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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 23/01/2023 pomeridiano

     

    Resoconto integrale n. 3

    Seduta del 23 gennaio 2023

     

    Il giorno 23 gennaio 2023 alle ore 14,00 è convocata, con nota prot. n. PG/2023/1148 del 18.01.2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche in udienza conoscitiva, che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente Rontini, del Vicepresidente Delmonte, e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Gianni Bessi, Matteo Daffadà, Marco Fabbri, Francesca Marchetti, Nadia Rossi (PD); Silvia Piccinini (M5S); Marta Evangelisti (FDI); Marco Mastacchi (RCPER); Valentina Castaldini (FI); nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del “Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna” e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022 , n. 26.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    assente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    assente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    CUOGHI Luca

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    assente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

     

    Sono altresì presenti la consigliera Francesca MALETTI in sostituzione di Palma COSTI e il consigliere Giancarlo TAGLIAFERRI in collegamento da remoto.

     

    È altresì presente Vincenzo COLLA, Assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali.

     

    Partecipano alla seduta: Morena Diazzi, Direttore Dir. gen. le Conoscenza, ricerca, lavoro, imprese, Marziano Gabriele resp.le integrazioni politiche occupazionali e interventi per l'innovazione - Dir. gen. le Conoscenza, ricerca, lavoro, imprese.

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste la segretaria: Agata Serio

    Funzionario estensore: Daniela Biondi

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    6108 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna". (Delibera di Giunta n. 2152 del 05 12 22)

    (Relatrice consigliera Francesca Marchetti – Relatore di minoranza consigliere Gabriele Delmonte)

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    Partecipano

     

    Paride AMANTI   Componente di segreteria di CGIL EMILIA ROMAGNA;

    Graziella BELLOTTI  Vicepresidente CONFAPI;

    Lorenzo BENASSI ROVERSI Responsabile Dipartimento Mercato del Lavoro di Cisl Emilia-Romagna;

    Francesco BRIANZI Assessore a Politiche Giovanili, Università e Ricerca, Next Generation EU, Agenda 2030 del Comune di Piacenza;

    Riccardo EVANGELISTI Responsabile ambiente e territorio di CIA Emilia-Romagna;

    Rosa GRIMALDI  Delegata del sindaco alla promozione economica e attrattività internazionale, Industrie culturali e creative, Impatto Tecnopolo del Comune e Città metropolitana del di Bologna;

    Barbara LEPRI   Direttrice LEGA COOPEMILIA ROMAGNA;

    Ivan MANTOVANI  Sindaco del Comune di Monterenzio;

    Paolo MANZELLI   Funzionario UIL EMILIA ROMAGNA;

    Daniele MONTRONI  Funzionario LEGA COOP Emilia-Romagna;

    Andrea PRATI Professore Ordinario nonché Delegato del rettore per i sistemi Informativi dell’Università di Parma;

    Davide PRATI Responsabile Dipartimento Politiche del Lavoro di CNA Emilia-Romagna;

    Gianluca RUSCONI  Vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna;

    Roberto RIGHETTI  Direttore di ART-ER S. Cons. p. A.;

    Marina SILVERII  Direttore operativo di ART-ER S. Cons. p. A.;

    Antonio SOTGIA  Presidente del Teatro delle Forchette APS;

    Angiolo TAVANTI Dirigente Comitato di presidenza di FITeL Regione Emilia-Romagna Aps;

    Francesco ZANONI  Funzionario del Tavolo regionale Imprenditoria;

    Nicola BERGONZI CONCESI Funzionario dell’Ufficio Ricerca dell’Università Cattolica Sede di Piacenza;

     

     

     

    Presidente RONTINI. Ci concentriamo, adesso, sull’oggetto 6108: progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna”, deliberato dalla Giunta lo scorso 5 dicembre con delibera n. 2152, su cui abbiamo iniziato a lavorare in Assemblea legislativa nelle scorse settimane.

    Abbiamo nominato i relatori. Sono qui seduti a fianco a me: la relatrice, la consigliera Francesca Marchetti, e il relatore di minoranza, il consigliere Gabriele Delmonte, che è anche vicepresidente della Commissione.

    Saluto anche l’assessore Vincenzo Colla, che la settimana scorsa, in Commissione, insieme all’assessora Salomoni ha illustrato questa proposta di legge della Giunta.

    Oggi siamo riuniti in udienza conoscitiva. Siamo qui per ascoltare la società regionale, gli stakeholder, in merito a questa proposta, al termine della quale, poi, insieme ai relatori, decideremo l’iter per capire, nel mese di febbraio, in una delle due sedute che la Conferenza dei Capigruppo ha deciso la settimana scorsa, come poterlo calendarizzare per l’approvazione.

    Come diciamo sempre, l’udienza conoscitiva è l’unico momento in cui i consiglieri, fatti salvi i relatori, ascoltano voi. Lo facciamo con piacere. Vi ringrazio per aver accettato il nostro invito a partecipare a questa seduta. Per noi è importante raccogliere le vostre osservazioni e conoscere il vostro punto di vista. Vi dico fin da ora che potrete farci avere eventuali osservazioni, documenti, slide, inviandoli alla mail da cui avete ricevuto l’invito alla seduta di oggi pomeriggio, affinché poi la Segreteria della Commissione, che ringrazio, li possa far avere a tutti i commissari.

    Passerei, adesso, per l’illustrazione del provvedimento, la parola alla consigliera Francesca Marchetti, non prima di aver detto che anche il consigliere Tagliaferri è presente, così come il consigliere Michele Facci. Prego, consigliera.

     

    Relatrice consigliera MARCHETTI Francesca. Buon pomeriggio a tutti. Grazie, presidente.

    Come diceva la presidente Rontini, questo progetto di legge è già stato illustrato nella scorsa seduta. Permettetemi, quindi, un ringraziamento all’assessore Vincenzo Colla, all’assessora Paola Salomoni e all’intera Giunta per il lavoro che hanno svolto su un tema molto innovativo e strategico per la nostra regione, che oggi sottoponiamo alle vostre considerazioni, suggerimenti e proposte.

    Ringrazio anche il collega Delmonte. Penso di poter parlare a nome di entrambi. Siamo a disposizione dei colleghi, con la massima disponibilità di collaborazione, affinché questo progetto di legge trovi il più possibile condivisione da parte dell’Assemblea legislativa. Crediamo che siano più i punti che accomunano questo progetto di legge anche alle diverse forze politiche, perché mettono al centro un tema importante, quello delle competenze, dei talenti.

    Un doveroso e non formale ringraziamento alla presidente Rontini e alla direttrice Morena Diazzi, che ha sicuramente accompagnato per la Giunta questo processo di iter legislativo, che vogliamo continui anche al nostro fianco a darci una mano. Un grande ringraziamento alla presidente Rontini, dicevo, non formale. Grazie anche a tutto il suo staff della Commissione, hanno dato un prezioso supporto.

    Come dicevamo, la funzione dell’udienza conoscitiva è proprio quella di ascoltare. Quindi, mi limiterò a tratteggiare alcuni dei punti salienti che caratterizzano questo innovativo progetto di legge regionale, composto da sedici articoli, che come obiettivo si propone proprio di contribuire a promuovere l’attrazione, la permanenza e la valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione, anche attraverso percorsi fondamentali di accompagnamento al rientro e alla mobilità. Questo obiettivo, che pare semplice nella sua definizione nell’articolo 1, è alquanto sfidante, perché riteniamo che innanzitutto si inserisca in quelle che sono le politiche, le strategie che questa Regione ha già messo in evidenza in diversi documenti. Sicuramente la Strategia regionale di specializzazione intelligente, la Strategia Agenda 2030 dell’Emilia-Romagna per lo sviluppo sostenibile. Assolutamente centrale è la coerenza e la sinergia con il Patto per il lavoro e per il clima, di cui molti di voi presenti oggi ne sono anche aderenti.

    Destinatari di questi interventi, di questo progetto di legge sono i talenti ad elevata specializzazione, ovvero coloro che abbiano maturato conoscenze ed esperienze di particolare rilevanza negli ambiti della formazione, della ricerca e dell’innovazione. Questo credo sia proprio il cuore della legge, cioè la convinzione che rendere l’Emilia-Romagna ancora più attrattiva significa farla sempre più a misura di ragazze e di ragazzi, consolidando anche quell’approccio che, nelle scelte di politiche integrate che si sono fatte nel tempo, un approccio universalistico anche agli accessi, ai sistemi educativi, ai sistemi di istruzione, faccia del diritto alla conoscenza uno degli asset che contraddistingue le scelte di questa Regione. Dall’ingresso ‒ dicevo ‒ ai sistemi educativi, dai percorsi di studio alla formazione specialistica post-laurea, fino al lavoro e all’attività di ricerca, c’è la convinzione che questi elementi possano contribuire a far crescere l’intero sistema regionale.

    Un progetto di legge, quindi, che si basa su una riflessione da dati di contesto che ci sono stati forniti, che vuole essere un progetto di legge di prospettiva anche per il futuro. A fronte di veloci processi di cambiamento in atto e a fronte, come dicevo, di dati di contesto che ci dimostrano come una difficoltà demografica e un invecchiamento della popolazione ci spingano a trovare delle soluzioni e delle strategie, non possiamo permetterci di perdere i nostri giovani anche in un sistema economico all’avanguardia come quello che contraddistingue l’Emilia-Romagna.

    Una legge che, dopo quella del 2014, per attrarre gli investimenti delle imprese, mira a diventare strutturale. Quindi, dopo essersi dedicata ad attrarre le imprese, ora si occupa di trattenere, formare, valorizzare e far rientrare quelle che spesso l’assessore Colla definisce “teste pensanti”, ovvero coloro che, per mancanza di altre opportunità, potrebbero decidere di andarsene o di rimanere fuori dalla nostra regione. Cercando anche di dare, tra l’altro, una risposta a una delle questioni fondamentali e cruciali, sollevate più frequentemente anche dal sistema imprenditoriale, di cui molti di voi oggi presenti fanno parte, cioè trovare personale qualificato.

    Al di là della filosofia e degli strumenti che questa legge mette in campo, credo ci sia un primo messaggio straordinario a livello culturale che guarda al futuro, cioè che i temi dei saperi e delle competenze sono la chiave di volta per costruire il futuro di questa Regione e competere nel mondo.

    Voglio sottolineare, inoltre, come questo puntare sul capitale umano, ritenendolo l’ingrediente decisivo per continuare a costruire una Regione coesa, dinamica e innovativa, sia anche finalizzato soprattutto a sostenere e supportare quei settori di punta, dalla Data Valley ai settori creativi, all’automotive, all’agroalimentare, dando loro quella impostazione, quella finalizzazione, dove le competenze saranno sempre più protagoniste.

    Quali sono le ragioni di un progetto di legge che riguarda questo ambito? Garantire un quadro coordinato di politiche, programmi e interventi. Credo che su questo la nostra Regione, anche in questo mandato, abbia già dato molta dimostrazione di come sia in grado, di come ci sia una capacità di integrare i diversi interventi e come supportare quel sistema di relazioni che con i diversi stakeholder, dalle università agli atenei, ma potrei citare tutto il sistema della formazione professionale, IFTS, ITS, debba essere in grado di dare supporto dentro e fuori la nostra regione, attraverso una serie di servizi e di promozione di un sistema integrato di servizi pubblici e privati, sia per attrarre talenti, ma anche le imprese.

    Diverse sono le leve dell’attrattività, un mix di strumenti già in essere e nuovi che troviamo nella legge. Mi soffermo su alcuni. Primo tra tutti l’agevolazione alle imprese che assumono i giovani che rientrano dall’estero interessati a lavorare o a fare ricerca in Emilia-Romagna, così come i percorsi formativi personalizzati per i ragazzi e le ragazze, gli ulteriori percorsi di specializzazione e qualificazione attraverso una rete di master in strutture e scuole di alta formazione, i pacchetti di servizi di welfare per i giovani, ma anche per coloro che, con le loro famiglie, rientrano in Emilia-Romagna dall’estero e che, quindi, devono trovare tutto il supporto possibile.

    Uno tra gli strumenti esistenti ‒ lo sottolineo perché è stato frutto, anche nella Commissione che presiedo, di un lavoro di approfondimento e anche di scelte di politiche di bilancio di questa Regione ‒ è stato certamente quello delle borse di studio universitarie, che lo scorso anno valevano 100 milioni di euro. Ricordo che abbiamo quasi 170.000 iscritti ai nostri atenei, il 51 per cento dei quali provengono da fuori regione. Questo per dimostrare sicuramente che l’attrattività delle nostre università è fondamentale e che abbiamo anche l’esigenza di trattenere e valorizzare questi ragazzi che scelgono la nostra regione. Dobbiamo cercare anche di dare loro la possibilità di rimanere e dare loro tutti i servizi, a partire dalla casa. Cito questo perché ritorna spesso ed è anche una sinergia che si vuole cercare con le imprese rispetto a questo, con coloro che scelgono di rimanere.

    Particolare attenzione: tra gli strumenti più nuovi, invece, ci sono i nidi e le scuole internazionali. Una delle questioni da approfondire, importante, è sicuramente l’esperienza positiva della Scuola europea di Parma, che sarebbe molto importante riuscire a portare in ogni Comune capoluogo. È un’esperienza che credo abbia da insegnarci molto.

    Velocemente, vengo ad altre questioni importanti, in particolare tre. Abbiamo detto come centrale sia e sarà il rapporto con le imprese. Credo che fondamentale sarà, come recita l’articolo 4, la possibilità di accordi di collaborazione e partenariato con le Regioni, le Istituzioni, le imprese, le comunità locali, ma anche quello che è tratteggiato all’articolo 7, cioè il coinvolgimento diretto del sistema delle imprese attraverso l’elaborazione di un manifesto permanente che possa dare quel valore al sistema produttivo della nostra Regione. Insieme vogliamo indirizzare, favorire e condividere l’attrazione dei talenti. Quindi, una sorta di monitoraggio e di condivisione permanente, anche rispetto a tutti i servizi e le piattaforme digitali, di incrocio domanda-offerta, che sappiamo essere di straordinaria attualità.

    Insieme a questo, il progetto di legge prevede l’istituzione di un Comitato regionale per l’attrazione dei talenti, un organo consultivo con funzioni di supporto e di monitoraggio, proprio per cercare di rendere sempre patrimonio comune, anche delle comunità locali, delle città e delle associazioni di impresa, quella che è una sfida che vogliamo cercare di vincere tutti insieme. Come dicevo, uno degli elementi importanti di questo progetto di legge è sicuramente la convinzione di come questo si possa attuare in Emilia-Romagna, perché può contare su un ecosistema economico, istituzionale, sociale e dei saperi che vogliono consolidare la competitività del nostro sistema territoriale, qualificando le rette delle filiere e cercando anche di mettere a sistema in modo strutturale una serie di investimenti, a partire da alcune risorse che abbiamo messo sul bilancio regionale, ma integrate con tutte le risorse dei fondi europei, proprio perché crediamo che con l’alleanza, anche istituzionale – non ho citato i tecnopoli, ma i partner sono tutti elencati nel progetto di legge – credo che riusciremo a rafforzare tutto il nostro tessuto regionale e a mettere al centro i nostri ragazzi e le nostre ragazze, una qualità dell’occupazione, ma anche la sicurezza di una Regione che pensa a 360 gradi alla loro valorizzazione come crescita del futuro proprio e del sistema regionale. Questo in estrema sintesi, sono stata fin troppo lunga. Cedo la parola al collega Delmonte.

     

    Presidente RONTINI. Grazie consigliera relatrice, Francesca Marchetti. Solo per comunicare la presenza ai nostri lavori anche del consigliere Mastacchi Marco, che è qui in aula, e della consigliera Maletti, che come avevo anticipato sostituisce la vicepresidente Palma Costi, che è collegata da remoto. Prego, vicepresidente Delmonte.

     

    Relatore di minoranza consigliere DELMONTE. Grazie, presidente. Intanto, un grazie a tutti quelli che interverranno dopo. Sono particolarmente numerosi, gli interventi successivi. Questo vuol dire che ci sono ovviamente un interesse e soprattutto una volontà di partecipare a un processo, che è importante: quello dell’attrazione, dell’integrazione, della permanenza sul territorio dei valori, prima ancora che dei talenti. Il talento ovviamente è qualcosa che si definisce come innato, ma a mio parere non è vero: ovviamente si sviluppa in un territorio, in un contesto che può valorizzarlo e che può crearlo.

    La prima volta che ho letto questo progetto di legge, la mia pragmaticità è entrata un po’ in difficoltà, nel senso che effettivamente non è un progetto di legge che da domani cambia qualcosa in Regione Emilia-Romagna. L’assessore Colla però nella sua illustrazione che ha fatto la settimana scorsa ha detto una frase che ha un po’ cambiato il mio punto di vista nel leggere questo progetto di legge, che ha definito “una legge di impostazione identitaria”, rubo queste parole.

    Ho cominciato allora a guardarla come una legge manifesto, fondamentalmente, cioè un manifesto che la Regione Emilia-Romagna si dà per cercare di cambiare tutte le proprie politiche future riguardanti ovviamente questo argomento, in quest’ottica di valorizzazione, attrazione e permanenza sul territorio dei talenti.

    Questo è l’unico modo in cui ho potuto veramente ragionare su questo testo. Ovviamente, senza ripetere ciò che ha detto la collega Marchetti, che ringrazio per l’illustrazione, vorrei soffermarmi su quella che come opposizione nelle prime letture, e ovviamente, come relatore di minoranza farò sintesi con tutte le altre forze politiche delle minoranze che rappresentano questa Assemblea, vorrei fare subito delle piccole osservazioni su un testo che fondamentalmente credo possa trovare nel proprio principio e nella idea di manifesto tutti d’accordo. Leggendo nei giorni scorsi, documentandomi su alcune statistiche, oltre quelle fornite dalla Regione sul tema prettamente regionale, ma anche in un’ottica più vasta, mi è capitato proprio una piccola statistica del Consiglio europeo dei ricercatori, che dice che i ricercatori italiani sono tra i più premiati, ma le Università italiane sono tra le meno premiate. Ciò vuol dire che tutti i ricercatori italiani premiati, in realtà non stanno ricercando in Italia. Questo vuol dire che non è un problema particolare delle risorse umane, del valore umano ovviamente dei nostri ricercatori, ma questo credo fosse anche intuibile, ma è un problema della poca attrattività che hanno le nostre Università, prendendo l’esempio dei ricercatori e basta, su importare ricercatori dall’estero. I dati sono infatti assolutamente chiari da questo punto di vista.

    I ricercatori che vanno all’estero sono cinque volte quelli che vengono in Italia, e questo è un dato. Questa ricerca evidenziava come uno dei principali fattori fosse ad esempio il problema della lingua: tantissimi corsi universitari, tantissimi corsi di formazione, ma anche il livello culturale, il livello di diffusione della lingua inglese in Italia non è ritenuto, perlomeno, ma in effetti non lo è, posso dirlo da italiano, non è nemmeno ritenuto tale dall’estero da poter lasciare tranquillo un ragazzo di dire “vado in Italia e con la lingua non avrò nessuna difficoltà”. Questo, secondo me, è un tema, ad esempio, che nel progetto di legge oggi non è particolarmente messo sotto la lente, ma che secondo me potrebbe essere sviluppato ulteriormente.

    Manca secondo me un chiaro riferimento, ad esempio, alla scoperta dei talenti. C’è un piccolo riferimento: parliamo molto, giustamente, dell’attrazione e della permanenza di quelli che già abbiamo, quelli già certificati come talenti. A mio parere però dovremmo soffermarci un po’ di più, non so ancora bene come, oggi vorrei ascoltare da voi anche osservazioni da questo punto di vista, aggiungere un metodo, o comunque una linea-guida che ci potremmo dare su come scoprire meglio i nostri talenti, cioè su come ad esempio valorizzarli, ad esempio, nella rete dei tecnopoli, veramente molto marginalmente citata all’interno di questo progetto di legge.

    Già nel progetto S3, invece avevamo osservato come i tecnopoli sono uno dei primi punti di approdo, in realtà, di talenti, o potenziali talenti, che al netto del percorso universitario, che ovviamente è uno di quelli che più facilmente li identifica o li certifica, può essere invece un altro punto di approdo.

    Un altro punto che mi è piaciuto molto nell’illustrazione, ad esempio, dell’assessore Colla, è quello di personalizzare i percorsi. Non possiamo mettere sotto un unico percorso, sotto un unico sistema di valorizzazione dei talenti tutte le aziende e tutti i talenti, a prescindere. Ogni azienda ha bisogno di un suo sviluppo di internazionalizzazione, ad esempio, di un suo percorso di specializzazione, ma allo stesso modo non solo l’azienda, ma anche il singolo talento. Il singolo talento che arriva ad esempio da uno Stato rispetto a un altro può avere bisogno di un’integrazione diversa, di un sistema burocratico differente, di un sistema di welfare differente, e poi ovviamente di approfondimento in base alla materia in cui è effettivamente un talento. Un talento del digitale nei dati non è la stessa cosa che un talento, ad esempio, ingegneristico pratico, ha bisogno di un percorso differente.

    Se cadessimo nell’errore di uniformare i percorsi e di non specializzarli sui singoli talenti, secondo me rischieremmo in realtà di dare un supporto magari inutile a qualcuno, piuttosto che ad altri. Queste sono le prime criticità che ho visto, criticità, come vedete, che non sono ovviamente radicali nel progetto di legge, ma sono però, secondo me, piccole migliorie che potremmo portare all’interno del testo, per identificare ancora meglio ciò che intendiamo come valorizzazione dei talenti. Detto questo, ovviamente è un’udienza conoscitiva, quindi siamo qui per ascoltare le vostre osservazioni, cercheremo di farle nostre all’interno di questo percorso di legge. Per qualunque cosa siamo ovviamente a disposizione.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, vicepresidente Delmonte. Do il buon pomeriggio anche alla consigliera Piccinini, che ci ha appena raggiunto, lo dico anche ai fini della redazione del verbale.

    Abbiamo ascoltato l’illustrazione da parte della relatrice. Abbiamo ascoltato il punto di vista del relatore di minoranza. Ora diamo la parola a voi. Per il primo intervento chiamo Gianluca Rusconi, vicedirettore di Confindustria Emilia-Romagna; poi si prepara Rosa Grimaldi.

     

    Dottor RUSCONI, vicedirettore Confindustria Emilia-Romagna. Buon pomeriggio. Grazie, presidente. Grazie, assessore. Questa è sempre un’occasione molto utile e importante per confrontarci in questo caso su un progetto di legge che noi definiamo strategico, innovativo, all’avanguardia. Certamente si può riflettere su alcuni contenuti, su alcuni elementi. Però, porre questo tema in questo momento nel nostro Paese credo che pochi territori lo abbiano fatto, anzi, a nostra conoscenza, nessuno.

    Noi ci crediamo molto, come credemmo molto quando discutemmo nel 2014 sulla legge regionale sull’attrattività. Noi vediamo una forte connessione tra questi due fattori, collegare la legge regionale sull’attrattività degli investimenti con l’attrattività dei talenti. È con questo approccio che noi abbiamo analizzato i contenuti della proposta di legge che è in discussione quest’oggi, e che vorremmo anche cercare di inquadrare nel contesto in cui oggi ci troviamo. Il contesto in cui oggi ci troviamo vede un PIL dell’Emilia-Romagna che è cresciuto di più rispetto a quello a livello nazionale. I dati del 2022 sono dati di Unioncamere, pongono l’Emilia-Romagna a un più 4,1 per cento rispetto a un 3,9 a livello nazionale. L’elemento che ci ha consentito di avere questo risultato positivo è certamente legato alla nostra caratteristica della nostra manifattura, quella delle esportazioni. Le esportazioni hanno manifestato un grande dinamismo nel 2022, per un valore pari a 62,8 miliardi di euro, quindi 9 miliardi in più rispetto al 2021.

    Abbiamo registrato anche un significativo risultato sul versante degli investimenti lordi, che anche in questo caso hanno registrato un più 10 per cento. Non ci vogliamo addentrare in questa occasione sulle stime per il 2023, perché sono ovviamente molto pericolose. La nostra impostazione, in questo momento, è quella di non seguire un approccio catastrofico, ma di cercare di rimanere collegati sugli elementi che abbiamo in mano. Gli elementi che abbiamo in mano ci dicono che le imprese stanno ottenendo, ma tutte ci segnalano un’esigenza fondamentale: la difficoltà di reperire personale qualificato con competenze nell’ambito del mondo del lavoro.

    Ora, anche in questo caso sono i dati del mondo del lavoro che ci aiutano a capire come riusciamo a intercettare, chiamiamoli i talenti, chiamiamoli cervelli, vogliamo dargli una definizione? Il progetto di legge si spinge a provare a dare una definizione, giustamente, altrimenti non riuscirebbe a cogliere l’oggetto del provvedimento. Il dato che però ci consente di poter guardare con questo tipo di approccio sul mondo del lavoro è quello che ci porta una disoccupazione, in Emilia-Romagna, al 4,8 per cento, quando un dato nazionale la pone sull’8. Anche in questo caso quindi il nostro è un territorio che dal punto di vista del lavoro sta dando delle risposte positive.

    Ci sono però due fattori che noi vediamo con preoccupazione, ed è già dal 2020 che lo sottolineiamo, che vediamo con fattore di grande attenzione. Il primo fattore è l’andamento demografico. Nel nostro studio, Traiettoria 2030, lo evidenziamo con forte enfatizzazione: l’andamento demografico ci sta dicendo che purtroppo questo Paese sta invecchiando. Purtroppo, i dati della natalità sono tra i più bassi a livello europeo. Il secondo dato che ci preoccupa fortemente è la “fuga dei cervelli”: i giovani, cioè, che hanno un livello di istruzione medio-alto, invece di rimanere nel nostro Paese, nel nostro territorio, non so se per le stesse ragioni che diceva prima lei, consigliere, cioè al contrario, non vengono in Italia ma vanno fuori, gli studenti da fuori, i nostri studenti con profili di istruzione medio-alti tendono a voler andare all’estero.

    Questi due elementi ci pongono necessariamente l’interrogativo: come possiamo fare per poter dare una risposta a quel fabbisogno di competenze che ci siamo dati. Qui noi alcuni primi tentativi di risposte li vediamo, quindi vediamo positivamente questo progetto, definiamolo strategico, che cioè, crea “le basi per”.

    Noi l’abbiamo pensato così e lo abbiamo letto con questa filosofia. Abbiamo alcune osservazioni, che sono osservazioni costruttive, finalizzate cioè a cercare di dare un taglio al progetto di legge che sia il più possibile sempre collegato alle esigenze delle imprese. Arrivo a questi tre punti che vorrei richiamare alla vostra attenzione: il primo punto è la denominazione di questi talenti, perché il progetto di legge sembra pensare a soggetti già talenti, cioè a soggetti che hanno già queste caratteristiche. mentre non sembra coprire anche la figura di quelli che sono in itinere, cioè di quelle persone che – le vogliamo definire specializzande, se vogliamo prendere il termine medico? Le vogliamo definire persone che non sono ancora complete dal punto di vista del loro proprio know-how – che possono, anzi, che stanno lavorando, che stanno investendo per raggiungere questi elementi. Sono degli junior, vogliamo chiamarli “talenti junior”. Poter comprendere anche questa categoria, probabilmente già inclusa nella definizione dell’articolo 2, o forse può essere arricchita, perché molte figure nelle aziende possono essere attratte anche nel mondo del lavoro, crescere e diventare tali potendo beneficiare di tutta la gamma della formazione che il nostro sistema può mettere a disposizione. Quindi, vorremmo poter includere nella figura dei talenti anche queste figure specializzande o, come ho detto prima, junior.

    La seconda riflessione che vorrei trasferire è il ruolo degli ITS, un ruolo fondamentale nell’architettura del progetto di legge e nell’accompagnare tutto il sistema verso l’attrattività di queste figure. Anche in questo caso, nonostante la legge nazionale sugli ITS riconosca a questi istituti un determinato ruolo, ci immaginiamo che questi ITS possano essere messi nelle condizioni di poter esprimere ulteriormente le loro capacità, poter sviluppare dei progetti di partenariato con i loro omologhi in altri Paesi, perché così si possono intercettare queste figure e farle venire nel nostro territorio.

    Un terzo fattore, citato nel progetto di legge, lo cita la proposta all’articolo 9 è legato al meccanismo degli incentivi previsto dal disegno di legge per rendere attrattivo il fatto di rimanere in Emilia-Romagna. Questa sarà la parte più importante, a nostro avviso, della sfida, perché i fattori di ostacolo che noi vediamo sono legati purtroppo alla bassa remuneratività, o alla bassa retribuzione che il nostro Paese generalmente propone rispetto ad altri Paesi, o sono legati, al contrario, all’alta tassazione che il mercato del lavoro genera rispetto ad altri Paesi.

    Noi la risposta l’abbiamo avuta con la norma nazionale sull’attrattività dei cervelli. Quella norma ha dato qualche risultato proprio perché ha lavorato sulla componente del taglio dell’abbassamento del costo del lavoro.

    Ora, qui la norma è forse volutamente generica, perché demanda ad una successiva fase la definizione dei contenuti, certamente, e l’abbiamo anche capito. A noi però preme poter creare la condizione di un confronto per studiare insieme quali possono essere tutte le misure. A volte ovviamente la Regione non ha tutte queste competenze da poter mettere in campo sotto il profilo degli incentivi, al di là delle risorse europee. Abbiamo visto che alcune misure IRAP, per esempio penso a quelle che sono state utilizzate ad hoc sulle aree di montagna per le imprese sono state molto, molto apprezzate. Penso ad esempio anche a forme di incentivi che non necessariamente possono essere direttamente collegate alla persona fisica, ma ad incentivi che possono essere collegate all’ambito familiare, cioè all’aiuto per poter avere spazi negli asili, aiuto per quanto riguarda la famiglia, come istituzione, quindi, di consentire al cervello di potersi spostare in questo territorio, perché oltre alla retribuzione, e quello dipende molto dall’azienda, ci sono anche altri fattori che aiutano.

    Poi ci sono alcune questioni minimali, non fondamentali, ma che noi vorremmo richiamare comunque alla vostra attenzione. Pensiamo per esempio al tema della formazione linguistica. Anche in questo caso, riprendendo quello che diceva prima il consigliere di opposizione, è un fattore di ostacolo, ma allo stesso tempo nel progetto di legge si pensa a come poterlo risolvere. Noi qui vorremmo anche solo ampliare la gamma dei soggetti che possono fornire supporto nella formazione linguistica che vadano oltre quelle indicate nella legge, come per esempio gli enti di formazione.

    Ci permettiamo di fare una sottolineatura, senza nessuna polemica circa il fatto di mettere sullo stesso piano, nello stesso contenitore talenti legati al mondo del lavoro impresa e talenti legati al mondo del lavoro delle arti, della musica, della cultura, della danza e quant’altro. Perché faccio questa sottolineatura? Perché probabilmente, anzi, inevitabilmente avranno necessità di usufruire di strumenti diversi e probabilmente avranno necessità di avere una programmazione diversa. Forse la legge può essere unica e può essere anche forse utile che sia uno strumento unitario, ma noi vi invitiamo a ragionare sul fatto che poi, a un certo punto, però, i due percorsi siano diversi, perché non possono essere messi sullo stesso piano, proprio per una diversità sostanziale legata alle figure.

    Concludo ribadendo quello che ho rappresentato all’inizio del mio intervento. Noi e le nostre imprese abbiamo una grandissima aspettativa da questo progetto di legge. Abbiamo avuto tantissime richieste di conoscere i contenuti di questa proposta. C’è molta attenzione su quali possono essere le misure che possono essere messi in campo da parte delle aziende per poter lavorare su questo profilo. Quindi, siamo convinti che anche in questo caso la nostra Regione potrà cogliere quella che è stata la sfida che si corse nel 2014, e cioè diventare un territorio attraente anche per persone che non solo stanno all’estero, ma anche in altri territori del Paese, in altre regioni, in una logica di competizione sana fra territori, in una condizione di competizione costruttiva fra territori. Siamo assolutamente a disposizione per approfondire i temi che ho sollevato e vi trasmetteremo a breve una sintetica nota che riassume le mie valutazioni.

    Grazie per l’attenzione.

     

    Presidente RONTINI. Grazie al dottor Rusconi. Come anticipato, chiamo Rosa Grimaldi, che è delegata del sindaco Matteo Lepore alla promozione economica e attrattività internazionale, industrie culturali e creative per la Città metropolitana di Bologna, che ha anche alcune slide da utilizzare nel suo intervento, che poi, se ci accorda l’okay, renderemo disponibili anche a tutti i consiglieri. Per il successivo intervento, si prepari Francesco Zanoni. La parola, dunque, a Rosa Grimaldi. Prego.

     

    Dottoressa GRIMALDI, delegata del sindaco Matteo Lepore alla promozione economica e attrattività internazionale, industrie culturali e creative per la Città metropolitana di Bologna. Molto volentieri per le slide.

    Intanto buon pomeriggio a tutte e a tutti. Un saluto anche da parte mia all’assessore Colla, alla presidente e naturalmente a tutti i membri dell’udienza conoscitiva. Soprattutto grazie per l’opportunità di fare questo intervento e questa presentazione.

    Non mi dilungherò sui contenuti della legge, che nel corso di questi mesi abbiamo avuto modo già in diverse occasioni di commentare, dico soltanto che, da parte nostra, in rappresentanza del Comune e della Città metropolitana, c’è sicuramente grande entusiasmo per questa legge e anche grande orgoglio, grandissimo orgoglio per essere in questa Regione che, ancora una volta, non segue i trend, ma li definisce e li anticipa con questa legge. Mi limito a questo e poi farò qualche considerazione conclusiva di leve sulle quali operare all’interno della legge.

    Vi presento brevemente un servizio che si inserisce all’interno del Piano metropolitano per il lavoro e lo sviluppo sostenibile della Città metropolitana di Bologna e che lavora nella direzione di attrazione dei talenti. Di fatto, il servizio si chiama “Bologna for Talent” e lavora su due grandi anime: da una parte, promuovere il territorio, le vocazioni e le eccellenze del territorio, al fine di attrarre nuovi talenti e favorirne la permanenza all’interno del tessuto; dall’altra parte, lavorare sull’accompagnamento, quindi mettere in pista servizi e attività che possano favorire il cosiddetto “landing”, l’atterraggio dei talenti nel nostro territorio.

    Prima ci si interrogava su quale fosse la definizione di talenti, dal mio punto di vista i talenti sono rappresentati da tutti quei lavoratori e lavoratrici, ricercatori e ricercatrici, nazionali e internazionali, che vengono identificati dalle imprese del nostro territorio e anche dagli enti di ricerca come una risorsa chiave ad elevata specializzazione di competenze e conoscenze, e che sono difficilmente reperibili all’interno della nostra regione, in questo senso nel nostro territorio metropolitano.

    Sempre restando su questa slide, il servizio ha due obiettivi: il primo parla al tessuto delle imprese e, quindi, vuole andare a supportare e rafforzare l’innovazione del territorio attraverso la promozione delle opportunità di lavoro per i nuovi talenti residenti e attraverso anche l’aumento e la non dispersione di profili che rispondono alle esigenze delle imprese del nostro territorio; il secondo obiettivo punta a migliorare il posizionamento complessivo del territorio metropolitano come un luogo dove è bello vivere, e non soltanto perché ci sono delle imprese che fanno innovazione, perché c’è un tessuto industriale dinamico e vivace, ma perché è un territorio che offre dei servizi di innovazione, dei servizi di accoglienza, dei servizi che promuovono le vocazioni e le bellezze del territorio a 360 gradi.

    Nella slide successiva vedete la timeline delle attività sulle quali il servizio ha lavorato fin dal 2020, da quando è partito. Come vedete, è un servizio che nasce all’interno dell’accordo attuativo tra la Regione e la Città metropolitana per lo sviluppo economico e sociale, è stato progettato insieme ad attori conosciuti del nostro territorio, ART-ER, il Comune di Bologna, la Fondazione per l’innovazione urbana, l’Università di Bologna, la Bologna Business School, Confindustria Emilia Area Centro e Nomisma.

    Quali sono gli aspetti più importanti di questa evoluzione? All’inizio abbiamo cominciato a lavorare allo sviluppo di un sito per promuovere il territorio, con un conseguente avvio di azioni di promozione, che ci hanno portato anche ad avere delle relazioni dirette con le imprese, quindi a cercare dei momenti di approfondimento one-to-one. All’inizio si parlava di customizzazione di percorsi e di profili. Ecco, credo che questo sia molto importante: andare nella direzione di capire quali sono le esigenze che le singole imprese vanno a manifestare.

    Nel 2022 è stata attivata la sede “Your Future Home” all’interno della Biblioteca Salaborsa e, quindi, è stato aperto uno sportello che ha proprio l’obiettivo di favorire l’incontro con le persone e descrivere e aiutarle nel percorso di inserimento all’interno del territorio.

    Un’iniziativa che è sulla rampa di lancio, che vedete alla fine di questa timeline, si chiama BET (Bologna Empowering Talent), che di fatto è un programma, un progetto che è una scommessa della Città metropolitana di Bologna finalizzata ad attrarre sul territorio dei neolaureati che possano favorirne l’inserimento nelle imprese del nostro territorio.

    In questa slide vedete quelli che sono gli attori che ho avuto già modo di descrivervi e di raccontarvi. Quelli che vedete in questa slide sono i tre pilastri su cui si fonda il servizio. Il primo è rappresentato da un servizio di accoglienza, con informazioni di primo orientamento e un accompagnamento one-to-one attraverso diverse azioni. Il secondo pilastro portante del servizio è rappresentato dall’attrattività, e sotto l’attrattività c’è tutto il tema di azioni di promozione, cioè promuovere il servizio, ma anche un tema di promozione territoriale. Ne abbiamo già messe in pista alcune, ma bisogna pensare ad azioni più mirate, più dedicate e più efficaci per favorire la promozione del territorio nei contesti giusti, nazionali e internazionali. Il terzo e ultimo pilastro è rappresentato dalla retention, con la quale si sta lavorando con l’Università di Bologna e altri enti di ricerca e imprese del territorio per favorire la permanenza di studenti neolaureati nel nostro territorio.

    Se andiamo alla slide successiva, non mi soffermo su tutti i risultati che vedete, ma mi limito a dire che sono alcuni dei principali risultati realizzati nel 2021 e quelli che pensiamo di realizzare nel 2023, e tra questi elenco la realizzazione di un sito web, la realizzazione di un video di promozione realizzato congiuntamente all’Università di Bologna, intitolato “Bologna Start planning your future”, una prima campagna di adesione rivolta alle imprese. Abbiamo interagito con più di venti imprese e abbiamo, di fatto, sottoscritto nove contratti o, comunque, abbiamo avuto nove occasioni di intervento diretto con le imprese del territorio. Un vademecum per i talenti internazionali, perché è molto importante anche lavorare con la Questura sul fronte degli adempimenti per i profili internazionali in entrata. Poi, tante altre iniziative, non ultimo un coordinamento importante con ART-ER di un percorso – si lavora sempre molto bene e molto efficacemente con ART-ER – denominato IT-ER, che è un percorso della Regione Emilia-Romagna per l’attrazione di talenti internazionali di grande impatto.

    Andrei alla slide successiva, prima di avviarmi alla conclusione, dove vedete il programma “Bologna Empowering Talent”, che sarà lanciato tra un paio di settimane. Si tratta di un nuovo programma della Città metropolitana di Bologna, che realizziamo con il supporto di AlmaEClub, che è destinato ad attrarre sul nostro territorio giovani talenti, laureati e neolaureati, che sono prossimi all’ingresso nel mondo del lavoro e che li mette in contatto con le aziende del territorio alla ricerca del personale. Si tratta di attrazione di tredici persone, che lavoreranno su tre sfide di open innovation, definite in collaborazione congiuntamente con tre imprese del territorio, già selezionate, e che saranno sul nostro territorio per tre settimane a lavorare su un programma che li vedrà impegnati non soltanto in attività di collaborazione con le imprese, ma anche – questa è una cosa che penso sia molto importante – nel conoscere il nostro territorio, nel conoscerne le bellezze. Quindi, saranno organizzati, anche nei weekend, percorsi ricreativi per fare in modo che si conosca tutto il sistema e le bellezze che il nostro territorio mette a disposizione.

    Vado veramente alla conclusione con l’ultima slide, che di fatto rappresenta una serie di osservazioni e spunti che possono essere di interesse per la legge. Di fatto, sono delle leve sulle quali, a mio avviso, sarebbe opportuno puntare nell’ambito della legge regionale.

    Sicuramente il tema dell’attrazione dei talenti diventa importante per il nostro Tecnopolo dei Big Data e anche per il programma di mandato del Comune di Bologna, che è la “Città della Conoscenza”. Mi permetto di dire che Bologna è a disposizione, anche attraverso il Piano casa, per la sperimentazione di alcune linee della legge per nuove soluzioni per aumentare l’offerta abitativa dei talenti.

    Un altro elemento, già citato nelle precedenti relazioni, è rappresentato dall’importanza delle scuole internazionali e del sistema scolastico, con offerte in lingua inglese. Infine, ritorno sul tema della promozione del territorio, promozione mirata. Anche di questo si è parlato nelle relazioni precedenti: quanto è importante identificare dei target. Come Città metropolitana abbiamo un sito nel quale promuoviamo il territorio, ma credo che questo debba essere il punto di partenza di una serie di azioni più efficaci e mirate, che vadano a parlare dei target specifici, come per esempio la Consulta emiliano-romagnola nel mondo, piuttosto che le associazioni degli Alumni delle università della nostra regione. Immaginate un progetto che vada a parlare agli Alumni dell’Alma Mater Studiorum e delle Università di Parma, Ferrara, Modena e Reggio, e al potenziale di questo progetto, al quale possiamo sicuramente lavorare insieme.

    Vi è anche un tema di attrazione di competenze nel settore delle industrie creative e culturali. Prima dicevo che i talenti sono dei profili ad alta specializzazione, però c’è anche tutto il tema delle ICC in questa regione. Abbiamo un punto di riferimento, il “Co-Location Centre”, per la KIC nell’ambito delle industrie creative e culturali e un’attenzione sempre crescente su queste industrie, con una conseguente richiesta anche di profili nell’ambito delle arti ricreative e culturali. Anche questo è un elemento di attenzione. Complessivamente, con nuove competenze da promuovere attraverso percorsi formativi, credo che la personalizzazione dei percorsi già evocata negli interventi precedenti sia sicuramente importante per un tema su cui lavorare insieme per massimizzare l’efficacia di questo progetto di legge. Mi scuso se sono andata un po’ lunga. Grazie per l’attenzione.

     

    Presidente RONTINI. Grazie. Chiamo Francesco Zanoni, funzionario di Confcooperative Emilia-Romagna, che interviene a nome del Tavolo regionale per l’imprenditoria.

    Saluto, visto che sono qui presenti e fanno sempre parte con le loro associazioni del Tavolo regionale per l’imprenditoria, Barbara Lepri, direttrice di Legacoop Emilia-Romagna, e Daniele Montroni, funzionario di Legacoop Emilia-Romagna. Si prepari, per il successivo intervento, Francesco Brianzi.

    Prego, Francesco Zanoni.

     

    Dottor ZANONI, Confcooperative Emilia-Romagna. Buonasera a tutti. Grazie, presidente. Grazie, gentile relatrice, relatore di minoranza, assessore e colleghi intervenuti.

    Come Tavolo regionale dell’imprenditoria innanzitutto all’interno del Patto per il lavoro e per il clima abbiamo condiviso da subito l’impostazione, la struttura e la necessità di questo progetto di legge. Crediamo che il tema del capitale umano sia un tema assolutamente importante per le imprese dell’Emilia-Romagna. La carenza non solo di cervelli, ma anche di specializzati nelle discipline tecniche e tecnologiche per le nostre imprese è un tema e adesso sta diventando un problema, quindi abbiamo più livelli da tenere in considerazione.

    Penso all’importanza della legge sull’attrattività degli investimenti. Abbiamo visto i risultati che sta raggiungendo, abbiamo visto che aveva colto nel segno. Probabilmente, direi più che probabilmente, nei fatti era necessaria. Quindi, investimenti e impresa, chiaramente il capitale umano, ma il degno corollario è l’integrazione, è la necessità di mettere all’interno dell’hardware il software, la conoscenza, e tutto ciò che ne consegue per il sistema emiliano-romagnolo. Quindi, come impianto di legge crediamo sia assolutamente necessario e anche avveniristico rispetto al panorama delle altre Regioni e alle azioni che stanno mettendo in campo le altre Regioni.

    È un progetto di legge che oserei definire quasi un progetto di legge quadro, che coglie un obiettivo strategico politico chiaro, perché sicuramente ci sono degli strumenti che dovranno essere messi in campo, anche nuovi, ma vi è anche un’altra serie di strumenti, che qui vengono richiamati, che vengono coordinati dal punto di vista della strategia e della volontà politica di metterli a sistema, perché sappiamo che l’Emilia-Romagna programma molto, programma anche bene, impiega i fondi, ma alcune volte occorre che tutta questa programmazione venga anche riassunta con un filo logico, con una strategia. Qui è chiaro qual è l’obiettivo, e cioè quello di avere una strategia rispetto all’attrazione dei talenti.

    Sempre restando a livello di premessa di carattere generale, esprimo una considerazione sul mercato del lavoro dell’Emilia-Romagna. Come veniva prima richiamato, è importante rendere sempre più competitivo il mercato del lavoro. Un sistema imprenditoriale innanzitutto deve essere attraente in quanto sistema imprenditoriale anche rispetto all’appetibilità di quella che è la domanda di lavoro delle imprese, quindi anche il ruolo dei Centri per l’impiego e tutto ciò che ne consegue.

    Entrando adesso più nel merito del progetto di legge, la prima considerazione che come Tavolo dell’imprenditoria vorremmo offrire a chi condivide queste osservazioni e che dovrà sostenere il percorso del progetto di legge riguarda il titolo, che recita “Attrazione, permanenza e valorizzazione dei talenti ad elevata specializzazione in Emilia-Romagna". Ebbene, in alcuni passaggi – magari è soltanto una questione formale – il termine “permanenza” viene un po’ dimenticato. Questo è un punto di vista magari formale, penso ad esempio all’articolo 7. Ma al di là della questione formale, vorremmo sottolineare la questione sostanziale, e cioè, come veniva prima richiamato, è importante avere anche come obiettivo quello di trattenere i talenti che già risiedono in Emilia-Romagna e che stanno portando a termine percorsi di specializzazione e di studio. Questa è una considerazione che ci sentiamo di fare, al di là dell’aspetto formale, che – lo ripeto – poi magari potrà essere ricercato nei diversi articoli.

    Un’altra considerazione riguarda il livello di specializzazione e il curriculum dei talenti. Crediamo che, ad esempio, non debba essere esclusivamente riservato come obiettivo quello di puntare ai laureati e ai “super masterizzati”, ma occorra un’attenzione particolare anche per quanto riguarda i diplomati specializzati con competenza tecnica. Ad esempio, i numeri degli ITS e degli IFTS, cui si faceva prima riferimento, ci dicono che c’è una carenza, anche da un punto di vista quantitativo. Ce lo dicono le nostre imprese, ce lo dice il sistema economico e imprenditoriale. Quindi, mantenere un’attenzione anche a questa parte del capitale umano.

    Un’altra osservazione riguarda tutto il sistema di welfare, delle azioni positive che la Regione Emilia-Romagna già costruisce in generale, ma che qui è riservato ai talenti. Certamente c’è un tema, che è quello delle politiche abitative, che sta esplodendo anche nel dibattito pubblico. In queste settimane, ad esempio, sul territorio di Bologna è di dominio pubblico la polemica o, comunque, un dibattito, che si sta alzando di tono, anche rispetto alla tensione abitativa del territorio bolognese, ma non soltanto. Mi preme richiamare il fatto che sicuramente si fa riferimento al tema della casa, in alcuni passaggi, ma la legge n. 24 non è stata citata tra gli strumenti in maniera esplicita. Gli interventi previsti dalla legge n. 24 non sono stati esplicitati da un punto di vista formale. Magari, anche qui, un passaggio potrebbe essere di aiuto per evidenziare un tema che crea tensioni sociali, al di là anche dell’attrazione dei talenti in generale. Senza dimenticarci delle famiglie emiliano-romagnole che già vivono un tema abbastanza critico.

    Un’altra sottolineatura ci terrei a farla rispetto alle agenzie per la ricerca dei talenti, di cui all’articolo 7. Vorremmo che non fosse limitato al sistema universitario, all’ecosistema della ricerca e dell’innovazione, che queste agenzie per la ricerca di talenti fossero il più possibile incluse. Quindi, se è sfuggito qualche soggetto, vediamo di recuperarlo in corso di dibattito.

    Un altro tema che è stato toccato è quello delle industrie culturali e creative. Le diverse filiere individuate nell’S3 necessitano, probabilmente, di strumenti adeguati e specifici. Aggiungerei, quindi, alle industrie culturali e creative anche il tema dell’economia sociale, dell’innovazione sociale. Per esempio, dove si parla di idee imprenditoriali per la creazione di imprese, all’articolo 8, non scarterei, anzi suggerirei di inserire anche il tema dell’impresa sociale e dell’economia sociale in generale, che probabilmente, anche in questo caso, necessita di strumenti e percorsi diversi, che non dovremmo escludere, ma vorremmo ‒ anche qui ‒ integrare, proprio per recuperare tutte le filiere che sono state identificate con la S3. Non che vengano escluse, però renderlo più esplicito.

    Infine, ma forse andava detto in premessa... Lo lascerei per ultimo, però, proprio per il fatto che il progetto di legge non definisce esattamente, ma non potrebbe nemmeno, probabilmente, che cosa si intende per “talenti ad elevata specializzazione”. Suggerirei e suggeriremmo, come emendamento, anche in maniera molto precisa, all’articolo 2, dove la Giunta regionale definisce con una propria delibera la definizione di talento ad elevata specializzazione, un coinvolgimento del Comitato regionale, di cui all’articolo 11, cioè una consultazione là dove la Giunta regionale consulta e, sentito il Comitato regionale, definisce con propria delibera. Magari era anche nella volontà dell’estensore dell’articolo, però se lo esplicitiamo crediamo che il Comitato regionale, di cui all’articolo 11, possa avere un ruolo, almeno nella consultazione, là dove si vanno a definire i talenti di volta in volta, proprio perché il curriculum, la specializzazione del talento possa avere il più possibile un riscontro, anche diretto, da parte del Comitato, che ha importanti poteri. È definito così nel progetto di legge.

    Queste sono le considerazioni del tavolo regionale. Ci riserviamo anche noi di inviare un documento con alcuni emendamenti più precisi. Speriamo che il progetto di legge venga approvato in tempi congrui, adeguati, anche con la dovuta solerzia, senza fretta, però, che porterebbe ad errori eventuali. Come abbiamo detto, sul tavolo del Patto per il lavoro e per il clima le associazioni del tavolo regionale appoggiano, plaudono questa iniziativa, che per noi è assolutamente importante e va a integrare le altre iniziative della Regione per lo sviluppo ulteriore del sistema dell’Emilia-Romagna. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie. Francesco Brianzi, assessore alle politiche giovanili, università e ricerca NextGenerationEU, Agenda 2023, Comune di Piacenza, a cui chiedo di portare i nostri cari saluti alla sua sindaca, che è stata una nostra collega e una nostra cara amica. Prego. Per il penultimo intervento, ascolteremo Andrea Prati.

     

    Dottor BRIANZI, assessore Comune di Piacenza. Grazie.

    Buongiorno a tutti. Li avrei portati io i saluti della mia sindaca, Katia Tarasconi. Grazie alla presidente Rontini, all’assessore Colla e ai consiglieri per questa occasione di confronto.

    Il Comune di Piacenza ha già espresso un parere favorevole a questo progetto di legge in sede di Consiglio delle Autonomie locali lo scorso 1° dicembre, però credo sia importante anche ascoltare gli interventi degli stakeholder e avere un dialogo diretto con la Regione. Per gli Enti locali questo è davvero delicato ed importante.

    Non ripeto quello che è già stato anticipato prima, anche su importanti dicotomie tra futuro digitale, ambiente, lavoro, valori e cittadinanza, che fanno parte della strategia dell’innovazione e della ricerca in Europa. Si collegano gli obiettivi di Agenda 2030. Lo sottolineo anche legandomi allo sforzo che gli Enti locali faranno nell’aderire alla sperimentazione che la Regione sta portando avanti, anche nel cercare di misurare il raggiungimento di questi obiettivi. In particolare, oggi si parla dell’obiettivo 8, ma io ci vedo tanto obiettivo 17 sul tema del partenariato rispetto a questo progetto di legge.

    Fa sorridere sicuramente il fatto che ci troviamo a battagliare sui nomi, sul significato delle parole. Talento. Io stamattina mi sono svegliato e ho cercato su internet l’etimologia di “talento”. Deriva dal greco. Era un’unità di misura, o bilancia, anche. Quindi, è quasi paradossale il fatto che ci troviamo di fronte alla difficoltà di definire che cosa sia un talento, proprio di misurare un qualcosa che dovrebbe essere, invece, un’unità di misura. Di fronte a questa complessità credo che questa proposta di legge ci dia la possibilità di avere un quadro, uno sfondo di riferimento, come quello che è stato giustamente detto prima sia dalla maggioranza che dalla minoranza.

    Di fronte a questa complessità, però, io credo che avere uno sfondo di riferimento non debba... E rispondo anche a uno stimolo che è stato dato prima da Confindustria. Vi è la necessità, sì, di differenziare i percorsi, ma anche di dare un quadro comune. Io arrivo ‒ prima dell’esperienza politica ‒ dal settore culturale e creativo, che è stato citato prima. È importante anche dare la possibilità a settori dove, magari, questa attenzione al talento, in un senso più nuovo, in un senso più strategico del termine, forse è stata data in minor parte. È stato dato più un rilievo giornalistico, meno di contenuto. Oggi la Regione ci dà la possibilità, invece, di metterli al pari di talenti che operano in altri settori. Questo credo sia molto importante.

    La necessità di personalizzazione ci collega anche ai temi dell’inclusione, che credo sia giusto e doveroso richiamare. Nell’includere facciamo riferimento a tante partite diverse. Penso anche alla sfida di guidare i settori più in difficoltà nella direzione della ricerca e dell’innovazione. In questo la politica può fare tanto. Questo disegno di legge può aiutare anche gli Enti locali a spingere in questa direzione, anche diffondendo una cultura della ricerca, un settore che, forse, è ancora un po’ chiuso rispetto all’utente finale, al cittadino.

    In questo senso, quello che viene richiamato nell’articolo 4 e nell’articolo 11 ci permette sicuramente di lavorare insieme, ci dà un quadro per poter lavorare insieme, in particolare sul tema del partenariato, quindi sul tema del mettere insieme le forze e di guardare ad obiettivi comuni, dove, magari, i limiti vengono superati proprio anche dalla forza di fare rete e di lavorare insieme.

    Penso, in particolare, al settore dell’università quando dico queste parole perché ci troviamo ancora tanti giovani in uscita dai percorsi universitari, anche quelli proposti in Regione, che faticano a trovare un inserimento lavorativo. Non abbiamo solo il personale ATA che prende i Frecciarossa per andare a lavorare, ma abbiamo anche dei ricercatori che prendono la macchina e vanno in Repubblica Ceca per fare il dottorato. Quindi, concentriamoci anche su questa dimensione.

    Un altro elemento che richiamo, che credo sia molto importante, che ho trovato in questo progetto di legge è il tema dell’esperienza, della qualità della vita e dell’attrattività, nel senso di rimanere in Emilia-Romagna. I giovani, in particolare i giovani ricercatori guardano... Adesso mi concentro sui giovani. Ovviamente non ci sono solo ricercatori giovani, però uno dei motori è soprattutto questo, anche l’esperienza e la qualità della vita che fanno qui. Sappiamo più o meno tutti a quanto ammonta una borsa di dottorato o quanto può essere lo stipendio di un ricercatore che si affaccia a questo settore. Lì diventa cruciale il tema del diritto allo studio, diventa cruciale il tema del residenziale, come è stato anticipato prima. Diventa anche cruciale il ruolo del terzo settore citato nel progetto di legge. Credo che questo sia un altro ottimo segnale in questo senso.

    Spero che nel Comitato regionale ci sia spazio per gli Enti locali, che hanno bisogno di essere guidati e accompagnati, esattamente come le università. L’Ente locale diventa la prima faccia sul territorio vista dal mondo dell’università, adesso mi sto concentrando su questo, ma anche dal mondo del centro di formazione, eccetera, e della scuola. Riprendo anche questo tema, e lo lancio un po’ come spunto. Anche blindare il concetto di ricerca e di innovazione solo ad alcuni settori credo sia un po’ limitante. Dall’altra parte, l’apertura al settore formativo ci deve dare uno stimolo anche per interrogarci. Una maestra d’asilo non fa ricerca durante la sua professione, non ha un ruolo delicato di sviluppo anche di quelle competenze, così come un docente di secondaria che prepara una persona verso il futuro.

    Chiudo con un’apertura da parte della nostra Amministrazione. Piacenza è un po’ la porta della Regione. Abbiamo cinque atenei sul territorio, un’università statale, due università private, l’istituzione statale AFAM e due Consorzi universitari che fanno parte della rete dei Tecnopoli. Abbiamo scelto di strutturarci, anche come Ente locale, con un nuovo servizio, proprio per non delegare solo e unicamente all’assessore qui presente la responsabilità di relazionarsi con queste realtà. Questo quadro ci permette di lavorare bene. In questo senso, vi ringrazio per questo lavoro. Come è successo anche in altri casi, l’Amministrazione regionale ci dà un quadro di riferimento, anche per trarre spunto e tarare delle politiche, anche a livello locale, che possano essere impattanti, di sviluppo per il nostro territorio. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie davvero.

    Adesso Andrea Prati, professore ordinario, nonché delegato del rettore per i sistemi informativi dell’università di Parma. E poi, come ultimo intervento, a meno che qualcuno dei presenti che sta partecipando ai nostri lavori, ma lo ha fatto senza richiesta di intervenire, non dovesse cambiare idea, c’è quello di Lorenzo Benassi Roversi.

    Prego.

     

    Dottor PRATI, professore ordinario Università di Parma. Buongiorno a tutte e a tutti.

    Il mio intervento sarà abbastanza breve. Volevo portarvi un occhio sull’università in senso lato, non necessariamente sull’università di Parma che oggi qui rappresento.

    Il tema dell’attrazione dei talenti o dell’evitare la fuga dei cervelli è un tema di cui all’università si parla da tempo, secondo me con risultati, a livello nazionale, non sempre eccellenti. Anche come università di Parma, quando ci siamo trovati a ragionare su come attrarre, soprattutto dall’estero, i talenti, magari in certe tematiche calde, ci siamo posti davanti a due limiti. Uno è stato già citato più volte oggi: quello della retribuzione. Indubbiamente i docenti e i ricercatori italiani sono tra i meno pagati in Europa e nel mondo. Quando si deve cercare di attrarre da certi Paesi talenti dall’estero ci si pone sempre il problema che le retribuzioni di docenti e ricercatori sono fissate per legge. Qualcosa un ateneo lo può fare. Può intervenire, ad esempio, con la classe stipendiale iniziale, il rettore in particolar modo, ma più di tanto non può fare.

    Anche parlando con altri atenei, in quell’ottica, anche nell’ottica di questa legge che anch’io, come chi mi ha preceduto, trovo molto importante per il territorio regionale, parlando con altri atenei, dicevo, alcuni atenei sono riusciti ad attrarre talenti anche dall’estero lavorando sui benefit, magari per intramezzo di fondazioni bancarie o Enti privati, ma mettendo a disposizione del docente o del ricercatore che si vuole trasferire in Italia e che non lo fa meramente per motivi personali e familiari, ma lo vuole fare per fare ricerca di qualità, come in Italia sicuramente si fa, soluzioni abitative, di cui abbiamo parlato più volte, strumenti di welfare e ‒ perché no? ‒ anche una dotazione economica, dal punto di vista dei fondi, per poter lavorare. Questo non impatta, ovviamente, direttamente lo stipendio della persona, però può metterla nelle condizioni di lavorare non dico a livello del mondo anglosassone, ma a un livello più alto di quello cui siamo abituati in Italia.

    La fuga dei cervelli è un altro tema, l’altro lato della medaglia, che però, di nuovo, spesso si porta dietro ‒ non sempre; spesso ci sono anche altri fattori ‒ un aspetto retributivo. Il secondo aspetto che personalmente troverei difficoltoso se mi dovessi approcciare a un collega non dico americano, ma francese o tedesco per farlo venire in Italia è quello legato alla burocrazia. L’università, la Pubblica amministrazione in Italia è sommersa di burocrazia, ed è un aspetto che, se non si è docenti o ricercatori italiani, non si comprende. È proprio difficile da spiegare a un collega di un altro Paese.

    Questa, chiaramente, è una cosa non banalissima da mitigare. La burocrazia è imposta da delle norme di legge. Quindi, non siamo certo noi e credo neanche la Giunta regionale a poter intervenire più di tanto. Però mettere a disposizione un servizio, non so se a livello regionale o a livello di singola istituzione, che aiuti e che sgravi questi colleghi, eventualmente, che si volessero trasferire in Italia di almeno alcuni di questi oneri burocratici, credo sia un altro fattore da tenere presente, almeno dal lato universitario. Il lato retribuzione, lo ha già detto chi è intervenuto prima di me, vale chiaramente anche per le imprese, per l’attrazione dei talenti nelle imprese. Credo che, invece, quello della burocrazia sia più importante, più rilevante per università e Enti di ricerca.

    Noi siamo molto interessati a questa opportunità che la Regione sta offrendo al territorio e disponibili a contribuire, nel limite delle nostre competenze, anche nel definire meglio tutti gli aspetti. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie a lei. Chiamo, adesso, Lorenzo Benassi Roversi, responsabile del Dipartimento mercato del lavoro di CISL Emilia-Romagna.

    Ne approfitto, prima di dargli la parola, per salutare e ringraziare anche Paride Amanti, di CGIL Emilia-Romagna, e Bellotti Graziella, vicepresidente di CONFAPI Emilia-Romagna, così come voglio ringraziare per la partecipazione ai nostri lavori oggi Roberto Righetti, direttore di ART-ER (prima è stata citata la struttura), Marina Silveri, che è la direttrice operativa, e naturalmente la dottoressa Morena Diazzi, che è la direttrice generale dell’assessorato per quanto riguarda conoscenza, ricerca, lavoro e imprese, che è qui accompagnata anche dal dottor Gabriele Marzano, che si occupa più nello specifico di politiche occupazionali e interventi per l’innovazione, sempre di quella Direzione generale. Prego, la parola a lei e grazie.

     

    Dottor BENASSI ROVERSI, responsabile del Dipartimento mercato del lavoro di CISL Emilia-Romagna. Buongiorno a tutte e a tutti, grazie per l’occasione di ascolto.

    Innanzitutto, intervenire per ultimo accorcia i tempi, per cui eviterò dilazioni, ripetendo tutto quanto di già anche di molto condivisibile abbiamo ascoltato.

    Il testo a cui si è pervenuti e che abbiamo ricevuto è rispondente alle aspettative. Temevamo che fosse più fumoso. È certamente una legge di identità, come si diceva nella relazione introduttiva del consigliere, però poi apre anche degli scenari e alla possibilità di attivare delle dinamiche. Da questo punto di vista quindi noi crediamo di aver già in parte contribuito attraverso le osservazioni che vi abbiamo fatto pervenire che il testo a cui si è giunti poi recepisce. È un testo che pone la questione dell’attrattività all’interno di una rete, quindi è già stato detto. Certamente si iscrive nel perimetro del Patto per il lavoro, certamente guarda anche alla strategia regionale per la specializzazione intelligente. Vede un testo che va in continuità con quanto abbiamo condiviso e fatto finora.

    Dal nostro punto di vista, sarebbe importante guardare certo il mondo dell’impresa, che è molto presente all’interno del testo. Guarderei anche al tema della qualità del lavoro perché, come diceva il professore prima di me, è uno degli elementi che possono rendere realmente difficile l’attrattività e la permanenza di talenti sul nostro territorio. Ahimè, noi siamo abituati a descriverci come una Regione particolarmente forte e virtuosa, ma se poi andiamo a vedere i livelli anche retributivi degli Stati europei, abbiamo una concorrenza spietata.

    Sappiamo bene, quanto alla qualità del lavoro, che non tutte le leve sono in mano alla Regione per quanto riguarda questo, però certamente c’è quella della contrattazione di secondo livello. Lì magari un riferimento esplicito potrebbe essere di valore inserirlo come strumento di attrattività. Inizialmente si guarda alla contrattazione come a un elemento di tutela. Interpretarlo anche in termini, invece, di maggiore attrattività può essere interessante.

    Bisogna fare i conti poi con tutti quelli che possono essere gli elementi, anche effetti collaterali dell’attrattività. Bologna lo vive adesso, in questo momento molto forte con il Piano casa, con il tema della casa, della carenza a cui poi ovviamente le Istituzioni daranno una risposta con l’annunciato piano casa. Immaginiamo che per l’Emilia-Romagna su scala, ovviamente, il problema possa ripetersi qualora l’obiettivo dell’attrattività poi venga centrato, per cui immaginiamo, e l’abbiamo inserito anche nelle osservazioni, che oltre alla finanza agevolata per la nuova impresa sia immaginabile anche uno strumento di finanza agevolata per la casa, perché radicare qui un progetto di vita di una persona con elevato livello di specializzazione può essere un elemento di radicamento ancora maggiore se ha a che fare con la vita, quindi con la scelta abitativa che non quello del lavoro, o del progetto imprenditoriale che poi può per sua natura anche migrare altrove. Come già detto anche dai colleghi, anche noi gradiremmo che il Comitato di cui si prevede l’istituzione dell’articolo 11 potesse in qualche modo avere anche parola sul fronte della definizione dei criteri che andranno a determinare il perimetro dei talenti. Certamente siamo favorevoli al tema degli incentivi all’assunzione per le imprese. Ovviamente ci chiediamo anche, però, quale sia il senso di questi incentivi, dal momento che c’è una un bisogno, una domanda che viene già dal mondo delle imprese. Ci chiediamo allora se non sia più interessante, magari anche cogliendo lo spunto del collega di Confindustria, Rusconi, concentrare gli incentivi, o quantomeno prevederne di specifici per quei talenti che sono in formazione, per quei talenti che entrano nell’azienda anche per completare un percorso che li porta ad avere competenze realmente elevate. Sappiamo che in questi termini che ha un valore anche formativo, il lavoro che si fa in azienda. Per cui, profili junior, per riprendere la definizione che ne ha dato il collega, possono essere interessanti da questo punto di vista, anche immaginandosi una connessione tra l’ingresso in azienda di queste professionalità e la possibilità di ottenere incentivi che vanno in questo caso a rispondere a un fabbisogno che è anche formativo. Io direi di chiudere qua. Grazie mille per l’ascolto.

     

    Presidente RONTINI. Grazie a lei, grazie a voi tutti. Se non ci sono altre richieste last minute, e mi pare di no, prima di passare la parola all’assessore Colla, per trarre alcune prime valutazioni e osservazioni dal pomeriggio, voglio nuovamente ringraziarvi anche a nome dei relatori, per avere innanzitutto raccolto l’invito, per i contributi che ci avete fornito con i vostri interventi, per il materiale che in alcuni casi ci avete anticipato e che ci invierete, che sarà utile al lavoro delle forze politiche, da qui all’aula per cercare insieme di rafforzare ulteriormente questo progetto di legge. Progetto di legge, come dicevo, che è nostra intenzione portare prossimamente in aula per l’approvazione, con i tempi congrui, cioè con tempestività, ma senza fretta, come veniva detto, e come penso di poter dire che è prassi anche di questa Commissione.

    Dedicheremo almeno altre due sedute, qui, in II Commissione, all’analisi del testo, alla valutazione, alla discussione tra di noi. Poi, come sapete, c’è anche un passaggio in V Commissione, che è consultiva, dal momento che alcune materie, alcune competenze di cui si occupa il provvedimento, sono di più stretta competenza della V. Grazie ancora. La parola all’assessore Colla.

     

    COLLA, assessore. Grazie, mi fa molto piacere.

    Ho assistito a una qualità della discussione a supporto, con valutazioni, ringrazio la presidente Rontini, ringrazio Francesca per la sua esposizione sempre meticolosa, ma ringrazio anche Gabriele Delmonte anche per le sollecitazioni. Tra l’altro, il passaggio che ha iniziato a convincerti sui valori va bene anche per me, quindi c’è sempre una piattaforma valoriale quando si fanno delle cose politiche istituzionali, altrimenti non saremmo qui.

    Provo a consegnare uno scenario, provo a dare alcuni titoli, anche per affrancarci tra di noi. Sì, io penso che sia una legge identitaria, deve essere una legge calamita, deve essere una legge strutturale, coerente all’ecosistema dell’Emilia-Romagna. Questo trittico si amalgama nel suo insieme. È un provvedimento unico, anch’io ho fatto un po’ di verifica per capire. Sapete che non sono abituato ai primati, ma è bene dirlo, anche perché ci pone di fronte una responsabilità: ci sono diversi assessori anche di altre Regioni che hanno voluto il testo, gliel’abbiamo già consegnato, c’è una sensibilità nel Paese su questi temi. È un provvedimento unico nel panorama nazionale, quindi ringrazio anche il vostro riconoscimento.

    Siamo dentro un perimetro che tra di noi mi sembra che ci convinca: prima di tutto lo scenario economico. Nel 21-22 abbiamo volato, dal punto di vista economico, lo diceva anche Rusconi, il prodotto interno lordo 8 per cento al 21, al 2022 4 per cento. Insomma, i numeri parlano, non han bisogno… Penso che a Prometea, l’ho detto anche a loro, si stanno sbagliando anche sul 2023, non ne hanno azzeccata una nel 2021, nel 2022: l’8 avevano detto che era 6, il 4 che era 2,5; adesso dicono che è l’0.6. L’indicatore che ho io, a meno che non ci siano fatti travolgenti, al di là di questa maledetta guerra che ovviamente incide e non poco, è che questa Regione segna, e io penso che la segnerà ancora, una crescita importante. Forse dovremmo gestire un po’ di planata, ma certamente è una crescita; quindi, come governare questi livelli di crescita è molto importante.

    Penso poi che ci sia un modello che sta funzionando, che va salvaguardato, che va rafforzato. Io lo chiamo modello di sistema integrato pubblico-privato. Questi due soggetti si riconoscono a monte, posizionano delle strategie, partecipano, discutono. A valle sarebbe già tutto avvenuto e nessuno avrebbe capito, mentre, come stiamo facendo qui oggi, la discussione è partecipata prima. Noi lo diamo per ordinario, ma di ordinario non c’è niente su questa operazione, su questo fattore.

    Penso poi che siamo dentro lo scenario di una Regione che ha un modello manifatturiero, un modello primario di grande qualità, di nicchia, mai di livello massivo, che ha una capacità di stare nel mondo, questo sì, come nessuna Regione. Abbiamo degli indicatori dell’export eccezionali, e lì dentro c’è una cultura del fare impresa, una cultura del lavoro che è anche quasi l’orgoglio di stare dentro, di conoscere il cambiamento, di starci dentro, di non perdere l’occasione, di non essere spaventata del cambiamento. Ovviamente, si spacca il capello in quattro, ma perché vogliamo starci, in questo cambiamento.

    Poi, permettetemi, inizio a darmi un’altra valutazione. A volte noi parlavamo di verticalità. Benissimo l’operazione che abbiamo fatto sull’S3, strategia intelligente; non abbiamo cambiato idea, quelle sono le nostre filiere, sono le 15 filiere strategiche, le risorse le posizioniamo lì, la ricerca va lì, i nostri comportamenti vanno lì, i bandi vanno lì. Nel fare queste operazioni però io vedo una novità: che questa Regione sta diventando un campus di innovazione trasversale.

    In ogni settore si utilizza la digitalizzazione che è trasversale, si utilizza il tema della sostenibilità che è trasversale, si utilizza ad esempio il tema dei materiali quale fattore trasversale, e potrei continuare. È come se si stesse allargando un campus di innovazione trasversale. Forse è una nuova lettura che dobbiamo fare in questo ecosistema internazionale, che poggia e sostiene questo campus di innovazione trasversale, dove ovviamente metto tutte le nostre strutture: le Università, i tecnopoli, le imprese, i servizi, le istituzioni, le nostre città, che hanno molta cultura internazionale. Anche le Istituzioni hanno molta cultura internazionale. Venivano posti qui da Rosa Grimaldi alcuni passaggi di legame internazionale delle nostre città.

    Questa legge, perché, se gli diamo questa valenza di contesto? Perché abbiamo degli indicatori che sono davanti a noi, su cui forse non abbiamo esercitato – penso che neanche la politica l’abbia fatto – tutta la nostra forza. Stavolta non possiamo permetterci di lasciarli a far “decanter”, come si direbbe. Se io dico demografia, se dico natalità, se dico migranti, se dico come si parla domanda- offerta, se dico età, emigrazioni, e potrei continuare, è un tema contemporaneo e strutturale nel tempo. Il tema dell’energia, dei costi dei materiali, certo è importante, hanno avuto il Covid, hanno avuto degli impatti molto forti. Ma permettetemi: sono fatti temporanei, più o meno lunghi, ma sono fatte temporanei, lo stiamo già vedendo. Questo, invece, è un fattore strutturale: abbiamo già alle spalle un problema e sarà ancora più strutturale guardando davanti a noi. O mettiamo le mani lì, o si arretra. O mettiamo in sicurezza questi indicatori, o altrimenti anche un grande sistema manifatturiero, come l’Emilia-Romagna, se non si agisce su questi fattori strutturali, sociali e di questa portata, attenzione che arretriamo.

    Nelle slide che vi sono state date abbiamo reso evidenti alcuni fattori: non è che questa Regione non ha degli indicatori di tenuta anche positivi. Se io guardo l’età 15-34 anni i giovani, vuol dire ad esempio, questa indicazione della Fondazione Nordest, così non ci possono dire che era di parte, noi abbiamo avuto nell’area nordest più di 64.000 immigrati. Nel 2019 il 56 per cento era dell’Emilia- Romagna; quindi, non è che non abbiamo questa impostazione. Dall’altra parte, però, se io prendo un indicatore, 15 e 34 anni (i giovani) nel ‘91 i giovani erano il 28 per cento, nel 21 sono il 19 per cento e continuano a diminuire. Abbiamo questo trend evidente: l’età continua ad alzarsi, benissimo che l’età continui ad alzarsi, però se il cerchio non chiude e non siamo in grado di avere la generazione dell’era digitale che esce dal nostro sistema dell’istruzione, se non abbiamo quella generazione, attenzione che non regge il sistema. Non è che riusciamo a farlo reggere tra strumenti di difesa e strumenti di uscita. Attenzione che il tema di quanti giovani abbiamo nel nostro sistema sarà la cifra della discussione della qualità e anche della forza della nostra Regione. Poi abbiamo un livello di istruzione anche alto: noi abbiamo una percentuale del 33 per cento, l’Italia del 27, l’Europa del 40. Poi abbiamo un saldo di immatricolazioni nelle Università: abbiamo guardato il trend, e c’è un trend di crescita del livello internazionale delle nostre Università. Piano, ma inesorabilmente, sono attrattive: certo, non a livello di alcune grandi università europee, ma certamente in un’operazione anche migliore rispetto allo scenario, se la guardo dal punto di vista degli indicatori, nel 2020 noi abbiamo avuto un saldo di immatricolazioni, più 34.000, nelle nostre Università.

    L’altro punto, però, c’è questa nettezza, e anche questo non lo dico io. Abbiamo analizzato anche già le ricerche di qualità che ci sono. Se io prendo la ricerca Ambrosetti, ci dice che nei prossimi dieci anni noi perderemo 1,5 milioni di studenti in questo Paese, quindi ognuno si prende la sua quota. Provate a immaginare cosa vuol dire, con i dati che abbiamo alle spalle, 1,5 milioni di studenti, provate a immaginare cosa vuol dire nell’impatto della scuola, nell’Università e poi nel mondo del lavoro.

    Se io prendo la bella ricerca che abbiamo fatto e che è agli atti sul nostro sito, abbiamo detto anche che se siamo disponibili, Manuela ha già dato disponibilità a presentarla, abbiamo fatto una ricerca col Cattaneo, demografia e lavoro, per cercare di capire quali erano le dinamiche, l’impatto. Lì questa ricerca ci ha fatto uscire diversi indicatori interessanti: se la prendo sul mercato del lavoro, noi abbiamo una disoccupazione che è il 5 per cento (4,8), che in gergo economico si potrebbe dire che è una disoccupazione fisiologica. Ma siccome a me non importa più il dato Istat, non importa più quel 5 per cento, mi importa guardare cosa ho dentro quei 2 milioni di occupati in età lavorativa, dai 15 ai 65 anni, 2 milioni di occupati è un numero enorme rispetto agli abitanti. Lì dentro però abbiamo un problema di qualità del lavoro, abbiamo un problema di tenuta, abbiamo un problema di immigrazione. La sezionatura di questo mercato del lavoro ha bisogno di mettere in campo degli strumenti e ha bisogno di mettere in campo anche, io ritengo, una legge di tale portata. Se guardo cos’è avvenuto, dato statistico del 2021, in questa Regione, quella ricerca mi dice che nel 2021 ho avuto 3.500 persone che sono andate di là dalla frontiera: 3.500, molti giovani, molte donne. Di là dalla frontiera non ci vanno, non so chi l’ha detto, le figure deboli. Ci vanno le figure più forti, istruite, che vanno di là e hanno la forza di stare dentro un percorso di opportunità, di esperienze, che quindi sono andate di là e non sono più tornate. E come abbiamo fatto a reggere la demografia di questa Regione? Come ha retto, anche un po’ in crescita, rispetto alle altre Regioni? Come abbiamo retto? Abbiamo retto perché 8.000 ragazzi e ragazze, molti giovani, sono arrivati dalle altre Regioni e si sono fermati qui. Si sono fermati all’Università, poi si sono fermate anche dopo, si son fermati ai nostri processi produttivi, per fortuna. Questo è un fatto strutturale, analizzato nel tempo: può essere 8.000, 7.000, ma è un dato strutturale, da quell’analisi esce un dato strutturale. Ahimè, se la guardo dal punto di vista del mio Paese, ho un indicatore ovviamente che ci deve preoccupare, ma è meglio che si fermino qui, che vadano al di là della frontiera.

    E se io vado nei processi produttivi… Ormai nei processi produttivi voi sentite parlare campano, pugliese, siciliano, anche se andate nelle grandi imprese della Motor Valley. Dall’altra parte, com’è che abbiamo l’altro indicatore che ci ha fatto reggere? 7.500 donne e uomini molto giovani che arrivano dal mondo, che si fermano dentro l’Emilia-Romagna nel 2021: questo è l’altro indicatore che ci fa dire che il tema del governo delle migrazioni, e penso che dobbiamo aprire una nuova discussione tra buonismo e militarismo, penso che ci sia una nuova discussione non tanto dell’accoglienza, ma del grado della capacità di fare integrazione, discussione difficile tra la gente, discussione difficile per la politica. Guardate che la tenuta di come noi saremo in grado di gestire comunque flussi che avremo, sia dal punto di vista con l’Europa, sia noi, sia rispetto alle nostre comunità, è la cifra di una nuova discussione, ineluttabile.

    Terzo: io vedo una novità. Provo a metterla così per l’analisi che abbiamo fatto noi, questa ve la consegno aperta, non voglio chiudere. Vedo che noi abbiamo quasi una ragione, una strategia multilivello. Se ci pensate: com’è che stiamo agendo sul problema di far parlare domanda e offerta, che è un tema fondamentale? Abbiamo fatto un grande investimento su GOL, che mi sembra che stia funzionando: 45.000 persone, le figure deboli, i NEET, quelle figure, non è un giudizio, non è che questo un brutto livello, tutto tiene dal punto di vista valoriale. Tutto tiene, però siamo a tre livelli, io penso: c’è un livello che deve allungare la mano, accogliere e incrociare domanda e offerta, laddove ho più fragilità, metteteci dentro quello che volete (NASPI, redditi di cittadinanza), e lì si gioca la prima partita del primo livello. Poi c’è un secondo livello, che è un corpaccione intermedio molto importante, che è il corpo anche più numeroso nel sistema economico-produttivo dei servizi, dove volete voi: è il corpo intermedio delle qualifiche intermedie, fondamentale. Lì stiamo agendo con tutto il sistema della formazione terziaria ITS, IFTS, lauree professionalizzanti, perché non ci possiamo permettere di perdere la qualità di quel corpo intermedio. Ma dove abbiamo un problema? Che attenzione, essendo a un livello di produzione di tale portata, di qualità che sta nel mondo, non dobbiamo avere il timore di non attrarre e di non fare operazioni che sono in grado di attrarre teste che permettono di fare impresa, professionisti, o manager di qualità, docenti, ricercatori in tutti i settori: se non andiamo ad impregnare quel livello, ci impoveriamo anche sotto. Non dobbiamo avere timore. Siamo un’Emilia-Romagna che sta nel mondo: questi livelli hanno lo stesso valore, la stessa importanza, ma nel terzo livello che vi ho detto da ultimo c’è un vuoto. E quel vuoto, noi pensiamo, non è una legge omnibus per tutti, questa. Voglio essere onesto: questa legge non è che ci risolverà i problemi nei prossimi cinque minuti, ma è identitaria, quale traiettoria che poi possiamo anche affinare, aggiustare. Ora mettiamo i primi 2 milioni di euro con il bilancio di questa Regione, non banale; poi metteremo risorse del FESR, del FSE. Si parte quindi con una situazione dove non si parte da zero. Vogliamo che tutte le nostre città, con l’operazione di Bologna, che vi hanno presentato, della Città Metropolitana, del servizio si amalgami perfettamente nell’impostazione della legge, ma lo vogliamo in tutte le città. Non a caso abbiamo detto: andiamo a costituire i servizi, le strutture progettuali in tutte le città; non è che nella Regione, perché fa la legge, allora è già tutto fatto: non è proprio così.

    Centrale è il ruolo del territorio in questa fase, quindi quanto è attraente il territorio, quanto è attraente il sistema territoriale, coi suoi servizi, con le sue bellezze, con la sua cultura, la sua capacità, permettetemi, le sue imprese a tutti i livelli di tutti i settori. Io voglio entrare anche a un livello alto della sanità nei settori pubblici, come voglio attrarre un livello alto nel sistema delle imprese, come voglio attrarre una testa che fa ovviamente cultura. Poi possiamo fare un baricentro specifico per teste, perché hanno esigenze diverse? Benissimo, Rusconi, ho capito cosa mi stai dicendo, ci mancherebbe. Però è omnibus, l’operazione, trasversale. In questa operazione io penso che ci sia una nuova impostazione: c’è un tema che chiamerei quasi di economia sociale. Quanto al fatto che quei 3.500 se ne vanno e non rientrano più, il problema non è che siano andati all’estero, è che noi non siamo in grado di attrarre tedeschi, francesi che arrivano nel nostro sistema. Non tutte le imprese, attenzione, perché ci sono imprese che sono in grado di portarli qua, diciamoci la verità. Com’è che siamo in grado di attrarre? Con sistemi precari? No. Scordiamoci di essere in grado di attrarre con percorsi precari. Quei soggetti siamo in grado di attrarli certamente con salari più forti e competitivi, ma stavolta non è sufficiente.

    Io a quei ragazzi e ragazze per attrarli devo dare anche il senso del luogo di lavoro in cui entrano, che progetto hanno, che percorso di crescita, che situazione sostenibile in quel progetto li fa crescere anche dal punto di vista culturale, il senso del posto di lavoro che io gli consegno. Gli devo garantire la formazione a lato, gli devo garantire il master, devo mettere in sicurezza la sua intellettualità, e poi per farlo rientrare ho mia moglie, la mia famiglia, la mia compagna; quindi, devo sapere dove sono in grado anche di dare una risposta alla sua compagna, a sua moglie, ai suoi figli, nelle scuole internazionali, perché se rientro dall’Inghilterra voglio che ci sia la continuità della lingua per me e i ragazzi. E potrei continuare.

    Questo è lo spirito dell’impianto che stiamo mettendo in campo, non una banalità. Altra cosa: provate ad immaginare tutta la nuova cultura che questo lockdown ha portato, della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Queste dimissioni che continuano ad aumentare, in America stanno studiando tutti i sociologi, il fenomeno, ne abbiamo un po’ anche noi. C’era un articolo su Il Sole 24 ore, l’altro giorno, una ricerca al Ministero lavoro: 1,6 milioni di dimissioni, ovviamente tante rispetto alla statistica, in passato. Attenzione: si modifica anche il senso culturale del rapporto col lavoro, e ovviamente il tema di come noi analizziamo questi fenomeni diventa fondamentale in una Regione di questo livello.

    Se andiamo in questa direzione, io penso che se ad esempio dobbiamo attrarre e trattenere, quelli che ci riescono, anche del nostro sistema dell’istituzione, a trattenerli, perché il più grande investimento pubblico, dalle elementari all’Università, se lo consegniamo di là, e poi fa anche competizione con noi, non è che viene benissimo. Quindi, attrarre, trattenere, accogliere: questo è il trittico, attrarre, trattenere, accogliere, e incrementare. In questa operazione io penso che ci sia una novità. Vi ho detto dell’attrarre il livello del rapporto anche con medie e grandi imprese, con situazioni anche di qualità, che abbiamo; nell’accogliere penso che ci siano novità. Questo lo dico anche alle associazioni imprenditoriali e alle organizzazioni sindacali. Abbiamo un problema grosso come una casa, che è la casa: se io voglio accogliere e avere quel corpaccione intermedio per attrarre, discutiamo sul tipo di modello su cui questa legge può intervenire per le foresterie, perché gli do un contributo, perché faccio la contrattazione di comunità, perché decido che una quota della contrattazione va lì, perché una cosa la faccio io, un pezzo lo fa l’imprenditore, un pezzo lo fa la contrattazione, perché facciamo le foresterie. Guardate che il tema dell’abitazione diventa fondamentale, perché a quel corpo intermedio non è che puoi dare tutto ad un tratto 1.000 euro in più, quando qui ho quello che è già dentro il processo produttivo e che ti dice “ma come, è arrivato adesso e gli hai già dato 1.000 euro?”. Se, invece, gli dai il servizio di tenuta fuori, compresa la casa, guardate che regge la discussione.

    Ho messo sul tappeto alcuni focus di cantiere che possiamo aprire insieme. Noi vogliamo sostenere questi progetti, ovviamente Comitato a supporto, Osservatorio, ART-ER, che elabora analisi di supporto e coordina. Raccogliamo le vostre osservazioni dal monte ruolo dei tecnopoli. Rafforziamolo, hai proprio ragione. Parlando sempre del Tecnopolo di Bologna, siamo candidati a portare qui 1.500 persone da tutto il mondo, di ogni estrazione, di ogni luogo, di ogni caratteristica. Non solo ingegneri e informatici. È multidisciplinare ormai l’operazione dei talenti.

    Rusconi poneva il tema dei talenti in itinere. Non è che uno è già talento e, quindi, ha anche l’itinere. Facciamoli anche, i talenti. Poi, non dimentichiamoci mai che ognuno di noi ha dei talenti. Basta saperli vedere e non perderli. Non lo dico io, l’ha detto il cardinale Zuppi, io copio.

    Altra cosa è il ruolo ITS-Erasmus. Noi abbiamo fatto in modo – e guardo qui Morena – rispetto anche al sistema della formazione. L’accreditamento che abbiamo fatto del sistema della formazione. Cioè, non è che l’Erasmus è solo un fatto dell’università. La capacità di dialogare, attrarre, do ut des, sui temi Erasmus a tutti i livelli della filiera dell’istruzione e della formazione è la cifra della discussione anche di questa legge, ma del sistema che abbiamo messo in campo.

    Assessore Grimaldi, è ottimo e coerente il servizio della Città metropolitana nel suo progetto. La “Città della Conoscenza”, il sapere, l’intelligenza delle mani, la conoscenza. È il tratto della cifra valoriale anche di questa legge.

    Zanoni parla di attenzione a tutti i settori e delle valutazioni della struttura istituzionale di Piacenza, della CISL. Però, diciamoci una verità: questo tema, il tema di come affrontiamo un’operazione strutturale, noi l’abbiamo chiamato “Manifesto permanente”. Permettetemi, non è un tratto gramsciano. L’abbiamo chiamato “Manifesto permanente” perché noi vogliamo fare una cosa strutturale nella nostra regione. Stiamo già dialogando anche con i sistemi del Governo, perché poi molte cose si intrecciano. Provate a immaginare, vi invito, abbiamo già costituito il sito “International Talents”… Adesso che sono andato alle relazioni internazionali qualche parola in inglese la devo dire. Quindi, internazionalizzazione dei talenti. È bellissimo il sito di ART-ER. Andate a visitare bene quel sito. Se parliamo di costo del lavoro, se io sono in grado di attrarre quel soggetto che è stato due anni iscritto all’AIRE, ai soggetti che sono all’estero da due anni, se io lo porto dentro un’impresa, o un servizio, o dove volete, quello per cinque anni gode degli sgravi del fisco di tutta la sua retribuzione per il 50 per cento. Per cinque anni. Poi, se fai famiglia e cresci, vai a otto anni, 50 per cento. Se sei un ricercatore hai il 90 per cento di sgravi, quindi paghi la tassazione solo sul 10 per cento, per otto anni. Ho il timore che non ci sia conoscenza di questi fattori ai fini anche del come esercitiamo la conoscenza delle possibilità che ci sono già per attrarre, ma con un problema, di cui ci siamo accorti: non facciamo i giovani sprovveduti. Hanno capito che, se vanno di là, fanno un’esperienza all’estero e si scrivono per due anni, poi la possono giocare anche in questo modo. Quindi, attenzione a non lasciare niente al caso a questi fenomeni, do ut des, dal punto di vista di possibilità che ci sono già di quella dimensione.

    Io penso che questa legge debba servire anche come fatto educante tra di noi sui comportamenti evolutivi che ci vogliamo dare, ovviamente aperti a raccogliere tutte le sollecitazioni vostre e dei consiglieri. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, assessore Colla. Grazie nuovamente a tutti gli intervenuti e a tutte le intervenute. Ci aggiorniamo alla prossima settimana con i colleghi consiglieri per proseguire il nostro iter. Vi comunicheremo la convocazione della Commissione non appena avremo fatto il punto con i relatori, come anticipato. Grazie.

     

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