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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 04/07/2023 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 22

    Seduta del 4 luglio 2023

     

    Il giorno 4 luglio 2023 alle ore 14,30 è convocata, con nota prot. n. PG/2023/16552 del 29/06/2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche in udienza conoscitiva, che si svolge in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede, della Presidente Rontini, del Vicepresidente Delmonte e dei seguenti membri dei Gruppi assembleari: Massimo Bulbi, Matteo Daffadà, Marco Fabbri, Francesca Marchetti, Roberta Mori, Nadia Rossi, Luca Sabattini, Marcella Zappaterra (PD); Federico Alessandro Amico (ERCEP); Stefano Bargi, Maura Catellani, Michele Facci, Emiliano Occhi, Massimiliano Pompignoli, Fabio Rainieri, Matteo Rancan (Lega); Marta Evangelisti (FDI); Valentina Castaldini (FI); Silvia Piccinini (M5S); Silvia Zamboni (EV); nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del “Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna” e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022 , n. 26.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    CUOGHI Luca

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

     

     

    Sono, altresì, presenti il consigliere Giancarlo TAGLIAFERRI e l’assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali Vincenzo COLLA.

     

    Partecipano alla seduta: Diazzi Morena (Direttore Generale conoscenza, ricerca, lavoro, imprese); Maini Elisabetta (Settore attrattività, internazionalizzazione); Marzano Gabriele (Direzione generale conoscenza, ricerca, lavoro, imprese); Aldrovandi Simone (Settore Affari legislativi e Aiuti di stato).

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste la segretaria: Agata Serio

    Funzionario estensore: Daniela Biondi


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    6744 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: ""Programma Regionale Attività Produttive 2023-2025" (ai sensi della l.r. n. 3/1999, art. 54) e "Programma Regionale per la Ricerca industriale, l'Innovazione, il Trasferimento tecnologico 2023-2025" (ai sensi della l.r. n. 7/2002, art. 3)". (Delibera di Giunta n. 604 del 20 04 23)

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

     

    Partecipano

     

    Pietro Mambriani Responsabile Politiche industriali ed Europa – Confindustria Emilia- Romagna

    Gianluca Rusconi Confindustria Emilia-Romagna

    Manuel Michelacci UIL Emilia-Romagna

    Roberto Enrico Guarinoni  CGIL Emilia-Romagna 

    William Ballotta CISL Emilia-Romagna

    Loretta Losi  Funzionaria Legacoop Emilia-Romagna

    Francesco Zanoni Responsabile Ufficio sviluppo economico e territorio – Confcooperative Emilia-Romagna.

    Marcello Balzani Presidente Clust-ER Build;

    Roberto Righetti  ART-ER

    Giorgio Moretti ART-ER

    Luca Fontanesi Delegato per i Progetti di Ricerca Competitivi - in sostituzione del Prorettore alla Ricerca – Università degli studi di Bologna             

    Maria Puggetti  Confprofessioni

    Guido Caselli   Unioncamere Emilia-Romagna

    Sauro Vicini   Manager Clust ER Salute e benessere

    Mario Bernardi  Segretario della Commissione Regionale ABI Emilia-Romagna

    Alessandro Bonazzi  Consigliere CUP ER (Comitato unitario ordini professionali ER)

    Monica Morelli  Confimiromagna

    Giovanni Desco  Dirigente Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna

    Maria Cristina Gherpelli Presidente CLUST - ER

    Marco Bianconi  Vicepresidente CLUST-ER

    Davide Bezzecchi  Unindustria Reggio Emilia

    Enea Zoli    Confartigianato Emilia-Romagna

     

     

    Presidente RONTINI. Come sapete, oggi pomeriggio per la prima parte della seduta la Commissione Politiche economiche è riunita in udienza conoscitiva sulla proposta di iniziativa della Giunta recante “Programma regionale attività produttive 2023-2025” e “Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione, il trasferimento tecnologico 2023-2025”.

    Su questo oggetto, su questi due programmi, nelle settimane scorse abbiamo provveduto alla nomina dei relatori. La consigliera Roberta Mori è la relatrice, a cui tra poco passerò la parola per l’illustrazione. Il consigliere Rancan è il relatore di minoranza.

    Nella seduta della settimana scorsa abbiamo illustrato il provvedimento, lo ha fatto l’assessore Colla e lo hanno fatto i funzionari dell’assessorato, che saluto e ringrazio. L’assessore ci raggiungerà dopo. Si scusa, mi ha scritto, ma ha un ritardo per un’altra delle iniziative istituzionali che lo vedono impegnato in questi giorni.

    Insieme ai relatori e al vicepresidente della Commissione, abbiamo stabilito anche l’iter che ci consentirà, così come richiesto, di andare in aula con questi provvedimenti entro la fine di luglio, prima della pausa estiva. Mercoledì 12, questo riguarda la Commissione III, dove i programmi sono iscritti per un passaggio in Consultiva. Faranno quel passaggio. Prima toccherà a noi, lunedì 10 della prossima settimana (come sapete, martedì c’è aula), fare la discussione generale, anche a seguito di quello che ascolteremo oggi dai nostri graditi ospiti. Abbiamo, poi, fissato giovedì 13 luglio alle ore 14 la scadenza degli eventuali emendamenti da parte dei Gruppi. È una data, quella della scadenza degli emendamenti, che comunico anche agli stakeholder, in modo che eventuali osservazioni, oltre agli interventi che farete oggi o ai documenti che ci vorrete lasciare, possano arrivare in tempo utile, cosicché le forze politiche possano valutarle e capire se, eventualmente, trasformarle in proposte migliorative ulteriormente del testo. Poi, martedì 18 luglio ci riuniremo per l’esame, non dell’articolato, perché non sono dei progetti di legge, ma dei due programmi e delle proposte emendative, cosicché nella seduta che i Capigruppo dovranno, poi, confermare, inizialmente ipotizzata per il 25, il 26 e il 27 luglio, si possa approvare definitivamente questa programmazione, che riguarda il tessuto imprenditoriale della nostra Regione, molto importante.

    A questo punto, darei la parola alla consigliera Mori, che ringrazio, la relatrice, per l’illustrazione.

     

    Relatrice consigliera MORI. Grazie, presidente. Ringrazio le colleghe, i colleghi e tutti gli intervenuti per questa importante udienza conoscitiva.

    Il nuovo Programma regionale per le attività produttive 2023-2025 fonda la propria legittimazione dalla legge n. 3/1999, l’articolo 54 in particolare, che declina in modo dettagliato gli ambiti di intervento della Regione. Quindi, una legge ormai risalente che, però, ha tratti ancora molto attuali.

    Così come pure il nuovo Programma regionale per la ricerca industriale, l’innovazione, il trasferimento tecnologico 2023-2025 fonda la propria legittimazione dalla legge regionale n. 7/2002, in particolare dall’articolo 3.

    La legittimazione di questi importanti programmi viene anche data dal percorso di condivisione e di confronto costante e puntuale con i firmatari del Patto per il lavoro e per il clima, il Comitato tecnico-scientifico di ART-ER, i sindacati, le associazioni imprenditoriali, gli Enti pubblici e privati, il Consiglio delle autonomie locali, il tavolo regionale per l’imprenditoria, nel solco di una metodologia sostanziale, orizzontale, inclusiva e mai gerarchica, che ispira l’azione regionale in tutti gli ambiti di programmazione e pianificazione delle risorse.

    Quindi, vi ringraziamo molto per la vostra presenza perché ci consentite di proseguire questo importante metodo di condivisione.

    Gli esiti di compatibilità della VAS si sono concretizzati non in indicazioni di modifiche dirette ai testi dei programmi, ma semplicemente in raccomandazioni che prescrivono criteri a cui attenersi in fase di attuazione e monitoraggio dell’attuazione dei programmi. Questo perché come stella polare noi, ovviamente, dobbiamo avere, nel modo più chiaro possibile, gli SDGs dell’Agenda 2030 dell’ONU per promuovere condizioni di sviluppo sostenibile per quanto riguarda il cambiamento climatico, consumo di suolo agricolo, patrimonio culturale e paesaggistico in primis.

    È stato acquisito il parere favorevole del Consiglio delle autonomie locale in data 13 aprile 2023. Questo per dare il senso anche di una tabella di marcia abbastanza impegnativa, vista anche l’importanza delle risorse messe a disposizione per questi programmi.

    Ovviamente, anche a causa di eventi imprevedibili e straordinari, che ormai sono all’ordine del giorno, l’impegno di investimento in prospettiva diventa ancora più importante e strategico per la ripartenza e, ovviamente, per affrontare ancora più compattamente la sfida che questi obiettivi condivisi ci permettono di intraprendere.

    Il Programma regionale per le attività produttive si può dire che vede gli interventi raggruppati in 12 aree di azione.

    Ovviamente, questa mia illustrazione oggi non può essere esaustiva rispetto alla complessità dei Piani, all’articolazione dei Piani. Però cercherò di darvi alcuni elementi, che, tra l’altro, sicuramente sono già a voi noti.

    Sono raggruppati ‒ dicevo ‒ in 12 aree di azione, che contribuiscono al rafforzamento delle priorità di sviluppo della Regione, tra cui la transizione ecologica e digitale. Il PRAP ‒ ormai utilizziamo questi acronimi, altrimenti non ci saltiamo fuori, in termini anche di tempo ‒ completa il quadro della programmazione regionale insieme al connesso Programma regionale per la ricerca, l’innovazione, il trasferimento tecnologico abbinato e al Patto regionale per il lavoro e per il clima, il Documento Strategico regionale, il Programma regionale del Fondo sociale europeo Plus e FESR, con alla base la Strategia di specializzazione intelligente, dei quali si sono svolti, tra l’altro, i Comitati di sorveglianza a Ravenna proprio la settimana scorsa. Lo dico perché, sostanzialmente, noi siamo di fronte a bilanci di programmi consolidati, che raggruppano tutti questi fondi in un unico quadro, in un’unica cornice.

    Questo è l’anno europeo delle competenze, formalmente inaugurato il 9 maggio scorso dall’Unione europea. Tante sono le sfide per un rafforzamento competitivo e della crescita del comparto produttivo, senza mai dimenticare di coniugare lo sviluppo con la giustizia sociale e il contrasto alle disuguaglianze, investendo sulle persone, in coerenza con la legge regionale n. 2/2023 dedicata all’attrazione, alla permanenza e alla valorizzazione dei talenti. Un unicum nel suo genere in Italia. Come ha detto recentemente l’assessore Colla, devo dire che questi programmi consolidano il posizionamento dell’Emilia-Romagna nella dimensione dell’innovazione, della competitività e dell’economia sociale. Questo dà anche un quadro valoriale di ispirazione dei nostri programmi.

    Devo esprimere pubblicamente alla vostra presenza un ringraziamento per la qualità e la ricchezza di spunti nell’approfondimento del contesto socio-economico dal globale al regionale, che sono stati svolti in premessa ai programmi abbinati. Lo dico perché è da considerarsi, questo approfondimento, un approfondimento non banale, che almeno a me, come consigliere regionale, relatrice di maggioranza, ha dato spunti di riflessioni molto interessanti, anche per inquadrare il dato storico economico e di sviluppo sociale in cui siamo inseriti. Quindi, grazie davvero ai tecnici dell’assessorato.

    Più nello specifico, alcuni spunti ‒ del tutto, ripeto, non esaustivi ‒ con cui affrontare il tema e l’approccio ai programmi oggetto della nostra udienza conoscitiva.

    La Regione Emilia-Romagna continua ad essere una Regione avanzata sia a livello nazionale che europeo, con un PIL al di sopra della media europea e una forte capacità di reazione, meglio detta “resilienza”, agli shock, come la pandemia prima e oggi l’alluvione. Una Regione in cui il tessuto produttivo si coalizza e si concentra in imprese di dimensioni sempre maggiori, per affrontare meglio le sfide competitive. Questo è un dato molto interessante. Un’altissima percentuale di export (siamo al 44 per cento) e un graduale, ma evidente aumento delle imprese femminili, che confidiamo possa, con politiche strutturali di investimento, diventare un volano di autodeterminazione e autonomia economica non solo delle donne, ma per l’emancipazione di tutta la società.

    Come dice sempre l’assessore Colla, che in questi temi è sempre molto ispirante, l’Emilia-Romagna deve stare nel mondo. Questi programmi hanno l’obiettivo di consolidare pratiche, investimenti, programmazioni, sia dei fondi strutturali che del PNRR. Tessere, quindi, una solida trama, cioè quel filo che costituisce la parte trasversale, sostanzialmente, del tessuto, che tenga insieme passato, presente e futuro, nell’orizzonte minimo europeo. Dico “minimo” perché, appunto, la dimensione con cui ci confrontiamo è il mondo.

    Rispetto alla velocità dei cambiamenti in atto, abbiamo bisogno di investimenti e azioni che coinvolgano tutto il sistema, con obiettivi prioritari, che possano individuarsi in alcune priorità: lo sviluppo e la promozione dell’imprenditorialità, il sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo e la dinamicità del mercato del lavoro, per accompagnare il cambiamento strutturale in corso del mercato del lavoro e non lasciare che i percorsi di trasformazione e sviluppo e la discontinuità diventino trappole di precarietà.

    Il rafforzamento della ricerca e delle innovazioni, che va tutta proiettata alla sostenibilità dello sviluppo, all’attrattività dei luoghi e di contesti che facciano la differenza, come la nostra Romagna ha fatto, fa e farà la differenza nel turismo.

    12 sono le linee di lavoro, dicevo, per oltre 3 miliardi di euro. Siamo a 3,5 miliardi di risorse investite con l’approccio consolidato tra tutte le linee di finanziamento, che incrociano le priorità del Green Deal europeo, dell’Agenda 2030 dell’ONU, intorno ai pilastri della transizione ecologica e digitale, ricerca e innovazione per le imprese e le filiere, infrastrutture e reti per ricerca e innovazione, sviluppo e sostenibilità, attrattività e promozione dei territori, investimenti e produzione sostenibile per le imprese e le filiere, digitalizzazione delle imprese e delle filiere, internazionalizzazione e attrattività delle imprese, creazione e accelerazione di imprese, imprese culturali e creative, imprese e innovazioni sociali, interventi per la professione e per il lavoro autonomo, finanza per lo sviluppo sostenibile, crescita delle imprese. Infine, la governance con promozione e assistenza tecnica.

    Per quanto riguarda il PRIT, che si inserisce nell’ambito di queste priorità, è chiaro che definisce sostanzialmente tre azioni, in particolare. Il PRIT è un di cui del PRAP, che, però, fissa e identifica alcune azioni che in particolare finalizzino lo sviluppo del sistema produttivo regionale verso la ricerca industriale strategica, con forte attenzione alle imprese e alla loro collaborazione con i laboratori di ricerca presenti in regione, il tema dell’integrazione, il tema del coinvolgimento, il tema della collaborazione, un po’ anche un’ossessione di efficientamento del sistema e della ricchezza del nostro territorio, il trasferimento di competenze e conoscenze tecnologiche, sempre su questo binario aperto a un processo di innovazione diffuso (Open Innovation, come si dice in inglese), lo sviluppo sul territorio regionale di una rete di laboratori di ricerca e trasferimento tecnologico ai Centri per l’innovazione, che lavorino in modo sempre più coordinato, rafforzando la rete di alta tecnologia, che comprende i laboratori di ricerca pubblici e privati, i Centri per l’innovazione, il trasferimento tecnologico.

    Anche qui facciamo riferimento, ovviamente, ai Fondi strutturali europei. Anche qui facciamo riferimento a performance della Regione Emilia-Romagna del tutto positive. Secondo l’indice europeo sull’innovazione 2021, noi ci attestiamo nel gruppo degli strong innovators, ovvero degli innovatori forti.

    Tanti, quindi, gli attori che compongono il ricco ecosistema regionale della ricerca e dell’innovazione, dalla rete dei Tecnopoli, la rete dei laboratori aperti, la rete dei laboratori Clust-ER Mech, sulla filiera della motoristica, i Food-ER del food, Bologna Business School per il management, il consorzio CINECA. Tanti, tanti, tanti attori e soggetti.

    Oltre 3,5 miliardi di euro è il valore complessivo stimato di questi programmi, con risorse provenienti ‒ ripeto ‒ dal FESR, FSE+, PNRR, programmi a diretta gestione europea, come Horizon Europe, che devono trovare concreto ancoraggio ai bisogni che oggi ascolteremo, perché voi ci darete questo aspetto di integrazione e concretezza, di cui noi vi ringraziamo. Speriamo sia solo l’inizio per implementare il protagonismo indiscusso della straordinaria rete produttiva della nostra Regione.

    Grazie, presidente.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, consigliera Mori, relatrice di questi due programmi.

    Una comunicazione ai fini del verbale. Ci hanno, nel frattempo, raggiunti qui in aula il vicepresidente Delmonte, il consigliere Bargi, la consigliera Castaldini, il consigliere Fabbri, che aveva comunque risposto all’appello da remoto, e la consigliera Catellani, mentre si è collegato il consigliere Andrea Liverani.

    A questo punto, passerei la parola al relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan.

     

    Relatore di minoranza consigliere RANCAN. Io oggi ascolto. Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Bene. Grazie, consigliere Rancan. Questo, naturalmente, facilita i nostri lavori. Del resto ‒ lo dico solitamente in apertura, colgo l’occasione per farlo adesso ‒ l’udienza conoscitiva è il momento che dedichiamo all’ascolto delle associazioni di categoria, dei sindacati, dei rappresentanti delle università. Ne ho citato qualcuno e ne ho dimenticati tanti altri. Insomma, tutti coloro che sono iscritti al nostro albo delle associazioni della Commissione Politiche economiche. Lo facciamo con piacere perché sono sempre importanti, come diceva anche la relatrice, gli spunti che arrivano dal confronto con voi, che ci possono permettere di implementare ulteriormente la proposta che ci ha consegnato la Giunta.

    Saluto l’assessore Vincenzo Colla, che nel frattempo ci ha raggiunti.

    Darei a questo punto la parola al primo degli interventi, al dottor Pietro Mambriani, di Confindustria Emilia-Romagna. Con lui è presente anche l’avvocato Rusconi, che saluto. Si prepari per l’intervento successivo il dottor Marcello Balzani. Prego.

     

    Dott. MAMBRIANI, Confindustria Emilia-Romagna. Grazie mille. Innanzitutto, ringrazio la Commissione per l’organizzazione dell’audizione.

    Prima sono stati citati i due programmi che sono alla base dell’audizione di oggi e che prevedono un forte programma di investimenti che si inseriscono – vi do due dati dal nostro ultimo studio che abbiamo fatto sugli investimenti – in un sistema industriale che noi abbiamo analizzato essere molto vivace e che rispetto all’anno scorso registra un 20 per cento in più di imprese che hanno investito. Quindi, la programmazione regionale 2021-2027 si va a inserire in un tessuto molto fertile.

    Nei primi sei mesi la Regione ha dato piena attuazione alla programmazione 2021-2027, in particolare mi riferisco al programma FESR. Vi porto il feedback delle imprese e dei nostri associati, che è molto positivo, perché sono state fatte molte azioni, penso alla digitalizzazione, all’internazionalizzazione e all’efficientemente energetico. Proprio l’altro giorno avete citato il Comitato di sorveglianza, dove ci è stato consegnato il dato di più del 50 per cento delle risorse FESR allocate, che sicuramente è uno sforzo estremamente significativo, anche e soprattutto in riferimento allo stato di attuazione del FESR delle altre Regioni, che sono inevitabilmente un pochino più indietro. Penso, ad esempio, alle misure sulla digitalizzazione, che hanno raddoppiato le risorse e che per una serie di motivi sono state molto importanti, così come i bandi sull’internazionalizzazione e sul turismo che si stanno chiudendo, su cui abbiamo un feedback molto positivo.

    Su alcuni bandi legati alle imprese non sono state, invece, utilizzate e allocate tutte le risorse, mi riferisco a quello sulla ricerca e l’innovazione e a quello sull’efficientamento energetico. Su questo la nostra considerazione è di mantenere le risorse non allocate per le imprese e non muoverle su altre misure a favore, ad esempio, di soggetti pubblici. A questo proposito, sul bando ricerca e innovazione c’è stata una riedizione, che auspichiamo ci sia anche sul bando che riguarda l’efficientamento energetico, ovviamente con alcuni accorgimenti, che sicuramente potremmo discutere con la Regione.

    Sull’obiettivo 2, quindi efficientemente energetico e transizione verde, altre misure, in questo caso lato strumenti finanziari, stanno per essere implementate, e cioè la parte di Fondo Energia, Fondo Multiscopo e Basket Bond. Su questo, parte strumenti finanziari e parte bandi sull’efficientamento energetico e sulla transizione verde, secondo noi occorre un forte coordinamento per evitare sovrapposizioni e inefficienze.

    Un’osservazione sul lato più burocratico sempre legato alla transizione verde e che prende in considerazione il DNSH. Sapete che il DNSH è un principio che deriva dalla tassonomia, che abbiamo implementato attraverso il PNRR, ed è un tema su cui le imprese sono molto sensibili, perché si tratta di un elemento evidentemente in più, che la Regione ha approcciato in modo, secondo me, molto positivo, applicando una valutazione ex ante nei bandi, tant’è che si discuteva proprio in Comitato di confrontarsi sulla rendicontazione di questo principio, cosa che sicuramente non sarà semplice giusto per il fatto che è un qualcosa di nuovo e in più per le imprese.

    Con riferimento al lato programma regionale per la ricerca, anche in questo caso i contenuti sono tutti condivisibili e sono in linea anche con quello che, secondo noi, la Regione deve portare avanti in termini di ricerca e innovazione. Un’osservazione – guardo i colleghi di ART-ER, che credo ormai non ne potranno più di sentirla – riguarda la rete alta tecnologia, che sicuramente è un fiore all’occhiello ed è un investimento lungimirante, preformata da tantissimi soggetti, che è sicuramente una cosa positiva. Noi li abbiamo contati: sono forse quasi più di 200. Quindi, ogni tanto ci sono delle sovrapposizioni di attività e di obiettivi. Secondo noi, si può ragionare in termini di lavorare per rendere sempre più dinamico l’ecosistema, efficientando dove ci sono sovrapposizioni, definendo obiettivi chiari a valore aggiunto e cercando di verticalizzare dove si può.

    Queste sono le considerazioni generali sui due programmi, che sono tendenzialmente molto positive.

    Vorrei adesso portare all’attenzione della Commissione e dell’assessore due cose. La prima riguarda l’accesso al credito. Abbiamo detto prima che ci saranno gli strumenti finanziari del Fondo Multiscopo e ci sarà il Basket Bond, però pensiamo che per aumentare l’accesso al credito per le imprese, anche in questo periodo di rialzo dei tassi, potrebbe essere importante allargare l’incentivo per l’utilizzo della provvista BEI non solo alle imprese del turismo, su cui sono state messe alcune risorse, per renderlo un incentivo orizzontale, perché comunque la provvista BEI ha limiti molto meno stringenti in termini di investimenti che sostiene. Quindi, questo potrebbe essere sicuramente un punto importante.

    Un altro elemento di carattere generale che riguarda, anche in questo caso, la transizione verde è un settore importante della nostra economia regionale, che è quello dell’automotive. L’assessore Colla, la settimana scorsa, quando è intervenuto in questa Commissione per presentare il programma, ha parlato di innovazioni trasversali e di tecnologie abilitanti che ci sono nella nostra regione e che si sono sviluppate in modo orizzontale, e ha parlato anche della necessità di verticalizzare queste innovazioni e queste tecnologie, citando proprio l’automotive. Quello che posso riportare è che dalla nostra base sono alcune settimane e alcuni mesi che riceviamo sollecitazioni per mettere all’ordine del giorno il tema della transizione del settore automotive regionale. Quindi, la suggestione che lascia è proprio questa, cioè di cercare insieme di affrontare in modo organico questa transizione di un settore chiave, partendo magari da un’analisi approfondita del settore per capire su quali pezzi del settore la transizione, le nuove regole, le nuove direttive potranno andare a impattare. Nel nostro piccolo abbiamo iniziato a lavorarci con i colleghi di Confindustria Roma e di Anfia, che è l’associazione di settore, però secondo noi sarebbe molto importante parlarne a livello regionale imprese e Istituzioni.

    Grazie

     

    Presidente RONTINI. Grazie al dottor Mambriani.

    Chiamo adesso Marcello Balzani, che interviene per Clust-ER Build. Si prepari per l’intervento successivo Sauro Vicini.

    Io ho quattro richieste di intervento, se però qualcuno dei presenti in sala matura la volontà di dirci qualcosa, anche non essendosi iscritto, lo ascoltiamo volentieri.

    Prego, dottor Balzani.

     

    Dott. BALZANI, Clust-ER Build. Buonasera. Grazie della possibilità del confronto.

    I cluster sono una delle strutture dell’ecosistema della ricerca. Io sono stato coordinatore delle piattaforme e costruzioni prima della creazione dei cluster, quindi ho visto lo sviluppo di questi sistemi integrati. Li ho vissuti dall’interno della creazione della rete tecnologica, ormai oltre dieci anni fa, forse quasi venti, credo, dalla creazione proprio del modello, che sicuramente a livello italiano ha un’eccellenza, ma non solo sulla carta, è un’eccellenza sperimentata.

    Quando ci fu proposta la creazione del cluster, vi devo dire che noi non eravamo così fiduciosi all’interno del sistema, perché credevamo di avere di fronte un’altra struttura da presidiare. Era già faticoso tutto il sistema dei laboratori, della rete e delle piattaforme. Invece, vi devo dire – io sono stato presidente dal lato Fondazione, sto concludendo oggi il mio secondo mandato, lascerò il testimone fra un anno esatto – che è stata una grandissima opportunità. Con i cluster siamo riusciti a fondere ricerca, impresa e formazione, per cui anche tutta la parte degli aspetti formativi, definendo quelli che noi chiamiamo “luogo calmo”, e cioè un comburente. Attenzione, non un combustibile. Voi sapete, infatti, che nella ricerca serve il comburente, serve l’ossigeno, poi il combustibile lo portano le imprese. Ma se non c’è un comburente che potenzia questa capacità di fuoco che le imprese possono fare, e non c’è meglio… Questi sistemi, queste regole, diceva prima la relatrice l’ossessione della messa a sistema che ha la Regione e che hanno anche i programmi, io non la vedo in chiave ossessionante. Ossessionante è una parola difensiva sull’ottica della spinta di ribadire, di riconfermare. Io credo che questo ormai stia diventando un atto naturale, perché vivere all’interno dei cluster permette di definire degli obiettivi strategici che ritroviamo poi negli atti. E qui torno al ragionamento dei programmi. Quindi, gli atti che la Regione consolida vanno nell’ottica di quanto anche all’interno dei cluster si discute negli obiettivi strategici e vengono condivisi anche nella piattaforma degli S3 per quello che riguarda il PRIT e per gli altri programmi.

    È faticoso, dunque, non è facile, però l’allenamento che avete creato in questi anni, che abbiamo creato in questi anni insieme ci rende disponibili alla condivisione, alla precondizione e alla selezione strategica, e dà dei risultati. Perché? Perché in questi ambienti calmi, dove non c’è magari la spinta sindacale degli obiettivi che ogni categoria giustamente ha, possiamo condividere alcune strategie che nei tempi medio-piccoli di cui discutiamo, ravvicinati, devono arrivare a boccino. Sennò, i fattori di dispersione, come diceva prima il collega di Confindustria, potrebbero diventare ampli. Allora, usiamole, queste strutture. Anche Confindustria è dentro il cluster. A un certo punto se vogliamo portare a boccino alcune cose, lì le portiamo prima. Ci troviamo d’accordo e arriviamo all’obiettivo.

    È un lavoro, giustamente, associativo, volontario, di grande esperienza, che viene creato con molte persone. Pensate, noi abbiamo già oltre un centinaio di soci. Siamo partiti che eravamo venti. Quindi, immaginate che, se non funzionavano, gli imprenditori non si connettevano. Del resto, la cartina di tornasole sono gli imprenditori, perché le università hanno più facilità di ingresso.

    Per quello che riguarda il mio settore, vi devo dire che noi siamo in una sfida assoluta. Il settore delle costruzioni è in una condizione dove il cambiamento avverrà. Sappiamo già che avverrà. Quindi, è una tempesta perfetta. Se ne discuteva proprio qui, credo due anni fa, della prospettiva delle entità commerciali delle filiere e si parlava di questo come focus tematico. È un settore storico della Regione, che ha una storia probabilmente accreditata, perché la Regione Emilia-Romagna è accreditata come costruzioni. È l’unica Regione che ha un cluster costruzioni, tanto per dircelo. Tutte le Regioni d’Italia hanno altri cluster che toccano il tema delle costruzioni, ma non esiste un cluster costruzioni. Questo anche proprio come fattore vocazionale. Però, noi siamo davanti a un cambiamento epocale, perché l’industrializzazione del settore, nella fase di quello che io chiamo “fabbrica temporanea”… Voi avete le fabbriche, mentre nelle costruzioni noi abbiamo le fabbriche che fanno i componenti, ma abbiamo anche quella che chiamiamo “fabbrica temporanea”, che è il cantiere. Non esistono settori industriali che hanno fabbriche temporanee. Ecco, la fabbrica temporanea deve cambiare. È oggettivo che cambierà. D’altronde, questo luogo in cui noi assembliamo l’innovazione tecnologica per produrre l’oggetto immobiliare, che sia una strada, che sia una casa, che sia un servizio, è in fortissimo cambiamento. Quindi, tutta la spinta dell’innovazione ICT che sta penetrando nei componenti trasformerà il mercato della produzione dei componenti, ma anche il mercato di componenti e servizi, e modificherà i profili degli operatori. Quindi, abbiamo davanti una trasformazione nel campo delle abilitazioni tecnologiche di tutti gli operatori della filiera, abbiamo un mercato che si sta, per la prima volta, industrializzando, perché la sensoristica, i sistemi, le integrazioni digitali di componenti li abbiamo già in brevetto dentro i laboratori. Quindi, i 2-3 anni che avremo davanti sono applicativi in chiave strategica. E l’impatto – questo lo continuo a dire in tutte le riunioni a cui partecipo – va calcolato. Quindi, calcolate che nei prossimi anni questo sarà un settore in forte cambiamento. Voi direte: tutti i pre-cluster verranno e ci diranno la stessa cosa. Probabilmente sì. Ma a differenza degli altri cluster – questo lo dico per darvi un indicatore – oggi un imprenditore edile è meno assorbente alla ricerca di un imprenditore agricolo. Voi vi trovate un imprenditore agricolo che fa ricerca sperimentale nei vitigni o nei sistemi alimentari. Difficilmente trovate un imprenditore edile che fa la stessa cosa nella filiera delle costruzioni.

    Poi gli obiettivi – perché non lo fa? – sappiamo quali sono, e guardo i colleghi di Confindustria, i bandi, i sistemi, la valutazione dell’innovazione e dell’incentivo. Insomma, sono un sistema complesso. Ma non possiamo più farne a meno, perché quell’indicatore ormai ha una spinta del sistema di produzione… Pensate solo all’innovazione che fa nel nostro settore regionale il mondo ceramico, che è parte del settore delle costruzioni, come eccellenza di esportazioni e di innovazione di filiera. Come fa a non ritrovarsi dentro il sistema del processo di trasformazione e di costruzione del modello? Quindi, calcolate che i prossimi anni questo aspetto, digitalizzazione integrata che convertirà molte delle filiere del processo… Attenzione, la costruzione ha moltissime filiere. È una filiera lunga. Non è come fare un’automobile. Un’innovazione nel settore dell’automotive in sei mesi è nel veicolo e lo comprate. Nelle costruzioni possono volerci anche 10-15 anni per vedere un trasferimento tecnologico di innovazione reale e concreta applicata. Quindi, abbiamo lavorato molto.

    Anche il cantiere di ricostruzione post sisma è stato straordinario per questa Regione, perché ci ha permesso di investire un’intera azione sui processi di sicurezza. Adesso abbiamo davanti… Io sono romagnolo e sono di Forlì, quindi potete immaginare cosa ho vissuto in questi mesi, e so cos’è stato il cambiamento della mia città e del mio quartiere che è stato alluvionato, quindi so che cosa vuol dire anche il cambiamento nell’impatto climatico vissuto direttamente, ed è molto diverso da quello del sisma, vi posso assicurare, è un altro modo di vedere la realtà. Anche questo è un confronto che la Regione, se è capace di prenderlo in mano in chiave di proposta di trasformazione, perché noi di fronte alle difficoltà cambiamo, diventiamo più forti, e intervenire anche su questa visione della trasformazione, in cui le costruzioni hanno una responsabilità, ma anche una grandissima opportunità – diciamocelo –, sicuramente metterà a sistema altre abilitazioni tecnologiche, altri potenziali.

    Allora, positivo su tutto, però forse le attività di sistema, questo discorso di cui si diceva prima, anche con l’assessore ne abbiamo parlato tanto nei nostri tavoli, che sono state in questi anni, ovviamente, proposte, ma che dovrebbero trovare per le costruzioni una specificità tematica un po’ indirizzata… Perché, obtorto collo, noi siamo proprio diversi. Ve lo devo dire: non è che siamo una filiera normale, siamo una filiera lunga, abbiamo la fabbrica, che diventa cantiere, abbiamo molti operatori, abbiamo un’interfaccia tecnico-legislativa complessa, le Amministrazioni, i ruoli, i vincoli, i sistemi urbanistici. Insomma, non è una filiera libera del mercato, è una filiera complessa e molto articolata.

    Però, siamo davanti a un cambiamento epocale. All’Università lo capiscono, i professionisti lo capiscono, le imprese lo stanno comprendendo in maniera diretta. Forse, trovare all’interno dei vostri programmi un’attenzione particolare che metta questo focus in una luce che possa accendere quello che è il potenziale che abbiamo sviluppato tutti insieme, anche con voi, con le vostre proposte di finanziamento e di consolidamento, ci potrebbe aiutare molto.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie a lei.

    Dalle costruzioni, passiamo al settore della salute e del benessere. Chiamo il dottor Sauro Vicini, manager dell’omonimo cluster salute e benessere a intervenire.

    Poi, per l’ultimo intervento, Francesco Zanoni.

     

    Dott. VICINI, Clust-ER industrie della salute e del benessere. Buongiorno.

    Vi ringrazio per l’invito, tenevamo molto ad essere qua, proprio per esprimere apprezzamento. Volevo partire con due dati veloci relativi a un sondaggio che abbiamo fatto per la soddisfazione dei nostri associati, che abbiamo fatto durante l’assemblea di inizio giugno, durante l’evento “R2B”. Abbiamo chiesto ai nostri associati se fossero o meno soddisfatti dei cluster. Volevo riportare lo 0 per cento: nessuno ha manifestato insoddisfazione; il 10 per cento ha mantenuto un atteggiamento neutrale; il 90 per cento dei nostri associati hanno espresso piena o estrema soddisfazione del lavoro dei cluster.

    Quindi, ritengo che l’operazione dei cluster, che ha portato alla loro costituzione, sia un’operazione ampiamente recita, anche perché nella loro dichiarazione, come loro risposta finale al sondaggio c’era il fatto che si sentono parte di uno sforzo collaborativo e rappresentati dal cluster nei confronti del decisore politico. Quindi, la nostra soddisfazione è ancora maggiore quando troviamo nei documenti ufficiali di Regione quello che abbiamo provato a mettere nelle nostre linee guida e nelle nostre linee programmatiche.

    Quello che volevo evidenziare, quello che chiedono maggiormente, quello che ci piacerebbe trovare è il fatto di trasformare questo sforzo collaborativo in programmi che riescono davvero a unire la parte delle imprese con la parte della ricerca. Quindi, anche nell’attuazione, nei bandi, ci piacerebbe vedere che imprese, ricerca e Università collaborino per un obiettivo comune, non per essere uno fornitore dell’altro, ma per andare verso lo stesso obiettivo.

    Quindi, questo è uno dei punti che ci viene evidenziato. Il secondo riguarda le azioni di internazionalizzazione. Anche per queste esprimiamo un forte apprezzamento. Abbiamo partecipato alla missione a Houston, con l’assessore e il presidente, un anno fa abbiamo partecipato a una missione a Philadelphia, sempre con la Presidenza. Ci piacerebbe vedere che le azioni di internazionalizzazione, perché io non ho parlato del settore della scienza della vita, ma è un settore internazionale per definizione, è impossibile pensare a un prodotto del farmaceutico, del biomedicale, che sia applicato solo in regione, solo nella nostra nazione, ma è per forza, per definizione, un mercato internazionale.

    Quindi, ci piacerebbe vedere che questo sforzo, che anche noi facciamo nel portare le aziende, queste missioni internazionali, siano poi confortate da dei programmi in grado di supportare questa loro azione verso i mercati esteri.

    Chiudo qui e vi ringrazio ancora.

     

    Presidente RONTINI. Grazie.

    La parola adesso al dottor Francesco Zanoni, funzionario di Confcooperative Emilia-Romagna.

    Ne approfitto per salutare e ringraziare per aver accolto l’invito, sono qua in presenza con noi, pur avendo scelto di non intervenire, il dottor Guarinoni di CGIL Emilia-Romagna, la dottoressa Loretta Losi, funzionaria di Legacoop Emilia-Romagna, il dottor Moretti e il direttore Roberto Righetti di Art-ER, Luca Fontanesi, dell’Università degli studi di Bologna e il dottor Guido Caselli, di Unioncamere Emilia-Romagna.

    Comunico, dal momento che ce lo hanno scritto via mail, che seguono i nostri lavori collegati in streaming anche il dottor Bernardi di ABI Emilia-Romagna, Alessandro Bonazzi del CUP-ER, Giovanni Desco, dell’Ufficio scolastico regionale, la direzione generale di Confimi Romagna, i membri di alcuni altri cluster dell’Emilia-Romagna, il dottor Bezzecchi di Unindustria Reggio Emilia.

    Le chiedo scusa per averla fatta attendere. A lei la parola.

     

    Dott. ZANONI, funzionario Confcooperative Emilia-Romagna. Grazie, presidente. Buonasera a tutti.

    Alcune brevi considerazioni da parte di Confcooperative Emilia-Romagna. Innanzitutto, grazie per l’udienza conoscitiva che come sempre è occasione di incontro, di riflessione, di scambio di vedute anche rispetto a uno strumento come quello del Piano triennale delle attività produttive, che è uno strumento utilissimo per associazioni, imprese, mondo economico, della ricerca, perché ci fornisce il quadro completo della strategia della Regione rispetto alle attività produttive.

    Non ha più, credo, o forse non l’ha mai avuta, l’ambizione, come succedeva una volta, di stabilire piani quinquennali, anche perché le risorse non sono più quelle di una volta, ma è comunque uno strumento importante che forse in Emilia-Romagna, come non in altre regioni, ci rende veramente la fotografia, il quadro e anche la possibilità di fare ordine. Di fare ordine rispetto a fonti di finanziamento, strategie, interventi regionali, europei. Quindi, come premessa, sicuramente grazie a chi lo ha predisposto, perché come sempre offre uno strumento utile e ben organizzato.

    Questa non è una captatio benevolentiae, come si dice, però è veramente il pensiero che come sempre noi facciamo al nostro interno, che ci è utile anche per i non addetti ai lavori, perché chi partecipa ai percorsi, anche di concertazione, di dialogo, riesce a riordinarsi, chi invece non è così addentro ai percorsi, fa poi fatica ad andare a ritrovare le misure.

    Qui invece le ritroviamo. Questa premessa serve per dire due cose: innanzitutto, ricordiamoci ancora che gran parte delle risorse provengono, per una parte importante, dal FESR e dal FSE Plus. Per questo dobbiamo ancora sottolineare come questa programmazione ha portato più risorse in Emilia-Romagna. Parliamo di un miliardo abbondante sul FESR, più di un miliardo anche sul FSE, quindi, grazie alla Regione, ancora una volta, per avere portato risorse all’interno del nostro sistema produttivo, e per avere anche aggiunto quel cofinanziamento che è sempre necessario.

    Anche sulla base di queste risorse, quindi, vediamo che il programma triennale attività produttive ha una certa cifra piuttosto importante. Rispetto alla cifra di oltre 3,5 miliardi ci viene da fare due considerazioni: la prima riguarda il sistema dei servizi rispetto alle attività produttive strettamente intese, un tema che anche con l’assessore più volte dibattiamo. Nei prossimi anni, il programma triennale attività produttive sta cercando di attenzionare, di sollecitare, di stimolare affinché anche la parte che riguarda l’economia dei servizi rimanga integrata in maniera precisa, in maniera adeguata, in maniera assolutamente coerente con quello che è tutto il manifatturiero.

    Questo tema l’assessore ogni tanto lo cita. Credo che anche per noi sia molto importante, come Confcooperative. Crediamo ad esempio che il sistema dei cluster stia facendo dei passi in avanti, che stia evolvendo con nuovi cluster che sono sorti, all’interno dei quali anche Confcooperative si sta impegnando a portare impresa, a portare il proprio pensiero, il proprio contributo. Credo che questo vada nella giusta direzione.

    La seconda sottolineatura, semplice, riguarda la […] delle imprese e dell’innovazione sociale. Come Confcooperative siamo molto attenti a quest’area per quella che è l’attività della base associativa, che si caratterizza in modo particolare.

    Volevo qui sottolineare il fatto che è un tema importante quello dell’innovazione sociale e dei percorsi di innovazione sociale all’interno del sistema imprenditoriale; a un anno dall’inizio del nuovo settennato […] per avviare questi percorsi.

    Crediamo che però, rispetto al programma triennale 2,7 milioni di euro non siano una cifra probabilmente adeguata, o forse è quello che fino ad oggi si riusciva e si poteva fare, perché comunque la coperta è corta.

    Per avviare però veramente dei percorsi di innovazione sociale, che siano trasversali, a tutto tondo, e che vadano a permeare tutto il sistema imprenditoriale, crediamo che uno sforzo maggiore si possa fare, ma chiaramente sarà motivo di discussione anche durante l’aggiustamento del FESR, tant’è vero che nei prossimi mesi usciranno già i primi bandi per quanto riguarda l’innovazione sociale nelle imprese.

    Se mi permettete, un’altra sottolineatura di carattere più strettamente sindacale: vediamo che c’è una promozione delle società benefit, che è chiaramente assolutamente onorevole. Per quanto ci riguarda, è chiaro che come cooperazione vorremmo e chiederemo anche in futuro, magari, una maggiore attenzione anche sul sostegno e la promozione a forme cooperative come quella della cooperazione sociale, che hanno bisogno di una manutenzione e di un rilancio, anche in un’ottica nuova e non settoriale. Quindi, cercare di programmare, di prevedere e di progettare qualche percorso nuovo, anche per settori sociali, dell’impresa sociale più tradizionali è uno stimolo che lancio a tutti noi. Magari, nel corso della prossima programmazione, anzi, della programmazione in atto, riusciremo sicuramente a condividere magari anche come riflessione.

    Devo dire grazie comunque al lavoro fatto dagli uffici e dall’assessore, perché credo che la direzione intrapresa sia quella giusta. I temi che abbiamo evidenziato anche l’assessore li conosce, però oggi li abbiamo oggi un po’ più evidenziati, per socializzarli anche con la platea della Commissione, e l’assemblea dei colleghi.

    Grazie, presidente.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, dottor Zanoni.

    Chiedo a questo punto se qualcuno dei presenti avesse voglia di intervenire rispetto a quanto comunicato in precedenza. Mi pare di no.

    Vi ringrazio nuovamente, quindi, anche a nome dei relatori per averci offerto il vostro punto di vista, accogliendo il nostro invito.

    Prima di passare la parola all’assessore Colla, col fatto che anche qualcuno dei colleghi consiglieri ci ha raggiunti a seduta è iniziata – tra l’altro, sono qui in Commissione anche il consigliere Pompignoli, la consigliera Zappaterra e la consigliera Piccinini, che sono presenti ai fini del verbale, e il consigliere Tagliaferri, che si è collegato dopo, da remoto – riepilogo le tappe dei passaggi che faremo prima di approdare in aula.

    La settimana prossima, lunedì 10, discussione generale; il 12, passaggio in consultiva in III Commissione; giovedì 13, data di scadenza per il deposito di eventuali emendamenti. Oggi ve li trovate in mail: la Giunta ci ha consegnato i documenti che si era impegnata ad integrare al termine della procedura di valutazione ambientale strategica che è stata condotta nelle settimane scorse ai sensi dell’articolo 14 del decreto legislativo 152 del 2006.

    Il 18 riprenderemo in mano tutto il pacchetto qui in Commissione: voteremo i programmi, tutti gli emendamenti e tutte le aggiunte, per poi andare in aula tra il 25, il 26 e il 27.

    Mi aggiungo anch’io ai ringraziamenti che faceva Zanoni agli uffici. Sono qui la dottoressa Maini, il dottor Marzano e la direttrice Morena Diazzi, che saluto e ringrazio. Così come ho dimenticato prima di citare, tra coloro che ci stanno seguendo, il dottor Zoli di Confartigianato Emilia-Romagna.

    A questo punto, passerei la parola all’assessore Vincenzo Colla, che ha raccolto qualche primo spunto dalla seduta di oggi. Non è una conclusione, perché è un percorso in itinere, però ci potrà dare qualche feedback anche avendovi ascoltati. Grazie.

     

    Assessore Vincenzo COLLA, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali. Grazie, presidente.

    La discussione è totalmente aperta, come sempre, nel nostro metodo. Ringrazio la relatrice, e provo a consegnarvi alcune piste di lavoro, di motivazioni del perché ci siamo posizionati con questa traiettoria.

    Ovviamente, i testi, quando li consegniamo, sono soggetti al vostro arricchimento, alle vostre valutazioni; quindi, chiedo già anche alle associazioni se hanno contributi, di consegnarceli.

    Penso che ci sia intanto un tema da rendere visibile. Questo Programma triennale delle attività produttive e ricerche industriali chiude il cerchio di una programmazione. Siamo a conclusione di un’operazione che è partita, e che tutti voi, tutti noi abbiamo discusso, e questa chiude veramente il cerchio, ovviamente tra Patto per il lavoro, Documento di strategia regionale, l’S3 e tutto il tema delle filiere strategiche, le quindici filiere strategiche, fino ad arrivare, ovviamente, al Piano energetico, a tutte le strutture più verticali. Ma questa operazione chiude il cerchio di una fisionomia anche di posizionamento istituzionale, politico-istituzionale.

    È un fattore molto importante, perché noi pensiamo che da una parte questo piano deve consolidare quello che di positivo, anche nel passato abbiamo fatto, non dimentichiamo mai che le procedure più importanti hanno bisogno anche di pazienza procedurale, non sono scatti, sono investimenti continui che si consolidano, quindi il tema consolidamento è un tema che c’è, ma nello stesso tempo è anche una lettura del cambiamento che è in atto e il come stiamo dentro questo cambiamento.

    L’altra fisionomia di questo programma è quasi una nuova lettura dell’Emilia-Romagna, dentro questo cambiamento, senza perdere mai di vista il fatto che l’Emilia-Romagna non è mai stata solo PIL. L’Emilia-Romagna è sempre stata valore aggiunto, quindi capacità del sistema tutto di fare valore aggiunto; e poi, dall’altra parte, un’idea di economia sociale. Questi due soggetti si parlano, si guardano, si integrano. Noi siamo sempre per il sistema integrato, quindi valore aggiunto, ovviamente, importante, redistribuzione per fare operazioni sociali di tenuta. Non c’è un’impresa che sta nel deserto, e se non c’è valore aggiunto non fai il welfare indispensabile per dare le risposte alla fragilità.

    Quindi, quando parliamo di un piano di questa portata, è sempre un’idea di sistema integrato dei soggetti rispetto ai bisogni trasversali orizzontali. Secondo: pensiamo che sia in atto una nuova discussione. Quella maledetta guerra sta creando anche un fatto geopolitico, che diventa sempre geo-economico, che diventa poi sempre anche impatto sociale. Come non vedere che è in atto uno spostamento, un reshoring fortissimo… Adesso smetto di utilizzare parole inglesi…

    In realtà, la catena del valore si sta accorciando e spostando, sta venendo via dai Paesi dell’est, si sta accorciando, ma non è solo il tema dell’impatto, della paura di andare a produrre in quei luoghi. C’è un cambiamento tecnologico: non sono più le produzioni massive che stavano di là. Siccome siamo dentro a un grande cambiamento di produzioni, di nicchia, di grande qualità, anzi, io penso che il periodo delle produzioni massive sia un po’ finito, per fortuna, perché dobbiamo cambiare anche modello, se rientrano quelle catene del valore, si stanno riposizionando nel sistema impresa come non mai, si stanno riposizionando anche molto vicino all’attuale impresa. In più, ci sono non nuovi mercati, ma mercati tali che stiamo guardando tutto il tema dell’export. Il mercato sull’export è molto più europeo, molto più americano, quindi c’è anche uno spostamento in atto delle collocazioni delle nostre imprese.

    È evidente che rispetto al tema della fiducia, il dove mi posso muovere con più fiducia, c’è anche un posizionamento delle imprese.

    Questo è anche il tratto di come abbiamo fatto questo piano, guardando questa evoluzione. Dov’è che ci concentriamo? Sui patrimoni che abbiamo. Qual è il patrimonio del sistema produttivo della nostra Regione? Imprese di nicchia di grande qualità, che sono in grado di fare valore aggiunto, che stanno nel mondo (l’Emilia-Romagna sta nel mondo). Quelle lavorazioni di nicchia permettono ovviamente anche di avere margini che ti permettono di fare una discussione contrattuale, anche rispetto al tema qualità delle retribuzioni, perché quando c’è valore aggiunto è più semplice fare anche contrattazione.

    Questa è la fisionomia del sistema di questa regione, in termini macro – poi vi dirò anche rispetto alle fragilità – e stiamo mettendo in questo piano occhiali nuovi. Questo è un cantiere aperto, lo dicevo anche al presidente: guarda che forse dobbiamo mettere occhiali nuovi su cosa sta diventando questa regione dal punto di vista del suo sistema. Noi pensiamo che stia diventando quasi un campus di innovazione trasversale abilitante, indispensabile per le nostre verticalità, quindi le verticalità, le nostre valli, il Packaging Valley, la Food Valley, l’Automotive Valley, “tutto quello che volete” Valley. Quelle le teniamo tutte, non ne perdiamo una, ma c’è una trasversalità che a queste verticalità noi dobbiamo dare. Quali sono le trasversalità per tenerle a quel livello di qualità? Se io dico digitalizzazione, è trasversale; se dico materiali, è trasversale; se dico saperi e competenze, è trasversale; se dico internazionalizzazione, è trasversale.

    Ci sono alcune aree che diventano orizzontali, fondamentali per mantenere e creare lavoro di qualità.

    Io penso allora che questo piano debba aprirci anche in una discussione: è giunto il momento anche di guardare taglie, dal punto di vista dell’investimento, che non sono più solo domestiche. Ci mancherebbe: facciamo tutti i bandi del FESR, del FSE, lo sapete, li avete visti. Io ringrazio anche la mia struttura, abbiamo fatto il comitato di sorveglianza, c’è Morena, tutta la mia struttura, una macchina che è in grado di dare grande soddisfazione al sistema. I bandi sono importantissimi, non sto togliendo niente ai nostri bandi, sono fondamentali.

    Abbiamo chiuso il bando sull’imprenditoria femminile: perfetto, molte domande di grande qualità, c’era un tema che ci avevate posto sull’imprenditoria femminile, l’abbiamo subito colto. Vi comunico che a breve apriremo il bando anche sulla Space Economy e sulle infrastrutture critiche, che è un punto dell’S3, poi vi dirò.

    Ma stiamo al punto: qual è la taglia su cui questo piano si sta posizionando? È la taglia delle risorse che ci sono in Europa, molto importanti, che per tecnologia, competenze, sistema integrato, università, impresa e ovviamente istituzioni devono essere in grado non solo di vedere ma di andare a prendere.

    Guardate: ci sono investimenti sul nuovo Horizon, giganti. Noi dobbiamo fare alleanza per stare su quella taglia. Non è sufficiente stare nel domestico, ci dobbiamo alleare con altre Università, anche estere, ci dobbiamo alleare con altre imprese, anche estere, ci dobbiamo alleare con altre Regioni, anche estere, per stare su quelle taglie, perché quella relazione ti permette anche di vedere il grande cambiamento, il dove sta andando il mondo, ma soprattutto c’è un’Europa che sta scommettendo moltissimo sul cambiamento.

    Potrei dire, se guardo sempre all’Europa, agli altri grandi filoni che sono in essere… Mi sono messo in fila, mentre sentivo i vostri importanti interventi: se uno dice “digital Europa”, guardate che “digital Europa” vuol dire l’investimento nel Tecnopolo. Non ci sarebbe stato l’investimento nel Tecnopolo senza le risorse europee. Poi lavoro enorme della Regione, gli accordi con il nostro Paese, tutte cose importante, ma la taglia di finanziamento del supercomputer ECMWF, del computer Leonardo, dell’ONU, sono sempre taglie che hanno una taglia di quella dimensione. Poi, l’Europa la possiamo anche criticare. Io sono molto europeista, ma, ci mancherebbe, ci sono dei vuoti. Ma attenzione alla collocazione che stiamo dando alla nostra Regione, perché là si gioca una partita di tale portata. Potrei dire, ad esempio, tutto il tema che l’Europa ha posizionato di Material Act, di Battery Act, di Hydrogen Act. Non è che lo dico io, sono i titoli dell’Europa. Guardate che lì ci sono risorse incredibili, che sono risorse all’innovazione e alla ricerca, sono risorse alla produzione, sono risorse al sistema di questa Regione. Noi parteciperemo a tutte quelle filiere strategiche di finanziamento.

    Nello stesso tempo sta avvenendo un fatto. Per dire come si sta alzando anche la disponibilità del sistema delle imprese e delle filiere. Ci sono dei driver, che ovviamente sono dei capi-filiera, che prendono su anche le piccole e medie imprese, la cooperazione, la prima volta. Stiamo vedendo un exploit dei contratti di sviluppo. Contratti di sviluppo è la taglia Paese. Stai a quella dimensione. Abbiamo molte imprese con loro che, in partnership, portiamo dentro i contratti di sviluppo del nostro Paese. Stiamo parlando di molte imprese che prendono anche altre piccole e medie imprese e le mettono nei sistemi innovativi.

    In questa operazione, quando io parlo di contratto di sviluppo, intrecciano i cluster, intrecciano i tecnopoli, intrecciano le università. Ecco l’osmosi sempre di un sistema integrato che sta nel meglio delle esperienze non soltanto di risorse finanziarie, ma è un’idea strategica di posizionamento di questa Regione.

    Mi sembrava corretto consegnarvi queste nostre valutazioni e in questa discussione io penso che ci sia un nuovo bilanciamento. Noi apriremo il cantiere dell’economia sociale. Lo apriremo e lo abbiamo messo qui, innovazione sociale. Io penso che il tema dell’innovazione sociale crei sempre molto lavoro. È quasi un Delors 4.0, se dovessi dire. In un’operazione dove guarderemo con grande attenzione al sistema della cooperazione, come qui è stato detto. Ma c’è una novità: l’impresa ha capito che ha bisogno di avere attorno una tenuta sociale, che vuol dire istruzione, vuol dire formazione, vuol dire servizi, vuol dire, ovviamente, Istituzioni meno burocratiche, vuol dire un sistema sociale che fa reggere un’impresa di qualità. L’innovazione sociale è parte di questo progetto. Apriremo a breve. Abbiamo fatto fare un’elaborazione ad ART-ER. Il “tavolo dell’innovazione sociale” sarà molto importante, perché è un settore di grande innovazione. Ovviamente ci sono interlocutori anche in questa regione di grande capacità, che vanno salvaguardati.

    Altro punto. Abbiamo fatto un bando sui tecnopoli. Noi abbiamo dei tecnopoli identitari nei nostri territori, vi ho detto quello di Bologna, ma c’è il Tecnopolo di Parma, che ha la sua identità, c’è il Tecnopolo di Reggio Emilia. Insomma, in ogni territorio c’è un tecnopolo identitario. Abbiamo fatto un bando molto importante, perché dentro quei tecnopoli, insieme anche ai cluster, stanno avvenendo cose non banali. C’è un’attrattività di imprese che riconoscono molto più di prima la sede integrata, la possibilità di lavorare insieme alle università, ai cluster, alle imprese, ai professionisti, ai soggetti, che insieme sanno che fanno una piattaforma indispensabile, perché la capacità di produrre valore aggiunto non è più solo una verticalità. Attenzione che questa nuova lettura la dobbiamo mettere in campo quale nuova idea anche di rafforzamento della nostra rete.

    Se poi dobbiamo fare – lo dico al dottor Mambriani – un po’ di economia di scala, questo ditecelo, là dove ci sono ridondanze. Ma teniamoci un patrimonio, che è di una portata incredibile, che ci permette di dire il più alto livello di valore aggiunto nell’export, il più alto numero di brevettazione – questo almeno diciamocelo – e il più alto livello di export. In questa regione abbiamo una disoccupazione che ormai è al 4,8 per cento. È andata sotto al 5 per cento in questo trimestre. Ciò vuol dire che c’è un’infrastruttura che sta reggendo. Potremmo dire che è fisiologica? Sì.

    Dov’è che stiamo concentrando molto questo piano, però. Se io faccio la lettura del mercato del lavoro, nel nostro mercato del lavoro gli occupati sono due milioni in questa regione. È uno stock di due milioni di occupati. L’indicatore di occupabilità è perfetto. Ma non mi importa più fare una lettura quantitativa, mi importa fare una sezionatura degli occupati, e quando parlo di occupati parlo sempre di impresa, parlo sempre di qualità del nostro sistema. 85.000 sono nel primario, l’agricoltura. Uno dice: pochi. No, importantissimi, perché senza primario non c’è secondario. Quindi, il tema della qualità del primario è fondamentale. Non c’entrano i numeri. Poi, abbiamo 700.000 nel secondario, il manifatturiero, che è di grande qualità. Il manifatturiero tutto, cooperazione, piccola impresa, artigiano, tutto quello che volete. 700.00-750.000 occupati. Dov’è che dobbiamo concentrare il piano e anche gli occhiali? Sul milione di lavoratori del terziario e del commercio, dove abbiamo molta fragilità, molta frammentazione, molta sottocapitalizzazione, e una frammentazione di impresa molto debole. C’è una parte che abbiamo bisogno di attaccare alla qualità del sistema manifatturiero, ma c’è una parte di quel terziario – attenzione – perché il numero di imprese del terziario nelle città e il numero di lavoratori del terziario nelle città dei servizi è sempre più alto degli altri due settori che vi ho detto. E il come si agisce lì farà la differenza, lì sì, anche dell’innovazione sociale che stiamo mettendo in campo. Non a caso, il cluster del turismo, il cluster della rigenerazione urbana, investimenti. Andremo lì, attenzione, perché abbiamo avuto una testa un po’ troppo – non è un giudizio – meccanico-centrica. Attenzione che dobbiamo aprire quella testa e andare a prendere quei settori che sono molto più fragili. Ecco, il programma triennale delle attività produttive e della ricerca industriale guarda sempre alla morfologia della nostra società.

    Mi fermerei qui. Raccolgo alcune valutazioni che qui sono state poste, le faccio mie. Veniva posto anche il tema della finanza. È bene che ci occupiamo anche della qualità della finanza, quella paziente, non quella rapace. Penso ai bandi che abbiamo aperto del Fondo Multirischio, alla prima volta del bando Basket Bond. Guardiamo con attenzione questa cosa della BEI. Adesso non so se si può utilizzare – guardo la mia struttura – anche in quei settori. L’abbiamo fatto per il turismo, importante. Ecco, vedete, dico BEI. È la prima volta che parliamo tra di noi di finanza di quella portata e ovviamente non è BCE, ma è BEI. Quindi, è Europa, ma è quella finanza sempre di investimento. Tutto quanto si muove in quella dimensione che vi ho detto guarda all’esigenza che ha questa regione e alla taglia di questa regione.

    Questa è la traiettoria che noi abbiamo dato, ovviamente alla ricerca industriale, in rapporto anche con l’assessore Salomoni. Stiamo mettendo in campo tutti i dottorati, tutta un’operazione di tenuta del nostro sistema di ricerca universitaria. Tra l’altro, le quattro università lavorano molto a sistema, oltre alle due che abbiamo attaccato ultimamente, sia il Politecnico che l’Università Cattolica.

    Questa è l’operazione di posizionamento che abbiamo dato al piano. Da questo momento piena disponibilità a valutare le vostre sollecitazioni, perché ovviamente è un piano che deve uscire rafforzato, ma sono convinto che la vostra responsabilità ci permetterà di fare un lavoro di grande qualità.

    Grazie.

     

    Presidente RONTINI. Grazie, assessore.

    Nuovamente grazie a tutti voi per essere stati qualche ora qui con noi, per le vostre osservazioni e per i vostri spunti, che i colleghi consiglieri sapranno cogliere di qui al percorso che ci vedrà approdare in aula per l’approvazione definitiva.

    Grazie.

    Interrompiamo giusto qualche minuto perché serve ai tecnici, dopodiché ripartiamo in ordinaria perché abbiamo un altro punto da svolgere e una comunicazione da parte della Presidenza.

     

     

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