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Legislatura XI - Commissione IV - Resoconto del 22/11/2022 antimeridiano

     

    Resoconto integrale verbale n. 23

    Seduta del 22 novembre 2022

     

     

    Il giorno 22 novembre 2022 alle ore 10,00 è convocata, con nota prot. n. PG/2022/28131 del 17/11/2022, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali, in seduta congiunta con la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali,  in modalità mista,  con la presenza, in sede, della Presidente Soncini, dei vicepresidenti Maletti e Marchetti e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Amico (ERCEP), Caliandro, Marchetti F., Montalti, Mori, Rontini, Zappaterra (PD), Castaldini (FI), Cuoghi, Evangelisti (FDI), Facci (Lega), Mastacchi (RCPER), Piccinini (M5S) nonché degli altri partecipanti in via telematica, in attuazione dell’ art. 124, comma 4 bis, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e a seguito della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26.

     

     

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    SONCINI Ottavia

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

      presente

    MALETTI Francesca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    6

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BERGAMINI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

       assente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    assente

    CALIANDRO Stefano

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    COSTA Andrea

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CUOGHI Luca

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PARUOLO Giuseppe

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    4

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    RONTINI Manuela

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    STRAGLIATI Valentina

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    2

      presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

      assente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

      presente


     

     

    E’ presente la consigliera Giulia Pigoni (BP) in sostituzione della consigliera Stefania Bondavalli (BP).

     

    E’ altresì presente  Paolo Calvano, Assessore al bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale, rapporti con Ue.

     

    Presiede la seduta: Ottavia SONCINI

    Assiste la segretaria: Annarita Silvia Di Girolamo

    Funzionario estensore: Angelo Baratelli


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE

    AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

     

     

    5973 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio Sanitario Regionale". (Delibera di Giunta n. 1979 del 14 11 22)

    -           Discussione generale

     

    Presidente Pompignoli. Iniziamo questa Commissione congiunta con l’illustrazione del PDL, che ieri è stato illustrato dall’assessore Donini, oggi abbiamo l’assessore Calvano, che illustra l’argomento, dopodiché passeremo alla discussione.

    Abbiamo presenti i due relatori del PDL, quindi il consigliere Marchetti e la consigliera Zappaterra.

    Prego, assessore Calvano, per l’illustrazione.

     

    Paolo Calvano, assessore. Grazie, presidente. Grazie a tutti i commissari.

    Io non mi soffermerei troppo sul pezzo sanitario, nel senso che il collega Donini credo che ieri vi abbia, anche a seguito della Commissione congiunta che avevamo fatto, rifatto il quadro di qual è la situazione in termini di aumenti di costi che ci sono sul versante sanitario. Questa manovra di fine anno si sommerà a quello che faremo in sede di bilancio per andare in soccorso di un aumento di spese rilevante che c’è stato sul versante sanitario, in particolare per il pezzo relativo ai costi energetici, che, come sapete, ha raggiunto la stima di un surplus di costi pari a 250 milioni di euro, cioè un costo complessivo di circa 380 milioni rispetto a un costo che l’anno scorso era stato di 130 milioni, quindi un aumento, appunto, di 250 milioni. Per cui, stiamo cercando di mettere a disposizione tutte le risorse che abbiamo per poter coprire questo aumento di costi. E questo è un pezzo della manovra su risorse 2022. Sono 15 milioni di euro che abbiamo recuperato – passatemi il termine – da una miriade di capitoli di spesa, dove a novembre queste risorse non erano state impegnate e non c’era una prospettiva di impegno di qui a fine anno.

    Provo a darvi le voci di maggior rilievo per farvi capire il contesto. 4 milioni di euro li abbiamo recuperati dal versante personale, riordino e patrimonio. Faccio un esempio di una cifra, di un pezzo di questi 4 milioni di euro: 455.000 euro derivano, ad esempio, da una riduzione sui fitti passivi, per alcune operazioni che abbiamo fatto di carattere immobiliare. Poi, 500.000 euro derivano, ad esempio, all’interno di questi 4 milioni di euro, da servizi ausiliari per il funzionamento dell’Ente. Quindi, era stato fatto uno stanziamento generalmente prudenziale, siamo arrivati a novembre, non li abbiamo impegnati tutti, quello che non abbiamo impegnato non l’avremmo impegnato di qui a fine anno, quindi tanto valeva metterlo a disposizione della sanità. 170.000 euro che abbiamo risparmiato di spese per vigilanza e pulizie, 145.000 euro di riduzione delle spese di carattere telematico. Poi avevamo fatto uno stanziamento di quasi 10 milioni di euro per la convenzione con le Province. Abbiamo chiuso la convenzione e sono rimasti da parte 374.000 euro. Ecco, la somma di tutte queste cifre, vi ho indicato quelle più rilevanti, fa i 4 milioni di euro che derivano dal versante patrimonio personale e riordino istituzionale.

    Poi avevamo 3 milioni di euro accantonati per eventuali progetti di legge. Non essendo stati fatti, alcuni che potevano avere anche matrice di carattere assembleare, anziché mandarli in avanzo, abbiamo ritenuto opportuno metterli a disposizione di questa operazione. 2 milioni di euro derivano dalla riduzione degli oneri finanziari.

    Generalmente ogni anno, all’inizio dell’anno, facciamo una stima degli oneri finanziari, anche immaginando quelli che possono essere i mutui e l’indebitamento che si va a contrarre. Generalmente ne facciamo meno di quello che ipotizziamo, perché l’utilizzo del margine corrente ci consente spessissimo di evitare di indebitarci, quindi arriviamo a fine anno che generalmente risparmiamo sugli oneri finanziari, che, anziché in questo caso portarli in avanzo, abbiamo pensato di riutilizzare per far fronte a questa spesa emergenziale della sanità.

    Abbiamo, inoltre, recuperato 1 milione di euro da una razionalizzazione delle spese del Gabinetto di Presidenza, circa 1 milione di euro, di cui 500.000 euro riducendo le spese legali dell’Ente e 111.000 euro tratti dalla riduzione delle spese per consulenze e collaborazioni, più una decina di capitoli con 10.000, 15.000 e 20.000 euro, che non sono stati impegnati a novembre e che, quindi, possono essere portati in disponibilità per l’operazione che stiamo facendo.

    Con questo tipo di operazioni – ne cito altre al fine di rendervi ulteriormente edotti – dal versante delle attività produttive abbiamo recuperato quasi 1 milione di euro, alcune, ad esempio, per spese sull’internazionalizzazione delle imprese. Abbiamo già fatto tutto quello che dovevamo fare e sono rimasti circa 400.000 euro. Altri 250.000 euro sono rimasti sul versante delle attività di informazione.

    La somma di tutti questi capitoli ci porta a un budget di circa 15 milioni di euro. Mi sono permesso di leggervi quelli più rilevanti. Potrei aggiungere i 395.000 euro recuperati dal versante cultura, andando a riprendere quello che era rimasto di non impegnato dato che i progetti sono già stati tutti realizzati, per cui quello che non è stato impegnato abbiamo deciso di portarlo a disposizione di questa operazione. Ecco, la somma di tutto questo arriva a 15 milioni di euro, che – la possiamo sintetizzare così – abbiamo recuperato attraverso operazioni di razionalizzazione di spese interne attraverso minori oneri finanziari che non andiamo a pagare grazie alle politiche accorte fatte sull’indebitamento e dal recupero di risorse non impegnate, perché i progetti che valevano su quelle risorse hanno cubato meno o hanno richiesto un impegno finanziario inferiore a quello che prudenzialmente era stato preventivato in sede di bilancio o di assestamento.

    È, quindi, un’operazione molto utile alla sanità e alla copertura degli extracosti energetici, ma che non determina riduzioni sulle politiche dell’Ente.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie, assessore Calvano.

    Diamo adesso la parola ai due relatori, prima al relatore di maggioranza, consigliera Zappaterra, poi al relatore di opposizione, consigliere Marchetti.

    Comunico che, nel frattempo, si è già iscritta a parlare la consigliera Castaldini.

    Prego, consigliera Zappaterra.

     

    Consigliera Zappaterra. Grazie, presidente. Grazie all’assessore Calvano per l’illustrazione.

    Il tema non è nuovo a nessuno. Qualche giorno fa c’è stata una Commissione congiunta molto importante che ha coinvolto sia l’assessore Donini che l’assessore Calvano, che ci ha consentito di essere tutti al corrente del quadro economico-finanziario e della prospettiva che ci deriva dal Covid e con la quale affronteremo la fase che abbiamo di fronte.

    Non voglio ripartire dall’inizio, provo a stare al merito del PDL che affrontiamo oggi, che è semplicemente uno dei diversi segnali che questa Regione sta dando rispetto a quanto la sanità sia una priorità. È un segnale chiaro che diamo con questi 15 milioni di euro, che, come diceva l’assessore Calvano, continueremo a dare con l’impostazione complessiva del bilancio preventivo dell’Ente.

    La situazione è critica, complessa e difficile, non certo per responsabilità della Regione Emilia-Romagna, ma stiamo veramente facendo tutto quello che possiamo per mettere in campo una risposta, in attesa che il Governo dia la sua, questo Governo, come il Governo precedente.

    Questi 15 milioni sono il tassellino per recuperare una situazione – ho detto che non rifaccio il quadro complessivo considerato che nella Commissione congiunta è stato ben chiarito – che certamente nasce da novembre 2021, anno nel quale gli allarmi lanciati sulla tenuta dei conti dei sistemi sanitari si sono concretizzati nel mancato riconoscimento del rimborso spettante alle Regioni da parte dello Stato relativo alle spese sostenute per far fronte alla pandemia da Covid, per implementare la campagna vaccinale e, più complessivamente, per tutte le misure anti-Covid. In quel frangente sappiamo tutti perfettamente che, per raggiungere il pareggio di bilancio annuale, la Regione ha fatto fronte con risorse proprie, garantendo la copertura dei costi e, quindi, assicurando la graduale ripresa di tutti i servizi sanitari ai cittadini. È discussione di questi anni arginare la pandemia, ma allo stesso tempo recuperare tutto il livello qualitativo e numerico delle prestazioni anti-Covid, dalla riduzione delle liste d’attesa al personale medico, e non vado oltre. Però, sono temi che affrontiamo ormai da tempo.

    Nonostante come Regione abbiamo fatto fronte con le nostre risorse, i bilanci delle Aziende sanitarie hanno comunque risentito di un aumento costante del prezzo delle energie, soprattutto quello derivante dall’impiego di gas. Quindi, già nei primi due mesi del 2022, come è venuto fuori bene dalla Commissione congiunta che abbiamo fatto, la Regione ha istituito un sistema di monitoraggio bimestrale dei conti delle singole Aziende, al fine di verificarne puntualmente le dinamiche gestionali dei costi sostenuti e il loro impatto sui bilanci aziendali.

    Il quadro così delineato, soprattutto improntato e derivante dall’emergenza Covid, si è ulteriormente complicato nel febbraio 2022 con il conflitto in Ucraina, che ha portato all’aumento del prezzo del gas e ad un ulteriore rialzo, nonostante gli interventi del Governo per il contenimento dei prezzi. È chiaro che da questo scenario le attività più esposte al rischio, per molti motivi, erano e restano ancora oggi quelle sanitarie, perché proprio per loro natura necessitano di elevati consumi energetici, sia di elettricità che di gas. Grazie al monitoraggio che è stato messo in piedi si è potuto constatare e certificare un incremento, per il 2022, pari ai 250 milioni di euro che ormai conosciamo tutti e che credo sia un numero che abbiamo fissato nella mente. A ciò vanno aggiunti i maggiori costi derivanti dall’accelerazione, come dicevo prima, del tentativo di recuperare le liste d’attesa, nonché tutti i maggiori costi inflattivi e contrattuali, e questo quadro ha prodotto conseguenze significative in termini economico-finanziari sul servizio sanitario regionale.

    La situazione – dico paradossalmente – è stata resa ancor più complicata se si pensa all’impianto del nostro sistema sanitario. Dico paradossalmente perché siamo una delle Regioni che hanno un impianto sanitario prevalentemente pubblico, anzi di matrice praticamente tutta pubblica, ma soprattutto con un impianto fortemente vocato ai servizi di prossimità, alla domiciliarità (la sintetizzo così). Le 130 Case della salute sulle 500 a livello nazionale è chiaro che nei loro costi impattano significativamente anche nel problema di bilancio che ci troviamo ad affrontare oggi.

    In questo scenario, la linea del Governo, come ha ben spiegato l’assessore Donini nella Commissione congiunta, e quando parlo di Governo non parlo solo di quello attualmente in carica, ma parlo anche del precedente, proprio per non entrare in una polemica politica, ad oggi è ancora silente, non fornisce indicazioni sul ristoro per i costi della pandemia sostenuti dalle Regioni. Questo non ci lascia presagire benissimo sul campo dei costi per l’energia. Il decreto “Aiuti Ter” ha previsto uno stanziamento di 1,6 miliardi di euro a concorso dei maggiori costi determinati dall’aumento dei prezzi per l’energia e dal perdurare del Covid, da ripartirsi, però, tra le Regioni a quota d’accesso, non in relazione ai costi effettivamente sostenuti, cifra che risulta ovviamente di gran lunga insufficiente rispetto al reale andamento dei costi che le nostre Aziende sanitarie registrano. Nonostante queste difficoltà, la Regione Emilia-Romagna, sui mancati ristori da spese Covid, non ha mai fatto venir meno l’impegno nella lotta alla pandemia.

    C’è un percorso portato avanti dall’assessore Donini, che coordina la Commissione Economia della Conferenza delle Regioni, rispetto alle richieste di incontro che sono state fatte sia al Ministero della salute che al Ministero dell’economia e delle finanze proprio per trattare i tre principali problemi che le Regioni stanno affrontando, dal problema più significativo, che stiamo discutendo anche oggi, del rincaro dei prezzi delle materie prime, che potrebbe paradossalmente portare all’impossibilità o, comunque, all’enorme difficoltà di dar corso agli investimenti contenuti del PNRR, al problema di revisionare i criteri di riparto del payback farmaceutico. Non ultima, la richiesta di incontro era anche per ridefinire la mobilità interregionale da inserire nel riparto del Fondo sanitario 2022. Quindi, la discussione è ancora molto accesa.

    Noi, come le altre Regioni, siamo molto legati alle decisioni che il Governo prenderà, ma parallelamente non stiamo con le mani in mano, nel senso che come Regione tutto quello che possiamo mettere sulla sanità in termini di risorse, non solo di impegno, lo stiamo mettendo, e questo PDL ne è la dimostrazione.

    Avrei adesso la tentazione di rientrare nel merito di una discussione che è già stata fatta in Commissione congiunta, riprendendo il quadro dei conti e gli scenari che l’assessore Donini e l’assessore Calvano, per competenza, hanno fatto per ripianarli, però siamo alla discussione, non vorrei appesantirla, ma vorrei lasciare spazio ai colleghi. Poi, l’aula sarà un altro momento utile di approfondimento. Quindi, presidente, mi fermo qui. Dopodiché, qualora dovesse essere necessario, riprenderò la parola. Però, credo che l’obiettivo di questo progetto di legge, come ha detto prima l’assessore Calvano, sia molto chiaro: è un pezzo in più per ridare fiato al sistema sanitario regionale e alle Aziende sanitarie.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie, consigliera Zappaterra.

    Prego, consigliere Marchetti.

     

    Consigliere Marchetti Daniele. Grazie, presidente.

    Ieri si è tenuta la Commissione per l’illustrazione del PDL in questione, che ci ha dato modo di ascoltare l’assessore Donini, che ha ricostruito il quadro, che avevamo già sentito anche in precedenti occasioni. Oggi, invece, con questa seduta congiunta delle Commissioni Sanità e Bilancio diamo il via al vero e proprio confronto tra forze politiche su questo progetto di legge, che è stato denominato “Integrazione regionale per il finanziamento del Servizio Sanitario Regionale”, ma che potremmo ribattezzare con “raschiamento del fondo del barile”, perché in sostanza stiamo parlando di questo. L’assessore Calvano, questa mattina, ce l’ha spiegato, dando ovviamente un taglio più contabile rispetto all’illustrazione di ieri dell’assessore Donini, e ci è stato spiegato chiaramente che ciò che è stato fatto con questo progetto di legge in sostanza è quello di andare a recuperare tutte quelle somme non impiegate e riversarle su quel disavanzo tanto discusso.

    Io credo che oggi, però, sia necessario procedere per gradi, partendo ovviamente dalla relazione dell’articolato di questo progetto di legge, per restare sul merito, come ha giustamente detto la relatrice di maggioranza, collega Zappaterra, venendo poi alle varie tabelle contenute nel progetto di legge e passando, in conclusione, a qualche considerazione più generale, perché è inevitabile allargare il raggio della discussione a questioni che vanno al di fuori degli aspetti puramente contabili che oggi trattiamo qui in Commissione.

    Ebbene, partendo dall’articolato e dalla relazione, prendiamo atto che questo progetto di legge si baserebbe un po’ anche sul risultato di quei monitoraggi, che sono stati effettuati con cadenza bimestrale, compiuti nei confronti delle Aziende sanitarie, monitoraggi – lasciatemelo dire – che non abbiamo mai visto una sola volta in Commissione Sanità, nonostante le diverse richieste che come forze politiche abbiamo avanzato in diverse occasioni. Abbiamo sempre chiesto di poter fare delle analisi e delle valutazioni su questi monitoraggi, che però non ci sono mai stati mostrati. Tra l’altro, mi risulta che i monitoraggi ad un certo punto siano diventati addirittura mensili, almeno a detta di alcuni direttori generali di Aziende sanitarie del nostro territorio, ma di questo non abbiamo mai visto assolutamente nulla. Questo è già un primo elemento di criticità sull’intero percorso che è stato portato avanti da allora fino ad oggi, perché stiamo parlando di monitoraggi che sono partiti, se non erro, con le prime indicazioni che abbiamo dato come Commissione Sanità alle Aziende sanitarie verso marzo. Quindi, di mesi ne sono trascorsi, eccome, e fino ad ora non abbiamo visto assolutamente nulla, ripeto, nonostante le richieste di diversi Gruppi consiliari presenti in Commissione Sanità.

    Vengo al contenuto del PDL. Si parla delle forti criticità dovute all’aumento dei prezzi energetici, al perdurare degli effetti della pandemia, all’accelerazione sul recupero delle liste d’attesa, all’aumento dei costi sugli acquisti, ma venendo all’articolo 1 notiamo che, invece, si parla soltanto del problema legato all’aumento dei costi dell’energia. Torno su un tema che ho cercato di affrontare anche quando abbiamo fatto la seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Sanità, perché credo che sia importante iniziare a ragionare effettivamente sulle varie fette che vanno a comporre il disavanzo che stiamo discutendo anche oggi. Infatti, se non erro, stiamo parlando di circa un 44 per cento di spese Covid, di circa un 32 per cento di costi energetici, più un 24 per cento in cui rientrano le prestazioni per il recupero delle liste d’attesa, la cosiddetta “emergenza inflattiva” e l’aumento dei costi sugli acquisti. Quindi, già di per sé qui potremmo aprire una riflessione su questioni che stiamo portando avanti da mesi in Consiglio e nelle sedi consiliari di una maggiore attenzione anche sugli acquisti, però non abbiamo mai avuto un quadro dettagliato e completo sulla composizione di questo disavanzo. Almeno, ho cercato di chiederlo durante quella Commissione che si è tenuta, che ricordavo prima, ma una risposta chiara non l’abbiamo mai avuta.

    Entrando nel dettaglio, andiamo a vedere da dove vengono recuperati questi circa 15 milioni di euro, che è un’operazione che avviene tra le competenze e la cassa. Partiamo dalla Missione 1, che è quella relativa a servizi istituzionali e generali di gestione, principalmente tolti in questo caso da organi istituzionali, quali gestione economica, programmazione, provveditorato, gestione beni demaniali e patrimoniali, sistemi informativi, risorse umane. Così come la Missione 3, che è quella relativa a ordine pubblico e sicurezza, principalmente tolti da polizia locale, amministrativa e sicurezza urbana, tutela e valorizzazione beni e attività culturali. Anche qui sono stati tolti ad attività culturali. Ancora, anche su politiche giovanili e sport vi è stata una riduzione, come sul turismo, sullo sviluppo e valorizzazione del turismo della nostra regione. Così come la Missione 8, che è quella relativa a edilizia abitativa, principalmente tolti da urbanistica e assetto del territorio. Così come sviluppo e tutela del territorio e ambiente, dove vengono tolti principalmente da difesa del suolo, tutela, valorizzazione e recupero dell’ambiente, qualità dell’aria. Poi potrei andare avanti con la Missione 12, Diritti sociali e famiglia, da dove vengono tolti interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale, programmazione servizi sociosanitari e sociali. Poi una parte molto corposa, la Missione 14, sviluppo economico e competitività, principalmente tolti da industrie, piccole e medie imprese, artigianato, reti e servizi di pubblica utilità, commercio e consumatori; Missione 15, politiche del lavoro e formazione, principalmente tolti dalla formazione (anzi, tutto, non principalmente); agricoltura, agroalimentare e pesca, quindi si va a togliere allo sviluppo del settore agricolo e del settore agroalimentare così come della caccia e pesca; Missione 17, energia e fonti energetiche, principalmente tolte dalle fonti energetiche, così come relazioni con altre autonomie territoriali, che è la Missione 18: anche qui vengono tolte delle risorse; Missione 19, relazioni internazionali; la Missione 20, ovviamente, fondi e accantonamenti, come poi è stato anche ricordato in diverse illustrazioni.

    È quindi un intervento a tutto tondo, che giustamente, come ha ricordato anche l’assessore Calvano, va a toccare una miriade di Missioni e capitoli di bilancio. Qui credo che al di là delle macro voci e dei macrotemi, sia importante dare ai consiglieri tutte le informazioni per i singoli interventi e capire realmente per quale motivazione non sono state spese queste somme.

    Oggi sì, queste somme tornano utili, è vero, perché vengono riversate sulla sanità, che è un settore estremamente in difficoltà. Ci sono però diversi elementi che dobbiamo tenere in considerazione, ovvero, che cosa non abbiamo fatto per ritrovarci queste risorse a bilancio oggi, e che cosa non è stato fatto, nel frattempo, per ridurre, al contempo, la spesa relativa al Servizio sanitario regionale.

    Io credo che la narrativa delle difficoltà che tutte le Regioni stanno vivendo, che è vera, regga fino a un certo punto per quanto riguarda l’Emilia-Romagna.

    È un aspetto che ho affrontato anche in altre occasioni: mi risulta che la Regione Emilia-Romagna, al pari di altre realtà regionali, più o meno simili come servizio sanitario, più o meno simili come numero di abitanti, più o meno simili anche per quanto riguarda l’impatto del Covid subìto, abbia registrato, la Regione Emilia-Romagna un disavanzo molto superiore. Ho analizzato alcuni dati: Regioni più o meno pari alla nostra stanno registrando e prevedendo un disavanzo di circa 300 milioni di euro. Non sto qui a fare una classifica per appartenenza politica o meno di chi guida quella Regione; però capite che noi partiamo da un disavanzo molto, ma molto superiore.

    Possiamo tenere in considerazione l’elemento delle Case della salute finché vogliamo, ma mi sembra un disavanzo molto, molto sproporzionato rispetto ad altre realtà regionali. Non possiamo andare avanti a battere soltanto cassa nei confronti dello Stato. Certo, è importante mantenere quegli impegni che ci siamo presi con le altre Regioni e portare avanti quelle richieste che sono state condivise da tutti i presidenti di Regione e che verranno presentate all’attuale Governo in carica. Credo però che un minimo di auto analisi, non dico autocritica perché significherebbe pretendere troppo probabilmente, sarebbe più che necessario. Non dimentichiamolo: ci sono state figure dirigenziali vostre, che hanno parlato di malagestione della cosa pubblica. Oltretutto, anche recentemente avete creato delle figure dirigenziali nuove, nonostante il rosso di bilancio, come i dirigenti assistenziali, che sono stati inseriti per legge regionale. Qui Donini ci disse, rispondendo, mi pare, a un’osservazione del consigliere Pelloni durante l’ultima Commissione sanità “non andiamo a sminuire un intero settore del comparto”. Qui non c’è nessuno che vuole sminuire un intero settore di comparto come quello infermieristico, però capite bene che andare a inserire una figura dirigenziale in un momento di difficoltà economica, quando nessuna Regione, a parte la Provincia autonoma di Bolzano, l’ha fatto mi pare alquanto singolare, soprattutto in un momento così difficile per i conti.

    Poi vogliamo riportare qualche altro esempio, come la struttura area monitoraggio impatto Covid che avete creato, che non ha prodotto alcun report, pur avendo una dirigenza abbondantemente pagata con uno stipendio pari a quello del direttore generale? Questa è una scelta oculata e virtuosa per quanto riguarda la sanità del nostro territorio: pagare una struttura che per vostra stessa ammissione non ha prodotto alcun report, fino ad oggi, pur essendo stata abbondantemente pagata? Non credo sia una scelta virtuosa, almeno, invito i colleghi ad alzarsi e a dirmi: sì, è una scelta virtuosa e oculata, questo. A quel punto allora alzerei le mani in segno di resa, perché ci saremmo davvero detti tutto.

    A fronte di tutta questa situazione, quindi, preso atto delle manovre contabili per cercare di mettere una pezza ad un buco molto più grande, perché, ricordiamolo, restano ancora scoperti 377 milioni, non vorremmo ritrovarci con delle problematiche che ci potremmo trascinare nel prossimo bilancio di esercizio di previsione, che non abbiamo ancora visto, quindi è anche difficile fare un’analisi completa. Non ci vorremmo ritrovare anche con un blocco totale o parziale del turnover in sanità, facendo così numerosi passi indietro rispetto ai progressi che sono stati fatti in questi ultimi mesi. Quello che chiediamo noi, ma non sta a me, oggi, in veste di relatore, esprimere già un voto perché dopo ogni Gruppo farà le proprie valutazioni, e credo di parlare a nome di tutti i Gruppi di minoranza, perlomeno di coloro che mi hanno nominato, è pretendere un percorso in parallelo di riforma del Servizio sanitario regionale. In sostanza, l’intervento che oggi voi state proponendo è soltanto un tentativo di rincorrere l’emergenza, ma dal punto di vista strutturale non si propone la benché minima soluzione.

    Ci sono proposte portate avanti dall’opposizione, che sono ferme da mesi, che mirano ad aprire un dibattito sulla razionalizzazione e l’efficientamento dei servizi tecnici e amministrativi regionali che propongono di intervenire sugli acquisti, andando a centralizzare ed efficientare anche questo settore senza ridurre la qualità dei servizi. Ma sono tutte riflessioni che restano purtroppo ferme al palo, perché questa Giunta ci pare più concentrata ad inseguire l’emergenza, con un intervento che potremmo definire spot, pur comprendendo che stiamo parlando di tanti milioni, ma che rappresentano una goccia nel mare che potremmo ritrovarci comunque nella prossima annualità. Quello che chiediamo quindi in sostanza è proprio questo: va bene rincorrere l’emergenza, ma iniziamo a ragionare anche su degli interventi strutturali di riforma del Servizio sanitario regionale.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie, consigliere Marchetti.

    Prego, consigliera Castaldini.

    Non ho altri iscritti, poi, per gli interventi.

     

    Consigliera Castaldini. Grazie, presidente. Anzi, presidenti.

    Questa legge, assessore, rappresenta appena 15 milioni di euro su un bilancio preventivo sanitario che cuba 10.154,26 milioni e ha un buco di 838: stiamo parlando dello 0,15 per cento. C’è chi l’ha chiamato raschiare il fondo del barile, io dico poca cosa, briciole, raccolto attraverso il taglio di ben 75 pagine di piccole voci (quella nel bilancio ordinario della Regione).

    Forse tutti noi abbiamo memoria di alcuni compagni particolarmente abili di Università che quando, nonostante avessero famiglie che provvedevano a loro, tornavano a casa durante le vacanze invernali con i vestiti peggiori, per sollecitare una mano in più ai propri genitori, a chi in teoria doveva aiutarli.

    Dico questo, e faccio questo esempio, perché ho come la sensazione che questa legge serva, eccome, ma per presentarsi a Roma e per esplicitare un bisogno che c’è, perché è evidente che altrimenti non si riesce ad andare avanti. Però, mi sono chiesta: è possibile che tagliando questi 15 milioni siamo a posto? Ovviamente no. Lo sa la maggioranza, lo sa la minoranza.

    Io ho a cuore, e lo farò fino alla fine di questo lungo percorso che ci accompagnerà fino al bilancio, di ripercorrere com’è stato chiuso il bilancio del Servizio sanitario regionale del 2021, così da poter chiedere, assessore Calvano a lei, che proprio oggi sostituisce Donini, in quali pieghe del bilancio si riusciranno a trovare gli 838 milioni di euro che ci separano dal pareggio di bilancio, perché onestamente a me non è ancora chiaro, ma è un problema mio, sicuramente.

    Il risultato di esercizio della gestione Covid-19 al quarto trimestre 2021 (preconsuntivo consolidato) è risultato negativo, pari a un disavanzo di 416,323 milioni di euro. La Regione ha stanziato per il 2021 risorse proprie per complessivi euro 131,603 milioni, cui si aggiungono ulteriori risorse regionali accantonate sul bilancio della gestione sanitaria accentrata nella misura di 206,963 milioni di euro.

    In particolare, per quanto il servizio sanitario regionale abbia conseguito il pareggio di bilancio, non risultano rispettati gli obiettivi di contenimento dei costi per personale del Servizio sanitario regionale, articolo 11 DL n. 35 del 2019. Questo, infatti, è stato disatteso per circa 128 milioni di euro.

    L’anno scorso abbiamo approvato una variazione da 59 milioni di euro, analoga a questa, e quasi tutta legata al recupero del buco in sanità. Mentre oggi, con un disavanzo doppio, abbiamo appena 15 milioni. L’entità debitoria al 31 dicembre 2021 per le anticipazioni passive da liquidare nel settore sanità ammontano a 781,49 milioni di euro.

    Insomma, assessore, la mia domanda è questa e sarà sempre questa: in questo modo si è riusciti a superare il 2021, ma il 2022, con i fondi di riserva pressoché azzerati come si fa a ripianare il bilancio del Servizio sanitario regionale del 2021? Non certo con la legge in discussione di oggi, questo è evidente a tutti.

    Io credo che sia molto importante, soprattutto in questa situazione politica ed economica, che si debbano sia all’Assemblea che a questa Commissione la trasparenza, il rispetto, e io credo che la risposta a queste domande è soprattutto necessaria per quel richiamo che facevo, che è un richiamo di pochi giorni fa: quello della Corte dei conti che ci ha appunto detto che non risultano rispettati gli obiettivi di contenimento dei costi per il personale del servizio sanitario, cosa che onestamente mi preoccupa molto e che riproporrò in questi giorni, anche domani in Assemblea.

    Grazie.

     

    Presidente Soncini. Grazie, consigliera.

    Consigliera Evangelisti, prego.

     

    Consigliera Evangelisti. Grazie, presidente.

    Abbiamo ascoltato ieri la relazione illustrativa dell’assessore Donini, che ci ha parlato di tante cose, ma a mio avviso, a nostro avviso poco ci ha parlato di questo documento contabile. Ci ha parlato della sanità della Regione Emilia-Romagna, della sanità della Regione Veneto, delle similitudini tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Toscana nella gestione delle Case di comunità, ci ha fatto una prospettazione del panorama nazionale e di quello che l’assessore oggi, in quanto delegato, andrà a fare e a chiedere a Roma, di chi incontrerà.

    Abbiamo ascoltato questa mattina, invece, la relazione dell’assessore Calvano, che ha dato per scontato e ha preso atto di quella relazione, soffermandosi sul documento che ci viene prospettato. Condividiamo molto l’espressione utilizzata dal relatore Marchetti per ribattezzare questo documento, ovvero, “raschiamento del fondo del barile”. Perché? Perché in realtà si tratta meramente di un documento contabile dove vi è un prospetto di revisione di spesa, dove si evince chiaramente che ci sono decurtazioni su tutto e aumenti alla voce sanità per 15 milioni. Non ci troviamo d’accordo quindi nemmeno sulle dichiarazioni che abbiamo letto questa mattina a mezzo stampa, in cui si dice che la Regione, l’assessore Donini, mettono sul piatto 15 milioni. In realtà, si recuperano 15 milioni e li si recuperano andando a razionalizzare altre missioni e altre voci di spesa. La differenza quindi la si rinviene in questo documento, semplicemente nei flussi finanziari fra cassa e competenza.

    La realtà è che vi è la necessità, per le motivazioni di cui alla premessa di questo documento, di riallocare questi 15 milioni: nelle previsioni 2022 in pratica sono attribuiti in aumento alla voce sanità e semplicemente diminuiti nelle altre missioni. Alla fine quindi i numeri complessivi risultano invariati, ma all’interno delle missioni, come ho detto all’inizio dell’intervento, la finalità è quella di trovare questi 15 milioni.

    Il dettaglio di tutto quel documento e il sunto di quanto ho appena detto lo troviamo nelle pagine da 75 a 86 del prospetto economico. Vediamo che lì, tagli in realtà ci sono. Intanto una puntualizzazione: possiamo vedere come alla voce salute sono stati dati, per così dire, 15 milioni, ma diminuiti per quanto riguarda le previsioni di cassa 121.850 anche per taglio sulle spese di sanità, e questi sono conti che si fanno con la calcolatrice. Sono stati dati 15 milioni, ma diminuiti 23.740 per taglio di spese sulla sanità anche alle previsioni di competenza.

    Sulle singole voci: molte sono state già citate dal relatore Marchetti. Anche noi abbiamo rilevato un taglio sull’ordine pubblico e sulla sicurezza, di cui a pagina 76, un taglio di quasi 400 milioni sulle attività culturali, sulla valorizzazione dei beni culturali, a nostro avviso è un peccato, perché si trattava di un punto di forza per Bologna; un taglio sullo sport, che è salute e aggregazione giovanile, e che in un certo qual modo incide anche sulle politiche sociali, toglie i ragazzi dalla strada, rafforza la socialità. Vi è un taglio sulla valorizzazione e sul recupero ambientale con tutto quello che ne consegue sulla eco-sostenibilità, sulle problematiche relative all’eco-sostenibilità, le problematiche sui rifiuti; vi è un taglio su trasporti e mobilità. Ci piacerebbe sapere nel dettaglio su che cosa si interviene; un taglio, come si è detto, sullo sviluppo economico, imprese e artigianato, a nostro avviso, in questo momento è impensabile tagliare proprio su questa voce, e così anche sulle politiche per il lavoro; un taglio sull’agricoltura e sulle politiche agroalimentari, quindi ancora tagli in questo settore che finirà per essere ammazzato; e tagli anche con le relazioni sulle autonomie locali che sono, a nostro avviso, invece, queste relazioni sempre necessarie in un’ottica di cooperazione.

    C’è un taglio in fondi e accantonamenti, e pongo una domanda: ci piacerebbe sapere quali erano le giustificazioni per cui sono stati fatti questi accantonamenti, per poi poter fare una riflessione sui tagli. Ci sarebbe piaciuto, e concludo, anche un po’ di autocritica, quindi bene l’illustrazione della situazione nazionale, della situazione locale, il calo-bollette, le spese Covid. Però ci sarebbe piaciuto comprendere, proprio anche sulla base della disamina che si dice nella parte generale di questo progetto di legge, nella relazione che è stata fatta, vorremmo capire se saranno posti in essere correttivi e se saranno adottate anche misure diverse proprio nella gestione.

    Una raccomandazione: l’ascolto e l’attenzione anche ai territori, e quando parlo di territori mi riferisco ai Sindaci, non ultimo il Sindaco di Bologna che chiede di non tagliare i servizi.

    A nostro avviso non si è trattato, con questo documento, soltanto di recuperare risorse non impiegate, ma in realtà, se ci viene dimostrato il contrario, ne prenderemo atto ed effettueremo valutazioni diverse; ma ad oggi, in realtà ci sembra che siano effettuati tagli proprio su servizi, e anche importanti.

    Grazie.

     

    Presidente Pompignoli. Ci sono altre richieste d’intervento?

    Consigliere Mastacchi, prego. Anche lei, consigliere Facci, poi si prenota.

     

    Consigliere Mastacchi. Grazie, presidenti.

    Anche il mio intervento andrà molto nella direzione di quelli che mi hanno preceduto. Aggiungo solo poche cose, perché quelle dette sono assolutamente condivisibili. Prima di tutto, la preoccupazione rispetto alla dimensione del problema: in tutta sincerità avevo la convinzione che con l’avvicinarsi del fine anno si sarebbero concretizzate delle soluzioni di dimensioni ben più ampie rispetto a quelle prospettate oggi con questo progetto di legge. Come infatti è stato detto prima, è un provvedimento che rappresenta solo lo 0,15 del problema complessivo.

    Non so se è sfuggito qualcosa me, e magari chiedo anche ai colleghi, in particolare all’assessore, al netto di quello che può succedere oggi a Roma, che cosa sarà del bilancio regionale nel caso in cui da Roma non arrivino dei provvedimenti più sostanziosi rispetto a questo problema. Concordo molto con l’intervento del relatore di minoranza, che chiede di mettere in parallelo alla soluzione del problema di bilancio, anche una riflessione sulla situazione generale, quindi sul fatto di riprogettare un po’ la sanità regionale. Anche perché, l’occasione è “ghiotta” anche dal punto di vista della riparametrazione delle attività delle singole aziende. Infatti, si vedono anche nei numeri delle differenze, lo sbilancio, il disavanzo delle singole aziende rispetto al dato totale. Questo sarebbe interessante da vedere, andando a riparametrare il disavanzo rispetto anche alla qualità della sanità percepita in quei territori. Faccio due esempi: nella zona della Romagna, molto spesso ci sono delle polemiche su alcune situazioni, anche strutturali, eccetera; altro esempio, molto più forte dal punto di vista invece delle risposte proprio organizzative-sanitarie nella zona di Parma: non passa giorno in cui non si leggano articoli di stampa dove ci si lamenta, e i sanitari stessi si lamentano della situazione che stiamo vivendo.

    Quanto al tema del personale, una parte di questi pochi fondi, ahimè, sono stati recuperati dalle spese per personale, in un momento in cui sappiamo che uno dei problemi principali è proprio quello: il fatto che sul fronte dei medici, in particolare dei medici di medicina generale, e sul fronte degli infermieri abbiamo grandi difficoltà a coprire e a rispondere ai bisogni dei territori.

    L’altro macrotema che metterei in parallelo all’argomento della riorganizzazione generale è quello delle spese energetiche. Questo è un argomento che io ho già sollevato anche in corso di discussione in aula sulla progettazione complessiva del risparmio energetico regionale. In quella sede avevo detto che ci sono documenti programmatori molto ampi, molto di prospettiva, ma ben poco si sta facendo nelle cose più piccole che possono dare delle risposte nell’immediato.

    Credo che anche nella sanità, da questo punto di vista ci sia tanto da fare, e che si dovrebbe cominciare a fare qualche intervento di riqualificazione, da quelli più concreti (revamping, piuttosto che alcune riqualificazioni energetiche, piuttosto che l’installazione di impianti di produzione di energia alternativa e così via), che potrebbero dare delle risposte già sui bilanci 2023-2024 e così via.

    Per cui, anch’io esprimo la mia preoccupazione sul fronte della situazione generale. Chiaramente, al netto di questo piccolo provvedimento che andiamo ad analizzare oggi, credo che rimaniamo tutti sospesi in attesa del ritorno del nostro assessore da Roma, speriamo con qualche notizia positiva. Se così non sarà c’è veramente da preoccuparsi.

    Grazie.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie, consigliere Mastacchi. Consigliere Facci, prego. Poi il consigliere Amico.

     

    Consigliere Facci. Grazie.

    Non ripeterò quanto già efficacemente rappresentato dal collega Marchetti sulla debolezza di questo provvedimento, nonostante tentativo di reperire anche l’ultimo centesimo in giro per i capitoli di bilancio.

    In realtà, vorrei chiedere diverse precisazioni nei dettagli di queste spese che vengono recuperate. Sicuramente ci sono delle osservazioni da fare, ma forse perderemmo troppo tempo, quindi magari farò immediatamente una richiesta agli uffici di avere un quadro analitico.

    Sicuramente non mi convince la parte che riguarda la gestione del patrimonio immobiliare, l’assessore sa perché. Visto che ha citato i 455.000 euro che deriverebbero da un risparmio sui fitti passivi, credo che poi ci confronteremo in aula sui valori complessivi di tutti quelli che sono i debiti e crediti rispetto al patrimonio immobiliare.

    Faccio un’osservazione diversa, così non ripeto nulla di quanto è già stato detto. Questo PDL motiva la necessità di ricorrere a questa manovra, che permetterà, abbiamo detto, un recupero solamente di 15 milioni, in maniera precisa. Si fa riferimento ai monitoraggi bimestrali, fatti dalla Regione sui conti economici delle aziende sanitarie, che hanno evidenziato queste criticità rispetto alla tenuta degli equilibri di bilancio dovuti a: incremento dei costi di produzione, derivati in particolare dall’aumento dei prezzi delle fonti energetiche; perdurare degli effetti della pandemia; accelerazione delle attività per il recupero delle liste di attesa; nonché maggiori costi inflattivi e contrattuali.

    A ciò si aggiunge il significativo scostamento tra le risorse attese dal livello nazionale e costi effettivamente sostenuti. Questa è la base di partenza che muove questo PDL. Ora tenendo presente questo aspetto, visto che parliamo di un PDL finalizzato a ripianare in maniera infinitesimale il buco della sanità regionale, vorrei fare un focus sul cosiddetto payback sui dispositivi medici. Tra l’altro, è una bomba che sta scoppiando a livello nazionale, sicuramente, ma che ha la sua origine nella gestione, oculata o meno, delle risorse a livello regionale.

    La Regione, visto che siamo in Commissione bilancio congiunta con la Sanità, dovrebbe spiegare come mai la Regione-Emilia Romagna sfora sistematicamente la spesa data e conosciuta in anticipo sull’acquisto dei dispositivi medici.

    I dati sono usciti in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre: c’è già un’interrogazione a firma dei colleghi del Gruppo Lega sulla quale stiamo attendendo risposta dall’assessore. Però, visto che si parla di un PDL finalizzato a ripianare il buco della sanità, credo che l’argomento debba essere quantomeno illustrato anche qui.

    Tra il 2015 e il 2018 non c’era stata la pandemia, non c’erano i costi energetici, o meglio erano quelli di allora, e non c’erano stati gli incrementi di oggi. Ad esempio, del 2015, a fronte di un fondo sanitario nazionale che trasferiva poco più di 8 miliardi la Regione aveva il 4,4 per cento a disposizione per l’acquisto di dispositivi medici, cioè aveva circa 354 milioni. Ne ha spesi 440, cioè ha speso in più 85 milioni. Nel 2016 ha speso in più 77,4 milioni; nel 2017 ha speso in più 78,7 milioni; nel 2018 ha speso in più 123,747 e rotti milioni; poi arriveranno il 2019, il 2020 e il 2021.

    Questo cosa indica? Indica un criterio di spesa fuori controllo, dove l’assessorato dovrebbe quantomeno spiegare come mai si è arrivati a questo. Non c’entrano niente le ragioni che oggi portano il PDL in discussione.

    Cosa vuol dire, quindi, e vengo alla fine a quello che ha ricordato il collega Marchetti? Ci deve essere necessariamente un ragionamento a tutto tondo su come questa Regione gestisce la spesa sanitaria. Senza di questo, noi potremo fare tutti i PDL del mondo, a parte il fatto che sono insignificanti perché, lo hanno ricordato la collega Castaldini e tutti i colleghi che mi hanno anticipato, 15 milioni su un disavanzo così ampio in realtà è veramente di poco.

    Abbiamo un problema strutturale a monte. O viene data una risposta a questo oppure io credo che faremo molto fatica domani a far quadrare tutti i conti. Grazie.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie, consigliere Facci. Consigliere Amico e poi consigliera Catellani.

     

    Consigliere Amico. Grazie, Presidente. Io invece mi vorrei soffermare su degli altri accenti rispetto al PDL che stiamo esaminando oggi in questa Commissione congiunta.

    Io credo che in qualsiasi amministrazione, penso anche a livello delle nostre amministrazioni comunali, nel momento in cui si affrontano delle spese straordinarie e non dovute alla diretta responsabilità degli amministratori, qualsiasi sindaco, qualsiasi impresa, qualsiasi soggetto fa un ragionamento su quelle che sono le spese non ancora maturate. Ad andare alla fine dell’anno, le colleziona per concorrere a una tenuta.

    In particolar modo, dal mio punto di vista, questa tenuta e questa destinazione di risorse, che, è vero, vengono sottratte a più capitoli, vengono raccolte da più capitoli per concorrere alla composizione dell’equilibrio della spesa sanitaria, ha a maggior ragione una validità proprio nel momento stesso in cui viene destinata alla spesa sanitaria.

    Noi sappiamo che nel corso di questi due anni, oltre al tema della pandemia e dei rincari energetici, abbiamo rilevato a tutti gli effetti una richiesta di maggior cura e sanità da parte della cittadinanza emiliano-romagnola e in maniera impetuosa, proprio per gli effetti della pandemia, proprio per gli effetti anche di una minaccia che sostanzialmente ci ha coinvolto e continua a coinvolgerci anche adesso, per quanto riguarda lo stato della salute e del benessere dei cittadini.

    Questo si compone sicuramente di tanti aspetti, dello sport, della cultura, della formazione, della vita delle imprese, ma soprattutto si estrinseca proprio attraverso quelli che sono i servizi sanitari e socio-sanitari, servizi sanitari e socio-sanitari che hanno avuto un impatto molto forte sulla finanza pubblica nel corso di questi due anni. Questo impatto forte sulla finanza pubblica però non ha visto, proprio perché siamo nella Commissione Bilancio, una corrispondente elevazione di quella che è la spesa sanitaria nazionale rispetto a quella che era la richiesta della spesa sanitaria derivante dai territori.

    È stato analizzato, è stato detto in più occasioni che nel corso degli ultimi dieci anni, cioè dal 2010 al 2019, la compressione della spesa sanitaria nazionale è stata pari a circa 37 miliardi di euro. Quindi noi siamo andati sempre in calando. Si è avviata un’inversione di tendenza a partire dall’annualità 2020 e poi questa inversione di tendenza, questo incremento progressivo dei 2 miliardi l’anno dal 2020 in avanti con la legge di bilancio 2019 del Governo del governo Conte-bis a un certo punto è stato completamente eroso da tutta un’altra serie di fattori, che sono stati i rincari energetici, il contratto di lavoro nazionale per quanto riguarda il personale medico eccetera, eccetera.

    Alla crescita impetuosa di richiesta di assistenza sanitaria non ha corrisposto l’analoga o corrispondente dotazione economica e finanziaria dal punto di vista dello Stato. Come sappiamo, dei 10 miliardi circa di cui è composto il bilancio sanitario regionale, questi sono corrispondenti a quanto viene erogato da parte dello Stato nei confronti della Regione per amministrare quello che è il sistema sanitario regionale e da sempre la Regione ha ulteriormente implementato con fondi propri la spesa sanitaria derivante dai fondi nazionali per dare quelle risposte a tutte quante le necessità extra LEA, attenzioni eccetera che il sistema sanitario regionale ha sempre dato ai cittadini emiliano-romagnoli.

    Non solo, a parte nel 2020, che chiaramente aveva delle limitazioni di movimento, una buona parte di cittadini italiani ha sempre utilizzato e usufruito del sistema sanitario regionale, in un interscambio anche di carattere economico tra Stato e Regioni, perché le prestazioni avevano una certa qualità e una certa celerità.

    Sul tema dei dispositivi medici io penso che, al di là di quelle che sono le regole specifiche di cash-back o altro, i dispositivi medici sono le protesi acustiche, sono le protesi d’anca, sono elementi per i quali io credo che uno sforzo, anche di investimento, da parte della Regione per dare risposta alle esigenze dei cittadini sia encomiabile.

    Spesso e volentieri abbiamo visto, proprio sui dispositivi medici, una contrazione della spesa anche del sistema sanitario regionale, non dando risposta a quelle che erano le esigenze per le persone con disabilità fisica o altro, rallentando i termini di rinnovo del dispositivo medico che veniva utilizzato per queste. Ne ho fatto esperienza anche io direttamente. Quindi, ben venga una parte di attenzione e di cura da parte del sistema regionale nei confronti di queste persone; così come ben venga quello che è stato sempre rappresentato e che è uno dei fattori che, secondo me, dà il segno di quanto quella spesa non sia solo ed esclusivamente una spesa ma un investimento, ovvero tutta quanta l’attività di promozione, di reclutamento, di implementazione del personale medico, del personale infermieristico, del personale socio-sanitario.

    Nel corso di questi anni è andato evidentemente in crescita ed evidentemente comporta anche una capacità maggiore di intervento. Certo, abbiamo ancora i problemi dei pronto soccorso. Certo, abbiamo i problemi degli anestesisti. Certo, abbiamo i problemi di ginecologia. Ma questo è dovuto anche al personale medico e infermieristico rispetto alle loro scelte di carriera, che devono essere riorientate e devono essere anche incentivate verso i punti critici che noi abbiamo. Io però credo che sia da rivendicare l’investimento che la sanità emiliano-romagnola ha profuso nel corso di questi anni.

    Ovvio che oggi dobbiamo trovarci a fare i conti con dei disavanzi. Credo che rispetto a quel monte complessivo che ci è stato rappresentato prima in Aula, poi anche in Commissione Sanità, una serie di risposte a riduzione di quegli 839 milioni di euro ci siano state. Se il bilancio della Regione comunque trova modo di fare economie e di tornare a investire altri 15 milioni per concorrere alla riduzione ulteriore del disavanzo, credo che sia un’operazione degna e di cui dovremo andare assolutamente fieri.

    Le nuove sfide, anche in risposta alla nuova domanda di sanità che arriva dalla cittadinanza, richiedono nuove risposte e un nuovo ridisegno, ma questo nuovo disegno e queste nuove risposte non possono essere fatti a risorse calanti. Devono essere fatti a risorse incrementali e queste risorse incrementali io mi auguro che, come tanti chiedono, siano anche corrisposte da un rapporto tra prodotto interno lordo e spesa sanitaria, come corrispondente a quelli che sono i Paesi OCSE.

    L’incontro che oggi l’assessore Donini andrà a fare in Conferenza Stato-Regioni nei confronti del Governo mi auguro che trovi degli elementi positivi per accompagnarci e poi sicuramente noi anche faremo la nostra parte nel ridisegno di una nuova sanità, che ha delle nuove sfide demografiche, di richiesta di salute, di richiesta di interventi anche differenti. Grazie.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie, consigliere Amico.

    Consigliera Catellani, prego. L’ultimo intervento sarà della consigliera Piccinini.

     

    Consigliera Catellani. Grazie, presidente. In realtà sarei intervenuta volentieri per la dichiarazione di voto successivamente, ma mi si impone sicuramente una risposta durante la Commissione congiunta. Non farò un intervento di prepotenza perché i colleghi hanno già dato numeri e dati in abbondanza e hanno rappresentato sicuramente la nostra posizione. Alcune precisazioni, però.

    Degno e fiero, collega Amico, rispetto a questo intervento e alla situazione della sanità sono due aggettivi belli, però non applicabili. L’assessore Calvano mi ha insegnato bene, ma non benissimo. Sentire che la collega Zappaterra, che è anche capogruppo del PD, viene qui a dirci che la Commissione congiunta tra la I e la Sanità che si è consumata la settimana scorsa è stata utile, è un’assurdità sesquipedale perché non si è detto niente. Non ci sono state risposte di nessun tipo, esattamente come è successo ieri.

    Oggi parliamo di numeri, quindi non mi soffermo sul tema dei servizi e della gestione di questi perché sennò dovrei dare risposta al collega Amico e non è questa la situazione. Sentire dire, sempre della collega Zappaterra, che è il capogruppo del PD, che la situazione di disavanzo della sanità emiliano-romagnola non è responsabilità della Regione Emilia-Romagna mi lascia abbastanza stranita.

    È bello, è bello. Voi usate adesso spessissimo questa frase, quando iniziate qualche discorso rispetto al Governo: dialogheremo con il Governo come con l’altro, le responsabilità non sono né di questo né di quell’altro. Cercate di mantenervi giustamente a metà del guado. Noi no. In questo caso non usiamo questo fair-play, perché la responsabilità della gestione della Regione Emilia-Romagna è soltanto vostra e ve la dovete prendere.

    Come ha detto giustamente il collega Marchetti, gli incontri sono stati tanti. Io non sono in Commissione Sanità, ma credo che vi abbiano stancato a forza di richieste, parlando fondamentalmente anche del tema del monitoraggio, che se ci fosse stato forse non ci avrebbe portato a questi risultati. Dov’era il monitoraggio? Non abbiamo a tutt’oggi, e siamo alla fine di novembre, un quadro completo di quel bel disavanzo che dovremo andare a chiudere.

    Oggi parliamo di un PDL di 15 milioni. Ci piace, è giusto perché serve, però il buco è molto, molto più grosso, e qua non si viene a dire che 377 milioni di buco ulteriore finiranno probabilmente nell’esercizio n+1, che in questo caso è l’esercizio del 2023. È un numero grosso, ma 377 è ancora più grosso e ancora la risposta, diceva giustamente il collega Marchetti, non ci viene data. Poi non aggiungiamo tutte le domande fatte anche dal collega Facci e rispetto alle quali, mio malgrado, l’assessore interverrà dopo. Quindi io poi non avrò il diritto di replica successivo.

    Questo per dire, come dicevano anche i colleghi di opposizione tutti, perché hanno detto tutti quanti le stesse cose, che occorre sicuramente un percorso di riforma. Il collega Amico ne ha parlato adesso, però per noi non è sufficiente la parola. Vogliamo veramente un impegno, ma che sia un impegno fattivo. Una riforma strutturale è necessaria e indispensabile, visto il risultato che oggi ci venite a rappresentare. Venite a rappresentare, perché la Regione Emilia-Romagna, lo ricordo, la gestite voi.

    Poi hanno parlato i colleghi di autoanalisi e autocritica. L’autoanalisi non riuscite a farla, secondo me, perché, se fate questi interventi, vuol dire che non c’è. L’autocritica, invece, noi ve la chiederemo. Quando sarà il momento di votare per questo PDL sicuramente in Commissione faremo un atto di fiducia perché crediamo nell’assessore Calvano. Quindi sarà un voto di astensione, in attesa però di avere in tempi brevissimi, per quando chiaramente il PDL verrà in aula, due impegni assoluti: quello di una riforma effettiva del servizio sanitario, ma che sia tale; e quello finalmente di un’autocritica, perché alle volte dire ho sbagliato e dire anche dove ho sbagliato è più utile che far finta che vada tutto bene e che 15 milioni siano la soluzione al problema della sanità.

    Quindi lo dico adesso, lo ripeterò dopo. Oggi è un voto di astensione in fiducia, perché anche per noi, collega Zappaterra, la sanità è una priorità; però abbiamo bisogno di risposte e finalmente di certezza. Siamo stanchi di rimandi anche e sempre, purtroppo, poco chiari. Grazie.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie.

    Consigliera Piccinini, prego. Si è aggiunta proprio all’ultimo istante di chiusura della discussione.

     

    Consigliera Piccinini. Grazie, presidente. Sarò molto breve, perché tanto è già stato detto. Parto dal fatto che questo progetto di legge nasce formalmente per dare risposta a quello che è il tema del caro energia e del disavanzo che è nato, non solo da questo ovviamente.

    C’è un tema che mi preme, che è quello di capire effettivamente quali sono i capitoli più sostanziosi da dove vengono recuperate risorse. Questo lo dico non tanto perché c’è la volontà di additare qualcuno di qualcosa, ma per capire la ragione per cui abbiamo degli avanzi, nel senso che quindi sono stati mancati degli obiettivi programmati.

    Prima l’assessore parlava, facendo riferimento a tutte le voci dalle quali siamo andati a recuperare risorse, anche delle leggi di matrice assembleare non attuate, se ho capito bene. Fra queste, mi permetto di sottolinearlo, perché è un tema che abbiamo ripreso anche con il collega Mastacchi di recente, c’è una legge, proprio di matrice assembleare, che è quella legata al sovra-indebitamento.

    È una legge che viene dalla scorsa legislatura, di cui sono stata prima firmataria e che, in un periodo come quello che stiamo vivendo di crisi economica e sociale, di difficoltà che le famiglie vivono, è una risposta proprio a questo tipo di problematiche. Mi piacerebbe vederla attuata. Lo lascio come spunto sul quale lavorare, perché questo è il momento per dare questo tipo di risposte.

    Poi noi ci siamo concentrati tanto sul modo in cui il Governo interverrà per dare supporto alle Regioni nel coprire questo disavanzo. Ne abbiamo parlato mille volte in più Commissioni. Io ì volevo concentrarmi, invece, sul pezzo di diretta competenza della Regione, che è quello dei costi energetici.

    L’avevo detto anche nell’ultima Commissione in cui era presente l’assessore Donini. Questo è un tema che necessita di una regia, che necessita di un coordinamento centrale da parte della Direzione Sanità, ma non solo, anche perché, e l’ho detto anche l’altra volta, a breve usciranno i bandi per quanto riguarda le risorse per aiutare tutti i settori, compreso quello pubblico, rispetto al caro energia. Quindi riguarda anche il pezzo delle ASL.

    Leggo positivamente che verrà messo in piedi anche un tavolo regionale per la ricognizione dei costi e dei consumi per provare a ridurre quello che è l’incremento dei costi energetici. Qui entrano in campo quei bandi e quelle risorse che mettono in campo strumenti per aiutare anche le ASL a passare alle rinnovabili e quindi ad abbassare quei costi, che oggi pesano così tanto sulle nostre strutture sanitarie.

    Questo è un passaggio che forse è minoritario, però guarda sicuramente avanti. Ci tenevo a sottolinearlo perché capisco che non crei dibattito politico, però effettivamente è quello che ci serve per far fronte a un problema oggettivo, con cui oggi dobbiamo fare i conti andando a recuperare risorse qua e là, sparse per tutto il bilancio regionale.

    Quindi, bene che questa regia sia stata messa in piedi. Forse è stato fatto tardivamente, però è uno strumento che oggettivamente ci serviva e ci serve anche per andare a sollecitare i vari energy manager affinché partecipino a questi bandi. Dopodiché la mia richiesta, l’ho già manifestata in altre Commissioni, è che questo coordinamento, che oggi viene fatto lato sanità e lato aziende, si possa riscontrare anche all’interno della regione, perché il tema dei costi energetici ha un impatto sociale non indifferente e quindi serve una regia anche da questo punto di vista. Serve che la Regione, rispetto a questo tema, dia delle risposte efficaci e coordinate.

    Alla fine di tutto questo non c’è un voto, siamo in discussione generale. Quindi io aspetto di fare altri approfondimenti, di avere anche le voci più specifiche per andare a capire dove andiamo effettivamente a prendere queste risorse. Poi faremo tutte le valutazioni ed esprimeremo il nostro voto. Grazie.

     

    Presidente Pompignoli. Giusto per chiarire, terminata la Commissione congiunta, nella Commissione I votiamo il parere in sede consultiva. Quindi dopo c’è il voto.

    Assessore Calvano, prego.

     

    Paolo Calvano, assessore. Grazie, presidente. Grazie ai commissari, anche per il confronto, che è sempre utile.

    Sui temi relativi all’organizzazione del sistema sanitario, ovviamente lascio l’onere e l’onore al collega Donini, nei momenti in cui ci sarà occasione, per mettere in fila le cose che la Regione ha fatto, che sta facendo e che ha intenzione di fare. Quindi, non entro nel merito specifico di questo, perché non è una mia competenza.

    Tuttavia, sul tema relativo al futuro del sistema sanitario nel nostro Paese non posso non entrare nel merito e lo faccio leggendo parole che non sono mie. “Non possiamo passare dal 7,1 del PIL al 6,1 nel settore della sanità. Questo non deve accadere perché questo Paese ha pagato, e sappiamo come, in questi ultimi anni. Non possiamo più farci cogliere impreparati, com’è accaduto quando il Covid è entrato nelle nostre case”.

    Faccio mie queste parole, nonostante siano le parole di Guido Bertolaso. Le ha riportate la Pravda? No, le ha riportate Il Giornale proprio questa mattina, ma io non me ne stupisco, vi dico la verità, perché Bertolaso, al pari di Donini, al pari di Calvano e di tanti altri assessori alla Sanità di tante altre Regioni, sta vivendo una situazione che purtroppo è una situazione molto generalizzata. Non è che questo sia consolante. No, è ulteriormente preoccupante.

    Guardate, faccio mie anche le parole di un’altra importante senatrice, che dice: “Non ci dovranno mai più essere tagli alla sanità”. È la senatrice Ronzulli. Io concordo sia con Bertolaso che con Ronzulli. Nonostante non siano nel mio pantheon, come io immagino di non essere nel loro pantheon, su questo tema ci ritroviamo d’accordo, perché purtroppo ci troviamo in presenza di un dato oggettivo.

    Questo dato oggettivo non deve essere una scusante per nessuno. Io condivido, Marchetti, il fatto che non ci si possa limitare a chiedere una mano al Governo. Lo condivido totalmente. Lo condivido talmente tanto che quello che abbiamo fatto nel 2021 lo ha raccontato molto bene la consigliera Castaldini, leggendo quello che ha detto la Corte dei conti. Abbiamo fatto una cosa che non ci competeva direttamente, perché abbiamo usato risorse, chiamiamole ordinarie, per coprire una spesa che aveva tutte le caratteristiche della straordinarietà, come la spesa Covid. Lo abbiamo fatto nel 2021 e lo stiamo facendo nel 2022.

    Se anche questo progetto di legge, poi ci torno, ha come base 15 milioni di euro, è giusto farlo. Anche se fossero stati 5 milioni di euro era giusto farlo, proprio per venire incontro alla cosa che diceva il consigliere Marchetti, e cioè che non possiamo sempre e solo aspettare che ci dia una mano qualcuno. Dobbiamo provare con tutte le forze che abbiamo a fare la nostra parte e questo PDL è un pezzo della parte che proviamo a fare.

    Ce ne sarà un altro che faremo attraverso il bilancio del 2023. Perché lo facciamo? Lo abbiamo ribadito anche nella Commissione congiunta I e IV che abbiamo fatto insieme al collega Donini. Obiettivamente, pur usando nuovamente risorse straordinarie che avremmo potuto usare per fare dell’altro – in assenza degli aumenti dei costi energetici pari a 250 milioni di euro avremmo avuto una situazione nella quale avremmo pareggiato il bilancio sanitario –, di fronte a una sberla, permettetemi di dire, di 250 milioni di euro arrivata sostanzialmente a settembre e da coprire entro la fine dell’anno o eventualmente anche con risorse straordinarie sul 2023, perché è consentito, ci siamo trovati nelle condizioni di dover provare a fare delle cose ulteriori rispetto a quelle che avevamo già fatto, senza il sostegno totale da parte del Governo.

    Io confido davvero che il Governo faccia le cose che Bertolaso chiede, perché sono le cose che chiede Bertolaso, che chiede Donini, che chiedono tutte le Regioni d’Italia, a prescindere da chi siano governate. Torno a dire, il problema è oggettivo. È scritto nel DEF, è scritto nella nota di aggiornamento al DEF, che ribadisce come la spesa sanitaria sul PIL, purtroppo, in questo Paese tende ad essere calante, non solo rispetto al periodo Covid, ma addirittura rispetto al periodo pre-Covid.

    Questo è un problema, di cui dobbiamo farci inevitabilmente tutti carico. Vuol dire che dobbiamo aspettare che qualcuno si faccia carico di quel problema? No, significa che anche noi dobbiamo fare le cose che ci competono ed è giusto che vengano fatte nel miglior modo possibile.

    Venendo alla manovra dei 15 milioni di euro, io so, perché ci conosciamo, che molti di voi hanno fatto gli amministratori. Questa cosa generalmente non succede in Regione, ma succede in un Comune. Arrivi a novembre e vedi le cose che non hai speso; non perché non sei stato capace di spenderle, ma perché avevi previsto di spendere 10 per quella politica, hai invece speso 9 e quell’uno che ti è rimasto, anziché portarlo in avanzo, decidi di reimpiegarlo immediatamente per cose che puoi fare entro la fine dell’anno. Questo abbiamo fatto in Emilia-Romagna, niente di più, niente di meno.

    Che questa cosa la si faccia, ad esempio, usando 2 milioni che abbiamo risparmiato per gli interessi passivi, secondo me, è una cosa che deve far piacere a tutti. Che lo abbiamo fatto utilizzando un risparmio, strappato con i denti, di 500.000 euro sui fitti passivi – strappato proprio con i denti, ve lo posso assicurare, e non certamente per responsabilità di questa struttura, ma di chi probabilmente quei fitti non incasserà più – credo che sia un elemento di orgoglio.

    Nel bilancio preventivo ne vedremo degli altri che vanno in quella direzione. Così come arrivare a fine anno e avere, su una spesa del personale, credo, di circa 290 milioni di euro, qualche centinaio di migliaia di euro non spese… Dovrebbero essere milioni quelli non spesi generalmente per via di quel 2, 3, 4 per cento di alea in una spesa così difficile da controllare per le tante dinamiche che ci sono, dai pensionamenti alle nuove assunzioni, ai nuovi contratti eccetera. Avere una differenza di qualche centinaio di migliaia di euro credo che sia espressione del buon grado di programmazione che c’è in questa Regione.

    Ho fatto solo alcuni esempi per dare il senso della manovra che si è fatta. È giusto approfondire, è giusto che si vada a vedere tutto, ci mancherebbe. Noi dobbiamo mettere a disposizione tutti gli strumenti perché i consiglieri e i commissari possono vedere questo, però, nel momento in cui si leggono i capitoli da cui si sono prese le risorse, credo che sia anche giusto dire, se si vuol fare un’operazione seria, quanto si è preso da quel capitolo rispetto a quello che si era stanziato.

    Se si capisce che sul rapporto con gli enti locali c’erano stanziamenti oltre 20 milioni e che sono rimasti non spesi 170.000 euro, non credo che si stia facendo un taglio agli enti locali. Credo che si siano dati 19 milioni e 800.000 euro agli enti locali. Si era pensato che ne servissero 20 milioni, ma siccome, nel confronto, nel fare i bandi eccetera, eccetera, non sono serviti, ne sono rimasti 200.000. Non è un taglio agli enti locali. È una spesa preventivata non realizzata perché è costata meno.

    Io credo che siano cose che generalmente in un bilancio vadano fatte, anche in un bilancio non sempre semplice come quello della Regione Emilia-Romagna. Credo che siano cose che andrebbero fatte anche su un bilancio – alzo la palla alta – ministeriale e statale, cosa che devo dire in epoca Draghi è stata ampiamente fatta perché una buona parte delle manovre straordinarie durante il Governo Draghi sono state fatte in assenza di nuovo deficit, ma recuperando risorse dalla gestione ordinaria del bilancio.

    Altri faranno probabilmente altre scelte, anche quelle di aumentare il deficit. Abbiamo visto che la proposta che è stata portata avanti dal Governo implica anche un maggior deficit. Sono scelte. Noi, purtroppo, la scelta di fare deficit non ce l’abbiamo perché abbiamo l’obbligo del pareggio di bilancio. Quindi, tutte le manovre straordinarie che andiamo a fare dobbiamo farle in equilibrio con le entrate.

    Questo è quanto. Io penso che il lavoro che si sta facendo sia un lavoro che andava fatto, che andrà fatto. Confido davvero che nella manovra che andremo a leggere nei prossimi giorni, non appena ci arrivano i testi, ci possano essere segnali su temi rilevanti per i nostri cittadini, per i cittadini delle comunità regionali: in primis sanità, da un lato, e trasporti, dall’altro, che sono certamente due voci che incidono in maniera pesante sulla vita di ciascuno di noi e anche sul sistema di coesione sociale.

    Mi permetto solo una battuta. Mi ero detto di non entrare nel merito del tema dell’organizzazione sanitaria, però Facci fa un’osservazione, frutto anche di una corretta lettura di alcuni dati, cioè quelli relativi al payback. È vero, l’Emilia-Romagna ha entrate da payback sia farmaceutico che per dispositivi sanitari importanti. Non sono le più alte d’Italia. Ci sono altre Regioni che incassano molto di più. Certamente, rispetto al resto del Paese, noi abbiamo un livello di anzianità delle persone più alto. La nostra età media è molto, molto più alta, in genere, di buona parte delle altre regioni d’Italia, soprattutto in alcune zone del territorio.

    Questo inevitabilmente determina interventi più rilevanti anche sul versante sia farmaceutico che dei dispositivi sanitari. Non so se stia qui la risposta completa all’osservazione che faceva il consigliere Facci, ma certamente credo che lì ci sia un pezzo di quella risposta. L’andamento della spesa farmaceutica, così come l’utilizzo dei dispositivi medici, è legato non solo l’organizzazione sanitaria, ma anche alle necessità che le comunità possono avere, a seconda della conformazione demografica di un territorio e di una comunità.

    Mi fermo qua. Spero di aver dato conto delle questioni che sono state poste. Ho capito che ci saranno anche interrogazioni in merito ad alcune delle questioni sollevate domani. Quindi credo che lì sia ulteriormente un luogo dove ulteriormente approfondire la questione.

     

    Presidente Pompignoli. Grazie, assessore Calvano.

    Procediamo in questo modo. Chiudiamo la Commissione congiunta con la IV. Facciamo una sospensione di cinque minuti per dare modo di ritornare in streaming privato, perché prima eravamo in streaming pubblico, e poi votiamo il parere di questo progetto di legge in sede consultiva in Commissione I.

     

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