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Legislatura XI - Commissione III - Resoconto del 22/09/2023 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 27

    Seduta del 22 settembre 2023

     

    Il giorno 22 settembre 2023 alle ore 15,00 è convocata, con nota prot. n. PG.2023.22762 del 19/9/2023 presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, viale A. Moro n. 50, la Commissione Territorio, ambiente, mobilità, in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del presidente, della vicepresidente Rossi e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Amico (ERCEP); Bulbi, Dalfiume, Montalti, Rontini (PD); Castaldini (FI); Evangelisti (FDI); Liverani, Marchetti D. (Lega); Piccinini (M5S); Zamboni (EV); nonché degli altri partecipanti in via telematica, in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    CALIANDRO Stefano

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    OCCHI Emiliano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    assente

    ROSSI Nadia

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    5

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    presente

    COSTA Andrea

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    DALFIUME Mirella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    DELMONTE Gabriele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    assente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Bonaccini Presidente

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RONTINI Manuela

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

     

    Sono altresì presenti le consigliere Francesca Marchetti (PD) e Palma Costi (PD) e Paolo Calvano, Assessore al bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale, rapporti con Ue.

     

    Presiede la seduta: Stefano CALIANDRO

    Assiste la segretaria: Silvia Fanti

     


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

     

    -     Audizione della Città Metropolitana di Bologna, delle Province e dei Comuni per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza a seguito degli eventi alluvionali del maggio 2023 e dei Comitati dei cittadini delle zone colpite

     

     

    Presidente Stefano CALIANDRO. Hanno firmato la loro presenza in Aula i colleghi Amico, Bulbi, Dalfiume, Liverani, Montalti, Piccinini, Rontini e Marchetti Francesca.

    Inizio con l’appello per chi ci segue da remoto.

    Chiedo se il consigliere Occhi è collegato. C’è la collega Evangelisti. Non l’avevo vista.

    Il consigliere Occhi è collegato? No.

    La consigliera Rossi credo che sia collegata. Rossi Nadia. Rossi Nadia ha scritto in chat, per caso? No. Mi dite chi ha scritto in chat, così lo comunico? Daffadà, Pelloni, Pigoni. C’è anche la consigliera Costi. La consigliera Rossi ha scritto adesso. Bene. Continuo con quelli che non si sono accreditati per le vie brevi.

    Castaldini Valentina è collegata? No.

    Costa Andrea. Ha scritto in chat. Bene. Eccolo.

     

    Consigliere Andrea COSTA. Buongiorno.

     

    Presidente CALIANDRO. Buongiorno.

    Delmonte Gabriele è collegato? No.

    Fabbri Marco?

     

    Consigliere Marco FABBRI. Buon pomeriggio.

     

    Presidente CALIANDRO. Buongiorno.

    Michele Facci è collegato? Non è collegato.

    Gibertoni Giulia è collegata? No.

    Marchetti Daniele è collegato? No.

    Mastacchi Marco è collegato? Neanche Mastacchi Marco.

    Montalti, Pelloni, Piccinini, Pigoni ce li ho.

    Pompignoli è collegato? No.

    Rainieri è collegato? No.

    Sabattini Luca credo che sia collegato. Ha scritto in chat? Buongiorno.

    Tagliaferri Giancarlo è collegato?

    Zamboni Silvia è collegata o ha firmato? No.

    Procedo con il secondo appello. Verifichiamo se si sono nel frattempo collegati i colleghi. Occhi no, Castaldini no, Delmonte no, Facci no, Gibertoni no, Marchetti Daniele no, Mastacchi Marco no, Pompignoli Massimiliano, Rainieri Fabio, Tagliaferri Giancarlo, Zamboni Silvia.

    Comunicatemi se nel frattempo si dovessero collegare o ci dovesse raggiungere qualcuno dei colleghi.

    Buon pomeriggio a tutti. Oggi, per volontà della Commissione da me presieduta e dei due relatori, i colleghi Rontini e Liverani, abbiamo deciso di audire la Città metropolitana di Bologna, le Province, i Comuni e tutti i Comitati che hanno manifestato la loro intenzione a codesta Commissione in conseguenza dell’approvazione del pdl n. 7380 che la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo per utilizzare i fondi relativi alle donazioni volontarie conseguenti ai fatti dell’alluvione.

    La riunione quindi si svolge in maniera veloce e accidentale da un punto di vista della procedura classica, perché la volontà è stata quella di dare veloce attuazione al provvedimento di legge che la prossima settimana, appunto, verrà sottoposto all’approvazione dell’aula e, auspicabilmente, anche votato.

    In questa modalità abbiamo scelto comunque di audire i rappresentanti delle Istituzioni e i rappresentanti dei Comitati che hanno fatto richiesta per poter dare la possibilità, eventualmente, ai relatori e ai Consiglieri regionali, di poter presentare emendamenti, riflessioni, ordini del giorno, note di indirizzo nell’ambito della discussione che si svolgerà la prossima settimana in aula.

    Fatte queste premesse, corre l’obbligo di evidenziare che, tra le numerose disponibilità a partecipare in presenza e da remoto, sono arrivate in maniera significativa alcune richieste di intervento che abbiamo già calendarizzato.

    Per ragioni meramente organizzative, chiedo se, oltre ai relatori dei Comitati, i signori Martino Pioggia, Alessandra Bucchi e Stefano Gaiardi, vi fossero altri rappresentanti dei Comitati che intendessero intervenire oltre a questi, perché ce ne sono diversi. Adesso non sto a fare l’elenco di tutti quelli che partecipano in presenza e da remoto, ma se ci fosse qualcun altro è pregato di farlo sapere alla Presidenza entro la fine degli interventi dei due relatori, in modo tale che possiamo anche programmare i tempi che ci diamo per i rispettivi interventi.

    Fatta questa premessa, chiedo alla relatrice Rontini di illustrare il provvedimento e poi, chiaramente, al suo collega Liverani. Prego.

     

    Relatrice Manuela RONTINI. Grazie, presidente.

    Buon pomeriggio a tutte e a tutti. Mi unisco ai ringraziamenti del collega Caliandro, innanzitutto a voi per aver accettato il nostro invito, la nostra proposta di ascolto.

    Riferiva il presidente che nei giorni scorsi l’Ufficio di Presidenza della III Commissione assembleare, quella che il collega Caliandro presiede, ha valutato all’unanimità la mia proposta di audire i Comitati, i sindaci e i presidenti di Provincia. Ieri la Giunta ha fatto un passaggio su questo testo di legge, anche con il Patto per il lavoro e per il clima, lo strumento che tiene insieme il sistema delle imprese e delle organizzazioni economiche sindacali, dell’associazionismo e delle banche, in modo che, stante i tempi stretti che la volontà di essere tempestivi nell’erogare le risorse ai cittadini ci consegna, non abbiamo rinunciato ad un momento di ascolto e di confronto.

    Oggi sarò velocissima perché penso che sostanzialmente il testo del provvedimento sia noto e l’udienza conoscitiva, così come l’audizione, ce lo diciamo sempre, è l’unico momento praticamente in cui noi consiglieri ascoltiamo e diamo la parola agli altri, diamo la parola alle rappresentanze, in questo caso, a sindaci e Comitati, per capire cosa pensate, quali suggerimenti, quali spunti offrite al legislatore. Questa è una prassi che questa Regione si porta con sé da sempre.

    Non abbiamo mai avuto la pretesa di pensare di avere da soli le risposte che servono ai nostri cittadini, soprattutto in un momento complesso come quello che la nostra terra, soprattutto una parte della nostra terra, sta vivendo.

    Io, come il collega Liverani, vengo da Faenza. Qui ci sono tanti rappresentanti dei Comitati della mia città. Li saluto. Tutti voi avete vissuto sulla vostra pelle momenti, settimane difficilissime che avete condiviso anche con i livelli istituzionali. Quindi, c’è la volontà di provare insieme a fare un percorso per poter rimettere in condizioni le famiglie, le imprese e le comunità di ripartire e di essere, prima o poi, lo dico perché ci credo davvero, anche avendo osservato quello che è successo nel 2012, in un’altra parte dell’Emilia-Romagna, in Emilia, con il terremoto, quelle terre con il tempo sono ritornate ad essere più forti di prima.

    È chiaro che serve un impegno corale da parte di tutto il sistema delle Istituzioni. Non servono le polemiche, non serve perder tempo. Serve provare a giocare in squadra.

    Vi ribadisco anche qui l’invito che ho fatto ai colleghi di minoranza. L’auspicio è che su questo progetto di legge, in aula, la prossima settimana, perché vogliamo essere veloci, ci sia il voto unanime dell’Assemblea legislativa.

    Questo ci consegnerebbe anche la possibilità di essere più efficaci nel confronto, nel dibattito che abbiamo con gli altri livelli istituzionali, perché nel più breve tempo possibile chi ha fatto le promesse di ristorare al cento per cento le famiglie, le imprese e i cittadini possa farlo. Lo deve fare e noi non smetteremo un secondo di chiedere che quanto è stato promesso trovi la piena compiutezza. Vengo al testo del provvedimento, che è molto semplice, l’avete visto, sono sette articoli. Sostanzialmente, questo progetto di legge si occupa di fare due cose. Da una parte, e serve una norma per poterlo fare, autorizza la Regione Emilia-Romagna ad utilizzare le risorse che sono state raccolte grazie al Fondo di Protezione civile, grazie a quel conto corrente aperto e, soprattutto, grazie alla grandissima generosità di tanti cittadini, di tante imprese, di tante persone emiliano-romagnole, e non solo, che hanno versato da pochi euro ad alcuni milioni di euro per contribuire alla rinascita del nostro territorio. Dall’altra parte, questo provvedimento mette a disposizione 5 milioni di euro, andandoli a prelevare, in quel caso, dal nostro bilancio dell’Ente, per fare altre tre cose: andare a ristorare, risarcire tutte le persone proprietarie di un’auto demolita, che la demoliranno entro novembre 2023, della tassa automobilistica pagata, il cosiddetto “bollo”; mette a disposizione 3 milioni di euro per i territori che nel luglio di quest’anno sono stati oggetto anche delle trombe d’aria, dei fortunali e di altri eventi calamitosi, i cui territori sono ricompresi in alcune delibere, che sono andate a delimitare le zone; e poi mette a disposizione 1 milione di euro per ristorare le aziende che si occupano di pesca, i pescatori delle nostre coste alle prese quotidiane con il flagello del granchio blu.

    Venendo alla prima parte del provvedimento, che so essere quella di grande interesse per chi oggi è qui con noi, il testo ‒ lo dicevo, lo avete visto ‒ è molto snello. Questo io penso che ci consenta, consentirà alla Giunta, che dovrà poi fare i bandi attuativi per far sì che queste risorse vengano messe a terra e consegnate con le procedure, auspichiamo, più tempestive possibili, l’ho già detto più volte, ma anche le più semplici possibili... Penso che sul CIS la dimostrazione che le cose si possono fare in maniera semplice questa Regione l’abbia data.

    Le mette a disposizione ‒ dicevo ‒ di cittadini intestatari di veicoli danneggiati dagli eventi alluvionali. La formulazione presente nel testo di legge di “danneggiati” è molto ampia. È vero che si è parlato per ora molto delle auto rottamate. Dal confronto che abbiamo avuto, anche in sede informale, con alcuni di voi, ci è chiaro che la platea delle situazioni è molto diversa, è molto articolata. C’è chi l’auto l’ha rottamata, c’è chi ha deciso di spendere un po’ di risorse e ha provato a ripararla, c’è chi ha fatto altre scelte. Bisogna capire se saremo nelle condizioni di fare un procedimento, il più comprensivo possibile. Penso sia utile oggi anche ascoltare voi, ascoltare i sindaci, perché sono coloro che sono stati a contatto quotidiano con le loro comunità e hanno il polso di quello che è successo.

    La formulazione parla di “veicoli”. Anche qui, si è parlato molto di auto, ma sono comprensive anche le moto. I motoveicoli sono nella categoria dei “veicoli”. Il procedimento parla di dare risposta alle famiglie e alle persone in condizioni di particolare fragilità economica e sociale. Parla delle imprese, che ad oggi ‒ mi si consenta ‒ non hanno ancora lo strumento per poter raccontare a chi di dovere cosa è successo e fare le perizie. Quindi, ci sono territori in cui, in maniera virtuosa, penso alla provincia di Ravenna e Ferrara, penso agli altri territori che stanno nella Camera di Commercio della Romagna, sono in essere bandi che le Camere di Commercio hanno fatto per le imprese, in cui si parla di tetti fino a 7.000 euro. Speriamo che i plafond a disposizione degli Enti camerali siano sufficienti a coprire tutte le domande. Altrimenti questo progetto di legge ci consentirebbe di andare a colmare quelle misure. Infine, parla di risposte agli Enti locali per interventi straordinari rivolti a scuole, impianti sportivi e attività culturali e sociali. Sappiamo che alle infrastrutture in somma parte stanno rispondendo, o dovrebbe rispondere, la struttura commissariale. Ci è anche è chiaro che, anche qui, nell’articolazione grande del territorio, che è fatto di collina, montagna, di pianura, di frane e allagamenti, forse rimanere un margine di possibilità per rispondere e andare a intervenire laddove la struttura commissariale, con le risorse che le vengono date, non dovesse farcela, potrebbe mettere in mano quella flessibilità utile a rispondere alle comunità, a rispondere ai cittadini.

    Penso ‒ e ho finito ‒ che il lavoro che i sindaci hanno fatto, e mi si dia l’occasione per ringraziarli, per far sì che tutti i ragazzi delle nostre scuole ritornassero nei banchi il 15 settembre, con qualche sacrificio, meriti il nostro ringraziamento. Non era scontato. Penso che anche gli sforzi economici di risorse, di progettazione, di re-immaginazione fatti in quelle ore, che hanno dato una risposta positiva, abbiano parlato ai cittadini, alle persone, alle famiglie alluvionate.

    Io ho finito. Andremo in aula martedì e mercoledì della settimana prossima perché vogliamo essere tempestivi, ma non volevamo rinunciare a un momento di ascolto.

    Come da prassi, dopo le udienze conoscitive, i testi degli interventi, eventuali sollecitazioni, spunti e osservazioni possono essere inviati alla segreteria della Commissione, che poi li farà avere ai commissari, in modo che ciascuno di noi consiglieri, poi, possa portare un contributo migliorativo di questa proposta che la Giunta ci ha consegnato e che mettiamo a disposizione dei nostri territori, con un lavoro che io auspico, spero e lavorerò perché sia corale, comprensivo nella maggior parte possibile. Quello che mi interessa, quello che interessa la forza politica che rappresento ‒ e saluto anche l’assessore Paolo Calvano, che in chiusura della giornata darà qualche primo riscontro ‒ è fare in modo che i cittadini, le famiglie e le imprese a cui questa alluvione ha tolto quasi tutto o tutto in alcuni casi non abbiano perso la speranza di tornare ad essere più forti di prima.

    Sappiamo che sono 50 milioni di euro, sappiamo che è un pezzo della risposta complessiva, ma cercheremo di fare al meglio il nostro lavoro.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie, consigliera Rontini. Prego, consigliere Liverani.

     

    Relatore Andrea LIVERANI. Grazie, presidente.

    Innanzitutto grazie a tutti voi che siete qui oggi. Oggi siamo qui per sentire voi, per sentire quello che avete da proporre. Questi soldi devono arrivare a voi, questi 50 milioni di euro che sono stati donati da persone generose. Siamo qui per ascoltare voi.

    Ciò che avete subìto è una cosa impressionante. Io sono stato tra quelli fortunati. Ho visto con i miei occhi quello che è successo. È un qualcosa di veramente impressionante.

    Ho ascoltato molto attentamente quello che ha detto la consigliera Rontini. Noi siamo d’accordo. Dobbiamo votare unanimemente questo provvedimento, però vogliamo sentire quello che avete da dire voi su come devono essere indirizzati questi soldi. Siete voi che dovete darci un’indicazione. La Regione ha dato un’altra indicazione. Siete voi che dovete dire dove devono finire questi soldi.

    Vorrei dire un’altra cosa. Quello che è successo non deve più capitare. Provenendo da un paese di campagna, che è Reda, io il fiume l’ho vissuto da quando sono nato. Ricordo quello che facevano i nostri nonni. I fiumi venivano perennemente puliti, la manutenzione veniva fatta sempre. Purtroppo, questo non è stato fatto in questo periodo. Sicuramente è stato un caso eccezionale, in minima parte, ma dobbiamo anche dire che non sono stati fatti i lavori che andavano fatti. C’erano persone che una volta davano una mano, anche alle amministrazioni per mantenere puliti i nostri fiumi. Sono agricoltori, che conosciamo benissimo, che sono ancora disponibili a fare la manutenzione gratuitamente, e questo non è stato mai fatto.

    Sono convinto quindi che i soldi dal Governo, dalla Regione devono arrivare molto in fretta, perché siete stati colpiti gravemente, quindi devono arrivare. Come ho detto, come ho lottato con il presidente Bonaccini per far in modo che i soldi arrivino, ma anche con lo stesso Governo, non mi tiro indietro. Chiedo assolutamente che i soldi arrivino.

    Adesso Figliuolo sembra che abbia dato il via per far arrivare questi soldi, quindi cerchiamo di far partire la Romagna più forte di prima, ma quando sarà tutto come prima cerchiamo di tornare un pochino più come una volta, cercando di ascoltare chi le mani se le sporca. Grazie.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie, collega Liverani.

    A questo punto, chiederei alla regia di mettere in contatto il sindaco di Faenza, Massimo Isola, per il primo intervento. Non ho ricevuto ulteriore richiesta di intervento, a meno che non ce le abbia la segreteria, quindi dichiaro concluse le richieste di intervento.

    Prego, collega Isola, è collegato?

    Chiedo scusa in regia: non vedo illuminarsi la postazione di Massimo Isola: potete chiamarlo? Mi fate un cenno? C’è qualcuno in regia? Sta arrivando. Ci sente?

     

    Massimo ISOLA, sindaco del Comune di Faenza. Sì, molto bene.

     

    Presidente CALIANDRO. Prego.

     

    ISOLA. Anche prima attendevo il vostro segnale.

    Grazie di cuore al presidente Caliandro, grazie ai due relatori, Manuela Rontini e Andrea Liverani, grazie ai Comitati per questo gesto di collaborazione e di confronto che credo possa aiutare a raggiungere e centrare qualche obiettivo in più. Grazie alla Regione per la scelta di condividere in un momento come questo, in questo percorso, la destinazione di risorse arrivate dalla donazione e anche per la scelta di rafforzarla con ulteriori risorse. Grazie di cuore.

    In questi pochi minuti – poi ci saranno i comitati che potranno andare nello specifico – io mi permetto di segnalare due numeri. A Faenza gli abitanti coinvolti sono stati 22.800, i nuclei familiari 10.000, unità immobiliari, 23.000, auto alluvionate 1.600. Oggi abbiamo 140 sfollati in albergo, 1.790 domande CAS e 4.300 domande CIS.

    Questi pochi numeri per dire che c’è una grande emergenza che ha a che fare con la vita dei cittadini, con i privati, le abitazioni e le imprese. I cittadini sono oggi al centro dell’attenzione di tutti, com’è giusto che sia. Si accennava prima: da parte del Commissario sono arrivate prime aperture in ordine all’attività degli enti pubblici, sui beni pubblici, sulla viabilità, sulle infrastrutture. Insieme alla Regione, con le risorse di somma urgenza abbiamo potuto avviare cantieri e percorsi che possono aiutarci a mettere in sicurezza i nostri territori, ma oggi c’è una grande emergenza: quella dei cittadini, rispetto alla loro vita quotidiana. Si parlava giustamente delle auto, delle abitazioni, delle imprese, nell’attesa che arrivino le risorse necessarie.

    CIS e CAS stanno svolgendo il loro lavoro, mi auguro possano consolidarsi il prima possibile, insieme alla Regione. Questo è un lavoro importante per portare al 31 dicembre la scadenza dei CIS, ma credo che per i nostri cittadini, il 15 novembre, come pare, con l’apertura del percorso sottolineato da Figliuolo, per arrivare a creare percorsi più solidi in direzione del 100 per cento siano la grande priorità.

    Nell’attesa, stiamo tutti cercando di dare il nostro contributo. Anche noi in queste giornate abbiamo deciso di devolvere le risorse generiche aperte, raccolte con i nostri IBAN per le famiglie. Credo che la scelta che avete individuato sia una scelta importante, perché dobbiamo lavorare insieme, dobbiamo fare in modo che l’insieme delle nostre proposte, delle nostre possibili capacità di investire sulla comunità siano intrecciate, integrate, che non si vadano a sovrapporre.

    La scelta, come dicevate, delle automobili va in questa direzione, perché pare difficilmente coinvolgibili da altri percorsi pubblici nazionali.

    Io dico questo: solo nel Comune di Faenza le auto alluvionate sono 1.600, quindi ovviamente la mia richiesta è di provare a utilizzare il massimo della flessibilità possibile, poiché su 1.600 auto la casistica è sicuramente larga. Se vogliamo accogliere le necessità di una platea più ampia, io credo che dobbiamo capire se riusciamo a tenere percorsi più aperti. Per dirla con una battuta: il solo strumento della rottamazione forse su questi 1.600 potrebbe coinvolgere, credo, meno del 50 per cento, quindi molto bene la scelta e la richiesta della flessibilità, molto bene l’idea di concorrere col tema Camere di commercio, i cittadini per la loro vita quotidiana, ma anche le imprese, imprese che come sappiamo bene ad oggi rischiano di perdere la loro capacità di immaginare il futuro, di generare percorsi di rigenerazione e hanno necessità di attenzioni.

    Le imprese che sono state escluse dai percorsi CIS e CAS sono fondamentali per la ricostruzione. La Camera di Commercio, per esempio, della nostra provincia, è stata fatta un’operazione importante: anche noi, nei nostri fondi raccolti nel nostro IBAN, la grande parte l’abbiamo destinata ai cittadini e una parte invece l’abbiamo messa a disposizione della Camera di Commercio per cercare di dare un contributo per arrivare, come diceva la consigliera Rontini, il più possibile vicino a quell’obiettivo che ci si era dato per ciascuna azienda.

    Quindi, io credo che le proposte che stanno arrivando anche oggi vadano ad integrarsi, non a sovrapporsi a quelle in essere. Per quanto riguarda la parte pubblica, e chiudo, credo sia giusto e importante un’attenzione per il pubblico. Sul pubblico, con i lavori in somma urgenza qualche passo avanti importante lo stiamo facendo, ma soprattutto, per i paesi più piccoli, una velocità di erogazione di risorse potrebbe essere importante.

    Le scuole le abbiamo riaperte, è vero, spesso in condizioni ovviamente di fragilità e di emergenza. Risorse possibili, utilizzabili in tempi molto rapidi, potrebbero consentire, nelle scuole soprattutto, ma anche alle strutture sociali e sportive, di dare risposte immediate importanti.

    Molte scuole della nostra Unione della Romagna faentina, soprattutto nelle comunità più piccole, sono in grande sofferenza; queste risorse potrebbero fare la differenza.

    Io non voglio parlare di più, l’oggetto principale del racconto credo debba essere quello dei cittadini. Quindi, grazie di cuore per questa importante opportunità.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie. Intanto ci hanno raggiunto in aula i colleghi Zamboni, Tagliaferri e Castaldini.

    Adesso abbiamo il Comitato Valle dell’Idice in rappresentanza anche del Comitato per la tutela dei Colli bolognesi e del Comitato di Monterenzio. Il signor Martino Pioggia, a cui chiedo di venire ad intervenire qui dal pulpito.

     

    Martino PIOGGIA, presidente del Comitato Bassa Valle dell'Idice. Buongiorno. Sono l’avvocato Martino Pioggia, come ha detto il presidente, della Bassa Valle dell’Idice, e in questa sede sono anche in rappresentanza di tutti i Comitati emiliano-romagnoli, perché dobbiamo comunque analizzare la delibera predisposta dalla Regione Emilia-Romagna.

    Intanto ringraziamo la Regione per averci invitato e per averci comunque reso edotti di questa situazione e per aver chiesto il nostro parere in merito.

    Io farei una piccola precisazione. Intanto, alla data del 20 settembre 2023, le somme che sono state donate per le persone e le comunità alluvionate sono 51.213.622 euro. È un dato di due giorni fa. Oggi non ho fatto in tempo a prendere l’aggiornamento preciso. Volevo innanzitutto fare una piccola precisazione per quanto riguarda l’erogazione di queste donazioni, che sono, lo sottolineo, state destinate alle persone e comunità alluvionate o sottoposte a frane. Qui non vorrei che si creasse confusione, perché queste somme di denaro devono comunque essere, sempre in base al principio della trasparenza amministrativa, destinate per lo scopo per cui sono arrivate o sono state destinate.

    Come noi ben sappiamo, il principio della trasparenza amministrativa, che è la legge n. 241/1990, articolo 1, dice che comunque la pubblica amministrazione deve essere chiara e dare tutte le indicazioni non solo sulle somme di denaro e su come vengono spese all’interno dei vari enti, ma anche, in caso particolare, se questa raccolta viene fatta nei confronti dei cittadini, la rendicontazione deve essere molto più precisa e dettagliata. Non entro nel merito delle ulteriori legislazioni o giurisprudenza, perché non è certo questa la sede.

    Una cosa che volevo chiarire è che man mano che vado avanti analizzerò il testo di legge.

    Nella premessa si dice che comunque saranno utilizzati ex articolo 20 quinquies, quarto comma, della citata legge n. 61 del 2023, le somme che sono state donate a favore dei cittadini. Ribadisco, cittadini e comunità alluvionate.

    L’articolo 1 parla chiaro: le somme devono essere erogate agli alluvionati del 2023 (cittadini, veicoli, famiglie, situazioni di fragilità economica, imprese e altri soggetti privati). Poi, aggiunge: enti locali, scuole, impianti sportivi e attività culturali e sociali.

    Ecco, qui, in rappresentanza di tutti i Comitati, su questo punto, noi, in quanto tali, non siamo molto favorevoli a questo tipo di erogazione, perlomeno, a meno che non ci sia una partita di spesa che la Regione metta dai propri fondi a favore degli enti locali, scuole, impianti sportivi, eccetera, ma non dalle somme raccolte, dai fondi raccolti per gli alluvionati, perché la destinazione è completamente diversa.

    Sono due fini diversi. Le somme sono per gli alluvionati. Se poi dobbiamo anche finanziare con le somme per gli alluvionati, quindi i cittadini e non gli enti, anche gli enti è una cosa su cui noi, come comunità di Comitati, non siamo molto favorevoli. Quindi, chiediamo che questa parte qui in qualche modo non passi nella prossima delibera che questa Regione provvederà a emettere.

    Molti diranno: perché non volete darli? Sentivo prima il sindaco di Faenza. Perché non volete dare i soldi alle scuole? Io ricordo che sempre il decreto n. 61 del 2023, all’articolo 5, ha erogato 20 milioni di euro a favore degli istituti scolastici. È cosa notoria che molti istituti scolastici, che hanno ricevuto questi soldi, che sono parecchie decine di migliaia di euro, non sanno neanche come poterli spendere.

    Di conseguenza, visto che comunque è già previsto un fondo di 20 milioni da parte dello Stato, perché bisogna attingere per queste Istituzioni dalle donazioni effettuate, ribadisco, nei confronti delle persone, dei cittadini e delle comunità?

    Gli istituti scolastici non penso siano una comunità, gli enti locali neanche. Quindi, noi chiediamo che venga comunque esclusa da questo provvedimento la voce inerente agli enti locali (scuole, centri sportivi, centri culturali, eccetera).

    Un’altra questione che volevo affrontare è la questione dei bolli. La questione è molto lodevole, il fatto di dire, okay, benissimo, cerchiamo di restituire i soldi e non far pagare i bolli, però anche qui è il principio che dicevo prima. Il bollo è una tassa, come tutti ben sappiamo, regionale. Se la Regione decide di “scontare” 1 milione di euro di bolli, ovviamente, anche questi non possono rientrare nelle donazioni che sono state date agli alluvionati.

     

    (interruzione)

     

    PIOGGIA. Okay, benissimo.

    Io vado avanti. Interrompetemi, se sbaglio. Sono qui per il confronto. Non è un problema.

    Infatti, anche noi ci siamo chiesti, ma questo milione…

     

    (interruzione)

     

    PIOGGIA. Ecco.

    I fondi regionali cosa riguardano a questo punto?

     

    (interruzione)

     

    PIOGGIA. Allora, io di quelli non parlo. Va bene? Mi rendo conto che, all’occhio di molti, avendo fatto un decreto unico dove si associano i due eventi più il terzo evento, agli occhi dei più sembra quasi che sia un tutt’uno. Benissimo.

    Siccome è venuta anche fuori una questione di altre donazioni che sono state date da società private a dei Comuni, qualche Comune ha detto: benissimo, a questo punto, da quei soldi lì, non facciamo pagare la TARI per un anno o due anni, però, anche qui, ci tengo a precisare che quelle donazioni sono per i cittadini, non per gli enti.

    Chiedo scusa per milione di euro.

    Quindi, il granchio blu non lo analizzo, perché comunque, se sono fondi regionali, vanno benissimo.

    Adesso andiamo più che altro sul discorso pragmatico, su un discorso molto pratico. Noi vogliamo capire adesso questi 52 milioni e rotti di euro, nella delibera di Giunta, come verrebbero distribuiti, perché abbiamo sentito voci, rumors, eccetera che mi dicono che il 50 per cento sarà destinato alle autovetture e l’altro 50 per cento, invece, verrà destinato agli alluvionati, almeno questo è quello che si vocifera in giro. Però, poi dopo c’è un’altra voce che riguarda le persone di disagio sociale. A questo punto noi vogliamo avere chiarezza di questi 52 milioni quanti saranno destinati alle autovetture e quanti saranno destinati ai cittadini alluvionati. Poi, se ci sarà un’ulteriore suddivisione tra gli alluvionati ordinari, concedetemi il termine, e, invece, gli alluvionati con disagio sociale, se rientreranno all’interno di queste microsfere di finanziamenti o di erogazioni.

    Altra domanda che come Comitati ci poniamo: se uno ha avuto il danno auto ed è anche alluvionato, ci sarà una doppia erogazione oppure chi ha avuto il danno auto si prende il danno auto, ma non riceve i soldi e i fondi come alluvionato ordinario? Viceversa, se io ricevo i soldi perché ho un disagio sociale, posso attingere, mi verrà corrisposta la somma anche come alluvionato ordinario o se ho l’autovettura? Mi rendo conto che possono sembrare delle stupidaggini, però qui bisogna analizzarle e vedere perché qui c’è il rischio magari che ci possa essere un doppio indennizzo o un triplo indennizzo, addirittura, perché uno può essere, faccio un esempio, disabile, avere l’auto ed essere comunque un alluvionato ordinario. Magari poi c’è quello che è solo alluvionato ordinario e riceve una quota invece di tre.

    Sono cose che mi rendo conto che sono difficili da analizzare, però è un problema che noi, come Comitati, ci siamo posti.

     

    Presidente CALIANDRO. È un’eccezione. È una richiesta di chiarimento sulla possibilità di cumulo. Prego.

     

    PIOGGIA. Un’altra questione è la determinazione delle quote che verrebbero corrisposte, nel caso, agli alluvionati.

    È previsto un iter? È prevista un’autocertificazione? Che so, da 0 a 5.000, X; da 5.000 a 25.000, Y; da 50.000 e oltre, Z.

    Vorrei capire se la Regione ha intenzione di fare anche un parametro in percentuale ai danni che uno può aver ricevuto. Lo facciamo sulla base di un’autocertificazione? Ripeto, sono un avvocato, quindi so benissimo la delicatezza delle autocertificazioni. Magari io dichiaro che ho avuto 25.100, dopo mi ritrovo che sono 20.000 (faccio un esempio), ma ho usufruito dello scaglione superiore e comunque rischio, perché ho fatto un’autocertificazione falsa. Quindi, capire anche qual è il parametro di distribuzione. Oppure la Regione dice: bene, siete 20.000 alluvionati, 100 a testa. Questa è anche una questione che va affrontata all’interno della ripartizione di queste somme di denaro.

    Avete previsto anche situazioni in cui vi sono disabilità? Faccio una piccola premessa. Io, come avvocato, sono un componente del Comitato Pari Opportunità, Ordine di Bologna, e ho la delega sulle disabilità. Vorrei capire se per le disabilità è previsto un qualcosa di particolare all’interno di queste somme oppure se lo facciamo rientrare nel disagio sociale. Oppure che tipo di intervento viene preso in merito, perché comunque è sempre una fascia debole. Anzi, più debole degli altri. Quindi, vorrei capire un attimo, anche qui, la Regione come vuole parametrare queste somme di denaro.

    Al momento, per quanto mi riguarda, ho posto all’attenzione di questo organo tutte le questioni e le perplessità che riguardano i Comitati e che volevamo portare alla vostra conoscenza.

    Adesso cedo la parola...

     

    Presidente CALIANDRO. No, sono io che do la parola.

     

    PIOGGIA. Chiedo scusa. Pardon. Ho concluso.

     

    Presidente CALIANDRO. Intanto, rispetto ad alcune questioni che ha sollevato, come lei sa, è una questione de petenda nei rapporti con il Governo l’entità e la tipologia delle risorse risarcibili, proprio perché i danni hanno una fase di ricognizione. Già in questo spazio argomentativo la Regione Emilia-Romagna ha posto l’attenzione del Governo e del Commissario per poter essere nelle condizioni di fare la stessa procedura che era stata utilizzata per il terremoto, cioè l’autocertificazione, con conseguente risarcimento. Su questa questione, poi, dirà meglio l’assessore competente, l’assessore Calvano. Diciamo che non tutto è nelle competenze dell’Assemblea legislativa e della Giunta, essendo proprio tema di legislazione concorrente quello al quale lei fa riferimento.

    Adesso abbiamo il Comitato vittime del fango di Forlì, Alessandra Bucchi. Prego.

     

    Alessandra BUCCHI, Comitato unitario vittime del fango (Forlì). Buonasera, presidente. Buonasera a tutti.

    Ovviamente, mi associo ai ringraziamenti per la giornata di oggi. Per noi essere sentiti è sempre assolutamente fondamentale. Noi alluvionati crediamo di conoscere particolarmente bene il territorio e le nostre esigenze, quindi di poter essere sempre di aiuto per una concertazione e per una valutazione di tutte quelle che sono le necessità del nostro territorio e delle persone alluvionate.

    Ritornando alla discussione di oggi, sarò brevissima, perché l’avvocato Martino mi ha preceduta in maniera assolutamente specifica. Io inserirei soltanto una piccola questione. Ho fatto un sondaggio assolutamente informale tra un quartiere di Forlì, tra i quattro alluvionati. È emerso, in sostanza, che su 187 persone, oltre l’80 per cento di queste ha perso le automobili, di cui poco più del 40 per cento ne ha persa una, il 30 per cento ne ha perse due e il 7-8 per cento ne ha perse tre. Soltanto per le automobili. Ho voluto restringere, soprattutto per avere un parametro, oggi, per riuscire a confrontarci.

    Conseguentemente, credo che quella delle automobili sia una questione assolutamente fondamentale. Come tutti sappiamo, ci servono per procedere con il nostro lavoro, per poterci spostare e muovere, soprattutto per il lavoro. La mattina dell’alluvione, guardando fuori e vedendo tutte le auto, molti di noi hanno pensato: siamo rovinati, abbiamo perso tutto, anche i mezzi di trasporto; come facciamo ad andare al lavoro?

    Mi associo a quanto detto dall’avvocato Martino in merito alla divisione, alla devoluzione di questi fondi. Secondo noi vanno tutti integralmente agli alluvionati. Comprendiamo che anche gli Enti locali avranno determinate esigenze e non devolvere parte di questi fondi potrà creare ulteriori problematiche sociali sui territori. Comunque, i danni sono per noi talmente grandi e talmente ingenti che non possiamo non chiedere che venga devoluta l’intera somma agli alluvionati danneggiati.

    Reputiamo, quindi, che siano altre le somme da destinare agli Enti pubblici e a quelle che sono ulteriori esigenze.

    Mi fermo qua. Non voglio portar via altro tempo a questa Commissione.

    Chiediamo, dunque, che vengano divisi questi fondi per un’esigenza primaria, che è quella delle autovetture, ma che vengano anche divisi con modalità equa e comprensiva di tutti, quindi valutare non soltanto le auto demolite, ma anche coloro che hanno dovuto spendere molti denari per ripristinare le proprie auto, che vanno sempre almeno da 5.000-8.000 euro, con tutti i rischi che ne conseguono, e soprattutto valutare anche chi ha avuto ben più danni rispetto ad altri. Non è la stessa cosa aver perso un’auto di alcune migliaia di euro piuttosto che aver perso tre automobili.

    Ho concluso qui. Grazie.

     

    Presidente CALIANDRO. La ringrazio molto.

    Ho l’ultimo intervento del Comitato Orto Bertoni di Faenza.

    Non ci sono richieste di altri Comitati. Quindi, poi inizierò con gli amministratori.

    La parola al signor Stefano Gaiardi. Prego.

     

    Stefano GAIARDI, Comitato Orto Bertoni (Faenza). Signor presidente, signori consiglieri, a nome dell’Unione dei Comitati di Faenza, che qui rappresento, vorrei ringraziare l’Amministrazione per questa occasione e per questo progetto di legge che si sta discutendo in questi giorni.

    I Comitati sono molto sensibili a questi temi. Il Comitato di Faenza in particolare, perché Faenza è l’aggregato urbano che si è trovato di fronte le maggiori situazioni di emergenza, perché moltissime abitazioni sono state lesionate. Basta andare a vedere anche solo il numero di CAS, cioè di contributo di autonoma sistemazione e i numeri CIS per rendersi conto di qual è la situazione sul territorio emiliano-romagnolo di questo fenomeno.

    Sotto questo profilo abbiamo pagato un prezzo altissimo. Prezzo che continueremo a pagare. A questo punto, non sappiamo ancora fino a che punto continueremo a pagarlo e quale sarà il costo totale definitivo per ogni famiglia di questa situazione.

    Per noi è un segnale di sensibilità sociale importante, di lungimiranza, anche, questa iniziativa, che consente di cominciare a scorporare una parte, almeno anticipare una parte dei costi e delle spese di questo dramma che si è verificato per cercare di aiutare le imprese e i cittadini e cercare di anticipare questa situazione.

    Diamo per scontato che questa situazione riguarda sia automobili che motocicli, come già è stato anticipato in introduzione dalla consigliera Rontini, però sappiamo che questa sarà solo una parte dei futuri rimborsi che i cittadini si attendono. Vengono da altri fondi. È un’integrazione, è un’accelerazione rispetto ai tempi, che si stanno dimostrando in questo momento problematici per la maggior parte dei cittadini. Però è una cosa tangibile, una cosa significativa per i cittadini. Vedremo se nei prossimi giorni un’accelerazione si potrà riscontrare per quello che riguarda la gestione dei finanziamenti e anche delle norme collegate. Aspettiamo dei documenti che ci consentiranno di procedere con perizie e altro il 15 novembre. I tempi sono parecchio lontani per questo.

    Il problema è particolarmente significativo, poi, com’è stato ricordato anche dall’avvocato Pioggia un momento fa, ma anche in altri interventi, quando parliamo di famiglie o cittadini che sono incorsi in questi problemi e sono in situazioni di disagio sociale o di disabilità.

    Per queste persone il problema è particolarmente significativo, sia che si tratti di persone, che per esempio, un automezzo, malgrado la disabilità, potevano guidarlo autonomamente, e sappiamo che l’acquisto di mezzi di questo tipo ha un costo maggiore rispetto ai mezzi ordinariamente sul mercato, perché richiedono personalizzazioni, sia perché in altro caso ci sono persone che devono accompagnare terzi: pensiamo al family care, pensiamo a tutte le situazioni nelle quali un familiare deve accompagnare al lavoro o anche in altre situazioni i familiari, e senza la macchina non lo può fare, oppure, addirittura, persone che devono accompagnare terzi a fare cure, magari non dilazionabili, e questa è una questione che è problematica. Spesso veniva risolta con l’aiuto di associazioni di volontariato che effettuavano trasporti anche gratuiti; in questa condizione le associazioni di volontariato hanno spesso le macchine che sono finite sott’acqua e non sono più in grado di svolgere questo servizio, e quando lo fanno, lo fanno – scusate la frase – tirati per il collo, con poco tempo, con difficoltà organizzative e gestionali.

    Questo quindi è il quadro generale. In questo quadro però si inserisce una problematica che noi abbiamo potuto riscontrare da esperienze e testimonianze delle persone, che ci fa fare una considerazione importante. In realtà, oltre alla macchina rottamata, ci sono altri due casistiche che sono rilevanti, e nel nostro server e nella nostra indagine abbiamo visto che hanno un significato: la prima, è già stata ricordata, è quella di chi non ha rottamato la macchina, ma rischiando, perché è un rischio, ha speso dei soldi per aggiustarla, per sistemarla. Chiunque abbia avuto queste esperienze, per chi non lo sa lo portiamo all’attenzione di tutti, questo viene fatto dalle autofficine, o dalle concessionarie, con beneficio di inventario, nel senso che la macchina dopo sei, sette, otto mesi o un anno potrebbe anche soffrire di problemi perché nessuno garantisce che le macchine riparate in questa maniera abbiano un’affidabilità totale, e questo è un problema complessivo. Quindi, chi ha rischiato ha fatto questo perché a fronte dei costi di acquisto insostenibili, ha preferito rischiare che la macchina lo pianti dopo qualche tempo, ma potere continuare a girare.

    La seconda casistica, invece, è quella di chi ha ritenuto di rivolgersi a un acquirente per vendere il rottame, la macchina che aveva per recuperare una minima liquidità, visto che nella situazione in cui era, non aveva la possibilità di acquistare un’altra macchina e la disponibilità economica e familiare era a livelli talmente minimi che questa era comunque una boccata d’aria per la gestione familiare.

    Ora, questi due casi sono due casi che è bene ricordare ed osservare perché sono particolarmente rappresentativi. Ritorneremo dopo su questo aspetto, ma la domanda etica generale che ci facciamo è questa: che differenza c’è tra chi ha demolito l’auto, chi l’ha riparata o l’ha venduta in questi termini, dal punto di vista etico, dal punto di vista del comportamento, dal punto di vista della prospettiva sociale?

    In realtà non c’è differenza. Non c’è differenza perché si sono trovati tutti quanti con l’automobile distrutta e ciascuno ha preso la strada, la scelta che gli era possibile, quella che gli era più vicina, quella che magari il vicinato gli ha suggerito, quella che ritenuto più consona alla propria psicologia, al proprio modo di muoversi.

    Ricordiamo che in quella situazione c’è gente che ha venduto una macchina che ha un valore quindici, venti volte inferiore al prezzo d’acquisto, anche come usato, quindi cifre veramente ridicole, ma che testimoniano la povertà, i problemi economici che questo contesto ha generato nelle famiglie.

    Va detto quindi che queste decisioni sono state prese in un contesto molto difficile, molto complesso, in cui c’era disorientamento.

    Ora, vogliamo anche sottolineare che in passato abbiamo avuto altri momenti, altre emergenze in cui questi problemi si sono presentati. Forse sarebbe stata buona cosa avere una linea guida, qualche cosa che potesse consentire a queste persone di scegliere con maggior cognizione di causa le strade più consone. Questa quindi è una cosa che magari suggeriamo venga inserita nelle prassi per il futuro, come peraltro le altre esperienze che abbiamo ricavato da questo evento.

    Su questo sarebbe interessante che noi come Comitati promuoviamo questa cosa, che si attivassero dei momenti pubblici e tecnici di lavoro per creare delle linee-guida per la gestione della popolazione, per autogestire i propri problemi, quindi, come prospettiva una prospettiva di lavoro sul termine dell’emergenza un po’ nuova, vista dal basso, probabilmente potrebbe essere molto utile per le prospettive di miglioramento della resilienza locale. È un termine che noi ricerchiamo, è un termine al quale pensiamo. Sarebbe opportuno che ci mettessimo dei contenuti e che anche ci mettessimo delle risorse organizzative per arrivare a ottenere qualcosa di meglio di quello che abbiamo in mano. Non è la stessa cosa del piano di emergenza del Comune o della Protezione civile, è una roba che viene dal basso, sono linee-guide semplici, sono cose che possono essere passate con informazione alla popolazione e che aiutano dal basso a non incorrere in errori e a non fare cose. Questo è il dato.

    Dal punto di vista dei criteri con i quali si deve poi fornire questo sostegno, queste sono cose nelle quali noi direttamente non entriamo, perché questo fa parte delle responsabilità degli amministratori. Noi possiamo portare l’analisi, possiamo portare i problemi nella loro dimensione. Possiamo portare i risultati di indagini o di inchieste che possiamo fare, ma queste sono scelte che spettano a chi ha avuto la delega elettorale, il peso sociale conseguente che deriva da.

    Noi comunque vorremmo sottolineare che ci è piaciuto molto questo momento di auditing e vorremmo che questa cosa continuasse. Noi ci proponiamo, proprio perché le emergenze e i temi che abbiamo di fronte sono tanti, l’emergenza idrogeologica, i piani di emergenza, la gestione dei sistemi fognari, i rifiuti, sono meccanismi che se gestiti in questa maniera secondo noi ottimizzano il rapporto fra le Istituzioni e chi cerca, con il volontariato… Anche noi in fondo siamo dei volontari, non spaliamo più a casa nostra, ma facciamo un’attività di volontariato nei confronti della popolazione. Questo probabilmente sarebbe un bel modello sul quale sviluppare anche l’analisi di temi per i prossimi atti legislativi. Scusate se ci permettiamo: ringraziamo dell’attenzione, mi scuso se sono stato un po’ lungo.

     

    Presidente CALIANDRO. La ringrazio molto, anche per la sollecitazione.

    Mi preme evidenziare che la Commissione ha scelto di essere anche itinerante, proprio per visitare i luoghi colpiti dall’alluvione, all’unanimità, è una scelta fatta da tutto l’Ufficio di Presidenza. Abbiamo già fatto una prima visita in alcuni luoghi nel ravennate, ne faremo altre nel bolognese, e chiaramente nei territori che ci chiederanno di farlo, con lo spirito di vedere anche lo stato di avanzamento della ricostruzione dei territori, oltre che per prendere in considerazione il danno nella sua entità.

    Questa interlocuzione quindi penso che possa proseguire anche, ahimè, nei prossimi tempi, visti e considerati i tempi di ricostruzione. Faccio un appello a chi ci segue da remoto: ho avuto la richiesta di intervento di due Comuni, in questo momento, quindi passo alla parte istituzionale: sono Riccardo Graziani, sindaco del Comune di Alfonsine, e Daniele Morelli, sindaco del Comune di San Giovanni in Marignano.

    Se c’è qualche altro sindaco che ha intenzione di intervenire, oltre a quelli presenti in sala, che chiaramente ho già annotato, vi chiederei di alzare la mano per il sistema informatico, in modo tale che possa poi successivamente darvi la parola.

    A questo punto darei la parola al sindaco di Alfonsine, Riccardo Graziani. Vediamo se si riesce a stabilire il collegamento.

     

    Riccardo GRAZIANI, sindaco del Comune di Alfonsine. Buonasera. Spero si senta bene.

     

    Presidente CALIANDRO. Sì, la sentiamo bene. Prego, sindaco.

     

    GRAZIANI. Ringrazio la Regione. Ringrazio i relatori e la Commissione per questa possibilità di intervenire. Credo che, al di là della condivisibilità generale dell’impianto di questa proposta di legge regionale, mi compiaccio anche che vi sia una previsione specifica, oltre che per gli eventi alluvionali che hanno riguardato, ovviamente, tutta la nostra area della provincia di Ravenna, anche un’attenzione particolare per gli eventi meteo che si sono verificati nel luglio del 2023, che forse hanno avuto una minore eco dal punto di vista mediatico, ma che pure, laddove si sono verificati, hanno determinato una distruzione paragonabile a quella dell’alluvione di soltanto un mese e mezzo prima.

    Mi riferisco, in particolare, al territorio di Alfonsine, ma molto colpita è stata anche Voltana nel territorio del Comune di Lugo, Savarna, sotto Ravenna. Sono eventi che hanno determinato, come dicevo prima, grande distruzione. Solo ad Alfonsine ho avuto 700 abitazioni gravemente deteriorate da questi eventi e danni alle imprese ingentissimi. Da un primo conteggio saremo in un ordine di grandezza tra i 20 e i 30 milioni di euro, ma ci riserviamo ovviamente successive determinazioni più precise.

    Credo che l’aver posto 3 milioni di euro in questo esercizio finanziario 2023 a favore di imprese e cittadini colpiti dagli eventi meteo avversi di luglio sia stata assolutamente un’iniziativa condivisibile. C’è bisogno di avere aiuti molto velocemente sul territorio. Ricordo solamente che lo stato di crisi regionale era stato dichiarato nell’immediatezza degli eventi, se non ricordo male, il 27 luglio, quindi pochi giorni dopo l’evento. Mi riferisco in particolare al tornado che si è verificato il 22 luglio su questa parte del territorio provinciale. Lo stato di emergenza, purtroppo, lo stato di emergenza nazionale, è arrivato solamente al 28 agosto.

    Per cui diventa particolarmente rilevante avere, in tempi brevi, delle risorse per poter consentire almeno un primo livello di aiuto, direi similmente a quanto si è fatto con i 3.000 più 2.000 per l’alluvione. Credo che possa essere una modalità auspicabile. Probabilmente, ci rimettiamo alla Giunta regionale sotto questo profilo, perché ho visto che la proposta di legge regionale fa riferimento ad una successiva deliberazione dell’organo esecutivo regionale. Credo che sia importante, da questo punto di vista, proseguire con questo lavoro. Ovviamente, si tratta di danni tali e tanti che richiedono anche un ordine di grandezza dei futuri interventi, in questo caso, da parte dell’Esecutivo nazionale. A differenza dei danni da alluvione, per cui ho sentito anche affermazioni da parte di autorevoli esponenti del Governo di futuri risarcimenti al 100 per cento, non ho visto esternazioni analoghe per quanto attiene gli eventi meteo, il tornado che si è verificato a luglio del 2023. Spero che gli intendimenti da parte dell’Esecutivo nazionale siano gli stessi, perché, ovviamente, per far fronte ai danni che vi sono stati all’esito di questi eventi meteo, credo che il livello istituzionale che ha, diciamo così, la maggior possibilità di intervenire sotto il profilo economico, sia quello dello Stato e in particolare, in questo caso, di chi ha in questo momento la responsabilità del Governo nazionale.

    Un altro tema che credo sia importante considerare è questo. Ovviamente, come Comuni, soprattutto i piccoli Comuni, ci troviamo, sia chi ha danni da alluvione, sia chi ha danni da tornado o chi ha entrambi, perché c’è anche questa specifica situazione, in difficoltà dal punto di vista del personale. Per cui, un invito che mi sento di fare per il futuro è che capire quali possono essere le modalità più efficienti per poter distribuire le risorse. Sicuramente i Comuni non si tirano indietro dal loro ruolo, non lo hanno mai fatto, però credo vi sia necessità, sotto questo profilo, anche di un congruo aiuto, come abbiamo avuto modo di dire anche in altre circostanze.

    Per il resto, io credo che questo provvedimento regionale vada nella direzione giusta. Tra l’altro, nella stessa direzione era andata un’ordinanza immediatamente successiva al tornado del 22 luglio, che aveva equiparato ai rifiuti sostanzialmente urbani ordinari i rifiuti prodotti dal tornado. Ci ha dato un grande aiuto, quella previsione. Credo che, analogamente, possa essere assai utile la previsione contenuta in questa legge regionale per quanto riguarda quegli eventi cui facevo riferimento poc’anzi.

    Non mi dilungo ulteriormente. Grazie ancora per questa possibilità di essere ascoltati.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie.

    La parola a Daniele Morelli, sindaco di San Giovanni in Marignano, che interviene anche per la Provincia di Rimini, mi dice la vicepresidente Rossi.

     

    Daniele MORELLI, sindaco del Comune di San Giovanni in Marignano. Grazie per questa possibilità che ci date. Mi sento anche io di ringraziare l’ottimo lavoro fatto dalla nostra Regione, dalla Giunta regionale, dal presidente, dall’Assemblea, dalla Commissione e da lei, presidente, che ci dà questa possibilità di parlarne.

    Penso che sia una grande occasione per tutti. Parlo anche a nome della Provincia di Rimini. Con me c’è anche la mia collega, Alice Parma. Volevo solo aggiungere una cosa e ripetere quello che è stato detto da chi mi ha presieduto, dal sindaco di Alfonsine, nel senso che io ritengo che sia necessario avere un po’ di chiarezza, nel senso che io mi ricordo, ce lo ricordiamo tutti, che nei momenti drammatici che abbiamo vissuto, anche se la nostra provincia, dico la verità, fortunatamente ha vissuto un periodo migliore per quanto riguarda i danni, nel senso che ci sono stati, ma non paragonabili a quelli delle altre province, dove sinceramente ho avuto più occasioni per ribadire la vicinanza alle imprese e ai cittadini. Non c’è ombra di dubbio che la nostra provincia è stata, rispetto alle altre, graziata.

    Va anche rimarcato il lavoro della Regione per quanto riguarda la Provincia, per quanto riguarda il discorso della pulizia dei fiumi, che qualcuno prima ha evidenziato, la manutenzione. Da questo punto di vista vanno dette certe cose come sono state fatte. Mi sento di dirlo, perché poi va anche messo in evidenza quello che si fa. Mi sento anche di ringraziare in questa occasione, se mi date la possibilità, tutti i volontari e tutte le persone e le imprese che hanno collaborato e hanno donato.

    Detto questo, mi sento anche di ringraziare il Commissario. Ho avuto la possibilità di essere sia in Regione che in Provincia di Rimini ad ascoltare il Commissario, verso il quale nutro la massima stima, perché, sinceramente, in poche parole, almeno a Rimini, ha ribadito e ha messo in evidenza quello che aveva detto nella Regione con degli atti che sono arrivati. Mi sento di ringraziarlo a nome della Provincia, ma penso a nome di tutti, perché il lavoro lo si vede ed è molto chiaro.

    Quello che, invece, senza fare assolutamente polemiche, perché non è il momento delle polemiche, è solo il momento di aiutare chi, purtroppo, ha ricevuto questa drammatica esperienza… Noi parliamo sempre del 19 e del 20 maggio, ma anche a luglio, come diceva precedentemente il sindaco di Alfonsine, c’è stata una cosa drammatica, quindi piena solidarietà. Quello che mi sento di dire, però, è che gli enti locali sono formati anche da cittadini. Non è una polemica, non dobbiamo essere l’uno contro l’altro. Condivido il fatto che dobbiamo lavorare di squadra e dobbiamo arrivare ovunque. Però, è anche vero che il Governo, ma senza polemica, assolutamente, si è dato l’impegno di risarcire, e io mi fido, perché poi bisogna fidarsi, anche se il tempo sta passando, di rimborsare il 100 per cento, specialmente alle imprese e ai privati.

    Perché in questo momento, con questa legge regionale, dobbiamo togliere la possibilità agli enti locali delle aree interessate dagli eventi alluvionali, per interventi straordinari relativi in particolare a beni immobili pubblici adibiti a scuole, impianti sportivi e strutture dedicate ad attività culturali e sociali, togliere la possibilità di intervenire?

    Lo dico con molta serenità. I Comuni sono fatti di persone, sono fatti di cittadini. Il Comune ha l’obbligo di dare dei servizi. Ma i Comuni non è che aprono i cassetti e trovano i soldi. I Comuni hanno dei bilanci che devono rispettare. È per questo che dico, anche a chi mi ha preceduto dei Comitati, teniamo... Per carità. Sono anch’io un cittadino [...], però teniamo conto che i Comuni, gli Enti locali sono formati dai cittadini. I Comuni devono dare dei servizi ai cittadini, ai figli, alle imprese.

    Io mi fermerei sul modello. Questo provvedimento è stato fatto proprio con la giusta necessità e va incontro a tutti. Mi sento di dire che ha colpito nel segno. In questo caso, la nostra Regione ‒ passatemi il termine ‒ mette un cerotto dove in questo momento qualcun altro non lo sta mettendo. E ci fidiamo, mi fido che arriverà un aiuto, come è stato detto, del rimborso del 100 per cento. Però sono anche convinto che, oltre ad aiutare ed essere vicini alle famiglie, alle imprese, agli automobilisti, il discorso delle tasse delle auto... Per carità. Evitiamo, però, di dire di togliere una parte di queste risorse per gli Enti locali. Perché gli Enti locali, poi, siamo noi, siamo noi cittadini e sono le imprese.

    Grazie per la disponibilità. Vi ammiro per come avete gestito e per come gestirà la Regione, tutta, questa fase. Sinceramente, oggi essere qua e dare la possibilità a tutti di parlare è un modello che non viene portato avanti in tutte le Regioni.

    Quindi, grazie a tutti i consiglieri, al presidente e ai relatori per questa possibilità che ci date. Ne sono molto orgoglioso come cittadino dell’Emilia-Romagna. Grazie.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie, sindaco.

    La parola alla sindaca di Sogliano al Rubicone, Tania Bocchini.

    Riusciamo a collegarci? Buonasera. Può alzare il volume? Non la sentiamo ancora. Deve regolare il volume.

    No, ancora non la sentiamo. O usa una cuffia oppure dalla schermata che ha dell’applicazione Collaborate, dove vede i tre puntini, ci dovrebbe essere la possibilità di regolare...

    Continuiamo a non sentirla.

    Mi dicono che c’è una rotella a sinistra nella sua schermata ‒ tanto lei penso che ci senta ‒ che regola il microfono. L’ha vista? Nella rotella a sinistra c’è scritto “microfono”. Quando lei ci clicca su... Riesce a vederla? Deve selezionare uno dei due microfoni. Dove c’è scritto “microphone”.

    No, non la sentiamo. Non ha delle cuffie, sindaca? Proviamo con le cuffie.

    Non ci riesce ancora.

    Chiedo, allora, alla regia se potete mettervi in contatto con la sindaca, così proviamo a ristabilire il contatto dopo.

    Per il momento passerei, invece, alla sindaca di Conselice, Paola Pula.

     

    Paola PULA, sindaca del Comune di Conselice. Mi vedete?

     

    Presidente CALIANDRO. La vediamo e la sentiamo. Prego.

     

    PULA. Intanto voglio ringraziare il presidente della Commissione e tutti i consiglieri. Buon pomeriggio a tutti.

    È un modo consolidato che ha la Regione di lavorare con i territori, nella fattispecie anche con i rappresentanti dei Comitati. È una cosa estremamente utile, che credo vada replicata anche nella fase più delicata della ricostruzione che tra breve dovremo intraprendere.

    La faccio molto breve. Credo che il testo proposto sia buono. Sottolineo anch’io la necessità di non aprire una dicotomia tra donazioni che debbono andare tutte agli alluvionati, alle famiglie, e non agli Enti locali. Dobbiamo tenere assieme le comunità. Le comunità si tengono assieme se si tiene conto di tutte le esigenze.

    Io appartengono al territorio della Bassa Romagna. Nella fattispecie, il Comune di Conselice credo che sia noto per i danni e l’estensione dell’allagamento che ha avuto. Alluvioni che sono un po’ diverse nel territorio. Mi preme, però, sottolineare che i valori assoluti delle domande che possono essere decise dai CAS, che sono una prima cartina di tornasole dell’entità dei danni ai cittadini, perché in questo modo non abbiamo ancora un riferimento certo sulle imprese, i valori assoluti devono anche essere calcolati rispetto alla popolazione.

    Lo dico perché mi preme mettere in rilievo soprattutto una cosa. Sono molto d’accordo sulla questione del recupero dei veicoli, anche se, per quello che mi riguarda, io non sono in grado di dire nel mio territorio quante persone hanno perso i veicoli. Fortunatamente noi abbiamo anche consigliato di portare via le macchine. Quindi, abbiamo anche avuto, forse, questo nel danno maggiore.

    Quello che voglio mettere in rilievo soprattutto è, invece, la fragilità di molti nuclei. Considerate che Conselice ha numeri assoluti importanti, ma che se rapportati sul numero di nuclei si attestano su un 50 per cento per quanto riguarda i nuclei di Conselice. Abbiamo ancora moltissime famiglie che sono fuori dalle abitazioni e che, quindi, non hanno ancora fatto la dichiarazione di rientro a casa.

    Il tema della casa, quindi, esiste ed è un tema importante.

    Il tema della fragilità mi preme molto sottolinearlo. Io non so quale sarà la modalità che sceglierà la Regione, se bandi o altro, però vorrei evidenziare una modalità che abbiamo messo in pista in Bassa Romagna, che credo sia estremamente valida. Noi abbiamo avuto le donazioni. Attraverso questa legge dovrebbe essere tentato un riequilibrio dei territori. Ci sono territori che, come sappiamo, hanno avuto donazioni importanti, molto rilevanti. Noi ne abbiamo avute abbastanza, come territorio della Bassa Romagna, circa 800.000 euro. Abbiamo deciso 500.000 euro di destinarli al sostegno delle famiglie attraverso appuntamenti, accompagnamento e verifica da parte della Commissione sociale. Questa modalità di accompagnamento ci ha convinto molto di più, invece, della necessità di un bando. Quindi la volevo porre. Anche il “come” noi andiamo ad attuare queste misure di accompagnamento e di aiuto alle famiglie è estremamente importante. Mi premeva fare questo focus sulla fragilità, che non è solo disabilità, ma fragilità in senso lato: fragilità di tipo economico, fragilità che si manifesta allorquando abbiamo a che fare con dei nuclei giovani, per esempio, che hanno già dei debiti per la casa, eccetera.

    L’altra sottolineatura che vorrei fare, soprattutto come Enti locali, riguarda il tema delle risorse umane, che a noi manca. Noi siamo molto in difficoltà. Numericamente in Bassa Romagna abbiamo avuto circa 8.000 domande tra CAS e CIS, quindi un numero considerevole che è stato preso in carico dalle nostre strutture comunali e di Unione. Il tema è che il pubblico, anche per le somme urgenze, deve anticipare tutti i soldi. Abbiamo bisogno, invece, che questa velocità nell’erogazione dei soldi arrivi anche all’Ente locale. L’Ente locale, avendo anche molte entrate slittate in avanti, ha questa difficoltà ulteriore.

    Mi convince l’impostazione che è stata data. Credo che la ripartizione possa tenere conto anche di realtà un po’ diverse. Probabilmente una realtà molto urbana ha avuto danni alle macchine molto più consistenti. Altri territori, invece, che hanno avuto una grande ricaduta sul sistema delle imprese, sul sistema agricolo e sul sistema delle famiglie e dei centri urbani, hanno un altro impatto. Quindi, grazie. Attenderemo con ansia il prosieguo dei lavori. Credo che un meccanismo analogo debba essere messo in pista per la ricostruzione. Grazie.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie.

    Chiederei alla regia se è possibile ripristinare il contatto con la sindaca di Sogliano al Rubicone, Bocchini. Non siamo nelle condizioni? Perché adesso chiuderei gli interventi da remoto per passare invece a quelli in presenza. Se non è possibile, chiederemo al sindaco di mandarci magari un contributo scritto, in modo tale che possa rimanere agli atti della riunione di oggi.

    In presenza ho la disponibilità, per la Città metropolitana di Bologna, di Marco Monesi. Prego.

     

    Marco MONESI, consigliere metropolitano di Bologna. Grazie alla Commissione dell’invito, al presidente Caliandro e grazie alla Regione per il provvedimento.

    Tra l’altro, non mi lamento nemmeno di essere stato convocato così all’improvviso perché l’urgenza in questo caso fa premio dell’attività che si sta svolgendo, per cercare di arrivare il prima possibile a poter stanziare risorse per ristorare chi ne ha bisogno.

    Io darei due numeri, giusto per capire i danni nella nostra realtà. Nella nostra realtà, sono state colpite anche le famiglie. Abbiamo però 752 CAS per un ammontare di 551.000 euro stanziati, ormai, direi, definitivi, perché quelli sono chiusi. I CIS sono invece 321, per 963.000 euro, e lì siamo in attesa. Questo è il primo trimestre, ci sarà anche l’altro.

    Detto questo, per quanto riguarda le strade provinciali, noi abbiamo 91 strade. In Regione Emilia- Romagna il 31 per cento delle strade danneggiate sono nell’area metropolitana di Bologna, quindi un dato significativo.

    Le risorse messe in campo sono state in somma urgenza limitate e aspettiamo ovviamente quelle che dovranno arrivare dal Commissario. Ci sono state deliberate nell’ordinanza cifre per 8 milioni di euro. Ne avevamo impegnate 13. Per ora hanno deliberato per 8. Aspettiamo le altre, e al tempo stesso noi abbiamo avanzato quelle che la struttura commissariale ha definito urgenti necessità per altri 56 milioni.

    Viene poi la ricostruzione, e saranno, quando ci diranno di presentare le richieste, altri 78 milioni. Tutto questo per dire invece che nell’Area metropolitana, sempre sulla viabilità, sono stati stimati danni, quindi richieste degli enti locali e della Città metropolitana di Bologna per 242 milioni.

    Detto questo, era solo per descrivere alcune delle cifre di cui posso disporre, per dire come c’è bisogno di muoversi urgentemente.

    Io non vorrei che quello che dico possa sembrare polemica, ma da amministratore, come tutti gli amministratori, si cerca di mettere avanti quelle che sono le esigenze di un territorio. Se quindi chiediamo di rispondere e di ristorare i danni al 100 per cento non lo facciamo per polemizzare, ma lo facciamo perché credo dovrebbe essere nell’animo di tutti. Tant’è vero che plaudo al fatto che ho colto che questa delibera ci sia l’intesa di approvarla unanimemente. Questo vuol dire quindi che al di là delle singole forze politiche si cerca di fare gli interessi della comunità.

    È la stessa cosa che noi da amministratori cerchiamo di fare, richiedendo le risorse, richiedendo che siano stanziati i fondi al 100 per cento, chiediamo che sia possibile procedere in questo modo. Mi permetto di dire che bene ha fatto la Regione a proporre questo progetto di legge, perché anche qui si va nella direzione di cercare di ristorare danni che altrimenti, al di là di coloro che sono assicurati, per cui faranno fronte le assicurazioni, non avrebbero il ristoro di questi danni, quindi ben venga. Mi permetto però anche di dissentire con chi ha ritenuto che la quota eventualmente da destinare agli enti locali sia una quota che non vada agli alluvionati, nel senso che al di là dell’erogazione fatta non di persona, ritengo però che gli alluvionati vanno a scuola, usano le strade, ammesso che, ribadisco, speriamo, e credo sia stato promesso e che debba avvenire, per tutti gli interventi al 100 per cento deve far fronte lo Stato. Quindi, da questo punto di vista possiamo essere tranquillizzati quando vedremo che via via arrivano le risorse; ma al tempo stesso, dal punto di vista del principio, non ritengo che i soldi eventualmente dati agli enti locali non siano dati indirettamente anche agli alluvionati.

    Detto questo, quindi, credo che sia importante continuare a mantenere, anche per dare un segnale incoraggiante alle nostre comunità, questo tipo di condizione, di coesa laboriosità che la Regione ha dato cercando di arrivare ad approvare questo atto in maniera unitaria. Mi potrei fermare qui.

     

    Presidente CALIANDRO. Interrompiamo un attimo gli interventi in presenza perché nel frattempo è stato ripristinato il collegamento con la sindaca di Sogliano al Rubicone, Tania Bocchini, che proverei a recuperare; poi ha fatto richiesta di intervenire Tonelli, di Casteldelci; dopo riprenderei con interventi in presenza.

    Ci sente, sindaco? Provi a parlare… Niente, non riusciamo ad ascoltarla. Noi non sentiamo nulla.

    Se ha piacere, ci mandi magari due righe, così distribuiremo il suo intervento. Comunque, tutti gli interventi che ci sono stati verranno stenografati e distribuiti poi a tutti i consiglieri, quindi comunque rimarrà traccia. Se lei ci manda un contributo scritto, faremo altrettanto per il suo intervento. La salutiamo. Mi scusi.

    A questo punto sentirei il sindaco di Casteldelci, Fabiano Tonelli. C’è? Sì? Credo che la voce da cercato, lo dico alla regia, sia “sindaco di Casteldelci”.

    Noi non la sentiamo, sindaco. Può essere che ci sia una cattiva connessione, anche. Va bene. Se non si riesce in alcun modo… Dalla regia potete dirmi qualcosa? È un problema di linea? Cos’è? Sta anche parlando, ma non lo sentiamo. Ah, non parla.

    Chiediamo lo stesso al sindaco di Casteldelci, che ci mandi un contributo scritto, in modo tale che entri a far parte del verbale della riunione di oggi.

    Chiudiamo gli interventi da remoto. Passiamo a quelli in presenza.

    La parola al sindaco De Pascale, che è anche presidente della Provincia di Ravenna, oltre che sindaco di Ravenna. È anche presidente nazionale dell’UPI. Ultimo intervento. Poi, ci saranno le conclusioni dell’assessore Calvano.

     

    Michele DE PASCALE, sindaco del Comune di Ravenna, presidente della Provincia di Ravenna e presidente dell’UPI. Buonasera a tutti. Volevo ringraziare, ovviamente, la Commissione e il suo presidente per aver deciso di audire amministratori locali e Comitati. Vorrei ringraziare per tutti gli interventi che mi hanno preceduto, in particolare quello dei consiglieri Rontini e Liverani che, credo, abbiano dato comunque un messaggio molto chiaro di come in quest’aula si sta affrontando il tema dell’alluvione con il necessario spirito di collaborazione, ovviamente, con le peculiarità che ha un’Assemblea come quella dell’Emilia-Romagna, con la volontà, poi, di trovare soluzioni insieme.

    Poche riflessioni che penso possano essere utili. Secondo me, dobbiamo avere alcuni fari nell’approcciarci a tutti i provvedimenti che abbiamo davanti, sia quelli di piccola entità come quello in termini finanziari e quantitativi che stiamo discutendo oggi, sia quelli più rilevanti e più significativi come mole complessiva delle risorse, come stiamo facendo in questi giorni con la struttura commissariale sulle ordinanze per gli indennizzi.

    Dobbiamo cercare sempre di tenere insieme la trasparenza, che è fondamentale, però con la celerità, perché sennò il tentativo estremo di burocratizzare tutto e di inscatolare tutto in regole e norme da un lato ci tutela, è molto cautelativo, però, dall’altra parte, ci allunga i tempi in una maniera lunghissima e soprattutto mal si presta alla gestione di un’emergenza. Quindi, tutti i provvedimenti che prendiamo, anche quello di questa legge, è necessario che abbiano la possibilità di calarsi bene nella realtà e dare risposta a tutte le diverse situazioni che possiamo incontrare, che possiamo avere davanti, che poi sono anche molto, molto diverse.

    L’evento è un evento unico, ma è diversissimo, dalla montagna, che ha delle caratteristiche particolari, ma anche fra i comuni più prettamente alluvionati ci sono differenze enormi. Quelli più vicini alla via Emilia hanno avuto un tipo di alluvione, quelli più lontani dalla via Emilia hanno avuto un’alluvione completamente diversa, anche con danni diversi. Penso al tema delle auto, che non è uguale in tutti i territori come numero e come casi colpiti.

    Quindi, più siamo elastici, meno siamo burocratici, più diamo risposte capaci. Più siamo burocratici e meno riusciamo a rispondere. In questo senso, cercando di capire che stiamo parlando di una cifra che sembra grande, ma che poi, in realtà, è piccola, perché se andiamo a dividere la somma complessiva per il numero delle famiglie colpite, è un esercizio matematico abbastanza semplice, purtroppo, quindi stiamo parlando di una cifra che non è “la” risposta al nostro problema. La risposta al nostro problema si scrive in miliardi. C’è la necessità che venga scritta in tempi rapidi e che venga anche seguita con ordinanze facili e in grado di arrivare alle famiglie, alle imprese, però è una risposta, più in generale quella delle donazioni, che innanzitutto è l’unica a cui si deve un grazie, perché è l’unica che è un gesto di generosità che qualcuno ha fatto nei confronti dei territori colpiti. Il resto è il ruolo e la funzione delle Istituzioni, quella di dare risposte in emergenza. Questo è stato un gesto di grande generosità, che si è esplicato in tante modalità e tante forme diverse, perché queste sono le donazioni che sono state raccolte dal fondo della Regione Emilia-Romagna.

    Sappiamo che c’è stata tanta generosità che si è rivolta anche nei confronti dei Comuni. Purtroppo, in quel caso, in maniera abbastanza iniqua. Prima sentivo la sindaca di Conselice che citava il quantitativo delle donazioni ricevute dal suo Comune. Le donazioni ai Comuni hanno generato dei dati completamente fuori scala.

    Il Comune di Ravenna ha avuto circa dieci volte quella quantità di donazioni per un numero di alluvionati probabilmente ridotto, minore, rispetto a quello del Comune di Conselice. Quindi, le donazioni dei Comuni sono donazioni che, per forza, stanno creando e genereranno delle iniquità pesantissime a volte a distanza di pochi metri da una città all’altra.

    Alcune donazioni sono andate volutamente su luoghi, edifici, spazi, perché il donante, il donatore aveva questa volontà di sostenere un determinato intervento. Altri hanno donato in maniera abbastanza libera a un fondo che aveva una destinazione larga. Io la dico così. Penso che laicamente dovremmo provare con le donazioni a dare risposte celeri a cose che sennò rischiano di essere non altrettanto celeri, quindi ad essere lunghe. Faccio per dire, in alcuni casi, prima dell’estate le donazioni private, quelle che volevano un oggetto, è chiaro che sono andate prioritariamente sulle scuole e sugli edifici scolastici, che, faccio una correzione, non erano coperti da quei 20 milioni, perché quei 20 milioni che sono stati stanziati dal Ministero andavano a coprire i banchi, i computer, le attrezzature scolastiche, cioè andavano alle scuole, non andavano agli edifici scolastici. Quindi, le donazioni spesso si sono rivolte subito alle scuole perché c’era l’esigenza di riaprirle a settembre. Se i fondi dello Stato, che ancora non sono arrivati, fossero arrivati adesso, le scuole a settembre non avrebbero riaperto in nessun comune. Ravenna le avrebbe riaperte lo stesso, ma Sant’Agata o Solarolo non le avrebbero riaperte, perché non avevano le risorse per poterlo fare da soli, come comuni piccoli.

    Oggi la situazione qual è? La situazione oggi è che mentre sulla parte dei lavori pubblici le risorse, non sufficienti, ma sono state stanziate, sulla parte degli indennizzi privati le risorse ancora non sono state stanziate o sono state stanziate in minimissima parte.

    Penso e ritengo che in questo momento si debba dare la massima priorità possibile agli indennizzi ai privati, ma non per una ragione ideologica, perché è più importante la scuola o è più importante la casa. Per una famiglia è importante la casa, è importante la scuola, è importante tutto. Non ha criteri di priorità.

    In questo momento, la parte in cui siamo più in difficoltà rispetto agli strumenti che sono stati emanati dal Governo è quella degli indennizzi alle famiglie e alle imprese. Quindi, secondo me, è essenziale che si dia la priorità nell’utilizzo di tutte le risorse disponibili alle famiglie e alle imprese, perché sono quelle che in questo momento sono oggettivamente in grande difficoltà.

    In particolare, anche qui noi avevamo un’ambizione all’inizio di questa vicenda, di cercare di utilizzare le donazioni principalmente per cose che rischiavano di non essere coperte dagli indennizzi ufficiali, cioè la donazione, la dico così, è la ciliegina sulla torta. La torta la fa il pubblico, la donazione aggiunge quel di più e magari lo fa andando a coprire ciò che lo Stato non copre.

    Per fare questo sarebbe stato necessario avere ai primi di luglio le idee chiare su cosa copre lo Stato e su cosa lo Stato non copre. Non dico le risorse, ma oggi, ad esempio, noi non sappiamo se saranno coperti o non saranno coperti i mobili nelle case, perché nell’ordinanza, nella norma questa cosa non è chiara. Stiamo lavorando con il Commissario perché i mobili non possono non essere coperti in un’alluvione. La maggior parte delle famiglie ha avuto danni.

    Le auto, stessa cosa. Non sappiamo se saranno coperte o non saranno coperte. Quindi, per capirci, identificare le auto, secondo me, è una scelta corretta da parte della Regione, perché, visto che in altri eventi simili le auto non sono state coperte, si rischia di avere la grave iniquità che se alla fine le auto non venissero coperte chi ha avuto la casa e non ha avuto l’auto ha l’indennizzo, chi ha avuto l’auto e non ha avuto la casa non ha l’indennizzo.

    In questo senso, però, mi sento di unirmi – l’ho rappresentato già diverse volte – agli appelli che sono stati fatti per l’atteggiamento più largo possibile rispetto alle tipologie di vicende che hanno coinvolto le famiglie.

    Io temo che tra un po’ quello che è successo con le auto inizi a succedere nelle case, cioè di gente che va in giro, come andava in giro a dire: “ti do 500 euro, dammi la macchina”, che succeda che la gente inizi ad andare in giro dicendo: “ti do 30.000 euro, dammi la casa”. Magari la gente sta resistendo a questo secondo tipo di atteggiamento. L’auto, ovviamente, gliel’ha data immediatamente.

    Non voglio giudicare, né mi posso permettere di farlo, il tasso di onestà di chi l’ha comprata quella macchina, ma di sicuro mi permetto di giudicare il tasso di onestà di chi l’ha venduta. Stiamo parlando di vittime, semmai, di una cosa che può non essere perfetta. Quindi, secondo me, dobbiamo trovare un modo per tenerla più larga possibile. Ovviamente, per avere dei meccanismi che non consentano frodi, la dico così, perché ci manca solo che litighiamo se è più importante la scuola, la casa o la macchina, e alla fine diamo i soldi a chi non ha avuto niente. Questo non deve mai succedere. Però non può neanche succedere che a quella famiglia che ha venduto la macchina a 500 euro o che l’ha data via per l’espatrio a niente non diamo niente. Una soluzione la dobbiamo assolutamente trovare insieme perché ci possa essere.

    Allo stesso modo, visto che nelle prossime due settimane con il Commissario dovremo definire sia l’ordinanza per le imprese che l’ordinanza per le famiglie, colgo l’occasione di questa mattina per segnalarvi che insieme a tutti gli Ordini professionali della provincia di Ravenna abbiamo mandato una lettera sia alla Regione che al Commissario sul tema dello stato edilizio degli immobili. Se noi facciamo passare tutti quelli che devono fare o una manutenzione ordinaria o un’edilizia libera dalla pratica edilizia come se dovessero ricostruire casa, non funziona nulla. Gli abusi edilizi nessuno li difende, però noi non possiamo pensare che uno che deve fare l’edilizia libera e non ha avuto l’alluvione non passi dalla pratica edilizia e uno che deve fare l’edilizia libera e ha avuto l’alluvione abbia più burocrazia di un cittadino normale. Invece di semplificargli la vita... Quindi, dove deve essere fatta una ristrutturazione o una manutenzione straordinaria si fa la pratica edilizia, come va fatto. Dove, invece, è edilizia libera, se uno deve rifare le porte e cambiare i mobili non è che fa lo stato computometrico di tutta la casa.

    Ripeto, ci sono questioni in questi giorni importantissime, su cui anche l’Assemblea legislativa, secondo me, è bene che sia informata e che possa dare trasversalmente il proprio contributo. Però, dicevo, magari incastrare bene e consentire un dispositivo legislativo la settimana prossima, che poi possa consentire alla Giunta, magari prendendo anche l’impegno di risentirsi con i Comitati, con i Comuni prima di fare il provvedimento definitivo, di incastrare ‒ dicevo ‒ rispetto a ciò che rimane scoperto dalle ordinanze del Commissario. La coperta può essere corta, può lasciare scoperta la testa o i piedi. A quel punto, facciamo sì che le donazioni coprano quella parte del corpo che non viene coperta dall’ufficiale, senza correre il rischio che magari ad alcuni li diamo due volte e a qualcuno non li diamo mai, cioè che ci sia qualcuno che prende, tra donazioni e indennizzo, il 110 per cento e, magari, qualcun altro che sta prendendo il 60, il 70 perché ha avuto un tipo di danno che non viene riconosciuto.

    Ultima cosa. Visto che tutte le casistiche non saranno mai ricomprese, avere anche un piccolo plafond di riserva, la dico così; che veramente non ci siano casi di iniquità palese, dove, magari, c’è un caso o dieci casi o venti casi o trenta casi che non rientrano in nessuna casistica specifica e rischiano di rimanere fuori da tutto. Quindi, avere anche l’accortezza che con le donazioni, dove c’è molta più elasticità che sui fondi pubblici, si possano anche recuperare eventuali storture. Mi dicevano dei colleghi sindaci delle zone del terremoto che fino all’ultimo giorno si è andati avanti a cercare di prevedere una circostanza, una casistica che non rientrava in nessuna di quelle già fatte. È normale. Ripeto: 20.000 famiglie, dentro c’è di tutto. C’è quello che ha la macchina dal fratello, la macchina dal cugino. Ci sono tutte le casistiche umane della vita delle persone. Noi dobbiamo cercare di aiutarle tutte.

    Così come, e concludo, e mi rifaccio agli interventi di apertura della consigliera Rontini e del consigliere Liverani, ve l’ho detto anche a Casola Valsenio, ve lo ripeto qui, questa è una sede importante, molto importante per favorire anche un clima di gestione unitaria di un evento tragico come questo, richiamando tutti alle proprie responsabilità, cioè non avendo problemi a tirare nessun orecchio che va tirato, che sia quello di un sindaco, che sia quello dell’Agenzia della Regione, che sia quello dello Stato, che sia quello del Commissario. Uno può essere vestito in mimetica o in giacca: se fa bene bisogna battere le mani; se qualcosa non va bene bisogna avere il coraggio di dirglielo. Se ci spaventiamo davanti a una giacca o davanti a una mimetica andiamo poco lontano. Quindi, che sia la manutenzione dei fiumi, il Piano strategico per l’aumento della sicurezza, che siano gli indennizzi, che siano le ordinanze, che sia lo stato legittimo, rapporto con i Comitati, rapporto con i sindaci, maggioranza e opposizione in Regione, dobbiamo saper lavorare tutti insieme su queste cose e non avere paura di dire le cose come stanno, mai, a prescindere da chi in quel momento può fare brutta figura. Ripeto: abbiamo un dovere e una responsabilità molto importante.

    Grazie.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie, sindaco. A questo punto, do la parola all’assessore Calvano. Prego.

     

    Paolo CALVANO, assessore. Grazie, presidente.

    Grazie davvero a tutti gli intervenuti. Credo sia stata assolutamente opportuna la richiesta dei Comitati di essere ascoltati, di poter dare il loro contributo. Penso che abbia fatto molto bene l’Assemblea, a partire dal presidente Caliandro, dalla relatrice Rontini, ovviamente anche dal relatore Liverani, ad aver fatto il possibile affinché ci fosse questo momento di confronto. È davvero utile.

    Mi permetto di dire questo. È utile il confronto con le persone che hanno vissuto in prima linea il tema dell’alluvione e che lo stanno vivendo ancora. L’ho capito ancora di più proprio parlando con i consiglieri regionali. Qui ci sono consiglieri regionali che hanno vissuto insieme a voi, nelle loro case, nelle loro comunità, quello che è stato vissuto dalle persone che hanno subìto l’alluvione. Lo dico perché alcune delle osservazioni che sono state fatte e che, a mio avviso, meritano tutto il grado di attenzione possibile da parte della Giunta e dell’Assemblea sono riflessioni che avevo avuto modo anche di condividere con alcuni dei consiglieri che vedo qua, a dimostrazione del fatto che davvero il confronto, così come il fatto di essere sul territorio, può essere davvero utile e fondamentale per poter fare provvedimenti che siano il più possibile rispondenti a quello che i cittadini e le cittadine di quelle comunità si aspettano.

    Mi permetto di fare una premessa, nello spirito che richiamava il presidente De Pascale. Noi stiamo davvero lavorando insieme al Commissario Figliuolo, alla sua struttura, affinché tutto possa avvenire nel miglior modo possibile e nel più breve tempo possibile. I tempi non sono una variabile di poco conto per molte persone. Anzi, direi per tutte le persone. Stiamo anche cercando di dare il nostro contributo alla legislazione nazionale, alle leggi e agli stanziamenti nazionali per superare il dramma dell’alluvione. Lo dico perché lo spirito con cui abbiamo presentato recentemente due emendamenti va nella direzione di provare a usare al meglio le risorse che ci sono per poter dare risposte alle persone che vivono in quei territori.

    Faccio un esempio. Se era stato stanziato un miliardo per la cassa integrazione, perché si temeva che molte aziende chiudessero e che, quindi, ci fosse bisogno di cassa integrazione aggiuntiva... Poi abbiamo visto, fortunatamente, che quelle imprese hanno fatto di tutto per non chiudere e hanno usato poco di quella cassa integrazione. Noi abbiamo detto al Governo: dal momento che erano stanziati per quella finalità, e quella finalità non serve, ecco che li rimettiamo a disposizione lì dove c’è un bisogno, che è un bisogno molto grande. È un bisogno quantificato da tutti in quasi 9 miliardi di euro: circa 4 miliardi per i cittadini, le loro case, i loro beni, e circa 4 miliardi per le imprese in tutti i settori, compreso... Scusate: 4 miliardi per i cittadini e per le imprese, compresa l’agricoltura, e 4 miliardi per il patrimonio pubblico (frane, strade e tutti gli edifici danneggiati). Siccome i soldi non sono tanti nelle disponibilità di qualunque bilancio, dobbiamo fare in modo di ottimizzare al meglio le risorse. Ecco perché la proposta che abbiamo fatto al Governo ci pare una proposta di buonsenso.

    Così come ci è parsa una proposta di buonsenso quella di ripetere per l’alluvione quello che abbiamo fatto per il terremoto nel 2012. Era stato creato un meccanismo che abbiamo chiamato “di credito d’imposta”. Non è proprio il credito d’imposta da 110, passatemi il termine, per aiutare a comprendere. Il meccanismo è lo stesso. C’è una perizia; viene vagliata dal Comune o dal soggetto certificatore; si va in banca; si dice che il danno è di 50.000 euro; la banca dà ‒ anche a stralci ‒ 50.000 euro e poi li scarica nelle proprie tasse, con Cassa depositi, che anticipa i soldi. Questi sono tutti meccanismi contabili. Però l’effetto quale era? Che il danno certificato veniva rimborsato al 100 per cento, sia all’impresa che al cittadino. Aveva funzionato, ha funzionato, con un costo a carico del bilancio dello Stato che si spalma in 25 anni. Quindi, 4 miliardi diventano per ogni anno circa 300 milioni, abbiamo fatto questa stima. Capite bene quindi che fra trovare su un bilancio annuale 300 milioni e trovare subito 4 miliardi è una bella differenza.

    Quel meccanismo è un gioco, passatemi il termine, contabile, ovviamente molto regolare, riconosciuto a tutti i livelli, che ci consente di dare nel breve una risposta, avendo dei costi che si sviluppano nel tempo, quindi sostenibile per i bilanci pubblici.

    Noi stiamo continuando a insistere su queste due cose, non in una logica di contrapposizione politica, ma perché ci paiono due cose di buonsenso, che possono aiutare a risolvere un pezzo dei problemi che anche qui ci sono stati evidenziati.

    Ovviamente, con le risorse a disposizione dei nostri bilanci proviamo comunque a fare la nostra parte. La stanno facendo i Comuni, con le risorse che hanno a disposizione; sta provando a farlo la Regione, in alcuni casi anche anticipando alcune somme, per un pezzo lo abbiamo fatto anche sulle somme urgenze. Per alcuni interventi che hanno dovuto essere di emergenza abbiamo anticipato delle somme. Adesso il Commissario pian piano ce le sta ristorando, ce le sta riconoscendo, a noi, così come ai Comuni.

    Tra queste opportunità di intervento che abbiamo c’è l’utilizzo delle risorse che abbiamo raccolto attraverso le donazioni. Mi preme dire due cose che aiutano, e spero di essere abbastanza chiaro nel descriverle. La prima è questa: quello che stiamo discutendo oggi è la legge, cioè l’atto che ci consente di spendere quei soldi. La Regione infatti è un ente fatto così: quando arrivano dei soldi, a meno che non ci sia una destinazione vincolata per legge, deve fare una legge che dice “mi sono arrivati questi soldi, li spendo in questo modo”, quindi dobbiamo fare la legge.

    Avevamo due strade: uno, fare una legge molto, molto, molto dettagliata, con qualche rischio, perché poi se devi cambiare qualcosa devi rifare tutto il procedimento legislativo. Invece, cosa abbiamo deciso di fare? Di fare una legge, e qua c’è chi ci ha lavorato e li ringrazio, che ci dà il perimetro di quello che si può fare, quindi abbiamo fatto un elenco di diverse cose che voi avete visto, tra cui le auto, poi ci arrivo, gli immobili, le situazioni socioeconomiche difficili, eccetera.

    Poi, abbiamo detto: dentro questo perimetro, la Giunta con una delibera che è un oggetto più facile da modificare, se per caso si fa un errore – la dico così perché sbagliare è umano, o non tenere in considerazione tutto è umano – allora si fa una delibera, perché poi, se c’è da modificarla, magari è un po’ più facile intervenire, basta la seduta della Giunta successiva (la banalizzo, però penso che ci siamo capiti).

    Quindi, la discussione che stiamo facendo oggi è una discussione importante, ma sarà ancor più importante la discussione che andiamo a fare quando in quella delibera andiamo un po’ a dettagliare le cose che possiamo fare.

    Faccio un esempio: possiamo decidere nella delibera che una delle cose che c’è scritta nella legge che si può fare, decidiamo di non farla perché nel confronto coi cittadini capiamo che quella misura non serve. Allora la legge ce lo consente, ma la delibera decide di non attuare quella misura, o di attuarla solo in parte. Non so se mi sono spiegato, spero che ci siamo capiti.

    Ecco perché ci abbiamo tenuto a fare in modo che la legge contenesse tutte le opzioni possibili, in modo tale da non legarci troppo le mani per gli atti successivi. Quella delibera che andrà a fare la Giunta, non è che la fa la Giunta senza farla vedere a nessuno e la pubblica. Abbiamo scritto, abbiamo una Commissione, ci sono quei consiglieri che vi dicevo prima, in quella Commissione, che, vi devo dire la verità, sono attenti a quello che succede nel loro territorio, e che ci potranno dare in quella Commissione ulteriori ritorni.

    Per fare quella delibera, così come per scrivere la legge, anche le cose che sono state dette qua non possiamo non tenerle in considerazione. Che non significa che ci sarà una risposta positiva a qualunque cosa ci è stata detta, ma certamente c’è una volontà enorme di ascolto, ed il tentativo di dare risposte in modo adeguato alle cose che ci sono state poste, cercando di tenere insieme un principio di giustizia sociale, il più possibile, insieme a un principio di legalità che credo stia a cuore a tutti.

    Noi dobbiamo fare in modo di poter tenere insieme giustizia sociale da un lato e legalità dall’altro. Spero di avervi spiegato il meccanismo. Vi chiedo scusa se vi ho portato via un po’ di tempo su questo.

    La seconda precisazione è su quanti soldi sono a disposizione. Giustamente, l’avvocato Pioggia ci ha detto: siamo a 52 milioni – ha ragione – ma in nostra disponibilità non ci sono 52 milioni, ma sono solo 47. Perché? Perché c’è un DL n. 88 del 5 luglio 2023 che ci dice: quelli che avete raccolto fino a quella data – abbiamo un accordo noi con il Commissario – potete usarli come ritiene la Regione, attraverso le proprie leggi, attraverso i propri atti; per quelli raccolti dal 6 in avanti c’è una norma che dice “sono nelle disponibilità del Commissario”. Il Commissario oggi non ha escluso che noi le si possa utilizzare, però ci ha detto “aspettiamo un attimo perché la legge ci dice che fino al 5 luglio tutto okay, dal 6 luglio ci guardiamo”. Poi, io non escludo che il Commissario dica “come avete speso i 47 ce ne sono altri cinque, aggiungeteli ai 47”, però ad oggi noi possiamo fermarci ai 47. Quindi, la disponibilità è di 47. Per cui, le altre risorse che vedete nel progetto di legge, lo rispecifico perché ce lo siamo detti con l’avvocato Pioggia mentre interveniva, sono 3 milioni per la grandine, risorse regionali (non c’entrano niente con le contribuzioni), 1 milione di euro (per il granchio blu, altra purtroppo, emergenza, che non c’entra) di risorse regionali, un altro milione di euro per il bollo.

    Sul bollo di cosa ci siamo accorti? Che l’atto che abbiamo fatto a luglio, in emergenza, diciamo così, e soprattutto tenendo conto delle coperture che avevamo a luglio, era un atto che salvaguardava chi aveva pagato il bollo dal 1° maggio. Ci siamo accorti che è un numero troppo piccolo di persone. E allora, potendo agire, purtroppo, non sul 2022, però sul 2023, abbiamo fatto una norma che consente alle persone che hanno rottamato o rottameranno l’auto entro il 20 novembre, anche se l’hanno pagato a gennaio, non più solo a maggio, di poter avere il rimborso. Ci siamo accorti infatti che i cittadini erano andati un po’ in difficoltà, non avevano capito. Noi avevamo fatto tutto in buona fede; poi ci siamo accorti che c’era stato quel problema, quindi abbiamo detto: anche se sono 200 o 250 euro, non è quello il tema, è una questione di risposta a un’istanza che era emersa dall’Assemblea: guardo Rontini, guardo Montalti, guardo i consiglieri qua presenti.

    Ci siamo mossi quindi in questa direzione, per fare in modo… Abbiamo stimato che quel milione dovrebbe essere sufficiente: guardo la dirigente, confido che lo sia. Se non lo sarà, vediamo come fare, perché abbiamo l’obiettivo di venire incontro, di dare questo piccolo segnale, con risorse regionali.

    Vengo al tema delle auto. Giustamente credo, il rappresentante di Faenza ci ha detto: proviamo a trovare un modus operandi che sia definito su come muoversi, ed è vero. Devo dire però, purtroppo – in questo caso, per fortuna, perché la facciamo – che prima di questo non era mai successo che si intervenisse sulle auto danneggiate, sui veicoli danneggiati dall’alluvione. È la prima volta che mettiamo in campo questa misura, la prima volta che la mettiamo in campo noi, penso la prima volta a livello nazionale, di fronte a un’alluvione. Quindi, dobbiamo trovare anche noi il modo più corretto possibile per poterlo fare.

    Anche qui, ci guardavamo proprio l’altro giorno con la relatrice in funzione del dibattito che ha anticipato il dibattito che c’è stato oggi, abbiamo scritto di intervenire sui veicoli danneggiati. L’abbiamo tenuta un po’ larga, perché poi con la delibera, anche tenendo conto di quello che è emerso oggi, io non vi assicuro che terremo conto di tutto quello che è emerso oggi, però quello che ci avete detto oggi ci consente di approvare la legge così e poi di fare in quella delibera tutte le valutazioni del caso, economico-finanziarie – perché dobbiamo star dentro il plafond che ci siamo dati – e anche di aspetti di legalità e certificazione delle cose, perché credo che sia un obiettivo di tutti evitare che arrivino anche 500 euro a chi non li deve avere, penso che sia un obiettivo di tutti. Poi succederà che qualcuno ci proverà e noi proveremo a trovarlo, se c’è qualcuno che ci prova, perché è una cosa ingiusta, che giustamente andrà sanzionata. Però, proviamo a creare le condizioni perché ciò non succeda. Io credo che il dibattito che c’è stato oggi ci aiuti in questo senso.

    In quella delibera, perché non lo avevo detto, credo l’avesse detto sempre l’avvocato Pioggia o forse qualcun altro, oggi non abbiamo ancora deciso di quei 47 milioni cosa destiniamo alle diverse misure, proprio perché lo andremo a fare in delibera tenendo conto un po’ delle diverse cose.

    Mi permetto qui un momento di confronto con voi sul tema del dare le risorse ai Comuni. Se daremo le risorse ai Comuni, le daremo per due cose, in particolare: una, perché se dobbiamo intervenire noi sulle famiglie bisognose, non è una cosa della Regione, è una cosa che fa meglio a fare l’ente che è più vicino a quelle persone, noi siamo troppo lontani. Quindi, noi dobbiamo lasciare lì il fatto che possiamo dare i soldi anche ai Comuni, ma non perché li diamo al Comune, li diamo al Comune affinché li dia alle persone alluvionate e che sono in difficoltà. Questo è l’obiettivo, per aiutarci tutti nel ragionamento.

    Poi c’è il tema del “li diamo ai Comuni per gli immobili”. Come abbiamo ragionato? Lo dico anche non in punta di diritto, perché purtroppo ho fatto l’economista, ho studiato un po’ di diritto, ma non bene come l’avvocato. Noi immaginiamo di usarli, di poterli usare, non di usarli, è una opportunità che abbiamo, lo andremo a decidere in delibera, di poterli usare per gli immobili intesi come infrastrutture sociali, quindi beni pubblici, beni comuni e quindi beni che possono usare tutti i cittadini, perché per noi, vi dico la verità, creare le condizioni affinché un’infrastruttura sociale dove ci vanno tutti i cittadini o ci possono andare tutti i cittadini venga ripristinata è un obiettivo sociale a favore di quei cittadini, per quei cittadini, per quelle comunità.

    È nel valore del bene pubblico e del bene comune che abbiamo inserito questa possibile misura. Se ci sono le condizioni, noi ce l’abbiamo lì come possibile valutazione da poter fare.

    Tenete conto che sappiamo che ci sono alcuni Comuni che per far partire, ad esempio, le scuole sono intervenuti con le loro risorse e  situazioni nelle quali c’è il rischio che qualcosa rimanga escluso.

    Ha ragione il sindaco De Pascale. Noi abbiamo bisogno di avere certezza su cosa viene finanziato, perché l’ideale sarebbe di non accumulare le cose su obiettivi sovrapposti, ma diversificare. Ha ragione De Pascale su questo. Ecco il perché della nostra insistenza con il Governo per dire: “diteci bene tutto quello che andate a fare voi, perché poi noi proviamo a pensare in parte al resto, nei limiti delle nostre disponibilità”.

    Questo è il quadro che mi sono sentito di fare, ringraziandovi nuovamente per i contributi, sia voi che, ovviamente, i nostri sindaci, i nostri Presidenti di Provincia, perché il lavoro che stanno facendo, mi rivolgo a loro, è stato un lavoro importante, un lavoro non semplice, per affrontare un evento di dimensioni epocali per l’Emilia-Romagna.

    Consentitemi anche un ringraziamento a chi ha fatto quelle donazioni, perché c’è tanta gente che vuole bene all’Emilia-Romagna, che vuole bene a chi vive l’Emilia-Romagna, alle persone dell’Emilia-Romagna. Penso che un po’ nel tempo ce lo siamo guadagnato il fatto di provare a farci voler bene.

    Lo dico io che sono un figlio adottivo dell’Emilia-Romagna. L’Emilia-Romagna mi ha proprio adottato. Io spero di essere all’altezza dei cittadini emiliano-romagnoli. Mi ha adottato quando ero ancora molto piccolo, però mi ha adottato.

    Anche il presidente Caliandro forse ne sa qualcosa da questo punto di vista. Questa generosità è stata enorme.

    Ed è bellissima la donazione da 1 milione di euro di alcune grandi imprese. Sarebbe sbagliato citarne una, perché sono state diverse quelle che l’hanno fatto, così come i 5 euro che sono arrivati con una lettera di accompagnamento che diceva: “Io questi posso darvi e questi vi do”. Ecco, hanno lo stesso peso. Noi dobbiamo fare in modo, per recuperare anche qui una cosa che diceva l’avvocato Pioggia, di poter essere più precisi possibili nella rendicontazione, perché esserlo non è una cosa utile solo oggi, ma è una cosa utile anche per domani, per fare in modo che le persone con fiducia possano continuare a dare una mano quando vedono un momento difficile, un momento nel quale c’è bisogno di solidarietà.

    Ne avevamo bisogno, hanno risposto e noi adesso dobbiamo far di tutto per usarli al meglio. Lo potremo fare anche in un dialogo costante con le persone che, purtroppo, hanno vissuto e stanno ancora vivendo quel dramma. Grazie.

     

    Presidente CALIANDRO. Ringrazio tutti gli intervenuti per il prezioso contributo che avete dato ai lavori della nostra Commissione, chiaramente i consiglieri tutti, i due relatori, Liverani e Rontini, che hanno avuto la pazienza di saper cucire che sapranno fare anche tesoro di quello che è emerso nella giornata odierna per la discussione d’aula che si svilupperà.

    Infine, vorrei ringraziare, per il prezioso lavoro, i collaboratori della Commissione, la dottoressa Fanti, la dottoressa Zona, che hanno dovuto in queste settimane lavorare tantissimo, perché abbiamo messo un piccolo record, non era mai stato approvato un provvedimento di questa portata nell’arco di una sola settimana, unitamente chiaramente ai lavori fatti dalla II Commissione e dalla I Commissione, presieduti dai colleghi Rontini e Pompignoli. Però, siamo riusciti a portare a casa un contributo importante in un momento di grande emergenza. Quindi, ringrazio anche i collaboratori delle strutture che hanno reso possibile questo lavoro. Quindi, ringrazio, oltre alla politica, anche l’apparato tecnico.

    Vi ringrazio. Buona serata. La seduta è tolta.

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