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SEDUTA DI MARTEDÌ 7 MAGGIO 2024
(POMERIDIANA)
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
INDICE
Il testo degli oggetti assembleari è reperibile nel sito dell’Assemblea
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8154
Interpellanza per sapere se la riapertura dei punti nascita negli ospedali di Porretta (Alto Reno Terme), Borgo Val di Taro, Castelnovo ne' Monti e Pavullo nel Frignano risulti ancora tra gli obiettivi di mandato, e, in caso positivo, quali siano le conseguenti azioni che la Giunta intende perseguire. A firma del Consigliere: Facci
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
FACCI (GI)
DONINI, assessore
FACCI (GI)
OGGETTO 8172
Interpellanza relativa al procedimento, avanti il Tribunale regionale delle acque pubbliche di Firenze, in merito ai danni cagionati dallo sfondamento del tratto tombato del torrente Ravone in via Saffi a Bologna. A firma del Consigliere: Facci
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
FACCI (GI)
BARUFFI, sottosegretario
FACCI (GI)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8203
Interpellanza circa l'effettivo rispetto dell'atto di indirizzo n. 6165, approvato dall'Assemblea legislativa il 20 dicembre 2022, relativamente alla necessità di superamento del divario digitale nelle aree interne e della montagna. A firma del Consigliere: Facci
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
FACCI (GI)
BARUFFI, sottosegretario
FACCI (GI)
OGGETTO 8217
Interpellanza relativa agli interventi strutturali necessari per stabilizzare le strade di montagna minacciate dal rischio frane, con particolare riguardo alla situazione della strada provinciale SP79 Pian di Balestra. A firma del Consigliere: Mastacchi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MASTACCHI (RCPER)
BARUFFI, sottosegretario
MASTACCHI (RCPER)
OGGETTO 8219
Interpellanza relativa alle misure da adottare per far fronte ai danni causati ai residenti dalla frana di Villa Sassonero, frazione di Monterenzio (BO). A firma del Consigliere: Mastacchi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MASTACCHI (RCPER)
PRIOLO, vicepresidente della Giunta
MASTACCHI (RCPER)
OGGETTO 8246
Interpellanza per sapere se la Giunta ritenga opportuno apportare modifiche alla L.R. n. 28/2019, sul contrasto ai fenomeni di sovraindebitamento, al fine di rendere questo strumento normativo ancora più conosciuto e utilizzato e di ostacolare il consolidamento di forme di illegalità come l'usura. A firma del Consigliere: Mastacchi
(Svolgimento)
PRESIDENTE (Petitti)
MASTACCHI (RCPER)
TARUFFI, assessore
MASTACCHI (RCPER)
OGGETTO 8049
Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Contrasto dell'abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)". A firma dei Consiglieri: Pigoni, Zappaterra, Gerace, Bondavalli, Rontini, Costa, Sabattini, Bulbi, Dalfiume, Fabbri, Daffadà, Caliandro, Mumolo, Mori, Marchetti Francesca, Soncini, Montalti, Pillati (84)
(Continuazione discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8049/1/2/3/5 oggetti 8378 – 8379 – 8380 – 8382 – Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 8049/4 oggetto 8381 – Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Petitti)
FACCI (GI)
ZAMBONI (EV)
PICCININI (M5S)
PIGONI (IV)
PRESIDENTE (Petitti)
EVANGELISTI (FdI)
COSTA (PD)
CUOGHI (FdI)
PIGONI (IV)
FACCI (GI)
PIGONI (IV)
PRESIDENTE (Petitti)
FACCI (GI)
PIGONI (IV)
PRESIDENTE (Petitti)
OGGETTO 8132
Progetto di legge d'iniziativa Giunta recante: "Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale 23 luglio 2014, n. 20 (Norme in materia di cinema e audiovisivo)"
(Relazione della Commissione e relazione di minoranza)
PRESIDENTE (Petitti)
AMICO, relatore della Commissione
CUOGHI, relatore di minoranza
PRESIDENTE (Petitti)
Allegato
Partecipanti alla seduta
Votazioni elettroniche oggetti 8381 (Odg. 8049/4) – 8049
Emendamenti oggetti 8049 – 8380 (Odg. 8049/3)
Comunicazione prescritta dall’art.69 del Regolamento interno
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PETITTI
La seduta ha inizio alle ore 14,48
PRESIDENTE (Petitti): Dichiaro aperta la seduta pomeridiana n. 269 del 7 maggio 2024.
È computato come presente ai soli fini del numero legale, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno il presidente della Giunta, Bonaccini, assente per motivi istituzionali.
Hanno giustificato la propria assenza i consiglieri Costi e Fabbri, gli assessori Colla, Corsini, Lori, Mammi e Salomoni.
Svolgimento di interpellanze
PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo i nostri lavori dallo svolgimento delle interpellanze.
OGGETTO 8154
Interpellanza per sapere se la riapertura dei punti nascita negli ospedali di Porretta (Alto Reno Terme), Borgo Val di Taro, Castelnovo ne’ Monti e Pavullo nel Frignano risulti ancora tra gli obiettivi di mandato, e, in caso positivo, quali siano le conseguenti azioni che la Giunta intende perseguire. A firma del Consigliere: Facci
PRESIDENTE (Petitti): Più precisamente, prendiamo dall’interpellanza 8154: interpellanza per sapere se la riapertura dei punti nascita negli ospedali di Porretta, Borgo Val di Taro, Castelnovo ne’ Monti e Pavullo nel Frignano risulti ancora tra gli obiettivi di mandato, e in caso positivo, quali siano le conseguenti azioni che la Giunta intende perseguire.
L’interpellanza è a firma del consigliere Facci. Prego, consigliere.
FACCI: Grazie.
Aperte virgolette: “è stato un errore chiuderli, ma intendo tener fede a quanto preannunciato. Riapriremo i punti nascita in Appennino. Ho una sola parola, anche quando sbaglio. Chiusa l’emergenza Covid, applicheremo il protocollo sperimentale discusso con il ministro Speranza proprio a Bologna. Riapriremo Castelnovo Monti, Bentivoglio, Porretta, Pavullo, Borgotaro. Feci un errore, facemmo un errore, rimedieremo. Quei punti nascita li riapriremo”. Chiuse le virgolette: dichiarazione del presidente Bonaccini marzo 2021.
Siamo a maggio 2024. Noi sappiamo solo che il presidente Bonaccini manderà questa Regione ad elezioni anticipate, e naturalmente, quello che era stato detto qualche anno fa non ha più alcun rilievo. Abbiamo imparato oggi che addirittura tra pochi mesi non potremmo fare neanche atti di straordinaria amministrazione, fondamentalmente. già da oggi o dalla fine di questa sessione assembleare, saremo sostanzialmente tutti quanti a pensare alle elezioni future.
Questo è il lascito che fa il presidente, che fa questa Giunta, quindi è chiaro che oggi questa interpellanza
in cui chiedo qual è ancora l’intendimento della Giunta, se questa riapertura dei punti nascita è ancora negli obiettivi di mandato, non mi faccio illusioni sulla risposta che arriverà dal buon assessore Donini. Tuttavia, è una domanda che sicuramente va fatta, se non altro per dovere di coerenza con quello che abbiamo sempre in questi anni portato avanti, le richieste, le sollecitazioni. Naturalmente, attendiamo di capire se da parte della Regione, a prescindere da tutto, vi possa essere ancora un’attività consequenziale a quell’intendimento.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.
Risponde l’assessore Donini. Prego.
DONINI, assessore: Grazie, presidente.
La ringrazio, consigliere Facci, d’altra parte, lei ha richiamato una presa di posizione del presidente Bonaccini, che non è mai venuta meno, in effetti. Infatti, dopo gli anni duri della pandemia, con l’allora ministro Speranza consegnammo proprio a Porretta il progetto di riaprire il punto nascita, la richiesta ovviamente di deroga di riaprire il punto nascita.
In questo mandato, quindi, abbiamo lavorato per garantire la riapertura di questi punti nascita montani, appenninici, chiedendo riscontri al ministero della salute, e anche riscontrando noi stessi molte difficoltà a reperire personale in numero adeguato, che poi è la difficoltà per la quale anche in altri punti nascita si sono sospese le attività.
La Regione ha infatti presentato a inizio mandato gli studi di fattibilità per la possibile apertura dei quattro punti nascita chiusi, così come indicato dal presidente, per garantire un’assistenza al parto in condizioni di qualità e di sicurezza, ma non ha mai ricevuto alcun riscontro.
Lo stesso è accaduto per la richiesta al ministero inoltrata nel 2022, con questo nuovo Governo, di deroga per il mantenimento dei punti nascita con meno di 500 parti annui aperti, o temporaneamente sospesi, ma anche in questo caso non si è ancora ricevuta alcuna indicazione in merito.
Stando ai tre temi sostanziali, le posso dire che il tema dirimente è ovviamente la deroga, che non è arrivata. Il secondo è senz’altro la difficoltà di reperire personale medico, quindi ginecologi. Non avremmo il problema del finanziamento, nel senso che lei, nella sua interpellanza, ha fatto riferimento giustamente alla programmazione anche dell’articolo 20, ma nel caso dovessero esserci le prime due condizioni, altre fonti di finanziamento per quel tipo di investimento, saremmo in grado di reperirle anche con una dinamica di spesa più veloce che l’articolo 20. Ma partiamo dalla prima condizione, quella che non è ancora arrivato nessun riscontro alla nostra richiesta di deroga.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Facci.
FACCI: Grazie.
Quindi, i soldi li abbiamo, ma non abbiamo le autorizzazioni, sostanzialmente: questa è la risposta; in seconda battuta, non avremo il personale.
Il fatto che la Regione abbia risorse finanziarie per poter riaprire tutti i punti nascita, perché stiamo parlando dei punti nascita chiusi, non solo quello che mi interessa più da vicino, che è quello di Porretta; quindi, che vi siano queste risorse finanziarie per la sanità regionale è sicuramente una buona notizia. Non è una buona notizia quella che non ci sia stata risposta da parte nazionale alla richiesta. Si tratta di capire poi, però, questa delega come è stata chiesta. Sicuramente, non credo che ci sia stata una grande insistenza nel formulare questa richiesta. Io, quando ho chiesto la documentazione attestante queste richieste, in realtà da quello che mi risulta, dall’accesso agli atti che ho fatto, è stata inviata soltanto la proposta di fattibilità. Siccome ho visto negli ultimi tempi, quantomeno nell’ultimo anno e mezzo, da quando si è insediato il nuovo Governo, fare grandi ordini del giorno, o anche qualche progetto di legge alle Camere, ma soprattutto ordini del giorno di sollecitazione al Governo, non mi pare di aver visto dai banchi della maggioranza, né tantomeno dalla Giunta, come atto d’ufficio, una richiesta di ottenere effettivamente questa deroga, a dimostrazione che questo era un proposito, una dichiarazione sostanzialmente spot, che fu fatta dal presidente, allora, naturalmente confidando un po’ anche nella dimenticanza e nel decantare del tempo rispetto a questo tema. Ultimo, ma non ultimo: il personale in montagna, specie quello medico, ma non solo quello medico, va incentivato, assessore, lo sa anche lei. Se si fanno dei contratti o degli avvisi di selezione a tempo determinato, o con delle condizioni fondamentalmente non significative, non ci va nessuno. Quindi, anche qui, usciamo dalla narrazione che non ci sono persone. Le persone vanno incentivate, specie naturalmente, in realtà che sono disagiate.
Quindi, la risposta – la ringrazio, non mi aspettavo cose diverse – è significativa del fatto che su questo tema da parte della Giunta non vi sia alcuna volontà di andare avanti.
OGGETTO 8172
Interpellanza relativa al procedimento, avanti il Tribunale regionale delle acque pubbliche di Firenze, in merito ai danni cagionati dallo sfondamento del tratto tombato del torrente Ravone in via Saffi a Bologna. A firma del Consigliere: Facci
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interpellanza 8172: interpellanza relativa al procedimento avanti il Tribunale regionale delle Acque Pubbliche di Firenze in merito ai danni cagionati dallo sfondamento del tratto tombato del torrente Ravone in via Saffi a Bologna, interpellanza sempre a firma del consigliere Facci.
Prego, consigliere.
FACCI: Grazie.
Questa è una questione che ho già affrontato in Commissione, ma appunto perché in Commissione non ricevetti una risposta esaustiva, ho riproposto un’interpellanza in aula.
Partiamo non da delle considerazioni di parte, quali potrebbero essere le mie personali, o comunque di persone diversamente interessate; partiamo invece da una consulenza tecnica svolta da un tribunale, in questo caso il Tribunale delle Acque. Di Firenze, in merito a una problematica grave che si è verificata nella città di Bologna, che ha determinato l’esondazione del torrente Ravone. che in quel punto passa sotto la strada, un’importante arteria di comunicazione che è la via Saffi a Bologna, sfondando il solaio di un negozio, e da lì allagando tutta la via.
La consulenza tecnica, se conseguente alla controversia che si è instaurata con i vari soggetti interessati, ha evidenziato, dice la consulenza tecnica, una serie di responsabilità, o meglio una serie di omissioni. Per quanto riguarda, se vogliamo, l’elemento più grosso, la responsabilità maggiore, è quella del Comune di Bologna, che ha puntellato il torrente sotto strada, e i puntelli hanno determinato l’impossibilità di deflusso da parte delle acque, acque che contenevano detriti che il torrente Ravone aveva incamerato a monte, anche a causa del non corretto mantenimento della vegetazione ripariale.
Quindi, fondamentalmente, c’era stata da parte degli enti pubblici una non corretta manutenzione, che ha determinato che i detriti si accumulassero; trovano dei puntelli incautamente posti dal Comune di Bologna, e da lì lo sfondamento. Quindi, sostanzialmente, alla Regione Emilia-Romagna è stata addebitata un omesso controllo. In particolare, risulta dagli atti di quel procedimento che la Regione Emilia- Romagna avesse avvisato il Comune di Bologna della problematica e gli avesse sostanzialmente detto di intervenire: la Regione Emilia-Romagna deve avere controllato che il Comune di Bologna effettuasse tecnicamente quegli interventi. Tutto questo per chiedere che cosa? Alla luce delle conclusioni, che ha individuato precisi atti omissivi, in diretto rapporto causale con i danni cagionati, quali siano le azioni che l’ente ha intenzione di intraprendere, e se tra queste azioni vi sia eventualmente anche l’azione di rivalsa nei confronti dell’Amministrazione comunale di Bologna.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Facci.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Come già riferito nella risposta all’interrogazione 7908 del consigliere interpellante, cui ha fatto anch’egli riferimento, nell’estate del 2023, risulta che il Comune di Bologna abbia effettuato le elaborazioni di sistemazione del tombamento di via Saffi e che abbia eliminato i puntelli sotterranei che impedivano il normale deflusso del materiale nell’alveo del torrente Ravone.
Credo che questo sia comunque utile assumerlo agli atti per dire che quanto è capitato non deve ricapitare. In risposta ai quesiti del consigliere si precisa che nei giorni scorsi i soggetti che avevano instaurato un procedimento di accertamento tecnico preventivo avanti il Tribunale regionale delle Acque Pubbliche presso la Corte d’appello di Firenze hanno promosso contenzioso giudiziale di merito nei confronti del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna innanzi al medesimo ufficio giudiziario, al fine di ottenere il risarcimento dei danni asseritamente subìti. Questo è il fatto che si è prodotto, che non si era ancora prodotto nel momento dell’interrogazione in Commissione a cui il consigliere fa riferimento.
La Regione Emilia-Romagna ha pertanto segnalato la circostanza alla propria compagnia di assicurazione, che in base alle condizioni di polizza ha già designato il legale incaricato di difendere gli interessi e le ragioni dell’ente assicurato come da prassi avviene in circostanze di questo genere.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.
Consigliere Facci.
FACCI: Attenderemo la sentenza. Ringrazio della precisazione.
Ovviamente, non conoscevo all’epoca l’interpellanza del 7 marzo, quindi esattamente due mesi fa, ovviamente non conoscevo l’esito. Era prevedibile, anche alla luce della risposta che io ho avuto in Commissione, che fondamentalmente minimizzava la responsabilità degli enti pubblici, pure quelli del Comune di Bologna, ma soprattutto di quella Regione, mi aspettavo sostanzialmente che vi fosse successivamente un contenzioso, com’è stato oggi riferito. Quindi, attenderemo l’esito.
Ci sarà chi dopo di me, eventualmente in questa sede, ne parlerà. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
A questo punto, l’interpellanza 8191 con accordo è stata trasformata in interrogazione a risposta scritta.
OGGETTO 8203
Interpellanza circa l’effettivo rispetto dell’atto di indirizzo n. 6165, approvato dall’Assemblea legislativa il 20 dicembre 2022, relativamente alla necessità di superamento del divario digitale nelle aree interne e della montagna. A firma del Consigliere: Facci
PRESIDENTE (Petitti): Passiamo quindi all’interpellanza 8203: interpellanza circa l’effettivo rispetto dell’atto di indirizzo 6165 approvato dall’Assemblea legislativa il 20 dicembre 2022, relativamente alla necessità di superamento del divario digitale nelle aree interne e della montagna.
L’interpellanza è a firma del consigliere Facci. Prego, consigliere.
FACCI: Confesso che non ho fatto in tempo ad aggiornare ad oggi questa interpellanza, nel senso che alla data del 14 marzo 2024, vale a dire quando l’ho presentata, ho fatto riferimento a un ordine del giorno del 20 dicembre 2022.
Io quindi il 14 marzo 2024, ho preso atto che un nostro ordine del giorno del 20 dicembre 2022 è rimasto sostanzialmente disatteso. Cosa diceva quell’ordine del giorno? Quell’ordine del giorno evidenziava una serie di criticità nella banda larga, nella diffusione della banda larga in montagna; abbiamo portato uno specchietto abbastanza articolato, dove si evidenziava che vi erano tutta una serie di Comuni privi di connessione internet veloce. In alcuni casi, ci sono dati imbarazzanti, dove a fronte di una velocità tutto sommato significativa e importante della città di Bologna, ma anche comunque a livello di media regionale, Comuni tipo Camugnano, tipo San Benedetto Val di Sambro, avevano effettivamente delle connessioni assolutamente inadeguate. Poi, ovviamente, lo specchietto riguarda tutta la media e alta Valle del Reno.
Ma la questione vera qual è? È che il 20 dicembre 2022 l’Assemblea legislativa impegnava la Giunta a intervenire, dicembre 2022, esattamente quelli erano i dati. Al 14 marzo 2024 i dati erano sempre quelli.
Non ho fatto in tempo a verificare se al 7 maggio 2024 i dati sono ancora quelli. Immagino di sì, però adesso mi risponderà l’assessore. Può darsi che magari nell’arco di due mesi, cioè dal 14 marzo a oggi, improvvisamente si siano modificati.
Faccio fatica a pensarlo però ovviamente attendo la risposta. Qual è il concetto che voglio ribadire? Che mentre il processo di digitalizzazione, comunque di messa in rete degli edifici scolastici, pur lentamente sta procedendo, quello che riguarda i soggetti privati, no. Infatti, quando rappresento lo schema, obiettivamente deficitario, stiamo parlando di connessione alle famiglie.
Allora: benissimo le scuole, pur con le tempistiche, ripeto, ampiamente dilatate – ci vorranno 10 anni forse perché tutte le abbiano e siano completate – ma con le famiglie è al palo. Vorrei capire allora il motivo per il quale un ordine del giorno che comunque dovrebbe impegnare, e questo ci dice anche il senso che hanno gli ordini del giorno che vengono fatti in questa sede, perché gli ordini del giorno possono essere belli finché vuoi, approvati all’unanimità, poi alla fine nessuno li porta avanti, come se non li avessimo mai fatti.
Comunque, attendo una risposta, sperando di essere sconfessato.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Dico subito che io sottoscrivo la sua diagnosi, consigliere Facci, nel senso che le scuole, pur con alcune lentezze, stanno procedendo mediamente bene, sono la parte che compete alla Regione. La copertura dei privati sta procedendo mediamente male, ed è la parte che compete a Infratel e Open Fiber.
Io condivido questa diagnosi. Aggiungo ad adiuvandum, che la parte delle scuole che procede più lentamente è quella condizionata all’estendimento della rete da parte di Open Fiber. Provo a dettagliare, però questa è una valutazione che io sottoscrivo pienamente nella fotografia che lei ha fatto.
Come comunicato nella relazione sullo stato d’attuazione dell’ordine del giorno 13 collegato al DEFR, la Regione per le proprie competenze è sempre stata impegnata a supporto del potenziamento delle infrastrutture di rete nelle zone montane, per queste iniziative, ma più in generale per assicurare connettività anche con progetti specifici come CellMon, cioè il cellulare in montagna.
Tuttavia, il collegamento in banda ultralarga delle zone montane è assegnato dal Governo nazionale attraverso l’in house Infratel all’operatore Open Fiber, che è concessionario dei lavori per il Piano aree bianche, Piano che ha l’obiettivo di collegare quei Comuni dove non è presente un’infrastruttura di banda ultra-larga e dove nessun operatore privato ha mostrato interesse a investire coi propri fondi (cosiddette aree a fallimento di mercato).
Com’è evidente, e come ben sanno gli enti locali, supportati da Lepida proprio nella loro relazione con il concessionario Open Fiber, i ritardi di collegamento di banda ultra-larga di tali Comuni non sono pertanto in alcun modo imputabili alla Regione.
La Regione che continuamente ha monitorato le azioni del Piano ed è intervenuta più volte nei confronti del Ministero competente, di Infratel e del concessionario Open Fiber, richiamandoli al rispetto dei tempi pattuiti. Tali azioni hanno sortito, in alcuni casi, anche accelerazioni: accelerazioni di ritardi, stiamo parlando di questo, non accelerazioni sul piano presentato, con una media regionale di unità immobiliari di invendibilità pari ad oltre il 70 per cento rispetto al piano previsto oggi.
Va sottolineato anche che il dato riportato nell’interrogazione è quello messo a disposizione da Agcom, che tuttavia, a causa di una revisione nella metodologia di calcolo, non è aggiornato. Non lo sarà mai, in quanto abbandonato a favore di altri indicatori che utilizzano criteri differenti.
Proprio in ragione di tali modifiche apportate alle modalità di rappresentazione dei livelli di copertura del territorio, la Regione, insieme a Lepida, ha effettuato una collezione di dati consultabile all’indirizzo on line dell’Osservatorio della connettività: è lì che vanno reperiti i dati in aggiornamento.
La rappresentazione resa disponibile dall’Osservatorio regionale è basata sui numeri civici e sulla tecnologia disponibile: Fiber to the home, Fiber to the cabinet, FTTH Access. Un approccio scelto da tutte le progettazioni nazionali, così come da Agcom, che in tal modo opera un monitoraggio sulla disponibilità dei servizi di connettività sul territorio nazionale.
Per quanto riguarda infine le scuole, oggetto di un piano dedicato, si riscontrano ritardi di realizzazione del collegamento ad 1 giga laddove, come dicevo, si è in attesa della connettività che Open Fiber deve mettere a disposizione nell’ambito del Piano aree bianche. È quella la parte ritardataria.
Seppur nella complessità degli interventi previsti, che includono anche la progettazione del Piano Italia 1 Giga delle aree grigie, finanziato con il PNRR, questo, la Regione continua ad essere impegnata in tutte le azioni necessarie a realizzare il collegamento in banda ultra-larga dell’intero territorio regionale, garantendo una particolare attenzione a quei territori dove il rischio di marginalizzazione è più alto, come la montagna e le aree interne. Posso dire anche personalmente di essere stato testimone non solo a più incontri svolti con Open Fiber da parte dell’assessora Salomoni, ma anche dello stesso presidente, che ha sollecitato a più riprese il Ministero competente in questo senso.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Facci.
FACCI: Quindi, abbiamo un disservizio rispetto… O meglio, la Regione non riesce a mantenere l’impegno assunto a inizio mandato di mettere in rete tutte le famiglie, specie in montagna, perché da parte del Governo, o dalle realtà alle strutture che sono di dipendenza governativa non c’è l’impegno, non c’è la dedizione, c’è ritardo, eccetera, quindi, ulteriore scarico di responsabilità su altri.
Io ricordo quando sollevai la prima questione rispetto a questo tema, perché credo che sia la terza o quarta volta che nell’arco di questi anni, almeno una volta la porto. Una delle primissime volte, l’assessore Taruffi mi rispose che avrebbero garantito l’installazione di stazioni radio base, di collegamenti, che avrebbero inaugurato tutta una serie di punti, adesso non so quale sia il termine tecnico, punti di accesso, punti che avrebbero permesso successivamente la distribuzione, e che quindi questo divario sarebbe stato progressivamente colmato.
Ora, lei mi ha detto che i dati che io ho riferito sono assunti da una piattaforma che ho capito non essere più puntuale. Sono i dati, comunque che in qualche modo finora sono stati come utilizzati da tutti. Se poi lei mi dice che oggi in realtà quella piattaforma non è corretta e che la Regione con Lepida ne ha individuato un’altra, andrò a individuare l’altra piattaforma, però capisce anche lei che la confusione su questo tema è tanta, soprattutto il dato finale è che non c’è il risultato nelle aree disagiate. Pensare che in realtà appenniniche di cui tutti quanti ci parliamo e riempiamo la bocca, addirittura adesso stiamo discutendo a due mesi dal termine di questa legislatura, di un progetto di legge alle Camere per le franche, le aree di sostegno fiscale, aree svantaggiate di montagna, quando poi non riusciamo a garantire i servizi minimi essenziali, capite anche voi che è una contraddizione che addirittura rasenta la presa in giro.
Io quindi credo che su questa materia la Regione abbia fallito. Per quello che riguarda… Vorrei partire… Io quando faccio le interrogazioni, e concludo, parto sempre dal programma di mandato, quello che avete promesso nel gennaio 2020, quando il presidente è venuto qui a dire “questo è il mio programma di mandato”. E tutti gli anni faccio un confronto con quello che è stato realizzato.
Su questo tema, purtroppo, il divario digitale rimane fra la montagna, le aree interne e la città, o le aree più urbanizzate, e debbo dire che questo è a tutti gli effetti un fallimento. È un fallimento che non siete stati in grado di impedire.
Sarà anche questione che alcune aziende, che alcune realtà sono di competenza governativa, ma alla fine è la Regione che fondamentalmente ha il pallino e ha la possibilità di intervenire, di pretendere, di sollecitare.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8217
Interpellanza relativa agli interventi strutturali necessari per stabilizzare le strade di montagna minacciate dal rischio frane, con particolare riguardo alla situazione della strada provinciale SP79 Pian di Balestra. A firma del Consigliere: Mastacchi
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’interpellanza 8217: interpellanza relativa agli interventi strutturali necessari per stabilizzare le strade di montagna e minacciato dal rischio frane, con particolare riguardo alla situazione della strada provinciale SP79 Pian di Balestra.
L’interpellanza è a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.
MASTACCHI: Grazie, presidente.
Stiamo parlando anche in questo caso di montagna. Parliamo di viabilità e degli effetti che a un anno dall’alluvione del maggio 2023 ancora troviamo sul territorio, non tanto quello, ma più che altro la situazione manutentiva complessiva delle strade in montagna, in particolare quelle di gestione provinciale, nel caso specifico, della Città metropolitana di Bologna.
Infatti, il traffico sulla strada provinciale 79, cosiddetta 79 Pian di Balestra, che collega Monzuno, capoluogo, alla frazione Madonna dei Fornelli del Comune di San Benedetto Val di Sambro, ad un anno da quelle date è nuovamente interrotta al chilometro 8350 fino al chilometro 10900, quindi traffico bloccato e deviato su entrambi i sensi di marcia con un’apposita segnaletica.
L’area da cui è scaturito il dissesto rientra tra quelle che furono colpite dagli eventi eccezionali del maggio scorso, pur in presenza di una presunta situazione di mancanza di pericolo dichiarata da parte della Città metropolitana, nonostante le enormi risorse messe a disposizione dal Commissario straordinario, generale Figliuolo.
Questa grave situazione è stata più volte posta all’attenzione del Consiglio metropolitano, che ha sempre risposto che l’infrastruttura non si trovava in uno stato di pericolo. Continuano ad arrivare segnalazioni dei cittadini, molto preoccupati perché si trovano a dover convivere con un netto peggioramento dei manti stradali di tante arterie a seguito dell’abbandono manutentivo degli ultimi anni.
La strada provinciale 79 Pian di Balestra è solo una di queste, è quella forse nella condizione più grave, ma anche tutte quelle circostanti, non solo di quella zona, sono in condizioni molto, molto gravi. Un esempio è la 61, che collega Rioveggio alla Val di Setta, fino al capoluogo del Comune di San Benedetto Val di Sambro, anch’essa in condizioni manutentive davvero molto, molto precarie.
Quindi, a seconda delle condizioni meteo, gli automobilisti, così come i ciclisti, ma tutti quelli che percorrono quella strada, fanno fatica a percorrerle, perché a ogni decina di metri si trovano presenti frane, buche, smottamenti del manto stradale con un fortissimo rischio di crollo della strada. Essendo su un versante si percepisce proprio la precarietà della stabilità stessa.
In assenza di interventi strutturali per stabilizzare i versanti quindi, queste strade rischiano di crollare completamente, diventano dapprima impercorribili per poi essere definitivamente irrecuperabili e chiuse, con enormi disagi per chi vive e lavora in quei luoghi.
Quindi, si interpella la Giunta per sapere se e come intende attivarsi, di concerto con la Città metropolitana, per quanto di competenza per garantire interventi organici su un territorio così fragile che un pezzo per volta si sta davvero sgretolando, e quali sono le iniziative di intervento che si intende mettere a terra per garantire interventi strutturali che stabilizzino il versante della nostra montagna, affinché queste preziose arterie stradali non crollino definitivamente a discapito di chi quei luoghi li vive o li lavora. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde il sottosegretario Baruffi. Prego.
BARUFFI, sottosegretario: Grazie, presidente.
Sorridevo, prima, consigliere Mastacchi, perché sto pensando che dovremmo chiedere un contributo alla Città metropolitana anche di ordine economico, per l’attività che qui svolgiamo e per l’attenzione molto marcata che l’Appennino tosco-emiliano, in particolare nella provincia di Bologna, anche tolta la ridente comunità di Porretta, riesce a sollecitare dentro quest’aula. Però, è questione dirimente, quella che viene posta, e sto al merito.
Naturalmente, per questa risposta ci siamo rivolti direttamente alla Città metropolitana, che ci ha fornito un quadro di lettura rispetto al tema della gestione SP79, che le compete. La Città metropolitana ha premesso che è a conoscenza naturalmente delle criticità che interessano le strade di sua competenza, e tra queste la SP79 Pian di Balestra. Per procedere con la risoluzione di tale criticità occorre distinguere quelle relative alla manutenzione straordinaria, finanziate con risorse del MIT, distribuite per priorità su 1.200 chilometri della rete da quelle riconducibili più specificamente all’alluvione.
Per intervenire su queste ultime la Città metropolitana ricorda che le risorse, le modalità e i tempi sono determinati dall’ordinanza del Commissario straordinario di Governo alla ricostruzione nei territori colpiti dall’alluvione. In particolare, l’ordinanza n. 6 del 25 agosto del 23 che ha riguardato gli interventi caratterizzati dal requisito di somma urgenza, che ha permesso la realizzazione dei lavori strettamente necessari alla riapertura al transito della SP79, interrotta dal chilometro 8300 al chilometro 9700, e l’ordinanza 13 del 12 novembre 23, che ha previsto interventi di ripristino e di riparazione per le più urgenti necessità, nell’ambito della quale non era stato inizialmente individuato, avanzato dalla Città metropolitana il fabbisogno relativo al ripristino della SP79, ritenendo di doverlo rinviare alla successiva fase della ricostruzione, cioè quella dei piani.
In considerazione dell’evoluzione dei dissesti, presenti a centinaia non solo nel territorio metropolitano, Città metropolitana ha evidenziato che nonostante l’inverno mite si sono riattivati alcuni movimenti franosi in due punti, limitandosi alla sola SP79, uno dei quali ha richiesto l’interruzione del transito per precauzione. Ha quindi segnalato la necessità di anticipare alcuni interventi, fra i quali quelli relativi alla SP79 Pian di Balestra, non solo nel tratto del Comune di San Benedetto Val di Sambro.
Città metropolitana ha pertanto ho chiesto alla struttura commissariale per tramite della Regione, di prevedere, nella prossima revisione dell’ordinanza 13, le risorse per la SP79, che assieme alla SP60 ed SP61, comportano un fabbisogno di circa 2.350.000 euro, e per le vicine SP38, fabbisogno pari a 1 milione e SP59, fabbisogno pari a 2,1 milioni, che attualmente non sono previste nell’ordinanza 13 con richiesta di stazione appaltante esterna a supporto.
Parte delle frane dei territori del Comune di Monzuno e San Benedetto Val di Sambro, aventi peculiari caratteristiche geologiche rispetto alla maggior parte delle altre attivatesi in occasione dell’alluvione dello scorso maggio nei piani speciali che sono in corso di definizione, come sapete, per giugno 24, in base a quanto previsto dall’ordinanza 22, che disciplina la costituzione e la modalità di funzionamento del gruppo di lavoro sulle situazioni di dissesto idrogeologico, che è stata pubblicata il 22 febbraio scorso.
Grazie, presidente.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, sottosegretario.
Consigliere Mastacchi.
MASTACCHI: Riprendo la sua battuta di inizio intervento, sottosegretario, per dire che per fortuna teniamo il focus così acceso, perché i casi sono due: o veramente incidiamo poco sui risultati, oppure non oso immaginare come sarebbe la situazione se noi non avessimo tutta questa attenzione per il nostro Appennino.
Comunque, a parte le battute, si è detto che la Città metropolitana è a conoscenza, vorrei anche vedere che non lo fosse, sarebbe veramente il colmo. Io però vorrei sottolineare un aspetto. Al netto di tutta l’attività che è stata elencata e che rappresenta quello che sarà fatto in conseguenza delle emergenze, quindi le ordinanze del generale Figliuolo, io volevo sottolineare in modo particolare la situazione complessiva, cioè il problema del degrado, che era già presente prima delle emergenze di maggio 2023: c’è stato un progressivo abbandono, quindi dalla chiusura della Provincia all’apertura della Città metropolitana, all’abbandono praticamente del presidio di manutenzione di quelle strade, c’è stato un progressivo abbandono che ha creato un presupposto di base che fa sì che l’alluvione abbia trovato terreno fertile per le frane. Ma lì non è solo un problema di emergenza, ma un problema complessivo di gestione delle strade.
Il rischio è davvero che questo abbandono a prescindere dal tema emergenza, porti le infrastrutture viarie della nostra montagna, quindi del nostro Appennino a un punto di non ritorno. La 79 è veramente un esempio che sarebbe da prendere in considerazione. Bisogna quindi veramente prendere consapevolezza che oltre all’emergenza c’è un problema di manutenzione generale e riprendere un po’ in mano le redini della situazione, perché il rischio è davvero che si arrivi ad un punto di non ritorno e che queste strade non siano più gestibili, ma che debbano essere chiuse.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8219
Interpellanza relativa alle misure da adottare per far fronte ai danni causati ai residenti dalla frana di Villa Sassonero, frazione di Monterenzio (BO). A firma del Consigliere: Mastacchi
PRESIDENTE (Petitti): Proseguiamo con l’interpellanza 8219: interpellanza relativa alle misure da adottare per far fronte ai danni causati ai residenti dalla frana di Villa Sassonero, frazione di Monterenzio, interpellanza a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.
MASTACCHI: Siamo di nuovo in Appennino. Parliamo ancora dell’Appennino bolognese, della frana di Villa Sassonero, in Comune di Monterenzio, dove l’abbandono delle sorgenti nelle aree montane, nel senso del venir meno della manutenzione di antiche opere di captazione delle acque sotterranee, rappresenta un pericolo per la stabilità del territorio, in quanto il conseguente ristagno di acqua nel sottosuolo può essere causa di piccole e grandi frane.
Di questo argomento abbiamo parlato anche in altre occasioni con altri atti di cui abbiamo parlato sempre in quest’aula.
Un esempio recente di una grande frana dovuta probabilmente alla presenza di sorgenti abbandonate è rappresentata nel versante di Villa Sassonero, dove la montagna composta da pietra arenaria permeabile, favorisce l’assorbimento delle acque di precipitazione, che tendono naturalmente a riemergere al contatto con le argille su cui è modellato il sovrastante versante.
In quella zona la principale di queste sorgenti, tempi addietro alimentava un acquedotto che è stato dismesso alcuni decenni fa dall’ente pubblico, senza una valutazione corretta dei rischi che questo poteva comportare sul territorio.
Evidenziato che la Protezione civile regionale, dopo la frana, è intervenuta parzialmente con diversi interventi, tra cui i lavori di drenaggio fino a sei metri di profondità, con il potenziamento della regimazione delle acque superficiali, con la chiusura delle fratture aperte, con la profilatura delle contropendenze, per evitare che in seguito a futuri eventi meteo ulteriori, l’acqua si infiltrasse nel terreno, saturando la coltre argillosa e aumentando la probabilità di innescare una nuova ripresa del movimento, sono state realizzate anche approfondite indagini geognostiche da cui è emerso che nel sottosuolo l’acqua sorgiva non più captata a monte circola e ristagna fino ad oltre 10 metri di profondità.
La probabilità che si verificasse il fenomeno franoso era conosciuta, tanto che il versante di Villa Sassonero era stato nel 2002 ricompreso nella perimetrazione delle zone a rischio elevato e molto elevato di frana nell’ambito del piano-stralcio dell’assetto idrogeologico (cosiddetto PSAI), da parte dell’Autorità di bacino del Reno.
Nella schedatura PSAI del 2002 si era specificatamente rilevato che ai fini della prevenzione e mitigazione di eventuali frane dovessero essere captate le sorgenti abbandonate, cosa che invece non è stata realizzata. Considerato che il movimento franoso di Villa Sassonero ha prodotto danni serissimi alle abitazioni, che al momento risultano completamente inutilizzabili, ai locali di un’azienda ricettiva, e inoltre lesionato le strutture di un allevamento della zona, che ha visto crollare il proprio capannone, i soggetti residenti coinvolti sono stati evacuati per 58 giorni, dal 6 febbraio al 26 marzo 2023 a seguito della delimitazione della zona rossa inaccessibile, senza poter fruire né delle abitazioni, né delle loro sedi aziendali, riscontrando quindi ingenti danni anche in termini di produttività.
Ad oggi, grazie agli studi di monitoraggio, tuttora in corso ad opera della Protezione civile regionale, in collaborazione con l’Università di Bologna, si è portati a ritenere che la natura della frana sia molto complessa e forse legata anche alla presenza di fluidi e idrocarburi profondi, quindi, da un lato che sia senz’altro non imputabile semplicisticamente alle acque piovane; dall’altro, invece, che sia fortemente condizionato dalla presenza di sorgenti abbandonate.
La comunità di Villa Sassonero rimane a tutt’oggi in attesa dell’individuazione da parte degli enti competenti della classificazione precisa di calamità che ha colpito quella zona, a fronte di regolari permessi di costruire e di recenti ampliamenti di attività e abitazioni, la mancata individuazione del tipo di calamità genera una situazione di indeterminatezza in cui versano i proprietari degli immobili lesionati che attendono di sapere se, come e quando potranno attivarsi per demolire ed eventualmente ricostruire gli immobili soggetti a crolli e per chiedere il risarcimento dei danni.
Si interpella quindi la Giunta per sapere se e come, visti gli esiti dei piani per l’assetto idrogeologico realizzati in precedenza, la Regione si è adoperata negli ultimi 22 anni per captare le sorgenti abbandonate, ai fini di prevenire eventuali movimenti franosi, così come disposto a seguito della schedatura del rischio frana da parte dell’Autorità di bacino del 2002; se e come intende attivarsi per sbloccare la situazione di perdurante incertezza in cui versano coloro che hanno avuto i danni in seguito alla frana di Villa Sassonero, al fine di chiarire la tipologia di calamità, le modalità di gestione delle strutture crollate e gravemente lesionate, nello specifico, per conoscere come e quando si potrà attivare per ricostruire e per ripristinare gli immobili danneggiati e mettere in sicurezza quelli ancora in stato di pericolo; terzo, le modalità di risarcimento dei danni.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Risponde la vicepresidente Priolo.
PRIOLO, vicepresidente della Giunta: Grazie, presidente.
Consigliere, oggi è una giornata in cui ci troviamo spesso.
Secondo me non sarà soddisfatto come questa mattina, ma in relazione a quanto da lei richiesto, le fornisco i seguenti elementi di risposta, posto che credo che la stessa domanda dovrebbe essere inoltrata anche all’amministrazione comunale, però questa è una mia considerazione personale. In merito alle competenze in materia di regimazione idrica superficiale, faccio presente che secondo la normativa del piano stralcio per l’assetto idrogeologico che lei ha citato, per le aree zonizzate in aree in dissesto, aree da sottoporre a verifica e aree di evoluzione del dissesto, si applica l’articolo 10 che prevede specifiche prescrizioni agroforestali, poste in capo ai soggetti proprietari e ai conduttori dei terreni.
Fra queste, rientrano la regimazione idrica superficiale e il convogliamento delle sorgenti e delle acque di ristagno al reticolo di scolo tramite opere di drenaggio di captazione.
Quindi, faccio riferimento al piano da lei citato. Tale competenza è ribadita anche nel regolamento regionale n. 3 del 2018, ovvero regolamento forestale regionale in attuazione dell’articolo 13 della legge 30 del 1981: secondo gli articoli 53 e 54 i privati sono tenuti nell’ambito delle diverse disposizioni a predisporre e mantenere efficiente la rete scolante principale e periferica, onde evitare che si verifichino scoscendimenti ed eccessivi trasporti di materiale terroso e, omissis, a mantenere in piena efficienza i fossi di guardia, di scolo e le cunette stradali, liberandoli dai residui di lavorazione dei terreni, da eventuali piante che ostruiscono il passaggio delle acque, nonché dalle foglie e dal terriccio in essi accumulatisi.
Ciò chiarito, e spero che sia sufficientemente esaustivo, la Regione a supporto delle conoscenze sulle sorgenti – ne abbiamo già parlato, come sottolineato – ha reso disponibili nelle banche dati regionali il portale Minerva della Direzione e cura del territorio e dell’ambiente, ed i siti della cartografia interattiva regionali, banche dati dove sono documentate le sorgenti in condizioni di naturalità, o da segnalazioni storiche.
È inoltre in corso un censimento partecipato – abbiamo parlato anche di questo –delle sorgenti libere, nell’ambito del progetto Citizens Science, che l’area geologia suoli e sismica ha attivato, ed è stato avviato nel 2023 per l’implementazione delle citate banche dati territoriali.
Entrando ulteriormente nel merito della frana di Villa Sassonero, e sentita l’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, si fa presente che gli eventi di protezione civile sono disciplinati, come lei sa, dal testo unico del Codice civile, cioè dal decreto legislativo 1 del 2018, in cui all’articolo 7 classifica tali eventi in base ad estensione e gravità, che richiedono un coinvolgimento che va dal livello locale a quello regionale, a quello nazionale, nel caso di eventi calamitosi particolarmente complessi.
Analoga classificazione si ritrova all’articolo 2 della legge regionale 1 nostra, del 2005, in base alla quale l’evento di Sassonero può essere inserito alla lettera a) ossia ascrivibile ad eventi naturali o connessi con attività umane che possono essere fronteggiati a livello locale, con le risorse, gli strumenti e i poteri di cui dispone ogni singolo ente ed amministrazione per l’esercizio ordinario delle funzioni ad esso spettanti.
Si tratta infatti di una frana di scorrimento traslativo, localizzata nel solo Comune di Monterenzio, che ha coinvolto un numero ridotto di proprietà. Ai sensi della citata legge 1 del 2005 a tali tipi di eventi si applica tuttavia l’articolo 10, in base al quale il dissesto è stato oggetto degli interventi eseguiti in somma urgenza da parte dell’ufficio territoriale di Bologna, dell’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile.
Il fenomeno franoso è tuttora monitorato dall’Ufficio territoriale di Bologna, e allo stato attuale non presenta movimenti significativi. L’Agenzia è intervenuta in esercizio ordinario delle proprie funzioni in quanto non si escludeva, come abbiamo già detto altre volte, che l’evolversi del dissesto potesse interessare l’alveo del torrente Sillaro, che scorre immediatamente ai piedi della frana.
La stessa Agenzia, a seguito dell’attivazione del movimento franoso, è intervenuta ai sensi dell’articolo 10, comma 1, della legge 1 del 2005, attivando l’istituto del CAS a favore della popolazione evacuata con l’erogazione, attraverso il Comune, del contributo di autonoma sistemazione per i tre nuclei familiari sgombrati a far data dal 6 febbraio 2023 e fino alla data di fine dei lavori di ripristino delle abitazioni sgombrate.
Quindi, non si sono in questo momento elementi equivoci, consigliere. La norma è chiara, il Comune sa perfettamente qual è il regime all’interno del quale noi ci troviamo. Abbiamo operato nelle nostre competenze e stiamo supportando, per quanto di competenza, l’amministrazione comunale, ma non siamo nell’ambito di una dichiarazione di stato di emergenza di carattere nazionale, che poi vede l’attivazione delle misure da lei eventualmente ipotizzate, e che genericamente prevedono un rimborso iniziale di 5 o 20.000 euro. Non siamo in questa fattispecie, pertanto, nella relazione immediata con l’amministrazione comunale, i citati cittadini devono trovare le risposte che lei stava chiedendo.
PRESIDENTE (Petitti): Prego, consigliere Mastacchi.
MASTACCHI: Grazie, presidente, grazie vicepresidente per la risposta, che immaginavo, un po’ ero preparato a ricevere questo tipo di risposta, che chiaramente, come lei ha appena anticipato, non mi soddisfa, perché chiaramente l’attesa che i cittadini avrebbero avuto era quella di essere conseguenti rispetto alle prescrizioni che erano state fatte all’epoca, quindi, che qualcuno si attivasse per far sì che quelle sorgenti pubbliche, perché fino a un certo punto le sorgenti sono pubbliche, poi improvvisamente diventano di responsabilità privata nel momento in cui vengono abbandonate, nel momento in cui cominciano a causare danni… Ma di questi casi ce ne sono veramente tanti, in Appennino, infatti i casi che ho citato prima, non sono a Villa Sassonero, sono in altri Comuni, sono veramente diffusi.
Sappiamo bene che gli acquedotti rurali sono diffusi, sappiamo bene che sono pubblici, sappiamo bene che gradualmente sono in una fase di abbandono da parte in particolare del gestore che in questo momento nel nostro territorio è HERA, e nel momento in cui HERA si disinteressa di un impianto e lo abbandona a se stesso, il proprietario di quel terreno, che magari è un asse ereditario di 50 persone, 20 persone che non sanno neanche di esserne responsabili, improvvisamente diventano responsabili e dovrebbero diventare dei tutori del territorio.
Io credo che su questo argomento, lo dicevamo prima, ormai siamo a fine legislatura, non è che abbiamo più tanto tempo per fare delle programmazioni di prospettiva di lungo termine, ma credo che su questo argomento in qualche modo ci si dovrà tornare. Quello di cui stiamo parlando per la montagna è un problema veramente grave, a parte il caso specifico sul quale stiamo accendendo il focus, e sul quale credo che si debba trovare una soluzione, perché gradualmente tutti questi acquedotti stanno provocando problemi di dissesto veramente importanti. Io ho proprio sotto gli occhi tanti casi che conosco, per cui credo che sia importante che al di là di quelli che sono i codici che possono spostare la responsabilità, il focus da una parte all’altra, sia importante che noi abbiamo consapevolezza, e che su questo ambito in prospettiva futura ci lavoriamo.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
OGGETTO 8246
Interpellanza per sapere se la Giunta ritenga opportuno apportare modifiche alla L.R. n. 28/2019, sul contrasto ai fenomeni di sovraindebitamento, al fine di rendere questo strumento normativo ancora più conosciuto e utilizzato e di ostacolare il consolidamento di forme di illegalità come l’usura. A firma del Consigliere: Mastacchi
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati all’ultima interpellanza, la 8246: interpellanza per sapere se la Giunta ritenga opportuno apportare modifiche alla legge regionale 28 del 2019 sul contrasto ai fenomeni di sovraindebitamento, al fine di rendere questo strumento normativo ancora più conosciuto e utilizzato e di ostacolare un consolidamento di forme di illegalità come l’usura.
L’interpellanza è a firma del consigliere Mastacchi. Prego, consigliere.
MASTACCHI: Usciamo dal territorio della montagna, anche se è un tema che tocca anche la montagna, ma è trasversale, sfortunatamente tocca tutti. Parliamo della legge sul sovraindebitamento. Premesso che la legge 3 del 2012 recante “Disposizioni in materia di usura e di estorsione”, nonché di composizione della crisi da sovraindebitamento, la cosiddetta legge salva suicidi, ha introdotto nel nostro ordinamento la procedura per favorire l’accordo tra soggetti debitori e creditori nelle situazioni non riconducibili alle procedure concorsuali vigenti; che la nostra Regione, con la legge regionale 28/2019 si è inserita con l’obiettivo di estendere e rafforzare le misure già previste per prevenire, contrastare e definire le crisi da sovraindebitamento. La disciplina sul sovraindebitamento garantisce anche ai soggetti non fallibili connotati da gravi situazioni debitorie l’accesso a misure di carattere sdebitatorio, tali da consentire loro di potersi ricollocare utilmente all’interno del sistema economico e sociale, senza il peso delle pregresse esposizioni, pur a fronte di un adempimento solo parziale rispetto al passivo maturato.
La nostra Regione negli ultimi anni è stata pesantemente interessata da diversi eventi come il Covid, l’emergenza di cui abbiamo parlato anche prima, le varie guerre che incidono sull’economia, eccetera. Gli eventi richiamati hanno contribuito a rendere ancor più drammatica l’esposizione debitoria di imprese e famiglie, rendendo il sovraindebitamento un fenomeno sempre più diffuso nelle nostre comunità.
Il Comune di Bologna, di recente, ha registrato un aumento di procedure di sovraindebitamento che coinvolgono consumatori, professionisti e piccoli imprenditori. Ma nonostante il numero delle persone che ricorre a questo strumento sia in aumento, rimane purtroppo ancora un istituto poco conosciuto ed utilizzato. Questa legge merita di essere attuata in modo compiuto perché il numero di persone che si rivolge a questo istituto è in crescita, e più si conosce la possibilità di fare ricorso a questo strumento, più lo strumento viene ritenuto utile a persone in difficoltà.
Il progetto di legge 4346 “Interventi per sostenere l’attivazione di sportelli pubblici di ascolto per il sovraindebitamento”, che sarebbe intervenuto sulla 28 del 2019, da me presentato, voleva inserirsi proprio in questo percorso già tracciato della legge regionale, con l’obiettivo di estendere e rafforzare le misure già previste, prendendo atto delle molteplici difficoltà, sia di natura operativa che psicologica che i soggetti sovraindebitati si trovano ad affrontare. Ma non è stato accolto, ritenendo che la legge regionale contenesse già tutti gli elementi fondamentali per essere applicata. Considerato che a seguito dell’approvazione dell’oggetto 6179, a mia prima firma, quale ordine del giorno collegato alla legge di stabilità regionale 23 in ordine all’impegno assunto dall’assessore Taruffi, e della Giunta, rispetto allo stanziamento di 400.000 euro per il raggiungimento degli obiettivi della legge, approvato nel 2019 ha previsto sia per il 2024 che per il 2025 200.000 euro per ogni annualità.
A seguito della mia richiesta, ai sensi dell’articolo 30, per verificare lo stato di messa a terra della legge, il direttore riferisce che attualmente sono in corso ulteriori interlocuzioni con gli Ordini degli avvocati, dei commercialisti, esperti contabili finalizzati a definire passaggi successivi per i provvedimenti da adottare per le opportune modifiche alla legge, e qui abbiamo una grande contraddizione: prima la legge andava bene, adesso non va più bene, per la predisposizione degli avvisi pubblici di finanziamento delle azioni in applicazione della 28/2019.
Se non ci impegniamo a potenziare la diffusione di questo strumento, c’è il rischio di un aumento di ricorso all’usura da parte dei soggetti più vulnerabili, tra cui le microimprese, gli artigiani e le partite IVA. Quindi, interpello la Giunta per sapere se contrariamente a quanto sostenuto ad oggi, la legge 28/2019 necessita di modifiche normative e nel caso, su quali parti della normativa si intende intervenire, al fine di impedire un pericoloso impoverimento di imprese e famiglie e di ostacolare la nascita di ulteriori forme di fragilità tendenti a facilitare l’ingresso e il consolidamento di forme di illegalità, come l’usura; se intende utilizzare le risorse stanziate per il 24 e 25 per finanziare attività e azioni in cui gli unici beneficiari diretti siano soggetti sovraindebitati e non la macchina amministrativa.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Mastacchi.
Risponde l’assessore Taruffi. Prego.
TARUFFI, assessore: Grazie, presidente.
Ringrazio il consigliere Mastacchi, che torna a sollecitare l’attenzione dell’aula su questo tema, sul quale ci siamo già confrontati diverse volte. Evito di fare battute, le risparmierò per dopo, quando ci troveremo fuori con il consigliere Mastacchi.
Confermo lo stanziamento di risorse che abbiamo predisposto e votato all’atto del bilancio di previsione del 2024 e 2025, ci sono le risorse che sono state stanziate all’atto di previsione, votate dall’Assemblea. Ovviamente sono a disposizione. Confermo il lavoro e l’interlocuzione che abbiamo avuto con gli Ordini degli avvocati, l’Ordine dei commercialisti e confermo la necessità di dare corso a quella legge del 2019, che come abbiamo avuto modo di ricordare in diverse altre occasioni, sempre su sua interrogazione, question time, interpellanza o accesso agli atti, poi sono finiti gli strumenti; quindi,… Dobbiamo dare corso alla legge del 2019, da definire nel 2019.
Ovviamente, come ho detto in altre circostanze, sarebbe stato necessario dare immediata attuazione a quella legge, che fu approvata sul finire della scorsa legislatura, salvo che alcuni elementi che anche ha ricordato, hanno aggravato la situazione economico-sociale del Paese, e ovviamente anche quella della salute più generale, perché la pandemia è stato un dramma innanzitutto da quel punto di vista, però ci ha impedito di portare avanti tutte le iniziative che avremmo dovuto prendere e portare a compimento nella prima parte della legislatura.
Nella seconda, abbiamo ripreso il lavoro e abbiamo dato compimento a quello che è stato il lavoro avviato nella scorsa legislatura e, ribadisco, anche sollecitato e ripreso in diverse risoluzioni approvate dall’aula, a firma di diversi componenti di quest’aula, a partire dalla proponente del Movimento 5 Stelle della legge stessa del 2019. Sul solco di quell’impegno, noi stiamo portando avanti il lavoro che ho detto. Le risorse ci sono, dovrebbe essere l’elemento più importante sul quale confrontarsi. Vedrà che a brevissimo, quando vedrà anche il bando che gli uffici stanno predisponendo e che darà corso alle risorse, a complemento delle risorse che sono state stanziate, troverà che tutti gli elementi che abbiamo richiamato nei vari passaggi che abbiamo fatto sono stati rispettati.
Io penso che al di là di tutte le dispute, consigliere Mastacchi, ci sia un elemento importante sul quale dovremmo provare a un certo punto a convenire. C’è una legge della scorsa legislatura, quindi senza avocare o invocare paternità, a cui in questa legislatura stiamo dando corso.
Questo è l’elemento del perimetro nel quale ci stiamo muovendo, e lo stiamo facendo con la serietà necessaria, cioè innanzitutto stanziando le risorse che serviranno per far conoscere questo strumento, da un lato, e per aiutare chi si rivolge agli OCC e agli OCC stessi per funzionare meglio.
Questo è quello che stiamo facendo. Io credo che al di là di tutto, al di là delle dispute sugli elementi, dovremmo riconoscere questi passaggi: leggi della scorsa legislatura. Io avevo un altro ruolo, lei non c’era, leggi della scorsa legislatura alle quali quest’anno stiamo dando attuazione, sulla base, certo, di una cornice nazionale, lo sappiamo, l’ha ricordato, però questo stiamo facendo. Credo che interesse di tutti dovrebbe essere puntare l’attenzione su questo, cioè sul fatto che abbiamo messo le risorse e le metteremo a disposizione per rendere più efficace, innanzitutto per far conoscere e rendere più efficace questo strumento. Quindi non posso che ribadire questi due concetti che le ho già espresso in diverse occasioni, però io sono per il colloquio, per il dialogo, quindi, se lei vorrà continuare a chiedere, noi continueremo a rispondere.
A un certo punto la legislatura finirà. Sono sicuro che prima della fine della legislatura avremo una risposta a quella più importante, cioè alle risorse messe a terra. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliere Mastacchi, prego.
MASTACCHI: Grazie, assessore, della sua non risposta, che naturalmente mi lascia non soddisfatto.
L’unico dato positivo di tutta questa discussione, che dura già, credo, da più di due anni, è il fatto che abbiamo messo i soldi, e che quindi ci sarà la possibilità, prima o poi, a valle di tutto quello che sta succedendo, anche oltre quello che ci stiamo dicendo oggi, di poter veramente dare una mano a queste persone, che avremmo però potuto aiutare due anni fa.
Se si fosse preso atto che erano necessarie delle modifiche a quella legge, cosa su che lei oggi ha elegantemente glissato, quello che lei ha promesso di fare prima della fine della legislatura, molto probabilmente avremmo già cominciato a farlo, e avremmo cominciato ad aiutare quelle persone che tutti ci riempiamo la bocca di voler aiutare, cosa che facciamo, ma privilegiando più le bandiere di partito e i risultati personali rispetto al risultato reale.
Per cui, la ringrazio della risposta ma, ribadisco, non sono soddisfatto, e poi sa già che ci sono altre attività in corso e che non è che smettendo di chiedere si risolva il problema. Continuerò a chiedere con gli strumenti che ho a disposizione, fin quando questa situazione e questi stanziamenti che lei stesso ha fatto, non sarà possibile che vengano utilizzati correttamente e nei tempi, compatibilmente con quello che è successo fino ad oggi, più stretti possibile.
Grazie, assessore.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Abbiamo concluso le interpellanze.
OGGETTO 8049
Progetto di legge d’iniziativa Consiglieri recante: “Contrasto dell’abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)”. A firma dei Consiglieri: Pigoni, Zappaterra, Gerace, Bondavalli, Rontini, Costa, Sabattini, Bulbi, Dalfiume, Fabbri, Daffadà, Caliandro, Mumolo, Mori, Marchetti Francesca, Soncini, Montalti (84)
(Continuazione discussione e approvazione)
(Ordini del giorno 8049/1/2/3/5 oggetti 8378 – 8379 – 8380 – 8382 – Discussione e approvazione)
(Ordine del giorno 8049/4 oggetto 8381 – Discussione e reiezione)
PRESIDENTE (Petitti): Riprendiamo dall’ordine del giorno dei lavori di questa Assemblea, più precisamente dall’oggetto 8049: Progetto di legge d’iniziativa dei consiglieri recante il contrasto dell’abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 e alla legge regionale 28 luglio 2008 n. 14”, a firma dei consiglieri Pigoni, Zappaterra Gerace, Bondavalli, Rontini e altri.
Siamo arrivati al dibattito generale. Chiedo se qualche consigliere vuole intervenire.
Consigliere Facci, prego.
FACCI: Grazie, presidente.
Brevemente, su questo progetto di legge, un progetto di legge sicuramente importante, sicuramente necessario, la finalità è una finalità assolutamente nobile: quella di impedire che vi siano ostacoli alla piena fruizione della pratica sportiva, delle discipline sportive, da parte di chi abbia interesse, in particolare, ma non ovviamente in via esclusiva, le fasce giovanili.
Ovviamente, noi ci rivolgiamo a tutti. È importante e interessante, questo progetto di legge, soprattutto nella parte in cui tende a rimuovere quelli che sono potenziali ostacoli alla fruizione dell’attività sportiva. Quali possono essere gli ostacoli? Vien da dire che certamente a volte l’accesso a corsi ha una serie di costi; quindi, è un ostacolo di natura economica. A volte possono esservi delle difficoltà, magari rispetto a integrazioni, a differenze all’interno della società, a livello magari di composizione di vari nuclei. E allora questi sono ostacoli di natura sociale, infatti nel testo di questo progetto di legge si parla di ostacoli di natura sociale o di natura economica.
Quello che manca, infatti li presenterò adesso – li ho appena preparati, con il mio collega di Gruppo, Montevecchi – è una serie di emendamenti che in realtà sostanzialmente tutti vanno in un’unica direzione: quella che la rimozione degli ostacoli deve anche essere di natura territoriale, perché l’attività sportiva non è uguale farla nell’ultimo paese, l’ultimo Comune, l’ultimo territorio dell’area regionale rispetto ai centri urbani.
L’ostacolo di natura territoriale allora non vi deve essere, occorre che effettivamente ci sia la consapevolezza che, come l’attività lavorativa, come l’andare a scuola, anche l’attività ludico-sportiva deve essere… Le famose pari opportunità non solo quelle fra uomo e donna, ma io ho sempre detto che le pari opportunità devono essere fra territori. Ora, questa parola, “territoriale”, non la trovate, in questo progetto di legge, e questo emendamento ritengo che vada nel senso di completare, perché la finalità è la medesima, si condivide il senso pieno di questo progetto di legge. Allo stesso tempo, credo che proprio perché anche l’impiantistica sportiva realizzata in contesti periferici sia più difficile anche da completare, sia più difficile da portare avanti, da realizzare, credo anche che occorra un meccanismo perequativo per il quale ci sia un elemento premiale, quindi, gli elementi premiali… L’articolo 4 parla, nella logica dei contributi regionali, il terzo comma prevede gli elementi di premialità, ai quali possono naturalmente aggiungersi ulteriori premialità che la Giunta andrà successivamente eventualmente a individuare. Noi crediamo che un elemento di premialità sia anche quello di mettere come criterio aggiuntivo, quello dove i beneficiari dei contributi siano ubicati in aree interne o Comuni montani, o anche i progetti, gli interventi siano da realizzarsi in aree interne ai Comuni montani, come elemento premiale.
L’altra questione che vorrei evidenziare è quella legata a un tema che l’ordine del giorno della collega Zamboni tratta: quello della medicina dello sport. La questione della medicina dello sport, visto che leggendo il testo dell’ordine del giorno sembra quasi che sia stata una prerogativa del Gruppo di Europa Verde, voglio dire che da questi banchi parliamo di difficoltà a ottenere i certificati medici dello sport da tempo. Credo allora che anche qui la questione vada ridimensionata. Dov’è più difficile avere il medico sportivo? Nelle aree montane.
Nelle mie precedenti interrogazioni, ovviamente ho parlato del mio territorio, quindi del territorio che conosco, dove ho ricevuto le lamentele e le segnalazioni delle associazioni operanti sul territorio che hanno segnalato che gli atleti dovevano rivolgersi a strutture private, ma soprattutto anche lontane, non necessariamente le strutture private sono su posto idonee al rilascio di quella certificazione. Il servizio di medicina dello sport fino a poco tempo fa in quei territori era presente.
Io credo allora che l’ordine del giorno debba specificare dove ci sono le maggiori difficoltà. Naturalmente, occorre che sia garantita a tutti la possibilità di avere la certificazione medica, ma mentre in alcuni territori è scontato, quasi, che vi sia, in altri dev’essere chiaro che invece questo tipo di possibilità è preclusa da tempo, o più che preclusa è ostacolata, fortemente limitata da tempo, da anni.
La mia prima interrogazione su questo tema è… Ed è tuttora così. Io credo che anche quando scriviamo gli ordini del giorno, o comunque facciamo le sollecitazioni alla Giunta, bisogna essere il più possibile completi nel rappresentare la situazione. Dove la medicina dello sport oggi impedisce la piena fruizione dei servizi sportivi è nelle aree montane e nelle aree interne, nelle aree più lontane, le aree periferiche.
Scriviamo allora che sono le aree montane, non diamolo per scontato o sottointeso.
Questo è il motivo per il quale abbiamo presentato un ordine del giorno parallelo a quello della collega, ma che non richiama in alcun modo quello che abbiamo fatto noi come Gruppo, perché credo che anche un ordine del giorno debba essere il più possibile, se si chiede il voto a tutti, deve essere oggettivo, deve dire i fatti quali sono, senza dire “ho presentato l’interrogazione”, o “abbiamo ricevuto noi questa segnalazione”, sennò impedisce un’adesione che sarebbe naturale, diversamente, quindi, fondamentalmente chiedendo la stessa cosa, chiedendo che la certificazione medica non sia un ostacolo, ma ripeto, in modo da… Individui la Giunta, quelle che sono le modalità più efficaci, ma oggi l’assenza di una figura sui territori in grado di rilasciare questi certificati è un ostacolo.
Siccome il progetto di legge vuole andare nel senso di rimuovere qualsiasi ostacolo, gli ostacoli, come ho detto, sono sociali, economici, ma sono anche territoriali. Questo lo vogliamo rimarcare, e questo è il motivo per il quale presento insieme al collega gli emendamenti che mi appresto a depositare. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Consigliera Zamboni, prego.
ZAMBONI: Grazie, presidente.
In un certo senso il consigliere Facci ha già “semi illustrato” l’ordine del giorno che ho depositato, e ringrazio anche Giulia Pigoni che l’ha sottoscritto, collegato all’oggetto 8049. Questo ordine del giorno sollecita la Giunta a garantire su tutto il territorio regionale, un’ampia disponibilità di visite per le certificazioni, per la pratica sportiva agonistica attraverso i servizi gratuiti forniti dal sistema sanitario regionale.
Qualora, secondo punto, questa offerta non fosse sufficiente a coprire l’intera domanda, a predisporre agevolazioni per l’ottenimento del certificato di idoneità alla pratica sportiva agonistica a favore di famiglie con più figli a basso reddito o comunque in difficoltà, al fine di garantire l’accesso alla pratica sportiva.
Questo ordine del giorno è motivato dal fatto che ogni anno, a partire dal compimento dei 12 anni di età, i minori impegnati in un ampio spettro di attività sportive, dal calcio al nuoto, al tiro con l’arco, solo per fare alcuni esempi, devono presentare la certificazione di idoneità alla pratica sportiva agonistica per poter continuare a praticare tale attività.
La certificazione viene rilasciata dopo la visita medica dai servizi di medicina dello sport delle aziende ULSS, dai medici dello sport che lavorano per il Servizio sanitario regionale, o da strutture private autorizzate o studi professionali inseriti in un apposito elenco regionale.
È chiaro che nel caso delle strutture private e degli studi professionali, questo rilascio avviene a pagamento, quindi a carico delle famiglie richiedenti.
Nell’ordine del giorno è indicato che il Gruppo Europa Verde ha raccolto numerose segnalazioni, non tanto per acquisire il diritto esclusivo a parlare di questa tematica, ma semplicemente per motivare le ragioni dell’ordine del giorno. Ossia, sono state queste segnalazioni che ci sono pervenute che ci hanno evidenziato la difficoltà di prenotare le visite mediche per la certificazione di idoneità alla pratica sportiva agonistica nell’ambito dei servizi di sanità pubblica.
Quindi, è una certificazione obbligatoria, ma dalle segnalazioni che sono arrivate e che hanno quindi motivato la presentazione di questo ordine del giorno, nelle strutture pubbliche non sempre si riesce ad ottenere la certificazione, e si deve quindi ricorrere a proprie spese a strutture private.
Ripeto: dalle segnalazioni che abbiamo avuto, non risulta che il problema riguardi solo la montagna, ma che riguardi anche la città. Semplicemente, probabilmente, ad avvio delle attività sportive si accumulano le richieste; quindi, c’è il problema di riuscire a gestirle. Questo è. Questo, quindi, è il motivo per cui come Gruppo Europa Verde presentiamo questo ordine del giorno, che è già stato sottoscritto dalla proponente del progetto di legge, contro l’abbandono delle attività sportive.
Abbiamo aggiunto nel testo maggiore chiarificazione delle motivazioni di questo ordine del giorno “le certificazioni di idoneità alla pratica sportiva agonistica e non agonistica sono regolamentate dalla delibera di Giunta 1418 del 2003, in cui si afferma che il rilascio sia dei certificati di idoneità, sia dei certificati di idoneità alla pratica sportiva non agonistica che agonistica è compreso nei livelli essenziali di assistenza per i minorenni e disabili di ogni età, e avviene senza alcun onere a carico degli interessati anche relativamente a eventuali esami diagnostici aggiuntivi”.
I costi, le attività sportive, e tra queste l’ottenimento delle certificazioni mediche, possono pesare in modo anche importante sui bilanci familiari, in particolare per le famiglie con più figli, con genitori separati, o con una sola fonte di reddito. Quindi, in questo concordo con il consigliere Facci, che ovviamente tra i motivi di abbandono dell’attività sportiva ci può essere anche proprio quello socioeconomico, cioè di famiglie che non riescono ad affrontare i costi.
Siccome la finalità del progetto di legge 8049 enunciata all’articolo 1 è quella di rafforzare le condizioni necessarie a garantire il diritto alla partecipazione alla pratica sportiva e a contrastare l’abbandono sportivo, in particolare da parte degli adolescenti, dei giovani e delle persone in condizioni di fragilità o di svantaggio sociale o economico, ecco che con questo ordine del giorno si vuole cercare di eliminare almeno una delle possibili cause di disagio economico per famiglie particolarmente fragili, ossia il doversi accollare le spese per il rilascio della certificazione.
Questo è l’intendimento dell’ordine del giorno. Al di là del fatto che sia citato il Gruppo Europa Verde, ripeto, semplicemente per sostenere la motivazione che ha portato a presentare questo ordine del giorno, spero che ci sia una condivisione e che quindi anche da questo punto di vista, si contribuisca a sostenere la pratica sportiva, che davvero per adolescenti, per giovani è una fonte fondamentale di socializzazione e di socializzazione in un ambiente che sia anche agonistico competitivo, se non è portato allo stremo, e comunque, spesso, anche di attività, di sport in gruppi, che quindi particolarmente aiutano nel senso di crearsi anche rapporti di amicizia.
E poi, fa molto bene al fisico. Nell’età dello sviluppo, l’attività sportiva è davvero una fonte insostituibile di supporto allo sviluppo del fisico di bambini e adolescenti.
Approfitto quindi anche per ringraziare la consigliera Pigoni, che ha avuto l’idea di presentare questo progetto di legge che sicuramente ha una motivazione più che condivisibile e l’ha motivato.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Zamboni.
Altri in dibattito generale? Consigliera Piccinini, prego.
PICCININI: Grazie, presidente.
Molto è già stato detto, quindi il mio intervento sarà un intervento breve, solamente per alcune sottolineature che riprendono una discussione che abbiamo già fatto in quest’aula, e soprattutto un approccio a questa tematica che dal mio punto di vista è molto diversa rispetto ad alcune questioni che sollevava la collega Catellani rispetto alle attività sportive intese…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio in aula, per favore.
Grazie.
PICCININI: Intese solo ed esclusivamente come competizione e come agonismo. In questo senso, voglio ringraziare la relatrice, Giulia Pigoni perché questo progetto di legge rimane nell’alveo di ciò che è sancito anche dalla nostra Costituzione all’articolo 33, dove si dice – lo voglio citare di nuovo – che “la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme”. Sono concetti dal mio punto di vista fondamentali, quindi non si parla di competizione, ma si parla di valori.
Questo risuona molto nelle idee che il Movimento 5 Stelle porta avanti. ed è il motivo per cui noi ci troviamo sostanzialmente d’accordo con l’articolato del progetto di legge. Abbiamo voluto, e in questo senso ringrazio anche il collega Federico Amico, che ha voluto…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, c’è davvero molta confusione, oggi.
Proviamo ad ascoltarci un po’. Prego.
PICCININI: … che ha voluto sottoscrivere un emendamento presentato in Commissione, che riprende la legge contro le discriminazioni di genere, o meglio, la legge contro le discriminazioni delle persone LGBT, perché quando si parla di sport e quando si parla di discriminazioni, non si parla solo di discriminazioni contro le donne. Le discriminazioni sono discriminazioni in quanto tali, non rispetto al sesso, o rispetto agli orientamenti sessuali, perché è assurdo anche solo pensare che una persona LGBT debba essere meno tutelata rispetto alle persone binarie, rispetto a tutto il resto del mondo. È davvero un concetto che io rigetto totalmente.
Quello che abbiamo fatto è semplicemente andare a prendere quella legge e inserirla come riferimento all’interno di questo progetto di legge. Tant’è che all’interno della legge 15 del 2019, si parla anche di sport ed era esattamente coerente con quello che stiamo facendo oggi. Quindi mi pare assurdo che la Lega – non so se è un pensiero condiviso da tutto il centrodestra – oggi si scandalizzi, semplicemente perché andiamo a citare il numero e la norma di riferimento all’interno di questo progetto di legge. Le discriminazioni di genere sono discriminazione in quanto tali e devono valere per tutti.
Davvero, mi pare assurdo dover ribadire questi concetti nel 2024, e che ci si nasconda dietro questi particolari per non votare la legge…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, grazie.
PICCININI: … per non votare questa legge, mi sembra assolutamente paradossale.
Peraltro, sui nostri territori esistono associazioni che lavorano proprio in questo senso per l’integrazione, per la coesione, e sono realtà che già esistono. Quindi, di che cosa stiamo parlando?
Io voglio ringraziare, perché sembra una questione di dettaglio, ma non lo è, è una questione di sostanza, perché la forma è anche sostanza, l’aver inserito quel riferimento di legge ci indica in quale campo vogliamo stare, ci indica in che direzione vogliamo andare, ci indica quale atteggiamento abbiamo nei confronti della società delle discriminazioni e dell’integrazione. Quindi voglio ringraziare i colleghi che su un emendamento che sembrava banale, ma non lo è, hanno deciso di votare a favore, e oggi non si nasconderanno, o non giustificheranno il loro non voto favorevole, semplicemente per avere fatto riferimento a quella norma che approvammo con tanta fatica e con lo sforzo di tutti, perché io c’ero, e me lo ricordo molto bene il dibattito che ci fu qua dentro. È quindi un risultato che è stato ottenuto con grande fatica, ma è un punto che noi abbiamo messo nella legislazione regionale, che ogni volta che si presenta l’occasione, noi dobbiamo avere la forza di ribadire.
Dal mio punto di vista, questo è un motivo qualificante, associato al fatto, ripeto, che il taglio e la cornice sono quelli della Costituzione. Io ricordo anche il dibattito che facemmo quando discutemmo, nella scorsa legislatura, della legge sullo sport, quando proprio il Movimento disse: guardate che se approviamo quel testo, andiamo a supportare semplicemente i grandi eventi, i grandi impianti, quando invece sul territorio la realtà è molto più parcellizzata, nel senso che necessita di un’attenzione particolare che non insista solamente sulle grandi manifestazioni. Quindi, ricalca un po’ quelle che erano le nostre idee anche della scorsa legislatura, ed evidentemente, per tutti questi aspetti noi voteremo a favore di questo progetto di legge che, nonostante alcune dichiarazioni fatte dal centrodestra, e nonostante gli emendamenti presentati, è un testo, questo, che non verrà snaturato. Era questo infatti il mio timore, che ho espresso anche in Commissione. Quindi, preannuncio già il mio voto positivo.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Piccinini.
Altri in dibattito generale. Consigliera Pigoni, prego.
PIGONI: Presidente, solo, se è possibile, per chiedere una sospensione di cinque minuti, perché abbiamo concordato una formulazione per l’ordine del giorno che vuole presentare il Gruppo di Fratelli d’Italia e stanno per protocollarla.
Se è possibile…
PRESIDENTE (Petitti): Nessun problema.
Se nulla osta anche agli altri Gruppi direi di sì. Cinque minuti per lavorare a questo ordine del giorno.
(La seduta sospesa alle ore 16.17 è ripresa alle ore 16.31)
PRESIDENTE (Petitti): Bene, colleghi, riprendiamo i nostri lavori.
È stato depositato un ordine del giorno ed è in distribuzione anche un emendamento che adesso vi vengono tutti consegnati, a breve avrete tutto.
Riprendiamo la nostra discussione generale sul progetto di legge. Chi si iscrive a parlare? Io non ho iscritti a parlare in dibattito generale.
Chiedo ai relatori se vogliono intervenire in replica, alla consigliera di maggioranza. Prego, consigliera Evangelisti, in dibattito generale. Prego.
EVANGELISTI: Presidente, mi scuso per il ritardo, in realtà sto aspettando il collega Cuoghi per la presentazione di un ordine del giorno, però approfitto e prendo la parola per proporre un emendamento all’ordine del giorno presentato dalla collega Zamboni. Tratta nell’ambito di questa tematica di un tema sentito anche dal Gruppo di Fratelli d’Italia. Si tratta delle certificazioni per i giovani adolescenti che praticano sport. È un problema sentito soprattutto in provincia, in particolare in quei territori in cui il medico sportivo, per così dire, non trova più diritto di cittadinanza, soprattutto dopo il periodo post Covid.
Questo provoca e ha provocato particolare disagio e difficoltà per le locali associazioni sportive che si trovano sistematicamente, nei primi mesi di settembre e di ottobre a dover in qualche modo fare a meno di molti degli atleti in quanto non potendo beneficiare le famiglie della gratuità del certificato, desistono dal continuare la pratica sportiva, fino a quando non possono sopperire.
Condividendo il tenore dell’ordine del giorno proposto dalla collega quindi proponiamo questo emendamento nel secondo punto degli impegni, chiedendo una sostituzione. La sostituzione richiede la gratuità del costo delle certificazioni mediche per quegli studenti o quei giovani, dai 12 ai 15 anni che pratichino attività sportive e che non si possano rivolgere alle strutture sanitarie pubbliche, perché per mancanza della disponibilità del medico, o comunque di posti convenzionati, abbiano la possibilità di rivolgersi in strutture convenzionate, o iscritte all’Albo delle strutture convenzionate, ricevendo parimenti la gratuità del certificato.
Chiediamo quindi alla Regione di sopperire nel costo come se si trattasse del sistema pubblico. Chiediamo ovviamente l’accoglimento di questo emendamento perché permetterebbe di sopperire ad una carenza del nostro Sistema sanitario regionale, quindi incentiverebbe le pratiche sportive, e soprattutto aiuterebbe le associazioni locali, già molto spesso con problemi economici, a non dover sopperire personalmente, perché soprattutto in montagna e in provincia anche questo accade. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera.
Consigliere Costa, prego.
COSTA: Molto brevemente, non sul testo della legge, rispetto al quale sono già intervenuti i colleghi per quanto riguarda il Gruppo del Partito Democratico, la Presidente della Commissione V, già molto è stato detto. Intervengo invece rispetto alle evoluzioni di questi ultimi minuti di emendamento rispetto all’ordine del giorno della collega Zamboni, e di presentazione di un nuovo ordine del giorno da parte del Gruppo di Fratelli d’Italia.
Intanto, parto col ringraziare la collega Zamboni, che ha messo a fuoco una questione della quale non avevamo secondo me a sufficienza parlato nemmeno nell’iter di discussione sul PDL, che raggiungerà gli obiettivi che ci si è prefissati, aprirà ad altre necessità, quindi ad una maggior richiesta di visite sportive da parte delle fasce più giovani della popolazione.
Il merito dell’ordine del giorno della collega Zamboni è quello di fare il punto sulla necessità di aumentare l’offerta di servizi per dare risposta al prevedibile e auspicato aumento di richieste, se il PDL raggiungerà gli obiettivi che, dicevo, si è prefissato.
Ringrazio la collega Zamboni che ci ha dato la possibilità, in questi minuti, di lavorare su un emendamento avanzato dai colleghi di Fratelli d’Italia, che estende in maniera importante la platea di coloro i quali potranno beneficiare della gratuità della visita sportiva, dell’idoneità alla pratica sportiva anche laddove dovessero rivolgersi ai centri inseriti nell’apposito elenco regionale, ma privati, in integrazione dell’offerta che il Servizio sanitario regionale pubblico già oggi garantisce.
Ringrazio anche i colleghi Evangelisti, Cuoghi e Tagliaferri, perché ci hanno dato la possibilità di lavorare prima della presentazione a un ordine del giorno che pone l’accento su un’altra tematica che è a latere, ma che è necessario trattare per dare piena efficacia alle potenzialità del PDL della collega Pigoni, che è quello della mobilità collettiva, per favorire poi i tragitti casa-impianti sportivi-impianti sportivi- casa, o scuola-impianti sportivi. È chiaro che il trasporto pubblico locale ha necessità di interventi strutturali importanti da parte degli enti locali, da parte della Regione che, sapete, sta investendo in maniera considerevole negli ultimi anni nella riqualificazione del servizio, a partire dall’acquisto di nuovi e più sostenibili mezzi. È chiaro che però, insieme ad Agenzia della mobilità, enti locali, Terzo settore e società sportive andrà poi costruita un’offerta di servizi dedicati a coprire i tragitti da e per gli impianti sportivi, per le fasce più giovani della popolazione che noi auspichiamo aumenteranno la frequenza, le sessioni di allenamento anche grazie al PDL che mi auguro andremo ad approvare nella maniera più ampia possibile tra pochi minuti.
Quindi, bene anche l’attenzione posta dai colleghi di Fratelli d’Italia a incentivare la mobilità collettiva, che è sostenibile ambientalmente e socialmente e che è elemento anche questo assolutamente fondamentale per garantire la possibilità a tutti di frequentare gli impianti sportivi.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Costa.
Consigliere Cuoghi, prego.
CUOGHI: Grazie, presidente.
Molto brevemente, in realtà è già stato illustrato, ma volevo dire due parole in merito a questo ordine del giorno che abbiamo presentato. Questo progetto di legge vuole contrastare, giustamente, l’abbandono sportivo e individua tra le tante cause anche quella della difficoltà dei trasporti e della mobilità. Già era stato inserito un ulteriore punto all’articolo 2, comma 1, lettera m), dove si prevedevano progetti diretti a consentire la mobilità eccetera, eccetera, e siamo voluti entrare con questo ordine del giorno un po’ più nel concreto e andare a indicare una possibile strada su come andare a risolvere questi problemi di mobilità.
Lo spunto è dato da un qualcosa che la Regione già fa per gli studenti, e cioè che è la mobilità gratuita per gli studenti nel tragitto casa-scuola. Crediamo che serva uno sforzo anche per aumentare questo tragitto casa-scuola-sport, e viceversa, con le varie possibili combinazioni, perché i ragazzi vanno a scuola al mattino e allo sport nel pomeriggio, magari direttamente, senza passare da casa, talvolta passando da casa, insomma a seconda della distanza dagli impianti e dagli istituti scolastici.
Per fare questo ci rendiamo conto che bisogna mettere in campo sicuramente una grossa collaborazione tra le agenzie per la mobilità, gli enti del terzo settore e le stesse società sportive, che talvolta hanno già servizi di questo tipo e che forse vanno aiutate a implementarli, e in questo modo favorire una mobilità collettiva…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, per favore.
CUOGHI: …e soprattutto agevolata nei confronti degli studenti che praticano anche sport.
Crediamo che questo vada sia nell’ottica di contrasto all’abbandono sportivo, sia nell’ottica di una buona cittadinanza, di un buon modo di vivere quelli che sono gli impianti e quelli che sono i trasporti, cioè questi beni che sono di tutti e che, pertanto, è anche giusto utilizzare ed educare i nostri ragazzi all’utilizzo di quelli che sono i trasporti pubblici locali, beni pubblici che sappiamo hanno un forte impatto anche su tutta quella che è la mobilità privata, perché la vanno a sgravare di tutta una serie di percorsi che, altrimenti, dovrebbero essere fatti individualmente, con conseguenti impatti, positivi o negativi a seconda di come la si guarda, sui dati ambientali, sull’aria, sull’inquinamento.
Rimanendo strettamente su quello che è il contrasto all’abbandono sportivo, ci sembra che in questo caso dobbiamo dare un segnale un po’ più concreto e, quindi, nell’ambito di quello che già il progetto di legge prevede abbiamo proposto questo ordine del giorno.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Altri in dibattito generale? Io non ho altri iscritti a parlare in dibattito generale.
Recupero le eventuali repliche dei relatori, se ci sono. Non ci sono repliche dei relatori.
A questo punto passiamo all’esame dell’articolato e più precisamente alla discussione. Prego, consigliera Pigoni.
PIGONI: Solo per avere un’indicazione. Presidente, dopo si apre, invece, in dichiarazione di voto sugli ordini del giorno, oppure faccio tutto adesso?
PRESIDENTE (Petitti): No, prima siamo agli articoli e agli emendamenti, poi alla dichiarazione di voto prima del voto generale.
PIGONI: Perfetto. Quindi, soltanto sugli emendamenti adesso.
PRESIDENTE (Petitti): Esatto.
PIGONI: Ho visto, purtroppo, che ci sono pervenuti soltanto adesso gli emendamenti dei consiglieri Montevecchi e Facci, che ho visto sono riguardanti tutti la parte territoriale. Credo che già all’interno del lavoro nelle Commissioni abbiamo avuto modo di sottolineare molto questa parte e abbiamo inserito altri emendamenti che possono rivolgersi in questo senso; pertanto, respingeremo gli emendamenti dei consiglieri che sono pervenuti adesso; quindi, non c’è stato modo di poterci lavorare per trovare una soluzione condivisa.
Per quello che riguarda i due emendamenti della consigliera Catellani, approveremo il primo e, invece, respingeremo il secondo in quanto è sostitutivo di una parte del testo. Invece, il primo è accoglibile dal nostro punto di vista.
PRESIDENTE (Petitti): Va bene.
A questo punto passiamo all’esame dell’articolato.
Nominiamo gli scrutatori: consigliera Maletti, consigliere Bulbi e consigliera Catellani.
Articolo 1.
Sull’articolo 1 insiste l’emendamento n. 3, a firma Facci e Montevecchi.
Dibattito generale congiunto. Consigliere Facci, prego.
FACCI: Presidente, approfitto di questo primo articolo sul quale insiste il primo di una serie di emendamenti che sono sostanzialmente identici, laddove si vuole comprendere lo svantaggio territoriale fra le condizioni che devono essere prese in considerazione da questo progetto di legge. Purtroppo, vedo che non è stato colto dalla relatrice di maggioranza il senso di questo emendamento, il fatto che si voglia essere più inclusivi e non escludere qualcuno. L’ho spiegato, ma evidentemente qualcuno non mi ha ascoltato. Svantaggio sociale è una cosa, svantaggio economico è un altro, svantaggio territoriale è un’altra cosa ancora.
Il fatto che l’aspetto territoriale non sia considerato, se non in una sola norma, che però è specifica, è a sé stante, laddove si parla di perifericità, ed è esattamente l’articolo 2, lettera m). L’aspetto territoriale non è in alcun modo contemplato. Allora, nel momento in cui si vuole licenziare un PDL nella logica di superare divisioni, superare problematiche, sostenere la pratica sportiva e contrastare l’abbandono sportivo bisogna essere inclusivi. Se non si vuole essere inclusivi e se la maggioranza ritiene che ci debbano essere delle inclusioni ma altre no, prendiamo atto di questo.
Io adesso lo illustro. Come avevo già detto, pensavo fosse una cosa di buonsenso, ma evidentemente non è stato recepito come tale; quindi, tutti gli emendamenti che parlano di inserire la condizione di svantaggio territoriale vanno nel senso di completare il senso e le finalità di questo PDL.
Va da sé che nel momento in cui, a meno che non ci sia un dietrofront sul tema, ma non credo né tantomeno lo voglio in qualche modo sollecitare, a meno che non vi sia, è chiaro che questo PDL dal nostro punto di vista sarebbe incompleto, perché andrebbe a sostenere determinate situazioni, o a prendere in considerazione determinate situazioni e altre no. Quindi, è chiaro che alla fine questo in qualche modo va a inficiare l’intero corpo di questo progetto di legge, che, nonostante i buoni propositi, la relazione introduttiva e tutte le belle parole di solidarietà che abbiamo sentito questo pomeriggio, sarebbe, appunto, in qualche modo carente e non andrebbe ad abbracciare tutte le situazioni di svantaggio che si possono verificare su questo tema, quindi non sarebbe, a nostro avviso, un PDL completo e positivo (alla fine possiamo usare questo termine).
Ci tenevo a fare questa precisazione, non la faccio più, va da sé che è sottinteso tutte le volte. Abbiamo sette emendamenti che tendono a ripristinare questo squilibrio che il PDL mantiene.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie.
Prego, consigliera Pigoni, sull’articolo 1 e l’emendamento correlato.
PIGONI: Grazie, presidente. Soltanto per una breve replica rispetto a quanto presentato ora dal consigliere Facci.
C’è stato un lavoro molto serio che insieme alla relatrice di minoranza abbiamo fatto in queste settimane per cercare di accogliere più emendamenti possibili all’interno delle Commissioni. Lo citava anche il consigliere Facci, ma lo faccio anch’io: all’articolo 2, lettera m), si citano proprio i quartieri e i contesti connotati da perifericità, da criticità o da problematiche sociali. Quindi, è chiaro ed evidente che nelle finalità e nei progetti che si vogliono accogliere è chiaramente inserita anche la parte territoriale.
Anche nel rispetto del lavoro fatto dai colleghi con i quali abbiamo condiviso gli emendamenti in Commissione e anche al percorso fatto fino a qui in aula, non credo affatto che questo progetto di legge possa dirsi incompleto rispetto al non accoglimento di emendamenti che vengono presentati negli ultimi dieci minuti.
Grazie mille.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.
Io non ho altri su articolo 1 e emendamento n. 3.
Mettiamo adesso in votazione l’emendamento n. 3, che ricordo essere a firma Facci e Montevecchi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È respinto.
Mettiamo adesso in votazione l’articolo 1.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Passiamo adesso all’articolo 2, sul quale insiste l’emendamento n. 4, sempre a firma Facci e Montevecchi.
Dibattito generale congiunto.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 4, a firma Facci e Montevecchi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È respinto.
Mettiamo in votazione l’articolo 2.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Ora siamo all’articolo 3, sul quale insiste l’emendamento n. 5, sempre a firma Facci e Montevecchi.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 5, a firma Facci e Montevecchi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È respinto.
Mettiamo in votazione l’articolo 3.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 4, sul quale insistono gli emendamenti n. 1 e n. 6.
Dibattito generale congiunto.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 1, a firma Catellani.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 6, a firma Facci e Montevecchi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È respinto.
Siamo all’articolo 4.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo arrivati all’articolo 5, su cui non insistono emendamenti.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 5.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 6.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 6.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Articolo 7.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 7.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 8.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 8.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 9, su cui insiste l’emendamento n. 7, a firma Facci e Montevecchi.
Dibattito generale congiunto.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 7, a firma Facci e Montevecchi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È respinto.
Mettiamo in votazione l’articolo 9.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’articolo 10, su cui insistono due emendamenti, l’emendamento n. 8, a firma Facci e Montevecchi, e l’emendamento n. 2, a firma Catellani.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’emendamento n. 8, a firma Facci e Montevecchi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’emendamento n. 8 è respinto.
Emendamento n. 2, a firma Catellani.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’emendamento n. 2 è respinto.
Mettiamo in votazione l’articolo 10.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’articolo 10 è approvato.
Siamo arrivati all’articolo 11.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 11.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’articolo 11 è approvato.
Siamo arrivati all’articolo 12.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 12.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’articolo 12 è approvato.
Siamo arrivati all’ultimo articolo, l’articolo 13.
Dibattito generale.
Dichiarazioni di voto.
Mettiamo in votazione l’articolo 13.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’articolo 13 è approvato.
Siamo arrivati alla discussione generale sugli ordini del giorno e sull’emendamento che insiste su uno di questi.
Qualcuno si iscrive a parlare sugli ordini del giorno? Consigliere Facci, prego.
FACCI: In realtà sul merito dell’ordine del giorno sono già intervenuto in discussione; quindi, mi limito a fare una richiesta di voto per parti separate sull’ODG a firma Zamboni, chiedendo di votare la prima parte da “premesso che”, secondo periodo, fino “a pagamento”. La prima parte va fino “a pagamento”.
La seconda parte è il periodo “nel corso degli anni” e conclude con “figli”.
Una ulteriore parte da “considerato che” fino a “fonte di reddito”.
Una ulteriore parte separata è l’ultimo periodo del considerato che, “finalità del progetto di legge” fino a “economico”. L’ultima è la parte del dispositivo.
Spiego il perché di questa votazione per parti separate, perché è un ordine del giorno, come ho già anticipato, il cui spirito lo condivido, tanto che l’ordine del giorno che ho presentato è un ordine del giorno che ha ad oggetto la carenza dei medici di medicina dello sport in territori montani, specialmente nei territori montani, che è stata oggetto di numerose prese di posizione da parte mia e dei miei colleghi dell’opposizione.
Perché per parti separate? Perché vi è un punto che ritengo quantomeno inopportuno in un ordine del giorno di cui si chiede il voto all’aula, cioè quello della indicazione del partito, del Gruppo di riferimento e si qui si fa riferimento nel testo al Gruppo di Europa Verde, senza togliere che corrisponda a verità, ma io dico semplicemente che se ora dobbiamo dire che tutti quelli che hanno avuto segnalazioni devono scrivere un ordine del giorno, allora lo scriviamo tutti. Se è un ordine del giorno, credo che debba essere il più snello possibile.
Ho voluto separare il terzo periodo del “considerato che” in quanto non include, riprendendo il testo del PDL che abbiamo appena votato, lo svantaggio territoriale. Si fa anche qui riferimento allo svantaggio sociale, economico, non a quello territoriale. Io lo ritengo un minus, lo ritengo un vizio, lo ritengo una carenza, anche grave, però, questa, ovviamente, è una valutazione politica. Quindi, in questo senso non posso votarlo. Avrei potuto presentare un emendamento all’ordine del giorno. Mi sembrava effettivamente troppo pesante.
Così, invece, è forse più semplice.
Approfitto, essendo intervenuto un ordine del giorno a firma Fratelli d’Italia, per dire che l’emendamento all’ordine del giorno è assolutamente condivisibile, così come è condivisibile l’ordine del giorno autonomo rispetto alla questione della mobilità.
Ci tenevo a lasciare agli atti queste dichiarazioni rispetto agli ordini del giorno.
Chiedo anche, sull’ordine del giorno a firma mia e del collega Montevecchi, il voto elettronico. Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Perfetto.
Altri in dibattito generale sugli ordini del giorno? Prego, consigliera Pigoni.
PIGONI: Grazie, presidente.
Soltanto per dare la mia indicazione di voto rispetto a ordini del giorno ed emendamenti correlati. Voteremo favorevolmente l’ordine del giorno numero 1 a firma della collega Catellani, che avevamo condiviso in queste giornate. Al secondo, che è firmato da tutta la maggioranza, ovviamente voteremo favorevolmente.
Voteremo a favore dell’ordine del giorno della collega Zamboni, che ho anche sottoscritto, e anche all’emendamento relativo proposto da Fratelli d’Italia. So che è stato ritirato l’emendamento numero 1 che viene sostituito con il secondo. È un testo che abbiamo condiviso, quindi voteremo anche l’emendamento.
Respingeremo l’ordine del giorno del collega Facci, in quanto riteniamo che sia già inserito nell’ordine del giorno della collega Zamboni. È arrivato comunque anch’esso proprio in questi minuti e quindi diventa difficile anche modificarlo.
Voteremo a favore dell’ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia, anche perché la sospensione di prima è servita proprio a trovare una formulazione che potesse trovarci d’accordo.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliera Pigoni.
Altri vogliono intervenire sugli ordini del giorno e sull’emendamento?
Io non ho altri iscritti a parlare sugli ordini del giorno.
A questo punto passiamo alle dichiarazioni di voto finali sugli ordini del giorno e sull’intero progetto di legge.
Qualcuno vuole intervenire?
Non abbiamo iscritti a parlare in dichiarazione di voto.
A questo punto mettiamo in votazione gli ordini del giorno e l’emendamento che insiste su uno di essi.
Partiamo dall’ordine del giorno 1, a firma Catellani.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’ordine del giorno 1, a firma Catellani, è approvato.
(L’Ordine del giorno 8049/1 oggetto 8378 è approvato all’unanimità dei votanti)
Ordine del giorno 2, a firma Pigoni, Daffadà, Soncini, Marchetti e altri.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’ordine del giorno 2 è approvato.
(L’Ordine del giorno 8049/2 oggetto 8379 è approvato a maggioranza dei presenti)
Sull’ordine del giorno 3 è stato ritirato il primo emendamento, però insiste sull’ordine del giorno 3 l’emendamento 2, a prima firma Evangelisti.
Chiedo l’assenso alla consigliera Zamboni.
Mettiamo quindi in votazione l’emendamento 2, a prima firma Evangelisti.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
È approvato.
Siamo all’ordine del giorno a prima firma Zamboni, Zamboni e Pigoni.
Favorevoli? Un attimo, perché è per parti separate.
Essendo per parti separate, partiamo dalla prima parte.
Votazione della prima parte, fino a “il rilascio è a pagamento”.
Mettiamo in votazione questa prima parte.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
La prima parte dell’ordine del giorno è approvata.
(Ordine del giorno 8049/3 oggetto 8380 - Prima parte approvata all’unanimità dei votanti)
Seconda parte, da “nel corso degli anni” fino a “la pratica sportiva dei figli”.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
La seconda parte è approvata.
(Ordine del giorno 8049/3 oggetto 8380 - Seconda parte approvata a maggioranza dei presenti)
Terza parte da “considerato che” fino a “una sola fonte di reddito”.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Anche la terza parte è approvata.
(Ordine del giorno 8049/3 oggetto 8380 - Terza parte approvata all’unanimità dei votanti)
Quarta parte da “la finalità del progetto” fino a “svantaggio sociale o economico”.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
La quarta parte è approvata.
(Ordine del giorno 8049/3 oggetto 8380 - Quarta parte approvata a maggioranza dei presenti)
Ultima parte fino a “la pratica sportiva”.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
Anche la quinta parte dell’ordine del giorno è approvata.
(Ordine del giorno 8049/3 oggetto 8380 - Quinta parte approvata all’unanimità dei votanti)
Mettiamo in votazione, con voto elettronico, l’ordine del giorno 4, a firma Facci e Montevecchi.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 38
Contrari 25
Favorevoli 13
L’ordine del giorno è respinto.
(L’Ordine del giorno 8049/4 oggetto 8381 è respinto)
Siamo arrivati all’ordine del giorno 5, a firma Cuoghi.
Mettiamo in votazione l’ordine del giorno 5, a firma Cuoghi.
Favorevoli? Contrari? Astenuti?
L’ordine del giorno è approvato.
(L’Ordine del giorno 8049/5 oggetto 8382 è approvato all’unanimità dei votanti)
Ora mettiamo in votazione il progetto di legge.
La votazione ovviamente avviene tramite dispositivo elettronico.
Dichiaro aperta la votazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Votanti 38
Favorevoli 25
Astenuti 13
Il progetto di legge è approvato.
OGGETTO 8132
Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13 (Norme in materia di spettacolo) e alla legge regionale 23 luglio 2014, n. 20 (Norme in materia di cinema e audiovisivo)”.
(Relazione della Commissione e relazione di minoranza)
PRESIDENTE (Petitti): Siamo arrivati adesso all’oggetto 8132: Progetto di legge d’iniziativa della Giunta recante “Sostegno alla riapertura delle sale cinematografiche e dei teatri storici. Modifiche alla legge regionale 5 luglio 1999, n. 13”.
Il testo è stato licenziato dalla Commissione Cultura nella seduta del 2 maggio 2024. È un progetto di legge composto da 5 articoli.
Relatore della Commissione, il consigliere Federico Amico, ha preannunciato di svolgere relazione orale.
Il relatore di minoranza, il consigliere Cuoghi Luca, ha preannunciato di svolgere relazione orale.
Apriamo la discussione dalla relazione del relatore della Commissione, consigliere Federico Amico. Prego, consigliere.
AMICO, relatore della Commissione: Grazie, presidente.
Siamo a discutere un progetto di legge che abbiamo, grazie anche al relatore di minoranza, il consigliere Cuoghi, incardinato e accelerato per la sua approvazione in queste ultime settimane. È un provvedimento legislativo piuttosto semplice nel suo impianto, ma è importante…
PRESIDENTE (Petitti): Colleghi, un po’ più di silenzio, per favore.
AMICO: … per quanto riguarda da un lato i riflessi territoriali, in particolar modo per un teatro storico presente sul territorio emiliano-romagnolo, il Teatro Carani di Sassuolo, ma in generale mette mano a due leggi direi storiche della Regione Emilia- Romagna, sia la legge n. 13 del 1999, che la legge del 2014, che hanno a che fare con lo spettacolo, il cinema e l’audiovisivo.
In sostanza, la modifica di legge serve a dare spazio affinché la Regione Emilia-Romagna possa intervenire a sostegno della riapertura di sale cinematografiche e teatri storici chiusi da oltre otto anni, cosa che non era prevista nelle leggi preesistenti e quindi interviene puntualmente su questo, oltre a destinare una serie di risorse per accompagnare il riavvio delle attività del Cinema Teatro Carani in quel di Sassuolo, che nel corso degli anni ha subito una serie di stop dal punto di vista delle attività, ma che proprio grazie a un lavoro importante, anche economicamente rilevante da parte del tessuto produttivo sassolese, ha messo a disposizione delle risorse ingenti, circa 5 milioni di euro, per la sua possibilità di riapertura e ci imponiamo in termini di accompagnamento alla sua gestione, perché questo teatro è stato recuperato, in particolar modo dai privati, e poi recentemente anche donato all’Amministrazione comunale con l’accordo di poterlo gestire per nove anni.
Quando riapre un’attività teatrale come quella del Carani credo che ci sia complessivamente da festeggiare in termini positivi perché non si spegne, anzi si dà continuità a una realtà che è presente dal 1931 in quel di Sassuolo e dimostra come non solo la vivacità culturale, ma anche la capacità del tessuto imprenditoriale possa essere messa a favore di un intervento di questo tipo.
Così con questa legge noi, oltre a indicare che la Regione possa intervenire sulla riapertura di teatri e cinema storici, diamo anche una dotazione economica che consente di agevolare la ripartenza di questo teatro.
In questo senso vorrei anche sottolineare alcuni aspetti di carattere più generale nella asciuttezza che ci siamo dati in chiusura di Assemblea anche con il relatore di minoranza, però per puntare lo sguardo su che cosa significa non solo un intervento puntuale sul Teatro Carani, ma complessivamente, perché sappiamo bene anche come gli scorsi anni, quelli caratterizzati dalla pandemia, abbiano determinato molte difficoltà per quanto riguarda i luoghi della cultura, cinema e teatri in primis, e i dati ci dicono – questo è il rapporto Federculture, che attinge da Istat – che la ripresa nel 2022 rispetto al crollo che abbiamo visto della frequentazione dei teatri e dei cinema nel corso degli anni della pandemia, ha ripreso in maniera robusta, ma non ha ancora raggiunto quelli che erano i livelli del 2019. Cioè, se su cento persone maggiori di sei anni frequentavano i cinema nell’ordine del 48 per cento nel 2019, oggi è solamente il 30,6 per cento. Idem per quanto riguarda i teatri, quando prima della pandemia la frequentazione era pari al 20,3 per cento, nel 2022 si attesta al 12,1 per cento.
Riaprire delle attività in questo senso anche sul territorio emiliano-romagnolo da un lato sembrerebbe in controtendenza, dall’altro significa, invece, favorire una ripresa di quella che è una caratteristica, io penso, della Regione Emilia-Romagna, che è costellata anche di provvedimenti legislativi, penso appunto alle due leggi che modifichiamo, ma anche a quella sui musei e le biblioteche, penso a quella sulla musica, penso a quella di recente approvazione, la legge n. 21/2023, sulla promozione culturale. Quindi, è una immissione di risorse e di riaccompagnamento per la ripresa di quelle attività che hanno sofferto in particolar modo.
Del resto, la Regione Emilia-Romagna nel quadriennio 2021-2023 ha investito, per esempio, sulle sale cinematografiche a vario titolo circa 1.300.000 euro, cercando di accompagnare questo dato. Ma un altro dato che emerge e che secondo me è piuttosto interessante, su cui vorrei soffermarmi proprio qualche minuto, è quanto e come l’intervento anche dal punto di vista delle erogazioni liberali in particolar modo legate all’Art Bonus sia stato determinante nel corso di questi anni da parte dei privati. In sostanza, tra il 2019 e il 2022 sono stati 51,1 i milioni raccolti sotto forma di Art Bonus per quanto riguarda la regione Emilia-Romagna, il territorio emiliano-romagnolo, non la Regione Emilia-Romagna. Questo ci dice che quell’esperienza che in qualche modo proviamo a valorizzare con questo progetto di legge, cioè quella del Teatro Carani, accompagnandone la ripartenza, si inserisce all’interno di un tessuto donativo piuttosto importante per quanto riguarda la regione, per quanto riguarda le attività di privati e imprese che destinano sull’Art Bonus una quantità di risorse piuttosto importanti e ingenti.
Facendo riferimento al rapporto di Federculture, noi ci attestiamo quarti come regione, dopo Lombardia, Piemonte e Toscana, rispetto alla raccolta delle dotazioni, e ritengo che in un prossimo futuro – questo lo definiremo magari più avanti, magari anche per quanto riguarda le prossime legislature – ci sia la necessità di trovare il modo di riuscire a canalizzare, a incanalare al meglio questo tipo di risorse e anche a farle crescere perché, per intenderci, se nel 2022 sul territorio emiliano-romagnolo l’Art Bonus ammonta a circa 15 milioni di euro di donazioni, la Lombardia ne raccoglie ben 37 milioni. Abbiamo una prateria, uno spazio enorme su cui poter riuscire a lavorare e io credo che questo progetto di legge ci serva a dire non solo che riapriamo il Teatro Carani, non solo che ci impegniamo a investire sui luoghi della cultura nel prossimo futuro, parleremo poi nella discussione generale sugli ordini del giorno di un ordine del giorno a mia prima firma, che accompagna questa legge, ma ci indica una strada che è assolutamente da battere, e cioè utilizzare degli strumenti esistenti, come l’Art Bonus, come un altro strumento che abbiamo trattato all’interno di quest’aula, che è quello del “Percento per l’arte”, ovvero di ottimizzare non solo le risorse proprie del bilancio regionale o di quelle derivanti da fondi strutturali e da FSC, ma anche tenere una regia molto serrata e ferma sul reperimento delle risorse perché – è inutile ribadirlo, penso sia anche pleonastico – credo che quella ricchezza che noi sappiamo mettere a valore anche con questo progetto di legge debba essere in qualche maniera potenziata nel prossimo futuro, proprio per uscire dalle secche in cui ci ha costretto la pandemia, proprio per dare spazio anche a realtà che magari non sono super-strutturate o super-istituzionali, ma che possono essere accompagnate, e abbiamo la necessità di andare a raccogliere queste risorse, queste possibilità, che non vanno lasciate sul terreno.
L’intervento che viene fatto da parte dei privati sul Teatro Carani credo che sia un intervento economicamente e politicamente rilevante. Credo che facciamo bene ad accompagnarli in questo senso. Ci consegna per il prossimo futuro, credo, una pista di lavoro assolutamente interessante e da dover battere.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Amico.
Prego, consigliere Cuoghi.
CUOGHI, relatore di minoranza: Grazie, presidente.
Questo progetto di legge propone il sostegno da parte della Regione in termini economici nella riapertura dei teatri e cinematografi storici chiusi da lungo tempo. Per riaperture intendiamo qui sia gli aspetti legati alla ristrutturazione degli immobili e i necessari adeguamenti tecnologici e di sicurezza, sia quelli connessi al riavvio delle attività di pubblico spettacolo.
Il motivo per cui è necessario sostenere la riapertura dei teatri storici non ha bisogno di molte spiegazioni. I teatri storici non sono solo monumenti a ricordo di ciò che è stato un tempo e non rappresentano solo modelli architettonici datati che si vorrebbe mantenere nel tempo, i teatri storici sono spesso collocati nei centri delle città e dei paesi e sono a tutti gli effetti parte di essi, sono vere e proprie piazze coperte, che hanno visto crescere e svilupparsi una comunità. Sono storici non perché presenti da tempo, ma perché contengono e, perciò, raccontano gli avvenimenti storici di una comunità, futili, talvolta, ma pur sempre rappresentativi del periodo e delle persone che li hanno vissuti. Ed è così che negli albi dei teatri storici non troviamo solo rappresentazioni strettamente teatrali (prosa, lirica, danza) ma vediamo come nel tempo queste strutture siano state utilizzate per incontri, dibattiti, premiazioni e celebrazioni di eventi che hanno segnato la vita della comunità. Riaprire teatri storici chiusi da tempo significa, perciò, ridare linfa vitale alla comunità che vive il teatro da cittadino, prima ancora che da spettatore.
Il progetto di legge che oggi viene proposto per l’approvazione è, in realtà, molto semplice: dopo l’enunciazione dei princìpi generali, si vanno ad integrare due leggi già esistenti, che in particolare sono la legge regionale n. 13/99 sullo spettacolo e la legge regionale n. 20/2014 su cinema e audiovisivo, in modo da consentire alla Regione interventi di sostegno per la riapertura delle sale, siano essi svolti ad opera di soggetti pubblici che di soggetti privati.
Meritano qualche approfondimento, forse, gli articoli successivi, quelli che riguardano il Cinema Teatro Carani di Sassuolo. Il Cinema Teatro Carani di Sassuolo fu costruito circa un secolo fa ad opera dei fratelli Eugenio e Mario Carani, imprenditori sassolesi, inaugurato nel 1930. Da allora ha ospitato migliaia di artisti e spettacoli dal vivo e un numero ancora maggiore di proiezioni cinematografiche. Non manchiamo certo di ricordare le esibizioni dei grandi della lirica, come Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Raina Kabaivanska, recentemente premiata con il Premio cultura dell’Emilia-Romagna, né di cantanti e cantautori sassolesi, su tutti Caterina Caselli, Pierangelo Bertoli, Nek. Ma una menzione particolare la dobbiamo, credo, a Giorgio Gaber, che amava particolarmente questo teatro, tanto da inserirlo in ogni tournée, fino a ricevere la cittadinanza onoraria sassolese, grazie anche all’amicizia con il direttore storico, il commendatore Roberto Costi.
Oltre a questi, come si diceva poc’anzi, tante iniziative da parte delle scuole di musica e di ballo, corsi di recitazione, saggi di fine anno. Nel teatro si sono tenute anche manifestazioni sportive, in passato addirittura incontri di boxe, sfilate di moda, feste, veglioni. Negli ultimi decenni di vita, però, il Teatro Carani sembrava abbandonato agli eventi. Le diverse successioni ereditarie di questo teatro, che fino a poco tempo fa era, appunto, privato, ne avevano frammentato la proprietà, spostandola anche ad eredi estranei dal territorio in cui il teatro insisteva. Questo, unito a scarsa lungimiranza, non ha mai permesso di programmare e realizzare un vero progetto di riqualifica. Gli accordi tra la proprietà ed il Comune non avevano mai una durata superiore all’anno e questo ha impedito per lungo tempo di effettuare la necessaria manutenzione. Davvero un brutto esempio di come pubblico e privato dovrebbero lavorare insieme. Il Carani senza manutenzione ha iniziato a dare segni di cedimento, fino al crollo di un controsoffitto, che ne ha causato la chiusura definitiva poco meno di dieci anni fa.
Dopo quel controsoffitto, sono emerse le grandi carenze che gravavano sul teatro, in particolare la mancanza di un adeguamento sismico e di sicurezza antincendio. Fino a che le sorti del Carani non sono cambiate, grazie a un gruppo di cittadini, potremmo chiamarli “imprenditori”, potremmo chiamarli “professionisti”, ma credo che il termine “cittadini” identifichi l’attenzione che queste persone hanno dimostrato per la città. Questi cittadini hanno costituito una fondazione per l’acquisto, la ristrutturazione e, una volta donato il teatro alla città, l’avviamento dello stesso. Ecco che il Teatro Carani, che abbiamo visto essere stato l’emblema di un cattivo esempio di collaborazione tra pubblico e privato, diviene, in questo modo, il più alto esempio di sussidiarietà.
Sostenerlo da parte della Regione diventa, perciò, strategico. Grazie a questo si vogliono incentivare altri progetti simili su altre strutture chiuse da tempo. Tutta questa operazione, costata circa 10 milioni di euro, solo in parte cofinanziata dal Comune di Sassuolo, con un contributo di 200.000 euro l’anno per la gestione, non era riuscita finora a trovare il sostegno da parte della Regione, a causa della normativa attuale, che prevede contributi in tal senso solo per gli Enti pubblici.
Con questo progetto di legge andiamo a modificare, integrandole, le leggi regionali n. 13/99 e n. 20/2014, consentendo il sostegno della Regione per le operazioni future. Per il Carani, come si diceva, il contributo è riconosciuto già con questo progetto di legge e consta di 500.000 euro suddivisi in tre anni, frutto di riduzione di altri capitoli di bilancio all’interno dell’Assessorato alla cultura. Auspichiamo, pertanto, che con il primo assestamento utile tali capitoli vengano poi reintegrati.
Con questo progetto di legge, perciò, riconosciamo un giusto contributo alla fondazione Teatro Carani, ne riconosciamo la meritoria attività e dotiamo la Regione di strumenti adeguati per altre operazioni simili.
Credo di aver detto tutto per questo progetto di legge, che ha trovato da subito un ampio accordo, come dimostrato anche dai voti in Commissione, sia referente che consultiva. In Commissione referente è stato approvato un emendamento, che ritengo migliorativo, per ridurre il periodo di chiusura delle sale cinematografiche storiche presenti nelle zone montane o disagiate. Questo consentirà di comprendere anche quelle sale chiuse a causa del lockdown da Covid-19.
Ringrazio, pertanto, l’assessore Felicori per aver avanzato questa proposta e il relatore di maggioranza Amico, con cui abbiamo avuto una proficua collaborazione. Evidentemente, sedere negli scranni più lontani di quest’aula non è un ostacolo quando si vuole parlare di cultura. Ringrazio le presidenti di Commissioni per il percorso celere che ci è stato consentito.
Resto a disposizione dei colleghi, che mi hanno scelto come relatore, fino al completamento dell’iter assembleare.
Grazie.
PRESIDENTE (Petitti): Grazie, consigliere Cuoghi.
A questo punto, bisognerebbe proseguire con il dibattito generale.
Sono le ore 17,27. Non riusciamo a garantire i tempi utili agli interventi in dibattito generale.
Dichiaro chiusa la seduta del pomeriggio. Auguro a tutti una buona serata.
La seduta ha termine alle ore 17,27
ALLEGATO
Partecipanti alla seduta
Numero di consiglieri assegnati alla Regione: 50
Hanno partecipato alla seduta i consiglieri:
Federico Alessandro AMICO, Stefano BARGI, Stefania BONDAVALLI, Massimo BULBI, Stefano CALIANDRO, Maura CATELLANI, Andrea COSTA, Luca CUOGHI, Matteo DAFFADA’, Mirella DALFIUME, Gabriele DELMONTE, Marta EVANGELISTI, Michele FACCI, Pasquale GERACE, Andrea LIVERANI, Francesca MALETTI, Daniele MARCHETTI, Francesca MARCHETTI, Marco MASTACCHI, Gian Luigi MOLINARI, Lia MONTALTI, Matteo MONTEVECCHI, Roberta MORI; Antonio MUMOLO, Giuseppe PARUOLO, Simone PELLONI, Emma PETITTI; Silvia PICCININI, Giulia PIGONI, Marilena PILLATI, Massimiliano POMPIGNOLI; Fabio RAINIERI, Matteo RANCAN, Manuela RONTINI, Nadia ROSSI, Luca SABATTINI, Ottavia SONCINI, Valentina STRAGLIATI, Giancarlo TAGLIAFERRI, Silvia ZAMBONI, Marcella ZAPPATERRA.
Hanno partecipato alla seduta:
il sottosegretario Davide BARUFFI;
gli assessori Paolo CALVANO, Raffaele DONINI, Mauro FELICORI, Irene PRIOLO, Igor TARUFFI.
Ha comunicato di non poter partecipare alla seduta, ai sensi dell’articolo 65, comma 2, del Regolamento interno, il Presidente della Giunta Stefano BONACCINI.
Hanno comunicato di non poter partecipare alla seduta gli assessori Vincenzo COLLA, Andrea CORSINI, Barbara LORI, Alessio MAMMI e i consiglieri Fabio BERGAMINI, Palma COSTI, Marco FABBRI.
Votazioni elettroniche
Oggetto 8381
Ordine del giorno n. 4 collegato all'oggetto 8049 Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Contrasto dell'abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)". A firma dei Consiglieri: Facci, Montevecchi
Presenti: 39
Favorevoli: 13
Contrari: 25
Presente non votante: 1
Assenti: 11
Favorevoli:
BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina
Contrari:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; COSTA Andrea; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; COSTI Palma; FABBRI Marco; GIBERTONI Giulia; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RAINIERI Fabio; TAGLIAFERRI Giancarlo
OGGETTO 8049
Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Contrasto dell'abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)". A firma dei Consiglieri: Pigoni, Zappaterra, Gerace, Bondavalli, Rontini, Costa, Sabattini, Bulbi, Dalfiume, Fabbri, Daffadà, Caliandro, Mumolo, Mori, Marchetti Francesca, Soncini, Montalti, Pillati (84)
Presenti: 39
Favorevoli: 25
Astenuti: 13
Presente non votante: 1
Assenti: 11
Favorevoli:
AMICO Federico Alessandro; BONDAVALLI Stefania; BULBI Massimo; COSTA Andrea; DAFFADÀ Matteo; DALFIUME Mirella; FELICORI Mauro; GERACE Pasquale; MALETTI Francesca; MARCHETTI Francesca; MOLINARI Gian Luigi; MONTALTI Lia; MORI Roberta; MUMOLO Antonio; PARUOLO Giuseppe; PICCININI Silvia; PIGONI Giulia; PILLATI Marilena; RONTINI Manuela; ROSSI Nadia; SABATTINI Luca; SONCINI Ottavia; TARUFFI Igor; ZAMBONI Silvia; ZAPPATERRA Marcella
Astenuti:
BARGI Stefano; CATELLANI Maura; CUOGHI Luca; DELMONTE Gabriele; EVANGELISTI Marta; FACCI Michele; LIVERANI Andrea; MARCHETTI Daniele; MASTACCHI Marco; MONTEVECCHI Matteo; POMPIGNOLI Massimiliano; RANCAN Matteo; STRAGLIATI Valentina
Presente non votante:
PETITTI Emma
Assenti:
BERGAMINI Fabio; BONACCINI Stefano; CALIANDRO Stefano; CASTALDINI Valentina; COSTI Palma; FABBRI Marco; GIBERTONI Giulia; OCCHI Emiliano; PELLONI Simone; RAINIERI Fabio; TAGLIAFERRI Giancarlo
Emendamenti
OGGETTO 8049
Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Contrasto dell'abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)". (84) A firma dei Consiglieri: Pigoni, Zappaterra, Gerace, Bondavalli, Rontini, Costa, Sabattini, Bulbi, Dalfiume, Fabbri, Daffadà, Caliandro, Mumolo, Mori, Marchetti Francesca, Soncini, Montalti, Pillati
Emendamento 1, a firma della consigliera Catellani Maura
All'articolo 4, comma 3, dopo le parole:
"la progettazione e la realizzazione di interventi in forma integrata fra i beneficiari del comma 2 e con le Università, i soggetti accreditati per la gestione della formazione professionale, le Agenzie educative, i servizi sociali territoriali, nonché altri soggetti pubblici e privati interessati" sono inserite le parole:
", in particolare per progetti rivolti a persone con disabilità,"
(Approvato)
Emendamento 2, a firma della consigliera Catellani Maura
All'articolo 10, comma 1, del presente progetto di legge, le parole "alla prevenzione e al contrasto dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA), dei fenomeni di ritiro sociale, del bullismo e del cyberbullismo nonché degli stereotipi di genere e delle discriminazioni di genere." sono così modificate "anche tramite azioni di sostegno psicologico."
(Respinto)
Emendamento 3, a firma dei consiglieri Facci, Montevecchi
AII' art. 1, comma 1, dopo le parole "svantaggio sociale o economico", inserire le parole "o territoriale";
(Respinto)
Emendamento 4, a firma dei consiglieri Facci, Montevecchi
All’art. 2, comma 1, lett. a) dopo le parole "svantaggio sociale", inserire le parole ", territoriale";
(Respinto)
Emendamento 5, a firma dei consiglieri Facci, Montevecchi
All’art. 3, comma 1, dopo le parole "svantaggio sociale o economico", inserire le parole "o territoriale".
(Respinto)
Emendamento 6, a firma dei consiglieri Facci, Montevecchi
All'art. 4, comma 3, dopo il punto b) aggiungere:
b bis) l'ubicazione dei beneficiari, ovvero la localizzazione degli interventi, nei Comuni classificati montani ovvero nelle aree interne;
(Respinto)
Emendamento 7, a firma dei consiglieri Facci, Montevecchi
All’art. 9, comma 1, lett. c) dopo le parole "svantaggio sociale o economico", inserire le parole "o territoriale";
(Respinto)
Emendamento 8, a firma dei consiglieri Facci, Montevecchi
All'art. 10, comma 1, lett. e bis) dopo le parole "svantaggio sociale", inserire le parole ", territoriale";
(Respinto)
OGGETTO 8380
Ordine del giorno n. 3 collegato all'oggetto 8049 Progetto di legge d'iniziativa Consiglieri recante: "Contrasto dell'abbandono sportivo in età adolescenziale e giovanile. Modifiche alla legge regionale 31 maggio 2017, n. 8 (Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive) e alla legge regionale 28 luglio 2008, n. 14 (Norme in materia di politiche per le giovani generazioni)". A firma delle Consigliere: Zamboni, Pigoni
Emendamento 1, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri
Il secondo punto degli impegni è sostituito da:
"nel caso questa offerta non fosse sufficiente a coprire l'intera domanda, a predisporre convenzioni con strutture private per l'ottenimento del certificato di idoneità alla pratica sportiva agonistica a titolo gratuito per l'utente, al fine di garantire l'accesso alla pratica sportiva".
(Ritirato)
Emendamento 2, a firma dei consiglieri Evangelisti, Cuoghi, Tagliaferri
Il secondo punto degli impegni è sostituito da:
"nel caso questa offerta non fosse sufficiente a coprire l'intera domanda, a prevedere l’ottenimento del certificato di idoneità alla pratica sportiva a titolo gratuito presso le strutture private o autorizzate o studi professionali inseriti in un apposito elenco regionale."
(Approvato)
Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno
Nel corso delle sedute sono pervenuti i sottonotati documenti:
INTERROGAZIONI
8372 - Interrogazione a risposta scritta per conoscere l'ammontare dei finanziamenti regionali all'evento Motor Valley Fest, il festival della terra dei motori dell'Emilia-Romagna. A firma del Consigliere: Tagliaferri
8375 - Interrogazione a risposta scritta per chiedere alla Giunta se intenda modificare il regolamento di muta regionale, equiparandolo alla normativa nazionale emanata dal commissario straordinario alla PSA, per poter garantire il corretto svolgimento delle attività di caccia alla volpe e alla lepre. A firma del Consigliere: Occhi
Comunicazione prescritta dall’articolo 69 del Regolamento interno n. 8 prot. PG/2024/12038 dell’8 Maggio 2024)
LA PRESIDENTE |
LA SEGRETARIA |
Petitti |
Montalti |