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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 12/09/2022 antimeridiano

    Resoconto integrale n. 29

    Seduta del 12 settembre 2022

     

    Il giorno 12 settembre 2022 alle ore 11,30 è convocata, con nota prot. n. PG/2022/22106 del 08/09/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente, dei vicepresidente e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Stefano Caliandro, Gianni Bessi, Matteo Daffadà (PD); Federico Alessandro Amico (ERCEP); Andrea Liverani, Michele Facci, Fabio Rainieri (Lega); Michele Barcaiuolo (FDI); Silvia Zamboni (EV); nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del “Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna” e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022 , n. 26.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    6

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BARCAIUOLO Michele

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LISEI Marco

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    assente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

     

    Sono altresì presenti: Vincenzo COLLA, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e Alessio MAMMI, Assessore all’agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca.

     

    Partecipano alla seduta: Morena DIAZZI (Dirigente Direzione generale conoscenza, ricerca, lavoro, impresa), Valtiero MAZZOTTI, (Dirigente Direzione generale agricoltura, caccia e pesca), Antonio DELL’OLIO (Responsabile società partecipate, normativa fiscale per le imprese, aiuti di stato), Teresa Maria Iolanda SCHIPANI (Settore programmazione, sviluppo del territorio e sostenibilità delle produzioni), Rossella Maria CASAGRANDE (Settore affari generali, giuridici, finanziari e sistemi informativi), Paola BISSI (Settore turismo, commercio, economia urbana, sport).

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste la segretaria: Agata Serio

    Funzionario estensore: Agata Serio


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    5320 - Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA". (Delibera di Giunta n. 971 del 13 06 22)

    (Relatore consigliere Stefano Caliandro - Relatore di minoranza consigliere Michele Facci).

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    Presidente Manuela RONTINI. Buongiorno. Diamo inizio ai lavori della seduta della Commissione Politiche economiche di oggi.

     

    Presidente RONTINI. Come sapete, in questa prima parte la Commissione è convocata in udienza conoscitiva sul progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Incremento della partecipazione regionale alla società Bolognafiere SPA”.

    Procedo con l’appello. ….

    Do il benvenuto ai nostri graditi ospiti. Come avete visto, per quanto riguarda i consiglieri, abbiamo ripreso a svolgere le sedute delle Commissioni nella forma mista, sia con alcuni colleghi presenti in aula sia con altri collegati da remoto.

    Oggi siamo convocati in udienza conoscitiva. Per noi è un momento importante, perché è il momento in cui ascoltiamo gli stakeholders, ascoltiamo il loro punto di vista, le loro osservazioni rispetto ai provvedimenti che sono in corso di approvazione.

    Nelle settimane scorse abbiamo nominato i relatori su questo progetto di legge: il consigliere Caliandro e il consigliere Michele Facci per la minoranza, a cui a breve passerò la parola per l’illustrazione. Chiuderà i lavori della nostra mattinata l’assessore Colla.

    Abbiamo stabilito insieme ‒ lo dico anche a voi ‒ le tappe di questo provvedimento. Ci siamo dati giovedì come termine ultimo per la presentazione di eventuali emendamenti, sia da parte dei consiglieri che da parte della Giunta. La settimana prossima, martedì, che è la nostra data da calendario in cui si riunisce la Commissione Politiche economiche quando non c’è aula, riprenderemo la discussione generale e poi passeremo all’esame dell’articolato per chiudere l’esame in Commissione e consegnare, quindi, il provvedimento alla Capigruppo perché lo possa iscrivere nella prima seduta utile dell’Assemblea legislativa.

    Passerei, quindi, la parola al consigliere Caliandro, il relatore, per l’illustrazione del provvedimento.

     

    Relatore Stefano CALIANDRO. Buongiorno. Grazie, presidente.

    L’illustrazione in sede conoscitiva è evidentemente diversa rispetto agli atteggiamenti, anche di dettaglio, che abbiamo affrontato nel corso delle sedute precedenti. Come giustamente ribadiva la presidente, il senso è quello di abbeverarci al confronto degli stakeholders, nella fattispecie del Piano strategico che verrà successivamente illustrato. Pertanto, la parte del relatore, in questo momento, è quella di dare un’illustrazione di sistema dell’opportunità del provvedimento e delle motivazioni per le quali chiediamo che la Commissione si pronunci favorevolmente alla proposta, quindi anche alla visione delle azioni industriali e delle azioni commerciali che vogliamo attivare attraverso questo provvedimento.

    L’obiettivo, in buona sostanza, è il rafforzamento del nostro sistema fieristico. Quindi, partiamo da una premessa. In una stagione come quella che viviamo attualmente, già l’assessore Colla aveva illustrato con puntualità il bisogno di ripartire dopo due anni di Covid, che hanno fiaccato tutti i sistemi fieristici. Al tempo delle grandi crisi occorrono dei grandi rilanci. L’intervento, quindi, che la Regione Emilia-Romagna propone al lavoro delle Commissioni competenti e successivamente dell’aula ha questo principale punto di riferimento.

    A me piace ragionare su questo provvedimento, e cercherò di non essere prolisso, per ovvie ragioni, perché c’è una visione di mondo dal 2022 al 2026 rispetto a quello che sta accadendo non soltanto nel nostro contesto regionale, ma nello scacchiere internazionale. Per questo motivo, un primo punto di apprezzamento rispetto al provvedimento è chi siamo, quello che rappresentiamo. Un quartiere fieristico che rappresenta non solo la città di Bologna, ma anche Ferrara e Modena, che ha una partnership con la Fiera del Levante pari al 40 per cento. Si tratta, quindi, di una visione, di una proiezione che va ben oltre la dimensione locale, una dimensione che nel corso del tempo ha avuto la possibilità di intervenire anche sui mercati esteri, segnalando una vera e propria leadership rispetto al fatturato estero. Penso agli investimenti fatti in USA, in Messico, in Cina, in India, in Russia. Si tratta, sostanzialmente, di una proiezione che serve al mercato locale proprio per cercare di rendere l’appuntamento fieristico non soltanto un appuntamento di incontro, ma un appuntamento di mercato.

    Il senso stesso con cui si muovono le attività produttive è proprio questo, cioè creare le condizioni per cui, oltre alla dimensione evidentemente fieristica, vi sia una dimensione di promozione di affari, di promozione di occasioni di incontro. Ed è il motivo per il quale grandi investimenti sono stati fatti anche da partner privati, non soltanto pubblici. Esiste una lettura del mondo, una lettura delle possibilità che permette questo sviluppo.

    Da questo punto di vista, non è di secondaria importanza, a mio giudizio, il fatto che 550 addetti lavorino nella nostra Fiera. Vi lavorano in una chiave di operatività che non è soltanto quella della rappresentazione, ma è anche quella della promozione di eventi. Penso a quello che è accaduto e che sta accadendo nel quartiere fieristico bolognese rispetto all’appuntamento di grandi eventi culturali, sociali e sportivi. Si tratta, quindi, di fare un investimento che va ben oltre la dimensione chilometrica della Fiera stessa, che pure si segnala per essere la seconda per estensione (immagino che poi verrà ribadito rispetto allo scacchiere), ma soprattutto di stare in un mercato globale più complesso.

    Da questo punto di vista, a mio giudizio, occorrerà evidentemente che il nostro piano, così come viene illustrato, così come l’investimento che chiediamo venga approvato, venga valorizzato dal punto di vista della prospettiva nella quale si muove. Si muove, sostanzialmente, nell’idea di aumentare le dimensioni di fatturato, ma, sostanzialmente, di occasioni di sviluppo anche del nostro territorio. Venire a Bologna, organizzare eventi a Bologna, organizzare eventi in una zona regionale come la nostra significa rendere più competitivo il nostro stesso tessuto produttivo. Quindi, dovremmo difendere con grande capacità, anche trasversale, questa peculiarità tutta emiliano-romagnola. Questa è la ragione per la quale credo che anche a livello nazionale alcuni interventi andrebbero fatti, per superare il localismo con il quale rischiamo di trovarci in competizione con la Fiera di Milano.

    Occorre, in buona sostanza, che ci sia un lavoro di squadra per comprendere quali sono le vocazioni future rispetto agli appuntamenti che ci attendono.

    In buona sostanza, e qui concludo questo piccolo intervento, noi abbiamo il dovere di pensare che gli eventi che promuoviamo (che sono stati più di cento nel corso dello spaccato che abbiamo analizzato) ci obbligano ad avere un profilo internazionale, soprattutto al tempo di questa grande crisi internazionale. La crisi energetica che attraversiamo colpisce e sta colpendo in maniera più dura le imprese, ma esiste solo un modo per rispondere: un grande rilancio. Penso anche a una transizione energetica, che la Fiera sta avviando. Le buone pratiche ‒ e qui l’assessore Colla potrebbe intervenire anche sulla nostra recente legge regionale sull’energia ‒ che dobbiamo mettere in campo devono essere un’unica strategia complessiva. La nostra transizione sul sistema fotovoltaico e i nuovi distretti industriali ci rende più competitivi se siamo in grado di mettere a sistema quello che produciamo con gli eventi che vogliamo promuovere.

    Quindi, la posizione rispetto alla quale ci muoviamo è geopolitica rispetto alla presenza nei vari Paesi e attrattiva rispetto a quello che portiamo in questa regione e in questa città con questo investimento. Portare fiere, portare eventi significa anche portare ricchezza e nuovi posti di lavoro in tutto l’indotto. Si tratta, quindi, di una responsabilità trasversale, rispetto alla quale auspichiamo che il percorso di ragionamento, il percorso di crescita che vogliamo dare abbia il massimo del sostegno, superando una piccola cultura del piccolo cortile delle contrapposizioni. Questo lo dico perché si tratta, evidentemente, nell’affrontare un provvedimento come questo... In realtà, si tratta di un articolo solo, ma di un articolo importante. Noi giuristi diremmo “lo scopo della norma”. Lo scopo della norma è molto più grande di quello che c’è scritto nella norma stessa, cioè produrre moltiplicazione di lavoro, occasioni di sviluppo e rilancio del nostro distretto territoriale. Credo che questo sia uno dei tratti importanti.

    Non ho fatto l’elenco di tutti gli eventi perché immagino che verrà fatto in merito al Piano industriale che verrà illustrato, ma ci tenevo molto a identificare la mission politico-industriale.

    Vi ringrazio.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, consigliere Caliandro.

    La parola, adesso, al relatore di minoranza, Michele Facci.

     

    Relatore di minoranza Michele FACCI. Grazie, presidente.

    Anch’io ringrazio gli ospiti e l’assessore.

    Approfitto di questa breve illustrazione per fare un chiarimento doveroso. Durante la scorsa Commissione ‒ il mio intervento era, a mio avviso, molto chiaro ‒ mi ero dichiarato d’accordo su alcuni punti che aveva espresso il relatore di maggioranza. Evidentemente, chi qui ha fatto la relazione stampa non è stato attento, poiché sugli organi di informazione è apparsa la notizia che il Gruppo della Lega fosse contrario a questo aumento di capitale. Nulla di più falso. È uscita una precisazione sulla stampa di ieri, ma approfitto di questa tribuna, vista anche la presenza del presidente e dei portatori di interesse, per renderlo altrettanto chiaro: noi siamo favorevoli a questo aumento di capitale. Siamo favorevoli perché riteniamo che la Fiera di Bologna sia un asset di estrema importanza, abbia necessità di essere supportata e, a maggior ragione, abbia necessità di essere supportata da Enti pubblici, come la Regione, in questo caso, che, pur con una partecipazione che si potrà valutare se modesta o non modesta, comunque oggi è l’11,56, è una partecipazione significativa di un’attenzione che il pubblico ha riservato e riserva a una realtà economica, quale quella della Fiera, che tanto ha dato e tanto deve e può dare all’economia non solo della Città Metropolitana di Bologna, ma a tutto il territorio circostante.

    Quando ho fatto la precisazione, nello scorso intervento, che con questo aumento di capitale si andava, di fatto, a mettere fine al progetto tanto agognato dal presidente Bonaccini, di fusione con Rimini, non l’ho fatto in chiave nostalgica o di recriminazione. Era una lettura oggettiva. Oggi quel progetto di fusione che il presidente Bonaccini per tanto tempo ha portato avanti è, ovviamente, finito in un cassetto. Poi l’assessore Colla disse che, in realtà, la pietra tombale non era stata messa. In ogni caso, noi oggi andiamo avanti con un progetto di sostegno alle fiere dei territori. Oggi partiamo da Bologna. Noi, come partito, sosteniamo che tutte le fiere del territorio vadano sostenute, tutti i distretti fieristici regionali, in egual misura, sicuramente con maggiore attenzione là dove c’è maggiore possibilità di sviluppo.

    Ci tengo a essere chiaro perché se c’è una cosa che non è corretta è la disinformazione, a maggior ragione su un aspetto di questa rilevanza e importanza.

    Proprio perché siamo favorevoli a questo impegno, riteniamo che l’impegno della Regione debba essere maggiore. Soprattutto oggi che abbiamo letto, visto che il piano procedurale prevedeva entro il 5 agosto l’impegno a sottoscrivere anche, eventualmente, le azioni inoptate... Io non so esattamente cosa la Regione abbia fatto pervenire a Bolognafiere entro il 5 agosto, ma oggi leggiamo dai giornali che ci sono circa 2 milioni di azioni inoptate, il 90 per cento delle azioni sottoscritte.

    Crediamo che la Regione debba fare un passo in più. Infatti, presidente, presentiamo un emendamento ‒ lo presenterò alla fine del mio intervento, comunque alla fine della giornata ‒ perché la partecipazione della Regione passi dal 2,5 milioni a 3 milioni. Visto che ci sono 2 milioni di azioni inoptate, non tutti hanno sottoscritto l’aumento, credo che la Regione debba dare un segnale di ulteriore attenzione e ulteriore impegno in tal senso.

    Sollevo una questione. Non voglio, ovviamente, entrare nel tecnicismo, però può essere rilevante, può essere utile anche per il fatto che abbiamo qui non solo gli stakeholders, ma la presidenza. C’è un disallineamento temporale che non so se ci permette di fare questo. Entro il 19 settembre deve essere versato il 25 per cento delle azioni per cui è stata avanzata la manifestazione di impegno. Noi in aula andremo il 27 settembre. Questo disallineamento temporale, che ovviamente imputo... L’Assemblea dei soci è stata il 19 maggio. La delibera della Giunta è del 13 giugno. Noi abbiamo fatto l’11 luglio la prima Commissione con la nomina dei relatori. Nella delibera dell’Assemblea straordinaria dei soci di Bolognafiere era prevista una scaletta temporale, che evidentemente la Regione avrebbe dovuto tenere in considerazione per fare l’opzione entro il 5 agosto e per fare la sottoscrizione del 25 per cento entro il 19 settembre. Non so ‒ pongo la domanda all’assessore, non certo a Bolognafiere SPA ‒ se riusciremo a rispettare questi tempi. Diversamente, noi avremo una decisione, un’autorizzazione da parte dell’Assemblea che arriverà tardivamente.

    Al netto di questo, vorrei capire se è possibile tecnicamente, alla luce di questo disallineamento, fare da parte della Regione anche la sottoscrizione per l’importo che noi riteniamo essere significativo, quello di ulteriori 500.000 euro; poi magari l’Assessorato dirà che vorrà sottoscrivere tutto l’inoptato. Vorrei capire se siamo in tempo e in grado di poterlo fare. Sarebbe un segnale importante. È una realtà che va sostenuta, anche alla luce di quello che è successo in questi due anni e che verosimilmente ha segnato anche l’impostazione del piano industriale e i valori che ivi sono indicati.

    Concludo precisando quello che ho detto. Credo, però, e questo lo metto così, come eventuale domanda che lascio sul tavolo e per la quale, ovviamente, sono convinto che riceveremo risposte, che in questo piano industriale non sia sufficientemente illustrato l’aspetto delle infrastrutture. Uno sviluppo importante, quale quello della Fiera di Bologna, che dovrà necessariamente avere e che verosimilmente vedrà attuato, anche mediante il conferimento di aree a nord... Bisogna pensare quale può essere e quale debba essere la nuova viabilità e le nuove infrastrutture al servizio di un’area che vogliamo sia effettivamente di rilievo a livello regionale, ma anche a livello, naturalmente, nazionale e internazionale. Credo che oggi questo aspetto, prima ancora che la quotazione in borsa, di cui si parla o si accenna, ci sia effettivamente necessità di chiarirlo nell’interesse di tutti, fermo restando ‒ ribadisco e chiudo ‒ che noi siamo favorevoli al fatto che la Fiera di Bologna non solo torni a quelli che erano i fasti antichi, ma si possa riprendere in maniera piena da due anni effettivamente di travaglio.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, consigliere Facci.

    Prima di passare la parola ai nostri ospiti, segnalo ‒ mi scuserete, ma è il modo che abbiamo anche di interloquire con i tecnici ‒ che i consiglieri Costi, Sabattini e Marchetti mi hanno scritto, via e-mail e via WhatsApp, che non riescono a collegarsi utilizzando la piattaforma per le Commissioni. Alcuni di loro stanno seguendo i nostri lavori in streaming. Come sapete, qui in Commissione svolgiamo sempre tutte le sedute in diretta streaming.

    Prima di passare la parola a Bolognafiere, saluto Stefano Albonetti, responsabile Partecipazioni di BPER Banca, l’avvocata Medea Bertolani, di Confindustria Emilia-Romagna, Barbara Lepri e Daniele Montroni, di Legacoop Emilia-Romagna, che sono qui con noi, anche se non hanno chiesto di intervenire.

    So che è collegata e sta seguendo i lavori anche la dottoressa Giada Grandi, segretario generale della Camera di Commercio di Bologna, così come si giustifica il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, che ha risposto al nostro invito scusandosi per non essere riuscito a partecipare.

    Qui con noi c’è il presidente di Bolognafiere SPA Gianpiero Calzolari, il direttore generale Antonio Bruzzone e il direttore pianificazione e controllo Fabio Pericolini. Li ringrazio nuovamente. Scelgano loro chi vuole intervenire. Possono farlo dal tavolo o da qui. Grazie per aver accolto il nostro invito. Sarà l’occasione anche per rispondere ad alcune sollecitazioni che sono arrivate dai relatori, anche sulle tempistiche, sul metodo. Già l’avevamo affrontato la settimana scorsa in seduta. Ne approfitto per salutare anche il dottor Antonio Dell’Olio, responsabile per la Regione Emilia-Romagna delle società partecipate, normativa fiscale per le imprese e aiuti di Stato. Sarà ancora più chiaro l’iter e la sua validità, rispetto anche ai tempi a cui ci sollecitava il collega Facci.

    Prego, a voi la parola.

     

    Gianpiero CALZOLARI, presidente Bolognafiere SPA. Buongiorno, anche da parte mia. Un ringraziamento per questa possibilità di illustrare alla Commissione il piano industriale e rispondere a eventuali quesiti. Un ringraziamento anche ai relatori per le parole di apprezzamento del lavoro fatto.

    Pensavamo di procedere in questo modo, se la Commissione conviene. Pensavamo di chiedere al dottor Pericolini di fare una breve ‒ per quanto possibile ‒ illustrazione dei contenuti salienti di questo piano industriale, che sta alla base di questo percorso di aumento di capitale, e poi eventualmente interloquire, se sarà necessario, anche con approfondimenti.

    Mi permetto solo di dire, rispetto alla questione tecnica che veniva sollevata dal relatore Facci, rispetto ai tempi, che, venuti a conoscenza di questa difficoltà a rispettare i tempi pattuiti, in modo assolutamente volontario dall’Assemblea dei soci, il giorno 16 è stata riconvocata l’Assemblea per mettere nelle condizioni tutti, in particolare, ovviamente, la Regione, di poter rientrare in un lasso di tempo allungato di un mesetto, se non ricordo male, proprio per consentire... Sia per l’importo, che ovviamente è significativo, potete immaginare in che misura, ma anche perché per noi è fondamentale che un Ente importante, un socio importante come la Regione riesca a rientrare nei termini. Per cui, abbiamo affrontato e risolto questo disguido sulla tempistica.

    A questo punto, darei la parola al dottor Pericolini. Con me, come avete visto, c’è anche il direttore Antonio Bruzzone, che poi sarà in grado di fare alcuni approfondimenti, se ritenuti necessari.

     

    Fabio PERICOLINI, direttore pianificazione e controllo Bolognafiere SPA. Buongiorno a tutti.

    Grazie, presidente, per la parola.

    Mi unisco ai ringraziamenti del presidente Calzolari ai relatori che ci hanno preceduto.

    Procederei, se concordiamo, a una presentazione abbastanza sintetica, ma il più possibile esaustiva, lasciando massimamente spazio all’interlocuzione e ai quesiti, al question time che seguirà.

    Andrei direttamente a pagina 5, se è possibile. Vediamo la rappresentazione di quello che è oggi il gruppo Bolognafiere. O meglio ‒ più che oggi ‒ pre-pandemia: un gruppo che gestisce tre quartieri fieristici (Bologna, Modena e Ferrara), più una partnership che ci vede protagonisti a Bari, oltre cento eventi gestiti nel mondo, di cui tre quarti in Italia e circa il 25 per cento a livello internazionale, una leadership nel mondo dei servizi, degli investimenti nel mondo fieristico, con BFS (oggi Widex) e GiPlanet (oggi, essendoci stato un cambio di denominazione sociale, gruppo Henoto) che sono leader a livello nazionale sulle forniture, siti di servizi, di allestimenti del mondo fieristico, una presenza in più di dieci paesi, con dieci uffici internazionali e un organico ‒ come si diceva prima ‒ di circa 500 risorse a livello globale.

    Tradotto in numeri, se guardiamo al 2019, che è stato l’ultimo anno non afflitto dall’evento pandemico, circa 200 milioni di fatturato, con una marginalità di poco inferiore al 20 per cento e un fatturato ‒ diciamo così ‒ estero molto importante, parliamo di circa un terzo, e una crescita dei ricavi su base triennale del 25 per cento. Significa che negli ultimi tre anni il fatturato della Fiera di Bologna è cresciuto ogni anno del 25 per cento, quindi dai 120 milioni del 2017 ai 196-200 milioni del 2019.

    Questi numeri consentono un posizionamento di tutto rispetto nel panorama nazionale. Il gruppo Bolognafiere è primo per fatturato all’estero piuttosto che per fatturato generale nel mondo investimenti e ha una posizione di secondo player per quanto riguarda la dimensione del quartiere fieristico (dove Milano, ovviamente, per dimensione è decisamente superiore; quindi rispettivamente al fatturato di Milano) e per numero di aree vendute.

    Questo è stato possibile ‒ passiamo alla pagina successiva ‒ anche, come si diceva, attraverso una crescita costante. Quindi, il 25 per cento negli ultimi anni ha portato a generare anche all’estero circa un terzo, il 29 per cento del fatturato del gruppo Bolognafiere realizzato “estero su estero” con risorse che, poi, vengono messe a disposizione dello sviluppo su Bologna. Basti pensare che negli ultimi quattro-cinque anni sono stati realizzati oltre 100 milioni di euro di investimenti sul quartiere di Bologna, con i Padiglioni 28, 29 e 30 e con l’ultimo nato, il Padiglione 37. Una percentuale estera che pone il gruppo sicuramente come leadership a livello nazionale e al pari degli operatori tedeschi, che sono storicamente gli operatori più forti del mercato europeo e anche i primi ad avere, poi, esportato i propri prodotti fieristici all’estero.

    Andrei direttamente, se è possibile, a pagina 13, cortesemente.

    Questo scenario è stato ‒ come tutti sapete ‒ stravolto dall’evento pandemico, che ha comportato una riduzione complessiva del fatturato fieristico nel 2020 di circa il 75 per cento, comportando, ovviamente, un rallentamento di tutti i trend. L’aspettativa di ritorno alla normalità oggi si pone tra il 2024 e il 2025. Con diversi ragionamenti a livello di geografie piuttosto che merceologici, l’attesa ‒ se vediamo un po’ il consensus internazionale sul mercato fieristico ‒ è quella di un ritorno a una normalità tra il 2024 e il 2025. Ovviamente, questo ha fatto sì ‒ andiamo a pagina 14, cortesemente ‒ che anche per il gruppo, che storicamente ha sempre rispettato gli obiettivi di piano, superandoli anche in diversi casi... Ha affermato quello che era un percorso di crescita, che tuttavia il piano (così iniziamo a introdurre anche aspetti prospettici) intende ribadire. Quindi, gli investimenti sottostanti al piano e l’aumento di capitale, che poi è un po’ l’argomento di oggi, sono strumentali a riprendere questo percorso, quindi riaffermare la leadership e non fermare questo trend di crescita.

    Se è possibile, andrei direttamente a pagina 18. Grazie.

    Quali sono le priorità strategiche dal punto di vista industriale del piano strategico del gruppo, che ha come orizzonte di riferimento il 2022-2026? Sicuramente, la prima è proseguire in un trend importante di multifunzionalità. Le strutture, come sapete, sono strutture costose, sia in termini di realizzazione che in termini di gestione. Più si va a focalizzare il tasso di rotazione più c’è la possibilità di copertura dei costi, quindi anche di generazione dei margini. Quindi, sempre più un quartiere a servizio della città, a servizio del territorio, non solo per l’attività fieristica, ma anche per attività diverse. Parliamo di entertainment, parliamo di sport, parliamo di eventi, e così via. Quindi, una maggiore rotazione, occupazione massima del quartiere. Ovviamente, come si diceva, senza dimenticare l’obiettivo della crescita. Crescita che, diversamente dal passato, dove le risorse generate dai marginali di eventi potevano essere messe a disposizione della crescita (pensiamo, per esempio, anche [...], quindi anche in ottica acquisitiva), dovrà essere maggiormente volta a una sostenibilità finanziaria. Le risorse, da qui ai prossimi anni, saranno inferiori rispetto a quelle del passato. Tuttavia, questo non deve precludere la possibilità di crescita. Quindi, ci saranno ancora delle partnership per sviluppare il business e incrementare, come si diceva, l’utilizzazione del quartiere.

    Obiettivo per un player istituzionale del territorio come il gruppo ‒ sono sempre a pagina 18 ‒ non può non essere generazione di business, quindi indotto anche per il territorio, lavorare massimamente con le politiche del territorio. Anche l’obiettivo di rotazione farà sì da incrementare tutto l’indotto, considerando che il settore fieristico è uno dei settori con il più alto tasso di indotto. Ci sono studi che dimostrano che un euro generato in Fiera si traduce, si esplica sino a 10 euro di indotto, se consideriamo tutte le diverse filiere che supportano il mondo fieristico.

    Sicuramente c’è un obiettivo di diversificazione dell’offerta, sia in ambito digitale sia in ambito di servizi tradizionali. Questo significa ampliare la gamma dei servizi: quindi servizi non solo al mondo fieristico, ma al mondo produttivo in generale. Basti pensare che l’esperienza della pandemia ci ha lasciato, tra le pochissime cose positive, la consapevolezza della nostra capacità di lavorare anche fuori dal mondo fieristico. Pensiamo agli allestimenti su tutto il mondo del retail piuttosto che degli eventi, piuttosto che delle strutture temporanee a servizio degli eventi di terzi. Ovviamente, per fare questo c’è anche un potenziamento della struttura di gruppo; gruppo che, come abbiamo detto, ha subìto un’accelerazione fortissima (da 120 milioni a 200 milioni in tre anni). Le strutture e gli strumenti a supporto del business nel piano industriale figurano come uno degli obiettivi principali.

    Andrei a pagina 22, cortesemente.

    Tutto questo piano (abbiamo parlato della componente estera, della componente servizi, della componente di diversificazione) ruota intorno alla città di Bologna. Perché? Perché storicamente c’è sempre stato questo ciclo virtuoso, dove gli investimenti e le risorse generate anche da, per esempio, le società estere venivano destinate allo sviluppo sulla città di Bologna. Anche questo piano industriale ribadisce questa ferma volontà. Quindi, anche in questo caso tutte le risorse saranno destinate sicuramente a supportare la crescita, ma, come storicamente già avvenuto, anche ‒ si parlava in precedenza della componente infrastrutturale, della componente delle strutture ‒ a supporto del nostro business. Quindi, su Bologna, sicuramente, come avremo modo di vedere successivamente, si ribadisce questa forte volontà.

    Se possibile, andrei direttamente a pagina 32, dove introduciamo la dinamica economica prospettica. La versione che vediamo qui è quella che il CdA del 7 ottobre scorso ha approvato. Poi gli eventi l’hanno in parte superata nella sua declinazione temporale, ma hanno confermato questa dinamica economica. Gli obiettivi che vediamo sul 2021 e sul 2022 possiamo confermarli. C’è stato solo uno sfasamento, nel senso che il 2022, come segnalato, prevedeva degli aiuti di Stato in maniera forte, per circa 25 milioni, nel 2022, che sono, invece, stati già ricevuti nel 2021. Quindi, c’è uno shift tra il 2021 e il 2022. Comunque, il 2021 si è chiuso con ricavi per 130 milioni di euro, un EBITDA di 20 milioni e un risultato, dopo l’imposta, a livello consolidato, per circa 130.000 euro. Quindi, siamo riusciti ad andare in campo positivo. Sul 2022 è confermato quel fatturato, al netto della componente aiuti. Quindi, il fatturato dovrebbe essere intorno ai 160 milioni di euro, con un EBITDA che, invece dei 54 che [...] aiuti, sarà inferiore, ma sempre superiore ai 20 milioni di euro.

    È importante, secondo me, focalizzarci sul trend. L’obiettivo al 2026, superata la fase di ritorno alla normalità post-pandemia, è di circa 230 milioni di euro, il che significa una forte crescita, perché nel frattempo il gruppo a livello consolidato è passato ai princìpi contabili internazionali (IAS/IFRS). Quindi, i 196 milioni di euro che abbiamo visto in precedenza sono, a livello di principio contabile internazionale, 174. Significa che da 174 a 231 milioni del 2026 c’è un CAGR, quindi un tasso medio di crescita del 4 per cento all’anno, nonostante in questo arco temporale ci sia stato ‒ e ci sarà ancora ‒ l’impatto per non meno di quattro anni della pandemia.

    Come si diceva, si ribadisce la volontà alla crescita, anche a livello di marginalità. 36 milioni di euro; addirittura, qui, con un tasso di crescita del 5 per cento, puntiamo a superare i 50 milioni di euro al 2026, ovviamente questo grazie a tutte quelle iniziative che abbiamo sinteticamente descritto in precedenza, e un utile, ovviamente, che prima o poi dovrà anche supportare la destinazione di dividendi ai nostri azionisti.

    Superando il dettaglio, andrei a pagina 35, cortesemente. Questa dinamica economica, che è un po’ l’obiettivo e la traduzione in numeri...

    Quella precedente, se possibile. Grazie.

    Quella dinamica economica, con questo trend e con l’impatto della pandemia, che ha determinato un incremento dell’indebitamento, ha evidenziato in fase di redazione del piano industriale, quindi parliamo dell’estate scorsa, un’area di non sostenibilità finanziaria. Perché? Perché il gruppo, avendo subìto una fermata quasi completa nel 2020 e parziale, ma sostanziale anche nel 2021, non è stato in grado di generare quei flussi di cassa che tipicamente generava e che sarebbero andati, poi, a servizio del debito. Quindi, è stato quantificato un fabbisogno finanziario ‒ andrei, a questo punto, alla pagina successiva ‒ per rispondere al quale sono state identificate una serie di azioni. Su questo vediamo, per coerenza, sia la versione approvata dal CdA il 7 ottobre scorso sia, opportunamente segnalate in arancione, quelle che sono state le variazioni: come la società, lavorando insieme ai propri soci, ha identificato la possibilità di copertura di quel fabbisogno. Considerate che con il DL Liquidità, che da marzo 2020 ha dato disponibilità alla società di ricorrere a un indebitamento a condizioni, se vogliamo, favorevoli, il gruppo ha ricorso per oltre 56 milioni di euro, quindi quei 56 milioni di euro di debito sono debito che non avremmo assolutamente contratto in assenza della pandemia.

    Quel debito ulteriore ha dunque generato un incremento del fabbisogno anche dell’istituzione e quindi quell’area che abbiamo visto prima. L'aumento di capitale in fase di piano è stato quindi ipotizzato fino a 25 milioni in CdA, poi valutato di definirlo in 20 milioni, cosa che è oggetto della seduta odierna. L’aumento di capitale in natura, inizialmente in un range tra i 16 e i 30 milioni, ha raccolto la disponibilità dei soci a rafforzare la dotazione patrimoniale del gruppo fino a un massimo di 60 milioni di euro, che poi è l’importo che ha deliberato l'assemblea citata del 19 maggio scorso.

    Questo con un doppio beneficio, in primo luogo di mettere a disposizione della società e del gruppo delle strutture da utilizzare per quella diversificazione, per quella espansione del nostro quartiere, dall’altra parte anche finalità patrimoniale, perché questa dotazione patrimoniale va ad incrementare la nostra capacità di sostenibilità dell’indebitamento, perché sono risorse o meglio asset che testimoniano come anche i soci e la dotazione della società siano in grado di onorare i propri impegni.

    La cessione di asset non strategici è quantificata in 12 milioni in fase di piano, e possiamo già confermarla perché è avvenuta. Si tratta della centrale elettrotermofrigorifera. La rimodulazione del debito è stato un doppio lavoro, quindi attraverso il Decreto Aiuti-Bis si è rimodulato tutto l’indebitamento contratto per il DL Liquidità e c’è stato anche un lavoro con il pool di banche, che è il finanziamento acceso per la costruzione dei nuovi padiglioni e l’acquisto dei terreni.

    È stato raggiunto quindi l’obiettivo di 30 milioni, e poi l’emissione di obbligazioni fino a 25 milioni di euro, che è attualmente in fase di negoziazione con un partner industriale.

    Questo è il pacchetto di misure che nel suo insieme risponde a quel tipo di esigenza.

    A questo punto andrei a pag. 38 per poi concludere. Con questo pacchetto di misure, come vedete dall’allineamento di quelle due rette, la società è in grado di onorare i propri impegni e quindi di non abdicare alla propria prospettiva di crescita e quindi anche al percorso di investimenti, che nell'arco del piano sono poco meno di 50 milioni di euro.

    È un piano che gestisce l’evento pandemico e spinge per il ritorno alla normalità. Dall’altra parte non rinuncia alla crescita e anche agli investimenti, perché 50 milioni di euro in un periodo caratterizzato dalla pandemia sicuramente non sono una cifra trascurabile.

     

    Presidente RONTINI. Grazie al dottor Pericolini e al presidente Calzolari, non so se anche il direttore...

     

    Antonio BRUZZONE, direttore generale Bolognafiere SPA. Solo una parola per rispondere sul discorso degli investimenti sul dimensionamento del quartiere.

    Noi abbiamo un impegno, che prevede per il mantenimento dell’EIMA il raggiungimento di 140.000 metri quadrati netti espositivi che era previsto per il 2024, abbiamo concordato con UNACOMA lo slittamento al 2026, prendendoci lo spazio di due anni che sono gli anni pandemici, quindi per noi è non soltanto possibile, ma assolutamente in linea il raggiungimento dei 140.000 metri quadrati di netti espositivi entro il 2026 per il mantenimento fino al 2032 da contratto della manifestazione EIMA.

    Per quanto riguarda invece tutto lo sviluppo della parte infrastrutturale, la società sta lavorando con le istituzioni, prevalentemente con il Comune e l’ufficio urbanistico, per il potenziamento delle aree anche all’interno del PNRR di risistemazione di tutta la zona di via Stalingrado.

    Soltanto per chiudere, se è sufficiente come risposta.

     

    Presidente RONTINI. Grazie a Bolognafiere e agli altri stakeholder che sono qui con noi e che hanno ascoltato i nostri lavori.

    A questo punto passerei la parola all’assessore Colla per chiudere questo momento di udienza conoscitiva, riaggiornarci con le tappe che vi dicevo prima, per portare a buon esito il provvedimento.

     

    Vincenzo COLLA, assessore. Grazie, presidente.

    Ringrazio il consigliere Caliandro e il consigliere Facci. Caliandro nella sua esposizione ha colto l’essenza strategica, il perimetro dell’operazione. Mi fa piacere la precisazione del consigliere Facci sulla condivisione del progetto, in quanto un’operazione che abbia un consenso dentro l’Assemblea su un asset strategico di tale portata fa piacere anche a noi, quindi recuperiamo se c’è stato qualche spiazzamento e ovviamente in questo scenario proviamo a calibrare meglio anche le valutazioni del piano industriale, del perché come Regione abbiamo deciso di fare un’operazione di tale portata.

    Vorrei chiarire che, per quanto ci riguarda, i 2,5 milioni messi a disposizione sono cifre importanti ed è evidente che, per quanto riguarda l’inoptato, che tra l’altro è poca cosa sui 20 milioni, deve essere il gruppo, ovviamente il CdA, il gruppo dei soci, come è previsto, qualora ci fosse l’esigenza di far fronte all’inoptato, non può essere solo la Regione ma proviamo a metterci insieme, anche perché nei 2,5 milioni avevamo già previsto una quota di inoptato di 200.000 euro. Sono quindi i 2.300.000 euro che ci permettono di mantenere la stessa percentuale societaria, perché questo volevamo per dare un segnale di serietà, ma anche di solidità dell’operazione, ma 200.000 euro sono già sull’inoptato, se anche gli altri soci ritengono che si possa andare in quella direzione.

    Detto questo, sono operazioni di quasi 120 milioni di euro; quindi, non è quel milione che fa crollare il progetto, per dirla tra noi, però mi sembrava giusto puntualizzare la nostra volontà e per quanto ci riguarda, siccome per noi è un fatto strategico credere nelle fiere (poi vi dirò anche le motivazioni), bisogna calibrare bene alcune valutazioni.

    Dietro le fiere non c'è solo un problema di assetto societario, di investimento, le cifre che mettiamo a disposizione sono di più, perché noi, se crediamo in un fattore strategico, dobbiamo ad esempio credere sul fatto dell’internazionalizzazione, ci sono bandi dedicati all’internazionalizzazione, dobbiamo credere a un ridisegno dalla sostenibilità, che diventa anche un fatto di attrattività, abbiamo bandi che andranno sulle fiere sul tema della sostenibilità. C’è un investimento sulle competenze della forza lavoro, perché stiamo parlando di una grande impresa, il gruppo ha 400 dipendenti, quindi il tema delle competenze legate al cambiamento anche di mercati, anche di internazionalizzazione. Abbiamo bisogno di fare investimenti per rafforzare l’autonomia e le competenze.

    L’altro investimento su cui ovviamente non possiamo permetterci di arretrare sono le filiere degli espositori verticali, senza i quali non facciamo la Fiera, quindi è un sistema che teniamo. Se dico Cosmoprof, è un organizzatore, se dico Sensai, è un organizzatore, se dico Sana, è un organizzatore, quindi quelle verticalità che fanno il sistema dialogano con noi in un affidamento e le Istituzioni credono ad un progetto di tale portata.

    Diciamoci la verità, la mission che vogliamo mettere in campo è anche quella di riempire molto più il calendario delle fiere. Adesso non sta a me, perché qui la gestione è in mano al CdA, ma penso che a breve annunceranno la possibilità anche di nuove fiere, che arrivano da altri territori sulla Fiera di Bologna, perché penso che sia in atto un drenaggio dalla piccola fiera che non è più in grado di stare al livello internazionale e sono d’accordo con il consigliere Facci, dobbiamo anche avere un’idea nuova di un ridisegno nazionale, perché quel drenaggio inevitabilmente ci sarà e forse avere degli hub che aiutano, non fanno soccombere, ma tengono in rete un sistema Paese di due grandi hub in questo Paese, ecco, questa è una discussione che con il ministro Giorgetti avevamo già fatto, ovviamente adesso poi ci sarà chi ne avrà la responsabilità. Bene, quindi, questa discussione.

    Sul tema di come arriviamo in tempo ha già risposto il CdA, abbiamo chiesto noi per arrivare in tempo nella legge, nel senso che abbiamo bisogno di spostare in avanti la tempistica, ma anche lì non riusciamo a settembre, ma ad ottobre siamo in grado di erogare, anche per il rispetto dei percorsi partecipativi della Commissione, nel senso che non volevamo nemmeno chiudere la tempistica, il metodo e le modalità che la Commissione si dà ogni volta che dobbiamo fare una legge per permettere di fare la partecipazione.

    Io però voglio spendere due parole su un fatto che ora possiamo dire che condividiamo insieme. Siamo in presenza di un piano industriale 2022-2026 che ridisegna l’asset strategico del gruppo della Fiera di Bologna, perché in quel progetto industriale, come da ottima esposizione del dottore, non dimentichiamo mai che teniamo insieme anche Modena e Ferrara.

    Stiamo parlando di un gruppo che in questa operazione ridisegna, uno, spazi nuovi e riqualificazione, che ci permette ovviamente di avere quelle spalle che a volte gli organizzatori ti fanno perdere, due, le nostre attività nuove che possiamo attrarre con quell’operazione, il nuovo posizionamento commerciale, il cambiamento delle filiere e il cambiamento anche della fiera, perché non è che noi restiamo là e le filiere vanno di là, quando cambiano le filiere, cambia anche l’assetto commerciale e relazionale delle fiere.

    Il consolidamento del patrimonio e della finanza è condizione sine qua non, e per quanto ci riguarda dai nostri esperti in autonomia abbiamo verificato che quel finanziamento è sostenibile rispetto all’operazione di bilancio che qui vi è stata presentata. Non abbiamo consegnato la discussione, l’abbiamo fatta in autonomia guardando le valutazioni esponenziali del bilancio e poi gli investimenti. Guardate che 46 milioni di investimenti 2022-2026 è un fattore inedito in questa fiera.

    In questa operazione di qualificazione competenze e nuovo assetto soci c'è una novità: un nuovo assetto soci (mi sembra che in Assemblea ci sia stato solo 1 astenuto dei 19 soci, quindi siamo in presenza non di diniego, ma di grande competenza, di condivisione sul progetto industriale.

    C’è una novità, il nuovo soggetto che arriva con un finanziamento di 25 milioni è un grande soggetto mondo, un soggetto internazionale, sui 25 milioni di convertendo o convertibile decideranno ovviamente le valutazioni del CdA che lo porterà all’assemblea dei soci, ma non siamo andati in una pozzanghera, siamo andati in un grande soggetto che è in grado di consegnare internazionalizzazione ad una fiera che è già più internazionale di Milano, e da lì poter aggredire Hong Kong, il Medio Oriente, poter aggredire con Cosmoprof la possibilità su un’evoluzione di quella portata.

    Lì ci vai con delle spalle, non ci vai soltanto con il tuo territorio, che è una delle condizioni della discussione a sistema che vogliamo fare in questa Regione, e per quanto ci riguarda ovviamente qualificazione e consolidamento degli organici.

    In questa operazione stiamo parlando di 20 milioni di capitale cash, non di una cosetta, 20 milioni di cash che ovviamente è un moltiplicatore e non dobbiamo avere il timore del ridisegno patrimoniale, perché da nostra valutazione nostra autonoma quei conferimenti, se li avessi presi qualcun altro, non avremmo avuto la possibilità di qualificare tutto il sistema del perimetro della fiera, perché qualcun altro ci sarebbe arrivato in casa mentre abbiamo la possibilità di fare operazioni di visibilità e di ridisegno internazionale dell’assetto fisico di questa fiera.

    L’altra parte è il prestito obbligazionario. Abbiamo condiviso la vendita di asset come non confacenti alla mission, perché sulla centrale elettrica sanno come la pensavo, se dobbiamo far cassa, non si capisce perché fare energia, in quanto preferisco l’investimento delle rinnovabili e mettere i capannoni vuol dire green.

    L’operazione è andata in porto anche bene dal punto di vista delle perizie e quant’altro, ora dobbiamo smaltire l’impatto Covid. Questa operazione non è solo lo smaltimento dell'impatto Covid, ma è un rilancio strategico dell’hub fiera.

    In questo scenario si vuole tornare a 230 milioni di ricavi con margini incrementali, più fiere anche di media dimensione (il CdA ne annuncerà a breve), sviluppare il business degli allestimenti del service (ricordate quella discussione di economia di scala su service e allestimenti, perché i costi di allestimento e di service delle fiere, se ben gestiti, possono diventare un fatto internazionale).

    In secondo luogo, incrementare gli spazi espositivi, arrivare a 900.000 metri quadrati efficienti e sostenibili sempre più vuol dire avere un hub Paese, un impatto su indotto moltiplicatore (hotel, ristorazione, logistica), perché sapete che ogni euro investito dentro la fiera ha un moltiplicatore di un altro euro nel sistema, nella rete fuori.

    Forse (lo dico al presidente Calzolari, abbiamo anche fatto alcune valutazioni) ci sono asset che circondano la fiera, ad esempio sempre più quando un soggetto arriva in fiera. Certo che devono essere sempre più fiere di filiera, quindi bisogna guardare a un sistema che si si presenti in fiera dalla A alla Z, sapere che abbiamo bisogno di presentare molto più la digitalizzazione di queste fiere prima, durante e dopo, ma c’è un'asse di possibilità nuove. Se dico Tecnopolo, c’entra con la Fiera? Se dico digitalizzazione, c'entra con tutti i prodotti? Allora forse una combine strategica quasi di presentazione per far sì che, se arriva un soggetto qui, arrivi dentro un pacchetto di visibilità di intervento e di relazione con il nostro territorio, i musei, le bellezze.

    L’investimento che la Ferrari, che ieri purtroppo non è andata benissimo, vuole fare dentro a Maranello di incrementare il suo museo, pensare di passare da 500.000 visitatori oggi a 1 milione c’entra con le fiere e con il nostro territorio? Io penso che il raggio d’azione che noi dobbiamo guardare su un investimento di tale portata è un moltiplicatore di sistema territoriale.

    Questa è la discussione del perché non solo crediamo in questa operazione, ma investiamo, soprattutto per quartiere sempre più all’altezza delle nostre filiere specialistiche di grande qualità. Non abbiamo produzione di massa, abbiamo produzione di nicchia che sta nel mondo di grande qualità, e questa è l’identità del sistema delle nostre fiere, in grado di esporre dentro e fuori dai padiglioni.

    Stiamo parlando di un’operazione complessiva, la cifra è nota, e c'è un altro fattore che voglio condividere con tutti voi, maggioranza e minoranza. Stiamo parlando di un grande asse di attrattività relazionale, però, per quanto ci riguarda, non abbiamo figli e figliastri, abbiamo condiviso oggi il progetto del gruppo Fiera di Bologna, sapete che abbiamo condiviso insieme il progetto della Fiera di Piacenza, che tra l'altro sta andando benissimo (lo dico perché è una bella iniziativa pilota che fanno) e lì sono entrati nuovi soci.

    Far entrare l’Autorità portuale di La Spezia nell’asset societario di Piacenza vuol dire vedere i corridoi strategici di quel territorio. Vedete le Fiere cosa possono rappresentare anche dal punto di vista nuovo, relazionale? Lì andiamo avanti come andiamo avanti rispetto a Parma, un progetto industriale ottimo di relazione con tutto il terreno dell’altra grande fiera di Milano, perché se diciamo FoodER diciamo una cosa identitaria per i nostri territori.

    Avremo modo di riprendere quella discussione, non voglio spendermi di più perché sono rispettoso dell’autonomia del CdA nella sua discussione, ma sappiamo che potrebbe essere una grande opportunità, i bilanci di Fiera di Parma permettono di giocare quella partita in una discussione di grande serietà, ma ovviamente siamo d’accordo sul progetto industriale di Rimini, non vogliamo star fuori da quella discussione, che ha una sua identità, ha delle sue fiere, ne arriveranno altre anche a Rimini. Vi dico però che, come Regione Emilia-Romagna, non abbiamo mai cambiato idea sul fare economia di scala. Vi comunico che, per quanto ci riguarda, la discussione è ancora aperta, ovviamente sarebbe stato l’errore più grave non scommettere sugli attuali progetti industriali per farli reggere in autonomia, perché quando sei forte, poi fare anche degli accordi, quando sei debole fai dagli accordi deboli.

    Oggi siamo in condizione di rafforzare il tutto e di fare una nuova discussione anche con i nuovi soggetti istituzionali che sono arrivati.

    Grazie veramente per la discussione che avete consegnato e penso che abbiamo veramente la possibilità di consegnare una nuova discussione di driver strategico per le filiere, per l’economia, per il sistema, ma anche per la stabilità istituzionale, stabilità della governance, stabilità del gruppo dirigente, stabilità del nostro sistema.

    La stabilità in questa operazione fa la differenza. Se fossimo stati a ridosso di turbolenze di governance, non avremmo fatto l'investimento. Oggi la stabilità ci mette avanti anche rispetto ad altri soggetti.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, assessore. Grazie nuovamente agli ospiti e ai relatori.

    Sulla linea di quanto indicato procederemo per portare a risultato i nostri approfondimenti, perché le risorse e gli investimenti possano contribuire a rafforzare il sistema Bologna Fiere così come lo avete delineato oggi.

    Salutiamo gli intervenuti e stacchiamo per cinque minuti, perché sapete che la Commissione politiche economiche di questa mattina prosegue in via ordinaria sui temi legati all’agricoltura. Ne approfitto per salutare l’assessore Alessio Mammi che ci ha raggiunti e insieme al quale ci occuperemo dei prossimi progetti di legge.

    Grazie.

     

     

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