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Legislatura VIII - Commissione I - Verbale del 03/06/2008 pomeridiano

    Testo

    Verbale n. 9 del 2008
    Seduta del 3 giugno 2008
    Il giorno 3 giugno 2008 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
    dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
    Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
    nota prot. n. 12756 del 29 maggio 2008.
    Partecipano alla seduta i Consiglieri:
    Cognome Qualifica Gruppo Voto
    e nome
    NERVEGNA Presidente Forza Italia - 4 presente
    Antonio Popolo della Libertà
    BERETTA Vice Partito Democratico 6 presente
    Nino Presidente
    MANFREDINI Vice Lega Nord Padania 3 presente
    Mauro Presidente Emilia e Romagna
    AIMI Componente Alleanza Nazionale - 4
    Enrico Popolo della Libertà
    BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1
    Donatella Italiani
    CARONNA Componente Partito Democratico 1 presente
    Salvatore
    DRAGOTTO Componente Forza Italia - 1 presente
    Giorgio Popolo della Libertà
    GUERRA Componente Verdi per la Pace 1
    Daniela
    LEONI Componente Gruppo della Libertà - 2 presente
    Andrea Popolo della Libertà
    LUCCHI Componente Partito Democratico 3 presente
    Paolo
    MASELLA Componente Partito della 3
    Leonardo Rifondazione Comunista
    MAZZA Componente Sinistra Democratica 2
    Ugo per il Socialismo Europeo
    MONACO Componente Per l'Emilia-Romagna 1
    Carlo
    MONARI Componente Partito Democratico 4 presente
    Marco
    MONTANARI Componente Partito Democratico 3 presente
    Roberto
    NANNI Componente Italia dei Valori 1 presente
    Paolo con Di Pietro
    NOE' Componente UDC - Unione dei 1
    Silvia Democratici Cristiani
    e Democratici di Centro
    RICHETTI Componente Partito Democratico 3 presente
    Matteo
    RIVI Componente Partito Democratico 3 presente
    Gian Luca
    SALOMONI Componente Gruppo della Libertà - 2 presente
    Ubaldo Popolo della Libertà
    ZANCA Componente Uniti nell'Ulivo - SDI 1 presente
    Paolo
    Il Consigliere Giancarlo MUZZARELLI sostituisce per parte della
    seduta il consigliere Caronna e il consigliere Gianni VARANI
    sostituisce per parte della seduta il consigliere Dragotto.
    E' presente l'Assessore a Programmazione e Sviluppo territoriale,
    Cooperazione col sistema delle autonomie, Organizzazione Luigi
    Gilli.
    Sono inoltre presenti: Ricciardelli (Resp. Serv. Affari legislativi
    e Qualita' dei processi normativi), Filippini (Resp. Serv. Affari
    istituzionali e delle Autonomie locali), Draghetti (Serv.
    Programmazione territoriale e negoziata, Intese. Relazioni europee e
    Relazioni internazionali), Mantini (Serv. Informazione Assemblea
    legislativa)
    Presiede la seduta: Antonio Nervegna
    Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
    Resocontista: Anna Gnesin
    Il Presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta.
    - Approvazione dei verbali n. 6 e 7 del 2008.
    La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali 6 e 7
    del 2008 relativi rispettivamente alle sedute del 12 e 13 maggio
    2008.
    3595 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale
    Misure per il riordino territoriale, l'autoriforma
    dell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni
    (delibera di Giunta n. 638 del 05 05 08)
    Relatore consigliere Matteo Richetti
    Il presidente NERVEGNA ricorda che sul progetto di legge è iniziato
    l'esame in sede consultiva della Commissione Territorio Ambiente
    Mobilità, dove si è svolta la discussione generale sulla parte della
    riforma delle Comunità montane e sulla parte relativa alla mobilità.
    Precisa poi che si è concordato di affrontare il progetto di legge
    per temi anche in I^ Commissione, seguendo un percorso che porti
    alla discussione degli articoli e alla conclusione dell'esame in
    sede referente della proposta legislativa entro la prossima
    settimana. Sottolinea come tutto questo non debba comunque essere
    motivo di riduzione del dibattito giacchè l'esame in Assemblea è
    previsto per la fine del mese di giugno. Propone pertanto di
    attenersi alla questione del riordino delle Comunità montane e della
    mobilità, in quanto temi già affrontati nelle due sedute della III^
    Commissione.
    Dato che l'illustrazione è già stata oggetto di una precedente
    seduta, dichiara aperta la discussione generale.
    Interviene il relatore consigliere RICHETTI per inquadrare
    ulteriormente il progetto di legge su cui in parallelo sta lavorando
    la terza Commissione, che tuttavia non ha ancora deciso se gli
    emendamenti presentati in quella sede saranno direttamente valutati
    ed eventualmente votati -secondo la facoltà offerta dall'articolo 34
    del nuovo Regolamento interno dell'Assemblea legislativa-, oppure
    trasmessi alla Commissione referente contestualmente al parere
    consultivo.
    Ritiene l'impianto della proposta di legge molto chiaro e puntuale,
    volto a favorire le aggregazioni territoriali, a incentivare la
    nascita ed il rafforzamento delle Unioni di Comuni come strumento
    non solo associativo degli Enti locali, ma anche di svolgimento
    delle funzioni in forma associata.
    Il tutto si coniuga con l'obiettivo della chiarezza rispetto alla
    distribuzione delle funzioni, ossia rispetto alla necessità che non
    vi sia una pluralità di livelli istituzionali coinvolti nello
    svolgimento della medesima funzione. Molte volte infatti si assiste
    al fenomeno della duplicazione, nel senso che rimangono spezzoni di
    funzioni in capo all'Ente locale che però aderisce e trasferisce la
    funzione associativa. In ugual modo bisogna evitare duplicazioni
    orizzontali, ossia che una delega rimanga in capo all'Ente locale e
    che per svolgerla si aderisca al consorzio.
    Il consigliere invita l'assessore ad introdurre qualche elemento di
    flessibilità nei requisiti richiesti rispetto alla costruzione delle
    Unioni che oggi la legge richiede essere formate da almeno quattro
    Comuni aderenti. Si dichiara d'accordo sulla formazione degli
    esecutivi delle Unioni di Comuni da parte dei sindaci.
    Rispetto al tema mobilità, ricorda che ha presentato con il
    presidente Muzzarelli un emendamento che ha quale l'obiettivo il
    migliore funzionamento unito al contenimento della spesa. Infatti
    con il solo strumento della convenzione, rispetto al tema della
    locazione del patrimonio che deve rimanere in disponibilità di chi
    vince le gare e della voce di bilancio legata all'IVA, avrebbe
    procurato un danno finanziario eccessivamente pesante in capo alle
    Agenzie e alle convenzioni trasformate.
    Rimane inalterato non solo l'impianto ma anche lo spirito con
    strumenti di regolazione e uno snellimento delle modalità di
    esercizio con cui questa viene esercitata. Si avrebbe così la
    possibilità che le convenzioni, che rimangono lo strumento di cui
    gli Enti locali si avvalgono, utilizzino questo strumento operativo
    che va a lenire gli effetti non positivi di natura finanziaria.
    Entra il consigliere Zanca.
    Il consigliere SALOMONI dubita che l'emendamento proposto risolva il
    problema degli oneri finanziari, perché l'IVA di fatto diventa un
    costo per l'amministrazione comunale o provinciale. Se si usa lo
    strumento della convenzione come una società, una spa o una srl non
    ci sono soluzioni alternative.
    Vi è poi un altro aspetto che ritiene debba essere attentamente
    valutato. La gestione non soddisfacente che negli ultimi sette anni
    ha caratterizzato il trasporto pubblico locale, in cui nove Agenzie
    nella libertà e nell'autonomia dei proprietari della gestione del
    servizio, hanno fatto scelte sostanzialmente diverse. Alcune
    portando avanti le varie problematiche dalla progettazione,
    programmazione e gestione, altre facendo scelte significativamente
    diverse.
    Per tale motivo, proporre delle Agenzie con amministratore unico è
    cosa su cui riflettere molto attentamente, in quanto significherebbe
    concentrare su un solo uomo le scelte importanti di un servizio
    importante. Intraprendere questa strada per non pagare il 20% o il
    10% di IVA diventa impegnativo; i consigli di amministrazione hanno
    un valore ed è quello che più teste pensano con sensibilità diverse
    per cercare di trovare un punto di equilibrio.
    Prosegue sottolineando come il tentativo di riforma contrasti con le
    scelte fatte negli anni passati dalla stessa maggioranza di
    centrosinistra e che a distanza di otto anni il problema non si sia
    risolto, in quanto non si è riusciti a dare risposte sostanziali a
    ciò che la norma europea richiedeva. Non si è provveduto insomma ad
    una vera liberalizzazione. Ricorda inoltre come tali scelte siano
    sempre state duramente criticate dalla minoranza.
    Ritiene necessario concentrare l'attività non solo in chi ha la
    proprietà dei cespiti, bensì affidare questo servizio tramite bandi
    di gara aperti il più possibile, sia a strutture pubbliche che
    private aprendo così il mercato. A suo parere si assiste ad un
    tentativo di accentramento sulla Regione ed in particolare sulla
    Giunta regionale.
    Relativamente alle Comunità montane, ritiene poi che la riforma così
    strutturata non possa portare ad alcun effetto o cambiamento
    concreto e che anche il numero delle Comunità o Unioni non cambierà.
    Osserva invece che si torneranno a raggruppare delle Comunità
    montane che quindici anni fa erano state divise con tutti i problemi
    conseguenti. Gli effetti che tale modifica porterà, creeranno degli
    oneri economici notevoli in termini di contenzioso e di azioni
    legali amministrative. Ed evidenzia come tale critica sia stata
    mossa da più parti, durante lo svolgimento dell'udienza conoscitiva.
    Per quanto riguarda infine la definizione di un ente di secondo
    grado, dichiara che possa essere definito tale un ente che abbia un
    Presidente, qualcuno che prende le decisioni, un budget, un
    bilancio. Ma, a differenza di quello di primo grado, esso manca pur
    sempre di rappresentanti eletti direttamente dai cittadini. Pertanto
    sarebbe opportuno rafforzare gli enti di primo grado. E
    conseguentemente propone che l'articolo 5 del progetto di legge
    venga interamente riscritto.
    Valuterebbe come estremamente positiva la proposta da rivolgere ai
    sindaci di fare un unico Comune, con un sistema nuovo di gestione
    amministrativa, tenendo gli attuali municipi per dieci anni come
    consigli di frazione e dando a questi municipi un minimo di
    autonomia amministrativa. Così facendo, verrebbero meno le Comunità
    montane, le Unioni di Comuni e i Circondari.
    Conclude sottolineando che il termine entro la fine del mese di
    giugno è assolutamente inopportuno, quasi a volere escludere
    un'ampia e approfondita discussione e il contributo di chi vive il
    territorio da sempre e ha avuto esperienze amministrative.
    Il presidente NERVEGNA svolge alcune considerazioni in merito al
    numero finale di nove Comunità montane previsto dal progetto di
    legge come limite massimo. Chiede se si tratta di un riordino
    dettato da scelte di carattere territoriale o dimensionale delle
    Comunità montane o da motivazioni geografiche.
    Ritiene, pertanto, che vi possa già essere una bozza di
    prospettazione finale, giacché la proposta di ridelimitazione dovrà
    essere resa entro il 31 luglio 2008.
    Non condivide la possibilità che vi possano essere Comunità montane
    di 3.000 abitanti, in quanto dimensione molto limitata non coerente
    con la logica della razionalizzazione.
    Rileva poi, per quanto riguarda il procedimento di costituzione
    delle Comunità, che la scadenza è molto vicina alle prossime
    elezioni amministrative e pertanto potrebbe essere opportuna
    un'anticipazione al periodo precedente le elezioni stesse: ciò
    infatti porterebbe a qualificare il lavoro delle amministrazioni
    uscenti e ad avere un quadro istituzionale più definito e preciso.
    Anche se a titolo personale, e nel rispetto della legge nazionale
    che non ha approfondito sul punto specifico, si dichiara d'accordo,
    per la sua semplicità ed efficacia, per un organismo in cui
    partecipino tutti sindaci dei Comuni facenti parte della Comunità
    montana.
    Esce il consigliere Zanca.
    Il consigliere RIVI svolge alcune precisazioni in merito
    all'intervento del collega Salomoni che ritiene sicuramente animato
    da spirito positivo.
    Ritiene che il progetto di legge in oggetto permetta di fare un
    importante salto di qualità che potrebbe portare alla fine del
    percorso ad avere anziché 341 Comuni una settantina di Unioni di
    Comuni che li raggruppano.
    In virtù di questo strumento, i Comuni potranno collaborare insieme
    e delegare all'Unione una serie di competenze, dal personale alla
    polizia municipale, dalla gestione del territorio agli acquisti, dal
    trasporto scolastico alla manutenzione degli edifici.
    La possibilità di svolgere queste attività in forma associata
    consentirà di qualificare i servizi, facendo ottenere ai cittadini
    che ne usufruiscono delle prestazioni migliori e consentendo nel
    medio - lungo periodo dei risparmi economici rispetto a quello che è
    l'attuale costo di erogazione di un servizio.
    La Regione poi contribuirà attraverso gli strumenti applicativi e
    attraverso gli incentivi che dovranno favorire la delega delle
    proprie competenze da parte dei Comuni alle Unioni. Riporta
    l'esempio molto positivo di quanto avvenuto nella propria provincia
    da quando i Comuni gestiscono insieme il servizio di polizia
    municipale, che opera anche come servizio notturno: una presenza più
    diffusa su tutto l'arco della giornata sul territorio e una maggiore
    sensazione di sicurezza dei cittadini, nonché la specializzare del
    corpo di polizia municipale in diversi settori fino ad oggi
    trascurati quali ispezioni dei cantieri. Dunque le possibilità di
    qualificazione dei servizi e di risparmio per la pubblica
    amministrazione sono molteplici.
    Per quanto concerne il problema della democraticità e rappresentanza
    degli enti di secondo grado, ritiene che la previsione legislativa
    di una Giunta delle Unioni di Comuni in cui siedano solo sindaci che
    fanno parte e che sono stati eletti nei loro Comuni risolva di fatto
    il problema della rappresentatività e democraticità.
    Ancora sui tempi, precisa che esiste una normativa nazionale, la
    legge finanziaria 2008, che dispone di operare sulla trasformazione
    delle Comunità montane entro il 30 giugno 2008, pena il
    commissariamento delle Comunità montane stesse. Ricorda che molte
    Regioni governate dal centro destra hanno già dato corso a questa
    decisione.
    ll consigliere NANNI chiede se resteranno in capo alle Comunità
    montane o all'Unione di Comuni le competenze in materia agricola e
    in materia di governo del bosco. Rileva poi il problema del
    personale qualora queste competenze venissero trasferite alle
    province.
    Non condivide invece la preoccupazione sollevata dal collega
    Salomoni sull'eccezione che gli enti di secondo grado non siano
    eletti direttamente dai cittadini. Infatti, la presenza dei sindaci
    nell'esecutivo delle Comunità montane, in quanto persone elette nei
    Comuni appartenenti alla stessa Comunità montana, farebbe venire
    meno ogni problema al riguardo.
    Replica il consigliere SALOMONI il quale, in riferimento
    all'intervento del collega Rivi, sottolinea come il progetto di
    legge all'esame sia, per certi aspetti, già previsto nella legge
    vigente. Infatti molte delle Comunità montane presenti sul
    territorio sono anche Unioni di Comuni. Riferisce l'esperienza della
    Comunità montana delle Cinque Valli, in cui gli otto Comuni che vi
    partecipano hanno condiviso la gestione degli stipendi, ritrovandosi
    dopo cinque anni a sostenere un costo cinque volte superiore
    rispetto a quello che si sarebbe speso ricorrendo all'esterno.
    Rivolgendosi all'assessore, indica come necessario specificare nel
    testo di legge che i Comuni debbono trasferire le proprie
    competenze. Ribadisce, pur non facendone una questione di
    appartenenza partitica, che si tratta di un modello già sperimentato
    al centro, a destra e a sinistra.
    Infine, rileva come non sia comunque assicurata la presenza di tutti
    i sindaci all'interno dell'esecutivo. Tale garanzia infatti,
    riguarda le sole Comunità montane costituite fino a otto Comuni. Per
    questo motivo chiede la garanzia della presenza di un terzo dei
    rappresentanti dei sindaci di minoranza.
    Entra il consigliere Dragotto; esce il consigliere Caronna.
    Il consigliere VARANI interviene con l'intento di segnalare le
    difficoltà della politica sul tema. Considera infatti il progetto di
    legge all'esame un'occasione, in quanto l'esperienza fatta non è
    positiva e fa notare come in questo caso la fretta, ancorché forzata
    dalle norme della finanziaria, sia cattiva consigliera.
    Fa presente come la sussidiarietà verticale sia un principio
    presente anche nella Costituzione e come sia difficile decidere
    dall'alto senza concertare. In particolare, per quanto riguarda la
    presenza delle minoranze, porta ad esempio la legge lombarda che se
    ne disinteressa.
    Ritiene che la mancata elezione degli enti di secondo grado faccia
    allocare tutte le funzioni determinanti della vita civile di una
    comunità più in alto, ad un livello su cui la popolazione non
    interviene, con il risultato di votare di fatto dei piccoli
    contenitori vuoti.
    Cita l'esempio del Circondario di Imola, giudicandolo un ente
    assolutamente inutile, una mera costruzione ideologico - politica.
    Propone pertanto la possibilità di una riforma che comprenda la
    soppressione del Circondario. Saranno poi i Comuni che lo formano a
    scegliere eventualmente di farsi Unione di Comuni.
    Ritiene invece che il progetto di legge presenti degli aspetti
    positivi ad esempio sulla materia dei trasporti.
    Il consigliere MANFREDINI osserva che quando la Giunta svolse la
    prima informazione in Commissione illustrando l'obiettivo di ridurre
    le duplicazioni e riordinare gli enti, la Lega Nord aveva convenuto
    sulla necessità di un accorpamento. Ma ora, vedendo il testo,
    ritiene che l'accorpamento non sia stato attuato a sufficienza e non
    è d'accordo sulle Agenzie, che considera assolutamente inutili.
    Il presidente NERVEGNA, prima di dare la parola all'assessore,
    precisa che gli emendamenti presentati in Commissione Territorio
    Ambiente e Mobilità sono proposte di modifiche che possono essere
    vagliate o semplicemente trasmesse dalla Commissione stessa, e
    saranno presi in esame per la votazione della I^ Commissione in sede
    referente, una volta conclusa la fase consultiva.
    L'assessore GILLI ringrazia la Commissione per il percorso
    procedurale tracciato e precisa che il suo intervento riguarderà sia
    la materia mobilità, sia le Agenzie di ambito che il riordino
    territoriale.
    La Giunta regionale ritiene che l'impianto legislativo di
    riferimento raggruppi una serie di leggi che, sostanzialmente -
    tranne che per alcune modifiche - hanno una vita di una decina di
    anni e hanno dato un risultato estremamente positivo. Ritiene
    inoltre necessario un costante adeguamento delle norme legislative.
    Gli scenari negli ultimi cinque anni, infatti, sono cambiati e
    conseguentemente, è necessaria una rivisitazione delle norme
    regionali.
    L'assessore prosegue con due brevi osservazioni in ordine alle
    Agenzie di ambito e alle Agenzie per la mobilità.
    Come per ogni legge significativa, risulta di fondamentale
    importanza la necessità di un coinvolgimento e di una partecipazione
    importante nel definire questi provvedimenti quindi, non solo una
    partecipazione, condivisione, responsabilità da parte degli
    amministratori, dei consiglieri, ma anche da parte degli stessi
    cittadini. In questo senso, anche a seguito dell'udienza conoscitiva
    e della lettura delle molte osservazioni seguite alla proposta di
    legge, l'impressione è che sulla parte delle osservazioni fatte su
    AATO e Agenzie via sia sostanzialmente una condivisone
    sull'impostazione data dalla regione. Tale impostazione prevede il
    passaggio da uno scioglimento delle AATO ad una assegnazione delle
    funzione direttamente in capo ad un ambito territoriale minimo che è
    la Provincia.
    L'assessore prosegue specificando che esistono aree di aggregazione
    di ambito ottimale superiori alla provincia. Viene previsto un
    comitato di regolazione che dovrà indicare criteri e linee della
    regolazione tariffaria che verrà concretamente stabilita dagli Enti
    locali che si occupano della gestione sul territorio.
    Per quanto riguarda la mobilità, i temi e i problemi veri non
    riguardano la quantità del personale laddove ce n'è molto perché
    trattasi di tipico personale di gestione e non di programmazione.
    Quando verranno separate le funzioni tra gestione e programmazione,
    una parte di questo personale andrà sulle gestioni.
    Sottolinea il lavoro svolto dal presidente Muzzarelli dal relatore
    Richetti nell'elaborare una prima proposta di emendamento in ordine
    all'aspetto giuridico dell'Agenzia di mobilità, che darebbe una
    risposta al tema dell'IVA. Ma il tema principale rimane quello del
    tema del patrimonio: quando si trasferisce o si dismette un pezzo di
    patrimonio, c'è un conto economico che può creare passività o
    attività plusvalenze che potrebbero dare oneri nuovi. Il patrimonio
    è un punto complesso e l'assessore fa presente come la Giunta stia
    studiando la possibilità di consolidarlo nella struttura giuridica
    esistente per evitare tutto il percorso di trasferimento di
    pesantezza. Una struttura giuridica nella misura in cui rimane deve
    attenersi a prescrizioni e indicazioni da rispettare entro una
    determinata data prevista in legge, ma anche sulla forma di governo
    della struttura giuridica. Pertanto non sono più previsti consigli
    di amministrazione bensì un unico amministratore. Il controllo da
    parte della gestione con un unico sindaco revisore e nessun
    personale. L'impianto necessario da realizzare parlando delle
    Agenzie di mobilità, è quello di separare gestione, programmazione e
    garantire il patrimonio che gli Enti locali in tutti questi anni
    sono riusciti a mettere insieme.
    Passa quindi al tema del riordino territoriale, sottolineando che si
    tratta di un percorso già intrapreso da alcuni mesi e precisando che
    si è già adottata una legge regionale concernente le società
    partecipate dalla Regione mentre, entro l'anno, si provvederà con un
    ulteriore provvedimento legislativo sulle funzioni, attendendo nel
    contempo che il Governo nazionale decida sulle Province.
    Spiega la scelta di prevedere nel progetto di legge nove comunità
    montane. Specifica, in riferimento all'intervento del presidente
    Nervegna, che non esiste alcun documento allegato e che il numero
    corrisponde ad un taglio del 50% delle attuali Comunità montane.
    Chiarisce che la proposta di legge lascia comunque la decisione agli
    amministratori e ai Comuni, non alla Regione che dovrà solo
    ratificare attraverso un decreto del presidente da emanare entro
    l'autunno 2008. I Comuni potranno proporre entro il 30 luglio 2008
    il loro modello di ambito organizzativo istituzionale più efficace,
    che potrà essere o una semplice Unione o una Comunità montana, alla
    quale possono essere aggiunte le funzioni di gestione come le
    Unioni.
    Ritiene fondamentale orientare le forme associative, dare
    indicazioni per renderle più efficaci e concrete nel loro lavoro.
    Pertanto, spiega, come i 3.000 abitanti si riferiscano, in
    particolare, ad una fascia quale criterio per la determinazione
    degli amministratori necessari, dato che sul numero di membri
    dell'esecutivo di una Comunità montana, il pdl fornisce precise
    indicazioni.
    Specifica poi che non si tratta di una elezione di secondo grado,
    dato che vengono chiamati coloro che sono stati eletti direttamente
    dai cittadini e rappresentano un territorio. Si dice propositivo nei
    confronti di una possibile rivisitazione di una proposta in ordine
    allo statuto delle Comunità montane che potrebbe assumere una
    valenza politica se approvato dall'assemblea della Comunità stessa.
    Per quanto invece concerne il tema della rappresentanza delle
    minoranze, ritiene che avere un sindaco di minoranza sia cosa utile
    nel governo del territorio.
    Sulla obbligatorietà di riduzione dei costi, fa presente che
    rispetto alla finanziaria, sia nell'esercizio 2008 che nel 2009, le
    Comunità montane hanno già avuto una decurtazione abbastanza
    sostanziosa sulle spese di funzionamento.
    Spiega che le condizioni di cui la Giunta chiede il rispetto non
    riguardano la quantità di Comunità montane o di Comuni che fanno
    parte di associazione o di Unioni, ma che il livello di governo sia
    uno solo, nel senso che se si aderisce ad una forma associativa, ad
    una Unione o ad una Comunità montana, solo in quell'ambito si
    dovranno svolgere alcune funzioni di gestione.
    La Giunta infatti non può accettare un provvedimento che preveda due
    livelli di gestione: uno a livello di Comunità montana e uno a
    livello comunale. Si deve mettere in campo una devoluzione di
    gestione dal Comune singolo alla forma associata. È un percorso che
    dovrebbe portare alla fusione, così come previsto all'articolo 15
    del progetto di legge.
    Inoltre dichiara che, per quanto riguarda l'invito espresso in
    audizione dal relatore sulla maggior flessibilità, la Giunta
    ufficialmente gli ha dato incarico di confermare la disponibilità e
    l'attenzione sull'esigenza di una maggiore flessibilità. Al di là
    della quantità di Comuni che debbono costituire Unione o Comunità
    montana, l'esecutivo ritiene importante che vi sia un ambito
    ottimale che dimostri l'efficacia della gestione prestata. È infatti
    primario che non vi sia solo l'elemento della quantità dei Comuni,
    ma un intreccio con la dimensione territoriale e la quantità di
    abitanti e servizi sul territorio. Porta ad esempio il territorio
    della provincia di Reggio Emilia, in cui non sarà possibile una sola
    Unione intorno alla città, ma ne necessiteranno due, una a nord e
    una a sud.
    Per quanto concerne i benefici di montanità, precisa che il
    contributo per i cittadini che abitano nei Comuni montani che si
    trovassero all'interno di una Unione in cui fosse presente il Comune
    di pianura, non verrebbe meno. Nel momento in cui troverà
    applicazione la flessibilità, di dovranno irrigidire i criteri di
    assegnazione delle risorse.
    Riferendosi quindi all'intervento del consigliere Nanni, specifica
    che attualmente la delega delle gestioni in materia di agricoltura è
    in capo alla Provincia.
    La terza parte del riordino, da completare entro l'anno, consisterà
    nel ridefinire chi svolge, programma e gestisce le funzioni. Ritiene
    fondamentale non duplicare ovunque le stesse cose prestando
    attenzione a che le Unioni o le Comunità montane non diventino delle
    micro province.
    Conclude infine sul Nuovo Circondario imolese, che ritiene abbia a
    tutti gli effetti una propria funzione di ambito ottimale e,
    pertanto, ogni ragioni per sussistere e mantenere la propria
    vocazione territoriale.
    Il presidente Nervegna aggiorna la seduta a giovedì 5 giugno ore
    14,30.
    La seduta termina alle ore 16,30.
    Verbale approvato nella seduta del 1 luglio 2008.
    La Segretaria Il Presidente
    Claudia Cattoli Antonio Nervegna
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