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Legislatura XI - Commissione II - Resoconto del 10/07/2023 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 23

    Seduta del 10 luglio 2023

     

    Il giorno 10 luglio 2023 alle ore 13,30 è convocata, con nota prot. n. PG/2023/16993 del 05/07/2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, viale A. Moro n. 50, la Commissione Politiche economiche. con presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, viale A. Moro n. 50, in modalità mista, con la presenza, in sede, della presidente, della  vicepresidente Costi,  e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Bulbi, Daffadà, Marchetti F., Mori, Rossi, Sabattini (PD) Amico (ERCEP); Zamboni (EV), Facci, Liverani, Rancan (Lega); Castaldini (FI); Cuoghi, Evangelisti (FDI); Mastacchi (RCPER); Piccinini (M5S), nonché degli altri partecipanti in via telematica, in attuazione dell’ art. 124, comma 4 bis, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e a seguito della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26.

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    RONTINI Manuela

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    COSTI Palma

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BARGI Stefano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    CUOGHI Luca

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTEVECCHI Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MORI Roberta

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    ROSSI Nadia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

    ZAPPATERRA Marcella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

     

    E’ presente il consigliere Simone Pelloni in sostituzione del consigliere Fabio Rainieri e il consigliere Giancarlo Tagliaferri (FDI).

     

    E’ altresì presente Alessio Mammi, Assessore all'agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca.

     

    Partecipano alla seduta: dott. Valtiero Mazzotti, Direttore generale agricoltura, caccia e pesca; dott.ssa Morena Diazzi, Direttrice generale conoscenza, ricerca, lavoro, imprese; dott.ssa Valeria Montanari, Direzione Generale agricoltura, caccia e pesca; dott. Gabriele Marzano, PO Direzione generale conoscenza, ricerca, lavoro, imprese; dott.ssa Elisabetta Maini, Dirigente Settore attrattività, internazionalizzazione, ricerca.

     

    Presiede la seduta: Manuela RONTINI

    Assiste la segretaria: Agata Serio

    Funzionario estensore: Angelo Baratelli

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

    6744 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: ""Programma Regionale Attività Produttive 2023-2025" (ai sensi della l.r. n. 3/1999, art. 54) e "Programma Regionale per la Ricerca industriale, l'Innovazione, il Trasferimento tecnologico 2023-2025" (ai sensi della l.r. n. 7/2002, art. 3)". (Delibera di Giunta n. 604 del 20 04 23)

     

    (…)

     

    PRESIDENTE RONTINI. Veniamo adesso all’oggetto 6744, Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Programma Regionale Attività Produttive 2023-2025 (ai sensi della l.r. n. 2/1999, art. 54) e "Programma Regionale per la ricerca industriale, l’innovazione, il trasferimento tecnologico 2023-2025" (ai sensi della l.r. n. 7/2002, art. 3)", su cui, come sapete, abbiamo nominato i relatori, la relatrice, consigliera Mori, e il relatore di minoranza, consigliere Matteo Rancan. Abbiamo fatto l’illustrazione e la settimana scorsa ci siamo riuniti in udienza conoscitiva.

    Vi ricordo che ci siamo dati il 13 per il deposito di eventuali emendamenti e oggi siamo convocati per la discussione generale dell’oggetto. Ci sono qui in seduta anche la dottoressa Diazzi, il dottor Marzano, la dottoressa Maini, che saluto e ringrazio.

    Darei la parola ai relatori per aprire la discussione generale.

     

    RELATRICE CONSIGLIERA MORI. Buongiorno. Grazie, presidente.

    Direi di recuperare solo alcune riflessioni, che porto all’attenzione dei colleghi e delle colleghe, proprio per aprire la discussione, perché l’interesse è quello di ascoltare le riflessioni che i colleghi e le colleghe avranno da consegnarci.

    Innanzitutto, credo che l’udienza conoscitiva sia stata molto utile, perché ci sembra sia stato pienamente compreso il senso del PRAP e del PRIITT, nel senso di una forma di agglomerato consolidato di tutte le fonti di finanziamento, che completa un quadro di programmazione che tenta di essere la più integrata possibile, come fortemente sottolineato e condiviso da coloro che sono intervenuti.

    Credo quindi che lo sforzo e l’impegno profuso in questo senso vada valorizzato anche come metodo di approccio e come tentativo di semplificazione, perché mettere in trasparenza risorse che provengono da fonti diverse e cercare di fare una programmazione più visibile, integrata e coordinata possibile credo che sia davvero un valore aggiunto, come è stato fortemente sottolineato.

    Le riflessioni importanti, che ci sono state consegnate, che possono essere anche fonti di approfondimento come relatori con l’Assessorato, sono da un lato il tema che Confindustria ci ha posto, che ha confermato l'analisi economica e di contesto che ha fatto l’Assessorato rispetto alla vivacità del sistema industriale e al recupero post-pandemico, sia pure intervenendo la guerra russo-ucraina, a livelli pre-pandemici dell’economia regionale.

    Questo elemento è stato individuato dalle analisi fatte attraverso l’oggettività di istituti importanti, ma il fatto che questo sia stato ripreso e confermato ci dà un senso di forte importanza, così come la sottolineatura della difficoltà di reperire risorse umane per il supporto e il sostegno alle filiere produttive, alle filiere della ricerca. Questo è un elemento molto significativo e importante, perché ci orienta anche nella valorizzazione della formazione e dell’integrazione tra ricerca e filiere produttive nell’anno europeo delle competenze, anno in cui si vuole sottolineare la necessità di consolidare e di promuovere sempre di più le competenze individuali che diventano ricchezza e potenzialità di crescita collettiva.

    Il tema dell’internazionalizzazione è molto importante per le imprese, quindi una conferma di visione che l’assessore Colla ci ha sempre illustrato, un'Emilia-Romagna molto attenta a consolidare la rete interna delle proprie filiere, ma con lo sguardo che ha come orizzonte minimo l’Europa, però sta nel mondo.

    I contributi sono stati di grande interesse soprattutto per la necessità di migliorare il tema dell’accesso al credito come sostegno alle imprese. In una fase in cui si vuole rafforzare anche la capacità di avere fiducia nel presente e nel futuro, il tema dell’accesso al credito è molto significativo, in particolare per le imprese femminili. Lo dico perché c’è sempre un gap di genere molto forte, le associazioni di categoria tendono a fare una relazione cumulativa rispetto agli approcci e alle necessità, ma, sfogliando le situazioni di complessità, vediamo che le imprese femminili hanno particolari difficoltà ad accedervi.

    Ci è stato chiesto di approfondire e sostenere la transizione verde, in particolare sull'auto motive, ma anche sulla filiera delle costruzioni, perché ci è stato detto che il tema della digitalizzazione e del progresso delle varie filiere deve essere un vestito cucito addosso alle caratteristiche peculiari di ogni filiera.

    Grande apprezzamento sui cluster, quindi sulla possibilità di coordinarsi e collaborare fortemente per la necessità di mettere insieme ricerca, produzione, formazione, quindi ancora una volta il tema dell’approccio integrato, dell’approccio inclusivo, dell’approccio collaborativo, il più faticoso, come ci hanno detto i nostri interlocutori, per chi si mette in gioco, ma assolutamente il più proficuo. Questo è quindi un elemento da tenere in grande considerazione quando si vacilla per qualche obiettivo non perfettamente realizzato.

    Ci hanno anche chiesto di sviluppare con più decisione la parte dell’innovazione sociale da parte di Confcooperative in particolare ed effettivamente l’allocazione delle risorse ci dice che su questo potremmo fare qualcosa in più. Andremo a vedere le azioni e chiedo fin da adesso (credo che non ci saranno problemi) disponibilità all’Assessorato per approfondire alcune azioni precise, e ringrazio ancora per l’utilissima fonte di collazione costituita da PRAT e PRIITT nella forma in cui ci è stato consegnato. Lo dico perché, avendo dovuto approfondirlo e studiarlo, ne ho ricavato un insieme molto coerente e di grande qualità illustrativa, cosa non secondaria.

    Ringrazio quindi i colleghi e colleghe per la pazienza e per i contributi che ci vorranno dare, per poter sviluppare eventuali sottolineature o emendamenti al testo. Grazie mille.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliera Mori.

    Consigliere Rancan, prego.

     

    RELATORE DI MINORANZA RANCAN. Grazie, presidente. Cerchiamo di mettere ordine, partendo dal presupposto che il materiale è sicuramente tanto e arriviamo ad una programmazione che vede otto anni di vuoto rispetto a quella precedente, e, stante il fatto che di solito queste programmazioni hanno una durata triennale, un po’ di materiale su cui riflettere sicuramente c’è.

    Questo è il primo intervento che facciamo a livello di discussione generale, intanto perché abbiamo voluto ascoltare le categorie e in realtà le stiamo ascoltando, oltre che in udienza conoscitiva, ovviamente con un ascolto più puntuale sui territori a livello più informale rispetto al lavoro della Commissione, perché pensiamo che possa essere necessario andare più nel merito possibile di un documento che è molto discorsivo, quindi, lascia aperta una marea di fronti possibili. In alcune fasi si va ad analizzare nel dettaglio le risorse, però si ha l’impressione che sia lasciato generico per poter toccare più ambiti possibili ma risolvere probabilmente poco.

    Lo vediamo anche dal fatto che la deliberazione di Giunta del 20 aprile 2023 era la prima, poi con le integrazioni apportate si è passati da 373 a 1.372 pagine. Se vogliamo semplificare e rendere più leggibile veloce la procedura di amministrazione delle aziende, sicuramente questo non aiuta.

    Al di là di ciò, quello che manca o che comunque ci aspettavamo è un’analisi di quanto avvenuto in precedenza. È vero che ci sono stati otto anni di buco, però immagino che la situazione pregressa possa essere analizzata soprattutto da una struttura come quella della Giunta, che non è come quella del Consiglio, quindi, ha una struttura molto più consolidata, che nell’arco degli anni non si è modificata, almeno in gran parte.

    Al di là di questo, quindi, dovremmo affidarci in gran parte al DSR, che riusciremo ad analizzare in modo più puntuale.

    Due riflessioni che faccio immediatamente. Noi abbiamo sentito parlare tantissimo di transizione ecologica. Quello che però mi piace sottolineare è che viene data come impronta e come sfida del futuro non solamente da questa Regione, ma anche e principalmente dall’Europa. Credo però che sia giusto avere dei progetti e degli obiettivi ambiziosi, ma che contestualmente debba essere adottata una strategia di lungo periodo, non troppo ristretta rispetto alle esigenze delle aziende.

    Questa è una postilla che ci hanno dato loro come ritorno, ossia se vogliamo fare una vera transizione ecologica delle imprese, non possiamo pensare di farla in fretta, perché in questo modo si verrebbe a mettere in difficoltà il sistema produttivo molto più di quello che è oggi, stante anche il fatto che il Patto per il lavoro e per il clima, del quale ormai ci si riempie la bocca in questa regione da anni, o addirittura il Patto per la semplificazione non risulta che abbia semplificato nulla rispetto a quanto riferito dalle categorie o dalle imprese stesse con le quali abbiamo dei rapporti diretti.

    Se con il Patto per il lavoro e per il clima che la maggioranza di questa Regione ha stilato come la risoluzione di tutti i problemi si vengono a dare delle ristrettezze rispetto a quello che la normativa impone, questo non sempre aiuta le imprese ad adeguarsi a questo imprinting di lavoro.

    Parliamo di investimenti in fotovoltaico, sui quali si è investito tanto, però qual è la strategia sull’idrogeno anche per le aziende? Questo è qualcosa che sicuramente dovremo andare a guardare.

    Se guardiamo invece lo strumento volontario di gestione ambientale, questo è presente nell’8 per cento delle imprese, il 10% per cento prevede di introdurlo, mentre l’82 per cento delle imprese non lo ritiene di interesse (dati pubblicati da una nota associazione di categoria della nostra Regione). Questo è uno spaccato abbastanza rappresentativo di quella che è la realtà.

    Cosa ancora più complicata e importante, sulla quale invito tutti a fare una riflessione, è che, se si guarda il fattore di ostacolo agli investimenti del 2023 in percentuale, la burocrazia si attesta al terzo posto con il 24,5 per cento, al pari delle risorse finanziarie. Oggi l’imprenditore ci dice quindi che la difficoltà più grossa, oltre alle risorse finanziarie, a livello pari è la burocrazia.

    Questo significa che questo Patto per la semplificazione fatica a risolvere un pochino di problemi, ma a livello culturale dobbiamo provare a fare un passaggio in più, ossia dare noi alle imprese la possibilità di semplificare, quindi sburocratizzare.

    Qui si apre tutto il discorso relativo alla formazione. Sulla formazione l' impostazione che abbiamo sempre tenuto e che oggi riproponiamo, perché pensiamo che sia assolutamente attuale, è quella di evitare il mantenimento forzato di qualche Ente di formazione, perché bisogna mantenerlo per forza, e far sì che si possa avere la collegialità più ampia possibile con le imprese, perché si faccia formazione realmente utile alle imprese stesse, aiutando sia le imprese che il lavoratore, perché altrimenti rischiamo di creare un circolo vizioso per cui non si aiuta nessuno.

    Sulla formazione apriamo anche il capitolo sui talenti. È vero, bisogna assolutamente attrarre i talenti dall’esterno, ma bisogna anche che i nostri talenti rimangano nella nostra Regione, perché altrimenti ci troveremo davanti al paradosso che è più la gente che entra che la gente che esce.

    Una preoccupazione importante che ci è stata segnalata è relativa all'auto motive, sul quale sicuramente dovremo dare una risposta, perché i vincoli che mette l’Unione europea sul 2035 sono vincoli che destano preoccupazione.

    C’è poi tutta la questione dell’export, perché la nostra Regione esportava tantissimo in Russia, in Ucraina, quindi la guerra, che dall’Assessore viene definita sempre "questa maledetta guerra", riducendola, secondo me, ad una forma abbastanza semplicistica, rischia di danneggiare il nostro tessuto imprenditoriale più di quanto ci aspettiamo.

    Ultimo dato e chiudo. Dando per o assodato il fatto che questo programma è ampio, pieno di parole e secondo me non così tanto concreto, ma lo analizzeremo anche nelle prossime settimane, nelle prossime sedute e sicuramente proporremo qualche emendamento per cercare di dare il nostro contributo fattivo, faccio un’analisi sulle risorse e pongo una domanda.

    Noi cerchiamo di dare un totale complessivo di circa 3,5 miliardi, non è che la Regione mette 3,5 miliardi, perché altrimenti altro che deficit, però abbiamo tutte le risorse FESR, FSE, PNRR, risorse regionali, programmi a gestione diretta UE, quindi viene previsto tutto lo scibile per quanto riguarda il finanziamento in governance, ricerca, investimenti sostenibili, ingegnerizzazione, ma mi è sfuggito dove siano allocati i mezzi statali in tutto questo, ossia non so se siano stati ricompresi nel PNRR, non so siano stati ricompresi nelle risorse regionali, però mi piacerebbe capire dove sono inseriti i mezzi statali, perché bisogna capire se le  risorse regionali siano esclusivamente regionali oppure i mezzi statali siano qui.

    Mi piacerebbe saperlo perché è un fatto dirimente per uscire dallo status quo in cui siamo oggi e, se sono stati riallocati, metterli per quell’investimento o altro, però mi piacerebbe sapere dove sono i mezzi statali in tutto questo.

    Anche per quanto riguarda il PNRR bisognerebbe capire quanta parte di quasi 100 milioni sia riconducibile a mezzi propri oppure a mezzi statali, capire se vi sia una quota inserita o meno per riuscire a leggere bene questi numeri. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliere Rancan.

    Consigliera Piccinini, prego.

     

    CONSIGLIERA PICCININI. Grazie, presidente. Due parole solo per porre l’accento su un aspetto.

    Questo è un documento molto corposo, però io volevo porre l’accento su una questione specifica, perché, come tutti sappiamo, siamo in un periodo particolare, come l’alluvione ci ha fatto vedere molto bene, rispetto ai cambiamenti climatici di cui anche questa Regione sta provando a farsi carico.

    In questo momento abbiamo anche un’occasione storica per provare ad intervenire e far fronte a questo tipo di criticità, che riguardano tanti aspetti dalla qualità dell’aria al surriscaldamento, questioni di cui spesso in questa sede ci troviamo a dibattere.

    Siccome all’interno di questo documento si parla anche degli interventi di riqualificazione sostenibile delle aree produttive e si dice chiaramente che vogliamo puntare a standard ambientali alti e io condivido questa impostazione, pensavo che forse sarebbe utile, esattamente come è stato fatto per il bando della riqualificazione dei centri storici, provare ad inserire anche l’aspetto dell'efficientamento energetico e ambientale attraverso la previsione della presenza di protocolli che certifichino proprio questo all’interno della riqualificazione delle attività produttive.

    All’interno dei bandi per la riqualificazione dei centri storici all’epoca la Giunta aveva previsto delle premialità, un 10 per cento in più se non ricordo male, proprio per chi presentava questo tipo di protocolli, come è stato fatto al Centro Meteo.

    Se quindi vogliamo puntare a standard ambientali elevati, sarebbe utile quindi prevedere questo tipo di premialità all’interno delle misure che la Regione vuole mettere in campo all’interno di tutte le linee che contribuiscono alla complessità di questo documento.

    Interverrò in questo senso, quindi presenterò degli emendamenti, naturalmente questo è un macrodocumento e l’auspicio è che questa misura, il bando della riqualificazione dei centri storici, possa essere replicata anche all’interno delle varie misure (penso ai bandi del FESR e quant’altro), quindi replicare lo stesso tipo di iniziativa anche nei prossimi bandi che la Regione emanerà.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliera Piccinini.

    Consigliere Amico, prego.

     

    CONSIGLIERE AMICO. Grazie, presidente.

    Il documento in esame è sicuramente molto complesso e articolato, delle 1.300 pagine circa 1.000 sono di VAS, quindi, con un Documento di programmazione in un numero consistente di pagine pari 300, le 1.300 pagine si raggiungono attraverso la VAS.

    È sicuramente un documento di costruzione e di prospettiva, alla stessa stregua dei vari documenti di programmazione che abbiamo discusso spesso all’interno di questa stessa Commissione (penso ai DSR e ai piani operativi per quanto riguarda l’FSE, il FESR e, come diceva la relatrice di maggioranza, per quanto riguarda le attività produttive diventa una collezione di tutte le varie fonti di finanziamento).

    Detto questo, anche alla luce dell'udienza conoscitiva che abbiamo svolto la settimana scorsa, volevo fare alcune sottolineature, che provano a raccordare questo documento di programmazione all’interno di un quadro che si va evolvendo anche a livello europeo. È stato oggetto di un approfondimento durante la sessione europea piuttosto interessante, successivamente riportato all’interno di una risoluzione che ha accompagnato la nostra seduta di sessione europea, l'attenzione che abbiamo voluto dedicare al Piano d’azione dell’economia sociale promosso dalla Commissione europea.

    Lo scorso 13 giugno, dopo documentazione piuttosto orientativa, è stata emessa una raccomandazione da parte del Consiglio d’Europa proprio sul tema dell’economia sociale, dove per economia sociale si intende chiaramente un segmento di economia che ha a che fare, per esempio, con l’economia legata al sociale, e quindi il terzo settore, ma in generale con una trasformazione di paradigma dell’atteggiamento di impresa in una chiave maggiormente redistributiva, sia sotto il profilo ambientale e sicuramente anche sotto il profilo sociale.

    Quel piano d’azione che la recente raccomandazione richiama in maniera dettagliata e che proveremo a capire se entrerà in una discussione, come abbiamo fatto su altri provvedimenti della Commissione europea in fase ascendente, essendo quindi di stimolo a ragionare in questa Commissione se sia il caso di affrontare in fase ascendente il tema del Piano d’azione dell'economia sociale, di questo elemento, però, all’interno del documento non si fa menzione, pur avendo una serie di obiettivi di carattere generale, Piano d’azione e PRIT, che possono essere sovrapponibili e che stanno in quanto l'assessore Colla ha rappresentato nella sua illustrazione, cioè tenere insieme lo sviluppo economico con  l’attenzione alla sostenibilità ambientale ma soprattutto alla coesione sociale che il quadro economico può determinare.

    Credo che, se andiamo a declinarlo esclusivamente in una valorizzazione di un meritorio obiettivo e una meritoria azione che la Regione compie, cioè la sottolineatura che sugli innovatori responsabili facciamo un’operazione di visibilità, però non cogliamo fino in fondo la trasformazione che sta avvenendo a partire dall’Europa.

    Questo ragionamento per dire che avrei intenzione di presentare qualche emendamento, soprattutto per quanto riguarda il tema delle premesse, che sia in grado di chiamare questo piano d’azione, che - vorrei ricordare - è stato attenzionato in modo particolare dalla Città metropolitana di Bologna, che in questi giorni sta continuando a svolgere una serie di approfondimenti con una serie di soggetti, volti a implementare l’approccio dell’economia sociale, così come, per stare sempre sul territorio emiliano-romagnolo, anche il Comune di Reggio Emilia ha affrontato, cercando di inquadrare il punto, sapendo che il piano d’azione ad un certo punto produrrà degli effetti positivi, mettendo delle risorse per avere le gambe per funzionare.

    Questa è la prima questione ma, per intenderci, il Piano d’azione dell'economia sociale ha, tra gli altri, l'intenzione di assecondare una serie di obiettivi che stanno nell’agenda 2030, ma anche nella strategia 2020-2025 sulla parità di genere. È quindi una fonte interessante da acquisire e introdurre all’interno della parte più magari discorsiva di inquadramento.

    Più in dettaglio (qui voglio rifarmi a quanto la rappresentanza di Con cooperative e del mondo della cooperazione ha presentato in udienza conoscitiva), c'è una serie di passaggi, soprattutto legati al punto 9, richiamati anche nelle tabelle di finanziamento, che parlano diffusamente di un tema di innovazione sociale, della istituzione di un hub per l’innovazione sociale e di finanziamenti in quella direzione.

    Ho presenziato al Comitato di sorveglianza del FESR ed erano emerse delle discrepanze rispetto ai numeri riportati all’interno del PRIITT e quanto presentato per quanto riguarda il FESR per i prossimi bandi, che probabilmente hanno bisogno di essere adeguati in aumento, non in diminuzione per quanto riguarda il tema dell’innovazione sociale, quindi c’è un punto di riferimento economico da riguardare anche per le prossime risorse messe a bando dalle risorse FESR, così come riportate all’interno della delibera, è altrettanto da aggiornare il riferimento in merito all’innovazione sociale, al corpus legislativo regionale, per cui non bastano le due leggi riportate ma va aggiunta, dal mio punto di vista, anche la legge n. 3 del 2023 che abbiamo approvato in aprile.

    Questa coglie il tema dell’economia sociale, dell’innovazione sociale in relazione al mondo del terzo settore, che non è solo associazionismo, è anche cooperazione sociale, e che non può esaurirsi nella considerazione del sostegno e della promozione delle società benefit, le quali hanno un orizzonte e un obiettivo rispondente all’economia sociale della Comunità europea, stanno in ambito di impresa, ma con un’ottica redistributiva, quindi con un’ottica di sostegno complessivo non solo al sistema economico, ma alla coesione sociale.

    Nell’istituzione dell’hub e nella costruzione dell’orizzonte dei soggetti che partecipano all’innovazione sociale, da un lato, e alla coesione sociale, dall’altro, manca una considerazione adeguata di quello che quello che una volta si chiamava mondo del no profit e oggi si chiama terzo settore continua a mettere a disposizione nei servizi alla persona.

    Lo stesso assessore Colla nel corso della sua illustrazione ha dato una serie di indicazioni in termini numerici del personale addetto nei settori primari, secondari, nel settore terziario, e nel settore terziario, che ricomprende anche quello dei servizi alla persona, abbiamo, sulla scorta di una serie di considerazioni svolte a partire da quelle di stamattina in Commissione IV, la necessità di continuare a investire e ad insistere sulla qualificazione del settore terziario nei confronti dei servizi alla persona.

    Credo che lì ci siano alcune questioni da mettere a posto, da cui scaturiranno mie proposte di emendamento, sia dal punto di vista della dotazione economica nel considerare programmi che sono già stati almeno illustrati in sede di Comitato di sorveglianza, con riferimenti al quadro normativo che si è arricchito per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, che credo ci aiuti a cogliere un senso dell’impatto sullo sviluppo economico che è sicuramente produttivo, ma che ha anche una componente in chiave di investimento e di redistribuzione dell’economia stessa nell’ambito dell’economia sociale, quindi anche del tema della cooperazione, della cooperazione sociale in particolare. Grazie.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, consigliere Amico.

    Altri? Darei la parola alla direttrice generale, dottoressa Morena Diazzi, per alcune risposte puntuali, e poi chiederò ai relatori se vogliano chiudere.

     

    DIAZZI, direttrice generale attività produttive. Grazie per averci dato la parola, vi diamo solamente alcuni elementi.

    Su questa programmazione e sull’eventuale vuoto vorrei portare solamente una riflessione. Questo programma, l’ultimo approvato nel 2012, è stato approvato in pieno sisma e naturalmente la sua attuazione è stata messa in campo negli anni successivi, perché non era possibile in quelle condizioni, e si è affiancato nel 2014 con la programmazione FESR 2014-2020, all’inizio una delle migliori, sicuramente molto orientata a tutti i temi che erano dentro al nostro triennale, in particolare la parte di ricerca, infrastrutture, la parte start-up, la parte ovviamente già del Fondo energia, eccetera, quindi anche sulla transizione.

    Diciamo che il 2014-2020 è stato un periodo in cui con la nuova programmazione poi sono partiti i bandi e nel 2017, infatti, 2014-2015-2016-2017 ci sono dei bandi fatti con riferimento a questo triennale in particolare per la parte delle infrastrutture di innovazione che erano quelle non previste dentro la programmazione comunitaria di cui, se volete, vi possiamo dare anche un riferimento.

    Sono d’accordo di avere qualche informazione in più, quindi possiamo, qui c’è anche Elisabetta Maini… È stata una delle azioni che, non trovando spazio nella programmazione dei fondi strutturali, è stata messa proprio esattamente usando le risorse triennali e le risorse regionali.

    Sono state importanti perché sono nati anche dei centri di innovazione, anche un po’ più polifunzionali, che effettivamente rispondono per certi versi anche a com’è il nostro territorio.

    Questa modalità, però, non ce l’hanno accettata neanche nel 2021-2027, quindi rimarrà dentro al triennale, perché appunto è un’attività che non è prevista.

    Quando poi nel 2017-2018 queste iniziative sono partite, è arrivata la famosa pandemia del 2020, quindi era impossibile in quel momento ripensare al piano. Il triennale ha funzionato comunque ma era prorogato, non è che non ci fosse un programma, c’era il programma la cui proroga è stata portata avanti fino ad arrivare poi al DSR del 2020. Tutto il lavoro che è stato fatto dal Patto per il lavoro per il clima, poi il DSR e tutto quanto, oggi, dopo le programmazioni comunitarie, si è ritenuto di riprendere in mano la questione del triennale, perché il terminale è previsto dalla legge del 1999, la legge 3, così come il PRIITT, che è previsto dalla legge 7 del 2002, pur avendo risorse limitate a disposizione come Regione, perché va completamento delle altre programmazioni.

    Tenete conto che nel frattempo è venuto avanti tutto il Next Generation EU, tutto quanto. Quindi, finché non era chiaro cosa avrebbero finanziato tutti questi programmi, era anche molto difficile dire cosa rimane fuori.

    Di conseguenza, ci siamo proprio sforzati già nel 2022, chiuse le programmazioni comunitarie, di andare a vedere, vista la transizione del nostro territorio, del suo posizionamento competitivo, eccetera, di completare il programma rimarcando quelle che sono le azioni principali che anche il PRIT mette in evidenza sulla base dell’S3 e andando ad integrarlo nelle voci che non trovano una diretta collocazione all’interno delle altre programmazioni.

    Lo dico solamente perché il Piano precedente ha continuato ad essere vigente, l’abbiamo usato in particolare per alcune azioni di internazionalizzazione, piuttosto che della parte di innovazione a scala territoriale e anche la parte dei fondi rotativi che abbiamo messo delle risorse regionali. Quindi, tre o quattro azioni sono state comunque portate avanti, le altre sono finite dentro le programmazioni comunitarie.

    Che cosa vorrei quindi sottolineare di questo programma? Il fatto che tenta una mappatura complessiva delle azioni che possono essere messe in campo.

    Però, ve lo dico, io sono d’accordo che quando si vedono tutte queste pagine uno dice ma perché non viene semplificato, poi ha ragione il consigliere quando dice che il programma ha 200 pagine alla fine. Il problema sono naturalmente tutte le valutazioni che sono state fatte di tipo ambientale che si sono portate via tutta una serie di cose… Qui, peraltro, ci porterà anche una modifica che noi abbiamo messo qua perché i progetti non dovranno avere solo il DNSH ma anche tutto il climate proofing che stiamo peraltro mettendo a punto. Siamo la prima Regione, oggi c’è un incontro alle tre e mezza proprio su questo con il livello nazionale, perché anche questa cosa di come si interviene non solo per contribuire a ridurre gli effetti dei cambiamenti climatici, ma anche come mi proteggo dai cambiamenti climatici, che è il cosiddetto climate proofing, è una delle azioni che dobbiamo chiedere anche sui bandi aperti di fare questa integrazione. La aspettavamo a livello nazionale ma il livello nazionale ha chiesto a noi di mandare una proposta, l’abbiamo mandata e oggi la stanno discutendo. Quindi, dovremmo anche introdurre questo elemento.

    Per cui, tutta la parte anche ambientale ha questo effetto molto importante di analisi e di studio che ovviamente poi ha un suo percorso, che è quello che vi abbiamo riportato e che abbiamo chiuso, però senza di fatto delle osservazioni. Questo mi sembra il dato più importante.

    Rispetto alle risorse volevo fare una puntualizzazione. In questa pagina 156, da cui parte la programmazione in cui dovremmo inserire anche il climate proofing, come vi ho detto, la tabella che noi abbiamo riportato è la tabella che prende in carico le principali programmazioni. Perché? Perché anche il Governo sta rimettendo tutti gli interventi che faceva dentro il PNRR. Nel senso che, se noi pensiamo, a parte gli automatismi fiscali, che questi noi non li abbiamo mai valutati, qui è una previsione sulle principali programmazioni, nel PNRR c’è tutta la parte che si stava facendo su contratti di sviluppo, attività di ricerca, eccetera, che sono state stimate e conteggiate così come avevamo fatto per il Piano per l’energia.

    Se vi ricordate, anche nel triennale dell’energia c’era una stima di quello che va sul PNRR, perché comunque è la decisione… Ma non solo, anche l’attuazione del FESR ci chiede costantemente di vedere qual è l’integrazione con il PNRR.

    Quindi, di conseguenza, rendere leggibile il tutto, si è preso il FESR, l’FSE, il PNRR, gli altri programmi a gestione diretta, perché la Commissione si sta tenendo un sacco di soldi, soprattutto sulla ricerca e innovazione, e poi la parte invece di risorse regionali che sono praticamente in gran parte risorse che rientrano da tutti i fondi rotativi che noi abbiamo finanziato in questi anni.

    Come vedete, infatti, le voci più importanti sono proprio la finanza per la sostenibilità, 40 milioni, per la parte crescita delle imprese e sostenibilità, e la parte dei tecnopoli di ricerca che sono le cose che stiamo finanziando in particolare dentro la manifattura.

    Perché le altre risorse sono interventi che in parte dai rientri pensiamo di dover emettere su alcuni provvedimenti - questa era la proposta che ha fatto la Giunta - di grande rilievo, come ad esempio gli investimenti sostenibili, dove sono stati aggiunti questi 12 milioni che arriveranno in gran parte dai rientri dei fondi rotativi che in questi tre anni chiuderanno e quindi torneranno le risorse a livello regionale.

    Quindi, diciamo che qui sono state prese in considerazione solamente le cose più importanti.

    Chiudo semplicemente dicendo che la cosa più importante è soprattutto quella, perché l’analisi riprende il posizionamento, dove siamo, eccetera, mette in evidenza tutta una serie di ambiti e settori che sono quelli della S3, che richiama anche tutto il DSR, come richiamavate anche voi come consiglieri prima.

    La cosa veramente importante è questa parte da pagina 150 in poi, perché deve includere tutte le azioni che la Giunta o l’Assemblea vogliono mettere in campo. Di cui una gran parte è già dentro ai programmi comunitari, altre non sono dentro perché loro non le finanziano, quindi conseguentemente sono state proposte perché secondo noi sono maggiormente aderenti al nostro sistema.

    Dopodiché, ci sono anche degli aspetti come quello, ad esempio, dell’innovazione sociale che hanno sollevato anche le associazioni durante l’incontro. Perché inizialmente qua era stato messo pochissimo, perché l’innovazione sociale ha la sua legge, cioè quella del terzo settore. Poi abbiamo visto però che anche l’assessore Taruffi rispetto a questo riteneva che invece la parte più impresa-impresa dovesse essere messa qua. Quindi, anche questa è una modifica che dobbiamo fare.

    Noi adesso stiamo controllando infatti il FESR e l’FSE, soprattutto il FESR, sulla parte che riguarda com’è in assestamento oggi il FESR sul triennio, in modo tale che questa colonna, quella dei 464, sia coerente con quello che è il bilancio che state approvando. Perché questo viene approvato insieme al bilancio, mentre noi l’avevamo costruito partendo da quello che era il bilancio di previsione che avevamo a fine anno. Così vedete subito anche quanto il programma FESR per le singole voci, anche forse con qualche aggregazione diversa, può effettivamente mettere a disposizione, sulla base di come sono andati anche i bandi.

    Perché, ad esempio, il bando del digitale ha assorbito molte più risorse di quelle che avevamo previsto. Quindi, l’adeguamento di questa prima colonna, visto che oggi c’è l’assestamento, che è arrivata insieme, ovviamente deve esser fatto.

    Ci sarà qualche aggiustamento. L’ordine di grandezza, purtroppo, è questo, non cresce, mi piacerebbe crescesse moltissimo ma rimane più o meno questo. Le voci però devono essere sicuramente aggiornate sulla base anche dell’assestamento che andrete ad approvare.

    Quindi, il nostro impegno è massimo anche sugli emendamenti.

    Poi, se ci sono cose che secondo voi si devono assolutamente fare non sono nel FESR, non sono nell’FSE, non sono nel Piano energetico, effettivamente ha senso metterle qua perché questo è l’unico modo, anche se questo programma è coerente con la legge n. 3 del 1999, perché le voci previste sono comunque quelle che sono dentro alla legge n. 3, la legge madre da cui deriva questa programmazione.

    Era solamente per dirvi come abbiamo lavorato e perché poi siamo arrivati adesso, perché nel ‘20 c’era la pandemia, poi dopo dovevamo approvare tutti i programmi europei, eccetera, li abbiamo negoziati e sono quelli. Quindi questo programma consentirebbe di chiudere questa programmazione fino al 25-26 e poi dopo, ovviamente, ci sarà forse anche uno scenario nuovo e diverso.

     

    PRESIDENTE RONTINI. Grazie, dottoressa Diazzi.

    Non so se i relatori vogliono aggiungere qualcosa.

    Allora, ricordando che ci siamo dati il 13 possibilmente per il deposito degli emendamenti, così che poi tutti i colleghi li possono guardare con la dovuta attenzione, su questo punto ci riaggiorniamo a martedì 18 al pomeriggio, non alle due e mezza, andremo un po’ più lunghi.

    Consigliere Rancan.

     

    RELATORE DI MINORANZA RANCAN. Solo una domanda.

    Il termine degli emendamenti, immagino di tutti gli emendamenti, anche della Giunta

     

    PRESIDENTE RONTINI. Anche della Giunta, certamente.

    Poi sono sempre termini flessibile, nel senso che…

     

    RELATORE DI MINORANZA RANCAN. L’importante è che quelli della Giunta non ci arrivino in aula.

     

    PRESIDENTE RONTINI. No.

    Precisazione giusta. Il termine è quello, poi la flessibilità è data, perché è un termine organizzativo che ci diamo noi e non perentorio da Regolamento, che ci aiuta a gestire meglio la Commissione, e il documento per le votazioni.

    Grazie a tutti gli intervenuti e buon pomeriggio.

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