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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 20/09/2023 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 25

    Seduta del 20 settembre 2023

     

    Il giorno 20 settembre 2023 alle ore 14,00 è convocata, con nota prot. n. PG.2023.22329 del 14/09/2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in udienza conoscitiva in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente, dei Vicepresidenti e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Costi, Dalfiume, Fabbri, Marchetti F., Pillati (PD), Bondavalli (BP), Amico (ERCEP), Catellani, Facci, Marchetti D., Occhi, Pelloni, Rancan (Lega), Evangelisti (FDI), Mastacchi (RCPER), nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    12

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    3

    presente

    DALFIUME Mirella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    assente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    assente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

    sulla proposta

     

    7122 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2024-2026". (Delibera di Giunta n. 1107 del 26 06 2023)

     


    COMMISSIONE I

    Mercoledì 20 settembre 2023

    Udienza conoscitiva

     

    Presidente Luca SABATTINI. Partiamo con l’appello.

    Pompignoli Massimiliano, presente in aula.

    Bargi Stefano, presente in aula.

    Federico Amico, presente in aula.

    Bondavalli Stefania. Presente.

    Castaldini Valentina non è collegata.

    Catellani Mauro, presente in aula.

    Costi Palma, presente in aula.

    Mirella Dalfiume, presente in aula.

    Evangelisti, presente in aula.

    Fabbri Marco non c’è.

    Facci Michele non c’è.

    Gerace Pasquale non c’è.

    Gibertoni Giulia.

    Marchetti Daniele.

    Marchetti Francesca.

    Mastacchi Marco.

    Montalti Lia.

     

    Consigliera Lia MONTALTI. Presente.

     

    Presidente SABATTINI. Buon pomeriggio.

    Occhi Emiliano, presente in aula.

    Pelloni Simone non c’è.

    Piccinini Silvia non c’è.

    Pillati Marilena non c’è.

    Rancan Matteo.

    La consigliera Pillati è arrivata. Mettiamo presente.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Segnalo la presenza - ha scritto in chat – anche della consigliera Marchetti.

    Zamboni Silvia.

    È arrivato anche il consigliere Facci.

    Il numero per cominciare i nostri lavori ce l’abbiamo.

     

    OGGETTO 7122

    Proposta d’iniziativa Giunta recante: “Documento di economia e finanza regionale - DEFR 2024-2026”. (Delibera di Giunta n. 1107 del 26 06 2023)

    (Relatore Consigliere Costi Palma)

    (Relatore di minoranza Consigliere Pompignoli Massimiliano)

     

    Presidente SABATTINI. L’ordine del giorno di oggi riguarda l’udienza conoscitiva relativamente al Documento di economia e finanza regionale 2024-2026.

    Ci tengo a ringraziare tutti gli intervenuti, sia quelli che prenderanno la parola che i presenti che ringrazierò nominalmente durante il dibattito.

    Sapete la formulazione delle udienze conoscitive. Darò la parola al relatore di maggioranza, la consigliera Palma Costi, e al relatore di minoranza, il consigliere Pompignoli, per l’introduzione a questa udienza conoscitiva.

    Questi sono appuntamenti estremamente importanti per il lavoro dell’aula e per l’analisi dei provvedimenti, e lo diventano ancora di più, e lo sono ancora di più, in un documento così importante come quello di programmazione dell’economia e finanza, in preparazione del bilancio 2024.

    Ringrazio, ovviamente, anche l’assessore Calvano per la sua presenza, al quale poi lasceremo le conclusioni della nostra udienza conoscitiva.

    Cederei da subito la parola alla consigliera Palma Costi, relatore di maggioranza.

     

    Consigliera Palma COSTI. Ringrazio il presidente e saluto tutti gli intervenuti, che ringrazio di essere qui. Chiaramente ringrazio l’assessore Calvano e tutta la struttura tecnica. Ringrazio il collega di minoranza con cui spero che continueremo un lavoro di collaborazione, anche se chiaramente è uno strumento complesso e soprattutto saluto tutti coloro che oggi hanno voluto essere qui con noi per portare il proprio contributo.

    Cercherò di fornire un quadro sintetico, per quanto possibile, e poi chiaramente resto a disposizione per tutti gli ascolti e anche i contributi.

    Il DEFR del 2024, che è il Documento di economia e finanza, sapete che fa parte di un processo che è l’omologo del DEF del Governo. Il Governo ha approvato il DEF nella primavera del 2023. È uno strumento di programmazione che traduce in modo organico gli obiettivi dei singoli Assessorati e rappresenta anche lo strumento di valutazione interna dell’Ente.

    Siamo al quarto DEFR. Voi sapete che sviluppa il programma di mandato del presidente, lo integra con il Patto per il lavoro e per il clima, con il bilancio regionale e la strategia regionale Agenda 2030.

    Sono tre parti, una che riguarda tutta la parte macroeconomica e fornisce un dettagliato contesto di riferimento, oltre ad elementi anche di natura sociale.

    La seconda parte, invece, riguarda proprio gli obiettivi strategici. Poi c’è una parte rispetto alle società partecipate, alle aziende, alle agenzie, alle nostre Fondazioni, agli enti regionali.

    Voi sapete che il DEFR noi lo approviamo entro luglio, ma la gravità degli eventi di maggio, sia accaduti in Romagna, che nell’Appennino, ha comportato la necessità di rivedere gli obiettivi alla luce dei provvedimenti emergenziali e di ricostruzione necessari alla messa in sicurezza e alla ripartenza di quei territori.

    Pertanto, l’approvazione del DEFR è stata posticipata per permettere una revisione, un potenziamento degli obiettivi, con un’attenzione a tutte le politiche regionali che possono chiaramente influire rispetto a questi territori.

    Gli obiettivi sono diventati 100, due obiettivi sono specifici e sono stati aggiunti proprio sul tema. Chiaramente, in tutto questo nostro lavoro, l’obiettivo fondamentale è quello di superare l’emergenza, collegarla strettamente alla ricostruzione per favorire la ripresa delle attività nelle zone colpite.

    Pertanto, il DEFR – questo ci tengo a dirlo – arriva con una prima parte che fotografa i dati macroeconomici al mese di giugno. Noi sappiamo che il Governo sta già elaborando, e dovrebbe uscire a breve, la nota di aggiornamento nazionale. Per cui, anche noi stiamo preparando la nota di aggiornamento al DEFR, quindi tutta questa parte sarà riaggiornata e rivista rispetto ai nuovi dati che probabilmente qualche preoccupazione in più introducono.

    Essendo, come vi dicevo, il DEFR uno strumento di programmazione che integra i programmi, ma parte dal programma di mandato, è in continuità con gli obiettivi del mandato. Quindi, sostenere e rilanciare l’economia, un’attenzione molto forte al tema del welfare in tutte le sue articolazioni (sanità, scuola, formazione, casa, cultura, sport). Un obiettivo che rimane molto forte è quello di ridurre le diseguaglianze partendo da quelle di genere e generazionale, e incidere anche, in modo possibilmente molto forte, sul tema della transizione ecologica, visto che ormai abbiamo già visto in quale situazione noi siamo, lavorando molto sul tema dell’energia e sulla cura del territorio. Favorire la transizione digitale, sempre in raccordo – questa è una questione di metodo, ma che poi diventa contenuto – con i diversi livelli istituzionali e le rappresentanze regionali.

    Questo DEFR va inserito in un contesto - ci tengo a dirlo – di difficoltà per le Regioni. Questo perché noi continuiamo da molti anni a portarci sulle spalle una incertezza delle programmazioni e delle manovre di bilancio dei Governi nazionali che si sono succeduti dal 2010 in avanti, così faccio l’arco costituzionale, e che hanno comportato progressivamente una riduzione dei trasferimenti pure ad invarianza di funzioni proprie.

    Le famose deleghe Bassanini, oltre ad altre deleghe che avevamo, sono state svuotate. Queste deleghe, però, le Regioni le hanno e gli stessi Enti locali hanno subito un processo di decremento delle risorse.

    Nonostante questo quadro, che è un quadro nazionale che non riguarda la Regione Emilia-Romagna, riguarda tutte le Regioni d’Italia, il DEFR conferma un impegno a garantire di implementare i servizi e gli investimenti, in alcuni casi anche in aumento rispetto al quadro iniziale, senza aumentare la pressione fiscale regionale.

    Questo è un altro punto credo molto importante. Era un altro obiettivo che noi avevamo ritenuto di centrare e continuiamo a farlo.

    Come dicevo all’inizio, il punto centrale del DEFR rimane la messa in sicurezza e la ricostruzione dei territori coinvolti dagli eventi di maggio. È un evento catastrofico perché ha colpito un territorio, in primo luogo da un punto di vista umano, perché abbiamo perso delle vite, e queste non si recupereranno mai più; sociale ed economico, che riguarda una porzione di territorio che rappresenta da solo il 2 per cento del PIL nazionale con eccellenze in campo agricolo, agroalimentare, ma potrei dire anche manifatturiero, turistico e terziario.

    Questa è l’ultima emergenza in ordine temporale, perché la Regione ha affrontato numerose emergenze negli ultimi anni, tra cui la pandemia, la crisi in Ucraina con tutto ciò che chiaramente ha comportato, la crisi energetica, i disastri naturali, terremoti e alluvioni.

    Io mi permetto di dire che se il sisma del 2012 è stato il terremoto più grave dal punto di vista economico dopo l’Irpinia, gli eventi alluvionali che hanno colpito la Romagna sono stati certificati dal mondo scientifico di portata straordinaria ed unica per quantità di acqua ininterrotta in un tempo limitato su un ambito territoriale e sono stati ritenuti la terza catastrofe naturale a livello globale nella prima metà del 2023. È stata stilata da AON, questo gruppo internazionale per la gestione dei rischi e i programmi assicurativi.

    In risposta a tale emergenza sono stati rivisti e integrati gli obiettivi strategici del DEFR. La stima complessiva dei danni è quasi 9 miliardi, confermata dal Governo in occasione della richiesta del Fondo europeo di solidarietà, che giustamente è stato attivato. Sul fronte pubblico, con riferimento particolare ai fiumi dei canali, infrastrutture stradali e ferroviarie, la stima è di 4,350 miliardi di euro, con interventi urgenti e necessari per la messa in sicurezza entro la fine dell’estate (sono quasi 6.000 gli interventi per un costo stimato di 1,8). Sul fronte delle imprese dei privati, la stima rimane superiore ai 4 miliardi di euro.

    In questo frangente la Regione, in collaborazione con il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha adottato i provvedimenti urgenti e stanziato i fondi per i primi interventi di emergenza, così come ha collaborato e sta collaborando attivamente con il Commissario straordinario Figliuolo. Ma non bastano, occorrono le risorse nazionali al 100 per cento, gli strumenti straordinari in una logica di collaborazione interistituzionale di solidarietà, al fine di far ripartire tutte le attività economiche, oltre che a ripristinare le normali condizioni di vita per i cittadini, contribuire così al benessere di tutto il Paese, visto il contributo che la nostra Regione dà alla creazione della ricchezza nazionale.

    Non è un caso, e io la ringrazio, che la Presidente del Consiglio quando è venuta in queste zone ha citato l’Emilia-Romagna come la locomotiva d’Italia. Permettetemi di dire che per esperienza diretta sulla ricostruzione nelle aree del sisma la certezza delle risorse e di che cosa viene riconosciuto dallo Stato è fondamentale per ingenerare quella fiducia necessaria ad imprese e cittadini per ripartire e ripensarsi più forti di prima.

    È un tema ribadito anche ieri dal presidente Bonaccini con proposte concrete, e credo molto responsabili, anche nei confronti della finanza pubblica, come per esempio riproponendo il credito d’imposta modello sisma, così come il Covid ha dimostrato che la salute è l’elemento fondamentale per qualsiasi processo di crescita e sostenibilità economica di una società.

    È pertanto necessario che già nel 2023 – ma questo vale anche per il 2024 – siano previsti 4 miliardi di euro aggiuntivi richiesti dalle Regioni e riconosciuti necessari dal Ministro alla salute. Esiste uno scarto evidente tra il costo, quindi la spesa del Servizio sanitario nazionale riportata dal Governo nel DEF 2023, prevista in 136,43 miliardi e le poste di bilancio dello Stato previsti in 128,869 miliardi, quindi, le spese e le entrate.

    Per questo le Regioni – e parlo di tutte le Regioni, questo è il contenuto anche di molti altri DEFR di altre Regioni di colore diverso rispetto alla nostra – chiedono di stabilizzare il finanziamento del Sistema sanitario pubblico rispetto al PIL, almeno ai livelli pre-Covid.

    Noi, lo sapete benissimo, come Regione con la proposta di legge chiediamo di arrivare al 7,5 per cento, oltre a garantire l’equilibrio delle gestioni e degli anni Covid, rinnovare il patto della salute che è fermo al 18 dicembre 2019, riformare il sistema dei payback, permettetemi di dire, fondamentale per una Regione come la nostra, che è il terzo distretto mondiale per quanto riguarda la produzione dei dispositivi medici, e dare sostegno per il caro dei prodotti energetici.

    Da questo dipende l’attuazione della riforma prevista dalla Missione 6 del PNRR, e chiaramente questa Missione dipende anche dal finanziamento del decreto ministeriale 77, perché, per quanto riguarda la sanità, c’è un tema di risorse, ma c’è soprattutto anche un tema di reperimento, mantenimento e attrazione del personale.

    Una richiesta analoga delle Regioni è per l’adeguamento delle risorse per rispondere al fabbisogno del trasporto pubblico locale, il TPL, in sofferenza per mancati introiti. È una di quelle parti che da anni ha subìto dei tagli, aumento del costo dei carburanti e l’inflazione, e vorrei ricordare che per noi il TPL, Trasporto Pubblico Locale, è comunque fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici.

    Il DEFR prevede un piano di investimenti in aumento. Sono quasi 24 miliardi per i settori fondamentali, in primo luogo, chiaramente, ambiente e territorio, economia per le infrastrutture, ma anche per la cultura, lo sport, la sanità, il sociale, la scuola, la casa e il digitale, con un forte coordinamento tra i livelli istituzionali, strumenti concreti di integrazione e monitoraggio perché tutte le risorse devono essere messe a terra nel minor tempo possibile. Soprattutto, il DEFR contiene obiettivi forti di rafforzamento per il sostegno ai Comuni impegnati nei progetti PNRR con molta attenzione oggi a quelli alluvionati o dell’Appennino.

    Dobbiamo dire però che anche sul tema del PNRR oggi siamo in un momento di incertezza perché voi sapete che il PNRR è stato riprogrammato dal Governo, così come non abbiamo certezze rispetto ai fondi strutturali comunitari (cosiddetti FSC). Chiaramente, questo crea dei margini di incertezza non solo alla Regione Emilia-Romagna, ma lo crea al sistema dell’Emilia-Romagna e lo crea chiaramente anche alle altre Regioni e alle altre Istituzioni. Questo perché sappiamo che il Governo ha deciso di riscrivere modificando progetti che devono ancora essere realizzati entro la scadenza del 2026, ma alcuni dei quali probabilmente sono già in esecuzione, e sui quali il Governo sta parlando di finanziare con altre risorse.

    Non conosciamo il dettaglio, purché tra oggi e ieri non siano intervenute delle modifiche, a parte le indiscrezioni di stampa.

    Prosegue però con determinazione, nonostante queste incertezze, la nostra programmazione, soprattutto dei fondi europei 2021 e 2027: sono oltre 3 miliardi di euro, questi sono certi, quindi, con scelte nette prioritarie. In primo luogo, chiaramente, la sostenibilità del modello di sviluppo e il lavoro di qualità (questo rimane il nostro obiettivo), il cambiamento climatico, un’economia sostenibile, sostegno all’occupazione. Siamo quindi nel solco del programma, con un’attenzione molto forte – e questo lo si può vedere anche dell’incrocio rispetto ai diversi obiettivi – alla specificità dell’occupazione femminile e di quella giovanile, anche in considerazione proprio del prezzo che giovani e donne hanno pagato nella pandemia.

    Per questo sono stati individuati in questo DEFR quattro focus: uno sulle pari opportunità, uno sui talenti – voi sapete che siamo reduci da poco da una legge nuova –, le Comunità energetiche, che riguardano un altro punto fondamentale e le giovani generazioni, perché il futuro comunque sono loro, è rappresentato dalle giovani generazioni.

    Sono state confermate le altre priorità trasversali del programma di legislatura: la semplificazione delle procedure e degli adempimenti, questa è tutta la parte del pacchetto semplificazione; la piena partecipazione dell’intero territorio alla realizzazione degli obiettivi, incentivando il protagonismo della comunità, un’attenzione molto forte, e anche questa è evidente, alla montagna e alle aree interne, anche quelle più periferiche, per garantire ovunque opportunità, qualità, prossimità dei servizi, valorizzando l’identità e le potenzialità dei singoli territori, con una forte attenzione alle Unioni dei Comuni e ai Comuni.

    Rispetto al primo DEFR di legislatura, gli investimenti quantificati ammontano a più 10 miliardi. Quando parliamo di investimenti, parliamo degli investimenti pubblici e degli investimenti chiaramente di altri soggetti del sistema Emilia-Romagna; aumentano le risorse riguardanti tutti gli ambiti di investimento, e anche rispetto alla Nota di aggiornamento del 2023 abbiamo un aumento di 3,6 miliardi.

    I moltiplicatori di policy ci dicono che l’attuazione del piano potrebbe produrre un effetto sull’economia regionale molto consistente e che potrebbe avere un impatto occupazionale altrettanto importante. Si parla di quasi 190.000 unità di lavoro, considerando gli effetti diretti, e potremmo arrivare a 298.000 unità se si considerano anche gli effetti indotti.

    Chiaramente, come ho detto all’inizio, avremo bisogno delle nuove stime e del nuovo quadro macroeconomico che sarà oggetto della Nota di aggiornamento.

    In conclusione, possiamo affermare che dal DEFR emerge che l’Emilia-Romagna si caratterizza, comunque, per una sua vitalità e una resilienza non indifferente. Sta affrontando un periodo particolare di policrisi, caratterizzato da una concatenazione di sfide, che sono partite dal Covid, gli eventi alluvionali e tutte le altre vicende che ben conosciamo. Questo contesto ha messo a dura prova molteplici settori, sui quali abbiamo accentuato e stiamo accentuando l’attenzione.

    Vorrei ricordare che gli eventi alluvionali hanno inevitabilmente portato un impatto economico – anche questo va valutato – in quanto le aziende delle zone colpite tendono a subire una riduzione dei ricavi e delle occupazioni nei tre anni successivi all’evento. Qui c’è il report di Banca Italia che propone anche una possibilità di incidere in negativo sul PIL nazionale. Per questo è assolutamente necessario partire e fare presto.

    Il DEFR, però, evidenzia anche gli elementi di forza. Dal punto di vista economico, l’Emilia-Romagna continua a dimostrarsi una delle regioni più forti d’Italia, quindi una regione internazionalizzata, innovativa, attrattiva. Nonostante le sfide, ha registrato una crescita del PIL del 3,8 per cento nel 2022, superando la media nazionale. Le previsioni, che – vi ripeto – dovranno essere riviste, ad oggi per il 2023 parlano di una crescita dell’1,1 per cento.

    La resilienza economica della regione e anche sociale è evidenziata, credo, dalla capacità di programmazione. Vorrei ricordare che noi siamo partiti con un documento strategico regionale per l’integrazione dei fondi – questo è stato un elemento molto importante –, per la capacità di intervenire nei casi dell’emergenza, non solo oggi, ma sto pensando anche a tutto il periodo del Covid, per gli interventi per il rilancio del turismo dopo il Covid, dove ci siamo attestati non solo sul turismo internazionale, ma anche rispetto, per esempio, al turismo interno, per gli interventi normativi su tematiche strategiche, penso al tema della legge n. 5 sulle CER, ma penso all’energia con il piano triennale di attuazione, alla legge sul terzo settore, alla legge sui talenti, al PDL sull’economia urbana, e potremmo continuare. Ma soprattutto una capacità di investimenti diretti e indiretti, quindi con una capacità di stimolo anche agli indiretti, destinati ai settori chiave della nostra economia. Noi, infatti, pensiamo che occorra assolutamente creare ricchezza, buona ricchezza, per poi poterla anche redistribuire e creare le condizioni di benessere per tutti i cittadini e le cittadine.

    In conclusione, il DEFR mostra che l’Emilia-Romagna, pur confrontandosi con sfide di grande portata, sta dimostrando una forte capacità di reazione e di trasformazione, puntando su una visione strategica, sostenibile del suo futuro, con politiche innovative, ma anche con azioni concrete e investimenti consistenti, frutto anche di una capacità di cooperazione con le rappresentanze economiche e sociali, istituzionali e civili.

    Il confronto, come vi dicevo – oggi stiamo discutendo del DEFR –, continuerà con la Nota di aggiornamento, che ci consegnerà, chiaramente, ulteriori elementi di riflessione e di adeguamento anche del DEFR.

    Mi auguro di avere anche le vostre riflessioni e le osservazioni e chiaramente rinnovo la mia disponibilità sia all’ascolto che a comprendere le ragioni che, comunque, saranno portate in questa Commissione. Voglio ringraziare anche il mio staff, che mi sta supportando, oltre a quello dell’assessore Calvano, rispetto a questo DEFR.

    Grazie.

     

    Presidente SABATTINI. Grazie, consigliera Costi.

    Comunico che, nel frattempo, si sono aggiunti alla nostra Commissione il consigliere Fabbri, il consigliere Pelloni e la consigliera Marchetti. Spero di non essermi dimenticato nessuno.

    Prego, consigliere Pompignoli.

     

    Consigliere Massimiliano POMPIGNOLI. Grazie, presidente.

    Anch’io, ovviamente, mi unisco ai ringraziamenti di chi oggi interverrà come udienza conoscitiva sul DEFR. Tutti i passaggi procedurali sono stati ben illustrati dalla relatrice Costi sulla disamina che stiamo facendo oggi sul Documento di economia e finanza regionale. È arrivato in ritardo, come si diceva prima, per le motivazioni legate all’alluvione.

    Sarò molto più asciutto e sottile rispetto all’intervento della consigliera Costi, perché ha già identificato alcune macroaree su cui il DEFR interviene, cercando di intervenire su aspetti molto più mirati.

    Credo che questo sia un DEFR totalmente fotocopia rispetto a quello dello scorso. Questo non ce lo possiamo nascondere. Mi sono andato a rileggere i vari interventi dei relatori dell’anno scorso e saranno gli stessi che faremo quest’anno. Quindi, di fatto cambia poco, non c’è quasi nulla, se non un elemento che ha caratterizzato quest’anno la vicenda economica di questa regione, che appunto è l’alluvione. Questo sarà l’elemento determinante per l’economia regionale e su questo tema dovremo affrontare un ragionamento proprio collegato alle risorse che saranno messe a disposizione sia dal Governo nazionale, da una parte, sia dalla Regione Emilia-Romagna, dall’altra. È noto a tutti che in questi giorni stiamo affrontando come Regione Emilia-Romagna un PDL sull’alluvione, dove verranno distribuite le risorse che sono state donate nei conti correnti della Regione Emilia-Romagna proprio per gli alluvionati. Quindi, questo è uno degli elementi che caratterizza unicamente questo DEFR rispetto agli altri.

    Noi sempre parliamo di bilancio regionale e di economia e finanza regionale, ma sappiamo tutti che il nodo centrale dell’economia regionale è la sanità, l’80 per cento e più del bilancio regionale è bilancio sulla sanità, e sappiamo anche quali problematiche questo bilancio incontra.

    Anche oggi vediamo un deficit di 219 milioni, che ovviamente è in sanità, rispetto anche ai vari deficit che ci sono stati negli anni passati. Abbiamo rilevato, la stessa Corte dei conti lo rileva, delle criticità su questi aspetti. Tanto che la preoccupazione del Collegio dei revisori espressa sull’ASL è proprio sulla tenuta economico-finanziaria del sistema sanitario, rilevando, ovviamente, dei necessari approfondimenti rispetto a questa tematica.

    Io credo che sul bilancio e sulla sanità emiliano-romagnola si debba, comunque, cercare di trovare una sintesi che ricomprenda la capacità di un equilibrio finanziario, che non c’è da diverso tempo, non soltanto perché, come diceva la consigliera Costi, sono aumentati i costi dell’energia, c’è stata la guerra, c’è stata la pandemia, c’è stato il Covid, c’è stato tutto quello che c’è stato, ma probabilmente, come evidenziato anche dagli stessi revisori, il sistema così non regge più. E probabilmente non è dato da questi aumenti ma – lo dico io – da sperperi di spese sanitarie, che potevano essere evitati. Quindi, questa preoccupazione ovviamente va a incidere anche sulla programmazione economico-finanziaria di questo DEFR. Quindi, dobbiamo ripensarla in maniera totalmente diversa.

    È vero che oggi, come ieri, il presidente Bonaccini ha stabilito un principio, che è quello della sanità totalmente pubblica, ma se non funziona forse qualche pensiero di risoluzione al problema dovremmo immaginarlo. Vi do un dato in pillole proprio per tutti: un signore mi ha portato una prenotazione di una visita pneumologica prenotata l’8 maggio 2023 e l’appuntamento è fissato per il 16 gennaio 2025. Allora, se questa è la sanità migliore del mondo, come viene definita dalla Giunta e dal presidente, questi dati non dovrebbero essere così macroscopicamente allungati.

    Dall’altro lato, abbiamo anche tutto un sistema che deve essere rivisto anche dal punto di vista dell’assetto riorganizzativo territoriale di questa regione, ma soprattutto istituzionale. Qui parlo all’assessore Calvano, che ovviamente va a incrementare ed elogiare le Unioni dei Comuni e le Fusioni dei Comuni. Sappiamo benissimo – penso di averlo detto da otto anni a questa parte – che questo tipo di tematica non funziona. Le Unioni hanno completamente disatteso quelle che sono state le aspettative quando già nel 2015 si sono costituite e credo che su questi temi vi sia una visione miope rispetto a come rivedere l’assetto istituzionale di questa regione. È normale che, se oggi mi si pone un tema legato al fatto che si debba andare a incentivare ancora questo tipo di prospettazione e di assetto istituzionale all’interno della Regione Emilia-Romagna, probabilmente non si è compreso che la direzione è completamente sbagliata. E le evidenze sono oggettive rispetto ad unioni che sono completamente disastrose.

    Sulla sanità, ovviamente, ho già detto quello che è stato riportato dal Collegio dei revisori. Abbiamo anche interventi ‒ prendo il caso dell’alluvione ‒ sugli investimenti, sulla Protezione civile. Dati completamente disaggregati. Si parla di grossi investimenti, ma non si capisce dove vengono fatti questi investimenti, come vengono fatti questi investimenti, quando verranno fatti questi investimenti.

    Faccio l’esempio della vicepresidente e assessore Priolo. Si passa da 134 milioni a 265 milioni. Non si capisce il titolo per il quale si aumentino questi soldi. Più che l’altro, non si capisce che tipo di interventi dovranno essere fatti e come verranno utilizzate queste risorse.

    Insomma, c’è tanta carne al fuoco. Io spero, ovviamente, di avere, da parte degli interlocutori, oggi, idee, anche per poter apportare delle modifiche, che potranno essere fatte per l’aula attraverso gli emendamenti.

    Un’ultima nota. Mi dispiace che la relatrice Costi si limiti pedissequamente a ripercorrere quello che è stato l’intervento dell’assessore Calvano quando è stato illustrato il DEFR, ma non c’è una parola di quello che sta succedendo in Germania. Come sappiamo, la locomotiva tedesca sta arrancando. Sono legate alla Germania le sorti di molte grandi e piccole imprese del nostro territorio. Mi riferisco a Modena, a Reggio e a Piacenza, che sono le province più colpite da quello che sta accadendo in Germania. Sul sistema internazionale ed europeo nel DEFR non viene citato assolutamente nulla.

    Ascoltando le parole della relatrice, sembra di vedere una Regione che viaggia a mille all’ora, perché bisogna capire da che parte si vede e qual è la direzione. Viaggiando a mille all’ora molto spesso si rischia di andare a schiantarsi contro un muro e fare una botta molto più pesante, che, invece, cercare di avere obiettivi molto più mirati, senza dare numeri strabilianti, e andare a sistemare quelle difficoltà legate a servizi essenziali che i cittadini vogliono e all’economia delle imprese, che oggi, evidentemente, sono deficitarie rispetto a questo DEFR.

    Grazie. Aspetto, ovviamente, i contributi da parte di chi interverrà.

     

    Presidente SABATTINI. Grazie, relatore Pompignoli. Sono commosso dal fatto che ti sia riletto tutti i miei interventi dell’anno scorso sul DEFR, senza aver preso nessun... Ma questo non è importante. È una battuta.

    Segnalo la presenza della consigliera Bondavalli e del consigliere Mastacchi.

    Partiamo con gli interventi. Do la parola per primo al collega Gianni Bessi, in qualità di presidente di Confservizi. Sono emozionato a fare questa cosa, Gianni.

     

    GIANNI BESSI, presidente Confservizi Emilia-Romagna. Siete sciocchi. Voglio che venga messo a verbale.

    Alcune considerazioni di carattere generale, cercando di portare un brevissimo contributo da parte di Confservizi e delle aziende associate nel campo dei servizi energia, ambiente e acqua. Sicuramente, conoscendo bene chi è intervenuto, nell’esposizione sono stati evidenziati ed esposti in maniera puntuale, come sempre, i punti di criticità anche in un’ottica di carattere politico, giustamente, essendo l’istituzione, l’Assemblea e questo processo un campo di carattere di schieramenti politici.

    Cercherei di restare su alcuni temi, che sono rischi e opportunità di questa fase, sottolineando che strutturalmente il Documento economico-finanziario ha, giustamente, evidenziato la parte dell’emergenza alluvione. Non ha rispettato proprio i tempi esatti del percorso che di solito fa un Documento economico-finanziario. E poi, chiaramente, il suo collegamento con il Documento economico-finanziario a livello nazionale, perché determina tante delle risposte o dei quesiti posti anche da chi mi ha preceduto o, comunque, anche delle soluzioni.

    L’altro aspetto che evidenzierei alla vostra attenzione è il cambiamento, la mutazione dell’approccio, anche delle analisi di previsione, che muta, cambia sempre più, neanche rapidamente, ma con una forte accelerazione.

    Questi sono temi, secondo me, di preoccupazione. Al di là della crescita o della valutazione della crescita mondiale economica o di quella nazionale, sicuramente alcuni aspetti di fabbisogno nazionale di carattere economico-finanziario da parte dello Stato centrale creano delle rigidità a cascata anche sui nostri bilanci. Anche perché il Documento economico-finanziario, poi, è propedeutico per andare a quell’appuntamento importantissimo che è il bilancio della Regione Emilia-Romagna, che, come il Documento economico-finanziario e come il bilancio di previsione, fa parte del percorso di formazione del bilancio della nostra Regione. In più, anche il fatto che è il penultimo bilancio della legislatura.

    Dall’altra parte, vi è anche l’aspetto economico-finanziario legato alle entrate tributarie di carattere nazionale. Però, è evidente che vanno anche misurate, stimate o, comunque, monitorate anche sul piano regionale.

    Ultimo aspetto. Questo si riverbera in tutti gli obiettivi, oltre 100, di cui è costituito il nostro Documento economico-finanziario, che comunque è in continuità con tutta la legislatura, con l’XI legislatura. Passiamo da un momento, al di là delle emergenze, come è stata quella del Covid, che però ha visto anche un risultato economico-finanziario di carattere nazionale, particolarmente regionale, positivo, se non stra-positivo, a un momento di preoccupazione che non ci sia lo stesso non solo scenario, ma lo stesso risultato. A cascata, questo tocca famiglie e imprese, e soprattutto, non solo l’economia, ma anche i servizi e anche coloro che devono garantire questo tipo di servizi alle nostre comunità.

    Per quanto riguarda il contributo di Confservizi al percorso del DEFR e anche, successivamente, dell’aggiustamento ‒ giusto, assessore? ‒ che ci sarà, siamo ben disponibili non solo a dare dei contributi, ma anche, come sempre, a confrontarci.

    Grazie.

     

    Presidente SABATTINI. Grazie.

    Ricordo a tutti coloro che decidono di intervenire oggi che possono mandare, eventualmente, contributi alla discussione alla Segreteria della Commissione.

    Do la parola a Losi Loretta per l’Alleanza delle Cooperative.

    Saluto anche il dottor Zanoni per Confcooperative e il dottor Rusconi per Confindustria.

    Prego.

     

    Loretta LOSI, Alleanza delle Cooperative. Grazie per questa preziosa occasione di confronto su un documento così importante, di non facile e, soprattutto, non breve lettura, devo dire. È stato un lavoro leggere questo corposo documento.

    Io, ovviamente, parlo a nome di tutta l’Alleanza delle Cooperative italiane. Dentro questo intervento mi limiterò a una rappresentazione schematica dei temi di interesse, certa che sarà possibile lavorare in seguito per approfondire queste tematiche e trovare azioni che ci aiutino insieme a raggiungere gli obiettivi che questo documento si propone.

    Il primo tema che non posso eludere, da cui non possono scappare, è il tema legato al welfare. Il nostro welfare è ovviamente molto “lavorato” insieme alla cooperazione. Il welfare regionale è un welfare che è davvero un sistema molto integrato con il privato sociale in particolare. Ma il dopo Covid ci consegna un settore che è ormai allo stremo e che ha sempre più difficoltà a sostenere e a mantenere gli stessi livelli di attività che ha visto fino ad oggi.

    Se assumere la consapevolezza di quanto rappresenta la cooperazione in questo settore è indispensabile anche per la Regione Emilia-Romagna, significa lavorare perché questo prezioso contributo non vada perso, anche in termini di lavoro e di sostegno al lavoro e di reddito dignitoso per questo lavoro.

    Noi abbiamo un’interlocuzione aperta da tempo con la Regione Emilia-Romagna, e stiamo rivedendo alcuni asset strategici per noi: tutta la legge sull’accreditamento, tutta la parte che riguarda la qualificazione del lavoro sociale. È importante che il lavoro sociale venga riconosciuto e che vengano riconosciuti anche i rinnovi dei contratti di lavoro. Diversamente, sarà difficile mantenere dignitosamente questo tipo di attività.

    Non parlo della sanità perché ne avete detto moltissimo. Ci limitiamo però a dire che l’Alleanza delle Cooperative sosterrà la battaglia della Regione Emilia-Romagna perché sia aumentato il PIL nazionale a favore di tutto il sistema sanitario.

    Così come sosterremo, e siamo convinti che non dobbiamo stare ai margini di un lavoro e di un percorso che ci vede anche protagonisti sull’integrazione sociosanitaria, che riguarda tutta l’attività che ha visto la Regione impegnata nella costruzione delle Case della salute e delle Case di comunità.

    Non possiamo parlare di welfare senza parlare del diritto all’abitare. Sta diventando, secondo noi, urgente pensare a una nuova politica che metta al centro il diritto all’abitare. Le nostre città sono meno attrattive anche perché è faticoso abitare nelle nostre città, per chi viene da fuori e accede ad alcuni tipi di lavoro che non sono redditualmente così importanti.

    Questo significa che le nostre imprese ci segnalano sempre più spesso che questo è un elemento di freno rispetto alla ricerca di nuovo personale. Ricerca di nuovo personale che è uno dei leitmotiv che noi sentiamo sempre di più in questo periodo. C’è una grandissima penuria di personale, di personale qualificato ma anche non qualificato. I costi che devono essere sostenuti nelle nostre città, da una parte per fortuna, dall’altra purtroppo, sono sicuramente un elemento di cui noi dobbiamo tenere conto. Chiediamo quindi alla Regione che dentro al Documento di programmazione strategica di questa Regione possa esserci un disegno con un grande piano strategico che proponga una nuova idea delle nostre città e che parta dal tema della rigenerazione urbana e del sostegno ai nuovi abitanti, quindi dal social housing, all’abitare condiviso, a nuovi interventi di edilizia pubblica. Per quanto ci riguarda, ovviamente ci troverete, in questo senso, al vostro fianco.

    Arrivo a un argomento toccato già in un paio di occasioni, cioè al trasporto pubblico locale. Il trasporto pubblico locale non è solo pubblico, è anche in parte giocato e agito dai privati. Lo abbiamo visto bene durante il Covid, nella rappresentazione plastica di quanto siano state importanti anche le aziende private e le cooperative, ma non solo, che hanno affiancato il trasporto pubblico locale. Rappresentano circa il 30 per cento del trasporto pubblico fatto in questa Regione, quindi anche qui, una scelta strategica di una partnership pubblico-privata che ci veda nell’ottica del processo di industrializzazione che deve avere questo settore, e che il ruolo delle imprese private sia riconosciuto con pari dignità. Per noi è davvero fondamentale.

    Il rischio è che in questa Regione arrivino appetiti da fuori, perché comunque è una Regione che richiama anche questo tipo di possibilità.

    Il trasporto pubblico locale non è privo di conseguenze, anche se vogliamo parlare di trasporto e di logistica sostenibile. L’Emilia-Romagna è una cintura ed è attraversata da un flusso di traffico veramente imponente, che è particolarmente gravoso da sostenere anche per noi cittadini. Quindi credo che il tema della logistica e della mobilità sostenibile sarà uno dei temi su cui si giocherà buona parte della nostra capacità di rendere sostenibile tutta la Regione, tutto il nostro contesto urbano e industriale.

    Noi abbiamo in atto una importante interlocuzione con la Regione su questo tema per garantire davvero la vivibilità dei nostri territori in un’ottica di sostenibilità. Secondo noi bisogna accelerare nella definizione del piano, sollecitando il Governo a fare alla svelta per l’approvazione delle ZLS, che sono un elemento abbastanza importante di questo piano, in modo da procedere speditamente anche verso le imprese che hanno deciso di investire in questo settore. È un settore, badate bene, in cui stanno partendo davvero importanti innovazioni tecnologiche e digitali che mirano a migliorare le prestazioni e a ottimizzare non tanto i tempi di lavoro, in quanto tempi lunghi o corti, ma nella sostenibilità ambientale, quindi trasporti fatti meglio e pensati in modo più efficace.

    Sono nate academy dentro le imprese, che sono volte a sostenere i percorsi di formazione necessari, perché – anche qua – abbiamo una scarsità di personale molto importante. Vi cito soltanto un aneddoto: una delle più grandi aziende cooperative di questo settore mediamente ha fermi dai 70 agli 80 camion tutti i giorni, perché avrebbe il lavoro ma non ha gli autisti.

    I costi di questa operazione sono costi imponenti, di cui oggi si sta facendo carico la cooperativa (banalmente, le CQC piuttosto che altre). Quindi, da una parte il personale, dall’altra la necessità, perché tutto diventi davvero più sostenibile, di aiutare e sostenere il rinnovamento del parco mezzi perché è politica indispensabile per andare nell’ottica di un miglioramento della qualità della vita e dell’ambiente.

    Tocco brevemente anche il tema delle aree interne, perché è un tema vastissimo, chiaramente, che riguarda una grandissima parte del nostro territorio, una parte molto importante e anche molto disagiata, molto sotto pressione perché sta depauperandosi ancora una volta rispetto agli abitanti, eccetera.

    Noi stiamo facendo nel nostro piccolo quello che riusciamo e crediamo che sia una parte importante: l’invenzione delle cooperative di comunità, perché è stata ormai anni fa un’invenzione, ha visto però questi territori ricominciare a pensare e a progettare delle cose, e per noi questo è un risultato molto interessante in termini di servizi che queste società possono erogare ai cittadini che decidono di riabitare in quei posti.

    La Regione Emilia-Romagna su questo ha fatto una legge. Chiediamo che questa legge venga sostenuta per sostenere queste attività che diversamente, lo sappiamo bene, non possono, all’inizio soprattutto, autosostenersi, ma che rappresentano un valore aggiunto indispensabile per i nostri territori.

    Adesso veramente solo dei titoli: per noi è importante che si prosegua sulla strada della semplificazione burocratica, che rappresenta un costo molto significativo per le imprese. Crediamo che in questa fase soprattutto, di grande difficoltà rispetto ai tassi di interesse a sostenere i Confidi, perché possano accompagnare le imprese, soprattutto quelle medio-piccole, nell’accesso al credito.

    Una migliore integrazione tra le Agenzie per il lavoro e le imprese che ci aiuti nella ricerca di personale e nella definizione dei percorsi formativi per questo personale.

    Ultimo, ma non ultimo, crediamo che sia vero, e secondo noi è vero, che la cooperazione è una risorsa imprescindibile di coesione sociale per un’equa distribuzione del reddito in un territorio come l’Emilia-Romagna, allora riteniamo che meriti siano confermate le risorse necessarie a svolgere quel ruolo sociale che le viene riconosciuto dall’articolo 45 della Costituzione.

    Grazie.

     

    Presidente SABATTINI. Grazie mille. Le ricordo, se ha un contributo scritto, di farlo pervenire alla Segreteria della Commissione.

     

    (interruzione)

     

    Presidente SABATTINI. Grazie mille.

    Andiamo all’ultimo intervento, il dottor Alberani per il Forum del Terzo Settore.

     

    (interruzione)

     

    Presidente SABATTINI. No? Mi avevano indicato male.

    Non ho altri interventi in udienza conoscitiva, per cui darei la parola all’assessore Calvano per trarre le conclusioni e dare qualche risposta, non prima ovviamente di avervi ringraziato ulteriormente di aver contribuito con i vostri contributi e con quelli che vorrete farci pervenire.

    Prego, assessore.

     

    Paolo CALVANO, assessore. Grazie, presidente. Grazie ai relatori, a partire dalla relatrice Costi, per aver illustrato le linee su cui abbiamo costruito il DEFR 2024-2026. Grazie anche per gli interventi che sono stati espressi e per le considerazioni che sono state fatte, che devono essere assolutamente tenute in debita considerazione da parte nostra, ma anche per l’interlocuzione continua che abbiamo con tutti i rappresentanti del mondo produttivo e delle parti sociali, perché credo che ci sia uno stimolo reciproco a cercare di dare risposte ai tanti problemi che abbiamo di fronte.

    Perché è importante il DEFR? Non solo perché ci indica le linee su cui vorremmo costruire le politiche del prossimo triennio. Peraltro, è normale su questo che ci sia continuità tra il primo DEFR e quello che stiamo presentando oggi, altrimenti ci sarebbe qualche problema, una continuità purtroppo spezzata in alcuni casi dal fatto che arrivano situazioni impreviste, che dobbiamo fronteggiare. In questo DEFR, quindi, inevitabilmente ci siamo trovati di fronte alla necessità di ritarare gli obiettivi dell’Amministrazione in funzione di quello che è successo, del dramma avvenuto nei territori alluvionati, che non è l’unica emergenza che ci troviamo a fronteggiare. È quella più rilevante indubbiamente, ma ce ne sono altre che, ad esempio, stiamo affrontando anche nel progetto di legge, richiamato anche in quest’aula, dal granchio blu agli effetti delle grandinate e del cambiamento climatico più in generale. Però, è importante il DEFR perché è l’inizio del ciclo di bilancio 2024. In questa seduta, ad esempio, dopo questa audizione, andremo ad approvare, spero, il rendiconto consolidato dell’Emilia-Romagna, che chiude il ciclo di bilancio 2022, perché è l’ultimo passaggio. Quindi, chiudiamo il 2022 e oggi iniziamo il 2024. Nel mezzo c’è l’evoluzione del 2023. Quindi, è un passaggio importante.

    Raccolgo già alcune sollecitazioni che sono emerse su come costruire il bilancio 2024, perché nel bilancio 2024 avremo diverse questioni da affrontare, alcune ben richiamate dalla consigliera Costi e ben ricordate anche da parte di chi è intervenuto. Abbiamo indubbiamente un tema legato alla sanità. A me spiace – devo dire la verità – di non essere ancora riuscito, anche rispetto al dibattito in aula, a far capire come ormai questo problema abbia scavallato i confini di una regione e sia diventato un problema nazionale. Ce lo dicono i bilanci di tutte le Regioni. Quando quindici bilanci su venti chiudono, al 31 gennaio 2022, in deficit sanitario – ognuno di noi, poi, ha trovato le coperture, compresa l’Emilia-Romagna – è sintomatico di una situazione che ormai ha assunto un carattere di generalità, rispetto alla quale servono necessariamente delle risposte. Devo dire che noto nelle parole – spererei di vederlo anche nei fatti – del ministro Schillaci che questa consapevolezza sia maturata, perché è evidente che il ministro stesso dice che oggi il sistema si regge se ci mettiamo altri 4 miliardi, altrimenti il sistema non regge. E noi siamo lì, siamo in quel contesto.

    Io non nego le difficoltà che ci sono anche sulla sanità dell’Emilia-Romagna. Apparirei un marziano se non vedessi le problematiche che ci sono sulle liste d’attesa. Però, è evidente che la domanda che mi sorge è questa: se questi problemi ci sono in Emilia-Romagna, cosa sta succedendo nel resto del Paese? Non perché siamo i più bravi, perché vuol dire che, se ci sono in Emilia-Romagna, ci sono da tutte le altre parti. E purtroppo è così, è drammaticamente così. Quindi, serve indubbiamente una risposta di sistema e serve una risposta anche rispetto alla riorganizzazione del sistema sanitario emiliano-romagnolo, su cui il collega Donini sta alacremente lavorando, ma rispetto alla quale serve davvero maturare una consapevolezza condivisa.

    Mi permetto di aggiungere una cosa, che si è colta soprattutto nell’intervento del rappresentante dell’Alleanza delle Cooperative. L’altro punto su cui dobbiamo stare veramente attenti è il Fondo per la non autosufficienza, perché l’andamento demografico ci dice che dobbiamo preoccuparci della natalità – e ci mancherebbe –, ma ci dice anche che dobbiamo trovare il modo di preoccuparci di più anche dei nostri anziani, perché stanno aumentando, e quindi aumentano i loro bisogni. Pertanto, il Fondo per la non autosufficienza nazionale e regionale diventa una di quelle cose che inevitabilmente dovrà crescere. E il fatto che lo si sia fatto crescere in assestamento nel 2023 e che già lì si sia detto che quella crescita non è una misura straordinaria di assestamento, è il punto di partenza del 2024, tant’è che ci abbiamo messo 20 milioni in più, vi dà l’idea di come rischi di esserci progressività costante in quel tipo di spesa.

    Quando Regioni come l’Emilia-Romagna, ma anche il Veneto – guardate, non la metto giù dal punto di vista politico –, hanno un Fondo regionale per la non autosufficienza che è superiore al Fondo nazionale vuol dire che c’è un problema. Se il Fondo nazionale è 500 milioni, il Veneto ce ne mette 700, noi ce ne mettiamo 550, quindi le singole Regioni ne mettono di più di quello che ci mette lo Stato, c’è un problema, problema che dobbiamo affrontare. Anche qui serve una risposta di sistema. Il dialogo con i soggetti che operano lì è indispensabile. E questa è la strada che stiamo provando a seguire, ribadita anche all’interno del DEFR, su cui torneremo anche con il bilancio 2024-2026, perché è una di quelle spese che è incomprimibile, guardando l’andamento demografico non solo dei prossimi anni, dei prossimi decenni. Quindi, credo che si debba raccogliere l’appello fatto sul versante del welfare.

    Così come mi permetto di dire che anche la questione del trasporto pubblico locale sarà dirimente. In questo caso mi preme sottolineare che sanità, welfare e trasporto pubblico locale sono quei servizi pubblici che consentono di fare coesione sul territorio. Un trasporto pubblico efficiente è un trasporto pubblico che consente a uno che abita sul cucuzzolo della montagna di poter raggiungere, anche se non ha grandi disponibilità economiche, il luogo che deve raggiungere, che sia il luogo di lavoro o il luogo di svago, che consente ai nostri studenti di andare a scuola, a prescindere dal livello di reddito, a prescindere da dove si è nati.

    I servizi, compreso il trasporto pubblico locale, sono un grande strumento di coesione e anche una roba su cui c’è un’economia, perché i servizi aggiuntivi che abbiamo potuto mettere in campo durante il Covid, lo si diceva, l’abbiamo fatto grazie a una sinergia tra quello che fa il pubblico con le proprie aziende e una sinergia con il sistema privato; pubblico che sulle proprie aziende sta investendo, credo ci sia traccia di questi investimenti anche all’interno del DEFR, moltissimo sulla innovazione della nostra flotta, sia per quanto riguarda i treni sia per quanto riguarda i bus.

    Quindi, anche qui mi sento di poter dire che quell’appello va assolutamente raccolto e trasformato anche in fatti. Anche qui, in assestamento abbiamo fatto uno di quei balzi in avanti rispetto ai quali non si può tornare indietro nei prossimi bilanci.

    È chiaro che in tutto ciò questi servizi sono fondamentali per la tenuta della coesione, perché uno degli obiettivi che si dà questa Regione, e mi pare che anche questo nel DEFR si possa leggere, pur essendo un bel documentone da leggere. Lo si percepisce nel fatto che vogliamo fare in modo che la crescita non sia solo un dato economico, ma che si trasformi e che determini effetti sociali.

    Da questo punto di vista credo che tutti possano cogliere, anche nelle previsioni che facciamo nel DEFR, il fatto che siamo in una situazione in cui la Regione Emilia-Romagna - non grazie alla Regione, Istituzione, la Regione è uno degli attori, ma grazie al proprio sistema di imprese - continua ad essere una di quelle Regioni che dà un contributo positivo al PIL del Paese, che cresce mediamente più del PIL del Paese.

    Ad esempio, anche sulla vicenda dell’alluvione si nota come ci sia stata la volontà, ce lo dice l’utilizzo della cassa integrazione, di ridurre al minimo le giornate di chiusura, tant’è vero che la cassa integrazione è stata usata per 30 milioni su 1 miliardo a disposizione. È il segnale di imprese che anche nei momenti di più grande difficoltà fanno di tutto per continuare ad essere produttive. È merito di chi investe su queste imprese, è merito di chi lavora in queste imprese, che spesso sono una grande squadra.

    Concludo con una nota, e mi dispiace che sia andato via il collega Pompignoli. Vi devo dire la verità, pensavo che in quest’aula non si tornasse più sul tema del “se continuare a fare le Unioni oppure no”. Sapete perché pensavo che non ci si tornasse più? Perché poche settimane fa il ministro Piantedosi ha depositato in Consiglio dei Ministri la bozza, ben articolata, sulla riforma del Testo unico degli Enti locali.

    Credo sia giusto leggerne alcuni passaggi.

    Scrive il ministro Piantedosi: “Tra i princìpi di riassetto dell’ordinamento amministrativo ci deve essere quello di favorire il massimo grado di integrazione tra i Comuni, graduando la corresponsione dei benefici in relazione al livello di unificazione, con riferimento alla tipologia e alle caratteristiche delle funzioni dei servizi associati o trasferiti, in modo tale da erogare maggiori contributi nelle ipotesi di massima integrazione.

    Secondo principio: prevedere una maggiorazione dei contributi nelle ipotesi di fusione e di Unione rispetto alle altre forme di gestione sovracomunale. Firmato, ministro Piantedosi”.

    Quindi, mentre sull’immigrazione siamo molto distanti dal ministro Piantedosi, devo dire che sugli assetti comunali Piantedosi è uno di noi.

    Confido che questo sia assorbito nel dibattito dell’Assemblea, perché in quel Testo Unico degli Enti locali tiriamo via dal tavolo il dibattito se fare in modo che i Comuni debbano lavorare insieme e spero cominci una fase nella quale dibattiamo sul come devono lavorare insieme, non sul se devono lavorare insieme. Devo dire che non solo su quel passaggio, ma anche su tanti altri passaggi viene previsto il riconoscimento della corresponsione di un’indennità ai Segretari comunali che diventano Segretari delle Unioni, cosa che oggi non si può fare, viene prevista la possibilità per le assunzioni di assumere personale a prescindere dalle dotazioni di organico che gli danno i Comuni. Insomma, si fa un grande salto di qualità. Non posso non definirlo così.

    Quindi, quello che abbiamo scritto nel DEFR è assolutamente coerente con quanto oggi sta immaginando il Governo rispetto al tema della integrazione tra i Comuni, che è uno di quegli elementi su cui lavorare, anche in una logica di semplificazione.

    Creare le condizioni affinché ci siano aree vaste nelle quali i cittadini sanno di potersi muovere, sapendo di trovare uniformità di regole, credo che sia uno degli obiettivi che ci dobbiamo dare. Lo stiamo facendo, ad esempio, con il grande investimento, anche ulteriore, sullo sportello unico delle attività produttive, sulla nostra piattaforma dello sportello unico delle attività produttive, in modo tale che l’impresa che investe a Piacenza o che investe a Rimini ha di fronte a sé uno stesso strumento su cui lavorare e su cui rapportarsi alla pubblica amministrazione, secondo quel principio del “ti do i miei dati una volta e siccome ce li hai non c’è bisogno tutte le volte di replicarli”. Banalizzo, però ci siamo capiti.

    Ecco, io credo che si debba avere questa prospettiva e anche il percorso di riassetto istituzionale su questo ci può aiutare. Ancor più convintamente noi proseguiamo su questa strada, perché, laddove aumenteranno i contributi a favore di chi fa Unioni nelle proprie Regioni, noi non possiamo che essere contenti di questo tipo di impostazione, perché significa che l’Emilia-Romagna ci sarà. Insieme all’Emilia-Romagna ci sarà un’altra Regione, il Veneto, perché proprio di recente, insieme al collega veneto, abbiamo fatto un’iniziativa con l’Università Ca’ Foscari, in cui abbiamo detto cose davvero molto simili sul fatto che l’integrazione tra i Comuni, le Unioni dei Comuni, le fusioni, laddove ci sono situazioni che inevitabilmente dovrebbero portare lì, possono essere una delle soluzioni ai problemi che oggi ci sono nella pubblica amministrazione, compreso, a volte, quello di reperire le competenze, perché in alcuni territori è faticoso anche fare in modo che i concorsi non vadano a vuoto. Questo tema di mismatch tra domanda e offerta c’è nel privato, ma c’è anche, purtroppo, nel pubblico, e credo che sia un’altra delle sfide che avremo di fronte nei prossimi anni.

    Ho finito, presidente. La ringrazio.

     

    Presidente SABATTINI. Grazie, assessore Calvano.

    Ricordo l’iter del DEFR, che ci porterà poi in aula: il 5 ottobre avremo la discussione generale, l’11 ottobre l’esame dell’articolato con la scadenza degli emendamenti per la Giunta al 6 ottobre e per i colleghi consiglieri al 9 ottobre.

    Ringraziandovi ancora per la partecipazione, ci prendiamo un minuto per lo stacco del collegamento e proseguiamo la seduta con l’ulteriore punto all’ordine del giorno.

    Grazie ancora.

     

     

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