qualche anno fa sapevamo che solamente in Emilia-Romagna decine e decine di filiali nel territorio in periferia sarebbero chiuse. Poste ha fatto una scelta diversa: sono tornati indietro e hanno deciso di rimanere sul territorio, e per fortuna anche loro giocano adesso, con Postamat eccetera, un ruolo comunque importante.

    Io chiederei alle associazioni, ad ABI come a Federcasse, di ripensarci. Un mese fa ho accompagnato una persona anziana allo sportello di una banca in un Comune, non era il mio, era un Comune di pianura, che era un riferimento; ora non si trova più lo sportello, è tutto automatico e non è una cosa semplice. Può essere semplice a tavolino, ma poi, nella concretezza delle cose, è veramente un allontanamento dal cittadino e dall’imprenditore. Su questo quindi vi chiedo di ripensarci. Con questo chiudo, e anche se forse non dovrei dirlo, lo dico lo stesso: stiamo vivendo ancora una volta, a Cesena, un rischio: quello che a un’ulteriore banca, che ha giocato comunque sempre un ruolo importante, possa essere tolta l’autonomia territoriale, magari facendo, come si dice in gergo, anche di questa banca, lo “spezzatino”, dandone un po’ a uno, un po’ a un altro, togliendo questa capacità che ha comunque avuto fino ad oggi, di sostenere la nostra economia di quel territorio, i cittadini, le famiglie e le imprese.

    Vi chiedo quindi su questo proprio di ripensarci. Chiedo invece al Presidente della Commissione di andare indietro, di cercare di capire cosa può significare quella sinergia che possiamo fare insieme, noi, mettendoci appunto la parte politica, per chiedere le modifiche delle normative europee per andare a sostenere le banche, gli istituti di credito di interesse territoriale, di interesse locale.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bulbi.

    Prego, consigliere Bargi.

     

    Consigliere Stefano BARGI. Grazie, Presidente, grazie anche agli ospiti. Fa sempre piacere ricevere un punto di vista anche sulla situazione della gestione creditizia della nostra Regione, andando anche nel dettaglio di questi elementi.

    Lo avevamo fatto tempo fa su un altro tema. Oggi, torniamo a fare un ragionamento su questo che è molto specifico e importante. Fa piacere anche ricevere da parte loro la disponibilità a un dialogo, ad una sinergia, e mi rifaccio anche a quanto diceva adesso il collega Bulbi che immaginava, anche in premessa che potesse essere l’unico risultato possibile.

    Poi bisognerà capire anche concretamente come si potrà declinare questa sinergia. Se è vero, infatti, che ci aspettavamo fondamentalmente che il tema fosse quello della sostenibilità economica, lo sappiamo, parliamo di realtà private che devono far tornare i conti, parliamo di presenza sui territori spesso difficili, che già subiscono un fenomeno, quello a mio avviso al centro del dibattito di oggi, che è lo spopolamento, in particolare del territorio della periferia montana della nostra Regione.

    Quasi tutte le nostre Province, fondamentalmente, fatte per il lungo o di traverso, devono affrontare anche questo aspetto. Un fenomeno che si verifica, lo abbiamo detto tante volte, abbiamo discusso sotto tantissimi aspetti della gestione pubblica, perché da un lato, chiaramente è più comodo, più facile ci sono redditi più alti, andare a vivere verso le città; dall’altro, si è fatto più forte uno smantellamento dei servizi in quelle realtà, l’abbiamo visto quando parlavamo di sanità, quando parliamo di trasporti, quando parliamo di tecnologia e di infrastrutture telematiche, quando parliamo di infrastrutture stradali: sono venute a mancare anche idee, investimenti per creare assi di penetrazione, in particolare in punti dell’Appennino che richiedono diverse ore di viaggio rispetto alle città. Di conseguenza, si crea questo fenomeno di spopolamento.

    Il tema dello sportello bancario, a mio avviso, rientra fortemente in questo contesto, perché è un servizio fondamentale tanto per la persona fisica, sulla quale magari potremmo anche compensare con lo sportello intelligente, ma è importante anche per il tessuto imprenditoriale. Se cioè noi vogliamo attrarre in quelle realtà degli investimenti di tipo produttivo, che è l’altro grande tema, se c’è il lavoro, la gente resta, se non c’è il lavoro, la gente lo va a cercare altrove; lo possiamo fare, ma all’impresa serve avere lo sportello vicino. Non è sufficiente avere il bancomat per fare i prelievi e i versamenti; serve avere il dialogo con l’istituto di credito, serve poter svolgere l’attività finanziaria tipica di un’azienda, quindi è fondamentale, comunque, mantenere anche una forma di presidio che non sia meramente telematica, ma che riguardi il dialogo personale, sociale, se vogliamo, tra l’imprenditore e gli istituti di credito verso cui fa riferimento.

    Questo, secondo me, è il macro tema sul quale dobbiamo muoverci, il fenomeno che viene chiamato dai titoloni dei media nazionali la “desertificazione bancaria”, che sta colpendo… Guardavo, prima della Commissione, i dati aggregati a livello nazionale. Forse c’è un’accelerazione più forte, ma poi ho trovato conferma nelle parole dei nostri ospiti rispetto alle tre grandi regioni del nord su cui si sta verificando un po’ meno. Però, abbiamo casi specifici dove effettivamente si vanno a lasciare dei territori importanti, anche dal punto di vista turistico, dove ad esempio, almeno in quel caso, la presenza dello sportello telematico aiuterebbe ad avere almeno accesso alle risorse economiche per poter far fronte alle spese tipiche del turista.

    Insomma, si rischia di lasciare alcuni territori, anche importanti per il tessuto regionale, tant’è che il tema turismo, infatti, è stato citato con una certa attenzione, senza la copertura dovuta. Qui dobbiamo trovare un modo. A un certo punto bisogna tirare la riga. Lo scopo di questa Commissione – mi faccio interprete anche del pensiero del Presidente che l’ha fortemente voluta – è quello di cercare di capire come possiamo muoverci anche in sinergia, come giustamente è stato detto, tanto con i sindaci, ma anche con le strutture superiori, perché spesso e volentieri, se si sta parlando di sostenibilità economica, c’è bisogno di un tipo di sostegno che un Comune fa fatica a fare o fa fatica, comunque, ad avere da solo, se lasciato solo. Dobbiamo trovare un modo per riuscire a incastrarci in maniera tale da dare ai territori questo tipo di servizio, che è fondamentale. Altrimenti, purtroppo, se uniamo questo sul quale magari noi come pubblico possiamo fare un po’ meno, perché è un servizio fondamentalmente privato, non stiamo parlando di quelli che citavo prima, della sanità e dei trasporti, su cui magari possiamo ragionare direttamente qui dentro. Qui è necessario dialogare con chi gestisce il credito nel nostro Paese.

    Sono stati citati prima alcuni elementi legati anche alle politiche europee, ma potrei metterci dentro anche il tema stesso della banconota.

    Si va sempre più verso un superamento della banconota. È chiaro che, se l’idea è quella, viene meno anche il senso dello sportello bancario o meglio del bancomat, poi c’è sempre il tema del credito. È chiaro che anche lì bisogna capire qual è la direzione che si vuole perseguire, perché se sono già in atto determinati movimenti a livelli più in alto di noi…

    Come veniva ricordato, ormai sono pochi gli istituti di credito, pochissimi, che hanno un legame molto diretto con il territorio, quanto invece più con l’economia finanziaria in generale. Ormai la libertà di circolazione dei capitali è totale in Unione europea. Sono più legati ad altre dinamiche. È evidente che se in altri tavoli si stanno prendendo determinate decisioni, capiamo benissimo perché diventi totalmente inutile tenere aperto lo sportello in certe realtà.

    C’è un discorso macro sul sistema bancario, che però forse noi qui dentro facciamo più fatica non dico ad affrontare, perché ne possiamo parlare, però a trovare una soluzione che sia immediata. C’è un problema, invece, più oggettivo, più immediato, più pragmatico, che è quello della presenza di sportelli, sul quale accogliamo volentieri la disponibilità delle associazioni rappresentanti dei settori bancari però dobbiamo tirare magari una riga a un certo punto. Magari potremo proseguire anche con il percorso, audendo anche altre realtà, magari sentendo anche qualche sindaco che si trova oggi sguarnito di sportelli sul suo territorio, faccio un esempio, e poi dopo capire come muoverci.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bargi.

    Consigliere Fabbri, prego.

     

    Consigliere Marco FABBRI. Grazie, Presidente. Anch’io ci tenevo a ringraziare lei, ma anche i nostri ospiti per questa gradita occasione di confronto.

    Riprendo anche alcuni concetti che sono stati espressi dai colleghi. Io vengo dalla provincia di Ferrara, che probabilmente negli ultimi anni è stata quella più colpita e massacrata da una serie di vicissitudini, tra cui anche dei crack, delle chiusure importanti relative ad alcuni istituti bancari che quindi hanno lasciato un segno indelebile e anche una frattura tra il sistema bancario e quello dei cittadini che vivono quel luogo.

    Parto da alcune considerazioni generali che già in parte sono emerse. Alcune scelte, francamente, ed è stato anche detto nell’intervento che mi ha preceduto, sono davvero inspiegabili. Il Comune dal quale provengo, Comacchio, che non è una zona periferica, che non è una zona dell’Appennino, ma è una zona che conta oltre 2,5 milioni di presenze, ha la metà dei suoi lidi senza nemmeno uno sportello bancomat. Quella non si può dire che sia una zona non appetibile o che presenta degli indici dal punto di vista anche dell’attrattiva non consoni.

    Ecco perché io riprendo proprio quanto è stato detto fino ad ora. Credo che la grande sfida sia quella di riuscire a riconvertire queste filiali, mantenendo comunque l’interazione con i clienti. So che è un gioco di equilibri tra tecnologia e innovazione sicuramente complesso. Siamo altrettanto consapevoli che la diminuzione degli sportelli è un fenomeno fisiologico, ma al tempo stesso è un fenomeno che in qualche modo va accompagnato.

    Parliamo tanto di transizione digitale. La pandemia sicuramente ha dato una spinta importante anche dal punto di vista dell’alfabetizzazione informatica, ma è un percorso che richiede una concertazione molto allargata, ma anche una condivisione che deve essere in linea con quanto è stato detto fino ad ora. Sicuramente è importante la mappatura dei bisogni legati alla clientela, anche rispetto alla provenienza, perché, come ci si ricordava, per determinate località, non soltanto della montagna, ma anche altre aree interne e periferiche.

    Se penso al basso ferrarese, è una zona che presenta gli stessi indici di determinate zone della montagna, ma ci sono anche altre aree periferiche semplicemente che hanno problemi molto analoghi. La chiusura di uno sportello di un istituto porta comunque a quella desertificazione e anche a quella disumanizzazione delle banche nei confronti dei cittadini che non comprendono determinate scelte. Ecco perché credo che anche questo confronto con i sindaci sia importante. Non c’è sempre. Anche io ho fatto il sindaco e spesso e volentieri i Sindaci apprendono le notizie di queste chiusure dai giornali. Credo, però, che sia il caso di guardare all’incontro di oggi come all’inizio di un percorso. Siamo di fronte a un bivio: chiudiamo tutti gli sportelli o proviamo a cercare anche dei percorsi per reinventare gli stessi? Credo e spero che possano emergere anche delle proposte innovative. È stato detto prima di nuovi ruoli delle filiali più smart, con tecnologie avanzate, che consentano degli approcci self-service, senza – lo diceva bene il collega Bulbi – abbandonare completamente le comunità sancendone, di fatto, anche la chiusura; chiusura non soltanto degli sportelli, ma anche la desertificazione e l’abbandono.

    Penso all’esperienza delle filiali condivise. Regno Unito, Svezia, tanti Paesi europei stanno avviando delle sperimentazioni in tal senso. Ho citato alcune proposte, tutte da valutare, tutte da percorrere, ma che devono sicuramente essere oggetto di quella che necessariamente deve costituire una riflessione allargata che metta a questo tavolo tutti gli attori, perché stiamo parlando comunque di servizi di interesse pubblico.

    Noi avevamo presentato anche una risoluzione, però io credo che la proposta che questo sia l’avvio di un percorso di condivisione dove ognuno si impegna per arrivare a quell’obiettivo e anche a proposte innovative sia quantomeno doverosa, così come il coinvolgimento delle comunità e dei sindaci in primis, che, ripeto, spesso e volentieri non sono nemmeno informati preventivamente di questi processi.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Fabbri.

    Riprendo una sua ultima considerazione, intanto che ascoltano i nostri ospiti. Mi ha colpito molto la frase detta da Torriero all’inizio, e cioè che occorrerebbe intervenire ex ante e non ex post. Molto spesso ex ante non si riesce a intervenire perché non si è a conoscenza di quelle che sono le riorganizzazioni che gli istituti di credito si danno nei vari territori. Quindi, su questo un lavoro lo potremmo fare proprio in ragione di quella sinergia di cui si discuteva prima rispetto a tutti gli interventi che poi sono stati fatti e alle perplessità nate proprio in ragione del depauperamento del territorio di servizi che sono diventati essenziali anche per quelle piccole comunità, che purtroppo si vedono pian piano svuotare di quei servizi essenziali, come quelli degli istituti di credito, che sono necessari per il ripopolamento. È quello il nodo cruciale.

    Consigliere Sabattini, prego. Poi passo la parola alle eventuali repliche da parte dei soggetti auditi. Prego.

     

    Consigliere Luca SABATTINI. Non ripeto le considerazioni fatte dai colleghi, che hanno sottolineato quali siano le difficoltà, ma essendo questo anche un elemento di confronto con soggetti che ovviamente non partecipano sempre ai nostri lavori vorrei provare a cogliere questa opportunità per porre anche qualche domanda.

    La necessità di mettere in condizione tutti gli attori di potersi sedere a un tavolo equilibrato necessita di una possibile iniziativa anche regionale, che è un’Istituzione che, rispetto a un piccolo Comune di montagna, penso si possa sedere a un tavolo e abbia anche strumenti un po’ diversi rispetto a quelle che sono le interlocuzioni dei singoli sindaci o delle singole rappresentanze delle piccole comunità. Quindi, vorrei provare a sfruttare questa occasione per fare qualche domanda.

    I soggetti che abbiamo audito sono anche sottoscrittori, se non ricordo male, del Patto per il lavoro e per il clima, per cui vorrei capire se insieme, in un percorso che non si esaurisce con l’audizione di oggi, potessimo provare a trovare un percorso con il quale poter gestire le informazioni e poterci mettere anche a disposizione, da una parte, dei sindaci e, dall’altra, di quelle che sono le legittime necessità di riorganizzazione di un servizio che, come veniva richiamato, è in grande evoluzione, come tante sono le attività in grande trasformazione nel periodo che stiamo vivendo, ma le dobbiamo affrontare nel tempo che tutti noi stiamo vivendo, che è un tempo di complessità e di interdipendenza. Quindi, il fatto che gli effetti di una scelta degli attori che agiscono su un territorio si riverberano anche su tanti altri aspetti, perché gli istituti bancari non sono più soltanto un elemento di servizio, ma sono anche un elemento che può essere determinante per rimanere a vivere in un posto, sono un elemento determinante per fare in modo che quel territorio possa essere attrattivo di altri investimenti, cioè la scelta di un attore che agisce su un territorio ne può far scaturire anche altre, per cui ritengo che la dobbiamo prendere anche da questo punto di vista.

    Riepilogando, quindi, chiedo se c’è una disponibilità a provare a ragionare di quali possano essere eventualmente, come si diceva prima, i servizi più calzanti per rendere moderna l’offerta dei servizi bancari, ma anche confrontandosi su quelle che sono le caratteristiche delle comunità, che sicuramente patiscono di più la chiusura del proprio o dell’unico sportello all’interno del Comune. Molto diversa, ovviamente, è la chiusura di uno dei tanti sportelli modenesi rispetto alla chiusura di uno sportello in un piccolo Comune. Quindi, credo che istituzioni e associazioni di questo mondo possano provare a fare un passettino oltre, che è anche la ragione per la quale abbiamo provato, insieme al presidente Pompignoli e alla presidente Rontini, a calendarizzare questo tipo di audizione, perché il nostro lavoro non vogliamo che si esaurisca in questa audizione o nella discussione di una singola risoluzione. Sicuramente potrebbe essere opportuno provare a costruire, anche in modo bipartisan, un documento che ci riconosca un impegno, ma ci vuole ovviamente anche, per poter fare in modo che questo sia fattivo di una produzione di un cambiamento, una disponibilità da parte dei soggetti a farsi carico di un pezzo di una responsabilità di dialogo, che, secondo me, non può essere lasciata alle singole comunità che vengono investite dalla difficoltà puntuale, come ricordavano prima i colleghi Fabbri e Bulbi.

    Credo, in conclusione, che questo potrebbe essere un carico di lavoro che ci prendiamo in campo, perché noi di istituti bancari e di presenza di istituti bancari continueremo ad occuparcene al di là di questa giornata odierna e non lasceremo sole le comunità a dover affrontare quello che non può essere lasciato in capo ai singoli sindaci, perché la sproporzione delle dimensioni dei soggetti in campo richiede una proattività dell’Istituzione regionale, alla quale non ci vogliamo sottrarre.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Per l’ultimo intervento, la parola alla consigliera Catellani. Prego.

     

    Consigliera Maura CATELLANI. Grazie, Presidente. Ringrazio il collega Sabattini. Colgo anch’io di buon grado la necessità di interventi bipartisan e di collaborazione proprio anche per garantire servizi più moderni e più aderenti alle esigenze delle imprese da parte degli istituti bancari. Quindi, a mio avviso – chiaramente poi ci si confronterà – l’idea è ottima. E a tal fine, proprio per un intervento condiviso, ritorno, se non ho male interpretato, su un intervento degli ospiti di Federcasse, il quale avrebbe detto che forse sarebbe anche necessaria una modifica della normativa europea per quanto riguarda le piccole banche per combattere l’esodo degli sportelli dalle varie località, soprattutto da quelle montane, dalle zone, quindi, più fragili e depresse che conosciamo. Visto che abbiamo la Sessione europea che è imminente, nel senso che ne discuteremo mercoledì, ancorché i tempi siano molto stretti, perché non provare a proporre un emendamento congiunto – in questo caso mi ricollego all’intervento del collega Bulbi – proprio in questo senso, per cercare di iniziare a favorire la richiesta di una modifica normativa a supporto anche degli istituti di credito magari più piccini, che hanno più necessità anche del nostro aiuto?

    La sessione è prossima, ma possiamo comunque lavorarci tra oggi e domani. Ahimè, i tempi sono stretti, però se ne avete voglia e se è una cosa che può essere condivisa, perché no? Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Catellani.

    Anche su questo sicuramente ci saranno disponibilità per la prossima Sessione europea, tenuto anche conto – poi passo la parola al dottor Carta, che l’ha chiesta anche per fornire alcune risposte – che quello che ci ha spinto a fare questa Commissione in maniera abbastanza rapida è anche il fatto che il 20 maggio sono previste ulteriori chiusure di sportelli in quei territori particolarmente svantaggiati, come si diceva prima, e faccio l’esempio di Bertinoro, nel forlivese, dove chiuderà uno sportello lasciando isolata l’intera comunità. Quindi, dobbiamo cercare di capire quali soluzioni e quali contromisure adottare.

    Alcune soluzioni sono già state date da chi è intervenuto, dai nostri ospiti. Ovviamente, tutto il materiale che ci è stato mandato è stato messo a disposizione dei commissari. Pertanto, qualora ci fossero altre soluzioni che ci vorranno dare le associazioni bancarie, noi saremmo molto lieti di prenderle e trasformarle eventualmente in risoluzioni e anche quell’aggregazione che ci dovrebbe essere tra l’ente istituzione e le associazioni bancarie.

    Passo la parola al dottor Carta, dell’ABI.

     

    TORRIERO, Sono Torriero. Riprendo la parola io.

    Vorrei ringraziare per i cinque interventi, che hanno un pensiero comune, che è totalmente condivisibile. I consiglieri Bulbi, Bargi, Fabbri, Sabattini e Catellani hanno messo in evidenza la necessità di un dialogo. Su questo sicuramente c’è un’ampia disponibilità da parte dell’Associazione bancaria italiana nel proseguire un confronto. Prendo ad esempio il riferimento del consigliere Bulbi per quanto riguarda il tema delle norme. Ne avevamo parlato anche in altre occasioni, in un’altra audizione proprio in questa sede. Come sapete, ci sono norme particolarmente penalizzanti. Penso, soprattutto, al mondo delle piccole e medie imprese, all’attività che le banche devono sostenere nei confronti delle piccole e medie imprese. Pensiamo al cosiddetto calendar provisioning, al tema della rinegoziazione. In questo momento, le imprese hanno necessità di rinegoziare i crediti. Ci sono alcune regole, come quelle dell’Autorità bancaria europea, che pongono un limite, una certa percentuale che non bisogna superare per non dover, poi, riclassificare come credito in default la produzione. Quindi, andare a rimuovere dei vincoli normativi è sicuramente importante. Su questo diamo piena disponibilità.

    Ricollegandomi anche a una parte dell’intervento del consigliere Bulbi, ma anche della consigliera Catellani, il tema delle piccole banche va determinato in continuità. Noi, come Associazione bancaria, d’intesa con Federcasse, definiamo questo tema sotto una parola: proporzionalità. Le norme devono avere un’applicazione proporzionale rispetto alla dimensione o alle caratteristiche operative dell’impresa bancaria. Spesso vengono enunciati princìpi di proporzionalità nelle norme europee e poi non vengono applicati. Sicuramente, quindi, una disponibilità per poter creare quelle condizioni, soprattutto per le banche di più piccole dimensioni o che hanno minore complessità operativa, per poter avere delle norme che siano più facilmente applicabili, quindi per poter svolgere appieno il loro ruolo di sostegno alle economie territoriali, alle famiglie e alle imprese.

    Un tema importante volevo precisare. Probabilmente non mi sono espresso correttamente. Non ho teorizzato il ruolo della banca a distanza. Anzi, proprio mettendo in evidenza che una banca oggi è utilizzata dalla clientela prevalentemente in un’ottica omnicanale, cioè sia del canale a distanza sia dei canali fisici in presenza. La banca non è più vista solamente come uno sportello, non è più vista solamente come una banca telefonica, ma l’utente tende a utilizzare tutte le diverse modalità di contatto con cui può entrare in relazione con la banca. È omnicanale la banca. Questo è un passaggio importante proprio per riaffermare anche la rilevanza della presenza fisica della banca sul territorio. È stato citato, ad esempio, il caso delle Poste, che mi permette di ricordare che esistono delle norme nazionali che creano la possibilità a Poste di rimanere sui territori, ovviamente con dei vantaggi e dei sostegni economici. Ricordo il ad esempio la possibilità di operare come Tesoreria comunale, per Comuni di una certa dimensione. Quando, poi, si fa la comparazione tra banche e Poste bisogna anche tener conto delle caratteristiche, delle previsioni normative nazionali che creano vantaggi anche di tipo economico della presenza di Poste sui territori. Forse su questo potremmo, poi, fare degli approfondimenti.

    Più volte è stato sottolineato, sia dal consigliere Bargi che dal consigliere Fabbri, ma anche dal consigliere Sabattini, il tema di “cosa serve”. È stato proprio utilizzato il tema del “cosa serve” per rispondere alle esigenze dei territori. Come avete segnalato, in realtà una cosa è la chiusura di uno sportello in Provincia di Modena e una cosa su una zona montana. Quindi, i bisogni che vengono espressi dalle clientele sono bisogni diversi. Sotto questo profilo diventa, quindi, fondamentale cercare di fare ‒ insieme, ovviamente ‒ una mappatura dei bisogni per poter rispondere pienamente alle esigenze diversificate, in modo tale da rendere sostenibile, sotto diversi profili, la presenza delle banche anche attraverso gli sportelli.

    Sotto questo profilo, vorrei anche chiarire meglio il ruolo ex ante, cioè l’attivazione ex ante. Ovviamente, questo sta a significare soprattutto che, se io sono il sindaco in un paese dove è presente un unico sportello, così come normalmente ho un forte dialogo con il farmacista, con il maresciallo dei Carabinieri che presidia la sicurezza sul territorio, anche il dialogo, che so che esiste, perché questo ci viene detto anche dalle banche, con il sindaco potrebbe essere utile proprio per cercare di capire insieme quelli che possono essere i bisogni che sorgono in quel territorio. Quindi, in qualche maniera, l’ex ante significa fare dei ragionamenti anticipatori per poter capire se ci sono degli spazi, attraverso i bandi di Tesoreria, per poter permettere un’adeguata presenza bancaria o altre attività che possono essere svolte, rendendo sostenibile la presenza stessa.

    Questo equilibrio, come veniva detto in precedenza dal consigliere Fabbri, l’equilibrio difficile tra tecnologia, innovazione e presenza è un equilibrio che deve essere raggiunto, e sarà raggiunto. Un tema importante è che tutto ruota anche sulle caratteristiche della domanda. Se c’è una domanda, c’è anche un’offerta che presidia il territorio. Se non c’è una domanda, dobbiamo creare un sostegno alla domanda. Durante la pandemia c’erano problemi sul sostegno alla domanda aggregata: sono stati fatti degli interventi per sostenere la domanda aggregata. Qui è una domanda che viene espressa all’interno dei territori.

    C’è, quindi, uno sforzo di riflessione e, veramente, la piena disponibilità a una soluzione, sia nella sua articolazione nazionale, ma soprattutto nella sua articolazione in Commissione regionale, per poter cercare di individuare il bisogno. I bisogni dell’Emilia-Romagna saranno sicuramente diversi dai bisogni che possono emergere a livello di una Regione del Mezzogiorno d’Italia. Quindi, è uno sforzo che sicuramente dobbiamo fare, con una piena disponibilità al dialogo, per raggiungere, anche attraverso lo sviluppo delle attività che sono già previste nell’ambito del Patto per il lavoro e per il clima... Quindi, continuare su questo tema di vicinanza e di dialogo costruttivo, che è sicuramente l’interesse di tutti. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie mille, dottor Torriero.

    Intanto, una comunicazione a verbale: la presidente Rontini si è dovuta assentare per un impegno ed è stata sostituita dal vicepresidente Delmonte.

    Darei la parola al dottor Gatti, di Federcasse.

     

    GATTI Grazie molte, Presidente. Ringrazio anch’io le commissarie e i commissari. Ovviamente aderisco completamente a ciò che ha appena finito di dire Gianfranco Torriero.

    Se lei mi consente, Presidente, aggiungerei qualche cosa sia con una riflessione generale sia con tre proposte molto concrete. La riflessione generale è questa: parliamo di materia squisitamente politica. C’è una componente tecnica complessa, di derivazione ormai essenzialmente europea, che non deve spaventare, Assemblee legislative, che infatti non si spaventano, i consiglieri intervenuti, ma anche la stessa iniziativa di oggi va in questo senso. C’è uno spazio di responsabilità e di proattività politica molto ampio. Sia lo spopolamento sia ‒ oggi non è stata citata direttamente, forse indirettamente ‒ la denatalità hanno tendenze molto forti e crescenti nel nostro Paese, naturalmente a partire dalle aree interne, ma non solo. Una componente è anche quella del servizio bancario qualificato, non soltanto dal punto di vista del sistema dei pagamenti, che ormai è facilmente gestibile a distanza, ma dal punto di vista dell’accompagnamento degli investimenti.

    Faccio un esempio: c’è necessità di accompagnare le micro, piccole imprese, e anche le medie imprese, naturalmente, ma forse anche i piccoli Comuni verso quella conversione energetica e verso quella nuova patente, che diventerà presto obbligatoria, sia di finanziabilità, sia di assicurabilità che ruota attorno alle tre lettere ESG: tutto ciò che è compatibile dal punto di vista ambientale, dal punto di vista sociale, dal punto di vista della qualità della governance.

    Qui ci saranno sicuramente investimenti importanti nel PNRR, ma poi ogni singola famiglia, direi ogni singola impresa, deve mettersi in cammino per diventare più sostenibile. Qui l’accompagnamento, anche tagliando su misura il tipo di servizio attorno all’erogazione del credito, ovviamente, per chi lo merita, richiede una relazione. E la relazione non si può fare soltanto digitalmente.

    Di nuovo, quindi, un punto di equilibrio molto importante, soprattutto in questa fase di passaggio. L’approccio culturale che sta prendendo piede, per fortuna, in altri ambiti, non può tornare indietro su un ambito che già c’è. Voi stessi entro il 12 vi occuperete di comunità energetiche, e vedete che la parola “comunità”. Nel PNRR ci sono fondi importanti per gli ospedali di comunità, la vostra Regione è messa meglio di altre, ma ecco di nuovo “comunità”. Ci sono cooperative di comunità che stanno crescendo, anche con il forte impulso di Confcooperative, che noi sosteniamo.

    Voi allora avete dieci banche di comunità, da oltre cento anni, che non possono non essere sostenute, se possibile anche insieme alle altre, come diceva Torriero, ma sicuramente queste un po’ di più, e vi dico perché: non soltanto perché io provo a rappresentarle, ma perché voi siete letteralmente e istituzionalmente i rappresentanti dei proprietari.

    I proprietari delle dieci banche di credito cooperativo della vostra regione sono i cittadini, le imprese, gli enti locali, cioè coloro che hanno eletto l’Assemblea legislativa. C’è quindi uno spazio politico notevole, e vado alla parte concreta.

    Sicuramente, quello che noi possiamo fare è collaborare alla mappatura delle necessità e dei bisogni, molto volentieri, tramite, ovviamente, in primo luogo, la nostra Federazione regionale. Veniva citata dalla consigliera Catellani l’opportunità, che io suggerirei, se posso, molto modestamente, di cogliere, della Sessione europea. Per quanto riguarda i temi trasversali che ha già ricordato Gianfranco Torriero, che sottoscrivo, che riguardano tutte le piccole banche, indipendentemente dalla loro natura giuridica, siamo totalmente allineati. Per quanto riguarda le nostre, e io parlo ovviamente in particolare di quelle, nelle ultime dieci righe, a pagina 16 della nostra memoria in Word, voi trovate molto chiaramente la nostra proposta.

    Cerco di essere rapido, così da non annoiarvi, ma qui entriamo nel vivo e nel concreto. Noi vi proponiamo – c’è una nostra istanza proprio a questa Assemblea legislativa – di supportare una proposta di emendamenti. Sono tre emendamenti: uno al CRR (un regolamento), l’altro al CRD (una direttiva europea), che possa nascere da questa Assemblea legislativa, coinvolgendone eventuali altre, di altre Regioni, poi ve ne citerò alcune in cui si sta camminando più o meno in questa direzione, ma non con la vostra ufficialità. Ci sono due soggetti a cui rivolgere questo vostro documento, questa vostra proposta, se voi l’accoglierete: il primo soggetto è la Conferenza delle Regioni, dove questi temi sono sicuramente sentiti. Possiamo, anche in sede diretta, anche approfondire quali sono le Regioni che già si stanno muovendo, ma non ancora con una iniziativa istituzionale bipartisan o “all partisan”, come mi sembra sia auspicato da voi, e a maggior ragione da noi. Il secondo soggetto è il Comitato europeo delle Regioni. Poi c’è un terzo soggetto, quello di fare una pressione convergente e molto concreta sul Governo italiano e sul Parlamento europeo.

    Sostanzialmente, nelle prossime settimane, quindi tra pochissimi giorni, direi, occorrerebbe inserire tra le priorità del nostro Governo, in sede di Consiglio europeo, anche tra le priorità del Parlamento europeo, con una forte spinta dai territori che sono rappresentati dalle Assemblee legislative e dalle Giunte regionali; c’è un veicolo legislativo che passa, il cosiddetto “pacchetto bancario 2021”, cioè il recepimento di quello che viene chiamato Basilea III Plus (qualche consigliere ha giustamente ricordato le varie “Basilea”).

    C’è quindi un momento che passa ora e che ripasserà poi fra tre o quattro anni, che non possiamo non provare a cogliere. Noi lo stiamo facendo, ovviamente, con i nostri canali, ma questa vostra sensibilità per noi è di grande incoraggiamento. Un’alleanza istituzionale quindi sia tra pari, tra Regioni, Assemblee legislative e Giunte regionali, coinvolgendo eventualmente anche i sindaci, ma questo si potrà fare, poi, eventualmente, nelle prossime settimane.

    Aggiungo un tema: mi sembra che il consigliere Sabattini, se ho ben colto, se ho ben annotato, faceva riferimento al possibile, io direi auspicato, inserimento dell’euro digitale. Non l’ha chiamato così, ma forse a quello si riferiva. In ogni caso, questo è un altro tipico tema su cui si può intervenire nella fase ascendente della costruzione della norma. È un tema delicatissimo, con risvolti, anche dal punto di vista della sovranità monetaria, che in queste settimane ha un significato diverso rispetto a qualche mese fa ed è in corso una consultazione.

    Alla consultazione possono partecipare anche le Istituzioni. Noi quindi non possiamo non sostenere questo progetto, ma con una serie di attenzioni affinché ad esempio non diventi prevalente, se non quasi onnipotente soltanto la dimensione digitale, perché questo spiazza tutta una serie di attività, non solo di segmenti di popolazione, ma una serie di attività di accompagnamento, come dicevo, anche consulenziale, nelle scelte di investimento che le imprese, oltre che le famiglie, debbono fare. Due proposte molto concrete, quindi, che aggiungo a quelle che sono emerse e che sono state anche già ribadite da Gianfranco Torriero. Per brevità non intervengo su concetti che hanno espresso altri consiglieri e altre consigliere, che ringrazio.

    Ovviamente, sono a disposizione insieme ai colleghi della Federazione dell’Emilia-Romagna, sia oggi, sia nei giorni e nelle ore prossime.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, dottor Gatti.

    Passerei la parola a Fabbretti.

     

    FABBRETTI, Grazie, Presidente.

    Abbiamo ascoltato con attenzione la Commissione. Ovviamente, i vari commissari hanno messo in luce un tema reale, di una società che si sta evolvendo, che si sta trasformando, che porta con sé dei temi basilari che come evidenziavo prima, vanno risolti nel loro complesso, senza prendere in esame solo le imprese, solo il lavoro, o solo le banche.

    Occorre capire bensì i bisogni nel complesso del territorio. Il direttore Gatti ha illustrato in maniera esaustiva la nostra disponibilità a questo confronto per cercare di ottenere le possibili variazioni normative europee che ci permetteranno di avere un po’ più di libertà di azione.

    Questo vuol dire cercare di utilizzare le nostre risorse, le nostre capacità sul fronte dei territori e cercare di diminuire le incombenze su cui il sistema oggi ci sta impegnando.

    Noi siamo a disposizione. Conosciamo bene i nostri territori, anche perché fondamentalmente i nostri sindaci le loro necessità le manifestano. Quindi, vi ringrazio di nuovo per questo osservatorio che avete attivato. Come Regione penso abbiate una possibilità di azione che sia sul campo nazionale sia sul campo europeo permetta di fare un percorso proficuo per il bene di tutti.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Ringrazio gli ospiti che sono intervenuti per il dibattito che è occorso in Commissione da parte di tutti i commissari.

    Come diceva anche il consigliere Sabattini, non sarà l’ultimo intervento di questa Commissione e della Commissione II congiunta rispetto a questo tema. Abbiamo iniziato un percorso e cercheremo di portarlo avanti, anche con la sinergia che si diceva con le associazioni bancarie rispetto alla tematica che abbiamo avviato.

    Passo la parola al vicepresidente Delmonte, che ha sostituito la presidente Rontini.

     

    Presidente DELMONTE. Grazie.

    Intervengo in realtà solo per chiudere la Commissione II e ricordare che proprio sulle comunità energetiche prima citate martedì prossimo, durante la Commissione, avremo l’esame dell’articolato. Solo per ricordare questo.

    Riteniamo chiusa la Commissione II di oggi.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Anche la Commissione I, ovviamente, termina qui.

    Buona giornata a tutti. Buon pomeriggio.

     

     

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