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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 05/07/2023 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 20

    Seduta del 5 luglio 2023

     

    Il giorno 5 luglio 2023 alle ore 14.00 è convocata, con nota prot. n. PG.2023.16526 del 29/6/2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in udienza conoscitiva in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede dei Vicepresidenti e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Costi, Dalfiume, Fabbri, Marchetti F. (PD), Bondavalli (BP), Zamboni (EV), Amico (ERCEP), Piccinini (M5S), Catellani, Facci, Marchetti D., Occhi, Pelloni (Lega), Evangelisti (FDI) nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

     

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    Presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    Presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    12

    Presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    Presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    Presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    Assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    Presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    3

    Presente

    DALFIUME Mirella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    Presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    Presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    Presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    Presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    Presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    Assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    Presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    Presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    Assente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    Presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    Presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    Presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    Presente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    Presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    Assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    Presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    Presente

     


    COMMISSIONE I

    mercoledì 5 luglio 2023

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI. Buongiorno a tutti.

    Iniziamo la Commissione con l’appello.

    I due vicepresidenti sono presenti in sala

    Amico Federico, presente.

    Bondavalli Stefania, presente.

    Castaldini Valentina.

    Catellani Maura.

    Costi Palma, presente.

    Dalfiume Mirella.

    Evangelisti Marta, presente.

    Fabbri Marco.

    Facci Michele, presente.

    Gerace Pasquale, presente.

    Gibertoni Giulia.

    Marchetti Daniele, presente.

    Marchetti Francesca.

    Mastacchi Marco.

    Montalti Lia.

    Occhi Emiliano.

    Pelloni Simone, presente.

    Piccinini Silvia, presente.

    Pillati Marilena, mi sembra collegata, presente.

    Rancan Matteo.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Zamboni Silvia, che non vedo presente.

     

     

    Presidente POMPIGNOLI. Oggi siamo in udienza conoscitiva per le disposizioni collegate alla legge di assestamento e l’assestamento e prima variazione generale. Sono due oggetti, il 6989 e il 6990.

    Prima di iniziare questa udienza conoscitiva, dando ovviamente la parola ai due relatori, che sono stati nominati, il consigliere Facci, di cui è arrivata la designazione come relatore di minoranza, quindi la Commissione prende atto della nomina, quindi relatore di minoranza è il consigliere Facci, e relatore di maggioranza è il consigliere Sabattini; prima di dare spazio, dicevo, a chi si è iscritto per intervenire, che quindi metto in ordine, dottor Luca Rossi di Confindustria, Antonio Amoroso della Cisl e Daniele Montroni di Legacoop Emilia-Romagna, farei fare ai due relatori, prima di maggioranza e poi di opposizione una breve introduzione dei due oggetti, lasciando spazio poi agli interventi di chi si è prenotato, con le conclusioni dell’assessore Calvano, che è qui presente, al termine dell’udienza conoscitiva.

    Pertanto, partirei dando la parola al consigliere Sabattini, relatore di maggioranza sugli oggetti. Prego.

     

    Consigliere Luca SABATTINI. Buon pomeriggio a tutti, grazie a tutti i soggetti che hanno deciso di partecipare a questa udienza conoscitiva per oggi.

    Io farò soltanto una breve introduzione, anche perché oggi, sia maggioranza che minoranza sono qui ovviamente per ascoltare i contributi da parte degli stakeholder che hanno voluto partecipare a questa udienza conoscitiva, ben sapendo che i percorsi e anche la storia dei rapporti con tutti i soggetti anche del Patto per il lavoro e per il clima, vedono un’interlocuzione sempre costante anche con le attività di governo di questa Regione.

    Non si può non partire, parlando dell’assestamento 2023, ovviamente da un contesto generale, da elementi anche esogeni che incidono sulle scelte che proverò velocemente a illustrarvi, di questo assestamento. Elementi esogeni che ormai ci accompagnano costantemente da tutto il mandato, con elementi di grande impatto.

    Non c’è dubbio che sia il conflitto russo-ucraino che l’effetto del caro-energia, e come questo caro-energia ha impattato sia sulle finanze delle Istituzioni che delle famiglie e delle imprese, l’effetto inflattivo che oggi vede… Ormai oggi siamo entrati in un periodo molto lungo, che  non conoscevamo da decenni, di inflazione che spesso tocca la doppia cifra. Sappiamo anche qual è l’impatto del percorso e della crescita inflattiva per famiglie e imprese, quindi anche, ovviamente, per le Istituzioni e per le politiche che si mettono in campo, e anche un impatto che sta cominciando a dispiegare i suoi effetti anche delle scelte macroeconomiche, per contrastare la crescita inflattiva che è il susseguirsi dell’aumento dei tassi di interesse che sta dispiegando, anche dalle ultime rilevazioni, i primi effetti reali anche di contrazione degli investimenti e dei crediti.

    Il 2022 si è chiuso con una crescita del Prodotto interno lordo del nostro Paese un po’ sotto al 4 per cento, che vede comunque una contrazione, come ovviamente era desumibile. Nel triennio 2023- 2025 comunque si stima ancora per il nostro Paese na crescita al all’1,5 per cento, che però è ovviamente accompagnata, e questo l’abbiamo visto anche nei dati macro economici e negli effetti dei due anni pandemici, da una crescita molto importante del debito complessivo del Paese.

    Faccio questa premessa perché è chiaro che la contrazione di maggior debito per il nostro Paese ha anche degli effetti macroeconomici sulle scelte istituzionali che vengono fatte dalla programmazione nazionale. Vedrete come viene ribadita ancora la scelta nazionale di richiedere una compartecipazione a tutte le articolazioni dello Stato, quindi Regione e Comune, una compartecipazione alla riduzione del debito complessivo.

    L’Emilia-Romagna si inserisce ovviamente con un dato che viene stimato in linea con la crescita un pochino superiore rispetto a quella del Paese. Ma è chiaro che questi dati non tengono ancora conto degli effetti dell’evento tragico che ha colpito una gran parte del nostro territorio regionale, con l’alluvione del maggio 2023, che grosso modo colpisce un territorio che produce circa il 24 per cento del Prodotto interno lordo regionale.

    Non si può parlare di assestamento senza considerare quello che ormai ci avete sentito dire, ne abbiamo parlato diffusamente nel corso degli ultimi almeno 24 mesi: parlo del problema economico maggiore per le finanze regionali, non solo della Regione Emilia-Romagna, che ormai è in gran compagnia della gran parte delle Regioni italiane: il finanziamento del Fondo sanitario nazionale, quindi delle risorse per la sanità pubblica. Vediamo con grande preoccupazione le scelte anche contenute nel DEF 2023 del bilancio dello Stato, che ha un riverbero anche sui nostri bilanci di un finanziamento del Fondo sanitario nazionale che cala ulteriormente rispetto al passato, assestandosi poco oltre quel limite del 6,5 per cento del PIL che l’Europa dichiara come elemento limite di sostenibilità per i sistemi sanitari.

    L’elemento del finanziamento del sistema sanitario e le scelte che si incastrano nel finanziamento del nostro sistema sanitario hanno avuto, nel 2022, un impatto importante anche nella predisposizione del bilancio 2023, come ricorderete, con lo stanziamento di quegli 85 milioni di euro a copertura del disavanzo delle Aziende sanitarie, che con questo assestamento, grazie alla norma che ha consentito l’utilizzo dell’avanzo vincolato per coprire questi elementi di disavanzo, ci consentono di andare a rifinanziare alcune di quelle politiche che nel bilancio preventivo 2023 avevamo sottofinanziato, considerandolo come un elemento di aggiustamento che avrebbe visto, appunto, in questo provvedimento una sua sistemazione. Quindi, l’utilizzo degli 85 milioni di euro di nuovo a disposizione per le politiche regionali, anche a seguito di un rendiconto 2022 che ci consente di andare a fare l’operazione di diminuzione del debito autorizzato e non contratto, ci consente di diminuire anche la previsione degli oneri finanziari che avevamo previsto nel bilancio 2023, costituendo in larga parte la parte di risorse disponibili per andare a finanziare le politiche che caratterizzano questo provvedimento di assestamento.

    Vi è certamente un finanziamento per alcuni aspetti relativi all’emergenza alluvionale, con stanziamenti aggiuntivi, quindi la parte possibile da fare come Regione, stanziamenti ulteriori per Protezione civile, per AIPO e per ARPAE.

    Uno dei tratti distintivi di questo assestamento è quello del finanziamento ulteriore di alcune politiche sociali, in continuità, cosa che facciamo tutti gli anni, con il finanziamento del provvedimento sugli emotrasfusi, che è quella battaglia che facciamo ogni anno, che però non ci viene riconosciuta, quindi stanziamo normalmente a livello di assestamento, al quale aggiungiamo l’ampliamento del Fondo regionale per la non autosufficienza di 28 milioni di euro, che va a rendere strutturale quell’aumento fatto nel corso del 2022 per l’incremento del contributo pubblico alle tariffe, che è anche elemento che ci costringe, nella discussione anche più ampia che faremo su tutto il tema dell’accreditamento e della costruzione dei servizi, a prevedere come il nostro sistema può stare in equilibrio, considerando anche l’aumento complessivo dei bisogni dell’autosufficienza e di cura, anche frutto dell’invecchiamento della popolazione.

    Un altro provvedimento, questo ovviamente non dovuto dalle norme, ma per scelta politica molto forte, che sosteniamo con forza, in controtendenza rispetto alle scelte nazionali, riguarda lo stanziamento per il Fondo affitti. La tensione abitativa nella nostra regione, soprattutto negli agglomerati principalmente più attrattivi e più urbani, sta diventando un problema sociale molto ampio. Considerata la scelta del Governo, che noi riteniamo assolutamente sbagliata, di non finanziare il Fondo nazionale sugli affitti, abbiamo voluto provare, ovviamente compatibilmente con le risorse a disposizione, a ricostituire, almeno per quota parte regionale, un Fondo per gli affitti. Come va nella stessa direzione un ulteriore finanziamento di 9 milioni di euro per le attività formative ed educative per l’infanzia.

    Insieme a questo che vi ho sottolineato, al quale ho voluto dare un po’ più spazio, ovverosia le politiche di welfare, con questo assestamento abbiamo integrato le poste di bilancio che riguardano il trasporto pubblico locale e sistemato, come dicevo all’inizio, alcuni capitoli che avevano subìto un taglio importante durante il bilancio 2023 e che oggi vedono, con questo atto di assestamento, il rifinanziamento complessivo delle politiche messe in campo per cultura, sport e turismo, senza entrare in specifici dettagli.

    È certamente, e su questo chiudo, un assestamento che ha un tratto che noi riteniamo politico forte, che però risottolinea uno degli elementi centrali che ci dobbiamo ricordare tutti nel dibattito, sia dal punto di vista politico che con le parti sociali: è un bilancio regionale estremamente rigido, partendo dall’assunto che vengono cofinanziati e rimangono interamente tutte le risorse per il cofinanziamento dei bandi europei, il FESR, l’FSE e il Fondo agricoltura, che vedono mettere in campo ancora alla massima velocità possibile tutte quante le risorse della programmazione europea, però ci restituisce sempre di più un bilancio estremamente rigido, dove anche la possibilità di riuscire a rispondere in modo autonomo a tutti gli shock esterni, ovviamente anche quelli che ho illustrato prima, diventa sempre più complicato. Riusciamo ancora a farlo per la bontà e la solidità del nostro bilancio regionale, che però ha tutti questi elementi di limitazione.

    Vi ringrazio. Scusate se ho preso qualche minuto in più. Ora mi metto in posizione d’ascolto.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Sabattini.

    Prima di passare la parola al consigliere Facci, relatore di minoranza, segnalo la presenza dei consiglieri Marchetti Francesca, Montalti Lia, Tagliaferri Giancarlo e Catellani Maura.

    Prego, consigliere Facci.

     

    Consigliere Michele FACCI. Grazie, presidente.

    Anch’io ringrazio e saluto gli ospiti di questa Commissione. Siamo qua sostanzialmente per ascoltare le posizioni dei vari rappresentanti del nostro tessuto economico e sociale su un provvedimento che ha una sua importanza, sicuramente, ma che, come ha ricordato anche lo stesso relatore di maggioranza, in qualche modo è condizionato da una serie di fattori che, ahinoi, sono assolutamente preoccupanti. Già in sede di bilancio di previsione vi era stato il campanello d’allarme rispetto alla questione del nostro servizio sanitario. Adesso, senza voler esagerare nella terminologia, ma limitandomi a richiamare le stesse parole che ha usato l’assessore o, comunque, l’Amministrazione regionale nel momento in cui ci ha presentato, nella scorsa Commissione, il provvedimento in pillole, in maniera abbastanza sintetica, è stato evidenziato il rischio della tenuta del servizio sanitario nazionale.

    Sicuramente vi sono delle attese del Servizio sanitario regionale rispetto ai trasferimenti nazionali. C’è la questione del payback, che è ancora ovviamente una spada di Damocle sopra questa Regione, come su tutte le Regioni italiane.

    Noi poi abbiamo dato in qualche modo una lettura diversa, o leggermente diversa della questione del payback sui dispositivi medici, sostenendo che in realtà vi sia stato un atteggiamento un po’ ampio, un po’ leggero da parte della sanità regionale nel mettere comunque nel cassetto come future risorse quello che la norma nazionale impone alle imprese private. Secondo noi in questo c’è stata anche una certa poca attenzione nella gestione delle risorse pubbliche legate agli acquisti, cioè, la spesa si è sforata in maniera a nostro avviso eccessiva.

    Comunque, questa è una questione aperta. Ho visto che la giurisprudenza amministrativa sta accogliendo i ricorsi di numerose aziende private che hanno fatto questo ricorso, e che hanno contestato la norma. Vedremo come andrà a finire, però sicuramente il nostro bilancio, che vale circa l’85 per cento (il bilancio del perimetro sanitario vale circa l’85 per cento) del bilancio complessivo, è chiaro che questo determina una situazione di incertezza che tuttora ci troviamo a dover ricordare, così come l’abbiamo ricordata a dicembre, in occasione del bilancio di previsione.

    La Corte dei conti ha sancito nel rapporto 2023 che 15 regioni su 21 hanno chiuso i bilanci sanitari in deficit; l’Emilia-Romagna l’ha chiuso con circa 100 milioni. Poi indubbiamente questa Regione in un modo o in un altro ha coperto questo deficit, lo ha ricordato anche il consigliere Sabattini, utilizzando fondamentalmente l’avanzo vincolato grazie a una norma nazionale che ha permesso di fare questo. Il punto è che o cambia il Servizio sanitario della nostra Regione – limitiamoci al nostro territorio – nell’organizzazione e gestione della spesa; oppure il problema poi verosimilmente ce lo ritroveremo. Credo quindi che oggi, al netto dei dati aritmetici di questo assestamento che vale circa 125 milioni, dove fondamentalmente tutto ruota intorno alla riduzione degli oneri legati al debito autorizzato in un contratto che era di 521 milioni e rotti al 31.12.2021 diventano 400,296 milioni al 31.12.22. Questo determina ovviamente una riduzione di questo debito, di circa 121 milioni e permette ovviamente una serie di misure: non le sto a ricordare, le ha ricordate il consigliere di maggioranza.

    Tuttavia, al netto, ripeto, di questi dati aritmetici, pesa quella che è una gestione complessiva, un bilancio fondamentalmente condizionato da tutto quello che riguarda le spese del perimetro sanitario. È questa quindi la grande preoccupazione, e in un qualche modo, anche la scommessa da parte della Regione stessa, che deve essere capace di modificare la propria capacità di spesa senza compromettere i servizi, e questo è quello che ovviamente sarà oggetto della valutazione che andremo a fare nei prossimi mesi. Naturalmente, dovremo capire in che modo questo sarà possibile. È un equilibrio che deve essere sicuramente garantito. Certo, minor spesa, ma i servizi fondamentali, essenziali, i livelli di assistenza devono essere garantiti.

    Fondamentalmente mi fermerei qua e non entrerei nel merito delle altre misure, anche perché mi limiterei a ripetere quello che è già stato detto. Certo, diventa per noi di fondamentale importanza conoscere il pensiero su questa manovra di assestamento, ma comunque in generale parliamo di un bilancio regionale, dei portatori di interesse, ai quali, quindi, lascio lo spazio.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Facci.

    Darei adesso la parola ai nostri ospiti, partendo da Confindustria Emilia-Romagna, dottor Luca Rossi. Prego.

     

    Dott. ROSSI, Confindustria Emilia-Romagna. Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutti.

    Grazie, come sempre, all’Assemblea e a questa Commissione per la preziosa opportunità di confronto, ma anche all’assessore Calvano, la cui disponibilità e collaborazione sono sempre state attente e puntuali, e mi preme sottolinearlo anche in questa occasione.

    Senza dilungarmi troppo, vorrei darvi un quadro della situazione economica in cui si inquadrano questi provvedimenti, perché ci aiuta a leggere e interpretare le scelte politiche che andiamo oggi a commentare.

    Il PIL dell’Emilia-Romagna è cresciuto del 3,8 per cento nel 2022 e potrebbe crescere vicino all’1 per cento quest’anno con l’export in crescita, che ha superato gli 84 miliardi di euro, e il tasso di disoccupazione sotto il 5 per cento. Un quadro che vede un rallentamento nella prima parte del 2023, ma che letto nel complesso della ripresa post-pandemia non si può non leggere positivamente, mettendo in evidenza una volta di più la capacità di reazione delle imprese, in un contesto in cui, come è noto a tutti, non mancano criticità e incertezze, presenti e all’orizzonte.

    Tassi di interesse alti, anche forse in modo discutibile, inflazione elevata, scenario incerto e rallentamento delineano un rischio di impatto negativo proprio sugli investimenti, in un contesto in cui le transizioni in atto non lasciano alternativa ad accelerare sul versante della tecnologia, della digitalizzazione e della sostenibilità.

    La nostra indagine sugli investimenti, che abbiamo presentato nelle scorse settimane, ha ancora una volta evidenziato l’elevata propensione delle imprese ad investire, una spesa per investimenti che ha superato il 5 per cento del fatturato nel 2022 e che conferma che anche per il 2023 oltre l’86 per cento delle imprese prevede di realizzare investimenti, concentrati in particolare su formazione, digitalizzazione e linee di produzione.

    Al contempo, i dati evidenziano anche come tra i fattori di ostacolo la domanda attesa e insufficiente per il 39 per cento si conferma come uno scenario di maggiore incertezza rispetto ai due anni precedenti, ai quali si aggiungono elementi di carattere strutturale, come la difficoltà a reperire risorse umane per il 34 per cento delle imprese, la burocrazia e le risorse finanziarie, che tornano ad emergere come fattore di fortissima criticità. E sono proprio questi gli elementi che maggiormente ci preoccupano.

    Pur in un quadro di risorse pubbliche che si fa sempre più complicato a tutti i livelli, sono di ieri le notizie sul fabbisogno di cassa del settore statale, che nella prima metà del 2023 è stato doppio rispetto allo stesso periodo del 2022. Tutto questo ci conferma come in questo momento sia necessario, se possibile, accelerare e rafforzare le politiche di sostegno agli investimenti. In questo senso è certamente positivo e fondamentale che sia stato assicurato il pieno cofinanziamento dei fondi strutturali europei. Ci sono Regioni italiane che ancora non sono partite con l’attuazione del programma 2021-2027 proprio per questa impossibilità, ma anche per il blocco dell’FSC. È così che celermente la Regione è stata capace di mettere in campo i bandi per le imprese e per la formazione, così importanti per noi.

    Su questo versante riteniamo che sia, quindi, necessario rifinanziare in modo significativo e struttura e la legge n. 14 sugli investimenti strategici, strumento che dovrebbe arrivare ad essere sempre aperto, come uno sportello, per accogliere chi porta e rafforza tecnologia e lavoro di qualità, che va letto in parallelo con gli sforzi che la Regione dovrà fare per dare sostanza alla legge sull’attrazione dei talenti, di recente approvazione.

    Per facilitare l’accesso al credito,  introdurre uno strumento in più per aumentare la competitività delle imprese e far fronte anche al rialzo dei tassi, pensiamo sia importante incentivare l’utilizzo della provvista BEI a disposizione dell’Emilia-Romagna e per tutte le imprese. Ad oggi la Regione è intervenuta per abbattere i tassi per le imprese del settore turismo, ma attraverso un intervento con risorse aggiuntive. L’utilizzo della provvista potrebbe essere incentivato per tutte le imprese di altri settori. Serviranno non meno di 10 o 15 milioni di euro per il biennio 2024-2025, ma il moltiplicatore in termini di finanziamenti è molto elevato e si potrebbero sostenere nuovi investimenti per oltre 200 milioni, in un’ottica cautelativa. È un provvedimento fondamentale e importante, specie nell’attuale scenario di tassi, che comunque sarà destinato a protrarsi nel tempo, almeno per qualche anno.

    In relazione al bilancio di assestamento, in attesa di svolgere un più ampio ragionamento sul previsionale 2024, credo sia fondamentale riflettere sul quadro complessivo della spesa, partendo, come ricordavano i relatori sia di maggioranza che di opposizione, necessariamente dal tema della spesa sociosanitaria, che, come noto, è determinante nella definizione del quadro delle finanze regionali, con molteplici impatti diretti e indiretti anche sul sistema delle imprese. Cito per tutti l’irrisolta questione del payback sui dispositivi medici.

    L’assurdità della norma, incomprensibile nel merito e inaccettabile nelle modalità applicative, avrà un impatto fortissimo in Emilia-Romagna, dove si concentra tanta parte della produzione industriale italiana. Oltre all’effetto immediato sui bilanci delle imprese, penso che sia davvero un pessimo segnale che il Paese offre agli investitori internazionali in un settore in cui la presenza di imprese a capitale estero ha saputo crescere, accanto a tante imprese italiane, grandi, piccole e medie, e creare distretti eccellenze, filiere di assoluto valore internazionale.

    L’aumento della spesa sanitaria, che ha certamente avuto componenti straordinarie legate al Covid e poi all’impennata dei costi energetici, coperto attingendo ad ogni possibile forma di risparmio e di utilizzo di riserve accumulate negli anni, non è fenomeno destinato a rientrare strutturalmente ai livelli pre-pandemici, per molteplici ragioni. La demografia e l’invecchiamento della popolazione della nostra regione, la crescente domanda di servizi, la carenza di personale e la fortissima concorrenza, anche internazionale, della domanda di professionalità, unite ad uno scenario di inflazione crescente, a cui peraltro mai il Fondo nazionale per la salute ha dato negli anni copertura adeguata, delinea un quadro in cui una corretta e attenta gestione non basteranno più.

    Abbiamo raggiunto un limite oltre al quale è difficile pensare di andare, di fronte ai trend in atto nello scenario che ho appena delineato, seppur sommariamente. È certamente evidente la necessità di rivedere gli stanziamenti complessivi e le modalità di redistribuzione delle risorse nazionali, ma dobbiamo essere pronti ad uno scenario in cui ciò potrebbe non avvenire; uno scenario che però ci porterebbe di fatto all’azzeramento degli spazi di bilancio per ogni altra politica regionale, oltre ad una profonda revisione di servizi, prestazioni e organizzazione; uno scenario che dobbiamo cercare di scongiurare.

    Nel leggere il bilancio di assestamento ed ogni provvedimento di bilancio previsionale futuro non possiamo però e non vogliamo tenere separate le politiche economiche da quelle sociali. Il welfare, i servizi sociali, la formazione, gli investimenti e l’occupazione sono tutte facce della stessa medaglia, fondamenta insostituibili della nostra comunità e dello sviluppo presente e soprattutto futuro. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie mille.

    Darei la parola al dottor Antonio Amoroso, segretario Cisl Emilia-Romagna.

     

    AMOROSO, segretario CISL Emilia-Romagna. Grazie, presidente. Saluto l’assessore e ringrazio la Commissione per l’occasione. Svolgo il mio intervento a nome anche di CGIL e UIL, perché stiamo facendo, come nostra abitudine sugli assestamenti e sul bilancio preventivo, in udienza conoscitiva, questo percorso tradizionalmente. Quindi, svolgiamo le seguenti considerazioni.

    Tenuto conto dei vincoli e delle regole vigenti di finanza pubblica e del difficile contesto che è derivato in particolare dal trascinamento delle conseguenze della pandemia e della crisi energetica, abbiamo nel merito apprezzato gli obiettivi e le priorità sui quali si è costituito l’assestamento di bilancio. Rimarchiamo in particolare l’importanza di aver destinato la maggior parte delle risorse dell’assestamento alle politiche di welfare.

    In particolare, abbiamo apprezzato l’aumento del Fondo regionale per la non autosufficienza per una quota di 28 milioni, una scelta che peraltro corrisponde a quanto avevamo richiesto e caldeggiato durante il confronto nella fase di bilancio preventivo, di discussione e di costruzione del bilancio preventivo per il 2023. Riteniamo positiva anche la scelta di destinare importanti risorse alle famiglie che hanno figli fino a 19 anni, come il contributo per il trasporto scolastico, mantenendo questo impegno.

    Sono vitali, dal nostro punto di vista, anche i 9 milioni che sono stati destinati ai percettori di redditi bassi per sostenerli nel pagamento dei canoni d’affitto, seppur non raggiungono la quota regionale prevista lo scorso anno. Quelle risorse sono servite a compensare, almeno in parte, l’azzeramento totale, operato dal Governo, del Fondo affitti e morosità incolpevole, che per le famiglie economicamente fragili della nostra regione valeva l’anno precedente 29 milioni e 420.000 euro. È stato un problema sicuramente per le persone e le famiglie più fragili. Il rafforzamento delle previsioni di bilancio è importante anche riguardo la cultura e lo sport. Rappresentano un contributo positivo, dal nostro punto di vista, per favorire occasioni di socializzazione positiva tra e nelle comunità per il tramite delle variegate realtà dell’associazionismo, che è così vitale nella nostra regione.

    In questo quadro non possiamo non dire qualcosa rispetto, ovviamente, al servizio sanitario nazionale e al servizio sanitario regionale, come i relatori di maggioranza e minoranza hanno comunque richiamato. Per noi rimane, come CGIL, CISL e UIL, una fortissima preoccupazione riguardo al pericolo di tenuta del sistema sanitario nazionale e di conseguenza di quello regionale; ciò in ragione del perdurante sottofinanziamento del sistema.

    È ovviamente necessario invertire la rotta aumentando il Fondo sanitario nazionale sia in termini assoluti sia in relazione al PIL, per garantire il diritto alla salute dei cittadini e per rilanciare il servizio pubblico universale. Riprendiamo una preoccupazione in realtà sollevata in maniera bipartisan, come si dice, da tutte le Regioni, considerato che il Documento di economia e finanza dello Stato prevede, nel prossimo triennio, un calo costante del Fondo sanitario nazionale in rapporto al PIL, ovviamente ferme restando ulteriori correzioni in sede di bilancio dello Stato futuro.

    C’è un calo costante del Fondo rispetto al PIL, che passa dal 6,9 per cento del 2022 al 6,7 del 2023, al 6,3 del 2024, al 6,2 del 2025; mentre, al contrario, sono necessarie maggiori risorse anche per attuare la riforma dell’assistenza sanitaria territoriale, che è quella disegnata dalle riforme incardinate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, in cui ci sono finanziamenti in conto capitale, la pianificazione regionale del Piano per la non autosufficienza e l’organizzazione dei nuovi livelli essenziali delle prestazioni sociali. Se la guardiamo in termini di integrazione sociale, sanitaria e socioassistenziale, sappiamo che quel progetto, che è una riforma che fa parte del PNRR e quindi bisognerebbe realizzarlo, richiede anche interventi in spesa corrente per il personale, le professionalità eccetera, che solo con gli investimenti si riescono a portare a realizzazione. Credo che questa sia una questione ormai acclarata da tutti.

    Queste risorse economiche sono necessarie per garantire, quindi, la dotazione di personale e le professionalità più adeguate, dotare i sistemi sanitari e socioassistenziali degli strumenti organizzativi più appropriati, permettere qualità del lavoro e qualità dei servizi erogati. Per queste ragioni, secondo noi, è necessario fare fronte comune tra organizzazioni sindacali, Istituzioni, parti sociali per difendere un servizio sanitario fortemente a rischio di tenuta. È legittima, opportuna, necessaria la dialettica politica, la diversità di opinioni tra gli schieramenti politici e le parti sociali sulle scelte organizzative da intraprendere e su come allocare al meglio le risorse pubbliche, ma non vi è dubbio che, in ogni caso, abbiamo bisogno di un fondo sanitario maggiormente dotato.

     

    Infine, vogliamo qui evidenziare due fenomeni cruciali, che diventano priorità fondamentali, di cui si dovrà tenere conto nella costruzione dei prossimi bilanci regionali: il cambiamento demografico e il cambiamento climatico. Il cambiamento demografico, calo delle nascite e contemporaneo invecchiamento della popolazione, impatteranno in modo drammatico nei prossimi anni sui bilanci pubblici, e quindi sarà necessario proseguire nell’ampliamento del Fondo regionale non autosufficienza, non solo a livello regionale, ma anche nazionale, non solo a copertura dei costi di gestione, ma per l’ampliamento e qualificazione dei servizi, compreso il necessario aumento dei posti nelle strutture residenziali destinati alle persone anziane e disabili. Maggiore flessibilità, maggiori servizi, più attenzione sociale a queste persone, a queste fasce deboli della popolazione.

    Poi il cambiamento climatico e ambientale, che porta con sé il dissesto idrogeologico, i cui effetti drammatici sono stati evidenziati con l’alluvione della Romagna. Bisogna far sì che, a partire dalla ricostruzione, della messa in sicurezza dei territori e dalla ripresa delle attività produttive, oltre alle adeguate risorse che devono essere messe a disposizione dal Governo, venga dato un chiaro segnale anche dalla nostra Regione sulla necessità di progettare innovando, per raggiungere un modello di sviluppo che metta al centro la coesione sociale, la sostenibilità ambientale, la qualità del lavoro e la legalità.

    Sono in fondo i paradigmi che abbiamo nel Patto per il lavoro e per il clima, che continuamente, con tutti i provvedimenti che si fanno e nel rapporto con le Istituzioni e con le altre parti sociali, cerchiamo di mettere in piedi, in cammino, di realizzare e concretizzare.

    Vi ringrazio ancora per l’ascolto a nome di CGIL, CISL e UIL.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei dell’intervento.

    L’ultimo…

     

    (interruzione)

     

    Presidente POMPIGNOLI. Sì, grazie, così lo facciamo trasmettere a tutti i commissari.

    Per l’ultimo intervento, Daniele Montroni, Legacoop Emilia-Romagna. Buongiorno.

     

    MONTRONI, Alleanza Cooperative Italiane. Buongiorno. Io intervengo a nome dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, quindi anche a nome di Confcooperative e AGCI.

    Grazie, presidente, per l’opportunità che ci viene data di svolgere alcune considerazioni rispetto all’assestamento e più in generale rispetto alle politiche di bilancio che si impongono in relazione alla situazione che stiamo attraversando. Grazie ai relatori di minoranza e maggioranza per gli ulteriori elementi che ci hanno fornito e un grazie anche all’assessore Calvano per la disponibilità, sempre manifestata, nell’approfondire le situazioni, nel cercare di trovare soluzioni alle questioni che, in più occasioni, si presentano.

    Noi diamo una valutazione positiva dell’assestamento, per diverse ragioni che richiamo in modo molto sintetico. Intanto è positiva perché ha permesso di chiudere il disavanzo sanitario del 2022 attraverso lo svincolo dell’avanzo vincolato e quindi ha rimesso nelle disponibilità del bilancio della Regione gli 85 milioni che erano stati accantonati a tal proposito.

    Giudizio positivo anche per le priorità che poi sono state individuate, come l’alluvione. Mi pare sia attesa per oggi, fra poco insomma, ad ore, la pubblicazione del decreto e la possibilità che siano resi disponibili 2,4 miliardi di euro per la ricostruzione, cosa molto urgente, molto urgente. Bene gli interventi sul sistema sociosanitario. Bene gli interventi rispetto all’inflazione e alla copertura delle risorse necessarie, a seguito del ritardo della ripartizione del Fondo sviluppo e coesione. Quindi, giudizio positivo sull’utilizzo di quell’avanzo, che ammonta a circa 125 milioni.

    Credo che sia chiaro a tutti che è un risultato particolarmente importante, ma difficilmente ripetibile. Quindi, tutto ciò che è stato rifinanziato attraverso l’utilizzo dell’avanzo di bilancio si ripresenta in sede di predisposizione del bilancio di previsione. Da questo punto di vista, noi alcune preoccupazioni le abbiamo.

    Le abbiamo per il contesto economico e sociale che attraversiamo. Veniva già sottolineato ed evidenziato da chi mi ha preceduto. Pesa l’inflazione. Noi non abbiamo conosciuto, non conoscevamo da tempo livelli di inflazione così elevati e veniamo, di conseguenza, da un periodo abbastanza lungo dove non è stato necessario prevedere, in tutti i sistemi di relazione fra il pubblico e il privato, adeguamenti annuali, perché l’inflazione aveva tassi particolarmente bassi. Pesa l’aumento dell’inflazione perché è elemento che comprime i consumi e noi lo misuriamo anche in questa regione.

    Pesa il costo del denaro. Anche in questo caso noi veniamo da un periodo lungo di tassi prossimi allo zero e l’incremento del costo del denaro ha due elementi di preoccupazione, uno che riguarda il bilancio dello Stato e la sostenibilità. Noi siamo un Paese fortemente indebitato e i nostri 2.900 miliardi di indebitamento generano, nel bilancio dello Stato, una spesa che è prossima, se guardiamo al 2023-2024, ai 100 miliardi, il 15, 16 per cento del bilancio dello Stato, che già di per sé è un bilancio ingessato, e che rappresenta oltre il doppio del peso che gli interessi hanno sugli altri Paesi europei più vicini in termini di economia all’Italia.

    Pesa soprattutto sugli investimenti. Anche noi registriamo un rallentamento degli investimenti o meglio una preoccupazione sulla conferma del piano degli investimenti che le aziende si sono date in relazione all’incremento dei tassi di interesse. Questo è un elemento di forte preoccupazione, perché quegli investimenti sono funzionali ad aumentare la produttività del nostro sistema economico e ad affrontare le sfide della transizione digitale, della transizione ecologica ed energetica.

    Tutto questo avviene dovendo sopportare anche gli eventi straordinari, a partire dall’alluvione. Abbiamo già più volte sottolineato il peso che ha su una parte rilevante dell’economia della nostra regione, in un quadro di crescita, per quanto positivo, che è destinato ad assestarsi all’un per cento. È quindi un tasso relativamente basso di crescita per rendere sostenibile il bilancio dello Stato.

    Da questo punto di vista, io penso, anzi noi pensiamo che ci siano tre priorità sulle quali concentrare l’attenzione. Riconosciamo che l’assestamento ha ben presenti queste priorità ma, se guardiamo oltre all’assestamento e quindi anche alla discussione che a breve avremo rispetto al bilancio di previsione, sono per noi tre priorità particolarmente importanti.

    Una veniva già richiamata ed è la tenuta del sistema socio sanitario. Noi pensiamo che quella spesa non solo non sia comprimibile, ma sia una spesa destinata a crescere. È destinata a crescere perché le aspettative di vita fortunatamente crescono. È una spesa destinata a crescere perché in termini di qualità e quantità ha una sua evoluzione. Non c’è solo la pandemia, che, pur non rappresentando più un’emergenza, ha comunque lasciato un incremento di costo, perché quella stagione ha determinato una modifica dell’organizzazione dei servizi. Soprattutto, l’innalzamento delle aspettative di vita fa sì che quell’ultimo pezzo di vita sia, anche dal punto di vista sociosanitario, un pezzo di vita più costoso in termini di qualità dei servizi che devono essere erogati.

    Non c’è dubbio che questo richieda un ripensamento, perché le modalità con le quali noi abbiamo spesato il welfare ragionevolmente non sono più nelle condizioni di essere un modello sostenibile. A fronte di 10 anni di incremento di vita registrato negli ultimi trent’anni, quei 10 anni sono tutti di spesa sociale: cinque anni in più di studio e cinque anni in più di vita non lavorativa. Fondamentalmente e sostanzialmente sono rimasti sempre gli stessi gli anni lavorativi, i quarant’anni di vita lavorativa, che però devono spesare 10 anni in più di spesa sociale e di welfare.

    Quindi la necessità di ripensare il modello di welfare c’è, ma un conto è ragionare su come ripensiamo il modello di welfare, come rendiamo partecipe nella gestione di quel modello di welfare anche il sistema economico e sociale, a partire dall’economia sociale, a partire dalla cooperazione; altra cosa è pensare di comprimere la spesa per rendere possibile, dentro un quadro economico invariato, la risposta ai nuovi bisogni, alle nuove esigenze. Questo credo ragionevolmente che non sia possibile.

    Riteniamo, però, che sia una sfida che va affrontata perché la qualità e la capacità di questo territorio, di questa regione di poter continuare a crescere dipende anche dalla risposta che noi riusciamo a dare in termini di welfare, cioè riuscire a mantenere quelle condizioni che permettono a questo territorio di avere una qualità sociale favorevole allo sviluppo, all’attrazione dei talenti, all’attrazione delle imprese, all’attrazione degli investimenti. Quel contesto è indispensabile. Quel contesto è indispensabile, se vogliamo continuare a crescere e a vincere le sfide.

    La seconda considerazione è il sostegno agli investimenti. Lo dicevo prima. A fronte di un incremento del costo del denaro, noi abbiamo bisogno e sentiamo la necessità che vengano messe in campo politiche che aiutino gli investimenti e che rendano e continuino a rendere conveniente costruire spazi perché le imprese possano continuare a fare investimenti. Noi condividiamo la proposta che prima veniva fatta dai colleghi di Confindustria di utilizzare la provvista BEI per ridurre il peso degli investimenti che le imprese e il sistema delle imprese, non solo quelle più colpite dalla pandemia, possono utilizzare.

    L’ultima considerazione che voglio fare riguarda l’attenzione alle aree deboli, alle aree interne. L’alluvione ha reso evidente cosa può succedere se questo territorio non cresce in modo equilibrato, se le politiche che noi mettiamo in campo non permettono di aiutare a ridurre il divario che c’è, anche all’interno dell’Emilia-Romagna, tra aree forti e aree deboli.

    La nostra regione può continuare a crescere e per quel che riguarda il sistema della cooperazione c’è un impegno, da questo punto di vista, sia nella costituzione delle cooperative di comunità sia nella costruzione delle comunità energetiche, e cioè nello sviluppo di tutte quelle iniziative di impresa sociale che possono aiutare la crescita, lo sviluppo e la tenuta di quei territori.

    Credo che questa attenzione, che fin qui c’è stata e che quindi salutiamo con favore, debba continuare a esserci anche dentro un quadro di risorse sempre meno disponibili. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei.

    Non ci sono altre richieste di intervento, per cui direi di chiudere questa udienza conoscitiva con l’intervento dell’assessore Calvano. Prego.

     

    CALVANO, assessore. Grazie, presidente.

    Grazie a tutti gli intervenuti in questa udienza conoscitiva, che non consideriamo mai come un passaggio meramente formale, ma comunque sempre come un’occasione di confronto, di arricchimento e anche di sollecitazione rispetto alla definizione delle priorità da parte della Regione. Non consideriamo mai formale questo passaggio, così come non sono formali i passaggi, che generalmente come Giunta facciamo, di confronto con tutte le categorie e con le rappresentanze sociali, proprio al fine di addivenire a provvedimenti che siano il più possibile condivisi.

    Il dibattito di oggi mette in evidenza che siamo di fronte a un contesto che alcuni ricercatori, soprattutto in campo anglosassone, definiscono di policrisi, cioè un contesto nel quale l’effetto di quelle crisi che abbiamo sull’economia è superiore alla somma delle singole crisi. La combinazione di crisi tra loro concatenate determina un effetto negativo superiore a quello che, se le sommassimo tra di loro, determinerebbero.

    Questa cosa ovviamente cambia radicalmente e determina un cambiamento radicale in quelle che sono le politiche pubbliche. Molti dei temi sono stati toccati negli interventi che mi hanno preceduto. Mi limito solo a due considerazioni. La prima è quella relativa alla crisi demografica, una crisi demografica che purtroppo, inevitabilmente, soprattutto nel contesto europeo e oserei dire anche nel contesto italiano, non riusciamo a combattere solo confidando in una maggiore natalità. Se oggi volessimo tornare a superare la crisi demografica solo con la natalità dovremmo chiedere a ogni famiglia, a ogni donna di avere due figli - 2,1 figli - dalle ultime ricerche fatte, che è lontanissimo da quella che è la propensione della società al giorno d’oggi.

    È per questo, lo dico perché l’avete richiamato anche voi, lo sforzo che stiamo cercando di fare, anche come Regione Emilia-Romagna, rispetto al tema dell’attrazione dei talenti, al tema volto a creare le condizioni perché le persone possano investire nel proprio territorio e anche per essere attrattivi rispetto ad altre persone provenienti da altre realtà, che siano nazionali, che siano internazionali. Questa è una sfida globale notevole, rispetto alla quale qualche strumento lo si può mettere in campo anche a partire dai livelli locali e regionali, come puntiamo a fare.

    La crisi demografica evidenzia la cosa che diceva molto bene anche Montroni. C’è l’invecchiamento della popolazione e quindi lo sforzo che abbiamo fatto, in sede di assestamento, rispetto al Fondo regionale non autosufficienza, come diceva anche Amoroso, non è uno sforzo che abbiamo fatto per il 2023. È il trend che dobbiamo mettere in campo, perché è evidente che la scelta che abbiamo fatto sul Fondo regionale non autosufficienza e che stiamo facendo con questo assestamento è una nuova spesa strutturale, che ci porteremo dietro e sulla quale saremo costretti ulteriormente a intervenire nel corso dei prossimi anni, oserei dire del prossimo triennio. C’è un tema di sostenibilità dei soggetti che si occupano di questo, dai soggetti pubblici ai soggetti privati convenzionati. Per i soggetti pubblici intendo le ASP e quindi i Comuni. I soggetti privati convenzionati sono quelli che gestiscono i diversi nostri istituti, da quelli per gli anziani ai disabili.

    C’è un tema anche di aumento della domanda e quindi di necessità, probabilmente, di ampliare l’offerta. Tutto questo determinerà un inevitabile aumento dei costi, rispetto al quale, per la tenuta sociale, si farà fatica a sottrarsi. Certamente l’Emilia-Romagna non si sottrarrà rispetto a questa sfida, che si combina con la sfida legata alla tenuta del sistema sanitario nazionale.

    L’ho fatto già nella fase di presentazione del bilancio in questa Commissione, lo ripeto ora. Devo dire che il Ministro Schillaci ha raccolto, a parole in questo momento, l’appello che hanno fatto le Regioni, cioè la necessità di incrementare il Fondo sanitario nazionale di almeno 3 o 4 miliardi già nel corso del 2023. Spero che queste parole si traducano in fatti, perché il tema ormai non riguarda più solo alcune regioni, ma l’insieme delle regioni nel loro complesso.

    Questo tema porta con sé la questione sollevata da Confindustria, che preoccupa anche noi, sul payback dei dispositivi medici, perché ci rendiamo conto, soprattutto in Emilia-Romagna, quanto quella misura rischi di agire su un sistema imprenditoriale che proprio in Emilia-Romagna ha una base molto, molto forte. C’è stato questo primo intervento da un miliardo da parte del Governo, che per i conti della Regione non cambia nulla – invece di avere un’entrata dai privati, ce l’abbiamo dal pubblico –, ma per il sistema economico e sociale emiliano-romagnolo è stato molto importante.

    Stiamo cercando di capire cosa succederà nelle prossime settimane, perché, se non vado errato, l’incasso di quel payback è stato spostato, ma comunque il fine luglio arriverà. Su questo c’è una norma molto stringente per le Regioni su come incassare quelle risorse. Quindi, confido che di qui a luglio ci sia un provvedimento che chiarisca un po’ non solo la dinamica 2015-2018, ma anche quanto dovrà avvenire negli anni successivi, perché a oggi c’è una legge che prevede quei tetti di spesa e quei rimborsi da parte dei soggetti privati nei confronti del pubblico.

    Devo dire che per la tenuta dei nostri conti, se non vado errato, guardo anche il direttore Pignatti, anche se la questione è più afferente alla Sanità, 80 milioni di payback che dovremmo incassare non li abbiamo messi per la tenuta dei conti. Li abbiamo accantonati perché non sappiamo se li incasseremo e come li incasseremo; mentre gli altri 80, essendoci stato il miliardo di stanziamento nazionale, li abbiamo potuti contabilizzare regolarmente. Questo per dire che anche noi abbiamo un atteggiamento di cautela rispetto a questo tema, ben sapendo che, appunto, ci sono norme di legge che vanno in una certa direzione e sulle quali spero che il confronto tra Governo, Regioni e organizzazioni di impresa, in questo caso, ci consenta di addivenire ad una sintesi adeguata per la tenuta del sistema nel suo insieme.

    Un’ultima considerazione legata a quello che ovviamente ha toccato una parte consistente del nostro territorio, da Bologna fino a tutta la Romagna, che appunto è l’alluvione. È uscito in questi minuti il decreto. Andremo a verificare quali sono le risorse, spero solo le prime, messe a disposizione del Commissario, perché il conteggio dei danni che ha fatto l’Emilia-Romagna è un conteggio importante, verificato, che ammonta a quasi 9 miliardi di euro, tenendo conto che il nostro obiettivo rimane quello, così come per il terremoto, di poter rimborsare i privati cittadini e le imprese per il 100 per cento dei danni subiti. Quel meccanismo usato durante il terremoto ha funzionato e confidiamo possa essere rimesso in campo con modalità simili, se non addirittura migliorate, nel caso in cui ci siano le opportunità per migliorarle; così come diventerà indispensabile riuscire a far sì che la ricostruzione pubblica avvenga in tempi celeri e con adeguata efficacia. La situazione dei territori nelle zone collinari, in montagna, ma anche, ovviamente, di quelle che sono le infrastrutture idriche è una situazione che necessita di interventi tempestivi e anche molto, molto rilevanti.

    Quello che è successo evidenzia un’altra sfida che abbiamo davanti, che è quella del cambiamento climatico – anche gli eventi di questi giorni, seppur meno traumatici di quelli che ci sono stati, sono espressione di un fenomeno che ormai riguarda il globo nel suo insieme – e al contempo del global warming, cioè un accrescimento del livello della temperatura che ovviamente determina effetti drammatici sul territorio e che ci porta a dover re immaginare una parte delle politiche pubbliche e degli investimenti sia pubblici che privati.

    Mi permetto di dire e concludo che questo tema in realtà lo avevamo già individuato quando meritoriamente, insieme alle associazioni di categoria, alle organizzazioni dei lavoratori e a tutti gli altri soggetti, avevamo fatto il Patto per il lavoro e per il clima. Tutti insieme abbiamo deciso che non fosse più solo patto per il lavoro, come era stato nella scorsa legislatura, ma che diventasse il Patto per il lavoro e per il clima perché tutti avevano intuito che questa sarebbe stata la sfida che avremmo avuto di fronte. Purtroppo, i fatti ci dicono che questo è un pezzo della sfida che abbiamo di fronte.

    Nell’interpretarla come una sfida per il lavoro e per il clima cos’è che vogliamo provare a fare qua, in Emilia-Romagna? A fare in modo che le due cose non entrino in contrasto, cioè che l’attenzione al clima non determini effetti negativi sulle dinamiche del lavoro e che gli investimenti che producono lavoro siano adeguatamente compatibili con quelle che sono le nuove problematiche di carattere ambientale e con tutti i temi connessi alla sostenibilità ambientale, che deve essere, per le ragioni, appunto, che dicevo, anche di carattere sociale ed economico.

    Credo che la strada tracciata nel Patto per il lavoro e per il clima sia ancora, nel metodo e nel merito, la strada che dobbiamo perseguire e confido che questa seconda parte di legislatura possa ulteriormente consolidare questa strategia, anche mettendo in campo risorse ordinarie e straordinarie che vadano in questa direzione. L’impegno da parte nostra c’è, ci sarà e vuole continuare a esserci, così come mi è parso di capire, anche nell’affrontare un evento drammatico come quello dell’alluvione, che questa intenzione ci sia anche da parte dei diversi rappresentanti delle forze sociali ed economiche nonché dei nostri Comuni.

    Credo che questo sia un segnale che ci può far guardare con più fiducia e speranza alle sfide che abbiamo di fronte. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore.

    Segnalo la presenza, così chiudo anche ai fini del verbale, dei consiglieri Dalfiume, Occhi e Tagliaferri.

    Non essendoci altri interventi, io dichiarerei chiusa l’udienza conoscitiva.

    Aspettiamo tre minuti. Facciamo tre minuti di interruzione per poi riprendere in seduta ordinaria la Commissione sul REFIT.

    Grazie e buona giornata a tutti.

     

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