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Legislatura XI - Commissione III - Resoconto del 22/11/2023 antimeridiano

    Resoconto n. 32

    Seduta del 22 novembre 2023

     

    Il giorno 22 novembre 2023 alle ore 9:30 è convocata, con nota prot. n. PG.2023.27957 del 16/11/2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna, viale A. Moro n. 50, la Commissione Territorio, ambiente, mobilità, in seduta congiunta con la Commissione Politiche per la salute e politiche sociali, e, al termine, in seduta ordinaria, in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del presidente e della vicepresidente Rossi e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Bondavalli (BP); Costa, Dalfiume, Montalti (PD); Facci, Marchetti D., Pelloni (Lega); Mastacchi (RCPER); Piccinini (M5S); Pigoni (IV); Zamboni (EV); nonché degli altri partecipanti in via telematica, in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    CALIANDRO Stefano

    Presidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    7

    presente

    OCCHI Emiliano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    6

    presente

    ROSSI Nadia

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    5

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    BULBI Massimo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    COSTA Andrea

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    4

    presente

    DAFFADA’ Matteo

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    DALFIUME Mirella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    assente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    FACCI Michele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    LIVERANI Andrea

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PIGONI Giulia

    Componente

    Italia Viva – Il Centro – Renew Europe

    3

    presente

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    RAINIERI Fabio

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    SABATTINI Luca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    presente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    presente

     

    Partecipano alla seduta: dott. Gabriele Raimondi, Presidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna; dott.ssa Luana Valletta, Vicepresidente dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna.

     

     

    Presiede la seduta: Stefano CALIANDRO

    Assistono le segretarie: Annarita Silvia Di Girolamo e Vanessa Francescon

    Funzionario estensore: Giulia Ercolino


    DEREGISTRAZIONE CON CORREZIONI APPORTATE AL FINE DELLA MERA COMPRENSIONE DEL TESTO

     

     

    -     Audizione dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna in merito al progetto di sostegno alle popolazioni colpite dall'alluvione.

     

    Presidente Stefano CALIANDRO. Sono presenti, oltre al sottoscritto, i consiglieri Nadia Rossi, Federico Alessandro Amico, Massimo Bulbi, Matteo Daffadà, Mirella Dalfiume, Marco Fabbri, Daniele Marchetti, Lia Montalti e Simone Pelloni.

    Procedo con l’appello, quindi chiedo il supporto dei tecnici.

    Consigliere Emiliano Occhi, assente.

    Consigliera Stefania Bondavalli, presente.

    Consigliera Valentina Castaldini, assente.

    Consigliere Andrea Costa, presente.

    Consigliera Marta Evangelisti, assente.

    Consigliere Michele Facci, assente.

    Consigliere Giulia Gibertoni, assente.

    Consigliere Andrea Liverani, assente.

    Consigliere Marco Mastacchi, assente.

    Consigliera Silvia Piccinini, presente.

    Consigliera Giulia Pigoni, assente.

    Consigliere Massimiliano Pompignoli, assente.

    Consigliere Fabio Rainieri, assente.

    Consigliere Sabattini Luca, assente.

    Consigliere Giancarlo Tagliaferri, assente.

    Consigliera Silvia Zamboni, assente.

    Procedo con il secondo appello, verifichiamo se nel frattempo si sono collegati i colleghi Emiliano Occhi, assente. Valentina Castaldini, assente. Marta Evangelisti, assente. Michele Facci, assente. Giulia Gibertoni, assente. Andrea Liverani, assente. Giulia Pigoni, assente. Massimiliano Pompignoli, assente. Fabio Rainieri, assente. Luca Sabattini, assente. Giancarlo Tagliaferri, assente. Silvia Zamboni, assente. Ho il numero legale. Prego, presidente Soncini.

     

    Presidente Ottavia SONCINI. Grazie, presidente Caliandro.

    La vicepresidente Francesca Maletti è presente in Commissione, il vicepresidente Daniele Marchetti è presente in Commissione.

    Il consigliere Federico Alessandro Amico è collegato in chat.

    Consigliere Fabio Bergamini. La consigliera Stefania Bondavalli ha dichiarato la presenza, il presidente Caliandro è al mio fianco.

    Consigliera Valentina Castaldini, assente.

    Consigliere Andrea Costa, presente.

    Consigliera Palma Costi, presente.

    Consigliere Luca Cuoghi, presente in chat.

    Consigliere Matteo Daffadà, presente in chat.

    Consigliera Marta Evangelisti, assente.

    Consigliere Michele Facci, assente.

    Il consigliere Pasquale Gerace è sostituito dalla consigliera Pigoni.

    Consigliera Giulia Gibertoni, assente.

    La consigliera Francesca Marchetti è sostituita dalla consigliera Mirella Dalfiume.

    Consigliere Marco Mastacchi, assente.

    Consigliera Lia Montalti, presente.

    Consigliera Roberta Mori, presente.

    Consigliere Giuseppe Paruolo, presente.

    Consigliere Simone Pelloni, presente.

    Consigliera Silvia Piccinini, presente.

    Consigliera Marilena Pillati, presente.

    Consigliere Manuela Rontini, presente.

    Consigliera Nadia Rossi, presente.

    Consigliera Valentina Stragliati, presente.

    Consigliera Silvia Zamboni, assente.

    Ovviamente i consiglieri durante la Commissione possono aggiungere la loro presenza in chat.

     

    Audizione dell'Ordine degli Psicologi dell'Emilia-Romagna in merito al progetto di sostegno alle popolazioni colpite dall'alluvione

     

    Presidente CALIANDRO. Buongiorno. Commissione III e Commissione Sanità riunite insieme per affrontare il progetto di legge a sostegno delle popolazioni colpite dall’alluvione.

    Oggi abbiamo condiviso con la presidente Soncini di audire l’Ordine degli psicologi regionali e chiediamo quindi al dottor Raimondi di intervenire per illustrare le slide che ha predisposto. La ringrazio. Intervenga da dove le viene più comodo. Prego.

     

    Dott. Gabriele RAIMONDI, presidente Ordine Psicologi Emilia-Romagna. Buongiorno a tutte e a tutti. Sono Gabriele Raimondi, sono presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna. È qui con me la vicepresidente, Luana Valletta.

    È un piacere e un onore essere qui per confrontarmi con voi sugli interventi che abbiamo realizzato, che intendiamo realizzare e che vorremmo realizzare insieme a voi, a sostegno delle popolazioni colpite dall’alluvione. Chiaramente noi parliamo di sostegno psicologico.

    Vi introduco solo e molto brevemente un dato di contesto rispetto alle nostre attività. Noi rappresentiamo circa 9.000 iscritti e iscritte della nostra Regione, siamo un Ordine regionale e una professione che è suddivisa in modo abbastanza uniforme su tutta la regione, chiaramente con maggiore presenza nelle città più grandi come Bologna e Parma.

    Abbiamo una popolazione professionale in grandissima parte femminile e giovane, costituita in grandissima parte da liberi professionisti (soltanto il 6 per cento delle nostre iscritte e iscritti sono all’interno delle Istituzioni). Questo apre un tema molto importante in merito all'accesso alle cure psicologiche, perché molti cittadini e cittadine non riescono ad accedere alle cure psicologiche proprio perché non c’è un’adeguata risposta nelle Istituzioni pubbliche. Pur in una Regione come la nostra, che ha sempre dimostrato una grande attenzione e un grande impegno in questa direzione, i dati però ci dicono che la richiesta è decisamente superiore alle disponibilità. Questo è un tema che abbiamo affrontato più volte.

    Un tema importante che voglio sottoporre l’attenzione sia dell’Assemblea legislativa, sia di chi ci ascolta è il ruolo dell’Ordine. Spesso gli Ordini professionali vengono confusi con un’azione sindacale a favore della comunità professionale. Certo, noi sosteniamo la comunità professionale, ma abbiamo come focus principale, questo è importantissimo, la tutela della salute dei cittadini. Quando interveniamo per promuovere interventi psicologici, lo facciamo sempre nell’ottica di garantire interventi qualificati e risposte ai bisogni dei cittadini. Lo facciamo tramite la formazione, le consulenze, il rispetto del Codice deontologico. Tutto quello che facciamo va nell’ottica di rispondere a un bisogno di salute.

    Per fare questo, ci siamo organizzati in diverse Commissioni d’intervento (deontologica, formazione, ecc..) e abbiamo utilizzato le competenze della nostra comunità professionale per organizzare dei gruppi di lavoro specifici (psicologia scolastica, giuridica, eccetera). Uno di questi è un gruppo specifico che abbiamo creato sul tema della psicologia dell’emergenza, gruppo che ci ha consentito di dare risposte adeguate ai cittadini sia durante la pandemia, sia durante l’alluvione.

    Durante l'alluvione, questo gruppo di lavoro sulla psicologia dell’emergenza ci ha consentito di interfacciarci anche con la Regione per integrare i servizi garantiti dalle Istituzioni, quindi dalle ASL e dai Comuni, con i servizi garantiti dalle associazioni di psicologia dell’emergenza.

    Noi siamo tutti psicologi, ma non siamo tutti competenti nello stesso modo in tutti gli ambiti, nessuno di noi è un tuttologo, stiamo molto attenti a garantire sempre un’adeguata formazione e un’adeguata preparazione negli specifici ambiti di intervento.

    Durante i mesi dell’alluvione, una sera sì e una sera no ci incontravamo con l’assessorato, con la Regione per garantire questa integrazione tra privato e pubblico, che per noi è fondamentale.

    Tralascio la definizione di psicologo della normativa (le slide sono comunque a disposizione la definizione) che comunque potete leggere, per rappresentarvi alcuni esempi.

    Durante l’alluvione cosa abbiamo fatto? Abbiamo garantito un'informazione piena e corretta ai cittadini e ai professionisti. Abbiamo notato che, ad esempio, molti cittadini, pur in presenza di risposte messe a disposizione dalle Istituzioni, non avevano modo di sapere come trovarle e a chi rivolgersi e quindi abbiamo attivato sul nostro sito internet una raccolta delle risposte presenti nelle Istituzioni e una serie di informazioni utili, quali dove trovare i contatti utili, come muoversi, perché il cittadino, oltre ad avere la consapevolezza di una risposta, deve anche sapere come trovarla.

    Stessa cosa abbiamo fatto per i nostri professionisti, che a volte non conoscevano le risorse messe a disposizione. Abbiamo quindi cercato di garantire un’informazione costante e precisa.

    Un tema per noi molto importante riguarda ora la risposta ai bisogni psicologici delle popolazioni colpite dalle alluvioni. Questa risposta va a proseguire un progetto già impostato negli anni scorsi da ENPAP, la nostra Cassa previdenziale. Noi abbiamo una Cassa previdenziale, come tutti i professionisti, che garantisce la previdenza futura, l’assistenza in questo periodo, ma anche interventi per la popolazione.

    Insieme ad ENPAP stiamo costruendo un progetto di intervento che andrà ad a intervenire, a partire da gennaio 2024 per i cittadini, sulle popolazioni alluvionate, che in questi giorni si sta allargando anche alla popolazione della Toscana, anch'essa colpita da un’alluvione importante.

    Cosa ci interessa oggi? Oggi ci interessa raccontarvi come verrà declinato questo progetto (la vicepresidente Valletta entrerà nel dettaglio) e costruire insieme a voi una sinergia e una collaborazione. Abbiamo la necessità di superare quelle linee parallele che a volte caratterizzano il lavoro dei liberi professionisti e il lavoro delle Istituzioni, per creare ponti e sinergie.

    Abbiamo già preso contatti con diversi Comuni anche delle zone della Romagna per andare in questa direzione. Dobbiamo fare in modo che le risorse (alcune centinaia di migliaia di euro per gli interventi a sostegno della popolazione colpita) che ENPAP metterà a disposizione siano utilizzate sul territorio della Romagna, grazie ad oltre un centinaio di psicologi adeguatamente formati e competenti per dare risposte.

    Abbiamo bisogno che l’intervento di questi professionisti, che vanno a garantire servizi ai cittadini, sia costantemente supportato e integrato con le risposte del servizio pubblico nelle sue varie declinazioni (ASL, Comuni, ecc..). Abbiamo bisogno di costruire insieme un modello di intervento, che vada a garantire continuità. In questo caso la nostra Cassa previdenziale, la nostra comunità professionale mette a disposizione competenze e risorse, ma è importante che a queste risorse sia data continuità. È importante che a queste risposte sia data la capacità di integrarsi con il territorio e di proseguire nel futuro.

    C'è un altro progetto che verrà presentato direttamente da Luana Valletta. Ci siamo anche chiesti cosa succeda nelle altre Regioni. Da tempo abbiamo un’interlocuzione aperta con l’assessore Donini, sappiamo che nella nostra Regione c’è un’attenzione e un impegno sul benessere psicologico dei cittadini, ma vediamo che in altre Regioni ci sono altri impegni, altre risorse e altre possibilità.

    Ci siamo quindi guardati intorno e vi rappresentiamo cosa sta succedendo. Sta succedendo che in diverse Regioni d’Italia ci sono investimenti specifici sul tema del benessere psicologico. Abbiamo ad esempio nel Lazio un progetto basato su voucher per famiglie e giovani, per cui la Regione Lazio ha stanziato un finanziamento di 2,5 milioni di euro per dare risposta ai bisogni dei giovani.

    Abbiamo nella regione Campania un investimento di 1,8 milioni di euro per il sostegno psicologico alle famiglie con minori. La Regione Campania ha attivato il progetto dello psicologo di base, psicologo nelle Case di comunità, con un investimento da 32 milioni di euro, ovviamente negli anni.

    In Sicilia è stato attivato un progetto da 7,4 milioni di euro sulle cure primarie, in Piemonte un investimento da 1,8 milioni. Ci sono diverse Regioni che stanno investendo in questo.

    Qual è l’elemento centrale dell’intervento sulla psicologia di comunità, sulla psicologia di base? Che va a dare risposta a quei bisogni che oggi spesso non trovano ascolto. C’è una zona grigia molto importante di popolazione che non ha ancora situazioni gravemente patologiche, ma che vive situazioni di estremo disagio, di estrema difficoltà, che, se non prese in carico e non curate, non trovando risposta rischiano fortemente di diventare ancora più gravi, con enormi costi a carico dello Stato e della Regione.

    Alcuni studi dimostrano come un intervento preventivo, un intervento tempestivo professionale ad esempio sui temi dell’ansia riduca enormemente il rischio di aggravamento, interventi anche da 10-12 incontri riescono a dare una risposta efficace e ad evitare il peggioramento della situazione.

    È di pochi giorni fa uno stanziamento importante della nostra Regione di 40 milioni di euro sul tema della salute mentale, investimento che riconosciamo importante e che sicuramente dà risposte. Qual è però la caratteristica di questo investimento? Che va a rispondere a bisogni conclamati, come l’autismo, i disturbi alimentari, una risposta sicuramente importante, ma che oggi manca di quella strategia di intervento che è la prevenzione e l’intervento precoce.

    Abbiamo bisogno (ne abbiamo già parlato diverse volte con la Regione) di garantire un supporto psicologico anche a chi rischia di essere in difficoltà. Sarebbe molto importante riuscire a garantire un sostegno a chi vuole promuovere il proprio benessere. Spesso si identifica l’intervento psicologico come una risposta a una patologia, ma questa è soltanto una parte di ciò che sappiamo e vogliamo fare, una parte sicuramente importante.

    Noi abbiamo bisogno di garantire una promozione del benessere, abbiamo bisogno di garantire un miglioramento delle capacità su tutti gli ambiti. Nel mondo della psicologia del lavoro, ad esempio, vediamo come una migliore capacità di ascolto e di attenzione al benessere psicologico garantisca migliore qualità, mentre una mancata risposta a temi come l’ansia, la depressione, le difficoltà che le persone incontrano comporta costi economici molto importanti in termini, ad esempio di assenza dal lavoro, ma anche di quello che si chiama il presentismo, per cui le persone vanno al lavoro, non stanno bene, producono, rendono e vivono molto peggio di quello che potrebbero fare. Questo è un tema che spesso viene sottovalutato.

    Un aspetto che vogliamo portare alla vostra attenzione è di cominciare a considerare o di implementare la considerazione del fatto che l’investimento in psicologia è assolutamente un investimento in termini di salute dei cittadini, è un investimento anche economico. I dati ci dicono che investire in psicologia fa risparmiare economicamente, è chiaro che ci vuole la capacità di superare anche la visione emergenziale, quindi di integrare una risposta all’emergenza, in questo caso dell’alluvione o ai tanti bisogni, con una riposta strategica, che va verso il futuro e che va ad investire sul benessere dei cittadini prima che diventi patologia o difficoltà.

    Lascio la parola a Luana Valletta, chi vi rappresenta cosa è stato fatto nel progetto "Vivere meglio", che è prodromico al progetto che andiamo a realizzare sul tema del territorio delle popolazioni alluvionate, un progetto che è andato a dare risposta a due temi importantissimi, quelli dell'ansia e della depressione. L'anno scorso, ENPAP, nostra Cassa previdenziale, ha investito circa 5 milioni di euro per sostenere questo progetto con i dati che adesso vi verranno presentati, e poi vi torneremo al progetto sull’alluvione. Grazie a tutte e a tutti.

     

    Presidente CALIANDRO. Do la parola alla vicepresidente, dottoressa Valletta.

     

    Dott.ssa Luana VALLETTA, vicepresidente Ordine Psicologi Emilia-Romagna. Salve. Grazie a tutte e a tutti di questo invito, che per noi è sicuramente un’occasione molto importante.

    Per riprendere le fila, la cosa da cui siamo partiti è questa: siamo un Ordine che nasce e il suo mandato è la tutela della salute e del benessere dei cittadini e delle cittadine. Per farlo, possiamo utilizzare diversi strumenti, dalla tutela della professione, ma anche attraverso l’aggiornamento professionale e attraverso delle progettazioni di impegno sociale e non solo.

    Abbiamo visto attraverso la carrellata che il Presidente ci ha fatto del modo in cui gli altri Ordini professionali stanno attivamente e proattivamente collaborando con altre Regioni.

    Ci fa piacere poter veramente essere parte attiva e propositiva in processi di costruzione e di progettazione, di dare un nostro contributo (lettura o competenze professionali) per provare a intercettare e a rispondere ad alcuni bisogni psicologici, ma non solo, che abbiamo nelle nostre comunità.

    Da qui cosa abbiamo visto? È vero, molto è stato fatto e ancora si potrebbe fare qualcosa, vi raccontiamo molto dei territori, ma molti colleghi e anche ai cittadini ci segnalano che non sempre riescono a trovare una risposta ai loro bisogni nel servizio pubblico, perché spesso il servizio pubblico è già in affanno perché ha delle condizioni molto gravi, molto complicate e molto complesse.

    Per chi ha disturbi "sotto soglia", disturbi emotivi comuni, ad oggi è difficile trovare una risposta nel pubblico, però sappiamo che, Gabriele un po' lo ha accennato, anche la prevenzione potrebbe far risparmiare numerosi soldi, perché sappiamo che intervenire prima fa sì che non ci si ammali, non si consumino risorse economiche, ma anche servizi di personale sanitario, all’interno dei nostri servizi pubblici e privati e quindi abbiamo bisogno di mettere in campo diverse azioni.

    Sappiamo che ci sono fasce della popolazione più scoperte dai servizi, che sono i bambini, i genitori, i giovani e i giovani adulti, perché a neuropsichiatria sono in affanno per i casi più gravi, ma se io non ho un disturbo tale da avere una diagnosi, una certificazione, un processo terapeutico, da chi vado? Le famiglie, le giovani coppie da chi possono andare, magari solo per delle transizioni di vita, che sono anche molto confinate, limitate? Così come i giovani adulti.

    In molte Regioni si è lavorato anche su delle leggi regionali della psicologia scolastica, ma da noi dov’è lo psicologo scolastico? Forse solo alle scuole superiori, ma è coordinato? C’è un lavoro di équipe? È integrato con i servizi oppure no? E chi è più piccolo dove va? Chi non va all’università (anche lì abbiamo liste d’attesa molto lunghe) può avere un accesso psicologico gratuito?

    Come Cassa di previdenza non siamo culturalmente una comunità che ritiene che debbano sempre fare gli altri, vorremmo esserci in quello che già si fa, però cerchiamo di capire cosa possiamo fare a partire da noi. Come Ente, poiché ci occupiamo di assistenza e previdenza, abbiamo deciso di costruire un sistema di Borse lavoro, quindi delle forme di assistenza che eroghiamo ai nostri iscritti, cercando di mettere su un impianto scientifico solido, dove raccogliere dei dati, fare dei protocolli e soprattutto rispondere ai bisogni emergenti derivanti dai disturbi emotivi comuni, l’ansia e la depressione (vi lasceremo queste slide sintetiche e delle slide di maggior approfondimento) che hanno bisogno di risposte, che non significa andare dallo psicologo a vita, a volte bastano 5, 10, 12 incontri.

    Di questo abbiamo tantissima letteratura internazionale, poca italiana, anche rispetto all’impatto e al risparmio economico. Da qui l’ENPAP ha deciso di realizzare su questa ricerca importante, imponente, stanziando dei fondi, per mettere a disposizione della comunità quanto sarebbe emerso.

    C’è poi un ulteriore upload, che faremo per il nostro territorio, però intanto volevo citarvi qualche dato veloce. Vi lasciamo anche l’impatto delle difficoltà, dei disagi, delle fragilità mentali, anche gli impatti economici. Ci sono, a livello di letteratura internazionale, numerose letterature, addirittura già del 2006 con dei Depression Report e come in Inghilterra con dei programmi specifici come lo IATP, quindi non ci stiamo inventando niente, non è nulla di nuovo, è vero che a livello italiano abbiamo un vergognoso ritardo (lo dico senza mezzi termini), perché la salute mentale, la salute psicologica ad oggi è una salute di serie B, non è al pari di quella fisica, anzi c'è ancora una contrapposizione quando la salute è unica, bio-psicosociale.

    Abbiamo una cospicua letteratura scientifica, c’è la Consensus Conference su ansia e depressione, abbiamo dei protocolli, dei modelli di intervento brevi, che sappiamo sono efficaci e funzionano quindi anche qui non c’è un investimento economico ingente di percorsi infiniti, ma molto circoscritto, molto modellizzato.

    Il nostro PDT del progetto "Vivere meglio" ovviamente prevede un processo a step. Come ha funzionato in questo anno di sperimentazione? Si accedeva alla piattaforma, dove un qualsiasi cittadino trovava un link per uno screening.

    Attraverso questo screening on line emergeva che, tutto sommato, non avevi bisogno di un intervento, però puoi trovare tutti i materiali di auto mutuo aiuto per disturbi del sonno, ansia, depressione, come gestire lo stress, i conflitti familiari e non solo.

    Se invece avevi bisogno di un percorso psicologico, si attivava questo voucher e si poteva iniziare un percorso psicologico, oppure un percorso psicologico psicoterapeutico e si attivava un ulteriore livello, magari di maggiore, e da lì ovviamente si orientavano i servizi.

    Sono ancora in corso di raccolta numerose ricerche, dati, anche rispetto ai follow up, sia sull’efficacia, sia sul gradimento, sia sull’impatto economico di questi interventi preventivi (in realtà siamo già a una prevenzione secondaria e terziaria) si sono posti.

    Abbiamo risposto a quasi 10.000 cittadini, ma in realtà sono arrivate più di 120.000 richieste. Come abbiamo visto con la richiesta del Bonus psicologo, c’è una fortissima domanda di assistenza psicologica e quindi è qualcosa che interessa molto ai cittadini e alle famiglie, forse a volte meno esplicitato, perché c’è molta vergogna, ma basta uno strumento con cui si dà un’opportunità e questo bisogno emerge in modo molto più forte, nonostante i tanti che ancora oggi fanno fatica a chiedere aiuto, quindi probabilmente emerge un bisogno sottostimato.

    Gli interventi possono essere di 10 sedute per il percorso psicologico, di 12 per il percorso psicologico psicoterapeutico. In realtà, dai dati che stanno emergendo si rileva che per l’efficacia del percorso possono essere sufficienti anche meno colloqui.

    È perseguito in forte collaborazione con molte Università italiane partner del progetto, perché vuole essere un progetto scientifico, perché vogliamo avere dei dati solidi e incontestabili, e rispetto all’impatto economico abbiamo attivato questa collaborazione con il Politecnico di Milano, per portarvi dati ancora più solidi.

    Ad aderire a questo primo anno di sperimentazione sono state principalmente donne della fascia di età che va dai 20 ai 25 anni. Parliamo di giovani adulte, dove forse ancora non ci sono dei servizi.

    Piccola premessa: questo progetto parte dai 16 anni in poi, quindi anche noi abbiamo lasciato scoperta tutta un’altra fascia di popolazione di cittadini. Si tratta di persone che, a livello di reddito, sono ancora a carico delle famiglie, non hanno ancora un reddito autonomo e quindi per loro l’ostacolo economico può avere una certa incidenza e non avevano mai avuto accesso a servizi pubblici o comunque solo una minima parte.

    I disturbi assoggettati a screening che sono emersi sono disturbi dell’umore e di adattamento; quindi c’è bisogno anche di interventi in questo ambito.

    Dai follow up rispetto alla sintomatologia vediamo che dopo l’intervento a tre mesi e a sei mesi le persone, ripetendo anche lo screening, stanno sensibilmente e notevolmente meglio.

    Anche con pochi colloqui, non per forza con uno psicoterapeuta, ma colloqui psicologici di base, c’è un’efficacia che dura nel tempo, quindi sono tutte persone che si spera non ci ritroveremo nei servizi.

    Il gradimento del servizio è stato molto alto, tutti lo consegnerebbero a degli amici, gran parte l’ha ritenuto utile, siamo stati curiosi anche rispetto all’on line, perché era unicamente in presenza; invece il colloquio in presenza viene preferito all’on line.

    Rispetto alla consapevolezza dell’importanza della terapia psicologica, prima dell’esperienza del progetto non tutti avrebbero intrapreso un percorso psicologico, per scetticismo, stigma, pregiudizi e, a conclusione del progetto, il dato è stato ribaltato, tutti lo consiglierebbero e lo hanno ritenuto fortemente utile. Quindi questi strumenti possono anche aiutare a rompere dei tabù, provando e magari scoprendo che può essere utile, quindi posso continuare.

    Non voglio tediarvi, ma dietro c'è una ricerca abbastanza importante. Cosa abbiamo deciso quest’anno? Di continuare a raccogliere questi dati, che poi metteremo a disposizione sia del mondo dei servizi, sia di quello politico, perché sicuramente, di fronte a delle evidenze, è inutile continuare a procrastinare delle scelte.

    Continuiamo inoltre questa sperimentazione, questa raccolta dati. Sappiamo che ci sono stati dei territori, come l’Emilia-Romagna e le Marche, in cui c’è stata un’alluvione, ci sono stati avvenimenti sicuramente molto importanti, andiamo a continuare questo finanziamento, questo stanziamento, questa opportunità riservata a questi territori e ai colleghi che lavorano o vivono in questi territori.

    Come accennava il presidente Raimondi, coinvolgeremo anche la Regione Toscana, ovviamente lo stanziamento è un po' inferiore, però continuiamo in questa direzione, e partiremo verso fine gennaio - inizio febbraio con il rilanciare questa iniziativa, che per il cittadino è gratuita, dei percorsi psicologici o psicoterapeutici o anche solo di avere a disposizione del materiale di auto mutuo aiuto.

    Da qui chiaramente si possono aprire diverse strade. Come ENPAP, come psicologi stiamo facendo la nostra parte, vogliamo essere credibili e autorevoli, portando anche dei dati solidi a livello scientifico sia di efficacia sia di risparmio economico, nonostante a livello internazionale esistano già, però, mancando in Italia, abbiamo voluto provare a fare questo ulteriore step.

    Cosa si può fare insieme? Insieme si possono fare diverse azioni, perché all’interno di questo progetto nulla ci vieta di finanziare ulteriori Borse lavoro, magari anche per altri target specifici oppure per rispondere ai bisogni che emergeranno.

    Abbiamo risposto a 10.000 cittadini quest’anno, ma sono arrivate 120.000 richieste, e neanche con chissà quale comunicazione forte a livello nazionale. Immaginiamo che in Emilia-Romagna avremo un dato similare, molta più domanda e richiesta del servizio che possiamo erogare.

    Abbiamo tutto un filone di materiali di auto mutuo aiuto, opuscoli molto ricchi e completi, sicuramente composti da diverse pagine.

    Immaginiamo altre azioni di comunicazione, prevediamo con sinergie pubblico/privato di dare più strumenti di auto mutuo aiuto ai cittadini, per riconoscersi, capire e da lì trovare riferimenti per dire "aderisco a questo progetto oppure cerco i servizi pubblici o privati vicino al luogo dove abito e lavoro a cui posso fare richiesta" perché spesso non so neanche da dove iniziare e quindi possono essere strumenti in grado di facilitare.

    Potremmo anche immaginarci diverse forme di collaborazione a livello locale, perché tanto questo progetto ci sarà, partirà, quindi lo faccio conoscere ai cittadini, lo faccio conoscere magari a target specifici di popolazione, però magari posso anche pensare a delle ulteriori azioni di implementazione o anche specifiche per dei target, per approfondire dei temi.

    Magari pensiamo all’alluvione, al tessuto produttivo, alle difficoltà della ripartenza, che non sono solo difficoltà economiche, sono difficoltà anche emotive, cognitive, di sistema; quindi anche è opportuno valutare che tipo di supporto possiamo dare e a quale livello, da quello informativo a quello di presa in carico, anche modulando in un’azione Stat-Care di diversi gradini.

    L’anno scorso, per la Giornata della psicologia avevamo voluto raccogliere velocemente dei dati rispetto a come i cittadini valutino l’esperienza dallo psicologo, ve li riportiamo a titolo conoscitivo. Hanno risposto 500 cittadini della Regione Emilia-Romagna e, per esempio, un dato molto forte che è emerso è che gran parte si rivolge al privato, Quasi il 70 per cento di chi si è rivolto allo psicologo, perché in realtà andavamo a mappare anche chi non ci si è rivolto, gran parte di chi rispondeva al questionario è in genere la fascia femminile dai 20 ai 50 anni. La risposta nel pubblico è stata inferiore rispetto di chi ha usufruito dei servizi nel privato, però vediamo che mediamente il gradimento, la percezione di utilità del sentirsi accolto è stata mediamente positiva più nel privato che nel pubblico, ma chiaramente sappiamo che bisognerebbe fare una ricerca molto più solida.

    Questa era un’indagine molto esplorativa, finalizzata a una giornata celebrativa, però ci dà già uno spaccato dei cittadini che si rivolgono, a chi si rivolgono, però sappiamo che il privato ha dei costi e taglia fuori tantissime persone che non hanno disponibilità economiche o, a volte, gli strumenti socioculturali per poter capire che quel bisogno può avere una risposta psicologica.

    C’è tanto da lavorare in questa direzione per non escludere chi ne ha davvero molto più bisogno. Anche per chi non è mai andato dallo psicologo, ma ci vorrebbe andare la maggiore barriera è quella economica e quella di non sapere come scegliere il professionista.

    Sul secondo punto sappiamo che i grandi player del privato stanno facendo il loro business proprio per aiutare a trovare uno psicologo. In realtà, forse anche noi come servizi pubblici e come Istituzioni dovremmo aiutare e facilitare in questa direzione trovando risposte nel pubblico, perché è giusto che chi non ne ha l’opportunità trovi risposta, così come anche nel privato che sappia farlo con gli strumenti adeguati, anche perché sappiamo che tantissimi cittadini si rivolgono a figure che sconfinano nell’abuso della professione (counselor, coach, Santoni vari)e poi chi lavora nella clinica si trova a raccogliere i cocci dei danni che questi fanno.

    Anche noi come professionisti possiamo incorrere in errori professionali, e per questo abbiamo una Commissione deontologica per porvi rimedio, ma altrove è un mercato libero, autogestito, in cui i cittadini sono soli, perché nessuno ha spiegato loro chi è lo psicologo, chi è lo psicoterapeuta, chi sono tutti gli altri che non hanno neanche una laurea in psicologia, ma scimmiottano gli psicologi nei diversi contesti, dai counselor nella clinica ai coach nei contesti lavorativi.

    Se vi trovate a lavorare con loro, usano letteratura psicologica anche molto vecchia, non aggiornata, quindi a quel punto perché non farlo fare a uno psicologo per pregiudizi secondo cui lo psicologo lavora sul passato e non sul presente? Non c’è niente di più sbagliato, perché lo psicologo lavora su tutte le dimensioni temporali e il presente è sicuramente quello che più conta, perché se una persona oggi sta chiedendo aiuto, è per qualcosa di oggi, e si lavora principalmente sull’oggi.

    Su questo abbiamo bisogno anche di un lavoro culturale, anche questo può essere fatto insieme per evitare che si incorra in altri problemi di salute.

    Questo molto velocemente, poi chiaramente possiamo inviarvi ulteriori dati più di dettaglio, di report, appena il progetto partirà, perché per ora abbiamo reclutato i colleghi, ma a fine gennaio - inizio febbraio partirà per la cittadinanza.

    Come vogliamo collaborare insieme? C’è qualcosa che ci può interessare, che vogliamo innestare, perché magari ci sono altri processi in corso che potrebbero agganciarsi magari con altre realtà?

    Anche al di fuori di questo progetto "Vivere meglio", che è molto interessante, però, come vi dicevo, parte dai 16 anni in su, se invece ci interessano anche altri filoni, per i bambini, gli adolescenti e i preadolescenti, ma non solo, siamo super disponibili a dare una mano, collaborare, esserci.

    Se andate sul nostro sito GDL emergenza, sia per il Covid, sia per la guerra in Ucraina, sia per l’alluvione abbiamo lavorato per realizzare strumenti comunicativi per i cittadini sia con delle grafiche create ad hoc, sia con degli opuscoli per gli insegnanti che ci chiedevano "come spiego la guerra ai miei studenti?", per i genitori che chiedevano "come spiego come gestire le emozioni dell’alluvione?", sia quando l’emergenza è in atto, sia dopo, così come conoscere le figure professionali specifiche. Come diceva prima Raimondi, infatti, non siamo tuttologi, abbiamo anche noi le nostre specializzazioni, un po’ come in medicina ci sono il cardiologo, lo pneumologo e il diabetologo.

    In psicologia dell’emergenza anche con questa ulteriore emergenza abbiamo visto che non si sa che lo psicologo in realtà è quando l’emergenza è già attiva, non dopo, perché la vera psicologia dell’emergenza è sul campo, quando il terremoto è ancora in atto, quando l’alluvione è ancora in atto, e non solo quando è in atto, ma anche nella prevenzione, perché io posso preparare delle comunità ad essere più resilienti, quindi a saper gestire emergenze che ormai saranno all’ordine del giorno, posso lavorarci e posso lavorare con degli psicologi dedicati.

    Sappiamo che nel post emergenza, quando verranno acuite alcune sintomatologie, c’è tutto un altro filone di psicologi clinici oppure di altri filoni, però è importante sapere quale professionista attivare e quando, proprio per non sprecare le risorse che abbiamo, che sono risorse scientifiche, risorse umane, che hanno voglia proprio di collaborare, di esserci e di dare una mano, perché spesso abbiamo questa spinta professionale a lavorare anche gratuitamente, a dare una mano alle nostre comunità, a gruppi e organizzazioni. Non so se il dottor Raimondi voglia aggiungere qualche altro aspetto e rimaniamo a disposizione per domande e curiosità che possano emergere da questi materiali. Grazie.

     

    Presidente CALIANDRO. Grazie. A questo punto darei la parola alla presidente Soncini, che insieme a me presiede questa audizione, complimentandomi e ringraziando per l’interessante illustrazione che avete svolto oggi a sostegno anche di questa impostazione legislativa e culturale che avete sollecitato dalla nostra Assemblea. Prego, collega.

     

    Presidente SONCINI. Grazie. Volevo ringraziare il presidente Caliandro per aver raccolto immediatamente questa richiesta, che arriva anche da consigliere del territorio quali la consigliera Montalti, la consigliera Rontini e altre colleghe e colleghi del territorio.

    Mi è sembrato importante accogliere la Commissione territorio e ambiente che il consigliere Caliandro presiede, che ha partecipato questa mattina ai nostri lavori e si è occupata in questi mesi del devastante tema dell’alluvione, di questo immenso dramma, e devo dire che è stato molto utile e anche molto interessante che sia emersa questa collaborazione che l’Ordine ha avuto sempre con la Regione, con l’ASL, le associazioni di psicologia dell’emergenza, per coordinarsi a sostegno dei cittadini e delle cittadine colpite da questo devastante evento eccezionale.

    Sono emersi aspetti molto importanti. Ovviamente, i bisogni di salute sono tanti, è emerso il dato di 10.000 a fronte di 120.000 richieste di intervento, dato che non può che farci riflettere, ma soprattutto è emersa la vostra richiesta di sinergia e collaborazione per evitare di lavorare a silos, a compartimenti stagni, per cercare di mettere in rete e di fare in modo di dare risposte, di trovarle, di dare l’occasione ai cittadini di capire dove si possano trovare.

     È stato quindi molto interessante la richiesta che è arrivata di lavorare insieme, in modo integrato, mettendo insieme competenze e risorse. È emerso dai dati che, quando realtà separate si incontrano, possono fare la differenza e che comunque c’è una parte di popolazione che ha delle esigenze che devono trovare risposta, quindi l’interrogativo è come fare a trovare queste risposte

    Vorrei anche porre una domanda sul tema dell’auto aiuto, cioè come lo intendete? Quando emerge che una parte di popolazione ha delle richieste, però rimane fuori dalle risposte, quando si tira fuori questo principio, che mi piacerebbe fosse generalizzato talvolta anche ad altri bisogni, dell’auto aiuto, credo che sia un principio molto interessante, quindi vi chiederei di approfondirlo, perché ti pone di fronte alle persone non come clienti/utenti, ma come persone che possono ricevere ma anche dare, quindi tirarsi fuori da certe situazioni e cercare di darsi un aiuto proprio. È un principio anche che può ricostruire un senso di comunità, che, soprattutto laddove ci sono delle emergenze di un certo tipo, può aiutare in qualche modo a risollevarsi e ad andare avanti insieme. Quindi, secondo me, è un’esperienza molto utile che può essere generalizzata anche a qualcos’altro. Ecco, la butto lì, poi sarebbe una riflessione da continuare, perché può creare delle energie positive in un’ottica proprio di mutualità, che, soprattutto in tempo di emergenza, può essere molto d’aiuto.

    Ha già chiesto la parola la collega Montalti, quindi do la parola a lei. Il consigliere e vicepresidente Marchetti chiede di intervenire da remoto. Se qualcuno mi vuole segnalare la richiesta di intervento, volentieri. Prego, consigliera Montalti.

     

    Consigliera Lia MONTALTI. Grazie, presidente. Io volevo ringraziare il presidente e la vicepresidente dell’Ordine degli psicologi per l’intervento di questa mattina che ci fornisce…

     

    (interruzione)

     

    Consigliera MONTALTI. Sì, sì, mi giro anch’io. Ci fornisce diversi elementi anche per il lavoro che stiamo portando avanti in Commissione e che abbiamo avviato sul tema della salute mentale. Intanto vi ringrazio per l’attenzione portata al tema dell’alluvione. Io avevo letto del vostro progetto e mi è sembrata una presa di posizione importante, perché credo che ci sia davvero bisogno di lavorare sul piano della salute mentale e del sostegno alle persone alluvionate. Avete spiegato benissimo, dati alla mano, quella che può essere la differenza nella vita e nella qualità di vita delle persone, anche con una proposta di percorso breve.

    Credo che ci sia ancora un lavoro culturale da fare rispetto a quanto l’accesso a servizi di psicologia e di psicoterapia possa essere uno strumento valido anche in quei momenti di difficoltà che si possono affrontare durante la vita e che non è detto che siano situazioni patologiche o situazioni di disagio profondo. Noi, dal punto di vista culturale, dobbiamo lavorare sempre di più per far comprendere che la psicologia è un alleato delle persone e quindi ci può essere uno strumento in più che dà una mano, che sostiene nel percorso della vita.

    Le popolazioni che hanno vissuto l’alluvione hanno subito un grandissimo trauma. Noi abbiamo avuto, abbiamo attivato dei servizi. Ci sono state delle collaborazioni con l’ordine e con le associazioni degli psicologi dell’emergenza anche nella prima fase dell’emergenza, però il trauma è stato talmente grande e la vicenda è una vicenda che continua ad avere un suo sviluppo. Penso anche solo al fatto che in tantissimi non sono ancora rientrati a casa o anche al fatto che l’alluvione ha cambiato completamente il vivere, perché vivere in un luogo che è stato alluvionato cambia anche la percezione che tu hai della tua casa, del tuo ambiente. Sono comunità che sono state profondamente ferite.

    Ieri in Assemblea legislativa abbiamo avuto un confronto con il generale Figliuolo e raccontavo anche di come, quando inizia a piovere e basta una pioggia normale, si crei una condizione di ansia. Quindi, poter avere un supporto come quello che voi state mettendo in campo è veramente un elemento importante e credo anche che arrivi nel tempo giusto, in cui proviamo a ripartire, a riprendere in mano le nostre vite, a tornare ad una normalità, che però non è la normalità di prima e non sarà più la normalità di prima.

    Mentre vi ascoltavo, mi sono venute in mente alcune cose che vorrei chiedervi e vorrei provare a condividere anche con la Commissione. La prima riguarda il lavoro che sempre di più siamo chiamati a fare. Utilizzo questo plurale anche pensando a quello che può essere il ruolo dei genitori, degli educatori, degli adulti sui giovani, che vivono un tempo di grandi crisi e grandi cambiamenti, ai quali non possiamo raccontare che tornerà un tempo normale, se mai un tempo normale è esistito nella storia.

    Però occorre lavorare sul renderli resilienti e capaci anche di affrontare queste crisi repentine. Ne abbiamo vissute tante negli ultimi anni, ma iniziano ad identificare sempre di più la nostra epoca. Lavorare su questo credo che sia fondamentale e qui sicuramente la psicologia, il lavoro che fate è un lavoro importante anche di prevenzione. In questo c’è anche un tema nuovo, che è quello dell’eco-ansia, che forse noi adulti percepiamo meno ma, parlando con i bambini, con i ragazzi, è la paura che loro stanno sviluppando ancor di più laddove abbiamo vissuto, abbiamo toccato con mano quello che il cambiamento climatico può causare, l’impatto repentino che sconvolge la vita. Quindi, l’eco-ansia sta diventando un fattore che è un fattore che dobbiamo guardare in faccia e dobbiamo capire come affrontare.

    In tutto questo, come rappresentanti dell’Istituzione, noi abbiamo una grande preoccupazione perché sappiamo che il servizio pubblico non riesce a dare risposta a tutti e soprattutto non riesce a dare quella continuità e quell’accessibilità ai percorsi di psicoterapia o ai progetti di prevenzione, che adesso diventano sempre più urgenti e fondamentali e che, di fronte anche a una società che è sempre più impoverita, rischiano di diventare appannaggio solo di una parte, perché solo una parte riesce ad accedere al servizio privato. Poi ci sono dei servizi pubblici strutturati; penso al tema dei servizi dedicati alle dipendenze, anche in continuità con quella che è la struttura del servizio impostata in passato. In mezzo però c’è tutto un mondo di persone, giovani e adulti, che avrebbe bisogno anche di accedere a percorsi brevi e che in questo momento non riesce a farlo.

    Noi abbiamo portato avanti la proposta dello psicologo di comunità, che è stato introdotto, però sappiamo che riesce a coprire un pezzo piccolo perché comunque servirebbero molti più psicologi nelle case di comunità, nelle case della salute e comunque in generale nel servizio pubblico per dare una risposta continuativa. Quindi, anche questo elemento di riflessione, che è una riflessione che non parte oggi, perché in queste Commissioni già da tempo facciamo proposte. Alcuni passi in avanti magari li abbiamo fatti, ma non completano certo il bisogno. La volevo portare a voi anche per capire che tipi di ragionamenti stavate facendo. Un po’ in realtà ce li avete anticipati, però in un dialogo mi piacerebbe capire che modello avete anche in mente, cosa ci potete proporre per continuare il nostro lavoro. Grazie.

     

    Presidente SONCINI. Grazie, consigliera Montalti. Sono presenti anche il consigliere Tagliaferri, il consigliere Occhi, il consigliere Facci, il consigliere Sabattini, il consigliere Mastacchi e ci ha raggiunto la consigliera Piccinini. Ha chiesto di intervenire il vicepresidente Marchetti e poi ho altri iscritti.

     

    Consigliere Daniele MARCHETTI. Grazie, presidente. Innanzitutto ringrazio il presidente e la vicepresidente dell’Ordine regionale degli psicologi. Mi scuso se intervengo qui alle vostre spalle, ma non sto ad andare là in postazione, anche perché sarà un intervento molto breve, giusto per mettere sul tavolo alcuni spunti di riflessione e anche confrontarci e magari avere anche dei suggerimenti da parte vostra.

    Condivido molto e credo sia lodevole il progetto che avete portato avanti, che vedrà un suo rilancio a gennaio 2024, più o meno, da quel che ho compreso. Quando si parla di salute, la salute è una giustamente, come è stato detto, che sia fisica o mentale. Tra l’altro, ricordo proprio che anche durante l’emergenza sanitaria chiedemmo delle interpretazioni alla struttura dell’Assessorato regionale. Se vi ricordate, c’erano le limitazioni per gli spostamenti dovuti a motivi di salute e allora chiedemmo se la salute mentale potesse rientrare e ci fu data una conferma, perché effettivamente alcune persone riscontravano dei peggioramenti nel restare lontano dai propri cari eccetera.

    Quindi, credo che questo sia un focus da mantenere sicuramente al centro delle nostre considerazioni, a maggior ragione quando ci sono eventi emergenziali. Abbiamo passato la pandemia, l’alluvione di maggio. Ci sono ovviamente gli interventi materiali ed economici che le istituzioni devono garantire, ma anche, ovviamente, il sostegno psicologico, perché poi se il cittadino, purtroppo, crolla dal punto di vista psicologico, tutto il resto rischia di essere anche vanificato.

    Io ho ben compreso i meccanismi che guidano questo vostro progetto e di fatto l’avete definito anche voi, poi mi correggerete, se sbaglio, parallelo anche all’attività del pubblico. Quindi sono due filoni che si devono giocoforza integrare. Proprio per affrontare in maniera sinergica e concreta, perché credo che l’obiettivo di tutti quanti noi debba essere questo, sarebbe interessante capire innanzitutto se a livello regionale, nei vari distretti, nelle varie aziende sanitarie, ci sono già stati degli approcci comuni, ad esempio anche dal punto di vista comunicativo. Credo che sia estremamente importante dare informazioni chiare al cittadino, senza frammentare troppo tra libero professionista e servizio pubblico, perché, se sono due percorsi paralleli che devono andare avanti di pari passo, credo che sia fondamentale rendere il più possibile chiaro l’intero progetto, accompagnato ovviamente dal pubblico col vostro sostegno.

    Quindi, volevo capire se, a livello regionale, nei vari distretti c’erano state esperienze differenti, percorsi magari diversificati. Immagino che ogni distretto sanitario e azienda sanitaria abbia una dotazione di professionisti interni differente. La collega Montalti, che è intervenuta poco fa, ha ricordato gli psicologi di comunità. Io ricordo che, come Lega, presentammo comunque un progetto di legge per introdurre la figura dello psicologo di base, una idea che lasciò il posto, appunto, a quella dello psicologo di comunità, ma mi risulta che i distretti non solo non siano dotati adeguatamente di queste figure in termini numerici, ma addirittura alcuni distretti non sono proprio riusciti ad introdurle.

    Io provengo da Imola. Fino a qualche settimana fa, almeno stando alle ultime risposte che ho ricevuto, non era previsto. Quindi anche questo credo che sia un ulteriore elemento di riflessione. Calibrare questo percorso condiviso tra liberi professionisti e pubblico, anche sulla base della forza che ha un territorio, piuttosto che un altro, perché se pensiamo magari a un territorio che è più scoperto dal punto di vista del pubblico sul sostegno psicologico, che comunque siamo tenuti a garantire, ecco, sarebbe importante iniziare a fare una serie di considerazioni anche su questi aspetti.

    Diciamo che il punto fondamentale della mia domanda è se, a livello territoriale, nei vari distretti, nelle varie ASL, ci sono stati percorsi diversificati oppure se è ancora un progetto con un accompagnamento pubblico abbozzato, che magari non ha avuto qualche declinazione più puntuale a livello territoriale. Credo che il punto centrale sia questo per riuscire ad avviare un percorso il più concreto possibile. Mi fermo qui, poi credo che ci saranno altre occasioni per fare valutazioni su questo tema.

     

    Presidente SONCINI. Grazie, vicepresidente Marchetti. Ha chiesto di intervenire la consigliera Nadia Rossi e poi la consigliera Rontini.

     

    Consigliera Nadia ROSSI. Grazie, presidente. Ringrazio anche io, ovviamente, il presidente dell’Ordine, Gabriele Raimondi, con il quale ho avuto anche occasione di confrontarmi proprio poco dopo la pandemia. Ringrazio anche la vicepresidente Luana Valletta per essere qui e per aver, insieme a Raimondi, fatto un quadro di quello che è un servizio, a mio avviso, fondamentale, sempre più fondamentale per quanto riguarda la salute pubblica, la salute di tutti i cittadini.

    Il tema della salute mentale è di fatto un tema di salute a tutti gli effetti. Oggi, come ricordava anche la collega Montalti, ancora purtroppo riscontriamo troppi tabù, che tutti insieme dobbiamo cercare di superare, sconfiggere e far comprendere. Mi capita spesso. Io sono madre di due figli poco più che adolescenti e, con loro ne discutiamo spesso e volentieri, anche perché, anche attraverso le loro voci, ho la possibilità di capire che nell’ambito di quella fascia di età ancora c’è attrito, si respinge spesso e volentieri l’aiuto dello psicologo, ma a volte dipende anche dalle famiglie.

    Viene considerato un supporto a persone malate di mente. Lo diciamo come deve essere detto. Quindi, non tutti hanno ancora la percezione chiara di un servizio, invece, prezioso, che, come veniva detto, anche con poche sedute, spesso e volentieri è capace di svoltare la vita delle persone, di svoltarne la visione, il pensiero e quindi di concedere un percorso sicuramente più in salute anche della propria vita quotidiana.

    Per questo motivo, dicevo, mi ero confrontato anche con il dottor Raimondi poco dopo la pandemia, perché la pandemia ha fatto esplodere un bisogno che però già prima c’era, un bisogno per il quale, devo dire, la nostra Regione è sempre stata un fiore all’occhiello, per quanto riguarda questo tipo di servizi negli anni, rispetto a tutte le altre. È un fiore all’occhiello che noi vorremmo comunque nel tempo mantenere. A tal proposito, nel luglio 2021 sono state approvate le nuove linee di indirizzo alle aziende sanitarie in tema di organizzazione dell’area psicologica, clinica e di comunità, un aggiornamento a quelle pubblicate nel 2013, tenendo, appunto, conto dell’impatto della pandemia e quindi dell’importanza dell’assistenza psicologica in quell’occasione.

    Abbiamo discusso più volte, anche in questa Commissione, non solo sul tema dello psicologo di base, ma, per esempio, ultimamente è stata presentata una ricerca che ci ha evidenziato ancora di più l’importanza di questo servizio e la necessità di rafforzarlo sul territorio. Io so che è stato intrapreso un percorso da parte della sanità regionale, dall’assessore Donini, insieme a tutte le ASL territoriali, proprio per… Ovviamente man mano, anche perché serve fare un’importante operazione di assunzione delle persone, dei professionisti, degli psicologi da destinare alle case di della comunità e quindi ai nostri territori. Man mano si sta cercando di coprire.

    Non sarà sufficiente, non sarà mai sufficiente per il bisogno che c’è oggi. Questo lo dico al consigliere Marchetti, ma non va neanche eluso lo stato e la situazione in cui la Regione Emilia-Romagna si trova. Abbiamo approvato da poco una legge regionale che chiede fondi al Governo per quanto riguarda il servizio sanitario pubblico e il fondo sanitario. Non è che lo si fa per capriccio oppure per competizione politica. Lo si fa perché questo, come tanti altri, sono bisogni di un pubblico e quindi dei cittadini che vivono nel nostro territorio.

    Qualche anno fa, se non ricordo male, a seguito della bocciatura del bonus psicologo dei Governi precedenti… La formula bonus, di questo ne possiamo anche parlare, non è per me la formula adeguata, però era stata lanciata su Change.org una raccolta firme, a inizio del 2022, che ha avuto il sostegno di più di 250.000 cittadini nel giro di pochissimo tempo. Di questi giorni è la raccolta firme di Fedez. Adesso non è che serva Fedez, che comunque si ringrazia sempre per mettersi a disposizione ovviamente di questioni che riguardano poi tanti altri, ma in qualche giorno sono 300.000 le firme raccolte.

    D’altro canto, invece, cosa accade? Tolto lo stanziamento del Governo sul Fondo sanitario nazionale, di cui conosciamo l’importo e di cui sappiamo che non c’è nulla in più di aggiunto, nonostante le esigenze, se lo scorso anno i fondi destinati per il bonus psicologo erano 25 milioni di euro, il Presidente Meloni, che per me è “la”, ma siccome lei vuole che… Forse ascolta meglio se ci rivolgiamo in questo modo a lei. Il Presidente Meloni, che dice di essere a favore delle famiglie, a favore dei giovani, a favore di tanti, però nel concreto riduce a 5 milioni di euro l’importo per il bonus psicologo. 5 milioni di euro significano poter soddisfare, se va bene, le esigenze di 8.000 persone. Con 25 milioni di euro lo scorso anno sono state soddisfatte 40.000 domande, a fronte di una richiesta di 400.000.

    Io ho fatto un quadro chiaro per capire che è vero, siamo dalla stessa parte consigliere Marchetti. Su queste esigenze, su questo bisogno, come su tante altre nella sanità pubblica regionale, penso che non ci sia colore, però non va strumentalizzata. Questa cosa non va strumentalizzata, perché la Regione Emilia-Romagna, come ho detto, ha fatto un percorso e con fatica sta mantenendolo e anzi cercando di aumentarlo, nonostante conosciamo tutti la situazione della Regione, non è che lo impariamo oggi. Ma non è lo stesso quello che invece ha paventato il Governo in campagna elettorale, ha promesso il Governo in campagna elettorale e oggi ha prodotto.

    Quindi, chiudo dicendo questo. Ho presentato una risoluzione lo scorso anno su questo tema. Se siamo d’accordo, la votiamo insieme, senza nessun problema. Si chiede l’impegno al Governo e si chiede l’impegno anche alla nostra Regione a favore del servizio pubblico, a favore del servizio di psicologia, oltre che per le zone alluvionate, che in questo momento immagino abbiano un’esigenza cogente, ma anche per tutte quelle famiglie, così come ricordava la dottoressa Valletta, e tutti quei giovani che spesso e volentieri al servizio pubblico magari hanno più fatica ad accedere.

    Mi auguro anche questo: siccome conoscere delle volte significa anche aver nemmeno paura, che questo progetto, che riguarderà i territori alluvionati e che si chiama “Vivere meglio”, sia un seme, io sono sicura che sarà così, tale per cui una volta anche terminato questo percorso non se ne possa più fare a meno anche per il futuro. Grazie.

     

    Presidente SONCINI. Grazie, consigliera Rossi. È collegato anche il consigliere Liverani, di cui quindi do conto della presenza. Prego, consigliera Rontini. Chiedo ai tecnici. Sì, hanno detto che adesso le danno la parola, consigliera. La consigliere Rontini dice che dovete attivarle audio e video. Io farei così. Intanto darei la parola alla consigliera Piccinini, perché i tecnici mi fanno segno di avere bisogno di un po’ di tempo in più. Mi scusi, consigliera Rontini. Prego, consigliera Piccinini.

     

    Consigliera Silvia PICCININI. Grazie, presidenti. Ringrazio il presidente e la vicepresidente dell’Ordine degli psicologi. Io ho tanti pensieri in testa in realtà. Spero di poter toccare i punti fondamentali perché di cose da dire ce ne sono tante.

    La vostra disciplina è, dal mio punto di vista, una disciplina che è poco capita e poco compresa per il valore immenso, ed è anche poco implementata nella quotidianità. Abbiamo un problema culturale, è stato detto. Abbiamo dei grossi limiti ed è una professione la vostra che è anche tanto denigrata. Voi nel gergo comune siete gli “strizzacervelli”, banalmente.

    C’è un problema, appunto, culturale, ma c’è un problema anche rispetto alle persone quando esse stesse non riconoscono di avere dei problemi. Questo diventa devastante se questo meccanismo di non avere la consapevolezza, perché alla base c’è un problema culturale e anche di educazione, e tanto in questi giorni si sta parlando di introdurre l’educazione affettiva a scuola, quando questa inconsapevolezza poi si trasforma in violenza psicologica e in violenza di tipo fisico, soprattutto sulle donne.

    Questa consapevolezza deve crescere sia sicuramente tra i cittadini, ma anche, io penso, a livello di formazione della vostra professione. Se io penso, il focus ce l’abbiamo in questi giorni proprio su questo tema, alla questione del narcisismo patologico le persone che hanno questo tipo di patologia da gestire, da parte vostra, come professionisti, non sono semplici. Anche qui bisogna fare tanta, tanta formazione.

    Perché parlo di questo? Perché quando parliamo, appunto, di questioni che riguardano la psicologia, parliamo anche della gestione delle emozioni e su questo io volevo mettere l’accento. Quando parliamo di questa professione, non parliamo solamente della mente, ma parliamo di quello che è l’impatto anche sulla salute. Parlare della gestione delle emozioni significa anche e soprattutto questo. Lo dico perché questa consapevolezza, purtroppo, all’interno dell’ambito sanitario forse non c’è. Ancora questo approccio deve crescere molto di più.

    Io sono contenta che oggi si faccia questa informativa, perché anche noi, come rappresentanti delle Istituzioni, dobbiamo averla. Io chiedo a voi di dirla a voce alta questa cosa qui, perché voi avete anche questo tipo di responsabilità, cioè far passare questo messaggio, per cui un intervento psicologico è un intervento sulla salute della persona. Lo dico anche perché sto leggendo un libro che è molto interessante, anche se è molto tecnico, quindi sto facendo anche molta fatica, di Gioacchino Pagliaro, che si chiama Intenzionalità di guarigione e spiega proprio questo.

    Fa un excursus dell’approccio che c’è stato nei secoli per arrivare a dire proprio questo, cioè che l’essere umano è unico e quindi dovremmo anche superare questo approccio, che lui definisce di tipo meccanicistico, nella presa in carico del paziente. La presa in carico deve essere a 360 gradi e mi piacerebbe che culturalmente le persone fossero messe nella condizione di poter avere strumenti e strategie nella vita di tutti i giorni.

    Se io penso, appunto, alla gestione delle emozioni, oggi parliamo della questione dell’alluvione, ma noi tutti i giorni siamo sottoposti “a stress”, quindi tutti noi dovremmo essere nella condizione di poter avere degli strumenti e delle strategie da attuare ogni singolo giorno.

    Quindi, io rifiuto un po’ l’idea di un approccio una tantum, per cui ho un problema una volta nella vita e vado dallo psicologo. Io vorrei essere messa nella condizione di poter avere quegli strumenti che ogni giorno mi consentono di poter gestire problematiche quotidiane.

    Vogliamo raggiungere l’obiettivo di agire in prevenzione, che è questo che dovremmo fare anche molto di più come Istituzioni. Io da questo punto di vista non ho domande. Il , ma il mio vuole essere un invito rivolto alla sanità ma anche a voi come psicologi a sottolineare molto di più questo aspetto che deve essere integrato con la sanità. Non si può ragionare a compartimenti stagni. Questo è un grosso limite della nostra cultura e della nostra società che va assolutamente superato.

     

    Presidente SONCINI. Grazie, consigliera Piccinini. Consigliera Rontini, riproviamo. Io dopo chiedo se ci sono altri o altre che intendono intervenire, ma non vedo richieste. Eccola, bene, prego consigliera.

     

    Consigliera Manuela RONTINI. Mi sentite?

     

    Presidente SONCINI. Sì, la sentiamo.

     

    Consigliera RONTINI. I tecnici sono stati…

     

    Presidente SONCINI. Aspetti, la sentivamo.

     

    Consigliera RONTINI. Io non ho toccato nulla.

     

    Presidente SONCINI. Così la sentiamo.

     

    Consigliera RONTINI. Tengo più vicino il microfono e posso provare a vedere di alzare ancora un po’ il volume. Ho alzato anche un po’ il volume, non so se è utile.

    Velocemente mi unisco ai ringraziamenti delle colleghe Lia Montalti e Nadia Rossi nei confronti dell’Ordine degli psicologi dell’Emilia-Romagna. Ringrazio anche personalmente il dottor Raimondi, la dottoressa Valletta, ma anche la Presidente locale della Provincia di Ravenna, la referente dottoressa Carmelina Fierro, che avevo incontrato insieme al presidente Raimondi.

    Nelle settimane scorse mi avevano illustrato questo progetto meritevole, generoso, di messa a disposizione nei confronti delle nostre comunità colpite e ferite, utilizzando risorse proprie.

    In quella sede mi ero impegnata nel mio piccolo a farlo conoscere perché possa diventare un’opportunità per tante persone. Dall’altra parte, a stimolare una collaborazione costruttiva in termini di integrazione anche con le strutture che si occupano di psicologia della nostra ASL, nel mio caso dell’ASL Romagna perché penso che, rispetto al tema della salute mentale, sia necessaria la più ampia collaborazione, visto che l’obiettivo è comune ed è quello del benessere dei nostri cittadini e delle nostre cittadine.

    Mi faceva riflettere l’altro giorno un giovane medico con cui parlavamo proprio di salute mentale delle persone e mi diceva: “ma ti rendi conto che se in un territorio - nel mio territorio è successo ad un certo punto - si ipotizza la chiusura, la ristrutturazione, la revisione di un reparto di ostetricia e ginecologia, un’intera comunità si mobilita?” Furono raccolte più di 13.000 firme. Ma rispetto al fatto che troppe poche risorse vengono ad oggi dedicate al tema del benessere psicologico delle persone e della salute mentale, c’è ancora troppa poca attenzione, è diventato ancora troppo poco patrimonio comune.

    Quindi, penso che dobbiamo mettere a valore comune gli sforzi che su più lati si stanno facendo e penso che dovremmo approvare velocemente anche la risoluzione depositata dalla consigliera Rossi e fare tutti gli sforzi perché il tema del benessere dei nostri cittadini e della loro salute mentale si consolidi e si rafforzi in Emilia-Romagna che è una terra, come sappiamo, recentemente colpita, quindi a partire dalle persone che in quei territori vivono ma su tutto il territorio regionale e fare il possibile a livello politico perché questa cosa torni anche nelle priorità di chi ci governa.

    Quindi, grazie ancora per quello che state facendo. Da parte nostra massima collaborazione nel cercare di migliorarci giorno dopo giorno su quanto si sta facendo.

     

    Presidente SONCINI. Grazie, consigliera Rontini. Io non ho altre richieste di intervento. Guardo i colleghi e le colleghe. Neanche da remoto. Visto che ci sono state delle domande e delle sollecitazioni, interviene il presidente? Perfetto, sempre qui. Grazie.

     

    Dott. RAIMONDI, presidente Ordine Psicologi Emilia-Romagna. Grazie. Cercherò di dare una risposta e fare una riflessione sulle varie stimolazioni e proposte che sono arrivate, tutte molto interessanti. Parto dal tema iniziale, quello dell’auto-aiuto. Noi abbiamo la necessità, l’importanza e crediamo molto nella capacità delle persone di sviluppare le proprie competenze, le proprie risorse. Per lavorare correttamente sul tema del benessere psicologico dobbiamo uscire da un modello medico che vede la persona e il paziente come oggetto dell’intervento, per valorizzarne invece le capacità soggettive. Quindi, lo strumento dell’auto-aiuto, le informative, i materiali che mettiamo a disposizione vanno nell’ottica da un lato di consentire alle persone di sviluppare le proprie competenze, anche accompagnate dove serve, dall’altro di contrastare il fenomeno delle fake news, delle informazioni sbagliate.

    Abbiamo bisogno, e credo che sia importante, avere cittadini che conoscono la propria situazione al meglio delle proprie possibilità per poter agire correttamente.

    Questo anche nell’ottica dell’educazione che si diceva prima, quando il consigliere diceva che molte persone non sono in grado di riconoscere il proprio bisogno.

    È chiaro che non potrà essere un opuscolo a garantire questo, ma può facilitare, può facilitare le persone che sono intorno a riconoscere il disagio e le difficoltà che i cari, i vicini e le persone che conosciamo, incontrano e suggerire questo. Questo anche in un’ottica di comunità che si prende cura di sé stessa.

    Abbiamo bisogno di fare in modo che i cittadini e le comunità sappiano riconoscere le varie situazioni psicologiche per poter intervenire e anche per rivolgersi correttamente a ricevere un sostegno e un aiuto. Un aiuto che non necessariamente deve arrivare solo in situazioni di patologia conclamata e importante, ma deve arrivare molto prima.

    Quando si parlava degli interventi brevi che intervengono anche nelle fasi di transizione di vita, sono assolutamente interventi importanti, economici e vantaggiosi.

    Tutti noi attraversiamo fasi di vita che possono essere più o meno difficili, ma che comunque sono importanti e che non devono essere sempre collegate a situazioni patologiche. Andare in pensione, avere un figlio, sposarsi, divorziare, situazioni normali di vita che possono diventare complicate.

    Abbiamo avuto l’esperienza dell’alluvione, un’esperienza assolutamente traumatica per i territori, ma non tutte le persone reagiscono nello stesso modo, non per tutti si sviluppano situazioni patologiche, ma si sviluppano situazioni difficili rispetto alle quali è importante poter avere un sostegno.

    Un sostegno che, vi rappresento, è importante anche quando non viene attivato. L’esempio che io faccio molto spesso è questo. Esiste l’ospedale, io non ho la necessità di andare tutti i giorni all’ospedale, ma sapere che c’è mi aiuta, mi fa star bene, mi dà sicurezza.

    Ieri pomeriggio ho portato mia figlia al CAU di Budrio per un piccolo trauma. È una cosa piccola, ma mi ha permesso di dare una risposta a un piccolo trauma senza andare a intasare il Pronto soccorso in modo adeguato.

    Abbiamo una Regione che sta lavorando sul tema della sanità che dà risposte importanti.

    Rispetto agli investimenti, è assolutamente vero, noi abbiamo avuto un’interlocuzione costante con l’assessore Donini, abbiamo collaborato alle linee di indirizzo che sono state messe prima. Abbiamo uno sviluppo di queste linee di indirizzo che ancora non è quello che avremmo voluto, ma che sicuramente tende a quella direzione.

    Lo stesso assessore ci ha rappresentato le difficoltà, anche economiche, che la Regione sta affrontando e che sono conosciute da tutti. Quindi, c’è un’attenzione, una sensibilità e un impegno che sottolineiamo e che condividiamo pienamente.

    C’è una difficoltà operativa che si sta cercando di affrontare insieme.

    Rispetto a questo un tema molto importante, rispetto al quale vogliamo confermare il nostro interesse è che, da un lato sì, c’è bisogno di maggiori investimenti in Psicologia, c’è bisogno di maggiori risorse, c’è anche bisogno di lavorare insieme per gestire al meglio questi interventi, queste risorse e questa integrazione pubblico privato. Perché è quello che succede in tanti contesti è che pubblico e privato vanno su linee parallele. Ne abbiamo un’esperienza in tante situazioni, tante volte non c’è un’interazione.

    Io ho tanti anni di esperienza nella scuola. È spesso lasciato alla sensibilità del professionista o del territorio quello di creare sinergie per poter collaborare insieme. È spesso lasciato alla sensibilità del dirigente nel servizio pubblico, o del singolo professionista, la collaborazione.

    Allora come ordine sollecitiamo sicuramente maggiori investimenti ma siamo anche a disposizione per lavorare insieme per creare queste sinergie.

    Sul territorio della Romagna stiamo prendendo contatto con diversi Comuni, con Rimini, con Cesena, per andare in questa direzione. Perché da un lato le risorse sono poche, ma dall’altro vanno anche gestite in modo più integrato possibile.

    Dobbiamo fare in modo che il cittadino che si rivolge al professionista, o si rivolge alle Istituzioni, trovi una rete di comunità e di sistema che lo supporta. Questo anche per dare risposte più immediate a quella parte di popolazione che non ha accesso ai servizi.

    Noi abbiamo la nostra Cassa previdenziale, come tutte le Casse, che ogni anno fa un monitoraggio anche di quelli che sono i redditi professionali. Abbiamo avuto negli anni scorsi un incremento, nel 2021 di circa il 30 per cento, quindi il 30 per cento di guadagni in più per i professionisti. Questo perché? Perché molte più persone segnalano un bisogno.

    È vero che è il 30 per cento su redditi enormemente bassi degli psicologi, quindi è più facile aumentare dal 1.000 a 1.300 che non da un milione a un milione e 300.000, questo è evidente, ma sono comunque un aumento importante, segnale di un bisogno importante dei cittadini che non trovano risposta del pubblico e vanno nel privato.

    Noi dobbiamo fare in modo di integrare queste due situazioni anche superando un problema culturale. Rivolgersi allo psicologo è diventato un po’ più normale, diciamo così, ma ancora esiste come tematica il tema di rivolgersi allo psicologo quando non posso fare altro. Questo è un tema che va affrontato in diversi contesti.

    Abbiamo un problema di informazione e di conoscenza sulla gestione delle proprie emozioni. Le persone spesso hanno difficoltà a riconoscere qual è la propria emozione, omettono la gestione delle emozioni, o degli aspetti relazionali, o delle difficoltà di relazione con familiari, amici, persone, al secondo posto, al terzo posto, al quarto posto. Prima mi occupo di questo, poi mi occuperò di questo, dimenticando che questo invece è assolutamente controproducente.

    Questo lo abbiamo sia nella quotidianità ma lo abbiamo anche nel corretto uso, ad esempio, dei farmaci. Molte persone non usano i farmaci per resistenze psicologiche, molte persone non hanno capacità di portare attenzione all’altro.

    Abbiamo tanti temi in questo momento, abbiamo un’attenzione chiaramente sul tema della violenza alle donne per quello che sta succedendo, ma non è l’unico tema, è assolutamente un tema centrale.

    Un tema che abbiamo condiviso con la Regione, con l’assessore Donini, riguarda la capacità di dare risposte continuative. Abbiamo parlato molto anche di stabilizzazione di colleghi e colleghe, quindi superando modelli di incarico ai professionisti che erano basati su borse di studio, su contratti a termine, eccetera. C’è un impegno importante anche da parte delle Regione in questa direzione, per dare continuità.

    Quello che dobbiamo però ricordarci è che se da un lato la stabilizzazione di un professionista diventa importante per garantire continuità, però non aumenta la risposta al cittadino, aumenta la qualità della persona, aumenta una risposta nel tempo. Ed è sicuramente importante, lo abbiamo riconosciuto e condiviso con l’assessore.

    Abbiamo bisogno di aumentare le risposte per poter portare quella risposta che da 40.000 su 400.000 arrivi ai 400.000.

    Ancora di più, gli interventi di prevenzione di cui parliamo devono far calare quei 400.000, devono fare in modo che meno persone abbiano bisogno di far questo e possano scegliere però di avere un intervento psicologico, possano garantirselo senza cercare di tirare avanti in un qualche modo che poi rischia di diventare sempre più patologico.

    Benissimo le risoluzioni, le sosteniamo, abbiamo anche condiviso con i cittadini la richiesta di maggiori investimenti nella sanità pubblica, perché per noi è assolutamente centrale, ma nel momento in cui da un lato si va a richiedere e a investire di più nella salute, nella sanità pubblica e nell’intervento psicologico, dobbiamo integrare questo con le risposte che ci sono nel mercato del privato, del terzo settore, eccetera, in modo che il cittadino abbia una rete di protezione sempre più presente e importante.

    Quello che noi sollecitiamo da parte nostra è un sempre maggiore coinvolgimento, anche nostro come Ordine, come comunità professionale, non solo nella progettazione e nella programmazione ma anche nei ragionamenti alla base. Abbiamo bisogno di integrarci, perché davvero la presenza e l’esperienza che possiamo portare come ascolto ai cittadini è importante.

    Crediamo davvero di poter dare un contributo importante nella costruzione della progettazione, oltre che chiaramente nelle risposte professionali che siamo in grado di dare.

    Vi ringrazio ancora davvero per l’ascolto di oggi, perché credo che siano emerse anche dalle vostre domande e dalle vostre riflessioni un’attenzione e la capacità di allargare la riflessione dell’intervento sulla pandemia prima e adesso sull’alluvione, a interventi che hanno citato la scuola, che hanno citato le relazioni personali. Perché abbiamo una comunità professionale, abbiamo competenze davvero in tanti ambiti e vogliamo metterle a disposizione. Abbiamo però la necessità di farlo insieme perché le risposte che possiamo dare, come singoli, come professionisti o come istituzioni, da sole non bastano e non potranno mai bastare. Insieme noi riusciamo a dare una risposta maggiore, secondo me.

     

    Dott.ssa VALLETTA, vicepresidente Ordine Psicologi Emilia-Romagna. Io aggiungo solo un’ultima cosa a quello che è già stato detto…

     

    Presidente CALIANDRO. Indisciplinati per essere psicologi! Prego, dottoressa Valletta.

     

    Dott.ssa VALLETTA, vicepresidente Ordine Psicologi Emilia-Romagna. Volevo aggiungere l’ultima cosa.

    L’idea del come farlo è un po’ emersa rispetto a cosa si sta facendo. Sul come per noi è chiaro: bisogna intervenire a livello strategico su più livelli.

    Si può parlare di prevenzione a diversi livelli, abbiamo una legge regionale sulla prevenzione e la promozione della salute? Bene, che tipo di salute stiamo affrontando? Le progettualità inseriscono anche la figura dello psicologo, a quale livello? Sfruttano le competenze soprattutto psicologiche, o no, o stiamo ancora nel vecchio modello biomedico di un certo tipo?

    Oppure, andiamo nella scuola. È chiaro che abbiamo bisogno di interventi regionali perché, lo vediamo, tante leggi sono state fatte a livello regionale, la psicologia scolastica, la psicologia di base in molte altre Regioni, ma servono anche leggi nazionali.

    Quindi, è vero che si può fare anche molto localmente, così come a livello nazionale, non sempre che la Regione fa da apripista. Sarebbe bello iniziare a lavorare anche su questi livelli insieme.

    Così come l’integrazione pubblico-privato, è emerso. È inutile, il pubblico non riesce ad assorbire tutto, a volte anche solo intercettare dei nuovi bisogni, però abbiamo dei privati. Sono dei privati che lasciamo totalmente liberi e autogestiti, o riusciamo a dargli una forma di governo e di coordinamento?

    Quindi sicuramente anche lì bisogna, dal nostro punto di vista, integrare questi modelli.

    Bene, ad esempio, la figura dello psicologo di comunità, occhio che non è lo psicologo clinico psicoterapeuta, questo lo dico da psicologa di comunità, ma si lavora anche in un approccio totalmente diverso. L’idea però è chiaro che ci vogliono anche altri interventi a latere, accanto, di integrazione. Anche qui sicuramente vanno studiati, vanno modellizzati perché come io posso accedere a un privato accreditato, perché non accade anche per gli psicologi?

    Sarebbe bello avere tutto un modello pubblico, ma ad oggi non c’è e quindi cosa facciamo? Lasciamo i cittadini da soli? Lasciamo alla buona fortuna di trovare un buon professionista, o proviamo a governare quello che già c’è in prospettiva di implementare magari sempre di più un servizio pubblico?

    Così come nelle case di comunità, noi aspettiamo, come dire che, al di là delle nuove risorse, si inizi a lavorare affinché ci sia una formazione comune, proprio perché non siamo tuttologi.

    Non posso prendere chi ha lavorato nelle dipendenze con psicotici gravi e lo metto a lavorare in una casa di comunità, così, d’emblée.

    Ci sono delle linee guida, sono state scritte, come Ordine abbiamo contribuito e ad oggi non sono ancora uscite.

    Speriamo che possano uscire per orientare sia il pubblico che il privato e anche lì iniziare, perché no, a fare delle formazioni comuni. Noi come Ordine abbiamo anche delle risorse economiche nostre che possiamo mettere a disposizione. Così come anche dei dati ENPAP.

    Quindi va visto caso per caso, però pensando a una trasversalità, a un approccio sistemico su più livelli.

    Pensando al mondo delle imprese. Do il voucher psicologo, molte aziende ora lo stanno facendo, e ho risolto il problema dello stress lavoro correlato, della produttività, o dell’assenteismo? No. È utile, può essere una misura di Welfare interno ma noi sappiamo, la psicologia del lavoro insegna, che bisogna lavorare in tutt’altro ambito.

    Quindi anche lì pensare che lo psicologo si occupa di relazioni, di contesti, provare a integrarla sempre di più come risorsa scientifica, professionale nei diversi livelli per provare ad apportare quei contributi diversificati nei diversi contesti, dal mondo produttivo aziendale, fino anche a quello più sociale e di salute. Da questo punto di vista ci siamo.

    Anche lui vuole dire un po’ la sua: partiamo dai bisogni primari.

     

    Presidente SONCINI. È stato bravissimo. Ha un mese, vero? Si chiama Andreas ed è stato straordinario.

     

    Dott.ssa VALLETTA, vicepresidente Ordine Psicologi Emilia-Romagna. Portiamo un po’ di futuro su cui lavorare.

     

    Presidente CALIANDRO. La ringrazio. Ringrazio entrambi per gli stimoli che avete fornito ad entrambe le Commissioni. Certamente verrà presa un’attività legislativa da parte dei commissari che già l’hanno preannunciata. È auspicabile che quindi ci sia la massima condivisione su questo progetto, anche perché il tema dell’alluvione, ahimè, ci accompagnerà per lungo tempo con gli effetti connessi.

    Voi avete allargato molto il perimetro rispetto all’oggetto dell’intervento, però sicuramente sono stati molto stimolanti e utili nella loro trasversalità. Sospendiamo l’udienza conoscitiva congiunta.

    I lavori della III riprenderanno tra un attimo, perché abbiamo bisogno di uno stacco tecnico.

     

    Presidente SONCINI. Grazie.

     

     

     

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