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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 16/05/2023 pomeridiano

     

    Resoconto integrale n. 16

    Seduta del 16 maggio 2023

     

    Il giorno 16 maggio 2023 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. PG/2023/11772 del 12/05/2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche in udienza conoscitiva, che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente Rontini e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Gianni Bessi, Marco Fabbri (PD); Stefano Bargi (Lega); Marco Mastacchi (RCPER); nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del “Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna” e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022 , n. 26.

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BESSI Gianni

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    CUOGHI Luca

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    assente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

    È altresì presente il consigliere Giancarlo TAGLIAFERRI.

     

    Partecipano alla seduta: Attilio Raimondi (Settore innovazione sostenibile, imprese, filiere produttive).

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste la segretaria: Agata Serio

    Funzionario estensore: Daniela Biondi

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    6679 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Autorizzazione alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna all'Associazione "Hydrogen Europe"". (Delibera di Giunta n. 522 del 03 04 23)

    (Relatrice consigliere Giulia Pigoni)

    (Relatore di minoranza Consigliere Occhi Emiliano)

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    Partecipano

     

    Alberto Sogni  Senior Expert di Clust-ER Greentech

    Piergabriele Andreoli Direttore Generale di AESS

    Enrico Piraccini  Responsabile transizione ecologica HERA

    Riccardo Bernabei Head H2 Project Development Snam S.p.A.

    Tecla Carrubba Manager Decarbonization Business Design Snam S.p.A. 

    Emanuele Campanaro Italian institutional affairs SNAM S.p.A. 

    Katia Ferrari  Cluster manager di Cluster-ER Greentech

    Gianluca Rusconi  Confindustria Emilia-Romagna

    Alessandro PELUSO  Intern, Business Development & Membership di Hydrogen Europe

    Katarina Muse   Hydrogen Europe

    Stefano Ranuzzini  AESS

     

     

    Presidente RONTINI. Veniamo all’oggetto 6679, il progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante autorizzazione alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna all’Associazione Hydrogen Europe deliberato all’inizio di aprile dalla Giunta, su cui abbiamo iniziato i lavori in Commissione nelle settimane scorse.

    A breve passerò la parola ai relatori, alla consigliera Pigoni Giulia, che è la relatrice, e al consigliere Occhi Emiliano, che è il relatore di minoranza, per una breve illustrazione e poi ai nostri graditi ospiti, a coloro che hanno accolto l’invito della Commissione politiche economiche, che ci hanno raggiunti qui in Polivalente anche in una giornata un po’ complicata come quella di oggi. Doppiamente grazie per la vostra attenzione, per il contributo che potrete dare ai nostri lavori, alla proposta che la Giunta ci ha sottoposto e che nelle prossime settimane, la prossima settimana – abbiamo condiviso il percorso sia con il vicepresidente che con i relatori – procederemo alla discussione generale.

    Domani in Commissione I ci sarà anche il parere in sede consultiva.

    La settimana seguente ci riuniremo per l’esame dell’articolato e l’approvazione di eventuali emendamenti.

    Prima della fine della seduta di oggi vediamo di dare anche i tempi per il deposito degli emendamenti, perché lo sappiano i colleghi consiglieri, ma perché sia noto anche a voi stakeholder così, eventuali osservazioni, suggerimenti, proposte ulteriori rispetto a quelle che ascolteremo oggi in seduta, possono arrivare in tempo utile eventualmente per essere tradotte in forma emendativa.

    Ci siamo accordati così: la consigliera Pigoni, la relatrice, farà la sua illustrazione e poi daremo la parola al relatore di minoranza, consigliere Occhi, perché anche lui possa fare le sue valutazioni. Poi al dottor Raimondi per la Giunta, come rappresentante dell’Assessorato e poi, in ordine di iscrizione, a chi si è collegato qui in sala. Cercherò di dirvi una volta per l’altra in modo da essere pronti ad intervenire così da cercare di efficientare anche i nostri tempi.

    Comunico le presenze della consigliera Piccinini Silvia e del consigliere Tagliaferri, ulteriori a quelle precedenti.

    Passo la parola alla consigliera Giulia Pigoni per l’illustrazione.

     

    Relatrice consigliera PIGONI. Grazie, Presidente. Spero che mi sentiate e mi vediate.

     

    Presidente RONTINI. La sentiamo e la vediamo bene.

    Prego, consigliera Pigoni.

     

    Relatrice consigliera PIGONI. Grazie mille. Buon pomeriggio a tutti.

    Cercherò di essere più breve possibile, perché l’obiettivo di oggi pomeriggio è ovviamente quello di ascoltare i vari interventi che seguiranno quelli di noi relatori.

    Siamo convinti da sempre che la transizione energetica sia da un lato non più rinviabile e dall’altro una sfida da giocare con pragmatismo e con senso della realtà, con moderazione e anche apertura mentale.

    L’obiettivo della decarbonizzazione energetica industriale è per tutti un impegno concreto ed anche imminente, sia per le istituzioni europee, che per quelle nazionali e di conseguenza anche, ovviamente, per noi come Istituzioni regionali.

    Una delle azioni che penso possa essere determinante anche per il nostro futuro, è proprio l’adesione dell’Emilia-Romagna a Hydrogen Europe, associazione che rappresenta l’industria, le in realtà nazionali, i centri di ricerca europei attivi nei settori dell’idrogeno e delle celle a combustibile.

    È sicuramente un ulteriore tassello per far crescere l’ecosistema regionale dell’idrogeno che vede nella nostra Regione, in Emilia-Romagna, la presenza di filiere industriali in diversi comparti: in infrastrutture di eccellenza per la ricerca e lo sviluppo; e attività di trasferimento tecnologico.

    Nell’ambito dell’associazione sarà costituita una piattaforma regionale per supportare le attività messe in campo dalle Istituzioni per sviluppare attività, progetti, oltre che favorire lo scambio di informazioni, conoscenze e avviare sinergie con l’industria.

    La missione e le finalità perseguite da questa associazione, ce lo ha ricordato bene l’assessore Colla la scorsa settimana, sono sostanzialmente le stesse che ispirano le azioni regionali nell’ambito delle politiche sull’idrogeno.

    La partecipazione può rappresentare anche uno stimolo a proiettare la realtà emiliano-romagnola in una dimensione globale di iniziative e di relazioni, offrendo un contributo cruciale alla realizzazione degli obiettivi della strategia regionale per l’idrogeno.

    Tra gli obiettivi principali dell’associazione, infatti, c’è quello di promuovere l’adozione delle tecnologie dell’idrogeno e questo facendosi portavoce a livello europeo dei diversi attori dell’industria dell’idrogeno ma anche favorendo e coordinando la ricerca, lo sviluppo, l’innovazione delle tecnologie pulite.

    L’associazione Hydrogen Europe, insieme ai suoi membri, promuove l’idrogeno come catalizzatore di una società a emissioni zero e l’associazione rappresenta attualmente più di 462 soggetti, tra cui: 345 aziende industriali e non; 35 associazioni nazionali; 32 Regioni europee; insieme anche ad una pluralità di altri soggetti distribuiti tra laboratori di ricerca, Enti no profit e agenzie.

    Tra l’altro l’Emilia-Romagna ha scelto, a mio avviso anche giustamente, di puntare alla produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse.

    L’obiettivo è la realizzazione di nuovi siti di produzione di energia pulita, soprattutto nelle zone dove ci sono insediamenti produttivi energivori come le ceramiche del distretto di Sassuolo che ben conosco, ma anche come cementifici, cartiere, aziende petrolchimiche e tutto il sistema della logistica.

    La Regione sta cominciando a sostenere gli investimenti delle imprese interessate. È stato infatti predisposto un primo finanziamento a fondo perduto, 19 milioni e mezzo di euro, con le risorse del PNRR stanziate dal Governo in seguito all’adesione regionale già lo scorso anno alla manifestazione di interesse prevista da un bando del Ministero della transizione ecologica.

    Il primo bando andrà a selezionare progetti per la realizzazione di impianti di produzione di idrogeno rinnovabile in aree industriali dismesse individuate dalla pianificazione urbanistica dei Comuni, unitamente a uno schema di accordo da sottoscrivere con il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.

    Una sfida a mio avviso strategica da accogliere senza incertezze, soprattutto in un momento in cui i costi energetici rischiano ancora di mettere in difficoltà il mondo della produzione. La Regione dimostra ancora di credere fermamente nell’idrogeno come vettore energetico pulito del futuro.

    Per questo siamo pronti a sostenere l’attività di produzione su larga scala, in grado di dimostrare la convenienza dell’elettrolisi per l’industria energivora, la logistica e il trasporto locale.

    L’idrogeno, come accennavo prima, ha uno spazio importante nella transizione energetica, in particolare nella combinazione delle diverse fonti che ci devono portare all’obiettivo finale della decarbonizzazione.

    L’utilizzo di aree industriali dismesse permette il recupero di superfici abbandonate e chiude così il ciclo virtuoso che consente di evitare nuovo consumo di suolo sfruttando spazi già urbanizzati.

    Come Regione puntiamo quindi a stimolare la domanda, sia in ambito industriale, sia della logistica del trasporto locale. Infatti, l’utilizzo di idrogeno in combustione con più alto rendimento di trasformazione, può trovare impiego in settori industriali nei quali è più difficile abbattere le emissioni di gas serra e in tutti i settori produttivi che utilizzano oggi idrogeno fossile per usi non energetici e che non possono essere del tutto […].

    Io mi fermerei qui, come presentazione, poi ovviamente ascolterò attentamente gli interventi dell’udienza di oggi e cercheremo di lavorare insieme per poter apportare eventuali modifiche e migliorie a questo progetto di legge.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, consigliera Pigoni.

    La parola al consigliere Emiliano Occhi.

     

    Relatore di minoranza consigliere OCCHI. Grazie, presidente. Io sarò brevissimo, nel senso che poi mi interesserà sentire gli interventi di questa udienza conoscitiva, che ci permetterà eventualmente di fare qualche emendamento. Il testo è molto semplice, sono pochi articoli, però, tra le righe, è una grande importanza di questo progetto, almeno di questa partenza per la nostra Regione.

    La necessità che tutti abbiamo come Paese principalmente e in secondo luogo come Regione è quella di differenziare al massimo le nostre fonti energetiche e l’approvvigionamento di fonti energetiche. Non è solo una questione di risparmio di CO2, di minori emissioni di CO2, ma proprio è una necessità impellente che ha il nostro Paese per evitare costi energetici folli come quelli che abbiamo visto ultimamente, che si riverberano sulle famiglie e sulle imprese e vanno anche a detrimento di quello che è il nostro sistema industriale e imprenditoriale, che è aperto a una competizione globale.

    Quindi, se vogliamo continuare a mantenere i nostri prodotti in giro per il mondo e vogliamo continuare a essere competitivi, il costo dell’energia è fondamentale, e anche avere una quantità di energia costante. L’idrogeno è un vettore energetico molto interessante, conosciuto ormai da tanto tempo. Ha una tecnologia che non è stata pienamente utilizzata, almeno per le esigenze che qui tutti ci poniamo, ovvero quelle di ottenere un idrogeno verde mediante elettrolisi. Sicuramente gli impianti inseriti nel PNRR e l’idea di avere una Hydrogen Valley all’interno del nostro territorio vanno in questa direzione, quindi riuscire a utilizzare territori e aree dismesse, come diceva la collega Pigoni, per riuscire a implementare questa nuova tecnologia che potrebbe avere due sviluppi fondamentali.

    Il primo, ovviamente, è quello di alimentare le automobili con celle a combustibile e non solo le automobili, ma anche e specialmente l’autotrazione pesante, comprese le grandi navi e in futuro anche i grandi aerei. Ha anche una funzione all’interno… Potrebbe essere miscelato anche all’interno della rete e riuscire anche a essere utilizzato all’interno dei processi industriali cosiddetti hard-to-abate, quindi difficili da abbattere, che sono ancora fortemente energivori.

    Quindi, sicuramente è una tecnologia su cui il nostro Paese deve diventare all’avanguardia, rimanere all’avanguardia e utilizzare anche tutti i siti industriali esistenti per un processo a lungo termine di decarbonizzazione che, come dicevo all’inizio, però deve anche tenere conto principalmente della necessità di avere un’energia costante e sempre al minor costo per le nostre imprese e per le nostre famiglie.

    Per questo credo che la Regione faccia bene a entrare in questa associazione, anche per essere parte in un progetto all’interno dell’Unione europea e comunque essere sempre all’avanguardia e cercare di capire quali sono i progetti migliori che stanno venendo a mano e che si concretizzeranno, entro un tempo che auspichiamo sia il più breve possibile, all’interno del nostro Paese e della nostra regione Emilia-Romagna.

    Io qui mi fermerei per dare spazio ai relatori. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, consigliere Occhi. C’è un rimbombo, ci deve essere un microfono acceso.

    Passerei adesso la parola all’ingegner Attilio Raimondi, funzionario del Settore innovazione sostenibile, imprese e filiere produttive della Regione Emilia-Romagna, che ha la responsabilità specifica anche relativa all’attuazione del Piano energetico regionale.

    Ne approfitto anche per salutarlo e ringraziarlo perché so che si sta avviando – buon per lui, meno per noi – a un traguardo importante dal punto di vista lavorativo.

    Prego.

     

    RAIMONDI, funzionario del Settore innovazione sostenibile, imprese e filiere produttive. Sono solo ferie, per fortuna. Per la pensione c’è ancora un annetto, quindi c’è un po’ di tempo. Io vi ringrazio. Ha già detto tutto la consigliera Pigoni, mi ha fregato. Ha proprio anticipato tutto quello che dovevo dire. Posso aggiungere solo qualcosa.

    Qualche seduta fa, il 27 marzo, avevamo illustrato un po’ gli obiettivi del Piano energetico regionale, con un particolare focus al ruolo dell’idrogeno. Come dissi allora, nell’ambito del nuovo Piano triennale 2022-2024, abbiamo identificato l’idrogeno come un fattore abilitante per lo sviluppo delle rinnovabili e per la decarbonizzazione del sistema energetico regionale. Visti gli obiettivi che la Giunta si è data al 2035 di coprire per intero il fabbisogno energetico regionale, capite quanto c’è bisogno di accelerare il raggiungimento di questi obiettivi.

    Noi possiamo usare poche fonti rinnovabili. Noi abbiamo il solare. Abbiamo un po’ l’eolico offshore, perché onshore abbiamo qualche paletto che ci impedisce di svilupparlo a pieno, le biomasse e i rifiuti anche lì con molta cautela. Il geotermico può dare dei piccoli contributi. Poi l’idroelettrico l’abbiamo già usato per quello che potevamo. Riuscire a pensare ad altri obiettivi diventa difficile.

    Rimane il solare e rimane l’eolico, che voi sapete sono intermittenti. Quindi, hanno bisogno di stoccaggi e l’idrogeno è fondamentale per lo stoccaggio giornaliero e stagionale dell’idrogeno, ma non solo. Può essere anche utile per sostituire il gas naturale, che noi sappiamo, in questi ultimi momenti di guerra e di crisi, è diventato particolarmente costoso ed è difficile anche il suo approvvigionamento.

    Per fare questo abbiamo così cercato degli interlocutori con cui andare a scrivere quella che è la strategia regionale che possiamo mettere in piedi per sviluppare l’idrogeno. Quindi, abbiamo cercato alleanze con le aziende energetiche nazionali, con ENEL, con Snam, e con quelle regionali, con Hera, con IREN, con le multiutility nostre, con enti di ricerca, ENEA, RSE e poi alleanze internazionali con la Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking nel 2018.

    Abbiamo aderito alla S3 Hydrogen Valley Partnership. Poi nell’ambito dei gemellaggi che abbiamo con la Germania, con la Polonia e con la Francia abbiamo messo questo driver dentro alle attività di questi nostri gemellaggi. Abbiamo inserito all’interno della nuova strategia S3, nel primo ambito tematico energia pulita, proprio la filiera dell’idrogeno, e per filiera intendo dalla produzione all’utilizzo, alla distribuzione, allo stoccaggio, alle soluzioni Power to gas, perché ci consentiranno di riuscire a fare in modo che le reti energetiche siano fortemente integrate. Parlo di reti elettriche e reti gas e l’idrogeno è l’elemento che ci può aiutare a integrarle.

    Quindi è una strategia, questa che abbiamo individuato, che deve avere obiettivi in sinergia con la strategia europea, col Green Deal, con RepowerEu, col Recovery Plan, con Hydrogen Europe, che indica al 2024 una nuova potenza europea di 6 gigawatt. Noi oggi siamo a un gigawatt come continente europeo. È una strategia, però, che deve considerare le specificità della nostra regione, insieme alle sue opportunità; specificità che ci dicono che è una regione con un settore industriale del gas e della componentistica ben sviluppato. Magari ce ne parlerà dopo il nostro Clust-ER Greentech. C’è una rete gas diffusa e capillare in tutta la regione, un settore automotive d’eccellenza, che è impegnato nella riconversione dei sistemi propulsivi in una visione e in un’ottica ecologica.

    Ci sono molte imprese energivore. Abbiamo citato le ceramiche, ma non ci sono solo quelle. Ci sono le vetrerie, ci sono le cementerie eccetera, che possono utilizzare l’idrogeno verde nei propri processi per ridurre la dipendenza dal gas naturale, per ridurre i costi, perché ricordiamoci che le nostre imprese devono recuperare competitività nel mercato internazionale, e per ridurre le emissioni, perché il mercato dell’ETS sta diventando problematico per il costo delle quote.

    La posizione della regione è centrale, baricentrica. È attraversata da importanti corridoi stradali e ferroviari, ma anche portuali – ricordiamoci il porto di Ravenna –, con un potenziale di sviluppo incredibile di una rete integrata di stazioni di rifornimento a idrogeno. Poi abbiamo una rete di competenze, di laboratori, la rete ad alta tecnologia, l’ecosistema, come lo chiamiamo noi, della ricerca e dell’innovazione che consente di fare parlare insieme, ricerca e imprese.

    Noi ci aspettavamo che il PRIEC individuasse obiettivi più ambiziosi su questo tema. In realtà è stato abbastanza morbido, abbastanza tenero. Fortunatamente ci è venuto in aiuto il PNRR, che ha messo parecchie risorse, parecchie misure proprio sull’idrogeno. Parliamo di 3,6 miliardi di risorse nel PNRR per sviluppare l’idrogeno in tutte le sue dimensioni. La prima l’ha detta la consigliera Pigoni: la produzione di idrogeno verde – ricordiamoci verde, rinnovabile – dentro le aree industriali dismesse, quindi recupero di aree abbandonate. Abbiamo partecipato. L’ha detto bene la consigliera. Abbiamo partecipato e abbiamo raccolto dei progetti.

    Poi c’è l’utilizzo dell’idrogeno nel settore hard-to-abate cosiddetto delle imprese energivore, che non hanno alternative all’impiego dell’energia del gas naturale, perché non possiamo garantire quella potenza energetica con delle batterie. Ci vuole il gas, ci vuole l’idrogeno. Poi abbiamo la sperimentazione del trasporto stradale. Coerentemente, c’è questo. La creazione di stazioni di rifornimento per i camion. Non vi dico le risorse, perché diventa lunga e ho un tempo limitato. Vorrei sentire anche i relatori che seguiranno.

    Abbiamo la sperimentazione nel trasporto ferroviario, la ricerca, la produzione di idrogeno verde, lo stoccaggio, il trasporto, le celle a combustibile, il miglioramento della resilienza delle reti, perché è fondamentale avere una rete adeguata al trasporto dell’idrogeno. All’inizio sarà in blending, sarà in miscela, ma poi vedremo quant’è la percentuale che possiamo immettere nella rete man mano che lo realizziamo.

    Il PNRR ha indicato come temi fondamentali e abilitanti a questa transizione energetica il tema delle riforme, la semplificazione amministrativa, perché dobbiamo sapere come si realizzano gli impianti. Dobbiamo sapere quali sono le norme di sicurezza per realizzare questi impianti e per partecipare ai servizi di rete. Se parliamo di reti dobbiamo anche capire come interagiamo con questa rete. Servono le garanzie di origine. Io devo sapere che quell’idrogeno è rinnovabile e le garanzie di origine è fondamentale che definiamo come devono essere fornite.

    C’è il tema delle regole per autorizzare le stazioni nelle autostrade, nei porti logistici, nei luoghi dove abbiamo la convergenza dei mezzi di trasporto. Poi c’è il tema degli incentivi fiscali, incentivi fiscali per sostenere la produzione di idrogeno verde, ma anche per sostenere l’uso dell’idrogeno verde. Poi abbiamo il rinnovo delle flotte bus e delle flotte dei treni. Anche qui abbiamo delle risorse per sviluppare treni a idrogeno.

    Oltre alle misure del PNRR, abbiamo anche altre opportunità. Poi ce lo spiegherà meglio il nostro rappresentante europeo. Ce l’ha rappresentato anche nella seduta precedente. C’è la Banca europea dell’idrogeno, che ha inventato due strumenti innovativi proprio per facilitare l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile. C’è la mission Innovation. Vado veloce. Poi c’è Horizon Europe, con le misure della Clean Hydrogen Partnership. Qui ci sono parecchie risorse che possono essere utilizzate. Già un bando si è chiuso il 18 aprile, ma ce ne saranno altri. Poi abbiamo le risorse del FESR sia sulla ricerca sia sulla transizione ecologica delle imprese. Poi c’è l’FSE per sostenere la qualificazione dei professionisti che devono progettare gli impianti, perché si parla anche di progettare gli impianti.

    Quindi, tutto questo cosa ci dice? Questo ci dice che le risorse ci sono. Bisogna costruire una strategia di lungo periodo che ci consenta di realizzare, da subito, dei primi progetti per dare credibilità a questa visione che noi abbiamo costruito. Per fare questo abbiamo deciso di aderire alla piattaforma, all’associazione Hydrogen Europe per fare rete, per fare sistema, che è quello che ci è sempre mancato.

    Noi siamo bravi, siamo degli inventori, siamo dei creativi, però abbiamo bisogno di fare sistema, di fare rete per riuscire a sfangarla, per riuscire a portare dei progetti che siano candidabili ai bandi europei e per condividere le esperienze sviluppate. Non è che dobbiamo essere per forza noi a inventarci tutte le cose. Possono esserci altri che hanno sviluppato altre idee. Aderiamo per riuscire a capire dagli altri che idea hanno sviluppato, che errori hanno commesso, per avere informazioni in tempo utile per partecipare attivamente alle call, perché riusciamo a capirlo soltanto tardi, quando c’è poco tempo, per costruire insieme dei progetti da candidare, per riuscire a sviluppare i risultati dei progetti che altri hanno già fatto, per contribuire con le nostre proposte a definire dei bandi e per segnalare loro ostacoli e criticità.

    Non dimentichiamoci che la Commissione europea, quando è andata a scrivere i provvedimenti che noi conosciamo di sviluppo delle fonti rinnovabili, di transizione ecologica ed altro, particolarmente ambiziosi, si è fatta prendere un po’ la mano. Diciamocelo. Si sono fatti prendere la mano. Ricordiamo le regole per l’efficienza energetica nelle abitazioni, obiettivi particolarmente ambiziosi che mettono un po’ in difficoltà il sistema, e gli obiettivi di eliminazione dei veicoli dal 2035 a emissioni, quindi benzina e diesel, dimenticando la neutralità tecnologica, che è un principio che la Commissione europea ha sempre ribadito.

    Anche in questo caso la definizione di idrogeno verde è particolarmente pesante. Quindi, noi abbiamo bisogno di interagire con l’Europa per dirle aiutaci a raggiungere quegli obiettivi, aiutaci. Quindi ti diciamo quali sono le difficoltà che abbiamo per raggiungere quegli obiettivi, perché insieme li possiamo risolvere, ma non possiamo tenerceli al nostro interno. Dobbiamo raccontarli.

    Io la faccio finita perché sennò vado forse un po’ troppo per le lunghe. Vorrei sentire gli altri partecipanti perché ci possono raccontare delle esperienze importanti che abbiamo portato avanti. Abbiamo già costituito una mappatura di quelli che sono i partner con cui possiamo portare avanti dei progetti, una mappatura importante che ci dice che abbiamo un sistema industriale che è pronto e un sistema scientifico che è pronto. Dobbiamo solo farli lavorare insieme e sviluppare dei progetti che siano candidabili a questi bandi a cui abbiamo opportunità di partecipare. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, ingegner Raimondi.

    Comunico la presenza anche della consigliera Nadia Rossi e del consigliere Montevecchi Matteo.

    Adesso direi di partire dando la parola ai nostri graditi ospiti. Proviamo a partire da Alessandro Peluso e Katarina Muse – mi scuserete se non ho pronunciato bene l’ultimo nome – di Hydrogen Europe, che dovrebbero intervenire collegati da remoto.

    Però in questo momento non sono collegati. Quindi, vediamo di recuperarli durante la seduta.

    Ritorniamo qui in sala polivalente. Darei la parola ad Alberto Sogni del Clust-ER Greentech. Dopo si preparano i rappresentanti di Snam. Prego. Grazie.

     

    SOGNI, Clust-ER Greentech. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti, anche alle persone collegate. Penso che si senta. Io ho delle slide, vediamo di coordinarci con la collega per proiettarle. Io sono Alberto Sogni, Clust-ER Energia e sviluppo sostenibile della Regione Emilia-Romagna, Clust-ER Greentech.

    Presentiamo una carrellata, se può procedere con le slide. Abbiamo nella seconda slide sostanzialmente l’articolazione della presentazione che propongo.

    L’idea è quella di raccontarvi brevissimamente del Clust-ER. Immagino che sia conosciuto perché è una realtà regionale. Farò una rapida carrellata delle ultime attività e delle attività più significative che abbiamo svolto nel settore dell’idrogeno. Poi, come dicevamo, farò una conclusione rispetto a quelle che sono alcune considerazioni e alcune proposte relative al tema di discussione di oggi, quindi l’ingresso nell’associazione Hydrogen Europe.

    Possiamo procedere. Dal punto di vista della nostra collocazione, voi sapete che i Clust-ER sono parte dell’ecosistema dell’innovazione della Regione Emilia-Romagna che ha citato poco fa l’ingegner Raimondi. Sono stati voluti dalla Regione stessa e sono costituiti come associazioni tra gli enti di ricerca che compongono la rete ad alta tecnologia della nostra regione, le imprese e gli enti di formazione. L’idea è quella di fare massa critica, come si suol dire, e di lavorare in maniera organica e strettamente coordinata per recuperare competitività anche sugli scenari internazionali.

    Attualmente esistono nove Clust-ER. Li vedete rappresentati nei loro loghi nella parte sinistra della slide, più due associazioni che sono affini in quanto attività ai Clust-ER, che sono l’associazione Big Data e MUNER, Motorvehicle University Emilia-Romagna. Procedendo con le slide, noi siamo ovviamente il Clust-ER Energia e sviluppo sostenibile, Clust-ER Greentech. Attualmente abbiamo circa un centinaio di soci, il 60 per cento dei quali è composto da imprese, ma siamo in rapida crescita. Approveremo a breve, nella prossima assemblea, l’ingresso di altri soci e quindi supereremo abbondantemente il numero di cento soci.

    Nella slide successiva c’è una specie di fotografia di famiglia, dove vedete tutti i loghi dei nostri soci, dei nostri componenti, suddivisi tra le categorie imprese, centri di ricerca e altri enti che si occupano di innovazione. Vedete che passiamo dalle grandi multiutility della nostra regione fino a piccole imprese e PMI che si occupano di componentistica e di tematiche energetiche. Poi raggruppiamo sostanzialmente tutto il mondo della ricerca, che rappresenta il nostro ecosistema dell’innovazione.

    Procedendo ancora, per cortesia, come organizzazione nostra interna siamo organizzati su due value chain. Le chiamiamo così, ma sono sostanzialmente due macroaree tematiche, una di maggiore focalizzazione energetica, value chain low carbon economy in Emilia-Romagna, e una di maggiore focalizzazione ambientale, quindi sostenibilità ambientale e servizi eco-sistemici.

    Oltre a questa struttura, lavoriamo secondo gruppi di lavoro, che sono dei sottoinsiemi dei nostri soci che sono accomunati dall’interesse specifico su tematiche di carattere tecnico. Come vedete, uno dei gruppi di lavoro è proprio dedicato a idrogeno e Power to gas. Le attività di questo gruppo è quello di cui voglio parlare in queste prossime slide, come rapida carrellata, appunto, delle attività che abbiamo svolto.

    Se procediamo, grazie, noi questo gruppo lo abbiamo costituito su stimolo anche dei nostri soci, perché così lavoriamo. Questi sono i componenti del nostro gruppo di lavoro. Come dicevo, sono un sottoinsieme dei soci che avete visto prima. Sono circa 50 soci, poco più di 30 aziende. La restante parte sono centri di ricerca e altri enti che si occupano di innovazione.

    Dicevo che questo gruppo di lavoro è stato costituito su stimolo dei soci stessi nel 2019. L’obiettivo, naturalmente, è quello di favorire l’attività di collaborazione in questa specifica area tematica tra i nostri soci. Una prima attività che abbiamo svolto sempre nel 2019 è stata quella di consegnare alla Regione, a fine anno, un paio di concept progettuali: uno relativo allo sviluppo di un centro di competenza regionale sull’idrogeno, che in qualche misura si sta anche concretizzando con il centro di Modena, che vede protagonista UNIMORE, Snam che collabora. L’altro è sullo sviluppo di impianti pilota della tecnologia Power to gas. Questa è una prima proposta che abbiamo portato già diversi anni fa alla Regione.

    Abbiamo supportato, insieme ad alcuni nostri soci, in particolare con i colleghi di AESS di Modena, che sono presenti e che interverranno, credo, dopo di me, la Regione nella partecipazione alla piattaforma europea Hydrogen Valley Partnership, che ha già citato l’ingegner Raimondi e che sostanzialmente si sta trasformando, come sapete, in un pilastro regionale dell’associazione Hydrogen Europe. Quindi, in questo c’è una certa continuità e coerenza nel percorso.

    Nelle slide successive vediamo altri esempi rapidi di attività recenti in questo ambito che abbiamo svolto con il gruppo di lavoro e l’approccio che adottiamo comunemente come Clust-ER.

    Un lavoro importante che abbiamo fatto ci ha visto collaborare con Art-ER, quindi l’agenzia per l’innovazione e lo sviluppo economico della nostra Regione, e con il centro studi Nomisma ed è un’indagine che abbiamo svolto in ambito regionale, rivolta prevalentemente alle imprese, per andare ad analizzare il posizionamento delle nostre imprese del nostro tessuto industriale nel settore dell’idrogeno, anche con delle valutazioni di scenario per quello che è la diffusione della tecnologia dell’uso dell’idrogeno in regione.

    Questo report è già stato presentato lo scorso anno alla fiera ESE che si è tenuta qui in fiera a Bologna, in presenza anche dell’assessore Colla, e poi successivamente anche a Ecomondo. È disponibile e scaricabile dal sito di Art-ER. Se proseguiamo, vediamo rapidamente un approfondimento sui contenuti. Come dicevo, noi abbiamo svolto una serie di interviste e di approfondimenti con circa 45 imprese. Come base statistica non è amplissima naturalmente, però consente di avere un primo quadro della situazione. Più della metà sono nostre socie, sono socie del nostro Clust-ER, altre imprese sono socie di altri Clust-ER della Regione, Clust-ER della meccatronica, Clust-ER delle costruzioni.

    Qui vedete alcuni risultati sull’interesse rispetto al segmento della filiera idrogeno, differenziando tra imprese che avessero già esperienze consolidate, che avessero progetti in essere, oppure solo interesse e prospettive di lavoro in questo ambito. Oltre a questo campione, abbiamo anche attinto a un campione più ampio di mille imprese, che sono quelle che collaborano già con Art-ER per lo sviluppo del report sulla green economy, e il 20 per cento di queste imprese si è comunque dichiarato interessato alla tematica idrogeno. Questo per dare una fotografia di quello che è l’interesse.

    Nella slide successiva vediamo poi i risultati sempre di questa indagine che abbiamo svolto. Siamo andati a chiedere alle imprese che tipo di fabbisogno volevano sottolineare in termini di supporto, anche da parte dell’Amministrazione regionale o comunque più in senso ampio dell’ecosistema dell’innovazione. Vedete che le risposte più significative sono ovviamente un cofinanziamento di progetti di ricerca e innovazione, perché bisogna ancora sperimentare, bisogna ancora provare, 78 per cento; chiarezza sulle strategie di sviluppo, 40 per cento, cioè è molto importante avere un’idea delle strategie; possibili incentivi, tema che ha già toccato l’ingegner Raimondi, il 58 per cento sottolinea questo; supporto all’internazionalizzazione e collegamenti alla dimensione internazionale, quindi, ancora una volta fare sistema; poi altre tematiche meno dibattute, ma comunque importanti, sulle quali adesso non ci soffermiamo.

    Anche qui vado molto rapido perché i tempi sono stretti, però è giusto per avere una fotografia di quello che è il sistema regionale. Un’altra attività che abbiamo svolto sempre con questo gruppo di lavoro, il nostro Clust-ER più Art-ER e Nomisma, è stato un approfondimento sulle progettualità in avvio in ambito territoriale. Abbiamo mappato quattro territori – questo l’abbiamo fatto l’anno scorso, quindi alcune cose sono andate poi avanti – particolarmente pronti e disposti ad accogliere e sviluppare progettazioni.

    Su Modena sappiamo che la situazione ha fatto passi avanti perché è la proposta, sostanzialmente, che è stata accolta nel bando aree dismesse. Quindi è già in fase di realizzazione. Poi come altro asset è citato anche il centro di competenza di cui vi dicevo prima di UNIMORE. Quindi, Modena è un distretto molto importante che si sta muovendo. Qui a Bologna ci sono dei progetti legati alla mobilità urbana, al trasporto pubblico alimentato a idrogeno. Ci sono anche qui già progettualità sviluppate.

    Sui distretti di Ferrara e di Ravenna ci sono grosse potenzialità di sviluppo legate ai siti industriali. I famosi settori hard-to-abate, che sono già stati citati, sono rappresentati anche dai petrolchimici che sono presenti in questi distretti. Vedete che ci sono anche delle potenzialità. È già in uso una quantità notevolissima di idrogeno, che attualmente è prodotto da fonte fossile, ma che potrebbe in prospettiva anche essere prodotto nell’ottica dell’idrogeno verde. È un’altra fotografia di quello che abbiamo fatto. Ne è scaturito un piccolo rapporto, che però non è pubblico. È stato consegnato alla Regione. Comunque è in mano all’Assessorato e nella disponibilità della Regione.

    Sempre proseguendo rispetto a questa rapida carrellata delle cose che abbiamo fatto negli ultimi anni e mesi, abbiamo, se ricordo bene, un progetto europeo. È il nostro progetto europeo, di cui siamo partner noi come Clust-ER, H2 Global. È un progetto finanziato dalla Commissione europea che ci vede in partenariato con altri cluster europei. Sono linee di finanziamento specificamente dedicate ai cluster. Questo non è un progetto di carattere tecnologico, cioè noi non andiamo a studiare tecnologie. Facciamo delle azioni di internazionalizzazione a supporto dei nostri soci e in particolare delle nostre PMI, delle imprese.

    Internazionalizzazione per fare cosa? Per entrare, per facilitare l’ingresso in mercati internazionali al di fuori dell’Europa. È proprio una linea di finanziamento specificamente previsto dalla Commissione europea. Nel nostro caso noi stiamo lavorando con questi altri cluster, che sono nostri partner, sui Paesi che vedete evidenziati in rosso nella mappa: Cile, Brasile, Marocco e Corea del Sud. Noi lavoriamo con dei territori e dei Paesi che hanno elevate potenzialità di produzione di idrogeno oppure delle filiere tecnologiche già sviluppate.

    Nel 2022 abbiamo avuto delle missioni. Abbiamo organizzato e partecipato a delle missioni europee nell’ambito di questo progetto, facendo rete e preparando il terreno per quelle che sono invece le missioni che stiamo realizzando nel 2023 verso questi Paesi extra europei. Abbiamo anche organizzato, nel caso della missione italiana, un convegno a Rimini, approfittando della fiera Ecomondo che è nel nostro territorio regionale, con anche un tour in imprese che vedete citate, imprese nostre socie, imprese sul territorio regionale che stanno già lavorando nel settore dell’idrogeno. Abbiamo portato i partner europei a conoscere queste realtà.

    Proseguendo ancora, per piacere, altre attività che abbiamo svolto sono qui elencate. Noi siamo partner di un’altra realtà, un’altra piattaforma europea, che è la European Clean Hydrogen Alliance, a cui ci siamo associati come cluster Greentech, siamo soci di H2IT, che è l'Associazione nazionale idrogeno fuel cell, e questo lo facciamo sempre a favore dei nostri soci, cioè partecipiamo a delle realtà associative, quindi piattaforme di scambio e di collaborazione nazionali ed europee a favore dei nostri soci. Diamo un supporto alla Regione quando devono essere sviluppati dei documenti di carattere strategico, per esempio il Piano energetico, per esempio lo sviluppo della Strategia di specializzazione intelligente, entro i quali possono rientrare le tematiche energetiche e ambientali, e nello specifico l’idrogeno.

    Partecipiamo, sempre in supporto del sistema regionale, a piattaforme di europee come la Vanguard Initiative, che è sempre una piattaforma legata allo sviluppo di progettualità.

    Proseguendo ancora, abbiamo un altro esempio di azioni recenti. Lo scorso anno abbiamo svolto un’attività di progettazione strategica sempre con i nostri soci, creando dei tavoli di lavoro e lavorando in ottica collaborativa, abbiamo preparato delle schede per sviluppare nuovi progetti europei.

    Sono schede sintetiche, non sono proposte pronte ad essere sottomesse, ma comunque anche questa è una base di partenza che dovrebbe facilitare il lavoro dei nostri soci. Cito come esempio quattro progettualità, che hanno come tema l’idrogeno: la produzione di idrogeno off-shore, aviazione, quindi test sull’alimentazione di motori avio di aerei a idrogeno, l’Hydrogen valley, che è in fase di realizzazione a Modena, e un’altra progettualità che combina l’utilizzo della CO2 con la produzione di combustibili di sintesi.

    Credo di aver finito la carrellata w che ci sia l’ultima slide su quelle che sono le considerazioni finali relative all’ingresso nell’associazione.

    Noi salutiamo con molto favore la decisione di entrare in Hydrogen Europe, perché era anche un tema che nei dialoghi che abbiamo con l’Assessorato avevamo già portato, dal momento in cui la Hydrogen Valley Partnership ha deciso di trasformarsi o comunque discuteva di trasformarsi in pilastro regionale di Hydrogen Europe.

    La nostra proposta principale si ricollega anche ad un tema che ha toccato l'ingegner Raimondi ed è quella di orientare il più possibile questa partecipazione alla progettualità, anche (lo diciamo a ragion veduta) tenendo conto degli stimoli venuti da quell’indagine condotta verso le imprese.

    Le imprese richiedono infatti un supporto, richiedono che si faccia sistema, richiedono che tutti gli attori parlino insieme, si muovano come sistema unitario regionale e siano in grado di competere a livello europeo per intercettare dei finanziamenti.

    Lo stimolo che noi lanciamo è quindi quello di orientare il più possibile questa partecipazione allo sviluppo di progettualità concrete, perché abbiamo un sistema e un tessuto industriale e della ricerca che sono pronti e disponibili a lavorare su questo fronte e noi stessi come cluster rinnoviamo anche in questa sede la disponibilità a supportare la Regione e tutto questo sistema di cui si diceva in questo percorso.

    Vi ringrazio e, se avete domande, sono a disposizione.

     

    Presidente RONTINI. Grazie.

    Il materiale che i vari interlocutori che interverranno oggi utilizzano per le loro illustrazioni verrà, come sempre, reso disponibile tra i materiali in carpetta dell’oggetto 6679.

    Chiamerei adesso Tecla Carrubba e Riccardo Bernabei di Snam S.p.A. e poi Gabriele Andreoli per l’intervento successivo.

    È collegato il consigliere Pompignoli, che è presente, mentre il dottor Peluso e la dottoressa Muse di Hydrogen Europe, che hanno seguito i nostri lavori all’inizio, non riusciranno ad intervenire per il sovrapporsi di un altro impegno istituzionale.

    Prego.

     

    CARRUBBA, Snam Spa. Buongiorno a tutti. Vi ringraziamo per l’invito.

    Oggi siamo qua in rappresentanza di Snam, in quanto membri attivi nell’associazione Hydrogen Europe e anche player molto attivo in tema idrogeno. Proveremo quindi a darvi una overview di come noi riteniamo sia utile la partecipazione in Hydrogen Europe e poi una brevissima introduzione al mondo idrogeno con alcuni dei nostri principali progetti.

    Alla slide successiva riprendo alcuni punti che sono stati già introdotti negli interventi precedenti. Hydrogen Europe è una delle principali associazioni europee in ambito idrogeno, conta ad oggi più di 400 associati, tra cui anche 25 Regioni a livello europeo, e più di 30 associazioni nazionali. A livello italiano, gli associati sono circa una trentina, tra i quali è già presente una Regione italiana, ovvero la Regione Piemonte.

    Gli associati di Hydrogen Europe (questo, secondo noi, è un grande punto di forza) sono lungo tutta la catena del valore dell’idrogeno, quindi rappresentano sia produttori, a partire dalla tecnologia, quindi produttori di elettrolizzatori, oltre a produttori e player impegnati nella produzione di idrogeno, trasportatori come Snam e associazioni, tra cui anche H2IT, cioè l’Associazione italiana di idrogeno.

    L’obiettivo dell’associazione è quello di riunire tutti gli attori e gli associati, favorendo la creazione di un ecosistema idrogeno e facilitandone la diffusione a livello europeo.

    L'attività di Hydrogen Europe segue tre pillar principali: la promozione e il coordinamento della ricerca, quindi un costante impegno nel garantire l’aggiornamento delle tecnologie più avanzate per la produzione di idrogeno, il trasporto e l’utilizzo, la promozione di politiche e iniziative nazionali, europee ed internazionali, e, raggruppando tutte queste attività, essere la voce univoca dell’industria anche davanti alle Istituzioni europee.

    Alla slide successiva abbiamo riassunto più nel dettaglio qual è l’attività di Hydrogen Europe dal punto di vista più pratico. Il board, ad oggi, è costituito da 13 membri, che vengono eletti ogni tre anni, le attività sono organizzate secondo due principali aree: i policy working groups e i technical committees.

     I policy working groups sono sostanzialmente dei grandi tavoli di lavoro, in cui tutti gli associati sono invitati a partecipare a discussioni su varie tematiche, che coprono tutta la catena del valore dell’idrogeno e si concentrano principalmente su tutte le attività di analisi e sviluppo dei dossier chiave nelle politiche legate al tema idrogeno. Inoltre, viene dato ampio spazio all’analisi degli strumenti di finanziamento, favorendo un continuo scambio con le Istituzioni europee, rispondendo alle varie consultazioni o direttamente e autonomamente promuovendo dei position paper in risposta a determinate normative.

    Le principali attività sono quindi a definizione di position paper, assessment e analisi delle normative. A breve, ad esempio, sarà presentato un assessment sull’impatto che i target degli emendamenti alla RED avranno sulla domanda di idrogeno a livello europeo, quindi anche questo dal nostro punto di vista è un grande valore aggiunto, perché consente di dare agli associati, anche a chi non partecipa attivamente, ma è più passivo e solo in ascolto, un’overview generale ed europea del mercato.

    Come potete vedere, sono organizzati in 11 tavoli di lavoro, che coprono tutti i principali aspetti legati all’idrogeno. Cito alcuni tra i più rilevanti in questo momento, che sono le energy infrastructures, perché questi ultimi mesi si stanno definendo alcune tra le normative principali, ovvero gli emendamenti alla RED, il Gas package, e a livello specifico il ReFuel EU Aviation, quindi tutte quelle normative che pongono dei target molto ambiziosi a livello europeo sull’utilizzo di idrogeno in diversi settori.

    Dall’altro lato, invece, abbiamo i technical committees, in cui la partecipazione consente di dare contributi diretti alla definizione del programma Clean Hydrogen Joint Undertaking, di cui ho già sentito parlare negli interventi precedenti. Sono organizzati secondo sette diversi ambiti e le principali attività in questo caso sono quelle di proporre abstract direttamente per le call e sviluppare i principali top d’interesse.

    Alla slide successiva abbiamo provato a riassumere quali sono secondo noi le opportunità di partecipazione e come Snam quotidianamente riscontriamo utile e in alcuni casi addirittura necessaria la presenza in Hydrogen Europe. Come primo punto abbiamo visto un costante aggiornamento normativo e in alcuni casi un accesso anticipato alle informazioni.

    In questo caso sono molto utili le comunicazioni che arrivano dai Hydrogen Europe, in cui vengono recepite le principali normative anche con anticipo, anche in bozza, sulle quali già si può provare a lavorare, a dare un contributo, segnalando eventuali punti di attenzione o di interesse per gli associati.

    Il secondo è la partecipazione attiva nelle definizioni delle risposte alle consultazioni europee. Cito ad esempio una consultazione che si è chiusa di recente, nelle ultime settimane, relativa a terms and condition della Hydrogen Bank. Oggi c’è il workshop in cui la Commissione europea sta rispondendo alle domande e non esclude che i colleghi di Hydrogen Europe siano direttamente coinvolti in questo tavolo. Uno scambio è quindi necessario e molto importante per tutti quegli attori che si impegnano quotidianamente nella promozione dell’idrogeno.

    Infine, la partecipazione ai policy working groups favorisce la possibilità di avere un’overview completa dell’evoluzione del mercato in tutti i settori, quindi anche ad una società di trasporti che abbia meno visibilità su altri settori di interesse, tramite Hydrogen Europe e i working groups è possibile vedere una overview completa dell’ecosistema.

     Come anticipato, anche la partecipazione ai technical committee è un aspetto fondamentale, in quanto fornisce un accesso prioritario e un contributo attivo nelle call, che poi si traducono in finanziamenti a progetti concreti.

     Come Snam siamo molto attivi in Hydrogen Europe, partecipiamo attivamente non solo noi della Decarbonization Project Unit, ma anche altri colleghi di Snam in tutti i policy working group e anche nei principali technical committees. In particolare, stiamo valutando fortemente la candidatura del nostro SDP della Decarbonization Project al board nella CER di Industry and energy, la votazione si terrà prima dell’estate.

    L'SDP Decarbonization Technology Solution in questo momento è leader di uno dei technical committee, e stiamo anche leader di due roadmap, che sono dei sottogruppi dei technical committee, che sposano bene la nostra strategia.

    Con questa slide abbiamo concluso la prima parte della nostra presentazione, in cui vi abbiamo voluto indicare qual è, secondo noi, l’opportunità di partecipazione in Hydrogen Europe. Abbiamo un altro paio di slide, invece, più concentrate sul tema idrogeno. In questo caso andrei più velocemente, perché abbiamo già discusso la maggior parte di questi temi.

    Alcuni degli aspetti fondamentali di link che ci piacerebbe fornirvi per darvi maggior contezza di quanto sia importante una possibile partecipazione a Hydrogen Europe è riassunto in questa slide. Abbiamo visto che ad oggi, tralasciando i colori dell’idrogeno, la cui produzione è principalmente di idrogeno grigio con emissioni di CO2, l’ambizione è ovviamente quella di produrre idrogeno rinnovabile tramite elettrolisi dell’acqua, ma quando si parla di applicazioni, tutti i finanziamenti in questo momento in corso e si stanno finalmente concretizzando mostrano che ad oggi è ancora una tecnologia che ha bisogno di aiuto sia nell’investimento, ma nel funzionamento.

    In tutti gli ambiti di applicazione dell’idrogeno sono quindi previsti possibili finanziamenti, e su questo Hydrogen Europe fornisce grande aiuto, e, come ho anticipato, la partecipazione al workshop e alla risposta alla consultazione della Hydrogen Bank è un esempio fondamentale, cioè la possibilità di avere un accesso agevolato alle informazioni consente di dare voce alle proprie esigenze sia nell’ambito della produzione che anche nell’ambito dell’applicazione dell’idrogeno.

    Inoltre, anche sul tema dell'idrogeno rinnovabile, di cui si è già disquisito negli interventi precedenti, si è definito negli ultimi mesi come definire effettivamente l'idrogeno rinnovabile. Anche su questo aspetto (mi riferisco agli atti delegati alla RED) Hydrogen Europe ha dato un fortissimo contributo negli ultimi mesi, garantendo sempre uno stretto contatto con Commissione, Parlamento e Consiglio europeo, dando voce alle esigenze degli industriali e anche dei produttori di idrogeno.

    Alla slide successiva abbiamo voluto rappresentare in maniera molto semplificata la catena del valore dell’idrogeno, per ribadire che, per creare un ecosistema e far sì che l’economia dell’idrogeno possa decollare, è necessario garantire la presenza e il coordinamento di tutti gli attori coinvolti, non basta avere finanziamento all’investimento, è necessario anche finanziamento alla produzione o all’utilizzo dell’idrogeno.

    Hydrogen Europe consente di mettere insieme tutti gli attori coinvolti, quindi tutti i principali player che lavorano su ciascuno di questi tasselli.

    Io avrei terminato l’intervento, lascerei l’ultima slide all’ingegner Bernabei, che ci presenterà uno dei progetti fondamentali per Snam, su cui stiamo lavorando.

     

    BERNABEI, Snam Spa. Utilizzo questo esempio di progetto, che tra i vari progetti sia di ricerca e sviluppo che di realizzazione su scala industriale dell’idrogeno, è il più importante, a testimonianza dell’importanza che l'idrogeno avrà già al 2030 in Italia, secondo gli scenari europei istituzionali italiani, per sottolineare come sia importante un coordinamento delle Istituzioni con gli attori industriali, perché stiamo parlando di sfide tecnologiche, sfide finanziarie, sfide normative.

    Non esiste ancora una normativa tecnica completa, end-to-end, dalla produzione al trasporto, alla distribuzione, all'utilizzo del dell’idrogeno nei settori principali in cui questo è utilizzato, quindi i trasporti pesanti e l’industria.

    È una sfida complessa, che l’Italia e le Istituzioni europee in primis hanno sottoscritto, e Hydrogen Europe è sicuramente una piattaforma eccellente per le Istituzioni per essere al passo con gli aggiornamenti principalmente di policy e normativi, ma anche in materia di opportunità di finanziamento di progetti, che siano di Regione o degli attori che operano in Regione.

    Snam sta dando il suo contributo in vari modi. Uno di questi, che vedete rappresentato sulla pagina che stiamo proiettando, è la predisposizione dell’infrastruttura gas attualmente esistente al futuro trasporto di idrogeno, prima in blending, quindi miscelato al gas metano, poi in fase pura.

    Vedete che la futura infrastruttura si estenderà a partire dal nord dell’Africa e arriverà, percorrendo tutta l’Italia, al cuore industriale dell’Europa, che sta a nord di noi.

    L’Italia, per traguardare i target di penetrazione dell’idrogeno all’interno dei consumi energetici finali, non ha infatti capacità potenziale sufficiente per autoprodurlo sul suolo domestico, dovrà anche approvvigionarle per un tema sia di capacità produttiva, sia anche di economicità, da geografie dove questo è producibile a costi più vantaggiosi, dove le rinnovabili, che sono la componente chiave del costo dell'idrogeno, producono in maniera più competitiva.

    Tra queste c’è sicuramente il bacino del Mediterraneo, quindi eolico offshore, che siano acque territoriali italiane oppure internazionali o addirittura sulle coste del Nord Africa.

    Con questo abbiamo terminato il nostro intervento, siamo disponibili a domande e sottolineiamo il supporto all’ingresso di Regione in Hydrogen Europe.

     

    Presidente RONTINI. Grazie molte.

    Adesso procediamo, come avevo anticipato, con Piergabriele Andreoli, direttore generale di AESS, poi abbiamo Enrico Piraccini di Hera e infine Gianluca Rusconi di Confindustria.

     

    ANDREOLI, direttore generale AESS. Grazie, presidente. Buon pomeriggio.

    Sicuramente entrare da parte della Regione all’interno di una rete, di un network per noi è fondamentale.

    Noi abbiamo operato in supporto alla Regione, al cluster Greentech negli anni passati, all’inizio era lo European Hydrogen Valley SP3, quindi siamo partiti da lì, era il 2019, hanno aderito la Regione e anche la Provincia di Modena, quindi abbiamo iniziato a percorrere insieme con il collega Ranuzzini qui presente questo percorso in Europa, in cui abbiamo iniziato a confrontarci e a vedere cosa facevano le altre Regioni.

    All’interno del cluster, come ricordato dal collega Sogni prima, è stata fatta una ricerca, una condivisione con gli attori, con gli stakeholder, per capire le esigenze delle varie componenti della Regione, per portarle poi a confrontarci in Europa.

    Era il 2019, la conclusione di questo percorso, nel 2020, aveva individuato da parte dell’azione del cluster alcuni tipi di assi che adesso riscontro in Emilia-Romagna come assi attivi. Uno di questi è la mobilità, su cui ci sono stati dei bandi, altro tema importante, il fundraising europeo e nazionale, bandi che hanno portato alcuni territori ad iniziare il percorso per avere autobus a idrogeno (parliamo di Bologna, di Modena, di diverse realtà).

    Questo è un primo elemento, quindi una condivisione, una pianificazione, un confronto europeo e un’attenzione ai bandi in arrivo e quindi a un fundraising fattivo e attivo. La preparazione di un terreno, avere effettivamente degli utilizzatori (la mobilità è uno di questi) era stato prefigurato alla fine del 2019, ancora prima del Covid, oggi siamo lì, dopo è arrivata effettivamente grazie a questa azione di sensibilizzazione e di lavoro congiunto regionale con i cluster, i territori si sono sensibilizzati.

    A Modena, ad esempio, abbiamo avuto modo di lavorare a livello territoriale e quindi di preparare il sistema locale a qualcosa che poi è arrivato e che adesso si chiama bando delle Hydrogen Valley, che effettivamente vede nel prossimo futuro una realizzazione pratica per avere una produzione di idrogeno, quindi iniziamo ad avere un percorso che ha degli utilizzatori, la mobilità, ha una produzione di idrogeno.

    Nel frattempo sono stati fatti altri esperimenti. Voglio ricordare la Provincia di Modena, che ha sperimentato in una scuola una produzione di idrogeno green e un utilizzo di riscaldamento. Tutto questo è frutto di un percorso fatto insieme, di un percorso fatto grazie ai cluster, grazie alle Università, grazie al sistema e grazie a questo momento di condivisione iniziale europeo.

    Che questa azione sia partita allora, con questo lavoro sui tavoli dell’S3, e adesso trovi un nuovo inizio all’interno dell’Hydrogen Europe come pillar tra le Regioni mi sembra un percorso assolutamente virtuoso e, come è stato ricordato precedentemente, fondamentale per avere l’attenzione e la guardia alta su tutto quello che arriverà domani, perché abbiamo di fronte a noi un percorso. Adesso siamo all’inizio e sono le prime applicazioni pilota, domani forse avremo bisogno di questo idrogeno come vettore in maniera più consistente, gradualmente però. Con questa configurazione, con questo gruppo di lavoro della Regione nel suo complesso, noi siamo lì, ci siamo, abbiamo capito come funziona, i piloti sono già in campo, quindi domani saremo pronti a sfruttare tutte le occasioni.

    Volevo portare quindi il contributo e la spinta sicuramente con un’azione molto positiva, quella di stare in Europa, di guardare all’Europa, di fare parte dei network europei fondamentali. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie.

    Proviamo a dare la parola a Enrico Piraccini, responsabile del settore transizione ecologica di Hera, che è collegato da remoto, che è l’ultimo intervento, a meno che qualcuno decida all’ultimo di prendere la parola, come è sempre possibile per i nostri ospiti.

    Prego, dottor Piraccini.

     

    PIRACCINI, Head of ecological transition & innovation management Hera Spa. Grazie, scusate se non sono presente, ma io vengo dalla Romagna e siamo in una situazione critica.

     

    Presidente RONTINI. Ci mancherebbe, io sono di Faenza, abbiamo un pezzo di città evacuata, quindi la capisco benissimo.

     

    PIRACCINI, Head of ecological transition & innovation management Hera Spa. Allora è stata più coraggiosa di me, che sono rimasto a presidiare casa. Vi davo giusto un quadro della transizione e del ruolo che ha l’idrogeno (prima slide) almeno nel nostro approccio.

    Più che di transizione energetica forse dovremmo parlare di transizioni energetiche, perché ne abbiamo avute già diverse, siamo passati dal legno al carbone, dal carbone al petrolio, dal petrolio al metano e adesso siamo oltre il metano, verso le rinnovabili.

    Queste transizioni in genere coincidono con dei momenti di crisi, che fanno emergere nuove sensibilità e nuove opportunità. Passare dal carbone al petrolio ha significato poter alimentare i carri armati durante la prima guerra mondiale (questo sembra sia stato uno dei motivi di sviluppo dell’utilizzo del petrolio nei mezzi mobili).

    Allo stesso tempo, la crisi del petrolio degli anni '70, generata dallo scontro fra Israele e la Lega dei Paesi arabi, ci fece comprendere che eravamo troppo dipendenti dalla fonte petrolio, quindi iniziammo uno spostamento verso le reti del metano.

    Questo problema si è riproposto oggi con l’invasione dell’Ucraina e con la conseguente riduzione dell'importazione di metano dalla Russia, e ha fatto capire la notevole dipendenza da una fonte esterna e quindi adesso ci stiamo orientando verso le energie rinnovabili.

    Nella slide successiva ci troviamo a confrontare due modelli. Il vecchio modello è basato su fonti fossili di cui noi non siamo sprovvisti, se non in minima parte, quindi dobbiamo importarle, e di qui la dipendenza sia come alimentazione che come costi, fonti fossili che vengono utilizzate attraverso il processo di combustione, che è un processo tendenzialmente non molto efficiente rispetto ad altri processi e genera anche delle emissioni climalteranti e a volte inquinanti dell’aria.

    Il nuovo modello, che si basa invece sulle energie rinnovabili, consente di produrre energia in loco attraverso fotovoltaico, eolico, biometano, soprattutto fotovoltaico e biometano per la nostra Regione. Produce direttamente energia elettrica, quindi può sfruttare tutte le efficienze che l’elettrificazione porta. In generale, utilizzare i sistemi elettrici per riscaldare le case e per alimentare le auto dal punto di vista energetico è molto più efficiente che utilizzare sistemi come le caldaie.

    Una caldaia ha infatti una resa al 90 per cento, mentre la pompa di calore per scaldare casa ha una resa del 400 per cento, tanto che adesso l’Unione europea spingerà prossimamente per l’introduzione delle pompe di calore in tutte le abitazioni.

    Le produzioni di rinnovabili hanno però l’handicap di non essere continuare, per cui abbiamo bisogno di stoccarle e utilizzarle quando non ci sono, di notte e d’inverno tendenzialmente. Di qui l’importanza dell’idrogeno come anello fondamentale per legare il momento in cui noi produciamo energia al momento in cui ne abbiamo bisogno.

    Qui ho rappresentato semplicemente quello che ho appena detto. In giallo vedete il momento in cui viene prodotta l’energia rinnovabile da fotovoltaico. Ho messo i segni delle stagioni in basso: d’inverno è poca; in primavera aumenta; in estate abbiamo il picco; e in autunno cala.

    In grigio vedete quando abbiamo i consumi del gas, che ovviamente sono opposti. Dobbiamo riscaldare le case quando è più freddo, quindi: d’inverno abbiano i consumi maggiori di metano; e d’estate abbiamo i consumi minori.

    I consumi elettrici sono pressappoco costanti.

    Qual è quindi la sfida a cui noi stimo cercando di dare una risposta? È di spostare l’energia che produciamo l’estate, in inverno.

    Come fare per fare questo? Abbiamo bisogno di stoccare l’energia - possiamo andare avanti. Questa slide è in inglese, però è fondamentale, almeno dal mio punto di vista.

    Se guardate in ordinato, cioè nell’asse verticale, abbiamo il tempo. Questa slide cosa dice? Ci dice le tecnologie che noi possiamo utilizzare per stoccare energia.

    Se usiamo Flywheel, è il volano, possiamo stoccarla per un minuto. Se usiamo le batterie, possiamo stoccarle per qualche giorno. Pumped Storage sono i bacini idroelettrici, possiamo stoccarla per un mese. Ma se vogliamo stoccare per vari mesi o per un anno, abbiamo bisogno di trasformare l’energia in metano.

    Per trasformare l’energia in metano, che è un processo che si chiama Power to gas, dobbiamo prima passare dall’idrogeno. Quindi, gli ultimi due rettangoli sono quelli che ci consentono di stoccare per più tempo le maggiori quantità di energia.

    In ascissa, cioè nell’asse orizzontale, vedete le quantità di energia che possono essere utilizzate.

    Cosa abbiamo fatto? Abbiamo cercato di sviluppare due progetti che davano risposta a questa esigenza di poter stoccare a lungo tempo l’energia, spostando così l’energia d’estate alla fase invernale.

    Possiamo andare avanti. Giusto una spiegazione semplicissima sull’idrogeno. L’idrogeno che viene utilizzato adesso è di origine fossile e proviene dal metano. Il metano è una molecola che è carbonio più H-4, che sono quattro atomi di idrogeno, con un processo che si chiama Steam Reforming stacchiamo gli atomi di idrogeno dal carbonio e rilasciamo l’anidride carbonica che si forma in atmosfera.

    Il processo che ci viene richiesto dall’Europa per accedere ai finanziamenti è relativo all’idrogeno rinnovabile, o idrogeno green, che prevede di utilizzare non gas metano ma energia rinnovabile. Con questa energia, proveniente ovviamente da fotovoltaico, eolico, eccetera, energia elettrica, possiamo separare e fare l’elettrolisi, ossia separare l’acqua in due parti: una parte che è l’idrogeno, una parte che è l’ossigeno. Quindi, l’idrogeno in questo caso è di origine rinnovabile e non abbiamo emissioni negative, perché l’ossigeno […]. Quindi, l’elettrolisi è il nucleo da cui parte tutto il processo.

    Possiamo andare avanti. I progetti che abbiamo studiato rispondono a questi tre assi.

    Sostanzialmente, produrre energia rinnovabile attraverso un sistema. È un progetto che non riguarda direttamente l’idrogeno ma che cercheremo di realizzare per avere grandi quantità di energia rinnovabile. È un progetto che abbiamo chiamato Energy Park.

    Utilizzare questa energia per produrre idrogeno in alcune zone. In questo caso abbiamo risposto al bando della Regione e quindi produrremo energia rinnovabile in una discarica esaurita, un sito industriale dismesso. Il progetto si chiama “IdrogeMO” e verrà realizzato a Modena.

    Il terzo progetto è invece sul depuratore di Bologna. Consiste nel trasformare l’idrogeno in metano, il progetto che prima vi ho chiamato Power to gas. A sua volta il metano è un biometano di origine rinnovabile e può essere ritrasformato in energia elettrica.

    Possiamo andare avanti. C’è un dettaglio dei due progetti molto semplice.

    Questa a destra che vedete è l’area della discarica. Nei confini rossi ci sono i cumuli di rifiuti che sono adesso ricoperti di terra, perché la discarica non è più funzionante, e in blu vedete i pannelli fotovoltaici che verranno installati sulla discarica.

    Nello schema in basso a sinistra, vedete, sono 6 megawatt di pannelli fotovoltaici. L’energia verrà accumulata in una batteria che a sua volta alimenterà l’elettrolizzatore, cioè la macchina che produce l’idrogeno. L’idrogeno prodotto sarà 230 tonnellate anno.

    In questo progetto siano in partnership con Snam e cercheremo di fornire queste 230 tonnellate sia alle aziende di trasporto pubblico, che anche alle aziende industriali che sono interessate a utilizzare idrogeno green.

    L’altro progetto – possiamo procedere con l’altra slide – è invece quello che si chiama Power to gas, che sarà sul depuratore di Bologna. Verrà prodotto attraverso l’elettrolisi dell’idrogeno, questo idrogeno finirà in un reattore biologico dove verrà immessa della CO2, anidride carbonica, quindi idrogeno e anidride carbonica verranno mangiati da dei batteri, che sono batteri che esistono normalmente in natura e questi batteri li uniranno l’idrogeno con l’anidride carbonica e produrranno acqua e metano. Il metano a questo punto sarà immesso nella rete del gas e quindi potrà essere stoccato durante l’inverno.

    Questo impianto sarà uno dei più grandi a livello industriale in Italia, perché al momento ci sono praticamente solo impianti di laboratorio. Questa è una scala semi industriale che non sarà una tecnologia economicamente ancora sostenibile, ma ci consentirà di acquisire le competenze tecnologiche per poi poterle sviluppare nei prossimi anni in una scala ancora più ampia e quindi a quel punto sostenibile.

    In questo modo, combinando il primo impianto in cui acquisiremo le competenze tecniche per produrre idrogeno rinnovabile, con il secondo in cui trasformeremo idrogeno in metano, potremo un po’ concludere quel processo di cui vi ho parlato all’inizio, cioè di spostare l’energia che verrà prodotta in grandi quantità durante l’estate nei prossimi 10 anni, durante l’inverno e quindi chiudere un ciclo di autonomia energetica e di energie rinnovabili.

    Andiamo avanti. È quasi finita la presentazione.

    Le conclusioni. Qui c’è Kissinger, che è stato Segretario di Stato negli Stati Uniti nel periodo della crisi del petrolio, e la persona che vedete alla sua destra è lo sceicco Yamani, che era ministro del petrolio per l’Arabia Saudita. Lo sceicco disse questa frase: l’età della pietra non è finita per mancanza di pietre. Per mettere in allerta i suoi alleati, cioè gli altri Paesi del Golfo che stavano mettendo sotto pressione l’Europa riducendo le forniture di petrolio, se voi riducete troppo le forniture di petrolio, gli altri Paesi cominceranno a staccarsi dal petrolio per accedere ad altre fonti. Come in realtà è successo, perché poi abbiamo attivato l’utilizzo del metano in grandi quantità.

    Adesso forse la fase ha ancora significato oggi, perché il salto non è più dal petrolio al metano, ma dal metano alle rinnovabili.

    Andiamo avanti. Ovviamente, ognuna delle transizioni di cui ho parlato all’inizio non ha eliminato le fonti precedenti, tant’è vero che ancora oggi usiamo il carbone per produrre energia elettrica, però ha ridotto gli ambiti.

    Da un punto di vista nostro delle utility, noi vediamo questo passaggio come l’ultima fase di uno sviluppo urbano. Cioè, negli anni ‘60 l’obiettivo era realizzare reti gas; negli anni ’70, abbiamo realizzato i depuratori delle acque reflue; negli anni ’80, le discariche; negli anni ’90, i termovalorizzatori; nel 2000 gli impianti di recupero vetro, carta, plastica; nel 2010 gli impianti di recupero della frazione organica con produzione di biogas, biometano. Adesso pensiamo sia un po’ l’ultimo gradino che prevede di produrre energie rinnovabili, idrogeno e biometano.

    Se ci voltiamo indietro e guardiamo tutti i passi che abbiamo fatto, riteniamo che tutti questi siano passi assolutamente necessari per lo sviluppo delle nostre città. Quindi, se vogliamo continuare ad avere un territorio all’avanguardia, questo diventa necessario.

    Di qui fondamentale è che anche la Regione si attrezzi per gestire, coordinare, essere inserita nei tavoli europei dove, sempre di più, grandi linee di finanziamento vengono aperte e che bisogna per forza presidiare per avere le risorse per sviluppare questi progetti.

     

    Presidente RONTINI. Grazie.

    Con l’intervento del dottor Piraccini abbiamo terminato l’udienza conoscitiva di oggi in un clima un po’ surreale, diverso da quello che accompagna i nostri lavori, ma questo non dipende da noi.

    Prima di lasciarvi, prima di lasciare anche i colleghi che sono collegati da remoto e quelli che sono ancora in aula, alcune comunicazioni.

    I materiali utilizzati nel corso dell’illustrazione da parte del cluster di Snam, di Hera e anche il materiale che avrebbe dovuto utilizzare la persona che doveva intervenire a nome dell’associazione Hydrogen Europe, verranno resi disponibili per tutti i consiglieri.

    Invece, sui tempi volevo fare un recap. Domani questo progetto di legge passa in Prima Commissione per il parere in consultiva. La prossima settimana, il 22, lo avremo iscritto ai nostri lavori per la discussione generale. Il 30 per l’esame dell’articolato. Cioè il 30 lo chiudiamo in Commissione.

    Ci siamo sentiti nel corso della seduta con i relatori e ci siamo dati come data per il termine ultimo per il deposito degli emendamenti eventuali, così da consentire alla Segreteria poi di lavorare e di fornirci il documento di lavoro, venerdì 26 maggio.

    Questo ci consentirà, se la Conferenza dei Capigruppo confermerà le date dell’aula, di andare per l’approvazione definitiva in Consiglio regionale il 6 giugno.

    Questo è quanto.

    Grazie ancora per la vostra presenza. Grazie per aver raccolto il nostro invito, grazie per i suggerimenti, gli spunti.

    Avete tutti sottolineato quanto sia importante in questo settore, ancora più che negli altri, fare rete ed essere al centro delle associazioni che coinvolgono privati e pubblici a livello europeo.

    Cercheremo di fare tesoro dei vostri spunti nel corso appunto del percorso che faremo qui in Commissione sul progetto di legge.

    Grazie ancora e buon pomeriggio a tutti.

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