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Legislatura XI - Commissione I - Resoconto del 30/11/2023 pomeridiano

    Resoconto integrale n. 34

    Seduta del 30 novembre 2023

     

    Il giorno 30 novembre 2023 alle ore 14.30 è convocata, con nota prot. n. PG.2023.28901 del 24/11/2023, presso la sede dell’Assemblea legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la Commissione Bilancio, Affari generali ed istituzionali in udienza conoscitiva in modalità “mista”, cioè con la presenza in sede del Presidente e dei Vicepresidenti e dei seguenti membri per Gruppo assembleare: Costi, Marchetti F., Pillati (PD), Bondavalli (BP), Marchetti D. (Lega), Mastacchi (RCPER), nonché degli altri partecipanti in via telematica in applicazione dell’art. 124, comma 4 bis del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna e della delibera dell’Ufficio di Presidenza 26 maggio 2022, n. 26 (Disposizioni per lo svolgimento in modalità telematica o mista delle sedute delle Commissioni assembleari).

     

    Partecipano alla seduta i consiglieri:

     

    Cognome e nome

    Qualifica

    Gruppo

    Voto

     

    POMPIGNOLI Massimiliano

    Presidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    5

    presente

    BARGI Stefano

    Vicepresidente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    3

    presente

    SABATTINI Luca

    Vicepresidente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    12

    presente

    AMICO Federico Alessandro

    Componente

    Emilia-Romagna coraggiosa, ecologista, progressista

    2

    presente

    BONDAVALLI Stefania

    Componente

    Bonaccini Presidente

    1

    presente

    CASTALDINI Valentina

    Componente

    Forza Italia – Berlusconi per Borgonzoni

    1

    assente

    CATELLANI Maura

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    2

    assente

    COSTI Palma

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    3

    presente

    DALFIUME Mirella

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    presente

    EVANGELISTI Marta

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    1

    presente

    FABBRI Marco

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    2

    assente

    GERACE Pasquale

    Componente

    Italia Viva – Il Centro – Renew Europe

    3

    presente

    GIBERTONI Giulia

    Componente

    Gruppo Misto

    1

    assente

    MARCHETTI Daniele

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    MARCHETTI Francesca

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    MASTACCHI Marco

    Componente

    RETE CIVICA Progetto Emilia-Romagna

    1

    presente

    MONTALTI Lia

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    assente

    OCCHI Emiliano

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    presente

    PELLONI Simone

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    PICCININI Silvia

    Componente

    Movimento 5 Stelle

    1

    presente

    PILLATI Marilena

    Componente

    Partito Democratico Bonaccini Presidente

    1

    presente

    RANCAN Matteo

    Componente

    Lega Salvini Emilia-Romagna

    1

    assente

    TAGLIAFERRI Giancarlo

    Componente

    Fratelli d’Italia – Giorgia Meloni

    2

    assente

    ZAMBONI Silvia

    Componente

    Europa Verde

    1

    assente

     

     

    È altresì presente: l’Assessore al bilancio, personale, patrimonio, riordino istituzionale, rapporti con Ue, Paolo CALVANO.

     

     

    Presiede la seduta: Massimiliano POMPIGNOLI

    Assiste la segretaria: Vanessa Francescon

    Funzionario estensore: Claudio Longobardi


     

     

    UDIENZA CONOSCITIVA

    su:

     

    7598 -Proposta d'iniziativa Giunta recante: "Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2024". (Delibera di Giunta n. 1863 del 30 10 23)

     

    7654 -Progetto di legge di iniziativa Giunta recante: "Disposizioni collegate alla legge regionale di stabilità per il 2024". (Delibera di Giunta n. 1963 del 13 11 23)

     

    7655 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2024-2026 (Legge di stabilità regionale 2024)". (Delibera di Giunta n. 1964 del 13 11 23)

     

    7656 -Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2024-2026". (Delibera di Giunta n. 1965 del 13 11 23)

     

    Presidente Massimiliano POMPIGNOLI. Buongiorno. Iniziamo i lavori della Commissione.

    Partiamo con l’appello.

    Bargi e Sabattini sono presenti, che sono i due vicepresidenti.

    Amico Federico è collegato. Buongiorno.

    Bondavalli Stefania.

    Castaldini Valentina.

    Catellani Maura.

    Costi Palma è presente.

    Dalfiume Mirella è collegata. Buongiorno.

    Evangelisti Marta.

    Fabbri Marco.

    Gerace Pasquale è presente.

    Evangelisti Marta ha scritto in chat che è presente.

    Gibertoni Giulia.

    Anche la consigliera Dalfiume è collegata, quindi presente.

    Marchetti Daniele è presente.

    Marchetti Francesca è presente.

    Mastacchi Marco.

    Montalti Lia.

    Occhi Emiliano è presente.

    Pelloni Simone.

    Piccinini Silvia.

    Pillati Marilena è presente.

    Rancan Matteo.

    Tagliaferri Giancarlo.

    Zamboni Silvia.

    Il numero legale c’è, quindi procediamo.

     

     

    Presidente POMPIGNOLI. Oggi è prevista l’udienza conoscitiva sul pacchetto bilancio.

    Abbiamo quattro interventi in presenza. In collegamento, in streaming, ci sono Federico Chiesa, per il Coordinamento tecnico territorio Federdistribuzione; il dottor Masini Stefano, direttore Servizio Unico Metropolitano Contabilità e Finanza ASL di Bologna; Elisa Spaggiari, assessore al bilancio di San Possidonio.

    Prima di iniziare l’udienza conoscitiva e di dare la parola a chi ha chiesto di intervenire in presenza, ringrazio Loretta Losi, funzionaria Legacoop; Luca Rossi, direttore generale di Confindustria Romagna; Marcella Contini, CNA Emilia-Romagna; Manuel Michelacci, UIL Emilia-Romagna, ma interviene anche per CGIL e CISL.

    Come sapete sono stati nominati ieri i relatori del pacchetto bilancio, il consigliere Bargi, qui di fianco a me, e il consigliere Sabattini e sulla Nota di aggiornamento del DEFR la consigliera Costi e la consigliera Catellani, che oggi, purtroppo, non può essere presente. C’è la consigliera Costi.

    Prima di iniziare con le richieste di intervento, darei la parola ai relatori per fare una breve introduzione sul pacchetto bilancio e sulla Nota di aggiornamento.

    Partirei, consigliera Costi, con la Nota di aggiornamento. Può iniziare lei per illustrare l’argomento.

    Poi lasciamo la parola a chi ha chiesto di intervenire.

    Prego.

     

    Consigliera Palma COSTI. Ringrazio il presidente. Ringrazio anche tutti coloro che hanno ritenuto importante essere presenti oggi per questi due atti fondamentali. Chiaramente, io mi attengo alle modifiche che sono state fatte rispetto al DEFR 2024, che abbiamo appena approvato e che avete visto. Soprattutto, cercherò di concentrarmi sulla parte dei dati, quindi il contesto economico e finanziario nel quale oggi ci collochiamo, e su alcuni aspetti importanti di aggiornamento proprio del DEFR.

    Per quanto riguarda lo scenario internazionale, non vi sono dei miglioramenti significativi nelle prospettive di crescita del PIL. Sappiamo che le economie asiatiche continuano a trascinare la crescita mondiale, mentre le economie avanzate stanno affrontando un inasprimento delle politiche economiche al fine di ridurre l’inflazione.

    Inoltre, la situazione si sta aggravando anche perché sappiamo delle tensioni che ci sono nel Medio Oriente, che potrebbero avere delle ripercussioni sia sulle materie prime che energetiche. La Banca Centrale Europea ha rivisto le previsioni sull’inflazione nell’Eurozona, prevedendo un tasso del 5,6 per il 2023 e del 3,2 per il 2024. L’inasprimento della politica monetaria, insieme al rallentamento del commercio internazionale, ha portato la BCE a rivedere al ribasso le stime di crescita del PIL dell’area Euro. Ha rivisto, chiaramente, il tasso di inflazione, che dovrebbe scendere, ma nel 2025.

    La crescita mondiale si attesterà nel 2023 intorno al 5 per cento, ma con quelle caratteristiche che ho detto. Abbiamo andamenti molto diversi anche nell’Eurozona, soprattutto nelle economie più avanzate. In questo scenario mondiale e nazionale, dove la Spagna avrà una crescita superiore al 2 per cento, la Germania sarà già in recessione adesso, la Francia prevede una crescita dell’1 per cento, la NADEF, fatta chiaramente dal Governo, registra un andamento economico-finanziario vicino al livello più basso.

    Per questo la NADEF ha corretto al ribasso le previsioni del PIL per il 2023, dall’1 per cento allo 0,8, mentre per il 2024 si passa dall’1,5 all’1. Le stime di Prometeia, invece, danno un ulteriore ribasso rispetto al Paese. Si registra una contrazione dei consumi privati, una brusca frenata degli investimenti e anche un rallentamento degli scambi con l’estero. Rimane, invece, positivo a livello nazionale il trend del mercato del lavoro, mentre si prevede un aumento del deficit pubblico.

    Nello scenario regionale, che chiaramente è inserito in questo contesto mondiale e nazionale, i dati definitivi del 2022 attestano un aumento del PIL al 4,2 per cento, che è più alto della media italiana. Rimane, sia nelle stime della NADEF che di Prometeia, un dato migliore di crescita del PIL regionale sul nazionale, anche se ‒ vorrei ricordare ‒ si rimane comunque sotto l’1 per cento.

    Secondo Prometeia, la domanda interna del 2024 registrerà una crescita dello 0,2 per cento, alimentata dai consumi sia privati che pubblici. Gli investimenti, invece, dovrebbero registrare una flessione, anche se leggera. Considerando i diversi settori dell’economia, ricordo che nel 2023 sono stati i servizi a trainare l’aumento del valore aggiunto reale, con un 2 per cento, mentre c’è stata una leggera flessione dell’industria. Sul 2024 la crescita, anche se più contenuta, sarà nuovamente dei servizi e dell’industria.

    Il comparto del turismo, invece, nel 2023 ha dimostrato una grande capacità di ripresa, con un incremento degli arrivi e delle presenze. Le esportazioni rimangono esportazioni alte rispetto anche al 2022, però, anche su questo, c’è, chiaramente, un elemento di preoccupazione. Siamo in presenza di un rallentamento, però le esportazioni tra gennaio e giugno, quindi i primi sei mesi, sono state di 43,5 miliardi di euro, aumentati rispetto al periodo del 2022. Noi, ricordo, siamo comunque la Regione ‒ dopo la Lombardia ‒ che contribuisce maggiormente a questi elementi positivi per il Paese.

    Il mercato del lavoro in Emilia-Romagna continua ad avere una dinamica positiva, sia per quanto riguarda l’occupazione maschile che quella femminile. Il tasso di occupazione regionale si attesta al 70,9. Abbiamo un leggero aumento, un piccolissimo incremento del tasso di disoccupazione regionale, che si attesta al 4,9 per cento. Abbiamo delle condizioni economiche delle famiglie, anche qui, un dato importante, rispetto alle scelte che si fanno, sia di programmazione e poi, successivamente, anche di bilancio. Nel 2022 avevamo un 9,6 per cento di residenti che vive in famiglie a rischio di povertà o esclusione sociale, anche se questo dato si è ridotto significativamente dal 2021, che era pari all’11,2 per cento. Ricordo che in Italia purtroppo è al 24,4 per cento. Quindi, in questo scenario con luci, ma anche tante ombre, è ancora più comprensibile la scelta del Governo regionale di continuare e rafforzare una programmazione volta a sostenere i redditi delle famiglie, in modo particolare le donne e i giovani, a rafforzare le politiche di welfare, aumentare e sostenere gli investimenti pubblici alle imprese, con un’attenzione chiaramente alla transizione green e alle aree alluvionate e dissestate, questo sempre con un metodo di condivisione in linea con il Patto per il lavoro e il clima.

    Tutto questo avviene chiaramente in un quadro di finanza pubblica molto difficile. È difficile per trascinamenti storici, ma certamente anche per le scelte che sta svolgendo l’attuale Governo, orientato a scelte centralistiche e meno attento alle dinamiche territoriali di regioni ed enti locali, soprattutto per un’equa redistribuzione della ricchezza nazionale, a cui la nostra regione dà un contributo fondamentale, sia per il PIL prodotto che per la partecipazione alla fiscalità generale dello Stato.

    Centrale in una situazione di questo genere diventano gli investimenti e la capacità chiaramente di metterli a terra, perché sappiamo benissimo l’effetto moltiplicatore che questi esercitano sul PIL e sull’occupazione e perché, nonostante i problemi sopracitati, occorre che il sistema regionale continui - e questa è la nostra volontà - a produrre ricchezza equamente redistribuita per avere il benessere generalizzato. In questa nota di aggiornamento sale la parte degli investimenti. Arriva a 24,23 miliardi, quindi aumenta di quasi 500 milioni.

    La nota di aggiornamento, poi, dà conto anche di una parte importante rispetto agli obiettivi strategici. In primo luogo, c’è un aggiornamento per quanto riguarda le risorse europee, ad iniziare dal PNRR. Voi sapete che c’è stata la rimodulazione degli investimenti da parte del Governo. La Commissione europea l’ha accettata. Oggi sono 7,38 miliardi i fondi PNRR attratti dal territorio regionale. Ecco, di questi 640 milioni di euro sono inseriti nel Piano di cui il Governo propone la modifica della fonte di finanziamento.

    È chiaro che questo è un elemento molto, molto delicato, perché si opera in una condizione di non certezza di quanto già pianificato e programmato. Ad oggi, dispiace dirlo, ma non abbiamo ancora l’elenco delle opere che sono state considerate, che son state riproposte ad avere altre forme di finanziamento, ma soprattutto manca ancora anche la certezza di come il Governo finanzierà le opere stralciate. Io vorrei ricordare questo dato. Sono 10 miliardi le opere che sono stralciate dal PNRR rispetto ai Comuni. Quindi, questo è un elemento particolarmente importante.

    Nonostante questo, stiamo lavorando per sostenere i soggetti attuatori. La Giunta sta lavorando con il Governo per avere fondi del PNRR disponibili per la ricostruzione nei territori alluvionati. L’altra nota importante di aggiornamento sono i fondi di coesione sociale. Voi sapete che su questo valgono un miliardo di euro. In gestione diretta della Regione, però, sono solo il 60 per cento. Quindi sono 588 milioni di euro che noi potremo utilizzare. Chiaro che non possiamo ancora farlo, perché prima occorre la sottoscrizione di uno specifico accordo, appunto per la coesione, con il Governo e la Regione e soprattutto va chiarito come ricadrà sulla nostra regione quella parte di FSC a gestione diretta dello Stato, perché il miliardo comunque è stato dato complessivamente al nostro territorio.

    Una parte importante… Su questo adesso accelero. Una parte importante della nota di aggiornamento riguarda chiaramente gli eventi alluvionali. Qui abbiamo fatto lunghi dibattiti, anche in Assemblea. I dati per quanto riguarda i danni sono definiti. Sono partite alcune operazioni importanti, quale quella della ordinanza per avere il ristoro sul fronte dei privati. La Regione ha adeguato la piattaforma informatica, chiaramente una volta che sapeva quali erano i criteri e che cosa si ristorativa. Il problema è che oggi, comunque, facendo i conti in modo molto puntuale, molto preciso, mancano ancora 4,5 miliardi tra pubblico e privato per coprire complessivamente le stime dei danni.

    Abbiamo approvato una legge regionale per intervenire su alcune parti ed è già stato chiaramente fatto il bando. Si sta agendo in modo molto più dettagliato anche su tutta la parte del rischio idraulico e del dissesto idrogeologico. Vengono messe e definite all’interno di questa nota di aggiornamento azioni di prevenzione e mitigazione in stretto coordinamento con l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. Abbiamo avuto, vi ricordo, anche lo sciame sismico, perché non ci siamo fatti mancare nulla, che ha interessato in particolare la provincia di Forlì e Cesena. Anche su questo è stato inserita chiaramente all’interno della nota di aggiornamento sia la quantificazione dei danni sia anche la richiesta del riconoscimento dello stato di emergenza.

    Si è aggiornata la parte relativa ai rifiuti, perché chiaramente in questi territori la quantità e qualità dei rifiuti ha comportato questo impegno, oltre al fatto di aver prorogato i termini per la realizzazione degli obiettivi regionali. Si agisce anche sul tema delle acque, sia con fondi PNRR che con fondi che derivano da una vecchia pianificazione di FSC del 2014-2020, per limitare il consumo e le perdite soprattutto della rete idrica.

    Viene rivista, sempre sulle tematiche alluvionali, tutta la parte che riguarda l’agricoltura, perché questo è uno dei temi importanti. Ricordo che Bankitalia sottolinea come questo può avere anche un effetto di rallentamento proprio sull’economia regionale per quanto la Romagna è importante rispetto alla produzione agricola. Quindi, è stato inserito il ripristino del potenziale produttivo, che erano fondi di una vecchia programmazione. Sono state recepite tutte le norme nazionali ed europee che riguardano, appunto, l’agricoltura, quindi con quote consistenti di risorse che sono state inserite.

    Nella nota di aggiornamento c’è anche tutta la parte che riguarda la peste suina africana, un tema molto importante per il nostro territorio. Chiaramente sono considerate tutte le azioni, comprese anche le risorse che vengono destinate di 5 milioni proprio nel 2024. È stata inserita anche la sostenibilità dell’economia ittica, soprattutto relativamente ai ristori di un milione per il granchio blu.

    Gli altri temi e obiettivi importanti che sono stati modificati riguardano il tema della sanità. Su questo mi soffermo solo. Sono stati recepiti alcuni temi che non erano ancora stati completamente definiti nel momento in cui il DEFR avrebbe dovuto essere approvato, che era la fine di luglio. Quindi, tutto il tema del Piano nazionale delle malattie rare, l’istituzione dei centri di emergenza urgenza, i CAU, il progetto del sistema di risposta sanitaria 116/117, così come il potenziamento del 118. Quindi, è stata inserita tutta la parte di riorganizzazione dell’emergenza e dell’urgenza, oltre alla implementazione della nuova piattaforma regionale di telemedicina. Sono fondi PNRR. Sul piano degli investimenti, invece, la progettazione definitiva dell’ospedale di Cesena e il progetto di fattibilità degli ospedali di Piacenza e di Carpi.

    Sono stati inseriti due temi importanti per quanto riguarda le infrastrutture stradali, che sono l’avvio della terza corsia dell’autostrada A13, così come l’ultimazione del tratto ferro-stradale Nord di Casalecchio di Reno, che sappiamo essere un tema molto importante, e l’apertura al traffico del primo lotto del TI-BRE.

    Ci sono anche temi che riguardano l’urbanistica, soprattutto un sostegno ai Comuni per la transizione alla nuova legge n. 24. L’altro è il recepimento di norme di semplificazione edilizia che discendono dal nazionale e che riguarda le ristrutturazioni e gli interventi in edilizia libera. Poi ci sono altri due piccoli aggiustamenti per quanto riguarda la parità e i centri per uomini autori di violenza e per quanto riguarda le tematiche della prevenzione della criminalità organizzata e l’area di sicurezza urbana.

    Questi sono gli elementi fondamentali che sono contenuti nella nota di aggiornamento. Chiaramente ascolterò quello che avrete da dire, anche se oggi credo che l’altro elemento fondamentale sia il bilancio.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliera Costi.

    A questo punto, per il pacchetto bilancio, passerei la parola al relatore di maggioranza, Luca Sabattini, e poi, a seguire, al relatore di opposizione, consigliere Stefano Bargi.

     

    Consigliere Luca SABATTINI. Grazie, presidente. Buongiorno a tutti.

    La collega Costi ha fatto un intervento non soltanto sulla Nota di aggiornamento, ma anche di inquadramento della situazione nella quale questo bilancio viene concepito e viene costruito.

    Ormai ci stiamo confrontando sempre di più con un impatto sulle nostre politiche degli elementi esogeni di una tale rilevanza che delle volte cambia addirittura l’ordine delle priorità complessive delle nostre politiche. Hanno impatti estremamente rilevanti. È vero che la Regione Emilia-Romagna guida, dal punto di vista economico, traina i risultati del Paese, ma la Nota di aggiornamento rispetto al DEFR ha sicuramente dei risvolti un po’ meno positivi delle previsioni, con i quali ci siamo confrontati soltanto qualche settimana fa. Anche la crescita potenziale della nostra Regione, che si attesta sempre sopra la media complessiva del Paese, ha un rallentamento. Un rallentamento dovuto certamente a degli elementi esogeni e, nel nostro caso specifico, anche a degli elementi geopolitici, anche a situazioni di Paesi partner del nostro sistema economico decisamente rilevanti. Leggiamo anche sulla stampa la situazione dell’economia tedesca, che è abbastanza interdipendente anche con uno degli assi fondamentali del nostro sistema produttivo. Ancora, purtroppo, non ha dispiegato tutti i suoi potenziali effetti.

    In questo quadro generale insiste la declinazione delle politiche nazionali, all’interno, ovviamente, anche del nostro bilancio. Avete visto come, nella presentazione della manovra che adesso è in discussione, anche a seguito di un accordo Stato-Regioni, che non prevedeva una compartecipazione degli Enti locali, quindi Regioni e Comuni, alla riduzione del deficit complessivo del Paese è stato introdotto quell’elemento che vede una compartecipazione da parte del comparto delle Regioni a Statuto ordinario per 350 milioni, oltre alla compartecipazione chiesta anche agli Enti locali.

    La traduzione per il nostro bilancio è una restituzione nei confronti del Governo; quindi, un flusso che va non ‒ come normalmente avviene ‒ dallo Stato verso le Regioni, ma dalle Regioni verso lo Stato, di 30 milioni di euro, che, sommati ai quasi 15 della scorsa manovra, che ‒ ricordo a tutti ‒ è una manovra comunque triennale, vede dispiegare all’interno del bilancio 2024 una riduzione delle risorse complessive attorno ai 45 milioni.

    Voi tutti siete partecipanti del Patto per il lavoro e per il clima e rappresentanti di soggetti ben formati rispetto alla costruzione del bilancio regionale, che vede una manovra complessiva poco superiore ai 13,5 miliardi, di cui la gran parte è, ovviamente, spesa sanitaria. Tolti gli elementi di trasferimenti di risorse che passano per il bilancio regionale, ma sono dedicate, noi stiamo parlando di un bilancio che per le politiche complessive ha poco più del 15 per cento. Parliamo di circa 1,5 miliardi. Ovviamente, l’ammanco di questi 45 milioni rende la produzione di questo bilancio certamente non semplice. È vero. Abbiamo, però, confermato all’interno del bilancio 2024 quelli che sono un po’ i princìpi ispiratori sia del Patto per il lavoro e per il clima, ma anche delle politiche di bilancio messe in campo da questa Amministrazione in questi anni. Dalla scelta dell’invarianza fiscale. Vedete che la delega fiscale, dal punto di vista nazionale, qualche elemento di riaggiustamento, anche per quello che riguarda le nostre entrate, ce l’ha. Le priorità, anche collegandomi un po’ a quello che diceva la collega Costi, per quello che è di nostra competenza, le leve a nostra disposizione, sono: provare a spingere e a essere propulsori di investimenti sul territorio, garantendo il cofinanziamento alla programmazione europea 2021-2027, che ci vede oggi già aver programmato e pubblicato circa un terzo delle risorse complessive della programmazione, l’utilizzo e la messa a disposizione delle risorse del PNRR e, speriamo, lo abbiamo fatto poche settimane fa, l’avvio della conclusione dell’accordo tra Stato e Regione Emilia-Romagna sui Fondi di sviluppo e coesione.

    Questo che vedrete meno all’interno del bilancio, puntualmente all’interno del bilancio che oggi vi presentiamo, è un elemento estremamente rilevante. Come sapete, gli FSC sono le risorse un po’ più “libere” per investire anche su alcuni settori che il PNRR non prende in considerazione.

    Continua la politica di contenimento delle spese di funzionamento e di struttura, oltre che quell’elemento, che credo abbia caratterizzato tutti questi nove anni di Presidenza Bonaccini, di costruire, attraverso l’Ente Regione, un elemento di sussidiarietà e di stimolo, da una parte, e accompagnamento, dall’altra, degli enti locali.

    Tutto questo è possibile grazie anche a delle politiche di bilancio che oggi vedono assestare la Regione Emilia-Romagna come la Regione meno indebitata del Paese e ci permette qualche elemento di flessibilità in più.

    Le priorità del bilancio. La lotta alle disuguaglianze, aiutare a sostenere i redditi delle famiglie e il rafforzamento delle politiche di welfare. Non entro nel dettaglio di tutte le azioni, ribadendo che le politiche messe in campo ‒ penso al trasporto pubblico locale, all’elemento dei servizi, alle politiche per la diminuzione delle rette del nido, a tutti gli investimenti sui servizi di conciliazione ‒ sono politiche che sicuramente sono dispendiose, dal punto di vista economico, ma stanno portando grandi effetti anche dal punto di vista del sostegno alle famiglie.

    Dicevo, centralità per quello che riguarda il settore economico, che sicuramente si sta cominciando a confrontare con un rallentamento di una crescita economica che aveva visto il rimbalzo post pandemico riprendere con slancio. La crisi inflattiva, l’aumento dei tassi di interesse oggi comincia a presentare un conto più rilevante. In una politica anticiclica, l’elemento di stimolo che può dare l’Amministrazione pubblica e le politiche pubbliche devono essere orientati in questa direzione. Quindi, all’interno del bilancio vedrete come il cofinanziamento dei fondi europei vedrà anche nel 2024 dispiegare una grandissima parte di questa programmazione, ovviamente gestita sempre in modo complementare rispetto a quelle che sono le altre fonti di finanziamento che prima richiamavo.

    Come prima diceva la collega Costi, l’altro elemento certamente prioritario, che ci ha visto anche richiedere un anticipo della provvista degli FSC riguardante gli investimenti per il dissesto idrogeologico, e ovviamente le politiche di sostegno agli Enti locali.

    Segnalo, sempre nell’ottica di ridurre gli elementi di disuguaglianza, soprattutto per quanto riguarda le politiche di welfare e le politiche abitative, che riprendiamo, dopo la pausa del 2022, gli investimenti strutturali per il recupero di tutto il nostro patrimonio edilizio, come confermiamo con questo bilancio l'investimento per il Fondo per la non autosufficienza, che è complessivamente di 540 milioni, ma che vede ancora il bilancio regionale compartecipare in maniera molto rilevante, come è stato nello scorso esercizio per 108 milioni di euro.

    Sebbene le risorse necessarie siano probabilmente molte di più, crediamo che questo elemento di priorità e la scelta messa in campo confermino che non riusciremo a soddisfare tutti i bisogni necessari della collettività, ma la volontà di continuare a investire per le famiglie più fragili è elemento cardine identitario di questa Amministrazione.

    Non faccio l’elenco di tutti gli stanziamenti, che abbiamo anche affrontato in varie discussioni nel corso dell’esercizio 2023. Penso al finanziamento per la legge sull’economia urbana e ai 4 milioni per la legge sui talenti, ai 5 milioni per l’abbattimento dei tassi di interesse, elemento centrale anche per la fase che stiamo vivendo. È di questi giorni un nuovo bando per l’attrattività.

    Concludo facendo un passaggio sul collegato. Come sapete, la legge di bilancio ha una legge collegata che normalmente viene utilizzata per chiarire alcuni aspetti anche sartoriali o rilevanti di norme che già sono in essere. Questo collegato, composto da 16 articoli, si occupa di vari argomenti, dall’ambiente all'energia, alla legge n.13, alla parte ambientale.

    Segnalo l’elemento centrale, che è uno degli elementi più rilevanti: il chiarimento della perentorietà dei termini sulla legge n. 24, un chiarimento che riguarda anche la legge sull’economia circolare, che rimanda gli obiettivi target per il raggiungimento degli obiettivi al Piano regionale sui rifiuti.

    Ci sono altri elementi puntuali che, anche a seguito dell’ascolto dei vostri contributi e delle discussioni che faremo nelle singole Commissioni, avremo modo di affrontare puntualmente e che poi ci porteranno alla discussione e all’approvazione del collegato nell’aula prima di Natale.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Sabattini.

    Prego, consigliere Bargi. Poi diamo spazio agli interventi.

     

    Consigliere Stefano BARGI. Provo con un intervento un po’ diverso, altrimenti ci ripetiamo sempre gli stessi numeri.

    Io ormai ho discreta esperienza nel ruolo di relatore, ovviamente sempre di opposizione, al bilancio della regione Emilia-Romagna, dopo quasi 10 anni nel ruolo di consigliere, in diverse occasioni ho avuto modo di fare il relatore, e devo dire che questo bilancio, a mio avviso, ha dimostrato nelle primissime battute (dico "primissime" perché ieri abbiamo avuto la presentazione, quindi non posso portare oggi chissà quale analisi, anche se da qualche giorno abbiamo avuto modo di leggerlo) di avere due primati.

    Il primo è il nuovo record di tempistiche per l’approvazione. Sono (in quel caso in maggioranza) Presidente della Commissione bilancio di un Comune, il Comune di Sassuolo, e siamo riusciti a depositarlo prima di quello regionale e a presentarlo ai consiglieri prima di quello regionale. I consiglieri comunali di Sassuolo hanno circa un mese, con due Commissioni, il passaggio in aula per poter affrontare il dibattito sul bilancio comunale, e devo dire che in regione va peggio, ho poche settimane.

    Qualcuno potrebbe dire che questa tematica in realtà non è così rilevante, ma il tempo è un concetto che si lega fortemente alla democrazia, perché, se si vuole fare la democrazia, ci deve essere una fase di confronto, per fare un confronto occorre tempo; quindi, l’equazione si risolve in meno tempo uguale meno democrazia, che può essere un concetto poco rilevante, però ha il suo perché.

    Questo vale non tanto per i numeri di bilancio, che sappiamo essere tendenzialmente una cassaforte blindata, però su una tematica, come accennava prima il collega Sabattini, come quella del Collegato, dove ci sono modifiche che, seppur non con rilevanza economica, possono averla per il mondo privato piuttosto che il pubblico a cascata dalla Regione, è chiaro che bisognerebbe approfondire in maniera molto più accurata.

    Penso al tema dell’acqua pubblica, penso al tema che coinvolge le Unioni dei Comuni, penso all’urbanistica, su cui, proprio perché ormai siamo scafati e abbiamo dato "una letta", già ieri in presentazione sono stati espressi alcuni dubbi e alcune incertezze dalla collega Catellani, alle quali guardiamo con attenzione anche per i rumors che circolano riguardo qualche possibile emendamento e a un’ulteriore stretta in termini urbanistici ed edilizi, ai quali siamo particolarmente attenti.

    Per poterlo fare, abbiamo bisogno di prenderci i dovuti tempi, altrimenti le dinamiche diventano che noi magari solleviamo un tema, la maggioranza dice "non abbiamo tempo di ragionarci" e si va al voto, e così si chiude l’esperienza di bilancio, che però, secondo noi, meriterebbe molto più tempo.

    Il secondo primato è di fatto una novità per il bilancio regionale: non mi era mai capitato di vedere un bilancio regionale in cui si parlasse più del Governo che della Regione, cioè tendenzialmente c’era un gioco a primeggiare (per carità, è tipico del linguaggio politico, sarebbe strano il contrario), in cui la Regione mette in mostra le sue più grandi qualità, quest’anno vediamo una tendenza a tirare in ballo sempre e comunque il Governo, a cui si scarica tutto ciò che va o non va da parte della Regione.

    In realtà, come già accennato dai colleghi, c’è una situazione macro estremamente pesante. Io credo che sia impossibile, oggi come oggi, affrontare il dibattito politico restando al piccolo problema micro, ma serva prendere in considerazione quello che ci succede, ma anche le crisi di modelli ormai di durata ultraventennale. Parlo in particolare del modello economico europeo e di conseguenza italiano.

    Se non si apre una discussione politica, ma anche da parte dei portatori di interesse, noi non saremo in grado di dare risposte ad ogni possibile servizio, la coperta sarà sempre più corta e, ad un certo punto, da Paese del primo mondo diventi del secondo mondo e dovrai tagliare qualche servizio, quindi o si pone l’accento anche sul quadro internazionale, anche per capire dove voglia andare questo Paese, perché essere sempre e solo in balia di quello che decidono altri capite che crea quella volatilità da cui non possiamo saltare fuori.

    È chiaro che il Governo va in questa direzione, premendo anche sulle regioni, poi ho sentito parlare anche tante volte di questo tema di centralizzazione-non centralizzazione. In Italia non è mai stata fatta una riforma federale, per me l’Italia era, è e al momento rimarrà un Paese centralista; quindi, non c’è un tema di decentramento, c’è una proposta di legge in tal senso che fa un passettino in avanti, che già per qualcuno è devastante per la tenuta sociale del Paese; quindi, vuol dire che sul tema insomma c’è forte resistenza.

    L'Italia funziona in questo modo, senza una riforma federale tu non hai la responsabilità di chi governa il territorio; quindi, chi governa può scaricare sul Governo, il Governo, viceversa, scarica sulla regione e non risolviamo mai la questione.

    La regione fa delle scelte politiche, che a mio avviso si potrebbero affrontare in maniera diversa. Sul tema del sostegno alle famiglie per noi serve una manovra di tipo più strutturale.

    C'è un progetto di legge per introdurre il fattore famiglia in Emilia-Romagna, probabilmente si discuterà alla prossima Assemblea, tra l’altro non affrontato neanche in Commissione, quindi evidentemente ha generato poco interesse, ma che pone un criterio diverso: invece che lavorare sempre di assistenzialismo, che vuol dire prima prendere i soldi, poi metterli giù, poi quando li metti giù usi uno strumento come l’ISEE, che è uno strumento eccezionale perché aiuta gli ultimi, ma il penultimo se lo scorda, quando il penultimo, per motivi di difficoltà di reddito, diventa ultimo, poi sono troppi e non abbiamo più soldi per aiutarlo, e bisogna trovare un nuovo tipo di ultimo, che spesso è anche l’ultimo sbarcato. Si va a stringere molto il cerchio e non si tiene conto di una metodologia che secondo noi dovrebbe essere strutturale nella forma di sostegno.

    Per carità, questo non risolve tutti i problemi del mondo, compresa la denatalità, sulla quale servirebbe un impatto culturale, di cui non vedo traccia nel bilancio nella mia rapidissima prima lettura, ma sicuramente con uno strumento strutturale si può dare un taglio di un certo tipo.

    Stessa cosa abbiamo fatto di recente, anche se sappiamo che non verrà approvato, per il progetto di legge sul rimborso del bollo auto. Tra l’altro, lo fanno tutte le altre regioni del nord, è una tassa per cui devi godere di un bene, che paghi tra l'altro in anticipo, poi del bene non godi più, per cui la parte di cui non godi deve essere rimborsata o usata come storno per l’acquisto di un successivo bene.

    Non viene fatta perché potrebbe impattare qualche milioncino, capisco che sul bilancio pesino, oggi più che in passato, però è un tema che rende strutturale un diritto e lo rende acquisito per i cittadini emiliano-romagnoli; quindi, il vero dibattito dovrebbe essere su questo.

    C’è il tema dell’invarianza fiscale, che è un must della discussione del bilancio. Io ricordo sempre che l’Emilia-Romagna ha caricato pesantemente sulle proprie aliquote, quindi non è tanto l’invarianza fiscale, la notizia sarebbe forse la riduzione, cosa che, in un momento di difficoltà come questo e per sostenere tutta una serie di politiche assistenziali, da un lato, e la compartecipazione ai fondi europei, dall’altro, chiaramente diventa quasi impossibile.

    La compartecipazione ci costa qualche centinaio di milioni di euro, e questo rende la Regione, come ho detto tante volte, un ente di politica strettamente derivativa, cioè la politica la fanno a Bruxelles, noi proviamo a metter giù i soldi, ce ne sono tanti, è vero, però sono estremamente condizionati.

     È quello che serve alla regione Emilia-Romagna? È quello che ci chiederete voi oggi? Non lo so, è chiaro che se qualche milione potesse restare di più nella gestione locale della politica, forse potremmo anche far leva su qualche stimolo più vicino alle esigenze dei nostri territori, quindi dargli forza.

    Con questo concludo, oggi chiaramente è una giornata di ascolto e siamo intenzionati a capire cosa avete da proporci, dopodiché nel breve tempo a disposizione proveremo a dare un segnale rispetto a questo bilancio. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, consigliere Bargi.

    A proposito di breve tempo, ricordo a tutti che in Commissione bilancio verrà votato il 13 dicembre, quindi avremo Commissione il 6 dicembre e l’ultima il 13 dicembre, per poi andare in aula nella seduta prenatalizia il 18 e 19 dicembre. Queste sono le tempistiche che ci siamo dati.

    Intanto ringrazio ovviamente l'assessore Calvano presente, segnalo la presenza anche della consigliera Bondavalli e della consigliera Piccinini.

    Chiamerei Loretta Losi, funzionaria Legacoop per il primo intervento. Si prepari poi Luca Rossi, Confindustria Emilia-Romagna.

    Chiedo anche se potete lasciare eventualmente i vostri interventi alla Commissione, così da distribuirli ai vari consiglieri, per dare maggiore spunto alla Commissione rispetto alle vostre determinazioni. Grazie.

     

    LOSI, Legacoop.  Grazie mille per l’occasione e grazie anche per il quadro generale che ci avete dato rispetto a questo tema così importante, che è il bilancio della Regione Emilia-Romagna.

    Grazie anche al relatore che ha illustrato il bilancio per aver posto questo accento così importante sul tema del welfare, che, come sapete, è uno dei temi a noi più cari e anche più difficili da trattare, perché gli ultimi anni sono stati anni molto complicati.

    Mi auguro quindi che il pezzo del bilancio che riguarderà il welfare non penserà soltanto alle strutture pubbliche, ma anche a tutto ciò che, insieme alle strutture pubbliche, lavora a questo tema, perché - ripeto - sono stati anni molto difficili, anni complicati da un combinato disposto che non era nelle previsioni di nessuno, ovviamente, ma che ci consegna un quadro di gravissima difficoltà.

    I tempi in questo caso non sono così inutili come tempi di lavoro e di accompagnamento anche economico su queste tematiche.

     Alla Regione chiediamo ovviamente un'attenzione particolare al settore del welfare, della non autosufficienza, in particolare perché è evidente che un sistema così deve essere tenuto insieme, e non è un gioco di parole. Diversamente, lasciare solo dei pezzi vuol dire dimenticarsi di fette di popolazione, di cittadini, quindi creare problemi molto seri.

    Noi siamo molto disponibili a pensare di aprire una stagione di confronto, per capire se il modello del welfare di questa Regione possa essere riragionato e rivisto anche in termini economici differenziati, e non solo come li abbiamo conosciuti fino ad oggi, molto blindati e molto ben definiti. Questa disponibilità è sempre stata sul tavolo, c’è ancora e non la togliamo di sicuro.

    Oggi non dirò delle cose molto originali, perché già nell’udienza conoscitiva che abbiamo fatto sulle strategie di bilancio abbiamo avuto modo di fare l’elenco no di tutte le cose che erano sul tavolo, che sono le stesse di oggi. Mi limiterò quindi a fare alcune puntualizzazioni, perché ci sono alcune cose che meritano di avere una precisazione più approfondita, per esempio tutto il tema legato alla legge n. 6.

    La legge n. 6/2006 dell’Emilia-Romagna ci aveva consegnato una corresponsabilità nella gestione di alcune progettazioni, che andavano nella direzione di una coesione sociale, di un lavoro culturale ed educativo rispetto alla nostra Regione, e dal 2006 a ieri è stata sempre finanziata con lo stesso tipo di finanziamento tutti gli anni.

    Con grande dispiacere e anche con un po’ di stupore vediamo che quest’anno è stato tolto circa un terzo del finanziamento previsto, quindi bisognerà rivalutare i progetti, ma vi invitiamo a riconsiderare la questione in maniera diversa.

    Vi chiedo anche se è possibile, perché per noi sarebbe un buon investimento, prendere in considerazione il fatto che la Regione, avendo promosso il bando sulle cooperative di comunità nel 2023, possa pensare di ragionare sullo scorrimento della graduatoria e quindi rilavorarla per poterli soddisfare tutti. Non erano tantissimi, si tratta veramente di una cosa non molto pesante.

    L’altra cosa su cui ci interessa cominciare a ragionare in maniera più approfondita con la Regione è relativa al tema dei Consorzi fidi, cioè cominciare a capire come sia cambiato il quadro, quanto stia ridiventando difficile accedere al credito sia per le famiglie che per le imprese. Vi chiediamo quindi di aprire un confronto per capire se questo strumento, che è stato così utile in alcuni anni, possa essere rivisto, eventualmente rifinanziato con qualche risorsa in più e rimesso, magari con criteri più aggiornati, a disposizione delle imprese che noi rappresentiamo e, credo, di tutte le imprese. I Consorzi Fidi sono Consorzi che guardano a tutte le imprese in modo trasversale.

    Seguirà il collega Zanoni, perché ci sono altre cose. Facciamo, però, un doppio giro.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. La parola a Luca Rossi, direttore generale di Confindustria Emilia-Romagna.

    Il collega Zanoni interviene dopo?

     

    (interruzione)

     

    Presidente POMPIGNOLI. Come Confcooperative.

    Prego.

     

    ROSSI, direttore generale di Confindustria Emilia-Romagna. Grazie, presidente. Buon pomeriggio a tutti.

    Grazie, come sempre, all’Assemblea e alla Commissione per questa occasione di confronto e all’assessore Calvano, la cui disponibilità alla collaborazione, sua e dei suoi dirigenti, è sempre molto puntuale e preziosa. Anticipatamente, ringrazio anche i relatori di maggioranza e di opposizione e tutti i componenti della Commissione per l’attenzione che vorranno dedicare a queste considerazioni e proposte e, ovviamente, al dialogo che avremo nelle prossime settimane.

    Vorrei brevemente darvi un quadro della situazione economica in cui si inquadrano questi provvedimenti, perché ci aiutano a leggere e a interpretare le scelte di politica economica.

    La crescita sta rallentando, fino al punto da registrare un arresto delle dinamiche congiunturali. Il PIL italiano è rimasto fermo nel terzo trimestre e gli indicatori dicono che all’inizio del quarto l’attività nell’industria e nei servizi è in ulteriore lieve calo. Anche se l’inflazione in Italia è finalmente tornata sotto il 2 per cento, i tassi sono ai massimi storici da molti anni e bloccano il canale del credito, frenando consumi e investimenti, mentre l’export compensa, ma solo in misura marginale e meno del passato.

    Con le guerre in corso sale, ovviamente, l’incertezza, che fortunatamente finora non ha impattato sul costo dell’energia, che, però, è ben più alto dei livelli pre-crisi.

    L’inflazione italiana si è ridotta ‒ dicevo ‒ bruscamente a ottobre, grazie a un effetto molto favorevole sui prezzi energetici. I prezzi di beni e servizi continuano a frenare, ma solo lentamente, come quelli alimentari, grazie agli andamenti più favorevoli dei mercati delle materie prime.

    L’occupazione è cresciuta anche a settembre, sia a livello nazionale sia a livello regionale, interamente grazie a nuove assunzioni a tempo indeterminato. Tuttavia, si registra una flessione nelle ore lavorate, attesa che probabilmente si accentuerà nei mesi successivi.

    Le prospettive dell’export ‒ dicevo ‒ sono frenate dalla crescita europea vicina allo zero e in particolare dalle prospettive del mercato tedesco. I dati qualitativi segnalano, poi, una dinamica degli investimenti in peggioramento, dopo il calo del secondo trimestre. L’indagine, recentemente presentata da Banca d’Italia, suggerisce, poi, una significativa frenata della spesa in beni di capitale a causa dell’incertezza dell’andamento della domanda e dei tassi elevati.

    I dati economici ci restituiscono, dunque, la fotografia di un quadro economico molto incerto, con evidenti segnali di rallentamento, che va interpretato nel quadro di un sistema economico industriale solido, che sta, però, continuando a mostrare forte capacità di tenuta sui mercati e di competitività internazionale. Ed è proprio il tema degli investimenti che deve rappresentare il punto fondamentale delle politiche economiche e di sviluppo, tanto del Governo quanto della Regione. Investimenti nel senso più ampio del termine, pubblici e privati, dalle scuole alle università, alla sanità, alle infrastrutture, al contrasto al dissesto idrogeologico, agli insediamenti produttivi, alle tecnologie, alla formazione del capitale umano. Questa è la più grande preoccupazione che abbiamo, anche rispetto al bilancio previsionale. Un bilancio regionale che, tra spesa vincolata e obbligatoria, spese straordinarie, in parte quantificate sulla base di stime, pur prudenziali, lascia spazi di manovra, anche nei valori assoluti, molto ridotti per l’attuazione delle politiche regionali.

    Il rischio è che, naturalmente, specie dato il quadro della finanza pubblica, anche a livello nazionale, ci si concentri solo sulle necessità della spesa corrente. Si tratta di una semplificazione, ne sono consapevole, ma serve a dare l’idea della preoccupazione rispetto alla situazione della finanza. Ed è evidente il potenziale contrasto tra un ventaglio di interventi molto ampio, che include molteplici vuoti di spesa, tutte singolarmente fondate e meritorie, e le risorse effettivamente disponibili, con il rischio di disperdere risorse, limitando l’efficacia delle politiche stesse. Sarà, probabilmente, presto necessario fare scelte importanti, in particolare pensando ai prossimi anni.

    In questo senso, è certamente positivo e fondamentale che sia stato assicurato il pieno cofinanziamento dei Fondi strutturali europei. Abbiamo visto, proprio in queste ore, le ipotesi di accordo sull’attuazione dell’FSC: quasi 500 milioni di risorse disponibili. La discussione è stata avviata nel Patto per il lavoro e credo sia importante procedere celermente alla definizione dell’accordo con il Governo per costruire un piano di investimenti pubblici e privati con un orizzonte pluriennale, in modo che possa essere complementare ed aggiuntivo a quello dei fondi strutturali.

    In questo senso, sarebbe utile approfondire la scelta di utilizzare quota parte delle risorse per cofinanziare FESR e FSE, per comprendere se e come ciò possa liberare ulteriori risorse per investimenti pubblici e privati nel bilancio ordinario.

    Riteniamo sia necessario, come è stato fatto, continuare a finanziare, anche in ottica pluriennale, in modo significativo e strutturale, la legge n. 14 sugli investimenti strategici. Strumento che dovrebbe arrivare ad essere sempre aperto, con uno sportello, per accogliere chi porta e rafforza tecnologie e lavoro e che va letto in parallelo con gli sforzi che la Regione sta facendo per dare sostanza alla legge sull’attrazione dei talenti, che, di fatto, troverà una prima congiunta attivazione proprio nei prossimi bandi della n. 14. Ed è importante, in questa direzione, lo stanziamento previsto di quasi 15 milioni di euro per il bando che aprirà all’inizio dell’anno prossimo.

    Per facilitare l’accesso al credito e, più in generale, sul tema della finanza d’impresa, importanti misure e risorse sono state messe in campo, dai Confidi ‒ prima ricordati ‒ all’operazione sui Basket Bond, azioni che rispondono a necessità urgenti del sistema produttivo.

    Evidenzio, inoltre, come area di attenzione, il tema delle risorse per l’internazionalizzazione, su cui la domanda delle imprese, di tutte le dimensioni, si sta confermando molto elevata. Ne sono conferma i più recenti bandi, sui quali potrebbero rendersi necessarie risorse aggiuntive, per un’economia regionale che continua a fare dell’export un fondamentale driver di crescita e su cui la Regione, anche in termini di relazioni internazionali, sta puntando con decisione.

    Abbiamo visto ed apprezzato i diversi ambiti di intervento che la Giunta ha programmato e finanziato. Non entrerò nel merito delle singole voci, oltre a quanto già fatto, sottolineando, però, la necessità di destinare risorse adeguate ed aggiuntive alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica. Non penso solo a quella delle aree alluvionate, su cui ci sono stanziamenti e interventi dedicati per le opere di urgenza e ripristino, ma più in generale a tutto il resto della rete. I recenti accadimenti a Piacenza e a Parma, ad esempio, ci confermano talune fragilità di un sistema, anche a fronte di eventi atmosferici intensi, di portata, però, fortunatamente molto minore di quanto accaduto nel maggio scorso.

    In relazione al bilancio previsionale, credo sia, poi, inevitabile riflettere sul quadro complessivo della spesa, partendo necessariamente dal tema della spesa sociosanitaria, che ‒ come è noto ‒ è determinante nella definizione del quadro delle finanze regionali, con molteplici impatti, diretti e indiretti, anche sul sistema delle imprese. Cito l’irrisolta questione del payback sui dispositivi medici, che il TAR del Lazio ha ‒ come sapete ‒ rinviato alla Corte per la verifica di legittimità costituzionale. Una misura che mette in gravissima difficoltà le imprese e non dà alcuna reale garanzia alle Regioni rispetto all’effettiva disponibilità delle risorse. L’assurdità della norma, incomprensibile nel merito e inaccettabile nelle modalità applicative, ha già avuto un impatto fortissimo in Emilia-Romagna, dove si concentra, come sapete, gran parte della produzione industriale italiana. Spero che la norma venga definitivamente superata, per evitare di doverci trovare a fare i conti con il payback nelle annualità successive, a partire dal 2019-2020. Vi lascio immaginare la spesa nella fase più acuta della pandemia.

    Credo che lo stanziamento aggiuntivo che il Governo ha fatto sul fondo per la sanità sia una scelta concretamente importante e positiva, che ci avvicina ‒ speriamo progressivamente ‒ a quel target di 7,5 per cento del PIL che la stessa Regione ha identificato come riferimento per la spesa sanitaria. L’aumento della spesa sanitaria, che ha certamente avuto componenti straordinarie legate prima al Covid poi all’impennata dei costi energetici, coperto attingendo ad ogni possibile forma di risparmio e di utilizzo di riserve accumulate negli anni, non è fenomeno destinato a rientrare ai livelli pre-pandemia, per molteplici ragioni. La demografia e l’investimento della popolazione nella nostra regione, la crescente domanda di servizi, la carenza di personale e la fortissima concorrenza della domanda di professionalità, unita ad uno scenario di inflazione crescente, delineano un quadro in cui una corretta e attenta gestione non basteranno più. Ciò finirà inevitabilmente per comportare un peggioramento delle prestazioni e un allungamento dei tempi di attesa.

    Abbiamo raggiunto un limite oltre il quale è difficile pensare di andare, di fronte ai trend in atto dello scenario che ho appena delineato, seppur sommariamente. Credo siano necessari interventi straordinari e, in certi casi, anche innovativi, come la riforma che si sta tentando di avviare in materia di pronto soccorso e come potrebbero essere nuovi modelli di collaborazione pubblico-privata. Si aprirà a breve un tavolo con il settore dell’ospedalità privata, che oggi dovrebbe erogare prestazioni specialistiche a tariffe talmente basse da avere come unico effetto la perdita di medici e professionalità.

    Ho l’impressione che a volte si tenda a sovrapporre il fondamentale e indiscutibile principio della copertura universalistica pubblica della sanità con l’idea che debba essere sempre e solo il sistema pubblico ad erogare le prestazioni. Credo che l’obiettivo sia garantire, nel più breve tempo possibile, l’accesso a tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna alle migliori prestazioni, tecnologie e professionalità, mediche ed assistenziali. Rischiamo di aumentare i divari e di limitare i diritti all’accesso ai servizi delle persone come effetto del desiderio di un indiscutibile principio di uguaglianza, senza tener conto, con pragmatismo, dell’evoluzione prima di tutto demografica della nostra società.

    Il welfare, i servizi sociali, così come la formazione, gli investimenti e l’occupazione sono tutte facce della stessa medaglia, fondamenta insostituibili della nostra comunità.

    Vorrei, infine, completare queste considerazioni relative alla parte finanziaria con alcune brevi considerazioni sugli interventi normativi che accompagnano la legge di bilancio, in particolare sul tema della legge n. 24 in materia di urbanistica e consumo del suolo. La Giunta ha scelto di non applicare la possibilità di prorogare i termini per la conclusione del periodo transitorio, come già, peraltro, da tempo annunciato. Al netto di eventuali diverse valutazioni relative, nello specifico, ai territori alluvionati, colgo questa occasione per una considerazione sul tema del rapporto tra investimenti e consumo del suolo, su cui si è aperta in queste settimane una riflessione che ci ha visto coinvolti in prima persona con le nostre associazioni territoriali e con i colleghi di ANCE. Proprio il convegno organizzato dalla Regione pochi giorni fa, per cominciare a fare il punto sull’attuazione della legge, in previsione della conclusione del periodo transitorio, offre lo spunto per avviare una riflessione su quanto accaduto e su come saremo capaci di riaffermare un modello di sviluppo equilibrato e sostenibile.

    Sono necessarie scelte ponderate e valutazioni approfondite, evitando interventi affrettati o di principio. La transizione energetica comporta impianti per la produzione di energie rinnovabili. Una regione digitale comporta consumi di grande quantità di energia. Persone e merci che si spostano richiedono una logistica efficiente e infrastrutture moderne e anche nuove. Un’economia in crescita, in grado di attrarre persone e produzioni ad alto valore aggiunto per competere nel mondo, richiede stabilimenti moderni e, in certi casi, nuovi insediamenti. Non si può sfuggire da tutto ciò. Le scelte hanno costi ed effetti complessivi che non si possono sottovalutare.

    Per questo, dovremo essere capaci di misurarci sui numeri nel merito, confrontandoci sulle traiettorie di sviluppo, per essere capaci di tenere insieme la crescita economica delle imprese, l’attrazione di investimenti, il diritto alla casa, l’occupazione, la qualità delle nostre città, un sistema infrastrutturale moderno ed efficiente, in una cornice di sostenibilità economica, ambientale e sociale della nostra regione.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Ringrazio il presidente di Confindustria Emilia-Romagna.

    Adesso segue Marcella Contini, per CNA Emilia-Romagna.

    Poi Manuel Michelacci e Zanoni per Confcooperative.

    Prego.

     

    CONTINI, CNA Emilia-Romagna. Buonasera, presidente. Grazie a lei e a questa Commissione per l’opportunità di questo confronto.

    Innanzitutto, premettiamo di comprendere completamente le difficoltà di comporre un bilancio alle condizioni attuali. Condizioni, come si diceva in apertura, dettate da elementi esogeni, da una difficoltà conclamata di una finanza pubblica compromessa certamente da un forte debito, da una sanità che drena correttamente una quantità straordinaria di risorse e su cui questa Regione non si è mai sottratta e continua a mantenere un impegno molto forte e, da un punto di vista più regionale e meno nazionale, il tema del flusso di risorse che dalle Regioni vengono destinate allo Stato, di cui parlava prima il consigliere Sabattini.

    All’interno di questo contesto, sicuramente, CNA comprende la difficoltà della composizione di un bilancio, in una situazione di delicatezza e di criticità.

    Si aggiungono gli eventi meteorologici dell’ultimo periodo, che hanno messo al centro dell’interesse collettivo non più e non solo la transizione energetica, pur in cima, certamente, alle priorità, ma, ovviamente, il tema della tutela del nostro territorio, del dissesto idrogeologico. In questo, apprezziamo lo sforzo evidente della Regione, in tutta la parte di manutenzione, di messa in sicurezza, di investimento sulla viabilità, sulla rete stradale. Anche noi poniamo un accento e un’attenzione particolare alla legge urbanistica, su cui chiediamo un confronto più stretto e un intreccio forte con tutto il tema degli investimenti e della logistica.

    Il quadro è certamente quello di uno sforzo importante da parte di questa Regione, di risorse residue, poco consistenti, per la parte di investimento. In particolare, ovviamente, mi riferisco alla parte che noi rappresentiamo, che è quella delle imprese, delle PMI.

    A questo proposito, anche per completare il quadro sull’andamento dell’economia che ci ha presentato la consigliera Costi e poco fa il collega Rossi, andando più nello specifico, non solo dell’economia regionale, ma in particolare delle PMI, ci fa piacere condividere con voi alcuni dati che derivano dal nostro Osservatorio. Si chiama Trend-ER ed è un Osservatorio che noi, come CNA, conduciamo insieme ad ISTAT dal 2005 sulle imprese fino a 20 addetti. È uno spaccato particolare. Sono imprese su cui normalmente i dati sono pochi o, perlomeno, sono poco diffusi. Vi porto la fotografia dell’ultimo semestre. Stiamo elaborando, ovviamente, anche il terzo trimestre, che ha una certa coerenza con i dati che vi porterò adesso su primo e secondo trimestre. Il campione di questi due trimestri che vi racconterò è di 11.296 unità, quasi 12.000 imprese, che ha valore statistico. Per questo ISTAT interviene con noi nell’Osservatorio. Vediamo, nel corso della prima metà di quest’anno, una evidente nuova inversione di tendenza. Quindi, il rimbalzo post-pandemico positivo, di cui si parlava prima, anche per le imprese fino a 20 addetti vede un segno negativo dopo un inizio 2023 che, invece, segnava positivamente. Quindi, di nuovo un rimbalzo negativo.

    Complessivamente, vediamo una frenata dei ricavi totali tendenziali, quindi riferiti allo stesso periodo dello scorso anno, pari allo 0,6 per cento. Questo complessivamente. I settori che noi guardiamo in particolare sono tutti i settori principali della nostra economia, ma se dobbiamo parlare di macrosettori sono il manifatturiero, le costruzioni e i servizi. I ricavi totali sono in flessione tendenziale su tutti e tre i macrosettori: -5,5 per il manifatturiero, -3,5 per i servizi e 1,3 per le costruzioni.

    Rispetto al manifatturiero, in particolare, che ovviamente interessa moltissimo la nostra associazione, ma l’economia regionale, tutti i settori subiscono una flessione, dagli alimentari ‒ non vi riporto i numeri, vi consegneremo la relazione ‒ alla meccanica, al tessile-abbigliamento, al legno-mobile. Nelle costruzioni vediamo un rallentamento dei ricavi totali che riguarda in modo diverso edilizia e impiantistica. L’edilizia ha una flessione che si accentua: da un 3,5 va a un -5,8. Quindi, sull’edilizia una flessione. Sull’impiantistica, invece, ancora una crescita, seppur più debole: passiamo da un +16 a un +8,4.

    Chiudo questa carrellata sui dati dicendovi che, rispetto alla tenuta della domanda interna che la consigliera Costi ci raccontava sul livello nazionale, c’è coerenza anche sui dati delle imprese fino a 20 addetti. Abbiamo visto una migliore tenuta della domanda interna, che flette solo del -3,4 per cento, mentre i ricavi esteri diminuiscono del -8,3 per cento. Quindi, l’estero oggettivamente tira meno.

    Passo dai ricavi alle spese, quindi alla parte più di investimento. Abbiamo ‒ quello che ho già citato ‒ un segno negativo degli investimenti, un -20,2 per cento, dovuto alla performance negativa delle costruzioni e dei servizi. Mentre rispetto al manifatturiero abbiamo un dato positivo di ripresa, un +6,5 per cento, che è un dato che comunque mi fa piacere condividere in un quadro sempre di grande criticità. Le spese per i consumi continuano a decrescere, invece troviamo una spesa per retribuzioni ‒ e qua mi collego al discorso delle assunzioni e del reperimento delle competenze ‒ che segna un incremento tendenziale pari all’8,1 per cento, a testimonianza di quanto le imprese, anche di minori dimensioni, stiano investendo nel personale, nel reperimento di risorse, per quanto difficile.

    Sappiamo che il problema delle competenze è un problema trasversale a tutti i settori.

    Fatta questa rapida fotografia del quadro economico delle piccole imprese, ritorno al bilancio, dicendo che certamente vediamo un quadro complessivo in mutamento, sappiamo essere in corso la riforma di un Fondo centrale di garanzia, che porterà a delle conseguenze dirette anche sulle nostre imprese, il depotenziamento dell’intensità d’aiuto del Piano transizione 4.0 nel 2024, che diminuirà l'intensità dei crediti di imposta per gli investimenti in tecnologie 4.0.

    Sappiamo da qualche prima anticipazione che il Piano transizione 5.0 sarà interamente focalizzato sull’energia e quindi sul sostegno a una maggiore autonomia energetica. In questo senso vediamo una criticità per le imprese e pertanto sottolineiamo l’importanza di dare centralità agli investimenti delle imprese.

     Il cofinanziamento che la Regione Emilia-Romagna garantisce ai fondi strutturali e anche la velocità di uscita di tutta la prima tranche di bandi hanno dimostrato un impegno oggettivo e forte. Sappiamo che l’anno che ci aspetta e forse anche quello successivo avranno un’intensità di misure inferiore, e questo ovviamente non è positivo per quanto ci riguarda.

    Accanto al Fondo multiscopo, che grazie al lavoro fatto con la Regione è partito e dà risposte ad attese che sono state molto lunghe per le nostre imprese, crediamo sia importante individuare all’interno del FESR una quota a fondo perduto per un nuovo bando Eureka per gli investimenti produttivi. Ha funzionato molto bene in fase di crisi. qualche anno fa, crediamo che possa essere molto importante un’apertura nel 2024.

    Rispetto alla ripresa positiva degli investimenti per la manifattura, stiamo concludendo adesso centinaia di progetti sul bando per la transizione digitale, in particolare investimenti 4.0. Questa Regione ha voluto investire tantissimo e i risultati sono sotto i nostri occhi.

    Analogamente, crediamo che la nuova sfida per noi, accanto alle nostre imprese, sia quella di accompagnarle non solo nella digitalizzazione, ma anche in un nuovo modello di sostenibilità a 360 gradi, quindi la cosiddetta "sostenibilità in chiave ESG" che guardi non solo all’ambiente, fondamentale, ma anche a tutta la parte del sociale e della governance, e che renda le nostre imprese forti, indipendenti e non passive rispetto alle dinamiche esterne.

    Una è quella della normativa europea che arriverà (è questione di pochissimo) e renderà cogenti queste direttive, l’altra è quella dei capi filiera, che giustamente stanno già chiedendo grandi sforzi alle nostre imprese. Noi e la Regione dobbiamo accompagnarle in questa transizione, che è una transizione più ampia, che può dare certamente una sostenibilità di medio e lungo termine alle nostre imprese.

    In questo senso, credo che un partner importante possa essere la rete dei Digital Innovation Hub accreditati dalla Regione, e che possa affiancarsi, avendo dimostrato di saperlo fare sulla transizione 4.0, anche in questa nuova sfida. Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie a lei.

    Manuel Michelacci, UIL Emilia-Romagna, interviene anche per CGIL e CISL.

     

    MICHELACCI, UIL Emilia-Romagna. Buongiorno a tutti, sono Manuel Michelacci della Confederazione della UIL Emilia-Romagna e, come anticipato, intervengo anche a nome di CGIL e CISL.

    Ci tengo innanzitutto a ringraziare il presidente e tutta la Commissione per l’opportunità data alle organizzazioni sindacali di entrare nel merito della discussione sul bilancio di previsione 2024.

    Tuttavia, come CGIL, CISL e UIL, prima di pronunciarci sugli obiettivi e sulle priorità sulle quali si sta costruendo il bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna, ci teniamo ad esprimere una fortissima preoccupazione sulla tenuta del sistema sanitario nazionale e, di conseguenza, di quello regionale, sia in termini di equilibrio di bilancio che di tenuta dei servizi pubblici da garantire ai cittadini.

    Le risorse che la Finanziaria destina sul Fondo sanitario nazionale per il 2024 e per gli anni successivi, seppur in crescita in valore assoluto, non lo sono in valore reale, sono in calo rispetto al PIL e sono sufficienti a malapena a garantire il rinnovo dei Contratti collettivi nazionali di lavoro del personale, non coprono il tasso di inflazione e i relativi aumenti dei costi di produzione dell’offerta sanitaria, a partire da quelli energetici e farmaceutici.

    Una dotazione finanziaria che non permette di dare soluzione ai grandi nodi di sistema, che così rimangono irrisolti. Non c’è lo sblocco delle assunzioni di medici, infermieri, professionisti sanitari e operatori sociosanitari, fondamentale a garantire un servizio sanitario di qualità, e mancano risorse per il potenziamento del sistema salute territoriale e di prossimità.

    Si determina a nostro avviso una condizione finanziaria idonea a provocare serie ripercussioni anche sul sistema sanitario e sociosanitario regionale, che per noi deve continuare a prevedere la centralità del ruolo pubblico, che non deve essere assolutamente messa in discussione.

    In questo contesto, è necessario mantenere alta l’attenzione sulla strategia che sta alla base del progetto di legge regionale sulla sanità, recentemente approvato dall’Assemblea legislativa regionale.

    Parimenti, a livello nazionale, preoccupano, e non poco, il taglio sul Fondo nazionale sulla disabilità, l’invarianza di risorse sul Fondo nazionale per la non autosufficienza, a fronte dell’incremento dei bisogni per l’invecchiamento della popolazione che sta colpendo tutta Italia, da nord a sud, e la mancata previsione di risorse, per il secondo anno consecutivo, sul Fondo affitti e sulla morosità incolpevole.

    In tale situazione, continuiamo a sottolineare le difficoltà sul bilancio della sanità, causate dalle mancate coperture nazionali sulle spese Covid ed energetiche, a cui si aggiunge il contributo richiesto alle Autonomie locali, come si diceva in precedenza, di concorrere al pareggio di bilancio dello Stato, che per la nostra Regione ammonta a circa 45 milioni.

    Ci è sembrato doveroso, prima di esprimere valutazioni relative al bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna, inquadrare la situazione generale della manovra finanziaria nazionale e quindi evidenziare anche le ripercussioni che avrà ovviamente sulla nostra Regione, valutazioni che così riassumiamo.

    Nonostante il quadro di difficoltà appena richiamato, esprimiamo un giudizio positivo per l’invarianza della pressione fiscale. Ciò è reso possibile anche grazie al contenimento delle spese di funzionamento.

    È positivo l’intendimento di garantire il pieno utilizzo dei fondi europei, come è stato citato anche in precedenti affermazioni, con previsione, nel triennio 2024-2026, di cofinanziamenti per 108 milioni per il FESR, 114 milioni per l’FSE e 130 milioni per il FEASR.

    Apprezziamo le misure sulle politiche per le famiglie e per il sostegno al reddito, a partire dal progetto "Salta su", volto a garantire il trasporto pubblico a tutti gli studenti under 19 delle famiglie con un ISEE fino alla fascia dei 30.000 euro.

    Esprimiamo inoltre positività per l’abbattimento delle rette dei nidi su tutto il territorio regionale, oltre alla gratuità dei nidi in montagna e nelle aree interne.

    È importante il sostegno agli investimenti pubblici e alle imprese in cultura, treni e ferrovie, ponti, Tecnopolo di Bologna, edilizia sanitaria, oltre a quelli connessi alla legge sull’attrattività, alla legge sulla economia urbana, alla legge talenti, ma anche quelli rivolti all’internazionalizzazione delle imprese e per il sostegno al credito.

    Vanno resi strutturali e aumentati gli investimenti destinati al dissesto idrogeologico, ricordati da tanti anche prima di me.

    È altresì per noi apprezzabile l’impegno e il sostegno degli Enti locali mediante i contributi alle Province, per le funzioni delegate, e alle Unioni, per le funzioni associate, e per il supporto allo sviluppo, così come il sostegno ai Comuni in difficoltà. Positivo il Fondo regionale per la montagna e il contributo alle ASP.

    Pur apprezzando la conferma e la strutturalità del Fondo regionale per la non autosufficienza, rimarchiamo la necessità, in fase di assestamento, di incrementare le risorse destinate alle politiche per la non autosufficienza.

    Apprezziamo, infine, il finanziamento di 10 milioni per il recupero degli alloggi ERP. Questo è un segnale molto importante per le organizzazioni sindacali, le politiche abitative sono uno dei temi sui quali ci concentriamo con tutti i Comuni e gli Enti locali della Regione.

    Chiediamo che, sempre in fase di assestamento, il Fondo per l’affitto regionale sia almeno pari a quello previsto per il 2023. Ci pare che le misure proposte dalla manovra di bilancio siano in linea con gli impegni e soprattutto con gli obiettivi che tutti abbiamo condiviso con il Patto per il lavoro e per il clima, in particolare su due fenomeni per noi cruciali, che anche nella precedente audizione vi avevamo segnalato: il cambiamento demografico e il cambiamento climatico.

    Il cambiamento demografico e il relativo calo delle nascite e contemporaneo invecchiamento medio della popolazione impatteranno nei prossimi anni sui bilanci pubblici e in particolar modo sul Fondo regionale della non autosufficienza. Vi sarà pertanto l’esigenza di maggiori costi di gestione, ma anche di ampliare e qualificare i servizi, oltre che la necessità di aumentare i posti delle strutture residenziali, destinate alle persone anziane e disabili.

    Il cambiamento climatico e ambientale, invece, i cui effetti drammatici si sono succeduti in più di un’occasione e sono culminati negli eventi alluvionali di maggio 2023 nella nostra Regione, ci dicono che, oltre alla messa in sicurezza dei territori, serviranno adeguate risorse, che devono essere messe a disposizione del Governo per la ricostruzione, ma come anche per la nostra Regione ci sia la necessità di investire con innovazione verso un modello di sviluppo che metta al centro la coesione sociale, la sostenibilità ambientale, la qualità del lavoro e la legalità. Grazie per l’attenzione.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie mille per l’intervento.

    Per l’ultimo intervento, Zanoni, Confcooperative.

     

    ZANONI, Confcooperative. Grazie. Buonasera. Intervengo anche a integrazione dell’intervento della collega Loretta Losi di Legacoop, volevamo spendere due gettoni per due associazioni, ma, in realtà, l’intervento è in continuità come Alleanza delle cooperative.

    La prima considerazione è che oggi sono intervenute quattro associazioni di rappresentanza, l’aula non è particolarmente gremita, fino a qualche anno fa gli interventi erano più numerosi, in occasione del bilancio regionale l’aula era più partecipata ed era il momento che alcuni definivano “assalto alla diligenza”, come si dice nella vulgata. Oggi, di fronte al bilancio regionale che ci propone la Giunta, è difficile usare gli stessi termini di qualche anno fa.

    La prima considerazione è che è un bilancio veramente molto stretto per quanto riguarda gli investimenti, lo sviluppo imprenditoriale e gli interessi che qui rappresentiamo, quindi crediamo che sia veramente difficile riuscire a manovrare in questo spazio.

    Detto ciò, è particolarmente grave la difficoltà che vede la Regione dover contribuire al bilancio, al deficit e al debito nazionale, quindi quella compartecipazione che è stata richiesta alla Regione è chiaro che è un’aggravante notevole negli ultimi anni, sappiamo bene la portata di quelle cifre.

    Ho fatto tutta questa premessa per arrivare a fare due sottolineature in particolare sui due temi specifici, che però ci vedono come associazioni e cooperative impegnati, perché le nostre imprese sono particolarmente sofferenti. Il primo è quello del trasporto pubblico locale, che dovrebbe vedere qui presenti anche le rappresentanze delle aziende pubbliche (non è una polemica, è una sottolineatura).

    Le nostre imprese, che svolgono servizi per il 30 per cento, cifra non indifferente, soffrono ormai da anni e, se non erro, se non erro, la voce del trasporto pubblico locale è la seconda voce di spesa della Regione, e, visto che la sanità è al centro del dibattito, il tema del trasporto pubblico locale è meno attenzionato e lo percepiamo non dico sottovalutato, ma non sotto i riflettori.

    Le nostre imprese, partecipando al sistema pubblico/privato rispetto all’erogazione del servizio, sono molto preoccupate per le tendenze negative del Fondo nazionale dei trasporti, che va, se non a ridursi, a penalizzare l’Emilia-Romagna per il prossimo anno, quindi apprezziamo che la Regione metta 150 milioni di euro ad integrazione dei 380 del Fondo nazionale, però, così facendo, riconosce l’inflazione programmata per il prossimo anno, che è ben poca cosa rispetto a quelli che sono gli aumenti dei costi.

    Le nostre imprese, a cascata, subiscono notevoli difficoltà, quindi volevo accendere un faro sul tema, perché bisogna che, se la mobilità sostenibile è uno dei temi nel prossimo futuro, anzi del presente, si debba fare una considerazione di carattere strategico al pari della sanità. Siamo tutti molto preoccupati della tenuta del sistema sanitario e credo che i servizi di mobilità debbano ottenere altrettanta considerazione.

    Si è avviata una proposta di holding regionale dei servizi che dovrebbe essere pubblica e crediamo che il sistema privato di consorzi, cooperative, artigiani e imprese private debba partecipare a questa discussione, quindi crediamo che meriti maggiore attenzione anche da questo punto di vista.

    Crediamo che si debbano trovare nel corso dell’anno ulteriori risorse per andare incontro alle imprese, altrimenti le imprese private gradatamente usciranno dal sistema e non parteciperanno alle prossime gare, perché il sistema in questo modo non regge, con il rischio che possano intervenire anche grandi player europei, facendo saltare il banco rispetto ai soggetti regionali.

    Mi avvio velocemente a chiudere. Il secondo tema è il tema della legge urbanistica regionale. Si è aperta una discussione all’interno del tavolo di monitoraggio della legge. Martedì la Regione ha presentato i dati sul consumo del suolo e sugli effetti che la legge urbanistica n. 24/2017 ha prodotto e sta producendo rispetto agli obiettivi e rispetto al consumo del suolo. Crediamo che un tema così importante meriti comunque una discussione più allargata rispetto a quello che è il tavolo di monitoraggio tecnico e che meriti anche del tempo per affrontare alcuni ragionamenti che debbono essere fatti anche alla luce dei dati presentati, che sono stati presentati soltanto martedì.

    Questo, in generale, perché siamo aperti a qualunque discussione come associazioni cooperative, nel senso che siamo disponibili. Anzi, vorremmo partecipare a questo dibattito, ma occorre avere il tempo e lo spazio.

    Visto che ci sono leggi collegate alla finanziaria e al bilancio, che sono state presentate, nel caso in cui dovessero arrivare proposte anche di emendamenti rispetto alle leggi collegate, noi auspichiamo di poterle recuperare, visto che oggi, in udienza conoscitiva, non siamo a conoscenza di queste proposte di legge. Se dovessero arrivare nei prossimi giorni, auspichiamo di poter essere convocati e di partecipare anche al dibattito, perché crediamo sia assolutamente di fondamentale importanza, sia il tema dell’edilizia residenziale sociale, sia il tema dell’ampliamento delle attività produttive.

    Come cooperazione, siamo coinvolti a trecentosessanta gradi su questo, ma non solo noi. Mi sento di fare questa richiesta proprio perché i tempi sono molto stretti e comunque la discussione si è aperta veramente da pochi giorni.

    Chiediamo questa attenzione. Grazie mille.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie.

    Certamente non mancheremo di avere questa attenzione quando questi emendamenti ci verranno presentati, perché ancora non sappiamo esattamente che cosa ci aspetterà.

    Ringrazio, ovviamente, tutti gli intervenuti che hanno dato spunti di riflessione che discuteremo ovviamente nelle prossime due Commissioni. Purtroppo, come si è detto, il tempo è sempre poco, ma speriamo di riuscire a costruire un lavoro che ci porti al bilancio in maniera costruttiva, in linea con quelle che possono essere le varie discussioni che dovremo tenere in queste settimane.

    Chiuderei con l’intervento all’assessore Calvano questa giornata di udienza conoscitiva. Poi ci rivedremo prossimamente.

    Grazie.

     

    CALVANO, assessore. Grazie, Presidente. Grazie davvero a tutti gli intervenuti, anche alle relatrici e ai relatori, a partire dalla consigliera Costi, il consigliere Sabattini e il consigliere Bargi. Grazie per questo momento di confronto, che, numeroso o no che sia, è comunque uno di quei momenti che, insieme agli incontri anche che facciamo in vista di preparazione del bilancio, aiuta indubbiamente la Giunta, la Regione più in generale, a predisporre un documento di bilancio che prova a tenere insieme tante sfaccettature della società emiliano-romagnola, della società in generale e in particolare della società emiliano-romagnola, quelle tante sfaccettature che in realtà sono emerse dagli interventi di ciascuno di voi.

    Io vi ringrazio innanzitutto per una cosa. Nessuno degli interventi è stato un intervento che ha badato solo al suo pezzo, la dico così. Sono tutti stati interventi nei quali emerge chiaramente la volontà da più parti, ognuno con la sua sensibilità e sfumatura, di dire che tutto si tiene o bisogna fare in modo che tutto si tenga.

    Ovviamente, il contesto affinché questo avvenga non è un contesto semplice. Approfitto anche di questa occasione per dirvi che la richiesta che è stata fatta a Regione Emilia- Romagna e, a cascata, ai Comuni e alle Province, di dare un contributo al risanamento della finanza statale, ci ha messo in difficoltà, ci ha messo obiettivamente in difficoltà, perché 44 milioni in un bilancio come quello della Regione Emilia-Romagna sono rilevanti.

    Come ci siamo già detti in altre occasioni, il bilancio libero, quello per le politiche, per intenderci, al netto della sanità, al netto delle spese obbligatorie, è un bilancio che sta intorno ai 500 milioni: 44 milioni si avvicinano al 10 per cento di quel bilancio, a fronte di bisogni, inflazione crescente, e lo avete già detto voi. Ci ha messo in difficoltà, ma al contempo abbiamo provato a mettere una pezza grazie a tre elementi. Il primo è stato il fatto che questa Regione ha un bassissimo livello di indebitamento. Anche l’ultima indagine fatta dalla Corte dei conti nel rapporto debito-PIL in Emilia-Romagna, quindi regionale, è il più basso indebitamento a livello nazionale, così come in senso assoluto è il più basso indebitamento nelle Regioni a Statuto ordinario. Questo aspetto, che ci consente qualche margine di flessibilità in più, sommato alle maggiori entrate, legate comunque a un PIL che in Emilia-Romagna cresce più che altrove e anche a un risparmio sulle spese generali, ci ha consentito di mettere da parte quei 44 milioni che dovremo dare generosamente allo Stato.

    Parlo di riduzione dei costi fissi perché sul tema sedi, affitti e costi energetici, noi passiamo dai 23 milioni del 2023 ai 16 milioni del 2024, grazie ovviamente al calo delle bollette, indubbiamente, ma anche grazie a una riduzione sugli affitti e sull’utilizzo degli spazi per quasi 2,5 milioni di euro. A regime arriveremo a 3 milioni di euro, attraverso una nuova organizzazione del lavoro impostata molto sullo smart working, sull’occupazione degli spazi in modo flessibile.

    Perché dico questo? Perché è evidente che per la tenuta dei bilanci occorre anche inventarsi cose nuove, occorre anche far sì che le diverse componenti possano continuare a stare insieme.

    È evidente che uno dei primi punti è questo della sanità, che ormai si intreccia in maniera fortissima con il tema del sociosanitario. È emerso chiaramente dai vostri interventi.

    Il finanziamento del Fondo sanitario nazionale non incide più solo sui servizi sanitari o prettamente sanitari, ma incide anche sul sociosanitario, perché il tema della non autosufficienza continua in modo progressivo a crescere in termini di necessità e di bisogni. Cresce perché cresce l’inflazione, quindi crescono i costi in carico ai soggetti gestori, cresce perché ci sono dei contratti che state per firmare e che avranno un impatto importante sulle strutture e sui costi di quelle strutture.

    In questo passaggio la Regione non ha intenzione di lasciare da solo il sistema. Si metterà come sempre al tavolo intorno a quel sistema pubblico e, diciamo così, para-pubblico o privato o cooperativo dei gestori, per cercare di capire come affrontare al meglio questa cosa, partendo da un dato di fatto, che gli aumenti che abbiamo sostenuto nel 2023 si stabilizzano nel 2024 e si stabilizzeranno di qui in avanti, consapevoli che probabilmente la sola stabilizzazione non basterà e che sarà necessario, per tenere insieme le richieste che provengono dai gestori, ma al contempo alcune sollecitazioni che provengono dal mondo del sindacato, per provare a tenere insieme le diverse esigenze.

    Così come la tenuta della sanità passa inevitabilmente, lo avete già detto voi, diversi di voi, per un approccio diverso dal centro verso la periferia. Anche qui, non voglio perdermi in una polemica di carattere politico. È un problema che ci portiamo avanti da un sacco di tempo e che da un sacco di tempo merita risoluzione.

    Lo dico anche rispetto alla questione che giustamente Confindustria ha sollevato sul payback dei dispositivi medici. Si era trovata la soluzione a fronte di un plafond di 2 miliardi 2015-2018. C’è stata una copertura statale per 1 miliardo. Non vi nego che le Regioni quello che avrebbero apprezzato di più è che arrivasse la copertura statale anche per l’altro miliardo, così chiudevamo questa partita, che è una partita purtroppo nata male e rispetto alla quale oggi trovare una via d’uscita non sarà semplice, perché ad oggi quelle entrate sono contabilizzate o vengono contabilizzate. Al contempo non vengono incassate perché ci sono una serie di ricorsi in corso, che tutti conosciamo, e quindi rischiamo un cortocircuito pazzesco.

    Penso che la soluzione stia nel neutralizzare questo costo per le imprese senza mettere in difficoltà le Regioni, quindi fare per il secondo miliardo quello che è stato fatto per il primo. Se l’abbiamo fatto per il primo, si devono trovare le condizioni per farlo per il secondo.

    Poi cosa succederà per quello che va dal 2019 in avanti questo lo affidiamo al legislatore nazionale, perché su questo non abbiamo competenza come Regione.

    Sul versante – e mi avvio alla conclusione – legato al tema degli investimenti. È ovvio che c’è da un lato la tenuta del sistema, e quindi raccolgo gli appelli arrivati sul versante del credito alle imprese, c’è stato un rifinanziamento comunque dei confidi un po’ più elevato nel 2024 rispetto al 2023, così come la necessità di mettere in campo strumenti nuovi.

    Il Basket Bond citato, se non ricordo male, da Luca Rossi, va nella direzione di fornire uno strumento alternativo di finanza per le imprese medio-piccole, soprattutto a fronte di investimenti green che queste imprese vogliono fare e anche come forma di sostegno. Ecco perché abbiamo previsto che ci sia una parte anche a sostegno della liquidità delle imprese.

    Così come, rispetto all’utilizzo dei fondi comunitari, rimarco il fatto che noi abbiamo mantenuto una curva di impegno molto impegnativa in termini di cofinanziamenti, nel senso che per il FESR, se non ricordo male, nel triennio 2024-2026 mettiamo cofinanziamenti per 108 milioni che significano bandi per il 18 per cento, per 600 milioni di euro nel triennio. Gran parte di quegli interventi andranno a favore delle imprese e un pezzo a favore degli Enti locali, con un’attenzione particolare, ovviamente, alla transizione ecologica e digitale.

    A questo si affianca l’elemento su cui continuiamo ad insistere perché ha dato i suoi frutti, che è quello della legge sull’attrattività, dove metteremo fuori un altro bando da 13,2 milioni e completeremo il finanziamento del bando precedente per 11 milioni di euro. Sono tutti interventi finalizzati a far sì che le imprese possano proseguire in un percorso virtuoso di investimento anche per affrontare le nuove emergenze. Sono investimenti che tornano, questi, lo dicevo prima. Stiamo potendo affrontare questa fase difficile anche grazie a una crescita del prodotto interno lordo degli anni scorsi che ci ha consentito di avere qualche entrata in più. Quindi, di nuovo, tutto si tiene. Se il pubblico tiene, si creano le condizioni perché le imprese possano investire. Se le imprese investono, arrivano più risorse per il pubblico. Tutto si tiene.

    È chiaro, per far sì che questo sia possibile, serve quel processo di condivisione che c’è in Emilia-Romagna. Cito questo rispetto ad alcune osservazioni sul tema della legge urbanistica. C’è una norma già prevista nel Collegato che avete visto rispetto alla perentorietà dei termini della legge urbanistica. Qualunque altra novità emergerà, se emergerà, di qui all’aula, sono certo, per chi la sta gestendo, per come verrà gestita, che ci sarà il massimo di condivisione con tutti i soggetti portatori di interesse per capire se esiste un punto di caduta a breve o se serve più tempo per trovare un punto di caduta migliorativo.

    Ci sono cose meno rilevanti dal punto di vista economico, ma sulle quali sarà mia cura, alla luce di questa audizione, di questa udienza conoscitiva, parlarne anche con il collega Colla, perché l’osservazione fatta dal versante cooperativo sulla legge n. 6 e sulle cooperative di comunità, parliamo di risorse importanti per quel settore, non sono elevatissime, perché, ha ragione che è un terzo, ma è un passaggio da 300.000 a 200.000 euro, se non ricordo male le cifre.

    Su questo chiederò al collega Colla, a parità di saldi, guardo il direttore Pignatti, possibilmente a parità di saldi, di trovare una soluzione, raccogliendo anche la sollecitazione sul tema delle cooperative di comunità, che davvero, in alcuni casi, sono l’unico modo per avere un po’ di economia in alcune zone marginali.

    Credo che sia uno sforzo che dobbiamo mettere in campo.

    Concludo dicendo che il percorso di confronto proseguirà fino all’approvazione del bilancio, ma anche un minuto dopo, oserei dire. A volte mi viene a dire anche “purtroppo”, nel senso che le emergenze e i continui cambiamenti ai quali siamo sottoposti, ai quali è sottoposta la società, implicano anche una grande capacità di flessibilità degli strumenti a nostra disposizione.

    Proviamo a usarla nel miglior modo possibile e nello spirito che ci ha caratterizzato e che, vi devo dire, ho ritrovato anche in questa udienza conoscitiva, e di cui vi ringrazio, perché questo spirito aiuta i lavori degli amministratori e spero che il lavoro di amministratori aiuti anche il lavoro di chi è impegnato in un’importante attività di rappresentanza.

    Grazie.

     

    Presidente POMPIGNOLI. Grazie, assessore Calvano.

    Direi, a questo punto, di chiudere la Commissione.

    Buona giornata a tutti.

     

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