Testo
Verbale n. 9 del 2008
Seduta del 3 giugno 2008
Il giorno 3 giugno 2008 alle ore 14,30 si è riunita presso la sede
dell'Assemblea Legislativa in Bologna Viale A. Moro n. 50, la
Commissione Bilancio Affari Generali ed Istituzionali, convocata con
nota prot. n. 12756 del 29 maggio 2008.
Partecipano alla seduta i Consiglieri:
Cognome Qualifica Gruppo Voto
e nome
NERVEGNA Presidente Forza Italia - 4 presente
Antonio Popolo della Libertà
BERETTA Vice Partito Democratico 6 presente
Nino Presidente
MANFREDINI Vice Lega Nord Padania 3 presente
Mauro Presidente Emilia e Romagna
AIMI Componente Alleanza Nazionale - 4
Enrico Popolo della Libertà
BORTOLAZZI Componente Partito dei Comunisti 1
Donatella Italiani
CARONNA Componente Partito Democratico 1 presente
Salvatore
DRAGOTTO Componente Forza Italia - 1 presente
Giorgio Popolo della Libertà
GUERRA Componente Verdi per la Pace 1
Daniela
LEONI Componente Gruppo della Libertà - 2 presente
Andrea Popolo della Libertà
LUCCHI Componente Partito Democratico 3 presente
Paolo
MASELLA Componente Partito della 3
Leonardo Rifondazione Comunista
MAZZA Componente Sinistra Democratica 2
Ugo per il Socialismo Europeo
MONACO Componente Per l'Emilia-Romagna 1
Carlo
MONARI Componente Partito Democratico 4 presente
Marco
MONTANARI Componente Partito Democratico 3 presente
Roberto
NANNI Componente Italia dei Valori 1 presente
Paolo con Di Pietro
NOE' Componente UDC - Unione dei 1
Silvia Democratici Cristiani
e Democratici di Centro
RICHETTI Componente Partito Democratico 3 presente
Matteo
RIVI Componente Partito Democratico 3 presente
Gian Luca
SALOMONI Componente Gruppo della Libertà - 2 presente
Ubaldo Popolo della Libertà
ZANCA Componente Uniti nell'Ulivo - SDI 1 presente
Paolo
Il Consigliere Giancarlo MUZZARELLI sostituisce per parte della
seduta il consigliere Caronna e il consigliere Gianni VARANI
sostituisce per parte della seduta il consigliere Dragotto.
E' presente l'Assessore a Programmazione e Sviluppo territoriale,
Cooperazione col sistema delle autonomie, Organizzazione Luigi
Gilli.
Sono inoltre presenti: Ricciardelli (Resp. Serv. Affari legislativi
e Qualita' dei processi normativi), Filippini (Resp. Serv. Affari
istituzionali e delle Autonomie locali), Draghetti (Serv.
Programmazione territoriale e negoziata, Intese. Relazioni europee e
Relazioni internazionali), Mantini (Serv. Informazione Assemblea
legislativa)
Presiede la seduta: Antonio Nervegna
Assiste la Segretaria: Claudia Cattoli
Resocontista: Anna Gnesin
Il Presidente NERVEGNA dichiara aperta la seduta.
- Approvazione dei verbali n. 6 e 7 del 2008.
La Commissione all'unanimità dei presenti approva i verbali 6 e 7
del 2008 relativi rispettivamente alle sedute del 12 e 13 maggio
2008.
3595 - Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale
Misure per il riordino territoriale, l'autoriforma
dell'amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni
(delibera di Giunta n. 638 del 05 05 08)
Relatore consigliere Matteo Richetti
Il presidente NERVEGNA ricorda che sul progetto di legge è iniziato
l'esame in sede consultiva della Commissione Territorio Ambiente
Mobilità, dove si è svolta la discussione generale sulla parte della
riforma delle Comunità montane e sulla parte relativa alla mobilità.
Precisa poi che si è concordato di affrontare il progetto di legge
per temi anche in I^ Commissione, seguendo un percorso che porti
alla discussione degli articoli e alla conclusione dell'esame in
sede referente della proposta legislativa entro la prossima
settimana. Sottolinea come tutto questo non debba comunque essere
motivo di riduzione del dibattito giacchè l'esame in Assemblea è
previsto per la fine del mese di giugno. Propone pertanto di
attenersi alla questione del riordino delle Comunità montane e della
mobilità, in quanto temi già affrontati nelle due sedute della III^
Commissione.
Dato che l'illustrazione è già stata oggetto di una precedente
seduta, dichiara aperta la discussione generale.
Interviene il relatore consigliere RICHETTI per inquadrare
ulteriormente il progetto di legge su cui in parallelo sta lavorando
la terza Commissione, che tuttavia non ha ancora deciso se gli
emendamenti presentati in quella sede saranno direttamente valutati
ed eventualmente votati -secondo la facoltà offerta dall'articolo 34
del nuovo Regolamento interno dell'Assemblea legislativa-, oppure
trasmessi alla Commissione referente contestualmente al parere
consultivo.
Ritiene l'impianto della proposta di legge molto chiaro e puntuale,
volto a favorire le aggregazioni territoriali, a incentivare la
nascita ed il rafforzamento delle Unioni di Comuni come strumento
non solo associativo degli Enti locali, ma anche di svolgimento
delle funzioni in forma associata.
Il tutto si coniuga con l'obiettivo della chiarezza rispetto alla
distribuzione delle funzioni, ossia rispetto alla necessità che non
vi sia una pluralità di livelli istituzionali coinvolti nello
svolgimento della medesima funzione. Molte volte infatti si assiste
al fenomeno della duplicazione, nel senso che rimangono spezzoni di
funzioni in capo all'Ente locale che però aderisce e trasferisce la
funzione associativa. In ugual modo bisogna evitare duplicazioni
orizzontali, ossia che una delega rimanga in capo all'Ente locale e
che per svolgerla si aderisca al consorzio.
Il consigliere invita l'assessore ad introdurre qualche elemento di
flessibilità nei requisiti richiesti rispetto alla costruzione delle
Unioni che oggi la legge richiede essere formate da almeno quattro
Comuni aderenti. Si dichiara d'accordo sulla formazione degli
esecutivi delle Unioni di Comuni da parte dei sindaci.
Rispetto al tema mobilità, ricorda che ha presentato con il
presidente Muzzarelli un emendamento che ha quale l'obiettivo il
migliore funzionamento unito al contenimento della spesa. Infatti
con il solo strumento della convenzione, rispetto al tema della
locazione del patrimonio che deve rimanere in disponibilità di chi
vince le gare e della voce di bilancio legata all'IVA, avrebbe
procurato un danno finanziario eccessivamente pesante in capo alle
Agenzie e alle convenzioni trasformate.
Rimane inalterato non solo l'impianto ma anche lo spirito con
strumenti di regolazione e uno snellimento delle modalità di
esercizio con cui questa viene esercitata. Si avrebbe così la
possibilità che le convenzioni, che rimangono lo strumento di cui
gli Enti locali si avvalgono, utilizzino questo strumento operativo
che va a lenire gli effetti non positivi di natura finanziaria.
Entra il consigliere Zanca.
Il consigliere SALOMONI dubita che l'emendamento proposto risolva il
problema degli oneri finanziari, perché l'IVA di fatto diventa un
costo per l'amministrazione comunale o provinciale. Se si usa lo
strumento della convenzione come una società, una spa o una srl non
ci sono soluzioni alternative.
Vi è poi un altro aspetto che ritiene debba essere attentamente
valutato. La gestione non soddisfacente che negli ultimi sette anni
ha caratterizzato il trasporto pubblico locale, in cui nove Agenzie
nella libertà e nell'autonomia dei proprietari della gestione del
servizio, hanno fatto scelte sostanzialmente diverse. Alcune
portando avanti le varie problematiche dalla progettazione,
programmazione e gestione, altre facendo scelte significativamente
diverse.
Per tale motivo, proporre delle Agenzie con amministratore unico è
cosa su cui riflettere molto attentamente, in quanto significherebbe
concentrare su un solo uomo le scelte importanti di un servizio
importante. Intraprendere questa strada per non pagare il 20% o il
10% di IVA diventa impegnativo; i consigli di amministrazione hanno
un valore ed è quello che più teste pensano con sensibilità diverse
per cercare di trovare un punto di equilibrio.
Prosegue sottolineando come il tentativo di riforma contrasti con le
scelte fatte negli anni passati dalla stessa maggioranza di
centrosinistra e che a distanza di otto anni il problema non si sia
risolto, in quanto non si è riusciti a dare risposte sostanziali a
ciò che la norma europea richiedeva. Non si è provveduto insomma ad
una vera liberalizzazione. Ricorda inoltre come tali scelte siano
sempre state duramente criticate dalla minoranza.
Ritiene necessario concentrare l'attività non solo in chi ha la
proprietà dei cespiti, bensì affidare questo servizio tramite bandi
di gara aperti il più possibile, sia a strutture pubbliche che
private aprendo così il mercato. A suo parere si assiste ad un
tentativo di accentramento sulla Regione ed in particolare sulla
Giunta regionale.
Relativamente alle Comunità montane, ritiene poi che la riforma così
strutturata non possa portare ad alcun effetto o cambiamento
concreto e che anche il numero delle Comunità o Unioni non cambierà.
Osserva invece che si torneranno a raggruppare delle Comunità
montane che quindici anni fa erano state divise con tutti i problemi
conseguenti. Gli effetti che tale modifica porterà, creeranno degli
oneri economici notevoli in termini di contenzioso e di azioni
legali amministrative. Ed evidenzia come tale critica sia stata
mossa da più parti, durante lo svolgimento dell'udienza conoscitiva.
Per quanto riguarda infine la definizione di un ente di secondo
grado, dichiara che possa essere definito tale un ente che abbia un
Presidente, qualcuno che prende le decisioni, un budget, un
bilancio. Ma, a differenza di quello di primo grado, esso manca pur
sempre di rappresentanti eletti direttamente dai cittadini. Pertanto
sarebbe opportuno rafforzare gli enti di primo grado. E
conseguentemente propone che l'articolo 5 del progetto di legge
venga interamente riscritto.
Valuterebbe come estremamente positiva la proposta da rivolgere ai
sindaci di fare un unico Comune, con un sistema nuovo di gestione
amministrativa, tenendo gli attuali municipi per dieci anni come
consigli di frazione e dando a questi municipi un minimo di
autonomia amministrativa. Così facendo, verrebbero meno le Comunità
montane, le Unioni di Comuni e i Circondari.
Conclude sottolineando che il termine entro la fine del mese di
giugno è assolutamente inopportuno, quasi a volere escludere
un'ampia e approfondita discussione e il contributo di chi vive il
territorio da sempre e ha avuto esperienze amministrative.
Il presidente NERVEGNA svolge alcune considerazioni in merito al
numero finale di nove Comunità montane previsto dal progetto di
legge come limite massimo. Chiede se si tratta di un riordino
dettato da scelte di carattere territoriale o dimensionale delle
Comunità montane o da motivazioni geografiche.
Ritiene, pertanto, che vi possa già essere una bozza di
prospettazione finale, giacché la proposta di ridelimitazione dovrà
essere resa entro il 31 luglio 2008.
Non condivide la possibilità che vi possano essere Comunità montane
di 3.000 abitanti, in quanto dimensione molto limitata non coerente
con la logica della razionalizzazione.
Rileva poi, per quanto riguarda il procedimento di costituzione
delle Comunità, che la scadenza è molto vicina alle prossime
elezioni amministrative e pertanto potrebbe essere opportuna
un'anticipazione al periodo precedente le elezioni stesse: ciò
infatti porterebbe a qualificare il lavoro delle amministrazioni
uscenti e ad avere un quadro istituzionale più definito e preciso.
Anche se a titolo personale, e nel rispetto della legge nazionale
che non ha approfondito sul punto specifico, si dichiara d'accordo,
per la sua semplicità ed efficacia, per un organismo in cui
partecipino tutti sindaci dei Comuni facenti parte della Comunità
montana.
Esce il consigliere Zanca.
Il consigliere RIVI svolge alcune precisazioni in merito
all'intervento del collega Salomoni che ritiene sicuramente animato
da spirito positivo.
Ritiene che il progetto di legge in oggetto permetta di fare un
importante salto di qualità che potrebbe portare alla fine del
percorso ad avere anziché 341 Comuni una settantina di Unioni di
Comuni che li raggruppano.
In virtù di questo strumento, i Comuni potranno collaborare insieme
e delegare all'Unione una serie di competenze, dal personale alla
polizia municipale, dalla gestione del territorio agli acquisti, dal
trasporto scolastico alla manutenzione degli edifici.
La possibilità di svolgere queste attività in forma associata
consentirà di qualificare i servizi, facendo ottenere ai cittadini
che ne usufruiscono delle prestazioni migliori e consentendo nel
medio - lungo periodo dei risparmi economici rispetto a quello che è
l'attuale costo di erogazione di un servizio.
La Regione poi contribuirà attraverso gli strumenti applicativi e
attraverso gli incentivi che dovranno favorire la delega delle
proprie competenze da parte dei Comuni alle Unioni. Riporta
l'esempio molto positivo di quanto avvenuto nella propria provincia
da quando i Comuni gestiscono insieme il servizio di polizia
municipale, che opera anche come servizio notturno: una presenza più
diffusa su tutto l'arco della giornata sul territorio e una maggiore
sensazione di sicurezza dei cittadini, nonché la specializzare del
corpo di polizia municipale in diversi settori fino ad oggi
trascurati quali ispezioni dei cantieri. Dunque le possibilità di
qualificazione dei servizi e di risparmio per la pubblica
amministrazione sono molteplici.
Per quanto concerne il problema della democraticità e rappresentanza
degli enti di secondo grado, ritiene che la previsione legislativa
di una Giunta delle Unioni di Comuni in cui siedano solo sindaci che
fanno parte e che sono stati eletti nei loro Comuni risolva di fatto
il problema della rappresentatività e democraticità.
Ancora sui tempi, precisa che esiste una normativa nazionale, la
legge finanziaria 2008, che dispone di operare sulla trasformazione
delle Comunità montane entro il 30 giugno 2008, pena il
commissariamento delle Comunità montane stesse. Ricorda che molte
Regioni governate dal centro destra hanno già dato corso a questa
decisione.
ll consigliere NANNI chiede se resteranno in capo alle Comunità
montane o all'Unione di Comuni le competenze in materia agricola e
in materia di governo del bosco. Rileva poi il problema del
personale qualora queste competenze venissero trasferite alle
province.
Non condivide invece la preoccupazione sollevata dal collega
Salomoni sull'eccezione che gli enti di secondo grado non siano
eletti direttamente dai cittadini. Infatti, la presenza dei sindaci
nell'esecutivo delle Comunità montane, in quanto persone elette nei
Comuni appartenenti alla stessa Comunità montana, farebbe venire
meno ogni problema al riguardo.
Replica il consigliere SALOMONI il quale, in riferimento
all'intervento del collega Rivi, sottolinea come il progetto di
legge all'esame sia, per certi aspetti, già previsto nella legge
vigente. Infatti molte delle Comunità montane presenti sul
territorio sono anche Unioni di Comuni. Riferisce l'esperienza della
Comunità montana delle Cinque Valli, in cui gli otto Comuni che vi
partecipano hanno condiviso la gestione degli stipendi, ritrovandosi
dopo cinque anni a sostenere un costo cinque volte superiore
rispetto a quello che si sarebbe speso ricorrendo all'esterno.
Rivolgendosi all'assessore, indica come necessario specificare nel
testo di legge che i Comuni debbono trasferire le proprie
competenze. Ribadisce, pur non facendone una questione di
appartenenza partitica, che si tratta di un modello già sperimentato
al centro, a destra e a sinistra.
Infine, rileva come non sia comunque assicurata la presenza di tutti
i sindaci all'interno dell'esecutivo. Tale garanzia infatti,
riguarda le sole Comunità montane costituite fino a otto Comuni. Per
questo motivo chiede la garanzia della presenza di un terzo dei
rappresentanti dei sindaci di minoranza.
Entra il consigliere Dragotto; esce il consigliere Caronna.
Il consigliere VARANI interviene con l'intento di segnalare le
difficoltà della politica sul tema. Considera infatti il progetto di
legge all'esame un'occasione, in quanto l'esperienza fatta non è
positiva e fa notare come in questo caso la fretta, ancorché forzata
dalle norme della finanziaria, sia cattiva consigliera.
Fa presente come la sussidiarietà verticale sia un principio
presente anche nella Costituzione e come sia difficile decidere
dall'alto senza concertare. In particolare, per quanto riguarda la
presenza delle minoranze, porta ad esempio la legge lombarda che se
ne disinteressa.
Ritiene che la mancata elezione degli enti di secondo grado faccia
allocare tutte le funzioni determinanti della vita civile di una
comunità più in alto, ad un livello su cui la popolazione non
interviene, con il risultato di votare di fatto dei piccoli
contenitori vuoti.
Cita l'esempio del Circondario di Imola, giudicandolo un ente
assolutamente inutile, una mera costruzione ideologico - politica.
Propone pertanto la possibilità di una riforma che comprenda la
soppressione del Circondario. Saranno poi i Comuni che lo formano a
scegliere eventualmente di farsi Unione di Comuni.
Ritiene invece che il progetto di legge presenti degli aspetti
positivi ad esempio sulla materia dei trasporti.
Il consigliere MANFREDINI osserva che quando la Giunta svolse la
prima informazione in Commissione illustrando l'obiettivo di ridurre
le duplicazioni e riordinare gli enti, la Lega Nord aveva convenuto
sulla necessità di un accorpamento. Ma ora, vedendo il testo,
ritiene che l'accorpamento non sia stato attuato a sufficienza e non
è d'accordo sulle Agenzie, che considera assolutamente inutili.
Il presidente NERVEGNA, prima di dare la parola all'assessore,
precisa che gli emendamenti presentati in Commissione Territorio
Ambiente e Mobilità sono proposte di modifiche che possono essere
vagliate o semplicemente trasmesse dalla Commissione stessa, e
saranno presi in esame per la votazione della I^ Commissione in sede
referente, una volta conclusa la fase consultiva.
L'assessore GILLI ringrazia la Commissione per il percorso
procedurale tracciato e precisa che il suo intervento riguarderà sia
la materia mobilità, sia le Agenzie di ambito che il riordino
territoriale.
La Giunta regionale ritiene che l'impianto legislativo di
riferimento raggruppi una serie di leggi che, sostanzialmente -
tranne che per alcune modifiche - hanno una vita di una decina di
anni e hanno dato un risultato estremamente positivo. Ritiene
inoltre necessario un costante adeguamento delle norme legislative.
Gli scenari negli ultimi cinque anni, infatti, sono cambiati e
conseguentemente, è necessaria una rivisitazione delle norme
regionali.
L'assessore prosegue con due brevi osservazioni in ordine alle
Agenzie di ambito e alle Agenzie per la mobilità.
Come per ogni legge significativa, risulta di fondamentale
importanza la necessità di un coinvolgimento e di una partecipazione
importante nel definire questi provvedimenti quindi, non solo una
partecipazione, condivisione, responsabilità da parte degli
amministratori, dei consiglieri, ma anche da parte degli stessi
cittadini. In questo senso, anche a seguito dell'udienza conoscitiva
e della lettura delle molte osservazioni seguite alla proposta di
legge, l'impressione è che sulla parte delle osservazioni fatte su
AATO e Agenzie via sia sostanzialmente una condivisone
sull'impostazione data dalla regione. Tale impostazione prevede il
passaggio da uno scioglimento delle AATO ad una assegnazione delle
funzione direttamente in capo ad un ambito territoriale minimo che è
la Provincia.
L'assessore prosegue specificando che esistono aree di aggregazione
di ambito ottimale superiori alla provincia. Viene previsto un
comitato di regolazione che dovrà indicare criteri e linee della
regolazione tariffaria che verrà concretamente stabilita dagli Enti
locali che si occupano della gestione sul territorio.
Per quanto riguarda la mobilità, i temi e i problemi veri non
riguardano la quantità del personale laddove ce n'è molto perché
trattasi di tipico personale di gestione e non di programmazione.
Quando verranno separate le funzioni tra gestione e programmazione,
una parte di questo personale andrà sulle gestioni.
Sottolinea il lavoro svolto dal presidente Muzzarelli dal relatore
Richetti nell'elaborare una prima proposta di emendamento in ordine
all'aspetto giuridico dell'Agenzia di mobilità, che darebbe una
risposta al tema dell'IVA. Ma il tema principale rimane quello del
tema del patrimonio: quando si trasferisce o si dismette un pezzo di
patrimonio, c'è un conto economico che può creare passività o
attività plusvalenze che potrebbero dare oneri nuovi. Il patrimonio
è un punto complesso e l'assessore fa presente come la Giunta stia
studiando la possibilità di consolidarlo nella struttura giuridica
esistente per evitare tutto il percorso di trasferimento di
pesantezza. Una struttura giuridica nella misura in cui rimane deve
attenersi a prescrizioni e indicazioni da rispettare entro una
determinata data prevista in legge, ma anche sulla forma di governo
della struttura giuridica. Pertanto non sono più previsti consigli
di amministrazione bensì un unico amministratore. Il controllo da
parte della gestione con un unico sindaco revisore e nessun
personale. L'impianto necessario da realizzare parlando delle
Agenzie di mobilità, è quello di separare gestione, programmazione e
garantire il patrimonio che gli Enti locali in tutti questi anni
sono riusciti a mettere insieme.
Passa quindi al tema del riordino territoriale, sottolineando che si
tratta di un percorso già intrapreso da alcuni mesi e precisando che
si è già adottata una legge regionale concernente le società
partecipate dalla Regione mentre, entro l'anno, si provvederà con un
ulteriore provvedimento legislativo sulle funzioni, attendendo nel
contempo che il Governo nazionale decida sulle Province.
Spiega la scelta di prevedere nel progetto di legge nove comunità
montane. Specifica, in riferimento all'intervento del presidente
Nervegna, che non esiste alcun documento allegato e che il numero
corrisponde ad un taglio del 50% delle attuali Comunità montane.
Chiarisce che la proposta di legge lascia comunque la decisione agli
amministratori e ai Comuni, non alla Regione che dovrà solo
ratificare attraverso un decreto del presidente da emanare entro
l'autunno 2008. I Comuni potranno proporre entro il 30 luglio 2008
il loro modello di ambito organizzativo istituzionale più efficace,
che potrà essere o una semplice Unione o una Comunità montana, alla
quale possono essere aggiunte le funzioni di gestione come le
Unioni.
Ritiene fondamentale orientare le forme associative, dare
indicazioni per renderle più efficaci e concrete nel loro lavoro.
Pertanto, spiega, come i 3.000 abitanti si riferiscano, in
particolare, ad una fascia quale criterio per la determinazione
degli amministratori necessari, dato che sul numero di membri
dell'esecutivo di una Comunità montana, il pdl fornisce precise
indicazioni.
Specifica poi che non si tratta di una elezione di secondo grado,
dato che vengono chiamati coloro che sono stati eletti direttamente
dai cittadini e rappresentano un territorio. Si dice propositivo nei
confronti di una possibile rivisitazione di una proposta in ordine
allo statuto delle Comunità montane che potrebbe assumere una
valenza politica se approvato dall'assemblea della Comunità stessa.
Per quanto invece concerne il tema della rappresentanza delle
minoranze, ritiene che avere un sindaco di minoranza sia cosa utile
nel governo del territorio.
Sulla obbligatorietà di riduzione dei costi, fa presente che
rispetto alla finanziaria, sia nell'esercizio 2008 che nel 2009, le
Comunità montane hanno già avuto una decurtazione abbastanza
sostanziosa sulle spese di funzionamento.
Spiega che le condizioni di cui la Giunta chiede il rispetto non
riguardano la quantità di Comunità montane o di Comuni che fanno
parte di associazione o di Unioni, ma che il livello di governo sia
uno solo, nel senso che se si aderisce ad una forma associativa, ad
una Unione o ad una Comunità montana, solo in quell'ambito si
dovranno svolgere alcune funzioni di gestione.
La Giunta infatti non può accettare un provvedimento che preveda due
livelli di gestione: uno a livello di Comunità montana e uno a
livello comunale. Si deve mettere in campo una devoluzione di
gestione dal Comune singolo alla forma associata. È un percorso che
dovrebbe portare alla fusione, così come previsto all'articolo 15
del progetto di legge.
Inoltre dichiara che, per quanto riguarda l'invito espresso in
audizione dal relatore sulla maggior flessibilità, la Giunta
ufficialmente gli ha dato incarico di confermare la disponibilità e
l'attenzione sull'esigenza di una maggiore flessibilità. Al di là
della quantità di Comuni che debbono costituire Unione o Comunità
montana, l'esecutivo ritiene importante che vi sia un ambito
ottimale che dimostri l'efficacia della gestione prestata. È infatti
primario che non vi sia solo l'elemento della quantità dei Comuni,
ma un intreccio con la dimensione territoriale e la quantità di
abitanti e servizi sul territorio. Porta ad esempio il territorio
della provincia di Reggio Emilia, in cui non sarà possibile una sola
Unione intorno alla città, ma ne necessiteranno due, una a nord e
una a sud.
Per quanto concerne i benefici di montanità, precisa che il
contributo per i cittadini che abitano nei Comuni montani che si
trovassero all'interno di una Unione in cui fosse presente il Comune
di pianura, non verrebbe meno. Nel momento in cui troverà
applicazione la flessibilità, di dovranno irrigidire i criteri di
assegnazione delle risorse.
Riferendosi quindi all'intervento del consigliere Nanni, specifica
che attualmente la delega delle gestioni in materia di agricoltura è
in capo alla Provincia.
La terza parte del riordino, da completare entro l'anno, consisterà
nel ridefinire chi svolge, programma e gestisce le funzioni. Ritiene
fondamentale non duplicare ovunque le stesse cose prestando
attenzione a che le Unioni o le Comunità montane non diventino delle
micro province.
Conclude infine sul Nuovo Circondario imolese, che ritiene abbia a
tutti gli effetti una propria funzione di ambito ottimale e,
pertanto, ogni ragioni per sussistere e mantenere la propria
vocazione territoriale.
Il presidente Nervegna aggiorna la seduta a giovedì 5 giugno ore
14,30.
La seduta termina alle ore 16,30.
Verbale approvato nella seduta del 1 luglio 2008.
La Segretaria Il Presidente
Claudia Cattoli Antonio Nervegna